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martedì 15 luglio 2008

Addio Spezia: niente serie B e liquidazione vicina

Salta la trattativa con il petroliere Remo Paini e la società ligure si appresta a diventare l'ennesima vittima del calcio a scopo di lucro. Forse ripartirà dall'Eccellenza

A meno di un fortuito interessamento da parte di un altro imprenditore, lo Spezia si avvia verso l’inevitabile liquidazione. Il club degli aquilotti diventa così l’ennesima vittima del calcio a scopo di lucro, dove può sopravvivere solo chi ha un azionista forte economicamente e politicamente. Questo perché la trattativa tra lo Spezia e l'imprenditore petrolifero Remo Paini, è saltata, probabilmente per motivi amministrativi. Nella città ligure era stato preparato anche un elicottero per portare tutta la documentazione necessaria nella sede della Figc a Roma per l'iscrizione al campionato di serie C: invece, all’improvviso tutto è precipitato. «Sarebbe stato un salvataggio in extremis - ha detto all’Ansa Paolo Attilio Garbini, presidente dello Spezia - a cui abbiamo lavorato duramente. Una via di salvezza che sembrava tramontata già nella serata di ieri, ma che questa mattina era tornata in pista. Alla fine però non è andata. Del resto i tempi erano risicatisimmi, le cifre importanti: servivano oltre 3 milioni di euro e il rischio di non arrivare nella capitale in tempo utile era palese».
Adesso bisognerà vedere in quale campionato dilettantistico giocherà lo Spezia: un incubo per i suoi tifosi, che hanno visto la propria squadra disputare le ultime due stagioni in serie B contro squadre del calibro di Juventus, Napoli, Bologna, Genoa. «Convochero' il consiglio di Amministrazione - ha proseguito Garbini - e poi il passo successivo sarà quello della liquidazione della società». Il presidente prova a fare un’ipotesi del futuro del club bianconero: «Non so quale campionato ci possa attendere, forse l'Eccellenza, ma adesso c'è da trovare qualcuno che si attivi per ripartire».
Se fosse andata in porto la trattativa con Paini avrebbe comportato il passaggio del pacchetto azionario di maggioranza posseduto da ''Lo Spezia Siamo Noi'', la società ad azionariato popolare, e il nuovo proprietario. L’Inter, che attualmente detiene il 10% del capitale dello Spezia, sarebbe rimasta come azionista di minoranza. L’idea della nuova compagine sociale era nata dalla scorsa primavera quando la società dei tifosi aveva rilevato il 70% dall'ex presidente Giuseppe Ruggieri, che aveva portato lo Spezia in Serie B dopo 55 anni di assenza. Sul sito della squadra era stata data la massima trasparenza ai conti societari, con la pubblicazione dei conti semestrali. La situazione era davvero molto difficile: perdita di 3,7 milioni di euro, circa la metà (6,25 milioni) di quella complessiva del 2006/07. Essa aveva portato il patrimonio netto al valore negativo di 3,2 milioni (-2,9 milioni a fine giugno scorso).
A Ruggeri era succeduto Cristina Cappellutti, la prima donna al vertice dello Spezia, sostituita dall'avvocato manager Roberto Quber e poi da Garbini. Ma la corsa contro il tempo dei tifosi spezzini sembra ormai proprio alla fine.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata)

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