Il Viminale ha "assolto" definitivamente la tifoseria del Genoa. I sostenitori rossoblù tirano un sospiro di sollievo dopo i timori di eventuali (e ingiustificate) punizioni per l'incidente occorso domenica scorsa a Gabriele Amato, che resta ancora in coma all'ospedale San Martino. Secondo il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive del Viminale esistono «problematiche non ancora risolte definitivamente come la persistente presenza di gruppi isolati e non organizzati di supporter sempre pronti a dare avvio a momenti di tensione e violenza». Quindi secondo il Casms, che ha condiviso l'interpretazione dell'Osservatorio sulle manifestazioni sportive basata sul dossier fornito dalla questura del capoluogo ligure, i fatti accaduti domenica scorsa sono opera di non meglio identificate frange estreme. Il Comitato ha fornito anche la soluzione (ripetuta ormai da mesi e mesi) per far fronte alla violenza dei gruppi di tifoseria non organizzata: «occorre intraprendere una sempre più convinta azione sinergica tra forze di Polizia e società sportive nell'attuazione di positivi progetti condivisi, come la "tessera del tifoso"».
E a proposito della "tessera del tifoso" sarebbe forse opportuno che le istituzioni ascoltassero un'altra parte mai citata nei comunicati del Viminale, ossia i tifosi. L'Associazione Club Genoani nel novembre scorso dichiarò la sua contrarietà alla tessera con una serie di motivazioni. «Schedare una persona è di per se in assoluto molto fastidioso ed antidemocratico - ha spiegato in una nota l'Associazione - e non fa altro che alimentare controproducenti malumori anche e soprattutto in quei soggetti che hanno nelle loro intenzioni l’andare allo stadio solo ed esclusivamente per assistere allo spettacolo calcistico; attenzione poiché iniziative come queste hanno e stanno impoverendo il calcio dei suoi migliori contenuti creati dalla passione del tifoso, portando a dei risultati incontestabili che tradotti in numeri vogliono dire meno persone negli stadi». Invece, l'Associazione ritiene «molto più producenti ed educative (sicuramente meno invasive) iniziative tipo il nostro “Progetto Scuola” che da tempo ci vede impegnati a diffondere nelle scuole genovesi il corretto amore per il calcio ed a portare bambini allo stadio a socializzare con giovanissimi di altre tifoserie». Occorrerebbe forse che gli organismi preposti all'ordine pubblico incontrassero le associazioni dei sostenitori assieme alle società: la via del dialogo è produttiva di sviluppi positivi per tutti.
Marco Liguori
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