Perché non è stata organizzata la trasferta degli ultrà del Napoli a Roma, così com'è stato fatto per quelli del Catania a Milano?
Permettete una Parola? Anzi, una condivisione di parola. Abbiamo da poco letto l'editoriale di Tuttonapoli.net "Scusate, ma ci viene da ridere", riguardante la decisione del Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive, in accordo con Trenitalia, di aprire ai tifosi del Catania le porte dello Stadio San Siro per la partita con l'Inter. Condividiamo in pieno ciò che è scritto e ci siamo anche noi "scompisciati", come avrebbe detto il grande Totò. Poco dopo, la ragione si è svegliata dal suo sonno, anzi dall'ilarità più intensa e scoppiettante, e la risata si è trasformata in amara constatazione. E vorremmo aggiungere alcune considerazioni riguardo a queste ultime vicende.
Riepiloghiamo. Poco fa è stato comunicato dalle agenzie, "urbi ed orbi", che il «lavoro congiunto» dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e del Casms ha consentito «di creare le condizioni ottimali per organizzare le trasferte dei tifosi catanesi a Milano», con «la combinazione titolo di viaggio/stadio, resa possibile anche grazie alla disponibilità garantita all'Osservatorio da tutti i componenti ed in particolare da Trenitalia». Scusate, ma l'Osservatorio e il Casms non avrebbero potuto effettuare un «lavoro congiunto» nelle settimane precedenti a Roma-Napoli in modo da «creare condizioni ottimali per la trasferta dei tifosi» napoletani a Roma? Magari anche con la disponibilità di Trenitalia, obbligando l'acquisto dei tagliandi per l'accesso all'Olimpico a quello del biglietto ferroviario? Per i tifosi del Catania è stato previsto tutto ciò. Essi infatti, secondo il "proclama urbi et orbi", potranno acquistare i tagliandi della partita presentando «un titolo di viaggio valido e riscontrabile al fine di evitare i disagi loro causati in passato da lunghe attese notturne nelle stazioni ferroviarie». Si sapeva perfettamente da tempo, che i tifosi del Napoli avrebbero utilizzato il treno: perché non si è provveduto per tempo? Nel Casms siede anche un rappresentante dei servizi segreti: se questi ultimi non sapevano dell'intenzione degli ultrà di recarsi alla stazione di Napoli Centrale e partire alla volta di Roma, allora vuol dire che "l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare" come diceva Gino Bartali.
Ma l'occasione è troppo importante per non girare un altro quesito a tutte le autorità competenti: perché non ripristinare i treni speciali per tutte le trasferte delle tifoserie? Potrebbero partire da stazioni secondarie e non arrecare problemi e fastidi a tutti gli altri passeggeri e al traffico ferroviario. O costa troppo? Proibire le trasferte ai tifosi dovrebbe essere un provvedimento eccezionale, da prendere solo nei casi davvero estremi: invece, si dà l'impressione che non si riesca a mantenere l'ordine pubblico negli impianti. Oltre a ciò, occorre copiare il tanto auspicato e celebrato "modello inglese": nel paese d'Oltremanica, i sostenitori più esagitati sono individuati dai tutori dell'ordine pubblico e gli viene negato tassativamente l'accesso allo stadio. Se adesso si agisce in questo modo, come si potrà garantire la sicurezza quando si costruiranno gli stadi di proprietà delle società?
Marco Liguori
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