Leggendo il bilancio intermedio consolidato della Lazio al 30 settembre 2009 si può notare a pag. 22 la tabella del costo di acquisizione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori della prima squadra, cioè il prezzo pagato per l’acquisizione dei cosiddetti cartellini. Ebbene, sulla riga di Julio Cruz si legge che il costo di acquisto è stato di Euro 2,15 milioni e che Cruz ha un contratto con scadenza al 30 giugno 2011. Quindi non sembra rispondere al vero la notizia circolata a suo tempo che l’acquisizione era avvenuta a costo zero. Questa è una delle notizie che si scoprono leggendo il bilancio della Lazio per il primo trimestre della stagione in corso.
Campagna acquisti e plusvalenze
Dal bilancio si apprende inoltre che è stato di Euro 8,2 milioni il costo complessivo dei quattro giocatori acquistati nell’ultima campagna acquisti, Bizzarri, Cruz, Eliseu e Matuzalem. Come detto, Euro 2,15 milioni sono stati pagati per Cruz, Euro 5,31 milioni sono stati pagati per Matuzalem ed Euro 1 milione è stato pagato per Eliseu; Bizzarri è stato acquistato a parametro zero. Ricordo che Zàrate risulta acquistato prima del 30 giugno 2009 e quindi il costo del suo acquisto (Euro 20,2 milioni) è già inserito nel bilancio al 30 giugno 2009. Iil prestito di cinque giocatori effettuato nell’ultima campagna acquisti ha determinato un risparmio di retribuzioni per Euro 2,06 milioni per l’intera stagione.
Si apprende inoltre che la Lazio ha realizzato una plusvalenza di Euro 8,16 milioni attraverso la cessione di Rozenhal e De Silvestri.
Il valore dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori della prima squadra ammonta al 30 settembre 2009 ad Euro 52,61 milioni.
Utile, ricavi e costi
L’utile netto del trimestre è di Euro 5,84 milioni, contro Euro 5,20 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, quindi, sostanzialmente, immutato.
Il valore dei ricavi consolidati del trimestre ammonta ad Euro 22,31 milioni con un incremento del 25% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Esso è costituito da ricavi da gare per Euro 2,66 milioni, diritti TV ed altre concessioni per Euro 11,60 milioni, sponsorizzazioni, pubblicità e royalties per Euro 6,24 milioni, altri ricavi per Euro 1,81 milioni.
I costi per il personale aumentano del 17,1%, da Euro 7,74 milioni a Euro 9,07 milioni; l’incremento è dovuto principalmente ai premi individuali riconosciuti ai calciatori per la qualificazione alla Europa League, ottenuta nella stagione precedente.
Sintesi
In sintesi, il bilancio del primo trimestre della stagione corrente mostra un leggero miglioramento rispetto al bilancio dello stesso periodo della stagione precedente. A tale risultato contribuiscono in maniere determinante le plusvalenze sulle cessioni dei giocatori (Euro 8,16 milioni quest’anno ed Euro 9,76 milioni nella stagione precedente, per le plusvalenze sulle cessioni di Behrami e Mudingay), senza le quali sia il bilancio 2008-2009, sia il bilancio ora in esame si sarebbero chiusi in perdita.
La relazione al bilancio afferma infine che si può “ragionevolmente affermare che l’esercizio (2009-2010) si chiuderà in linea con il risultato conseguito nei primi mesi della stagione”, quindi con un utile.
Paolo Lenzi - Per gentile concessione dell'autore - Fonte www.laziofamily.it
cronache dalla casta del calcio con varie ed eventuali
quotidiano telematico
la balle dans la confusion - the football in confusion - топка в неловко положение
den ball in verwirrung - la pelota en la confusión - a bola em confusão - der bal in verwarring
την μπάλα στη σύγχυση - мяч в путанице - 혼란에 공 - 混乱のボール - 球在混亂
mercoledì 25 novembre 2009
Sorpresa: Cruz non è stato acquistato a parametro zero
lunedì 23 novembre 2009
Nasce l'associazione piccoli azionisti e tifosi società di calcio
UN CONVEGNO VIVISEZIONA IL MONDO DEL CALCIO E DA’ L’AVVIO ALLA COSTITUZIONE DI UN’ASSOCIAZIONE DI PICCOLI AZIONISTI E DI TIFOSI DELLE SOCIETA’ DI CALCIO
“I bilanci delle Società di calcio quotate: governance, tutela dei risparmiatori e degli stakeholders” questo il titolo del Convegno tenutosi il 20 novembre 2009 in Roma, Via Ravenna 14, presso Federprofessional (Associazione rappresentativa e di promozione, sostegno e tutela dei consulenti indipendenti e di ex dirigenti e quadri aziendali oggi impegnati in attività autonome. L’Associazione è affiliata a Federmanager, Organizzazione rappresentativa dei dirigenti industriali italiani), con inizio dei lavori dalle ore 9.30 e con prosecuzione degli stessi fin oltre le 14,00. Il Convegno è stato organizzato da Federprofessional e da CRITERIA RICERCHE Srl, Società con sede operativa in Roma, Via Tommaso Salvini 25, che svolge attività di consulenza aziendale e di formazione manageriale.
Il Convegno è stato presieduto dal Prof. Sergio Cherubini, docente della facoltà di Economia dell’Università di Roma, Tor Vergata, Direttore del Master in Sport Management presso la suddetta Facoltà e moderato dal dr. Marco Liguori, giornalista economico che si è, in particolare, dedicato all’economia applicata allo sport e coautore del libro, edito nel 2004, “Il pallone nel burrone”.
I relatori sono stati: il dr. Alfredo Parisi,docente universitario,attuale amministratore di CRITERIA RICHERCHE Srl, che ha svolto un’analisi critica comparativa dei dati di bilancio al 30/6/2009 delle Società calcistiche quotate (Roma, Juventus e Lazio) e non ( Milan e Inter),richiamando le strategie di governance adottate dalle società analizzate oltreché il ruolo e l’attività della Consob nell’ottica della tutela del mercato ; il dr. Paolo Lenzi, dottore commercialista e Presidente di Lazio Family srl, che ha svolto un’analisi critica dei principali assett patrimoniali-economici delle Società ,soffermandosi in particolare sulle iniziative in corso relative agli stadi di proprietà; l’Avv. Massimo Rossetti,già Direttore Generale di Federmanager ,che ha ricoperto la responsabilità di Direttore degli Affari Legali in importanti società multinazionali,e che si è occupato degli aspetti e delle problematiche principali del quadro normativo di settore, sia sotto il profilo dei rapporti tra ordinamento sportivo e ordinamento comune, con richiami in tema di governo societario, sia, infine, sotto quello dei rapporti tra le società calcistiche ed i calciatori e procuratori; l’Avv. Roberto Betti, giudice tributario e Presidente di Federprofessional, che ha posto in evidenza taluni aspetti critici della fiscalità nel rapporto di lavoro dei calciatori e dei procuratori; il Dr. Giacomo Mazzocchi, giornalista sportivo ed esperto in comunicazione, che ha raccontato alcune sue esperienze.
Il Convegno, dopo le esposizioni dei relatori illustrate dalla proiezione di slides e accompagnate dalla consegna ai partecipanti di ampia e copiosa documentazione, si è concluso con un intenso e prolungato dibattito che ha consentito ai partecipanti stessi (piccoli azionisti, stakeholders, studenti, professionisti, giornalisti e opinionisti) di porre quesiti e di avanzare proposte.
In particolare merita di essere richiamata la proposta di Marcel Vulpis ( Direttore dell’istituto di ricerca Sporteconomy) e di Felice Pulici,, ed alla quale hanno aderito numerosi altri partecipanti, di dar vita a una Associazione che, oltre a rappresentare e tutelare i piccoli azionisti e, più in generale, i tifosi, quali consumatori, possa supportare il mondo del calcio con idonee attività formative in materia di organizzazione e gestione manageriale, finanziaria, amministrativa, comunicativa, giuridica, economica, a favore degli operatori del settore, considerato che, come ha rilevato il Prof. Cherubini, il calcio e, in genere, lo sport devono avviare un sempre più indispensabile, intenso e urgente processo di aziendalizzazione che deve sviluppare un “circuito virtuoso” onde poter adeguatamente gestire un triplo mercato:rivolto alle persone, alle imprese ed alle Istituzioni.
Aziendalizzazione e triplo mercato che richiedono l’abbandono di gestioni societarie familistiche improntate a modelli accentrati, autoritari, non trasparenti, autorereferenziali e tendenzialmente chiusi e ostili nei confronti dei mass media e, più in generale, del mondo dell’informazione (vedasi i diffusi e ripetuti, quanto illegali, anzi illeciti, oltre che controproducenti, “silenzi stampa” su cui si è soffermato, in particolare, nella sua relazione, l’Avv. Rossetti).
Inoltre, la costituenda Associazione dovrebbe farsi ideatrice e portatrice di proposte regolamentari e legislative volte a superare anacronismi e storture del settore calcistico, quali, per esempio: una diversa qualificazione del rapporto di lavoro dei calciatori, da lavoro dipendente a lavoro autonomo; una migliore e più definita qualificazione giuridica dei procuratori e dei loro rapporti con le Società e con i calciatori; benefici e garanzie a favore di quelle Società che favoriscano al proprio interno l’addestramento e la formazione dei giovani per avviarli alla professione di calciatore, impedendosi o penalizzandosi attività e comportamenti slealmente “predatori” su tali giovani da parte di altre Società concorrenti.
Gli Enti organizzatori del Convegno ed i relatori, preso atto della proposta di cui sopra e di quanto emerso dal dibattito, si sono impegnati a studiare e a mettere a punto nei prossimi giorni modalità e strumenti costitutivi, regolamentativi e organizzativi, inclusivi di particolari e specifiche opportunità, benefici e vantaggi da offrire agli associati, e un manifesto di programma della costituenda Associazione: modalità, strumenti e programma che verranno illustrati prossimamente all’opinione pubblica in una conferenza stampa che verrà appositamente indetta e di cui si darà preventiva e tempestiva comunicazione a tutti i mass media.
sabato 21 novembre 2009
Marketing - La Peroni organizza un "Terzo Tempo" con il capitano degli azzurri
A Udine, è il giorno di Italia-Sudafrica. Birra Peroni ha organizzato un incontro, l´hanno chiamato "Captain´s run Peroni per il rugby".
Un prepartita molto rugbistico, intorno a un tavolo con tanta birra e Dario Pallotta a raccontare la sua storia legata oggi al rugby seven. Peroni, partner storico del rugby azzurro, rilancia così le sue iniziative, e anche oggi colorerà di verde, bianco e rosso la tribuna dello stadio Friuli di Udine per la sfida ai campioni del mondo.
Fare quattro chiacchiere con Pallotta prima di Italia-Sudafrica ti riporta sulla quotidianità del rugby italiano, con il suo bello ed il suo fascino, ricordando quello è rappresenta nella sua intima essenza questo sport meraviglioso: semplicità, umanità, gioia di condivisione, divertimento sano. Massimo Mascioletti, il coach del L´Aquila Rugby, dove Dario gioca dal 2007 con 80 punti realizzati (ovvero 16 mete), ha detto ad inizio campionato: "Ecco a voi il rugbista più famoso del mondo". Una battuta riferita a un giocatore che si è guadagnato la ribalta delle cronache il giorno del terribile terremoto a L´Aquila, quando salvò due anziani mentre la loro casa crollava. Non c´è tanta voglia di ricordare, un po´ per pudore, un po´ perché Dario non si sente un eroe. Semplicemente uno che ha dato una mano. Si è parlato di rugby, di azzurro, di Olimpiade. Perché Pallotta conta di andarci, all´Olimpiade.
"Visto che Italia con gli All Black? Una grandissima mischia, ma la pressione degli azzurri è stata incredibile a tutto campo per 80 minuti. Abbiamo guadagnato il rispetto di tutti. I giocatori sono stati eccezionali. Il Cio ha appena deciso che il rugby a sette entri nel programma olimpico. Per me è un´occasione formidabile. Visto che l´anno scorso, il giorno del mio compleanno, il 10 novembre, sono stato convocato per la tournée in Argentina e Uruguay con la Nazionale Seven. Un´esperienza fantastica, che spero duri a lungo e che mi porti a Londra 2012, dove già potremmo esserci come sport dimostrativo in attesa delle medaglie vere a Rio 2016. Il mio obiettivo - dice Dario, 24 anni - è andarci. Ho già parlato con Massimiliano Rosolino, che mi ha confessato come per loro nuotatori una medaglia olimpica vale davvero molto più di ogni altra cosa. Darò il massimo per essere nel gruppo e condividere l´esperienza del Villaggio. Fra l´altro ho appena ricevuto la convocazione per l´azzurro. Per me è un momento magico"
Il rugby a 7 è tutta un´altra cosa... "Altroché! Si gioca sullo stesso campo, ma invece di 15 siamo in 7. E´ durissima: non possiamo forzare molto lo spazio ma cercare di far girare la palla molto velocemente e crearlo lo spazio dove passare. Uno sforzo enorme, infatti ci sono solo due tempi da 7 minuti, al termine dei quali sei sfinito. Ma la sensazione migliore per un rugbista, quella per la quale a fine gara puoi essere soddisfatto, è proprio quella di essere sfinito. E poi io, che a L´Aquila gioco trequarti, nel rugby a 7 sono pilone. Mi diverto da matti, che testate in mischia!. Le più forti nel rugby a 7 non sono le stesse del rugby a 15. Oltre a Nuova Zelanda e Inghilterra ci sono Figi, Portogallo, Argentina, Samoa, Kenya... Cambiano molte prospettive". L´Aquila non vive un momento felice, lo sport ne risente? "Sto cercando di dare il massimo per L´Aquila, per conquistarlo, questo posto nell´azzurro olimpico. E magari anche per diventare un giocatore scelto dalla Federazione fra gli eleggibili per una squadra in Celtic League. Noi di L´Aquila per due mesi abbiamo avuto il sostegno di tutti, poi siamo passati alle pacche sulle spalle, ora stanno finendo pure quelle. Lavoriamo sempre con enormi difficoltà. Siamo terremotati per davvero, mica per finta, e lavorare in condizioni economiche precarie è dura, dal punto di vista logistico e di strutture. Ma adesso, se permettete, pensiamo al Sudafrica: sarà grande Italia, ne sono certo. E spero che la spinta del pubblico sia grande, intensa. L´idea Peroni del tricolore? Credetemi: per un giocatore è una carica enorme".
La soddisfazione di Federico Sannella, direttore relazioni esterne di Peroni: "Per noi è una grande soddisfazione aver creato un´ulteriore occasione di incontro a margine di una partita della Nazionale di rugby. Birra Peroni è da sempre attenta allo spirito di condivisione che trasmette questo formidabile sport. Perciò una riunione conviviale come questa con personaggi del mondo della palla ovale è per noi semplicemente una delle tante iniziative che intendiamo offrire a chiunque ami la nostra la Nazionale".
Tratto da www.sporteconomy.it
Bomba sui nuovi stadi: il disegno di legge è anticostituzionale
La parte del testo normativo riguardante i nuovi impianti approvato dalla Commissione cultura del Senato contrasterebbe con le disposizioni sul governo del territorio spettanti in esclusiva alle Regioni. E’ invece positiva la semplice dichiarazione di inizio attività che faciliterebbe la ristrutturazione di quelli esistenti
Il disegno di legge sugli stadi è incostituzionale. Questo aspetto poco noto, ma incredibile è emerso durante i lavori del convegno “I bilanci delle società di calcio quotate: governance, tutela dei risparmiatori e degli stakeholders” tenutosi ieri a Roma, organizzato da Federprofessional e Criteria ricerche. Secondo l’avvocato Massimo Rossetti la parte della nuova normativa, approvata lo scorso 7 ottobre dalla Commissione cultura del Senato in sede deliberante, riguarda quella del governo del territorio dove dovrebbero essere costruiti i nuovi impianti insieme ai “complessi multifunzionali” ossia insediamenti residenziali o direzionali. «Questa materia – ribadisce a “il pallone in confusione” l’avvocato Rossetti – spetta secondo la Costituzione alle Regioni: è previsto all’articolo 117, salvo che per la determinazione di principi fondamentali riservata alla legislazione statale. Nel momento in cui le associazioni ambientaliste portassero la questione in tribunale, sollevandone la sua incostituzionalità, la Corte Costituzionale impiegherebbe pochi minuti a rilevarla». La stessa Consulta ha chiaramente spiegato in una sentenza del giugno 2004 cosa si intende per governo del territorio: «tutto ciò che attiene all’uso del territorio e alla localizzazione di impianti ed attività». In questo concetto rientra anche la costruzione dei nuovi impianti e del corollario dei tanto auspicati ed agognati centri commerciali. Per disinnescare il potenziale rischio “bomba” di incostituzionalità del testo di legge, la Camera sembrerebbe orientata a una modifica sostanziale della parte relativa ai nuovi impianti. «Credo che molto probabilmente ci sarà una resipiscenza da parte dei deputati» afferma Rossetti.
Invece, c’è una parte poco conosciuta del ddl riguardante la ristrutturazione e la privatizzazione degli stadi esistenti. «Una parte importante del provvedimento di legge – prosegue Rossetti a “il pallone in confusione” – è incentrata sulla possibilità per i Comuni di cedere alle società calcistiche i diritti reali di proprietà e di superficie degli impianti: questi ultimi per un periodo non inferiore a 50 anni. La procedura prevede l’affidamento diretto e sulla base di un’apposita perizia di stima svolta dall’Agenzia del Territorio competente». Il testo prevede un’importante semplificazione: la ristrutturazione o la trasformazione dei vecchi stadi in complessi polifunzionali sarebbe sottoposta alla Dia (Dichiarazione di inizio attività) senza preventivo permesso di costruire da parte dei Comuni. In più, le società interessate potranno accedere ai contributi a interessi agevolati del Credito sportivo. In questo modo si potrebbero salvare e ristrutturare impianti storici per il calcio italiano come ad esempio l'"Olimpico" e il "Flaminio" di Roma, il “San Paolo” di Napoli, l’”Artemio Franchi” di Firenze e il “Luigi Ferraris” di Genova. Per quest’ultimo è pronto il progetto della Fondazione Genoa e aspetta solo di essere approvato dalle autorità competenti: se alla Camera passasse il testo di legge nella parte riguardante la Dia, potrebbe costituire una valida facilitazione per gli sforzi profusi dal reggente Andrea D’Angelo alla salvaguardia del “tempio”. Nell’impianto ligure bisognerà vedere se sarà il Genoa da solo a impegnarsi nella ristrutturazione oppure assieme alla Sampdoria: il presidente blucerchiato Riccardo Garrone, nonostante la individuazione di un’area presso l’e Colisa, ha per ora ribadito la sua convinzione di costruire un nuovo complesso nelle vicinanze dell’aeroporto del capoluogo. Ci ripenserà ancora?
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE
martedì 17 novembre 2009
E' nato nato Napolitube: 40 anni di storia azzurra sul web
Fonte: Il Velino Campania
sabato 14 novembre 2009
Inter: profondo rosso per 154,4 milioni
Da sottolineare il singolare meccanismo per la copertura dell’ultimo risultato negativo approvato nell’ultima assemblea. I soci hanno approvato sia il risultato chiuso al 30 giugno, chiusosi appunto con il passivo di 154,4 milioni, sia la situazione patrimoniale al 31 luglio 2009 ossia il risultato di un mese rientrante nella competenza dell’esercizio successivo. In quest’ultimo periodo si è registrato un utile di 56,5 milioni «determinato in via prevalente dalle plusvalenze – si legge nel verbale dell’assise sociale – pari ad euro 62.725.000,00 generate dalla cessione dei diritti pluriennali relativi ai calciatori Zlatan Ibrahimovic e Maxwell Andrade». D’incanto, grazie all’utile mensile, la perdita si riduce a 97,95 milioni. Inoltre «il patrimonio della società – si legge sempre nel verbale di assemblea – che era negativo di euro 28.319.000,00 al 30/6/09 ritorna ad essere positivo per oltre euro 48.000.000,00 anche per effetto di ulteriori versamenti di euro 20.000.000 effettuati nel mese di luglio a copertura perdite». Dopo la copertura ulteriore delle riserve e l’abbattimento del capitale sociale a 48,1 milioni viene varato l’aumento da 70 milioni che lo eleva a 118,1 milioni. Insomma, si è usata una procedura anomala: per coprire gran parte della perdita dell’esercizio 2008/09 si è usato il risultato positivo di un mese relativo all’esercizio successivo, che non rientra quindi nella competenza del precedente, per risparmiare una somma cospicua. Il socio di riferimento Massimo Moratti (tramite Internazionale Holding) dovrà dunque ringraziare il Barcellona se ha potuto contabilizzare una doppia plusvalenza con Ibrahimovic (53,4 milioni) e Maxwell (3,8 milioni). C’è da chiedersi se l’Inter avesse operato nello stesso modo nel caso in cui avesse conseguito minusvalenze per analoghi importi. Comunque, si legge nella relazione sulla gestione, «il socio di riferimento ha espresso il consueto impegno a supportare anche per il futuro, in caso di necessità, economicamente e finanziariamente la società». Il presidente ha infatti versato anche altri 12 milioni, in due rate tra luglio e settembre scorsi, per l’aumento di capitale del luglio 2008. Ed è previsto anche il versamento di Moratti di ulteriori 9,4 milioni, derivanti sempre da questa operazione di incremento del capitale.
Tornando al bilancio 2008/09 dell’Inter, si rileva una situazione di squilibrio finanziario con 431 milioni di debiti che sovrastano 66,3 milioni di crediti. Lo stato debitorio presenta un notevole incremento delle somme dovute alle società di calcio per le campagne acquisti, passate da 61 a 98,7 milioni: 28,1 milioni sono dovuti al Genoa per l’acquisto di Milito effettuato nell’ultimo mese dell’esercizio. Le somme ancora da versare al fisco, pari a 21 milioni, sono in linea con l’anno precedente. E a proposito di tributi, la società milanese ha vinto tre ricorsi davanti alla Commissione tributaria di primo grado riguardanti l’Irap sulle plusvalenze calciatori incassate dal 2001 al 2004: sono state annullate le sanzioni e gli accertamenti. Nello scorso settembre, si legge nella nota integrativa, «l’Agenzia delle entrate ha notificato alla società un processo verbale di constatazione inerente l’Irap sulle plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori per gli anni 2005-06 e 2006-07». L’Inter è in attesa del ricevimento e dell’accertamento per poi proporre un altro ricorso.
Parte della voce "altri debiti", passata dai precedenti 36,1 a 71,6 milioni, è composta dai 40 milioni di crediti riguardanti "la cessione dei diritti televisivi per la stagione 2009/10 ad un primario istituto di credito" come si legge nella nota integrativa. E, passando al conto economico, si nota come siano sempre più i diritti tv la voce principale dei ricavi: 99,2 milioni dalle partite in campionato, più 28,2 milioni dalla Champions League e 6 milioni dalla percentuale conseguita dalle squadre ospitanti. In aumento le sponsorizzazioni, passate da 31,7 a 38,5 milioni. Al confronto delle precedenti voci, i ricavi da botteghino sono ben poca cosa, pari a 15,5 milioni. Nonostante l’incremento delle entrate per circa 30 milioni, attestatesi su 232,6 milioni, sono state sovrastate da costi per 382,3 milioni: la gestione caratteristica si è chiusa con uno sbilancio di 149,7 milioni, superiore al precedente risultato negativo per 139 milioni. In perdita anche la gestione finanziaria per 3,6 milioni. I 14 membri del consiglio di amministrazione, tutti riconfermati dall’assemblea, hanno percepito un monte compensi complessivo per 800mila euro: l’anno scorso era di 700mila euro.
Marco Liguori
giovedì 12 novembre 2009
Convegno a Roma il 20 novembre sulle società di calcio quotate in Borsa
Governance,Tutela dei Risparmiatori e degli Stakeholders
Roma, 20 novembre 2009
Via Ravenna, 14 – Sala Verde
Ore 9,30
PROGRAMMA
Ore 09.15 Registrazione partecipanti
Ore 09.30 Federprofessional Indirizzo di saluto
Ore 09.40 Presidente: Prof. Sergio Cherubini
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Facoltà di Economia
Direttore del Master in Sport Management
Apertura dei lavori:
Sport, Eventi, Impresa e Mercato
Ore 10.00 Moderatore: Dr. Marco Liguori
Giornalista - Direttore dei giornali telematici:
“Il Pallone in confusione” e “Pianetagenoa 1893.net”
Ore 10.10 Dr. Alfredo Parisi
Docente universitario - Amministratore Criteria ricerche srl
Sintesi comparativa dei bilanci al 30.06.2009 e raffronto con realtà non
quotate.Trasparenza ed informativa al mercato
Ore 10.30 Dr. Paolo Lenzi
Dottore commercialista - Presidente di Lazio Family srl
Analisi critica dei principali asset patrimoniali e riflessi economici.
La disamina di una realtà
Ore 10.50 Avv. Massimo Rossetti Il quadro normativo di settore. Rapporti tra ordinamento sportivo e diritto
comune. Sistema di governance e responsabilità
Ore 11.15 Coffee break
Ore 11.30 Avv.Massimo Rossetti Il rapporto di lavoro tra società e calciatori: qualificazione ed effetti contrattuali
Ore 11.45 Avv. Roberto Betti
Giudice tributario - Presidente Federprofessional
La fiscalità nel rapporto di lavoro dei calciatori: aspetti critici
Ore 12.10 Dr. Giacomo Mazzocchi
Esperto in Comunicazione - giornalista sportivo
Un’esperienza concreta:
il potere contrattuale dei calciatori e l’influenza dei Media
Ore 12.30 Avv. Massimo Rossetti
Dr. Alfredo Parisi
La tutela di risparmiatori e stakeholders e l’Autorità di Vigilanza
Ore 12.45 Quesiti e dibattito
Ore 13.15 Prof. Sergio Cherubini Conclusioni
LA PARTECIPAZIONE E’ GRATUITA
è gradita la prenotazione c/o la Segreteria Federprofessional
Riferimento: Sig. Antonio Cirelli Tel. 06/44070267 - Fax 06/44070274- e.mail federprofessional@federmanager.it
Nel corso del Convegno verrà consegnato un dossier contenente le relazioni programmate: anche gli eventuali interventi costituiranno la base
documentale per una successivapubblicazione a cura di CRITERIA ricerche srl
martedì 10 novembre 2009
Moggi: «Perché Carraro e Collina non sono imputati come me?»
Fonte: Ansa
lunedì 9 novembre 2009
Il Real Madrid ringrazia le banche
Per commentare sinteticamente il bilancio consolidato del Real Madrid al 30 giugno 2009, possiamo affermare che "le banche aiutano lo spettacolo". In altre parole, le banche con i loro prestiti hanno permesso al Real Madrid di comprare i grandi campioni, che dovrebbero garantire lo spettacolo, ma questo sarà il campo a dirlo. I "galacticos" non spiegano nel documento contabile quali siano gli istituti che li abbiamo sostenuti: secondo il giornale El Larguero de la Cadenaser uno di essi banca sarebbe il Banco de Santander.
La faraonica campagna acquisti condotta dal Real Madrid segna un forte aumento dell’indebitamento finanziario netto del club spagnolo. Tuttavia dobbiamo registrare un ennesimo incremento di fatturato e un buon rapporto tra costo del personale e fatturato al di sotto del 50%. Inoltre, gli amministratori del gruppo evidenziano che l’EBITDA (ossia l’utile prima delle imposte, dei proventi / oneri finanziari, delle svalutazioni e dell'ammortamento e delle componenti straordinarie) è positivo per 93 milioni di euro e che dalla stagione 2002/2003 esso è in continuo miglioramento. Per gli amministratori del gruppo la sua considerazione è fondamentale nelle decisioni di investimento.
Dal 1 luglio 2008, il gruppo del Real Madrid ha adottato il nuovo piano di contabilità generale approvato con Real Decreto 1514/2007.
GLI INVESTIMENTI
Nell’esercizio 2008/09 il Real Madrid ha investito 314 milioni di euro. Tale investimento ha riguardato per la quasi totalità l'acquisizione di giocatori.
Questa cifra comprende un importo di 219 milioni di euro per le acquisizioni effettuate prima del 30 giugno 2009 riguardanti i nuovi giocatori per la stagione 2009/10 (Ronaldo, Kakà, Benzema, Albiol e altri).
Come politica d’investimento si è preferito concentrare su di un esercizio l'investimento in giocatori. Nella sostanza l’investimento effettuato corrisponde praticamente a 3 anni di investimenti (si consideri la media per il periodo 00/01-07/08, che è stata la seguente: 159 milioni nel 2000/01; 91 milioni nel 2001/02; 88 milioni nel 2002/03; 109 milioni nel 2003/04; 128 milioni nel 2004/05; 173 milioni nel 2005/06; 161 milioni nel 2006/07 142 milioni nel 2007/08). Occorre evidenziare anche che nel periodo 2000-2009 non tutti gli investimenti sono stati destinati all’acquisto di giocatori, ma 174 milioni sono stati investiti nello stadio e 131 milioni sono stati destinati alla costruzione della "Ciudad Real Madrid". L’obiettivo è quello di recuperare al più presto la leadership in campo internazionale.
Dal bilancio risulta che a fine giugno 2009 il Real Madrid ha pagato l'importo totale del cartellino di Cristiano Ronaldo al club di origine.
Per far fronte a tale pagamento e agli altri investimenti in acquisto di nuovi giocatori, il Real Madrid, nel mese di giugno 2009, ha ottenuto un finanziamento bancario a lungo termine, di cui diremo.In ogni caso, il gruppo del Real Madrid al 30 giugno 2009 aveva disponibilità liquide pari a 112 milioni di euro. Secondo gli amministratori del gruppo Real Madrid, questo saldo unito con il flusso di cassa che si genererà per l'anno finanziario 2009/10 permetterà di rispettare gli impegni.
L’INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO
L'indebitamento finanziario netto è aumentato in modo notevole nelle ultime settimane di giugno 2009 a causa dell’acquisto di giocatori per la stagione agonistica 2009/10, che ha comportato un investimento, come già detto, di 219 milioni di euro. In conseguenza di ciò, il saldo dell'indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2009 è di 327 milioni di euro.
Il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed EBITDA (comprensivo di proventi e oneri straordinari) è pari a 3,1. Secondo gli amministratori del Real Madrid, tale rapporto rientra negli standard accettati dagli enti creditizi.
Nel mese di giugno del 2009 il gruppo ha ottenuto due prestiti, sottoscritti con due istituti finanziari, per un totale del valore nominale di 151,5 milioni, con tasso di interesse variabile indicizzato all'Euribor maggiorato di uno spread. Tale prestito è rimborsabile in sei anni.
LO STATO PATRIMONIALE
Lo stato patrimoniale espone "attività non correnti", ossia immobilizzazioni nette, per l’importo di 686.233 migliaia di euro (530.533 migliaia di euro nel 2007/08) e "attività correnti", ossia l’attivo circolante, per 192.212 migliaia di euro (208.645 migliaia di euro nel 2007/08). A fronte di tali attività ammontanti complessivamente a 879.145 migliaia di euro (+19% rispetto a 739.177 migliaia di euro del 2007/08) dall’altro lato si contrappongono: un patrimonio netto di 195.861 migliaia di euro (176.397 migliaia di euro nel 2007/08); passività a lungo termine per 348.551 migliaia di euro (231.490 migliaia di euro nel 2007/08) e passività a breve termine per 334.733 migliaia di euro (331.290 migliaia di euro nel 2007/08). Come si può notare dalle cifre, esiste uno squilibrio tra passività a breve e attività a breve. La differenza tra attività correnti e passività correnti, mostra un valore negativo di 142 milioni di euro. Secondo gli amministratori del gruppo tale valore negativo anche se presente costantemente negli ultimi anni, in questo caso è stato determinato anche dall’impatto degli investimenti anticipati, oltre che dai meccanismi gestionali tipici delle società sportive.
Le immobilizzazioni immateriali "sportive" nette passano da 201.714 migliaia di euro del 30.06.2008 a 368.640 migliaia di euro del 30.06.2009. Il valore lordo delle immobilizzazioni immateriali sportive al 30/06/2009 è di 498.059 migliaia di euro.
Le disponibilità liquide passano da 803 mila euro del 30.06.2008 a 111.619 migliaia di euro del 30.06.2009.
Le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni risultano azzerate, mentre al 30.06.2008 risultavano pari a 83.910 migliaia di euro.
Per quanto riguarda le passività a lungo termine i ricavi anticipati si azzerano rispetto al valore di 30.997 migliaia di euro del 30/06/08. Gli accantonamenti a fondi rischi passano da 20.522 migliaia di euro del 30/06/08 a 19.434 migliaia di euro del 30/06/09. I debiti a lungo termine verso istituti di credito, inesistenti al 30/06/08, segnano la cifra di 125,3 milioni. I debiti a lungo termine per l’acquisto di calciatori passano da 60,5 a 108,5 milioni.
I debiti a lungo termine per i lavori dello stadio e della Ciudad Real Madrid diminuiscono da 74,3 milioni del 30.06.08 a 47,9 milioni del 30/06/09. I debiti per il riacquisto di diritti (Palcos e RTVE) diminuiscono da 9,1 milioni del 30/06/08 a 6,8 milioni del 30/06/09. I debiti per imposte differite a lungo termine passano da 36,2 milioni a 38 milioni.I ratei e risconti passivi pluriennali ammontano a 2,5 milioni.
Per quanto riguarda le passività a breve termine si segnala che i debiti a breve verso istituti di credito passano da zero a 24,4 milioni. I debiti a breve per l’acquisto di giocatori passano dai precedenti 69.6 milioni a 120,1 milioni del 30/06/09. I debiti a breve verso il personale ammontano a 50,5 milioni (58,9 nell’esercizio precedente).
IL CONTO ECONOMICO
I ricavi operativi dell’esercizio 2008/09 hanno raggiunto la cifra di 407 milioni di euro, con una crescita dell’11% rispetto all'anno precedente. L'obiettivo del bilancio preventivo fissato a 400 milioni di euro è stato conseguito.
Tali proventi non includono le plusvalenze derivanti dai trasferimenti dei giocatori (32 milioni di euro).
I ricavi delle vendite e delle prestazioni di servizi ammontano a 400,3 milioni, di cui 350,8 provenienti dal mercato nazionale e 49,4 dal mercato estero. I settori di attività che nel 2008/09 hanno contribuito maggiormente alla crescita del fatturato sono stati: diritti televisivi e marketing, mentre i ricavi da stadio, dopo due anni di forte crescita, sono stati mantenuti al livello dell'anno precedente. Il contributo dei soci, sia come quote associative che come abbonamenti, rappresentano circa il 10% del fatturato complessivo.
Nel dettaglio risultano ricavi da stadio e soci per l’importo di 116,9 milioni (29,21% sul totale); ricavi da amichevoli e da competizioni internazionali pari 15,5 milioni (3,88% sul totale); ricavi da diritti TV per 144,5 milioni (36,09% sul totale), ricavi da attività di marketing per 123,4 milioni (30,83% sul totale).Gli altri ricavi operativi ammontano a 7 milioni.
Il costo del personale è stato pari 187,2 milioni. Il rapporto tra costo totale del personale ed il totale dei ricavi operativi risulta pari al 46% circa. Questo è l'indicatore utilizzato a livello internazionale per misurare l'efficienza di funzionamento delle società di calcio. Il Real Madrid è sotto la soglia del 50%, un livello che è considerato di eccellenza, ben al di sotto del 70%, che è il livello massimo consigliato dall'associazione europea dei club. Gli altri costi di gestione ammontano a 114,3 milioni. Gli ammortamenti segnano la cifra di 75,9 milioni. La differenza tra proventi ed oneri straordinari è positiva per 11,9 milioni (nel 2007/08 39 milioni).
La differenza tra proventi ed oneri finanziari è negativa per 4,2 milioni. L’utile consolidato prima delle imposte ammonta a 24,9 milioni (nel 2007/08 51,4 milioni). Le imposte sul reddito ammontano a 3,4 migliaia di euro. Il risultato netto consolidato dell’esercizio è positivo per 21,5 migliaia di euro (35,3 milioni nel 2007/08).
GLI OBIETTIVI PER IL 2009/2010
Per l’esercizio 2009/2010 gli amministratori prevedono tra l’altro nel bilancio di previsione consolidato: ricavi operativi per 421,7 milioni; un costo totale del personale per 190,3 milioni; ammortamenti per 101,7 milioni ed un risultato prima delle imposte positivo per 18,7 milioni.
Luca Marotta
jstargio@gmail.com
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sabato 7 novembre 2009
Juventus-Napoli: le testimonianze dei tifosi
Non le racconto le violenze subite dai napoletani o dai tifosi napoletani, sia all’interno dello stadio Olimpico che all’esterno, queste verranno spiegate dettagliatamente da chi allo stadio era presente quel sabato.
Io sono nato a Torino da genitori napoletani e grazie a Dio tifo Napoli, come potrà capire quando il Napoli gioca in questa grigia città, io come la maggior parte dei tifosi Napoletani presenti alle trasferte non siamo soggetti alle limitazioni di quell’organo iniquo chiamato Casms e per questo non sopporto che in TV e sui giornali venga riportato con senso di schifo la nostra presenza senza nemmeno pensare che il Napoli ha tifosi in tutta la nazione e senza che questi siano nati per forza a Napoli. Se si continua così l’organo Maroniano farà in modo che i numerosissimi supporters del Napoli per le trasferte acquistino il biglietto solo dopo aver presentato diploma in dialetto locale e annesso albero genealogico a partire dal 1700 e se disgrazia vuole ti capita un parente di Gragnano sei perduto.
Io sono uno di quei tifosi che amerebbe andare allo stadio con la famiglia, e lo feci al primo anno di serie A andai a torino per vedere il mio Napoli con moglie (juventina) e con le due bimbe all’epoca di 9 e 6 anni e tutte due vollero che io gli acquistassi una maglietta del Napoli presso le bancarelle fuori l’olimpico, accedemmo così alla tribuna laterale est, il Napoli perdeva e non vi erano nervosismi particolari, eppure per una simulazione di Nedved l’arbitro non fischio il fallo. Fatto sta che un energumeno che si lamentava di non aver potuto accedere alla curva essendo uno dei Drughi (a suo dire) spinse mia figlia di 9 anni che venne trattenuta da una persona del sedile antistante e nel frattempo l’apostrofò con queste parole: «Putt**** zingara puzzolente napoletana devi morire tu e i tuoi sporchi simili». Non le nego che accennai ad una reazione ma altri tifosi sia juventini che napoletani lo avevano gia sistemato ed altri trattenuto me.
Spero che questa mia le abbia reso chiaro cosa e come sia difficile essere napoletano o identificarsi in esso in questo paesucolo chiamato Italia, dove il razzismo oramai sborda in ogni dove e il calcio non vuole le famiglie allo stadio. Intanto rivorrei la polizia negli impianti perché i ragazzini-steward non sono in grado di occuparsi di ordine pubblico.
Cordiali saluti
Giovanni Vuolo
vuolo.giovanni@alice.it
Tifosi azzurri mandate a "il pallone in confusione" le vostre testimonianze sulle aggressioni su Juve-Napoli
Vi aspetto numerosi.
venerdì 6 novembre 2009
Lotito dà i numeri
Martino (Can): Palline sorteggi arbitrali vecchie e riconoscibili
Fonte: Ansa
martedì 3 novembre 2009
Juventus-Napoli, tifosi napoletani aggrediti: chi paga?
Il lunedì successivo il quotidiano "Il Mattino" riportava una lettera di un tifoso napoletano che vive a Torino in cui denunciava di aver subito un’aggressione da parte di sostenitori bianconeri. Gaetano Senatore racconta che «già durante la partita venivo aggredito verbalmente dalle persone presenti in tribuna con frasi razziste; ormai a conoscenza dopo 10 anni del livello intellettivo dei piemontesi sorvolavo. Alla fine della partita però, sul varco dal settore W1 della tribuna, venivo aggredito da supporter juventini e solo la mia stazza fisica mi permetteva di divincolarmi rimettendoci solo la mia sciarpa AZZURRA». Il tifoso prosegue spiegando che "la polizia interveniva solo tardivamente per permettere ai tifosi napoletani che aspettavano all'interno e che dopo il mio episodio si erano fermati di uscire". Ma non finisce qui: Senatore sottolinea un fatto ancor più grave. «Tuttavia notavo – scrive il tifoso – l'ASSOLUTA ASSENZA di personale di sicurezza della società Juventus F.C. (i cosiddetti steward) tanto ligi all'inizio della partita nel sequestrare gli accendini (i tifosi juventini fumano in tribuna irrispettosi dei vicini e dei divieti) ma che si erano completamente dissolti quando era necessario che svolgessero il loro compito di sorveglianza chiamando le forze dell'ordine che invece sono state richiamate dal sottoscritto». Insomma, era stato lasciato in balia dei suoi aggressori. E pensare che l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive e il Casms avevano disposto la chiusura del settore ospiti, dimenticando però due cose. Primo: i "cattivoni" non sono solo tra i tifosi del Napoli. Secondo: i sostenitori azzurri sono residenti in molte regioni del Nord. Come facciano in questo caso gli organismi del Viminale a vietare l’ingresso a questi ultimi, è un mistero: anzi, com’è già accaduto in altre occasioni, non l’hanno vietato affatto e si sono mescolati i napoletani con i tifosi della squadra di casa (ricordo la gara con l’Inter nell’ottobre 2007). Anzi, rammento a questo proposito anche che lo scorso campionato i tifosi del Genoa erano andati a Roma per seguire la partita contro i giallorossi, nonostante la chiusura del settore ospiti, sedendosi in altre zone dell’Olimpico. Essi si erano inseriti tra i supporter avversari in modo ordinato e disciplinato, senza creare problemi. Al ritorno però alcuni di essi hanno subito un’aggressione in treno da alcuni personaggi armati di coltello: ancora oggi non si conoscono i nomi dei responsabili.
Come ho già scritto più volte, suggerisco una "prova di tifo", in modo che si possa impedire l’accesso allo stadio. Battute a parte, ci si chiede: dov’è la tanto decantata sicurezza? E soprattutto a questo punto ci si attendono misure drastiche da parte del ministero dell’Interno: ma se non ci sono denunce, è improbabile che si possano prendere. Gaetano Senatore ha scritto di riservarsi «nei prossimi giorni di valutare con i miei legali se l'assenza degli steward che ha reso possibile la mia aggressione può comportare una responsabilità della società Juventus F.C. ed una denuncia all'autorità giudiziaria». Sarebbe l’occasione migliore per dimostrare che gli atteggiamenti violenti non sono solo della tifoseria napoletana. Inoltre si potrebbe anche vedere se Osservatorio e Casms infliggano una severa ed esemplare punizione ai tifosi bianconeri. Magari un divieto di trasferta per un determinato periodo.
Dal piano dell’ordine pubblico passiamo a quello della giustizia sportiva. Oggi il giudice sportivo non ha assolutamente fatto menzione degli incresciosi episodi accaduti sabato sera all’Olimpico. Si dirà: la quaterna degli ufficiali di gara, i commissari di campo e i collaboratori della Procura federale devono riportarli nei loro verbali. Possibile mai che nessuno di essi abbia visto o sentito nulla? La settimana scorsa è stato segnalato da alcuni di essi il comportamento esecrabile dei tifosi napoletani che hanno disturbato il portiere del Milan Dida con un laser: è arrivata la diffida per il Napoli che potrebbe subire la squalifica del San Paolo. Stavolta, invece, non è successo nulla: eppure dai racconti di Pianetanapoli e di Gaetano Senatore sembre che si sia verificato un tafferuglio molto concitato, che non è sfociato in rissa solo per miracolo. E che dire dei cori razzisti con cui, secondo quanto affermato da Senatore, la tifoseria juventina «ha accolto i tifosi napoletani e la squadra del Napoli per tutta la durata della partita, anche quando la loro squadra era in vantaggio». Questi cori sono sempre purtroppo ripetuti come litanie demenziali in molti altri stadi di squadre settentrionali. Si domanda all’arbitro Damato e a tutti i responsabili federali presenti a Torino: ma questo comportamento non è severamente punito dal Codice di giustizia sportiva? Oppure esistono i soliti due pesi e due misure tra squadre di diverse aree geografiche della nostra Penisola? Insomma, siamo alle solite: nel nostro campionato esistono figli e figliastri.
Marco Liguori
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lunedì 2 novembre 2009
ESCLUSIVA IL PALLONE IN CONFUSIONE – INCHIESTA: I ricavi degli stadi di proprietà in Europa? Derivano dai biglietti
Costruire nuovi stadi per aumentare i ricavi sembra essere la nuova parola d’ordine del calcio italiano. Aumentare i ricavi da stadio non sarà un’impresa semplice. Ci sono diversi ordini di problematiche da affrontare. Il Pallone in Confusione in questa sua esclusiva inchiesta ne cita solo tre, limitiandoci a quelle strutturali, finanziarie e socio-culturali, che richiedono l’applicazione di strategie a lungo termine per essere risolte. Le problematiche strutturali che vanno dalla progettazione alla realizzazione dell’impianto, passando attraverso i vari piani regolatori ed opere di urbanizzazione, richiedono certamente più di qualche anno per essere risolti. Si pensi al progetto dello stadio della Juventus, sono passati circa dieci anni dal suo avvio.Le problematiche finanziarie non sono da meno. Da quali fonti di finanziamento attingere i soldi per costruire? Facendo aumenti di capitale ad hoc? Contraendo dei mutui, aumentando l’indebitamento delle società? Rendendo edificabili terreni agricoli e vendendo gli appartamenti che si potranno costruire? E chi paga gli oneri di urbanizzazione di queste nuove zone (se non addirittura nuove piccole città) ubicate molto spesso al di fuori del centro urbano senza strade? I ricavi generati dall’investimento saranno in grado di ripagarlo?Le problematiche socio-culturali, presuppongono che si inneschi nella mentalità del tifoso un nuovo modo di vivere lo stadio, come luogo di ritrovo e di socializzazione e non come luogo di scontro. Stadi nuovi, soprattutto più accoglienti e dotati di diverse attrazioni devono essere in grado di schiodare dalla poltrona il tifoso televisivo abbonato alla pay-TV. Risolte positivamente tali problematiche non è escluso che le presenze negli stadi possano aumentare, generando “nuovi” ricavi, da intendersi sia come di utilizzo a pieno della “capacità produttiva” dello stadio, che di nuove forme di proventi derivanti da attività accessorie (ristoranti, alberghi, negozi).Possiamo semplicemente definire come “ricavi da stadio” quei componenti positivi di reddito derivanti dalle attività che si svolgono nello stadio o nelle sue adiacenze. Per dare una definizione corretta di “ricavo da stadio” si dovrebbe a priori definire “lo stadio” in funzione dell’attività che esso è destinato a svolgere, anche in considerazione di chi è il proprietario. Definendo lo stadio come un bene immobile strumentale destinato ad ospitare eventi sportivi e di altro genere, come ad esempio concerti musicali, dovremmo dedurre che la principale fonte di ricavo che uno stadio può produrre è la vendita dei biglietti per assistere a tali eventi. Per generare ulteriori ricavi tali strutture immobiliari, che insistono su aree molte estese, dovrebbero garantire la presenza di ristoranti, bar, negozi, del museo della squadra che vi gioca e se vi fossero ulteriori aree edificabili a disposizione, dovrebbero essere presenti anche centri commerciali e alberghi, dati per lo più in gestione a terzi (da cui ricavare affitti) o a società appositamente costituite. La presenza di centri commerciali, ristoranti, musei e negozi serve a creare delle presenze e flussi di ricavi anche in giorni senza eventi sportivi. Tuttavia, è innegabile, che il grosso dei proventi deriva dalla vendita dei biglietti. Bisogna garantire quindi stadi moderni, confortevoli e sicuri. Il tentativo di cercare di aumentare la “capacità produttiva” dello stadio deve essere visto in chiave di diversificazione delle fonti di entrata, in modo tale da non dipendere esclusivamente dai diritti TV. Di seguito si espone una rassegna dei fatturati di alcuni club europei. Per le società che redigono il bilancio in sterline si è considerato il cambio a 0,90 sterline per 1 euro.
Borussia Dortmund
Osasuna
Real Madrid
Barcellona
West Ham UnitedWest Ham United Plc è la società a capo del gruppo di cui fa parte il club di calcio professionistico del West Ham Untited, militante nella Premier League, attualmente allenato da Gianfranco Zola. Il West Ham United gioca a Londra nello stadio di sua proprietà denominato: “Boleyn Ground”, capace di ospitare 35.595 spettatori.Il Fatturato consolidato per l’esercizio chiuso al 28 maggio 2008 è stato di 81.543 migliaia di sterline (circa 90,6 milioni di euro); 57.302 migliaia di sterline (circa 63,7 milioni di euro) nell’esercizio chiuso al 31 maggio 2007L'analisi del fatturato per classe di attività mostra quanto segue: -Ricavi da gare e da attività connesse al calcio 18.337 migliaia di sterline (circa 20,4 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 28 maggio 2008; 16.967 migliaia di sterline (circa 18,8 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 31 maggio 2007. Nel 2008 l’incidenza percentuale di tali ricavi sul totale del fatturato è stata di circa il 22,5%.-Diritti TV e sponsorizzazioni centralizzate 40.790 migliaia di sterline (circa 45,3 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 28 maggio 2008; 23.911 migliaia di sterline (circa 26,5 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 31 maggio 2007. Nel 2008 l’incidenza percentuale di tali ricavi sul totale del fatturato è stata di circa il 50%.-Attività commerciali 12.504 migliaia di sterline (circa 13,9 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 28 maggio 2008; 8.549 migliaia di sterline (circa 9,5 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 31 maggio 2007. Nel 2008 l’incidenza percentuale di tali ricavi sul totale del fatturato è stata di circa il 15,3%.-Vendite al dettaglio e merchandising 5.357 migliaia di sterline (circa 5,9 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 28 maggio 2008; 3.155 migliaia di sterline (circa 3,5 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 31 maggio 2007. Nel 2008 l’incidenza percentuale di tali ricavi sul totale del fatturato è stata di circa il 6,6%.-Ristorazione e ospitalità 4.555 migliaia di sterline (circa 5 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 28 maggio 2008; 4.720 migliaia di sterline (circa 5,2 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 31 maggio 2007. Nel 2008 l’incidenza percentuale di tali ricavi sul totale del fatturato è stata di circa il 5,6%. La totalità del fatturato è prodotto nel Regno Unito. Nonostante questi ottimi risultati di fatturato West Ham United Plc ha chiuso il bilancio consolidato alla data del 28 maggio 2008 con una perdita di 37.373 migliaia di sterline (circa 41,5 milioni di euro), soprattutto a causa di poste straordinarie. Nell’esercizio precedente chiuso alla data del 31 maggio 2007 la perdita era stata di 19.614 migliaia di sterline (circa 21,8 milioni di euro). Tuttavia, il Patrimonio Netto risultava ancora positivo per 32.557 migliaia di sterline (circa 36,1 milioni di euro).
Manchester United
Everton
Tottenham Hotspurs
Arsenal
Chelsea
Olympique Lyonnais
CONCLUSIONE
il pallone in confusione
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati