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martedì 14 ottobre 2008

Il mistero irrisolto degli orologi bianconeri

Il collegio sindacale della Juventus ha così risposto nella sua relazione al bilancio 2008 alla seconda denuncia presentata dall’azionista Marco Bava: «le notizie ed i documenti disponibili non consentono di definire l’elenco dei destinatari»

I destinatari dei 57 Rolex d’oro da 2500 euro ciascuno? «Le notizie ed i documenti disponibili non consentono di definire l’elenco dei destinatari». E’ questa la risposta del collegio sindacale della Juventus, inserita nella relazione al bilancio chiuso al 30 giugno 2008, all’azionista Marco Bava, che aveva ripresentato nel corso dell’assemblea del 26 ottobre 2007 una denuncia secondo le disposizioni dell’articolo 2408 del Codice civile. E a questo punto, molto probabilmente i nomi dei beneficiari di questi orologi, su cui si era molto parlato e favoleggiato, non si conosceranno mai.
La vicenda degli orologi era balzata agli onori della cronaca circa un anno fa in un articolo del quotidiano Liberomercato. In esso si evidenziava che Bava aveva presentato un’altra denuncia agli "sceriffi" bianconeri nell’assise sociale del 26 ottobre 2006 in cui è stato approvato il bilancio chiuso al precedente 30 giugno. Questo è l’esercizio che in cui sedevano ancora nel cda bianconero, fino al mese di maggio, l’amministratore delegato Antonio Giraudo e il consigliere di amministrazione con poteri esecutivi, nonché direttore generale, Luciano Moggi. Bava nella sua denuncia aveva chiesto ai tre sindaci juventini di indagare «sulle spese di rappresentanza ed in particolare su quante di queste vanno ricondotte a Moggi e Giraudo, per verificare se queste siano servite per occultare spese ad personam». Il collegio aveva risposto nel dettaglio sulle spese. Tra esse c’era una voce molto particolare del dettaglio, riguardante «143mila euro ad orologi del costo medio unitario di 2.500 euro circa». Già all’epoca i sindaci non avevano dato indicazioni su chi potessero essere i beneficiari dei 57 orologi, non specificando se fossero da polso, da tavolo o da muro. Il collegio sindacale, per questi regali e le restanti spese, aveva affermato che «non è verificabile una significativa destinazione "ad personam" delle stesse».
Marco Liguori
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