L’incontro
di calcio delle 18,30 di ieri sera tra la Juventus e l’Udinese doveva svolgersi
con le cosiddette “curve” chiuse, la Nord e la Sud, dopo la squalifica dei due
settori da parte del giudice sportivo Tosel, all'indomani della sfida casalinga
della Juve con il Napoli, durante la quale i tifosi bianconeri avevano intonato
cori di discriminazione territoriale contro i napoletani.
Bisogna
considerare che tale sanzione era stata già comminata per gli ingiustificati
cori contro i napoletani, in occasione di Juventus-Genoa, ma la sanzione era
stata sospesa di un anno a patto che non venisse reiterata durante questo
periodo: in caso contrario, la nuova sanzione si sarebbe sommata alla
precedente.
Era
stato evidenziato che intonare più volte quei cori "integra
inequivocabilmente, senza la necessità di ulteriori approfondimenti, gli
estremi del comportamento discriminatorio per origine territoriale, rilevante
ai fini sanzionatori per dimensione e percettibilità".
La
sanzione della chiusura dello stadio, o di suoi settori, è un’applicazione
della opinabile (a mio modesto avviso deprecabile) regola della responsabilità
oggettiva e risulta essere oltremodo odiosa per tutti quei tifosi ed
appassionati che non partecipano ai cori o ad altri atti vietati dai
regolamenti, ma soprattutto ai presidenti delle società, che vedono diminuire i
loro incassi “da stadio” malgrado ogni loro sforzo di arginare il problema, tra
l’altro mediante avvisi preventivi alla gara e/o durante lo svolgimento della
stessa.
La
sanzione della chiusura dello stadio, o di suoi settori ha però anche l’effetto
di rendere silenzioso lo stadio, dunque privo dell’incitamento dei propri
sostenitori e ciò può rivelarsi molto importante per le squadre che giocano in
alcuni stadi “caldi”, dove il fattore “campo” ha la sua notevole importanza.
La
Juventus, con un po’ di furbizia, ha tentato di ovviare a questo aspetto che
avrebbe potuto rendere meno aggressiva la propria squadra, senza la forza di
incitamento del proprio tifo, riempendo i settori squalificati con tanti
bambini minori di 13 anni (pare che siano stati un numero compreso tra 12.000 e
14.000): ebbene, ciò che si è verificato ha dell’incredibile! Gli “innocenti”
bambini intervenuti, ad ogni rinvio del portiere dell'Udinese Brkic, intonavano
il coro "m…" e non sono mancati pesanti insulti all'arbitro ed ancora
una volta, guarda caso, “noi non siamo napoletani”.
Di
tanto si sono accorti non solo, in diretta nel corso della telecronaca su Sky
Sport 1 di Juventus-Udinese, il cronista Maurizio Compagnoni e l'opinionista e
commentatore Giancarlo Marocchi, che hanno detto: "Crescono bene sin da
piccoli i tifosi bianconeri", ma anche coloro che hanno commentato ieri
sera i servizi mandati in onda sulle varie reti pubbliche.
Dunque
un po’ tutti si sono accorti della inadeguatezza dei cori e del deprecabile
atteggiamenti dei piccoli “tifosi”, ma se ne accorgerà anche il Giudice
Sportivo? Potrà squalificare nuovamente i settori incriminati? Credo proprio
che dovrebbe farlo, visto che è stata proprio la società Juventus ad ideare l’iniziativa
a proprio vantaggio, come sopra evidenziato, chiedendo l’autorizzazione all’osservatorio
del Viminale ed ottenendo parere favorevole dalla Figc ed anche dalla Lega
Calcio, tanto da far anticipare la gara con l'Udinese, prevista per le 20,45,
alle 18,30. Dunque, stando al regolamento, dovrebbe essere ancora la Juventus a
rispondere – per responsabilità oggettiva – dell’operato dei propri sostenitori,
seppur ancora in erba.
Fabio
Turrà
Avvocato,
esperto di diritto sportivo