Liberomercato 15 giugno 2008 pagine 1-6
Dallo stadio al ritiro di Pinzolo
Un’estate di guai per la Vecchia Signora
Marco Liguori
La Juventus è stata trascinata in giudizio dalla Ena4all. La società di intermediazione marketing ha presentato lo scorso 29 maggio presso il Tribunale di Torino una querela per l’ipotesi di truffa contro l’amministratore delegato Jean Claude Blanc, il responsabile commerciale Marco Fassone, e la responsabile del costumer service, Barbara Borio. A ciò si aggiunge una causa civile di risarcimento danni, intentata sempre presso il tribunale del capoluogo piemontese, che secondo le indiscrezioni ammonterebbe a circa 500mila euro. «Noi aspiriamo a una cifra anche superiore» ha commentato a Liberomercato il presidente e azionista al 50% di Ena4all, Dimitris Schetakis. In merito a ciò la Juventus, contattata da Liberomercato, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
L’azienda milanese ha adito le vie giudiziarie poiché a suo dire la società bianconera l’avrebbe estromessa da un contratto a tre che comprendeva anche la Trentino spa (società di marketing territoriale del Trentino). «Avevamo un contratto di cinque anni con la Juventus per la gestione – prosegue Schetakis – del ritiro estivo a Pinzolo, acquistandone i diritti. In seguito abbiamo stipulato un accordo con Trentino spa e la località di Pinzolo. Il nostro lavoro consisteva nel favorire il ritiro della Juventus e di coprire con nostri investimenti, per quegli aspetti dell’operazione che Pinzolo e la Trentino spa non riuscivano a coprire». Tutto sembrava filare liscio, sino alla scadenza contrattuale del 2011, ma non è stato così. «La Juventus ha deciso di agire diversamente – afferma il presidente di Ena4all – e non ha voluto tener presente il contratto firmato con noi e ha stipulato direttamente un’intesa con Trentino spa. Visti i consistenti investimenti sopportati dalla nostra società, abbiamo deciso di tutelarci nelle sedi civile e penale». La società milanese sarà quindi esclusa dai ritiri delle prossime tre stagioni. «Abbiamo creduto nella Juventus anche quando due anni fa – dice Schetakis – fu retrocessa in serie B per illecito sportivo: potevamo risolvere il contratto, ma non lo abbiamo fatto».
Riguardo alla questione dello stadio Delle Alpi, pende ancora il giudizio davanti al Tar Piemonte intentato nel maggio 2006 dal Comune di Venaria Reale, a causa soprattutto del centro commerciale posto nell’impianto della Juve che sorgerebbe a circa 90 metri da quello posto nel comune della cintura torinese. Durante un convegno del 3 aprile scorso il presidente bianconero, Giovanni Cobolli Gigli, e il sindaco del comune Nicola Pollari usarono toni distensivi parlando di collaborazione reciproca. Un clima differente rispetto a quello della riunione del consiglio comunale di Venaria Reale del 19 marzo scorso. Stando al verbale di assemblea, il primo cittadino affermò che «la battaglia non è chiusa, quindi per noi l’aspetto del contenzioso giudiziario contro quella autorizzazione è ancora aperta». Pollari proseguì dicendo «che l’autorizzazione commerciale prevede che quando lo stadio funziona il centro commerciale sia chiuso e sarà mia cura avvisare l’interlocutore economico, l’operatore economico di Juventus per avvisarlo che per quanto ci riguarda noi i vigili e i carabinieri li manderemo tutte le volte che questa autorizzazione…». Pollari spiegò anche che i vigili e i carabinieri «non solo li manderemo alla Juventus o al supermercato ma li manderemo anche a chi non controllerà da parte del Comune di Torino per omissione magari di atto di ufficio e da parte anche della Regione Piemonte». Anche sul Delle Alpi, la Juve non ha commenti da fare.
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domenica 15 giugno 2008
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