Ricerca personalizzata
Visualizzazione post con etichetta commenti pallonari. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta commenti pallonari. Mostra tutti i post

lunedì 26 maggio 2008

La bufala di Mancini unico allenatore vincente dell'era Moratti

Si può cacciare un allenatore che ha portato nella bacheca del presidente 7 trofei su 8? La risposta è che questa è una barzelletta: perchè se non avessero derubato Simoni e Cuper, la serie di Mancini non sarebbe mai iniziata...

da www.paoloziliani.it

Domenica, 25 Maggio 2008
Tra le tante leggende metropolitane che impazzano, di questi tempi, sull'Inter dell'era Moratti-Mancini, la più divertente è quella che racconta l'insensatezza di un presidente (Moratti) che medita di disfarsi di un allenatore (Mancini) capace di portare nella bacheca di via Durini 7 degli 8 trofei vinti dall'Inter dal 18 febbraio 1995, da quando cioè Moratti è proprietario e presidente del club. Detta così, non fa una piega. Nei 13 anni della sua reggenza, Moratti ha vinto 1 Coppa Uefa con Simoni e poi – con Mancini in panchina – 3 scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane. Particolare importante: quando parliamo dei 3 scudetti “manciniani” includiamo anche quello vinto a tavolino dopo lo scandalo di Calciopoli (estate 2006).

Molti, lo sapete, contestano la legittimità di quel tricolore: noi invece siamo dell'avviso opposto. Dopo il letamaio scoperchiato dai giudici, non c'era altra strada che assegnare il titolo 2005-2006 all'Inter. Chi ci legge sa che lo scrivemmo già nel maggio 2006: e cioè un paio di mesi prima dell'allestimento dei processi sportivi.

Domanda: perché all'Inter venne assegnato uno scudetto a tavolino (il primo dei 3 vinti da Mancini)? La risposta è nota: perché venne scoperta , grazie alle intercettazioni della Procura di Napoli, la gang malavitosa messa in piedi da Moggi e Giraudo con la fattiva collaborazione di dirigenti arbitrali (Bergamo, Pairetto, Lanese e comprimari), dirigenti federali (Mazzini & company), arbitri (De Santis in primis) e persino giornalisti, televisivi e non. Per anni, come gli stessi inquirenti hanno più volte detto e scritto, la Cupola di Moggi ha fatto scempio della regolarità dei campionati manovrando arbitri, partite e risultati a tutto vantaggio dei club affiliati alla banda.

Ebbene, seguiteci un momento. Se tutto questo risponde al vero, e se è vero che Moggi e Giraudo hanno guidato la Juve malavitosa per qualcosa come 12 anni, per onestà intellettuale va detto che Simoni può dire di aver vinto il campionato 97-98 (designatore Baldas, arbitri di spicco Ceccarini e Rodomonti) e Cuper di aver vinto il campionato 2001-2002 (designatori Bergamo & Pairetto, arbitro-emblema De Santis) né più né meno di quanto Mancini abbia vinto il campionato 2005-2006. Anzi, a dirla tutta: mentre Mancini nel 2005-2006 era arrivato terzo a 20 punti dalla Juve ladrona, Simoni e Cuper – ai loro tempi - se l'erano giocata assai meglio perdendo il campionato il primo nella scandalosa sfida diretta del 26 aprile '97, il secondo nel drammatico 5 maggio 2002 (tracollo che senza le malefatte di De Santis in Chievo-Inter 2-2, due settimane prima, non ci sarebbe mai stato).

Per capirci: se Mancini fosse stato sulla panchina dell'Inter ai tempi belli di Ceccarini e del rigore-non rigore Iuliano-Ronaldo (Juve-Inter 1-0) e se Simoni fosse stato l'allenatore dell'Inter nella stagione di Calciopoli (scudetto all'Inter a tavolino), oggi tutti direbbero che degli 8 trofei vinti da Moratti, 7 sono merito di Simoni, 1 di Mancini. Allo stesso modo: se Mancini fosse stato sulla panchina dell'Inter ai tempi belli di De Santis e del rigore-non rigore D'Anna-Ronaldo (Chievo-Inter 2-2), e se Cuper fosse stato l'allenatore dell'Inter nella stagione di Calciopoli (scudetto all'Inter a tavolino), oggi tutti direbbero che degli 8 trofei vinti da Moratti, 7 sono merito di Cuper, 1 di Simoni e nessuno di Mancini.

Insomma, se un minimo di serietà serve ancora, oggi, per portare avanti una discussione appena appena plausibile, la storia dei 7 trofei su 8 vinti da Mancini nell'era Moratti andrebbe trattata per quello che è: cioè, una bufala. La verità è che Mancini ha vinto uno scudetto (il primo a tavolino) perché una Procura ha scoperto che da anni l'Inter – e non solo l'Inter – veniva derubata di scudetti meritati da una banda di ladroni facente capo a Moggi e Giraudo, i due mammasantissima della Juventus. A patto di non credere alle favole, alzi la mano chi pensa davvero che lo scudetto vinto dalla Juve nel 97-98, con Rodomonti che sullo 0-0 non vede il gol di Bianconi (palla entrata di mezzo metro) in Empoli-Juventus 0-1 e con Ceccarini che 7 giorni dopo non vede il rigore di Iuliano su Ronaldo in Juve-Inter 1-0: alzi la mano, dicevamo, chi pensa che quello sia stato uno scudetto immacolato (il designatore era nientemeno che il prode Baldas, quello che 8 anni più tardi verrà pescato con le mani nella marmellata mentre tarocca, su ordine di Moggi, la supermoviola al Processo di Biscardi per coprire gli arbitri telecomandati).

Su questo primo scudetto, ricevuto a tavolino e giunto a mo' di risarcimento per i colossali furti patiti prima da Simoni, poi da Cuper e infine dallo stesso Mancini, l'Inter ha costruito una serie di successi che potremmo dire “facilitati”: in particolare, il secondo scudetto vinto con la Juve in serie B e il Milan penalizzato, un titolo – diciamolo - che l'Inter avrebbe conquistato anche con i fratelli De Rege in panchina.

Insomma: almeno 2 dei 3 scudetti vinti da Mancini (i primi) li avrebbe vinti chiunque, anche Hodgson, Zaccheroni e persino Tardelli. Sul terzo si può cominciare a ragionare: e chi crede di aver assistito ad una cavalcata entusiasmante dell'Inter, naturalmente, è libero di pensarlo. Noi pensiamo che un titolo vinto alla Dorando Petri, con i tifosi con le mani nei capelli fino al minuto 65 dell'ultima partita, non sia motivo di vanto per un allenatore che aveva a disposizione un organico da mille e una notte. E pensiamo anche che un allenatore che ha a disposizione campioni come quelli dell'Inter 2004-2005, 2005-2006, 2006-2007 e 2007-2008 non può rimediare, in campo europeo, le figuracce che ricordiamo: vedi tracollo col Milan (con finale isterico e squalifica del campo), vedi tracollo col Villareal, vedi tracollo col Valencia (con maxi-rissa e pioggia di squalifiche), vedi tracollo col Liverpool (Materazzi espulso, Burdisso espulso).

Diciamocelo: ma è davvero così bravo, questo Mancini?
Paolo Ziliani

Un pezzetto di Mancini ha avuto il benservito

da www.francorossi.com

Domenica, 25 Maggio 2008

Cari nemici e amici, dopo aver vinto il campionato l'Inter ha licenziato Mancini per un quinto: basta ricordare l'affermazione di Paolillo (“All'80 per cento resta”) subito dopo la partita di Parma. Il Chelsea dopo trentasei ore dalla finale di Champions League, al 100 per cento ha licenziato Grant, come tutti si aspettavano. La finale di Coppa Italia è stata vinta dalla Roma e adesso in casa interista qualcuno dovrà pur dire se la conferma di Mancini all'80 per cento (sempre per riferirsi alle storiche parole di Paolillo) è salita alla certezza o è scesa allo zero.

Prima o poi qualcuno dovrà pur dire a Mancini se deve passare da via Durini a prendere la liquidazione, oppure preparare la valigia per le vacanze estive senza preoccuparsi del possibile arrivo di Mourinho ex Chelsea o di Moreira, ex dell'Itapipoca.

Una volta dissi che “se non ci fossero le partite il calcio sarebbe lo sport più bello”: dopo l'ultima gara ufficiale della stagione ne sono ancora più convinto.

Il mercato è la fabbrica dei sogni visto che avere Gerrard e Fabregas a fianco di Sissoko farebbe felici i tifosi della Juve, veder giocare Essien e Hleb vicino a Cambiasso e Drogba e Messi insieme a Kakà sarebbe il massimo per quelli di Inter e Milan.

Ma poi uno si sveglia e scopre che il neo allenatore del Chelsea (ma chi sarà mai?...) cerca di convincere Abramovich a non cedere né Lampard e Drogba e ad acquistare Aguero , Maicon e Mascherano e comincia a riflettere, legge che il Real Madrid va deciso su Cristiano Ronaldo (in alternativa c'è Huntelaar) e che il Barcellona punta su Benzema e così via.

Scopre inoltre che in Italia la squadra campione ha riscattato Jimenez e cerca di convincere Locatelli, che il Milan ha preso uno svincolato come Flamini (buono, ma non ancora buonissimo) e sta trattando Zambrotta (che arriverà con tre Europei e due Mondiali sulle spalle), che la Juve dopo lo svincolato Mellberg pagherà Amauri più di quanto incassò per Ibrahimovic e allora si accorge all'improvviso che risvegliarsi è peggiore dell'incubo.

Franco Rossi

martedì 13 maggio 2008

Inter o Roma? Scudetto del centenario o della Lupa?

Gli amici interisti e romanisti mi hanno giustamente comunicato che sul sito deve essere presente anche il sondaggio più importante. Chi sarà il vincitore dello scudetto 2007-2008? Chi piangerà domenica sera: Moratti o i Sensi? La Roma o l'Inter?
Si può votare fino alle 13 di domenica prossima, prima del fischio d'inizio dell'ultimo turno di campionato.
Votate! Votate!! Votate!!!

E' l'ora del gemellaggio Ciuccio-Viola?

La netta vittoria del Napoli sul Milan di domenica scorsa ha scatenato l'entusiasmo dei tifosi della Fiorentina: la sconfitta del diavolo rossonero ha riaperto le porte della Champions League ai viola che hanno ballato addirittura sugli spalti la tarantella. Ciò è stato raccontato da Violaplanet in questo articolo reperibile al link http://www.violaplanet.com/index.php?a=lettura_news&id=31269 
Anche www.fiorentina.it riporta i commenti positivi e i ringraziamenti dei tifosi fiorentini a quelli napoletani.
A questo punto, bisogna ascoltare la loro opinione su un possibile gemellaggio. A sinistra si può votare per il sondaggio che oggi apro su questo argomento.
Spero anche che i colleghi di Fiorentina.it, Violaplanet, www.quotidiano.net, www.napolisoccer.net, www.pianetanapoli.it, www.tuttomercatoweb.com, Radio Marte e Radio Fiorentina e anche le altre testate di Napoli e Firenze, come pure i siti nazionali come www.lamescolanza.com www.dagospia.com e www.settimanasportiva.it, propaghino la mia iniziativa. Il gemellaggio potrebbe essere non solo un atto di amore e di civiltà verso il calcio, le due tifoserie e le due società, ma anche verso due città piene di storia e arte.
Quindi, cari tifosi votate, votate, votate...

lunedì 12 maggio 2008

Dopo il trionfo con il Milan

Napoli: un Reja per l’Uefa

La qualificazione alla competizione internazionale è ormai vicina: il tecnico friulano potrebbe restare sulla panchina azzurra con una squadra rafforzata. Occorre un regista di centrocampo, una punta da affiancare a Zalayeta e due difensori di peso

Marco Liguori
Il Napoli ha fatto la sua ennesima vittima eccellente al San Paolo. Ieri pomeriggio anche il Milan ha dovuto soccombere: il risultato finale (3 a 1) non lascia dubbi e probabilmente i rosseneri dovranno dire addio alla Champions dopo diversi anni di qualificazioni e vittorie. E solo adesso i media si accorgono del piccolo miracolo compiuto da Eddy Reya, friulano gentile, ma tanto tenace: all’inizio del campionato qualche critico aveva avanzato forti dubbi sulla qualità dell’organico della squadra e del modulo di gioco dell’allenatore. Si era parlato anche di possibile coinvolgimento nella lotta per la salvezza e qualcuno avanzava il possibile ritorno in B: bene, i critici, che forse aspettavano Reja al varco "reo" di aver trionfato con due promozioni consecutive dalla C1 alla A, sono stati serviti con tanto di barba e capelli. Raggiungendo l’ottavo posto a due punti di vantaggio dal Genoa il Napoli "rischia" un’inaspettata qualificazione diretta in Coppa Uefa, scavalcando i preliminari dell’Intertoto: bisognerà però aspettare il responso della Commissione delle Licenze Uefa di secondo grado sull’Udinese, dopo la bocciatura delle "zebrette" friulane da parte di quella di primo grado.
Domenica scorsa in una tv privata napoletana, Teleluna, avevamo descritto come avrebbe dovuto giocare la squadra azzurra contro quella guidata da Carlo Ancelotti, con la sua unica arma efficace: il contropiede, perfettamente attuabile con il 3-5-2, che con il suo folto centrocampo avrebbe creato problemi al Milan e fatto scattare le "frecce" Hamsik e Lavezzi. Reja ha saputo sfruttarlo al massimo contro il diavolo berlusconiano: l’apoteosi di questa tattica è stata raggiunta con il gol capolavoro di Hamsik, su cui nessun giocatore rossonero ha saputo opporre resistenza. Avevamo detto che occorreva però un attaccante di peso che potesse mettere in difficoltà la difesa avversaria e coordinarsi con Lavezzi. Il "Pocho" non è una prima punta: è un "guastatore" che parte da centrocampo con le sue galoppate fulminee (giocatore dunque perfetto per il contropiede) e deve servire i compagni smarcati oppure cercare il fallo in prossimità dell’area di rigore. Ieri c’era il "Pampa" Sosa (a proposito, ma perché lascia Napoli per tornare in Argentina? Non desidera una meritata carriera da dirigente, dopo aver dato tanto come calciatore?) a svolgere il ruolo della punta: la sua assenza si era notata nell’ultima trasferta di Torino, dove Reja aveva schierato Bogliacino dietro Lavezzi come unico attaccante, con risultati poco confortanti. E invece il contropiede azzurro ha demolito il Milan, dopo aver "picconato" le altre grandi: Juventus, Inter, Fiorentina e Udinese. Soltanto la Roma è scampata alla regola del San Paolo vincendo 2 a 0. Resta il rammarico per il pessimo rendimento in trasferta (11 sconfitte, quattro pareggi e sole tre vittorie) e per le "amnesie" in casa con Genoa ed Empoli. Ma si sa, il calcio non è una scienza esatta: il ritorno in serie A è stato comunque più che proficuo. I tifosi napoletani sono però molto esigenti e vogliono sempre di più dal presidente Aurelio De Laurentiis: dopo il fallimento del 2004, volevano subito una squadra protagonista in serie A. E Reja, seppur tra alti e bassi e con qualche tentennamento, ha raggiunto questo obiettivo.
Adesso la società azzurra dovrà subito guardare al futuro. E, a nostro modesto parere, non dovrà incaponirsi sulla scelta di un nuovo tecnico. Meglio confermare Reja, soprattutto se la società si qualificherà direttamente in Uefa: sarebbe la circostanza migliore, poiché l’Intertoto da disputare nei mesi estivi potrebbe creare problemi alla tenuta atletica della squadra. Vorremmo vedere il goriziano all’opera con una squadra ritoccata e rafforzata in alcuni reparti. Ad esempio nel centrocampo, dove occorre un "regista" che guidi la squadra soprattutto nei momenti difficili: purtroppo un calciatore alla Francesco Romano, portato nel 1986 a Napoli proprio dall’attuale direttore generale Pierpaolo Marino e che fu la svolta tattica per la conquista del primo scudetto azzurro, nel campionato italiano (almeno per ora) non sembra che sia reperibile. Forse Cigarini del Parma potrebbe avere le caratteristiche da "cabina di regia": sicuramente Marino lo avrà annotato sul suo promemoria.
Il Napoli dovrebbe cercare all’estero una figura simile, per poter anche variare sulla tattica e il modulo da scegliere a seconda delle caratteristiche dell’avversario. A ciò bisogna aggiungere una punta agile da affiancare a Zalayeta (sperando che la comproprietà non si risolva a favore della Juve) e un paio di difensori di peso.
Le risorse per questi acquisti potrebbero essere trovate probabilmente nei contratti di sponsorizzazione, contornate da qualche cessione di giocatori che apportino discrete plusvalenze. Immaginiamo che il Napoli abbia clausole con i suoi sponsor che prevedano il raggiungimento di obiettivi determinati: la qualificazione Uefa potrebbe portare quindi denari, condizione indispensabile nell’era attuale del calcio a scopo di lucro. Bisogna ricordare però che la partecipazione a questa competizione concede un apporto limitato per i diritti tv: il Napoli potrà incassare quindi solo dalle vendite dei biglietti e dagli sponsor. Ma, se la squadra dovesse svolgere un lungo cammino in Uefa, potrebbe ricevere consistenti introiti al passaggio di ciascun turno: sicuramente le aziende che supportano economicamente la società azzurra, e forse diverse altre, saranno interessate a dare il loro apporto in una prestigiosa vetrina internazionale com’è appunto la Coppa Uefa.

lunedì 10 marzo 2008

E il pallone va…

Dopo l’ennesimo errore arbitrale in Napoli-Roma di ieri, con il rigore concesso ai giallorossi che non c’era, si impone la moviola in campo. Un elemento indispensabile nell’era del calcio a scopo di lucro. Ma sulle "diaboliche invenzioni" tecnologiche il presidente della Fifa, Joseph Blatter, e l’International Board non vogliono proprio sentire ragioni

Marco Liguori
Si levino gli squilli di tromba, le fanfare e i peana sul gioco della Roma e le prodezze di Totti! Che la stampa nazionale celebri ancora che il campionato è ancora una volta salvo! Prosegue dunque il duello dei romanisti con l’Inter per lo scudetto. Ma tutti dimenticano gli ennesimi e ormai purtroppo cronici errori arbitrali. Ieri sera su numerose tv private è stato dimostrato e stradimostrato, grazie a quello strumento "diabolico" che il rigore concesso alla Roma contro il Napoli dall’arbitro Massimiliano Saccani non c’era. Nessuno osa togliere i meriti della squadra giallorossa, che possiede un gioco quasi perfetto fatto di pressing e di passaggi corti e rapidi, ma la decisione del direttore di gara ha tagliato le gambe alla reazione del Napoli che, per la pochezza del gioco espresso soprattutto nel primo tempo, era già con la testa alla sfida con la Juventus di domenica prossima. La squadra azzurra sotto di un gol, si è vista fischiare la massima punizione per un contatto in area tra Cicinho e Mannini. Nelle immagini si vede chiaramente che tra i due non c’è quasi contatto: anzi, il romanista è scivolato per terra come se sul tappeto erboso del San Paolo fosse stato ricoperto di un ipotetico strato di acqua e sapone.
Per eliminare l’ennesima stortura domenicale causata da un errore arbitrale si invoca ancora una volta la moviola in campo. Magari richiesta per un numero limitato di volte come nel basket. Ma proprio sabato scorso l’International Board, riunito a Londra, ha detto il suo "no" definitivo a qualsiasi sistema elettronico che possa risolvere il problema dei "gol fantasma" con cinque voti contro e tre a favore. Tra essi spicca quello pesantissimo del presidente della Fifa, Joseph Blatter. Figuriamoci se l’organismo che custodisce le regole del calcio dal lontano 1886 avrebbe mai potuto dire sì alla moviola in campo! Anzi, sembra proprio che Blatter e gli altri membri siano rimasti fermi alle romantiche e ingiallite immagini del calcio di fine ottocento, con i giocatori in campo con le retine fermacapelli. L’era del calcio a scopo di lucro non li tange neanche un po’. Eppure in questa era un grave errore arbitrale può condizionare i ricavi di una squadra: ad esempio, un risultato negativo può impedire la partecipazione alle coppe europee oppure, peggio ancora, determinare una retrocessione alla serie inferiore con conseguenze vicine alla "morte civile" per una squadra di calcio. Ma lo spettacolo continua ad andare avanti, con i giornalisti che predicano miglioramenti, i tifosi che protestano (anche perché pagano profumatamente biglietti e abbonamenti alla stadio o quelli alle pay tv) e le moviole rimaste rinchiuse sul piccolo schermo come gli indiani d’America nelle riserve. Insomma, per parafrasare il titolo di un film del grande Federico Fellini, "il pallone va…".

lunedì 3 marzo 2008

Mancini rinuncia, Lavezzi galoppa e il Napoli ringrazia

Senza togliere meriti alla formazione azzurra, l'Inter ha lasciato completamente giocare l'avversario, costruendo poche palle gol. Tra una settimana c'è il Liverpool: riuscirà l'allenatore a svegliare la sua squadra dal suo gioco da "bella addormentata"?

Marco Liguori

Il Napoli ha riaperto il campionato? No, questo prodigio lo ha compiuto l’allenatore dell’Inter, Roberto Mancini, con una sola parola: rinuncio. Senza ovviamente togliere alcun merito alla prestazione della squadra azzurra, vittoriosa nel suo San Paolo (pieno di tifo e calore fondamentali per le riprese tv: capito cari presidenti?) per 1 a 0, in particolare all’inesauribile Lavezzi, al razionale Hamsik, ai lanci di Gargano, alla prestazione maiuscola di Mannini sulla fascia e di Santacroce in difesa. A ciò bisogna aggiungere che il 3-5-2 di Reya è insostituibile: se l’allenatore napoletano sa sole giocare così, va benissimo. E’ un modulo che si è dimostrato ancora una volta efficace con i suoi ripetuti contropiede: un’arma che, dopo Juventus e Roma (che domenica prossima sarà di scena a Fuorigrotta), si è rivelata micidiale anche contro la statica difesa dell’Inter.
Tornando a Mancini, questi ha commesso il più grave errore nella formazione. E’ vero che ha dovuto raschiare il fondo del barile della sua rosa di calciatori: ma aveva ancora uomini di classe e perciò maggiormente utili al proprio gioco. E invece ha alzato bandiera bianca davanti alla gioiosa macchina da guerra napoletana, che, se ha un suo tallone di Achille ben conosciuto: la difesa, che con le sue 40 reti subite (al pari di Atalanta e Palermo e migliore solo di Parma e Cagliari) non è certo brillante. Ma Mancini ha voluto gettare nella mischia l’inesperto Balotelli (il ragazzo ha tanta buona volontà, ma non può essere bruciato in partite delicate come quella di Napoli) e il titubante Maniche (decisamente poco utile alla manovra interista), adottando di fatto un 4-5-1 poco incisivo che ha lasciato grandi spazi nella pampa alle cavalcate di Lavezzi (con tanto di bolas, a mò di gaucho) e compagni. Se a queste mosse aggiungiamo la serata poco felice di Pelè, Vierà, Figo e Suazo, unita al tentativo goffo e maldestro nel primo tempo di Materazzi di buttare la palla alle spalle del suo portiere Julio Cesar, si capisce che il mix è risultato fatale. L’allenatore nerazzurro ha dunque voluto lasciare in panchina Crespo e Zanetti. Il primo dei due argentini avrebbe potuto in difficoltà la difesa partenopea per la sua maggiore esperienza. L’altro avrebbe potuto rinforzare un centrocampo che si è dimostrato asfittico di idee e incapace di arginare la manovra veloce dei partenopei. Il loro ingresso nel secondo tempo ha cambiato poco: la confusione e il marasma regnavano già sovrani nella formazione milanese. Lo si nota anche dal risicato numero di tiri in porta: nel primo tempo l’Inter ha tirato nello specchio una sola volta con Suazo su passaggio di Maicon e una seconda grazie all’azione solitaria di quest’ultimo con tiro finito sull’esterno della rete. Nel secondo tempo nulla. Insomma, sembra proprio che sia terminata la benzina alla Ferrari nerazzurra: il peggio è che è finita con i rincalzi a disposizione di Mancini. A proposito, in panchina a Napoli c’era Stankovic: avrebbe potuto essere collocato in campo nel secondo tempo, quando ormai occorreva giocare il tutto per tutto. Ma forse ormai non c’era più nulla da fare: l’allenatore campione d’Italia ha forse compreso che dalla sua squadra non poteva pretendere di più. E su tutto ciò grava l’ombra della gara di ritorno del Liverpool: se l’Inter continuerà a giocare come la "bella addormentata" si ritrova fuori dalla Champions League in un amen.
Un’ultima osservazione sull’arbitraggio di Rizzoli: il fallo da rigore di Julio Cesar su Gargano avrebbe dovuto essere rivisto alla moviola per notare che l’intervento era sulla palla prima ancora che sul piede del centrocampista napoletano. Sono sfuggiti al direttore di gara i ripetuti falli di Santacroce e quelli di Vieirà: sul finire, ha cominciato a tirare fuori il cartellino giallo a volontà sull’onda di un chiaro nervosismo. Occorrerebbe la moviola in campo con l’uso, come si fa nel basket, limitato a due volte nel corso della partita. Ma su questa proposta il numero uno della Fifa, Joseph Sepp Blatter, non ci vuole proprio sentire.
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

Si prega di non intasare le caselle di posta elettronica con spam pubblicitario e di altro tipo (come appelli politici). Questo sito tratta solo di calcio, finanza del calcio e di argomenti affini. Ogni abuso sarà punito.

Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati