L’avvocato Lorenzo Contucci spiega a "il pallone in confusione" come è disposto Oltremanica il divieto di ingresso allo stadio. Il legale critica la proposta del ministro La Russa di portare i tifosi a firmare nelle scuole e nei teatri
«Il Daspo potrebbe essere un’efficace misura di prevenzione se fosse disposto da un giudice su proposta della Polizia, come accade in Inghilterra. Tutti parlano di modello inglese, ma nei fatti non lo si concretizza». Lorenzo Contucci, noto avvocato penalista romano esperto di normativa antiviolenza, stigmatizza in questa intervista a "il pallone in confusione" i provvedimenti che intende assumere il governo sul tifo violento.
Avvocato, come viene invece sanzionato il Daspo in Italia?
«Il questore sancisce automaticamente il divieto di assistere alle manifestazioni sportive e il magistrato fa un controllo sommario soltanto sull’obbligo di firma collegato ad esso, ma non sul provvedimento. Concedendo questo enorme potere alla polizia si hanno delle conseguenze paradossali: ad esempio si può essere "daspati" fino a cinque anni se ci si reca nelle vicinanze del campo di gioco, comportamento considerato come reato, per raccogliere la maglia del proprio campione preferito, com’è accaduto domenica a Torino. Questo potere andrebbe limitato con l’intervento del magistrato, come per gli indagati per i reati di mafia, per migliorare i rapporti tra le tifoserie con Polizia e Carabinieri».
Può spiegare meglio questo concetto?
«In teoria un tifoso è trattato peggio di un accusato di associazione mafiosa. Per questi ultimi, il questore non applica la misura preventiva, ma inoltra la proposta al tribunale che eventualmente la concede dopo la riunione in camera di consiglio. Ciò dovrebbe essere stabilito, come accade in tutti i paesi democratici, anche per i sostenitori delle squadre di calcio».
Tornando all’obbligo di firma, la sua ottemperanza per il tifoso in una città come Roma con due società diventa molto problematico?
«Proprio così. Se la Roma gioca alle 15 e la Lazio alle 20.30 occorre che il tifoso si presenti tre volte quando gioca la prima e altre tre per quando gioca l’altra: insomma, si trascorre mezza giornata nei commissariati o in Questura».
Cosa ne pensa del pacchetto annunciato ieri dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa?
«Il ministro si è dimenticato la professione forense che svolgeva un tempo. Innanzitutto ha affermato che il Daspo lo dà il prefetto: è errato, è di competenza del questore. Inoltre, la totalità dei divieti viene accompagnata dall’obbligo di firma: dire che si vuole introdurre ora la firma è quindi un non senso. L’idea di portare i tifosi a firmare nelle scuole e nei teatri è una solenne sciocchezza, poiché sono sufficienti le stazioni di Polizia. E presso la scuola chi prenderebbe la firma? Forse i presidi? Occorrerebbe sempre la presenza delle forze dell’ordine in loco».
Che idea si è fatto sugli avvenimenti di domenica riguardanti la tifoseria napoletana a Roma?
«Ritengo che questa vicenda si pone a metà tra il trappolone organizzato e la totale disorganizzazione tipicamente italica».
Ma il nuovo Casms, istituito ad agosto, ha funzionato o no?
«Mettiamola così. Nel momento in cui è stato creato il Comitato che, supera anche l’Osservatorio sulle manifestazioni sportiva e che annovera la presenza dei servizi segreti, e non si è affrontato in modo adeguato la trasferta dei tifosi del Napoli vuol dire che gli organismi non hanno funzionato. Oppure potremmo pensare che è stata data un’apertura di credito ai tifosi, in assoluta buona fede, senza predisporre alcun tipo di organizzazione».
Ma c’è davvero la mano della camorra dietro il tifo organizzato?
«Non diciamo sciocchezze. Difendo i tifosi del Napoli da anni e conosco perfettamente la loro realtà. Che interesse avrebbe la camorra a infiltrarsi in una situazione di questo tipo? In realtà lo Stato si è reso perfettamente conto che è stata commessa una grande imprudenza. La trasferta dei sostenitori azzurri per Roma – Napoli, ossia una delle partite più a rischio del campionato, è stata gestita come se fossero state andate in gita le suore orsoline a visitare un monastero».
Cosa si sarebbe dovuto fare?
«Occorreva una maggiore collaborazione tra il Viminale e Trenitalia. Si sarebbe dovuto istituire un treno speciale: sarebbe partito da una stazione secondaria di Napoli e sarebbe arrivato in una altrettanto secondaria della Capitale e non sarebbero accaduti incidenti. A proposito dei danni, ho dei dubbi in proposito».
Li esponga.
«Non ci sono stati poliziotti feriti, le stazioni di Napoli e Roma sono rimaste indenni. Le immagine che hanno proposto in televisione riguardavano il solito vetro rotto: bisogna effettivamente dimostrare se la quantificazione del danno ammonta a 500mila euro».
Quindi niente gruppi "paramilitari"?
«Ma non scherziamo. Credo che in futuro si rischi di emanare la "carta del cittadino" che contemplerà anche l’esclusione dei diritti civili per chi è pregiudicato. Bisogna fare al riguardo un ragionamento "tout cour" che comprenda anche limiti che riguardino anche i deputati e senatori pregiudicati che sono presenti in Parlamento. E non solo per chi si macchia eventualmente di reati commessi allo stadio».
La legislazione repressiva è più un frutto del centrodestra oppure del centrosinistra?
«Sono esattamente la stessa cosa, tranne che per un punto. L’ultimo governo Prodi ha introdotto la diffida senza denuncia, una norma che non esisteva sotto il periodo fascista».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
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1 commento:
Lorenzo sei un grande!!! Da un tifoso del Napoli!!
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