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sabato 22 novembre 2008

Doppio amarcord Inter-Juve 2007/08 e 1983/84 (da You tube)

Doppio amarcord di Inter-Juventus della scorsa stagione e del 1983/84. In entrambi vittoria della Juventus con lo stesso risultato: 1-2. Come finirà stasera?
Le immagini sono di Sky e Rai, tratte da You Tube.

22 marzo 2008
INTER - JUVENTUS 1 - 2
INTER: Julio Cesar, Maicon, Burdisso, Materazzi, Maxwell, Zanetti, Stankovic, Chivu (37' st Balotelli), Jimenez (8' st Suazo), Ibrahimovic, Cruz (19' st Maniche). In panchina: Toldo, Crespo, Solari, Rivas.
Allenatore: Mancini.
JUVENTUS: Buffon, Grygera, Legrottaglie, Chiellini, Molinaro, Salihamidzic, Camoranesi, Sissoko, Nedved (41' st Nocerino), Trezeguet (37' st Iaquinta), Del Piero. In panchina: Belardi, Birindelli, Palladino, Stendardo, Tiago. Allenatore: Ranieri.
ARBITRO: Farina di Novi Ligure.
RETI: 4' st Camoranesi, 18' st Trezeguet, 38' st Maniche.
NOTE: ammoniti: Molinaro, Cruz, Chivu, Legrottaglie, Burdisso. Angoli: 6-5 per l'Inter. Recuperi: 1' pt e 3' st.





29 aprile 1984
INTER - JUVENTUS 1-2
INTER: Zenga, Ferri (56' Marini), Collovati, Bini, Bagni, Baresi, Muller, Pasinato, Altobelli, Sabato, Serena. All. Radice
JUVENTUS: Tacconi, Gentile, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Vignola, Prandelli, Rossi (69' Caricola), Platini, Boniek. All. Trapattoni
Marcatori: 24' Cabrini, 37' Platini, 45' Altobelli (rigore)


martedì 18 novembre 2008

Inter: contenzioso per l’Irap

L’Agenzia delle entrate ha accertato nel 2007 nei confronti della squadra di Moratti, che ha proposto ricorso, maggiore Irap per euro 3,8 milioni oltre a interessi e sanzioni per euro 0,25 milioni

L’Inter ha un contenzioso con il fisco riguardo all’applicazione dell’Irap sulle plusvalenze da vendita calciatori. Stando alla nota integrativa del bilancio 2007/08, depositato in Camera di commercio, la società ha ricevuto nel luglio 2007 «un avviso di accertamento relativo a tali plusvalenze per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2003; analogo accertamento è stato notificato nel mese di dicembre 2007 per gli esercizi chiusi al 30 giugno 2004 e 30 giugno 2005». L’Inter spiega inoltre che «l’Agenzia delle entrate ha accertato complessivamente maggiore Irap per euro 3,8 milioni più interessi e sanzioni per euro 0,25 milioni». Contro di essi la società nerazzurro ha presentato ricorso «ribadendo la correttezza del trattamento fiscale seguito».
Nonostante l’orientamento contrario del fisco (stabilito con risoluzione dell’Agenzia delle entrate n.213 del 19 dicembre 2001), la squadra presieduta e controllata da Massimo Moratti «ha ritenuto di non dover assoggettare a tassazione – si legge ancora nella nota integrativa – ai fini Irap le plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti pluriennali delle prestazioni degli sportivi professionisti seguendo l’interpretazione fornita dalla Lega Nazionale Professionisti e supportata da autorevoli pareri professionali». Sempre riguardo all’Irap sulle plusvalenze calciatori, il documento contabile evidenzia che sono state collocate tra gli oneri straordinari 3,52 milioni per le cessioni effettuate «per gli esercizi 2001-2002, 2002-2003 e 2003-2004 contabilizzate a seguito di cartelle esattoriali notificate nel corso dell’esercizio».
Infine, la società ha aderito alla normativa sul consolidato fiscale, come soggetto consolidato assieme alla consolidante e controllante Internazionale Holding. Il provento per questa voce è stato pari a 229mila euro.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Tutti i debiti dell’Inter

Ammontano a 394,9 milioni le somme dovute a vario titolo ai creditori, in calo del 6,8%, con squilibrio rispetto ai crediti di 32,1 milioni: spicca l’incremento del’81% di quelle verso banche. In evidenza tra i costi la cospicua cifra sostenuta per il Centenario nerazzurro, pari a 2,43 milioni

Debiti per 394,9 milioni di euro, in calo del 6,8%, con squilibrio rispetto ai crediti pari a 32,1 milioni. E’ questa la fotografia dello stato patrimoniale 2007/08 dell’Inter, che ha chiuso l’esercizio con una perdita di 148,3 milioni e un patrimonio netto negativo di 12,8 milioni. Nel bilancio, depositato in Camera di commercio, si nota anche che i costi (pari a 342,5 milioni) hanno superato il valore della produzione (203,4 milioni) di 139 milioni: per ogni euro incassato la società di Massimo Moratti ne ha speso circa 1,7. Tra le voci di spesa desta curiosità la cospicua cifra sostenuta per il Centenario nerazzurro, pari a 2,43 milioni. Esse costituiscono la seconda componente, dopo l’ammontare di 2,7 milioni per consulenze esterne, di quelle amministrative, pubblicitarie e generali. All’interno di queste ultime vi sono compresi anche i 700mila euro complessivi per tutti i componenti del consiglio di amministrazione. In netta diminuzione gli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei giocatori, da 147 milioni a 34,9 milioni, per effetto dell’ultima rata dello “spalmadebiti”.
La radiografia dello stato debitorio interista vede il considerevole aumento dell’81%, delle somme dovute agli istituti di credito, per un cifra complessiva di 82,2 milioni interamente a breve termine. Nella nota integrativa si legge che «i debiti verso banche a breve termine si riferiscono a scoperti di conto corrente presso primari istituti di credito con i quali la società intrattiene rapporti regolati a tassi in linea con il mercato». Nel documento non sono riportati i nomi delle banche. In aumento anche i debiti tributari del 5,1%, che hanno sfiorato i 21 milioni.
Il calo dello stato debitorio complessivo è dovuto in gran parte al consistente taglio degli “altri debiti” del 52,53%. Essi hanno toccato i 38,3 milioni e sono costituiti da 35,6 milioni per «debiti verso dipendenti e ex dipendenti per competenze maturate e non liquidate». Inoltre, sono diminuite di 16,8 milioni le cifre dovute alla controllata Inter Brand, a cui sono stati ceduti i marchi. «L’importo pari a euro 127.462.363 – prosegue la nota integrativa – si riferisce essenzialmente ai canoni di licenza d’uso dei marchi per l’intera durata del contratto di licenza».
Venendo ai ricavi, si nota l’aumento di 5,3 milioni delle vendite. In esse sono compresi i biglietti allo stadio: quelli per le gare di campionato hanno superato i 9 milioni (+9,04%), mentre gli introiti per i tagliandi della Champions League hanno fruttato 3,3 milioni (+22%). In aumento anche i proventi delle sponsorizzazioni (pari a 30,8 milioni) del 4,14%. Invece, risultano inaspettatamente in calo i diritti televisivi (-1,18%, 90,3 milioni) e quelli tv della Champions League (-22,6%, 23,7 milioni). Diminuiscono da 24 a soli 8 milioni di euro le plusvalenze calciatori, che l’Inter inserisce nei ricavi secondo quanto stabilito dalla Figc: secondo il Codice civile vanno invece collocati tra i proventi straordinari.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Ecco quanto brucia l’Inter

L’analisi dettagliata sul bilancio 2007/08 rileva flussi finanziari generati dalla gestione corrente negativi per circa 200 milioni di euro, così come risultano negativi quelli dell'attività di investimento per 38,17 milioni di euro

Dall'analisi dei rendiconti finanziari di F.C. Internazionale Milano Spa relativa agli esercizi 2006/2007 e 2007/2008 emerge che c'è stato un surplus di uscite finanziarie complessive di euro di 378 milioni di euro di cui 238 nel 2007/2008 e 91 milioni di euro nel 2006/2007 oltre a 49 milioni di rimborsi prestiti. Sembrerebbe che questo surplus di uscite sia stato coperto per l'importo di 312 milioni di euro da parte dei soci, mentre per la parte residua si è avuto un incremento dei debiti verso banche (evidentemente per ottenimento di prestiti) per circa 36 milioni e l'ulteriore parte residua è stata coperta con il decremento delle disponibilità liquide tra il 30/06/2006 e il 30/06/2008 pari a circa 30 milioni. Ovviamente considerando i due esercizi insieme.
Se F.C. Internazionale Milano Spa nei prossimi esercizi non produrrà utili, ma produrrà perdite, possiamo affermare che ben difficilmente i soci vedranno rientrare i loro soldi. La società nerazzurra ha chiuso l'esercizio 2007-2008, con una perdita di 148.271 migliaia di euro. I flussi finanziari generati dalla gestione corrente risultano negativi per 199.854 migliaia di euro, anche i flussi finanziari generati dall'attività di investimento risultano negativi per 38.170 migliaia di euro, i flussi finanziari generati dall'attività di finanziamento risultano pari a 242.306 migliaia di euro, nonostante tale enorme afflusso di denaro derivante da attività di finanziamento, l'incremento delle disponibilità liquide è stato pari soltanto a 4.281 migliaia di euro. Di conseguenza nell'esercizio 2007/2008 l'attività corrente di esercizio e l'attività di investimento hanno determinato un surplus di uscite finanziarie rispetto all'entrate e tale squilibrio è pari a circa 238 milioni di euro. Questi 238 milioni sono stati coperti con un flusso finanziario netto derivante da attività di finanziamento, verificatosi durante l'esercizio, di 242 milioni di euro che ha permesso un incremento delle disponibilità liquide pari a 4 milioni di euro.
Il saldo netto del flusso finanziario pari a 242 milioni è dato dalla somma algebrica di quanto segue: incremento dei debiti verso banche per 36,7 milioni da 205 milioni di apporti di capitale meno un trascurabile rimborso ad altri finanziatori per 105 mila euro. Questo significherebbe 205 milioni di euro dovrebbero essere usciti dal portafoglio degli azionisti, con la speranza che un giorno ritornino alla base.
Anche i flussi finanziari generati dalla gestione corrente, negativi per 199.854 migliaia di euro, derivano da una somma algebrica tra i flussi finanziari generati dalla gestione reddituale negativi per 108.788 migliaia di euro più i flussi generati dalle variazioni dell'attivo corrente per 22.743 migliaia di euro e i flussi generati dalle variazioni del passivo corrente per 68.343 migliaia di euro.
Per l'esercizio 2006-2007, i flussi finanziari generati dalla gestione corrente risultavano negativi per 36.466 migliaia di euro, anche i flussi finanziari generati dall'attività di investimento risultavano negativi per 55.099 migliaia di euro, i flussi finanziari generati dall'attività di finanziamento risultavano pari a 57.649 migliaia di
euro il decremento delle disponibilità liquide è stato pari 33.916 migliaia di euro. Tradotto in parole povere significa che solo nell'esercizio 2006/2007 l'attività corrente di esercizio e l'attività di investimento hanno determinato un surplus di uscite finanziarie rispetto all'entrate e tale squilibrio e pari a 91 milioni di euro. Questi 91 milioni sono stati coperti con un flusso finanziario netto derivante da attività di finanziamento, verificatosi durante l'esercizio, di 57 milioni di euro e con una riduzione delle disponibilità liquide di 34 milioni di euro ("cassa bruciata") esistenti al 30/06/2006.
Il saldo netto del flusso finanziario pari a 57 milioni è dato dalla somma algebrica di quanto segue: 36,6 milioni da versamento in conto futuro aumento di capitale più 70 milioni come risorse finanziarie prodotte per effetto della fusione con Inter Capital meno 43,7 milioni di finanziamenti rimborsati alle banche meno 5,2 milioni di euro restituiti ad altri finanziatori.
Per quanto riguarda i 70 milioni bisogna ricordare che l'assemblea di Inter Capital S.r.l. successivamente incorporata in Internazionale Milano F.C. spa, aveva deliberato un aumento di capitale sociale in denaro per un importo di Euro 70 milioni; tale aumento di capitale fu integralmente sottoscritto e successivamente versato da Internazionale Holding srl.
Anche i flussi finanziari generati dalla gestione corrente, negativi per 36.466 migliaia di euro, derivano da una somma algebrica tra i flussi finanziari generati dalla gestione reddituale negativi per 54.766 migliaia di euro più i flussi generati dalle variazioni dell'attivo corrente per 10.372 migliaia di euro e i flussi generati dalle variazioni del passivo corrente per 28.762 migliaia di euro.
Se sommiamo al fabbisogno di cassa generato dalla gestione corrente e dall'attività di investimento pari a 91 milioni le uscite per rimborsi di prestiti pari a 48,9 milioni di euro; possiamo concludere affermando che senza toccare le disponibilità liquide esistenti al 30/06/2006 bisognava mettere mani al portafoglio dei soci o chiedere
finanziamenti per circa 140 milioni. In questo caso si è preferito ridurre le disponibilità liquide esistenti da 34.055.698 euro del 30.06.2006 a 139.819 euro del 30.06.2007 ed iniettare solo 106,6 milioni di mezzi propri.
Luca Marotta
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

venerdì 14 novembre 2008

Mancini pesa sui conti in rosso dell’Inter

Il presidente Massimo Moratti ha spiegato nel verbale di assemblea del 3 novembre scorso, che ha approvato i conti 2007/08, che la perdita di 148,3 milioni è stata generata da quattro motivazioni. Tra esse, è compreso l’«accantonamento degli stipendi per la stagione 2008/2009» dell’ex tecnico e del suo staff per 10,2 milioni

Se l’Inter ha perso 148,3 milioni nel bilancio 2007/08, ciò è dovuto anche alle spettanze dovute a Roberto Mancini e ai suoi collaboratori. La spiegazione è fornita dal presidente nerazzurro e azionista di maggioranza (tramite Internazionale Holding) Massimo Moratti nel verbale dell’assemblea del 3 novembre scorso che ha approvato i conti della passata stagione e ha ripianato il passivo, che si è ridotto di 58,6 milioni rispetto ai 206,8 milioni del 2006/07. I soci, considerato che il capitale sociale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite, hanno svolto una «riduzione del capitale sociale ad euro 7.203.759» e una ricapitalizzazione per «massimi euro 86.565.557». Il numero uno nerazzurro, riconfermato nella stessa assise sociale, afferma nel documento che «l’importante perdita al 30 giugno 2008 (euro 148.000.000 circa) è dovuta in via principale» a quattro motivazioni. Riguardo all’ex tecnico specifica che è stato effettuato un «accantonamento degli stipendi per la stagione 2008/2009 e del suo staff». La cifra riguardante questa posta prudenziale è pari a 10,2 milioni (in vecchie lire, circa 20 miliardi) ed è indicata nel fondo rischi e nei costi della produzione per «oneri futuri relativi a personale tecnico esonerato prima dell’inizio della nuova stagione sportiva». Ciò vuol dire che la società di via Durini corrisponderà regolarmente lo stipendio per la stagione attuale al “Mancio” e a tutti i suoi collaboratori. Inoltre, potrebbe significare che, allo stato attuale, non esistono controversie legali tra l’Inter e il predecessore di Josè Mourinho, almeno per quanto riguarda le spettanze fino al 30 giugno 2009.
Riguardo alla vicenda dell’esonero, il vicepresidente Rinaldo Ghelfi la illustra nella relazione sulla gestione, avvenuta «alla fine del mese di maggio, al termine quindi della stagione sportiva appena conclusa». Dopo il ringraziamento a Mancini, nella relazione si legge che «tale esonero, effettuato prima del ritiro estivo per la preparazione della nuova stagione sportiva ha consentito di pianificare al meglio la scelta della nuova guida tecnica. Il tesseramento avvenuto nel mese di giugno del sig. Josè Mourinho, affermato professionista con un consistente palmares a livello internazionale, ha consentito la pianificazione per il completamento della rosa della prima squadra per il mantenimento della società a livelli altamente competitivi».
Riguardo alla rosa dei calciatori, Moratti nel verbale di assemblea specifica che ha inciso per tre motivazioni sul risultato finale in rosso. Innanzitutto per l’«aumento dei costi onerosi della campagna trasferimenti, mantenutasi a livelli di prestigio». Il presidente ha sottolineato nel documento che i valori dei diritti alle prestazioni dei calciatori (comunemente ancora chiamati cartellini) «sono iscritti sulla base del loro costo storico, al netto delle quote di ammortamento effettuate annualmente». Moratti sottolinea che «il valore iscritto in bilancio, anche per i giocatori di grande pregio e prestigio, è frequentemente assai modesto e di molto inferiore alle quotazioni che il mercato esprime per i medesimi giocatori». Il valore storico è pari a 99 milioni: «una valutazione più aderente al valore di mercato corrente – si legge ancora nel verbale – riscontrata tramite offerte effettivamente ricevute ed analisi settoriali, fa ritenere il valore di mercato superiore di 3/4 volte il valore esposto in bilancio». Secondo questa affermazione di parte del presidente nerazzurro, il valore del parco giocatori dell’Inter ammonterebbe a 396 milioni.
L’Inter non riesce a contenere i costi per il personale, che riguardano quasi completamente i tesserati, dovuti «all’inserimento nella prima squadra di importanti calciatori – recita il verbale di assemblea – all’adeguamento dei contratti di alcuni calciatori ed allo stanziamento dei premi relativi alla vittoria del campionato 2007/2008». Al 30 giugno scorso essi si sono incrementati del 12,06%, in valore assoluto circa 19 milioni, passando a 175,6 milioni: circa 130 milioni sono per giocatori (117,2 milioni nel 2006/07), quasi 12 milioni per allenatori e tecnici (12,5 milioni), mentre i premi per il rendimento sono lievitati dai precedenti 21,7 a 28,1 milioni. Il quarto e ultimo motivo del rosso di bilancio, riguarda l’«importo degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori stanziati per complessivi euro 35.000.000».
Ad ogni modo, Moratti ha intenzione sempre di supportare la squadra nerazzurra. Oltre alla nota integrativa, ciò è ribadito nella relazione della società di revisione Deloitte & Touche e in quella del collegio sindacale. In quest’ultima si legge che «successivamente al 30 giugno 2008, il socio di riferimento, per il tramite della controllante Internazionale Holding srl ha proceduto ad effettuare versamenti a titolo di capitale per complessivi euro 24,5 milioni (relativi all’aumento di capitale già deliberato dall’assemblea degli azionisti del 27 dicembre 2007), nonché un versamento di euro 20 milioni in conto copertura perdita. E’ inoltre previsto un ulteriore versamento di euro 24 milioni relativo al sopracitato aumento di capitale già deliberato, e già effettuato nel mese di ottobre 2008».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
Si ringrazia Luca Marotta per la cortese collaborazione
Nella foto Roberto Mancini (tratta da http://www.interfc.it)

mercoledì 29 ottobre 2008

Inter: un prudente avviamento di bilancio

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento del commercialista Luca Marotta di Bari. L'esposizione di questo valore sarà probabilmente utilizzato dalla società nerazzurra come strumento per creare delle riserve destinate a coprire le perdite al 30 giugno 2008, con rinvio dell'effettivo esborso di liquidità per la ricapitalizzazione a successive date


La fusione inversa, mediante incorporazione di Inter Capital s.r.l. in F.C. Internazionale Milano S.p.A, ha fatto emergere, tra le altre cose, un valore di avviamento. A fronte dell'emersione di tale valore, l'atteggiamento tenuto dai redattori del bilancio di esercizio di F.C. Internazionale Milano S.p.A. e del bilancio consolidato di Internazionale Holding Srl (controllante di F.C. Internazionale Milano Spa) è stato differente. Probabilmente l'esposizione del valore di avviamento sarà utilizzato come strumento per creare delle riserve destinate a coprire le perdite al 30 giugno 2008, con rinvio dell'effettivo esborso di liquidità per la ricapitalizzazione a successive date. Di seguito vengono riportati i passaggi inerenti la questione e riportati nelle rispettive note integrative.
Nella Nota Integrativa al bilancio del 30/06/2007 di F.C. Internazionale Milano Spa si legge:
«Come descritto in relazione sulla gestione l'Assemblea dei Soci del 9 gennaio 2007 ha deliberato il progetto di fusione inversa mediante incorporazione di Inter Capital s.r.l. in F.C. Internazionale Milano S.p.A. con retrodatazione degli effetti contabili. La fusione ha determinato i seguenti effetti contabili:
- incremento del capitale sociale mediante emissione di nr. 101.680.563 nuove azioni pari ad € 8.794.956,80 assegnate al socio di maggioranza di F.C. Internazionale Milano S.p.A.;
- contabilizzazione della riserva da concambio azioni pari a € 222.948.149,95 e riduzione della riserva da versamenti in conto futuro aumento di capitale per € 246.827,00;
- rilevazione di un disavanzo da annullamento pari ad € 161.461.279,70»
Il disavanzo da annullamento è stato imputato al plusvalore esistente alla data di fusione sul "Centro Sportivo Angelo Moratti" di Appiano Gentile pari a € 2.560 migliaia. L'attribuzione del valore residuo di € 158.901 migliaia ad avviamento è stata valutata in modo approfondito, giungendo alla conclusione della sua legittimità rispetto alle norme ed ai principi contabili vigenti. Ciononostante, posto che la lettera del principio contabile nazionale in materia di avviamento si presta ad una interpretazione più restrittiva – ancorché obsoleta rispetto all'evoluzione dei principi in atto a livello internazionale ed alla dottrina più evoluta – ai fini della compilazione del bilancio in oggetto si è ritenuto di aderire all'interpretazione più cauta delle norme e dei principi in materia di bilancio, azzerando il valore di avviamento emerso in sede di incorporazione di Inter Capital S.r.l. e riducendo corrispondentemente, come indicato dal principio contabile OIC 4, la riserva da concambio che si riduce da € 222.948 migliaia ad € 64.047 migliaia.
Si riporta di seguito il dettaglio degli importi sopra descritti:
milioni di Euro
Valore della partecipazione di Inter Capital s.r.l. in F.C. Internazionale 186
Quota di pertinenza (89% patrimonio netto di F.C. Internazionale (25)
Disavanzo da annullamento 161
Di cui:
- quota attribuita al Centro sportivo La Pinetina A. Moratti 2
- Quota attribuibile all'avviamento 159
Patrimonio Netto Inter Capital s.r.l. 256
Aumento capitale sociale al servizio della fusione (9)
Quota di pertinenza (89%) patrimonio netto di FC Internazionale (25)
Riserva da con cambio azioni 222».

Il bilancio consolidato di Internazionale Holding Srl al 30/06/2007 espone nello Stato Patrimoniale Attivo tra le immobilizzazioni immateriali la voce "Avviamento" per un importo di euro 150.955.641. Nella nota integrativa al bilancio consolidato di gruppo si legge a pagina 4 della stessa:
«In sede di consolidamento è emerso un disavanzo attribuibile all'avviamento della controllata.
L'iscrizione nel bilancio consolidato del Gruppo di tale valore è stata valutata in modo approfondito dalla società con i propri consulenti, giungendo ala conclusione della sua legittimità rispetto alle norme ed ai principi contabili vigenti. Premesso che nel bilancio consolidato e di esercizio di FC Internazionale Milano S.p.A. – bilanci rilevanti ai fini delle norme della FIGC e dell'UEFA – detto valore non è stato iscritto, ritenendo di assumere un atteggiamento particolarmente conservativo e di prudenza estrema che dà prevalenza all'interpretazione più restrittiva dei principi contabili di riferimento, in sede di redazione del bilancio consolidato di Internazionale Holding S.r.l. si è ritenuto di assumere un atteggiamento coerente con una lettura più sostanziale del testo dei principi contabili.
Il valore di avviamento in questione è stato tra l'altro sottoposto ad una procedura di impairment, che ne ha testato la tenuta rispetto alla stima di un ragionevole valore recuperabile. Su queste basi, il valore l'avviamento iscritto al lordo dell'ammortamento è pari ad Euro 158.900.675. Posto che il suddetto avviamento è riconducibile essenzialmente a fattori quali l'entità e le caratteristiche della tifoseria, la notorietà a livello nazionale ed internazionale della società, la qualità dell'assetto tecnico ed organizzativo aziendale, fattori tutti formatisi nel lungo periodo di tempo (ormai centenario) durante il quale l'Inter si è distinta mietendo successi sportivi a livello mondiale, si è ritenuto congruo calcolare le quote di ammortamento dell'avviamento sulla base di una durata dello stesso pari 20 anni. Il valore dell'avviamento al netto dell'ammortamento iscritto nel bilancio al 30 giugno 2007ammonta conseguentemente ad € 150.955.641».
Per giudicare quanto sopra, ricordiamo quanto segue:
I principi contabili nazionali definiscono l'avviamento come «l'attitudine di un'azienda a produrre utili in misura superiore a quella ordinaria, che derivi o da fattori specifici che, pur concorrendo positivamente alla produzione del reddito ed essendosi formati nel tempo in modo oneroso, non hanno un valore autonomo, ovvero da incrementi di valore che il complesso dei beni aziendali acquisisce rispetto alla somma dei valori dei singoli beni, in virtù dell'organizzazione dei beni in un sistema efficiente ed idoneo a produrre utili» (principio contabile nazionale n.24).
L'articolo 2426 del codice civile, al punto numero 6, in materia di criteri di valutazioni stabilisce:.
«Nelle valutazioni devono essere osservati i seguenti criteri...l'avviamento può essere iscritto nell'attivo con il consenso, ove esistente, del collegio sindacale, se acquisito a titolo oneroso, nei limiti del costo per esso sostenuto e deve essere ammortizzato entro un periodo di cinque anni».
Luca Marotta
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

lunedì 27 ottobre 2008

Calcio in cifre: il pareggio a San Siro va molto stretto al Genoa

La formazione di Gasperini si è dimostrata più pericolosa (38,3%) contro l’Inter: sei chiare occasioni da rete, di cui quattro di Milito, contro appena le due nerazzurre. Mourinho non può pensare di risolvere la crisi di gioco solo con l’"epurazione" di Obinna, Balotelli e Cruz

L’allenatore nerazzurro Josè Morinho invece di prendersela con alcuni suoi giocatori dovrebbe riflettere sull’andamento complessivo della sua squadra che ieri ha lasciato (inaspettatamente) molti spazi nell’incontro casalingo contro il Genoa. Le statistiche Panini Digital – Lega Calcio, riportano che nel match di San Siro la formazione rossoblù è stata leggermente più pericolosa dell’Inter: il relativo indice riporta un 38,3% contro il 38,1% dei padroni di casa. Ciò significa che la formazione guidata da Gian Piero Gasperini ha avuto maggiore capacità di mantenere il possesso palla, di verticalizzare, di giungere al tiro e di creare occasioni da rete. E proprio quest’ultimo punto deve far riflettere il tecnico interista: i genoani hanno avuto sei chiare opportunità da gol su 12 tiri scagliati contro la porta difesa da Julio Cesar, di cui ben quattro sono state del "principe" argentino Milito. I nerazzurri ne hanno create appena due su 14: poco incisivo Ibrahimovic con un solo tiro verso la porta di Rubinho su sei. Lo 0-0 finale va dunque molto stretto alla formazione ospite.
Un rendimento decisamente sotto la sufficienza, soprattutto in base a due dati statistici. L’Inter ha ottenuto una supremazia territoriale (ossia il tempo totale di possesso palla di una squadra nella metà campo avversaria) di circa 14 minuti contro i 9 minuti e 30 secondi del Genoa, e il 42% relativo alla capacità di attaccare la porta avversaria. Insomma, Mourinho non può pensare che con l’"epurazione" di Balotelli, Cruz e Obinna si risolvano tutti i problemi di gioco della sua squadra: ma dovrà pensare a registrare alcuni reparti, come il centrocampo che effettua un "filtro" poco efficace contro le scorribande avversarie. Dopodomani a Firenze, nella gara molto impegnativa e decisiva contro una Fiorentina in netto recupero di gioco e risultati, si noterano gli eventuali cambiamenti.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)


Le statistiche di Inter-Genoa 0-0 (cliccare sopra per ingrandire)


Sintesi di Inter-Genoa 0-0

martedì 23 settembre 2008

Quant’è cara San Siro per Moratti: 37mila euro da Saras all’Inter per i biglietti

La cifra è evidenziata nel bilancio 2007 della società di raffinazione esaminato da "il pallone in confusione": non è specificato se i tagliandi siano stati dati ai dipendenti oppure anche a terzi, né a quale ordine di posto si riferiscano. Nel prospetto della quotazione a Piazza Affari sono evidenziati i conflitti d’interesse con Banca Intesa e Jp Morgan

La perizia dei Pm del tribunale di Milano, riportata oggi dal quotidiano “La Repubblica”, ha evidenziato un valore gonfiato per la quotazione, avvenuta il 18 maggio 2006, in Borsa di Saras probabilmente destinati a coprire i debiti dell’Inter. L’esame dei bilanci e del prospetto dell’ammissione al listino dell’azienda di Massimo e Giammarco Moratti, svolto da "il pallone in confusione", evidenzia una serie di intrecci che rappresentano potenziali o dichiarati conflitti d’interesse, i quali, allo stato attuale della normativa, non hanno alcun rilievo penale. Esiste soltanto l’obbligo di evidenziarli per le società quotate a Piazza Affari. Ma anche nei bilanci di Telecom Italia, di cui Massimo Morati è stato azionista e consigliere di amministrazione, non mancano le sorprese. E in entrambi i casi c’entra anche la Fc Internazionale, posseduta sempre da Massimo Moratti.
Stando al bilancio consolidato 2007 del Gruppo Saras, la squadra nerazzurra è inclusa nel prospetto delle «transazioni intervenute con parti correlate». La società di raffinazione petroli della famiglia Moratti ha pagato 37mila euro all’Inter per «acquisto biglietti ingresso per manifestazioni sportive». La cifra pagata, anche se ha avuto uno scarso impatto economico sui conti Saras, pari allo 0,01%, è comunque cospicua. Identica percentuale anche nel 2006, per un importo di 35mila euro. Nel documento contabile non è specificato il tipo di posti dello stadio di San Siro. Inoltre, non è stato dichiarato se siano stati destinati a dipendenti del gruppo Saras o anche a soggetti terzi ad esso. Se fosse vera quest’ultima ipotesi, forse potrebbero essere stati elargiti per un atto di munificenza dal presidente dell’Inter ad alcuni fortunati.
Esiste anche un nesso tra Telecom Italia e Fc Internazionale. Massimo Moratti ne è stato consigliere di amministrazione della società di telefonia dal 6 maggio 2004 sino al 16 aprile 2007. L’Inter ha avuto una serie di rapporti correlati con Telecom, stando al bilancio consolidato 2007 di quest’ultima, all’epoca controllata da Marco Tronchetti Provera. Nel documento contabile è evidenziato che l’ex monopolista telefonico ha speso «euro 2 milioni (euro 2 milioni nell’esercizio 2006), a costi di sponsorizzazione e di “content provider” da F.C. Internazionale Milano S.p.A. - società correlata per il tramite del Dott. Moratti». Inoltre, Telecom aveva con la squadra nerazzurra 2 milioni per «debiti relativi ad attività di sponsorizzazione». Moratti ha lasciato la Telecom per scadenza del suo mandato: i rapporti con l’Inter sono proseguiti fino al 30 giugno 2007.
E giungiamo così all’operazione di quotazione, oggetto dell’indagine della Procura della Repubblica di Milano. A pagina 151 del prospetto informativo è evidenziato che i due fratelli, definiti «azionisti venditori» nel documento di offerta pubblica di vendita e sottoscrizione delle azioni Saras, all’epoca della quotazione erano soci di Banca Intesa. Il «responsabile del collocamento ovvero sponsor» dell’opv era Banca Caboto, facente parte proprio del Gruppo Intesa. Ma c’è di più. A pagina 44 del documento è stato dedicato un paragrafo sul «rischio relativo al conflitto di interessi con Banca Caboto e Banca Intesa». In esso è evidenziato che «Banca Caboto, che agisce in qualità di Co-Global Coordinator, sponsor responsabile del collocamento, in relazione all’offerta al pubblico indistinto, ed in qualità di Co-Lead Manager, in relazione all’offerta istituzionale, si trova in una situazione di conflitto d’interesse in quanto facente parte del Gruppo Intesa». Dopo questo chiaro preambolo, il prospetto spiega quali sono questi elementi che compongono il conflitto d’interesse. «Tra il Gruppo Intesa, Saras e le altre società del gruppo di appartenenza dell’emittente (ossia di Saras ndr), esistono consolidati rapporti di natura creditizia e commerciale. In particolare Banca Intesa ha in essere, alla data del 28 febbraio 2006, rapporti creditizi nei confronti dell’emittente e di altre società del gruppo di appartenenza pari a circa euro 103 milioni. Alla stessa data, i rapporti di natura creditizia con Sarlux erano pari a euro 49 milioni». In totale, alla data del collocamento, l’esposizione del gruppo Saras con il Gruppo Intesa era di 152 milioni. «Si evidenzia inoltre che è stato costituito un diritto di pegno – si legge sempre nel prospetto – sulle quote di Sarlux a favore e in garanzia di un pool di banche, tra le quali Banca Intesa, in relazione al project finance» acceso in favore di Sarlux. Esso è servito a finanziare la costruzione e gestione di un impianti di gasificazione integrata a ciclo combinato. Inoltre, riporta sempre il prospetto di quotazione, «il Gruppo Intesa presta servizi di natura creditizia a favore di Massimo Moratti, uno degli azionisti venditori. Banca Caboto si trova in una situazione di conflitto d’interesse in quanto garantirà insieme ad altri intermediari il collocamento delle azioni oggetto dell’offerta globale». Il rapporto con Intesa (adesso Intesa Sanpaolo), stando al bilancio al 31 dicembre 2007 del gruppo Saras, è proseguito ed è molto solido. La controllata Sarlux risulta avere un’esposizione con l’istituto milanese per 158,9 milioni: l’importo più elevato di tutto il gruppo su 293,9 milioni di indebitamento bancario complessivo. Infine, il prospetto evidenzia che Jp Morgan (coordinatore dell'offerta globale e Lead Manager del collocamento istituzionale), «si trova in potenziale conflitto d'interessi in quanto ha fornito ed intende eventualmente fornire in futuro servizi finanziari al Gruppo Saras nell'ambito della propria attività ordinaria».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

domenica 21 settembre 2008

Inter ad alto rendimento contro il Toro: 3 tiri a segno su 5 in porta

Decisamente inferiori i granata: su 14 conclusioni totali, cinque sono state indirizzate verso la rete avversaria e un solo gol

Inter ad alto rendimento contro il Torino. Lo testimoniano le statistiche Panini Digital-Lega Calcio che evidenziano il dato chiave della partita: su otto tiri complessivi, la formazione nerazzurra ne ha collocati cinque nello specchio della porta e tre in fondo alla porta avversaria. Il Toro è stato decisamente inferiore: su un totale di 14 tiri, sei conclusioni verso la porta difesa da Julio Cesar e soltanto uno l'ha superato. A ciò bisogna aggiungere che la formazione allenata da Mourinho è stata decisamente più pericolosa: l'indice riporta a suo favore il 56%, contro il 43,7% della squadra di De Biasi. In questo contesto la supremazia territoriale della squadra granata (12 minuti e 28 secondi contro i 9 minuti e 58 secondi degli avversari) si è rivelata sterile. L'Inter, oltre che nella capacità di attaccare (56,4%), è stata superiore ai granata anche in difesa: la percentuale della protezione della propria area di rigore ha raggiunto il 46,3%. Da segnalare il consistente ruolo di Di Loreto nel recuperare palloni: cinque in più di Cambiasso.
Davanti a questi numeri, si evidenzia il fatto che i nerazzurri erano troppo forti, come da pronostico: molto probabilmente per il Torino è solo un incidente di percorso.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)


Le statistiche di Torino-Inter

(Fonte Panini Digital-Lega Calcio)






Sintesi Torino-Inter

sabato 20 settembre 2008

Da Quaresima a Quaresma

Riceviamo e pubblichiamo

Furino 1945 su http://www.ju29ro.com/

martedì 16 settembre 2008 18:39
Tanti giornali dell'1 settembre, forse tutti, hanno riportato la notizia che l'Inter aveva finalmente comprato Quaresma (con la trivela inclusa nel prezzo) mentre pochi, probabilmente solo uno, hanno "strisciato" un'altra notizia, che riprendiamo dal Messaggero del 31 agosto, e cioè che Moratti è stato costretto a far deliberare con urgenza un versamento di 30 milioni, per mettere una pezza al bilancio dell'Inter, non in linea con i parametri Covisoc e regolarizzare così l'iscrizione al campionato 2008-09. Proviamo allora a sostituirci alla Gazzetta dello Sport nel tentativo di far capire ai lettori il perchè di tale versamento, proviamo cioè a rispondere agli interrogativi che per le gazzette (e i gazzettari) sembrano tabù:l'iscrizione dell'Inter non era regolare? Ma allora Moratti se aveva i parametri (Covisoc) sballati come ha fatto a comprare Quaresma?Diciamo subito che tra luglio e agosto, mentre i giornali sportivi "distraggono" i lettori e li fanno sognare annunciando acquisti a sensazione di là da venire, la FIGC ha l'obbligo di effettuare severi controlli per garantire che i bilanci delle società siano in buona salute, ispirati a principi di sana e corretta gestione e rispettino determinati parametri quanto a debiti finanziari e patrimonio; tutto questo in nome della sacralità dello sport che ha impegnato fior di giuristi per fissarne il contesto normativo, da ultimo con la legge 586/96, con l'obiettivo di tenere insieme socialià e business, la Borsa e la vita sportiva.
L'organismo federale a cui è demandato questa specie di esame di ammissione è la Covisoc e le materie d'esame sono fissate dalle Norme Organizzative Interne Federali agli artt. 77-90 ter. In teoria si trattta di un esame assai diffcile perchè, a detta degli esperti, i bilanci delle società di calcio sono malandati, anzi malsani, ed anche pericoloso perchè il Codice di Giustizia Sportiva (art. 8, comma 4) prevede sanzioni pesantissime per chi cerca di fare il furbo per aggirare gli ostacoli fissati dalle NOIF. Solo in teoria, però, perchè poi in pratica succede che tutte le società, sorprendentemente, superano l'esame magari, aggiungiamo noi, con qualche raccomandazione. Succede anche di peggio perchè fino a qualche anno fa (diciamo prima di calciopoli, quando la Juve in Lega era rappresentata dal dr. Giraudo) a questi esami il pubblico era ammesso, nel senso che c'erano dei comunicati mandati ai giornali, che informavano i lettori (magari dalle pagine interne, quelle dove al bar difficilmente si arriva bevendo di fretta un caffe') mentre dopo calciopoli sembra quasi che la questione dei controlli Covisoc, peraltro fondamentale per la regolarità del campionato e per la spesso, ma non sempre, invocata sacralità dello sport, sia stata ridimensionata ad "affare di famiglia" (la "famiglia" dei presidenti tanto cara a Matarrese), come se l'operatività della Covisoc si svolgesse a porte chiuse, come gli allenamenti di Mourinho, e le sue decisioni dovessero restare misteriose, come le plusvalenze degli ultimi bilanci dell'Inter.
Già, i bilanci dell'Inter; anche loro sono pieni di finte (plusvalenze) e di giochi di prestigio come gli scatti di Quaresma; ne ha scritto il Sole 24 Ore, le abbiamo illustrate sul nostro sito, per esempio con l'articolo "Quanto vale Moratti in mutande", fiduciosi che la Covisoc e la Procura Federale verificassero se non ci fossero gli estremi dell'illecito quale richiamato nell'art. 8, comma 4, del Codice di Giustizia Sportiva. Sarà per queste irregolarità che la Covisoc ha richiesto all'Inter di versare con urgenza 30 milioni come ha scritto il Messaggero? No, quella è roba da deferimento, sarebbe roba da retrocessione e perdita dello scudetto; è invece molto probabile che quel versamento servisse a mettere una pezza per il famoso rispetto dei parametri. Il fatto è che entro luglio le società devono inviare alla Covisoc i primi dati di bilancio relativi alla stagione da poco conclusa e il budget di quella appena iniziata; evidentemente da quei dati, questa è la nostra ipotesi, la Covisoc non avrà potuto fare a meno di rilevare che l'Inter era sotto di 30 milioni quanto a parametro di patrimonializzazione e di qui la richiesta di versamento (ricordiamo che era stato il Sole 24 Ore a segnalare che le riserve patrimoniali inventate da Moratti nel 2007 potevano coprire future perdite ma solo sulla carta, proprio perchè finte). Questi versamenti, a dire il vero, per l'Inter ricorrono frequentemente (una-due volte all'anno), come se Moratti fosse alla continua rincorsa del rispetto dei parametri, come se l'Inter dovesse sempre regolarizzare la sua "abusiva" partecipazione al campionato e non ci riuscisse mai; una specie di rincorsa senza meta, anzi, forse senza traguardo a meno di provvedimenti o leggi "salvacalcio" (anche perchè questa rincorsa non riguarda solo l'Inter ma un po' quasi tutte le società; diciamo che la situazione di Moratti al riguardo è un po' "speciale", come il suo nuovo allenatore).
Di fronte all'ansimante arrancare del baraccone del calcio, Inter in testa, alla vana ricerca della regolarizzazione dei bilanci abbiamo altre volte sottolineato il rischio che il baraccone stesso possa saltare per aria per effetto dei gran debiti frattanto accumulati e, proprio per scongiurare questo rischio, il nostro sito ha pubblicato una "Lettera aperta al Presidente della Covisoc", illustrando dati e sottoponendo interrogativi. A quanto pare gli ispettori della Covisoc non hanno fatto una piega (o forse una piccola piccola, visti i 30 milioni richiesti all'Inter) ma sugli interrogativi di quella lettera un po' di chiarezza l'ha fatta, involontariamente, il prof. Tito Boeri quando, su Repubblica del 3 settembre, trattando l'arrivo nel calcio di sceicchi e petrodollari ha scritto che nei bilanci del settore ci sono "illeciti tollerati" e che i manager più importanti sanno il limite oltre il quale scattano le sanzioni. Forse nelle intenzioni dell'autore questo doveva essere un complimento ai "maghi della finanza" che agiscono nelle società di calcio, di sicuro è una grave accusa agli organi preposti ai controlli e alle sanzioni nella Figc; nello specifico del ragionamento che stiamo portando avanti è come se il prof. Boeri riconoscesse dei meriti, per dire, a Paolillo e Ghelfi che firmano i bilanci dell'Inter e della holding di controllo (e quindi hanno il copyright delle finte plusvalenze degli ultimi anni) ma, contemporaneamente, muovesse una grave accusa alla Covisoc e al dr. Palazzi perchè la giustizia sportiva, per prassi consolidata prepotentemente ribadita nell'estate 2006, non può essere "tollerante", neppure nei casi in cui quella ordinaria lo è, anzi, deve essere anche molto spedita, pure a costo di non poter garantire i diritti del "giusto processo" previsti dalla Costituzione (così hanno scritto in qualche recente sentenza gli organi di giustizia sportiva; e questo è stato l'assunto sul quale nell'estate 2006 è stato costruito il mostro giuridico di calciopoli).
C'è un recente esempio di illecito "tollerato" che sicuramente non è sfuggito al prof. Boeri (anzi, secondo noi potrebbe averlo ispirato) ed è relativo proprio all'Inter, indagata dal pm Nocerino a Milano per aver falsificato i bilanci 2003-04 e 2004-05 con finte plusvalenze al fine di aggirare la normativa Covisoc. E' importante ricordare che la richiesta di rinvio a giudizio del pm non è stata accolta dal Gup di Milano ma, su quella stessa ipotesi d'accusa, l'Inter tre mesi fa ha "patteggiato" davanti al procuratore federale Palazzi, ammettendone in qualche modo la fondatezza per i profili normativi della giustizia sportiva. Con una conseguenza davvero paradossale: difendendo Moratti davanti al Gup di Milano gli avvocati dell'Inter hanno sostanzialmente sostenuto che il presidente "mecenate" avrebbe messo sicuramente altri soldi nella società, bastava che la Covisoc glieli avesse chiesti; ma intanto, aggiungiamo noi, la Covisoc continuava a non "poterli chiedere" (oppure a chiederne pochi, come è successo adesso) perchè "ingannata" dai bilanci falsificati dalle finte plusvalenze. Per il prof. Boeri si tratterebbe di un illecito tollerato dalla giustizia ordinaria ma a noi sembra, semmai, uno spunto tratto dal copione di Zelig e, comunque, per la giustizia sportiva poteva e doveva essere un illecito (e basta) che, a questo punto, chiama in causa non solo la correttezza dei controllati ma anche le responsabilità dei controllori (e su questi aspetti qualche Procura della Repubblica prima o poi dovrebbe essere chiamata a pronunciarsi, definendo colpe, doli e ammiccamenti).Stando così le cose e visto che la fantasia dei maghi della finanza sembra non avere limiti vuol dire che il baraccone del calcio continuerà impunemente nella sua finta rincorsa ai bilanci in ordine con i più furbi destinati a stare sempre e comunque nelle prime posizioni? Probabilmente no; di sicuro un personaggio autorevole come il presidente dell'Uefa, Platini, contro i pericoli che derivano da quella fantasia ha preso posizione, facendo capire che gli illeciti di cui stiamo parlando potrebbero in un prossimo futuro non essere più tollerati. Platini ha fatto riferimento, specificatamente, ai debiti di alcune grandi società; al contrario di Matarrese, che straparla di nuovo calcio pulito, il presidente dell'Uefa ha detto che quei debiti non sono più tollerabili, andando subito al cuore di un problema che in Italia è sotto gli occhi di tutti, anche se tanti fanno finta di non vederlo: se i bilanci si reggono su ricavi fittizi derivati solo sulla carta da finte plusvalenze mentre le spese sono vere e sempre crescenti è evidente che la "quadra" sta nell'aumento dei debiti, a meno di non credere alla favola che i ricchi proprietari delle grandi società i soldi li ragalano e ce li mettono nelle squadre di calcio a mo' di benficienza.Platini alle favole ha fatto capire di non credere ed ha dapprima definito quei debiti una "vergogna" (quasi avesse visto il nostro "Moratti in mutande") con l'impegno di eliminarla, tornando successivamente sull'argomento per specificare che è sua intenzione affidare i controlli sui bilanci per le competizioni Uefa ad una apposita commissione di esperti internazionali senza più passare, come adesso, dagli organismi nazionali tipo Covisoc. Avvalorando così la tesi che i controlli attualmente eseguiti in FIGC siano finti e inattendibili, se non peggio, e minano alla radice la regolarità del campionato ("Vince chi bara", ha detto Platini con riferimento al calcio internazionale ma la situazione italiana è ancora peggio). Quasi a significare che quella di Platini non era una voce "dal sen fuggita" ma la posizione ufficiale dell'Uefa, sull'argomento è intervenuto qualche giorno fa il segretario David Taylor, ribadendo che "Controlleremo i bilanci dei club: sarà implementato il meccanismo delle licenze. Ci sarà una indagine"; l'ha fatto in occasione della riunione con gli allenatori a Nyon (se è vero che Mourinho non è un pirla dovrebbe aver drizzato le orecchie...), ne ha dato conto Tuttosport.Se da un lato, quindi , il nostro messaggio al presidente della Covisoc è rimasto lettera morta, dall'altro è come se ci avesse risposto un altro Presidente, sicuramente più autorevole; questo ci fa dire che gli acquisti come quelli di Quaresma (concluso il 31 agosto dopo che il giorno prima si è deliberato un intervento straordinario per 30 milioni, richiesti non si sa bene perchè) potrebbero avere i "campionati contati"; non sarà nel prossimo, sarà magari tra due anni ma i ricchi proprietari delle grandi società potrebbero essere obbligati a mettere mano al portafoglio e non potranno più contare su banche amiche, dove magari siedono nel Comitato Esecutivo.
Sarà impossibile, per Moratti e i suoi consiglieri economici, ripetere quanto è successo con la finta compravendita del marchio: l'Inter ha fatto una plusvalenza immaginaria di 150 milioni e se l'è spesa per davvero per tappare il deficit di bilancio ma i soldi erano quelli di un mutuo di Interbanca; in più chi si è troppo esposto con le banche per rincorrere un pallone, con la smania di arrivare primo, dovrà rientrare dai debiti, cioè potrebbe essere Moratti, stavolta, che deve dare 300 milioni ad Interbanca (e non viceversa).A quel punto potrebbe finire il tempo delle favole e dei comunicati stampa sui presidenti mecenati e sarà dura far sognare i lettori raccontando "tutto il rosa della vita" e nascondendo il resto; a quel punto per parecchie società sarà tempo di Quaresima.

Tratto da
http://www.ju29ro.com/altri-scandali/34-altri-scandali/612-da-quaresima-a-quaresma.html

mercoledì 10 settembre 2008

Maroni sconfessa il Casms: niente tifosi catanesi a Milano

Incredibile dietrofront del ministro dell'Interno Roberto Maroni, che ha deciso che i tifosi del Catania non potranno recarsi sabato a Milano per seguire la partita della loro squadra contro l'Inter. Il numero uno del Viminale lo ha annunciato nel corso della sua audizione alla Commissione Affari costituzionali del Senato: in questo modo ha sconfessato il Comitato di analisi per la sicurezza nelle manifestazioni sportive, che aveva reso possibile la vendita dei biglietti ai sostenitori siciliani. I tagliandi per l'accesso allo stadio San Siro erano stati riservati però solo a chi avesse presentato «un titolo di viaggio valido e riscontrabile al fine di evitare i disagi loro causati in passato da lunghe attese notturne nelle stazioni ferroviarie»
Maroni ha spiegato ai senatori che Inter-Catania, in programma per la seconda giornata della serie A, è uno degli incontri «ad alto rischio» individuati dall'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ed esaminati dal Casms. Ieri il Casms aveva decretato il divieto di trasferta a Napoli per i tifosi della Fiorentina, a Latina per i tifosi del Sora e a Foggia per i sostenitori della Cavese.
L'impressione che si ha da tutto questo "balletto" di competenze sull'ordine pubblico è che non ci sia un organismo centrale da cui partano decisioni nette e definitive. Ma il campionato è ancora lungo e al Viminale tutto può essere corretto.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

martedì 9 settembre 2008

Casms conferma divieto trasferta tifosi fiorentini a Napoli

L'organismo del Viminale ha spiegato che «la determinazione è stata assunta esclusivamente per evitare di inasprire ulteriormente una situazione generale, già tesa per le note vicende, che potrebbe determinare condizioni di insicurezza». Via libera, invece, ai tifosi del Catania per la trasferta a Milano con l'Inter

E' stato confermato dal Casms (Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive)il divieto di trasferta per i tifosi toscani per Napoli-Fiorentina di domenica prossima. Stabilito anche il biglietto singolo per i tifosi ospiti in Fiorentina-Bologna del 21 settembre, «con identificazione degli acquirenti». Invece l'organismo presieduto dal Prefetto Cardellicchio ha dato il via libera alla trasferta dei tifosi etnei per Inter-Catania, che si giocherà sabato prossimo.
Il Casms, riunitosi oggi al Viminale, ha sottolineato positivamente «l'atteggiamento "virtuoso" posto in essere dai tifosi fiorentini». L'organismo dell'ordine pubblico negli impianti sportivi ha precisato che «la determinazione è stata assunta esclusivamente per evitare di inasprire ulteriormente una situazione generale, già tesa per le note vicende, che potrebbe determinare "condizioni di insicurezza" per la tifoseria ospite con la quale, peraltro -si fa notare- i supporters partenopei non hanno avuto in passato buoni rapporti».
Riguardo a Inter-Catania, il «lavoro congiunto» dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e del Casms ha consentito «di creare le condizioni ottimali per organizzare le trasferte dei tifosi catanesi a Milano», con «la combinazione titolo di viaggio/stadio, resa possibile anche grazie alla disponibilità garantita all'Osservatorio da tutti i componenti ed in particolare da Trenitalia». I tifosi del Catania potranno così acquistare i tagliandi della partita presentando «un titolo di viaggio valido e riscontrabile al fine di evitare i disagi loro causati in passato da lunghe attese notturne nelle stazioni ferroviarie».
Il Casms ha inoltre disposto la vendita del ''biglietto singolo per gli ospiti'' a Livorno-Pisa del 20 settembre e la ''chiusura della vendita dei tagliandi alle ore 19 del giorno precedente''. Divieto di trasferta, poi per i tifosi della Cavese in occasione di Foggia-Cavese di domenica prossima, divieto di trasferta per i cosentini a Manfredonia-Cosenza del 21 settembre e per i tifosi del Sora in vista di Virtus Latina-Sora di domenica prossima.
Infine, stamattina l'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive (l'organismo incaricato di effettuare i controlli) ha annunciato ''visite conoscitive presso tutti gli impianti di serie A e B , tutti già in regola, al fine di verificare che le opere di messa a norma siano state preservate nel tempo e risultino tuttora efficaci». Questa «l'occasione servirà anche a valutare, in termini di accoglienza degli spettatori, gli impianti, così da creare le condizioni per una crescita degli stadi italiani verso gli elevati standard di alcuni Paesi europei».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

lunedì 1 settembre 2008

Razzia all'autogrill dopo Samp-Inter: identificati i tifosi nerazzurri

Oltre alla domenica di follia, c'è stato anche lo spiacevole "antipasto" del sabato. Una cinquantina di persone, presenti a bordo di un pullman di tifosi dell'Inter che ritornavano dalla trasferta di Genova per l'anticipo di campionato contro la Sampdoria, sono stati identificati dagli agenti della Questura di Milano. Era stata segnalata la razzia da parte di un gruppo di loro in un autogrill dell'autostrada A7. E' accaduto durante la notte tra sabato e domenica scorsi nell'area di servizio Giovi Nord dell'arteria Genova-Milano.
Il pullman, scortato da una pattuglia della polizia, ha deviato dal percorso stabilito e si è fermato presso l'Autogrill di Giovi Nord. Durante la sosta, un nutrito gruppo di sostenitori nerazzurri ha consumato e prelevato numerosa merce dai banchi della zona ristoro senza pagare. Poi, come se nulla fosse accaduto, tutti sono risaliti con normalità e tranquillità sull'autobus che li ha riportati a Milano. Non appena giunti nel capoluogo, gli occupanti sono stati fermati dalla polizia e identificati. Adesso si dovrà valutare le eventuali responsabilità giuridiche dei sostenitori che hanno compiuto la razzia.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile solo dietro citazione della fonte)

mercoledì 27 agosto 2008

Vendita diritti TV: di tutto, di più

Riceviamo e pubblichiamo questo interessante articolo scritto da alcuni utenti del sito http://www.ju29ro.com/index.php

Apparentemente la storia della vendita dei diritti tv per le società di serie A da qui al 2010 è già scritta e a lieto fine: per le prossime due stagioni si procede con le vendite individuali e poi, dal 2010-11, prenderà il via la vendita collettiva; nell'ultima assemblea di Lega del 17 luglio è stato scelto anche l'operatore che farà da advisor e così Matarrese ha potuto annunciare che tutto è a posto e che, appunto, il lieto fine è già scritto.
Si dà il caso, però, che nel frattempo il sottosegretario Grimi è pubblicamente intervenuto sulla necessità di rivisitare la questione dei diritti tv per tutti gli sport, tenuto conto della normativa europea in tema di libera concorrenza e con l'avvertenza che in nome di quella normativa Sky ha fatto ricorso; si dà il caso, cioè, che il nuovo governo possa avere in merito idee molto diverse dal precedente. Forse, allora, è meglio essere un po' cauti e così, fedeli al detto del caro vecchio Trap del "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco", cerchiamo con questo articolo di offrire spunti di ragionamento su quanto autorevolmente detto (o non detto) negli ultimi tempi per capire che tipo di storia è stata scritta, da chi e perchè; di capire, insomma, se il gatto è nel sacco oppure no; si tratta di spunti a più mani e all'apparenza non collegati uno all'altro ma forse, ragionandoci sopra, il collegamento ognuno, a modo suo, potrebbe trovarlo.
L'ODORE DEI SOLDI - Presentata come una grande "battaglia ideologica" quella della vendita dei diritti tv è, prima ancora, una "guerra per soldi", quei soldi che consentono al baraccone del calcio di continuare con i suoi spettacoli e recite. Prendiamo ad esempio la situazione attuale di Juve e Toro per accennare qualche cifra: nel bilancio dell'anno solare 2007 il Torino ha realizzato ricavi complessivi per 47,5 milioni, di questi ben 25,2 milioni sono relativi ai diritti tv che contano, quindi, per il 53% del totale; quanto alla Juve, secondo una recente dichiarazione del responsabile marketing, Fassone, nell'ultimo anno della gestione Giraudo-Moggi su un fatturato totale di 256 milioni ben 140 provenivano dalla vendita dei diritti tv; complessivamente per la serie A può stimarsi che 700-800 milioni di ricavi provengono dagli acquisti degli operatori televisivi. Di fronte a queste cifre è evidente che l'annuncio e la futura messa in atto della vendita collettiva ha generato miraggi e incubi: per Cairo e il Torino, per esempio, il miraggio di incassare una ventina di milioni in più e poter azzerare i debiti (o comprare un grande centravanti?); per Cobolli Gigli l'incubo di un ammanco capace di far sballare, non sia mai, la quadratura finanziaria del piano strategico; in sintesi per tutte le società, di fronte al prennuncio di una legge che vuole riequilibrare la ripartizione dei ricavi totali, il richiamo dei soldi o la puzza di bruciato, a seconda dei casi.
BALDASSARRE, MURDOCH E COBOLLI GIGLI - L’odore dei soldi, tradotto in azioni, ha portato ad uno scenario in cui ognuno sembra aver occupato una posizione, più o meno pubblicamente, ed in attesa di ulteriori sviluppi.Sky ha presentato ricorso alla UE contro la legge Melandri, forse non troppo convinto dalla vendita collettiva dei diritti tv, sostenendo che la legge lede il diritto alla concorrenza, delle emittenti ma anche dei club di calcio. Reazione immediata quella di Galliani che subito tiene a precisare che il ricorso “è il primo in ordine cronologico e altri ne seguiranno davanti ad altri organi giurisdizionali”. Il cambio dello scenario politico e il timore che Infront non sia così indipendente ha forse spinto Rupert Murdoch a compiere un passo ufficiale. Stesso timore forse anche della Juventus che, con Cobolli Gigli, ha presentanto una lettera inviata a 42 presidenti di A e B e a Matarrese per bloccare le procedure considerate contrarie alla legge. Nella stessa Cobolli specifica che "Qualora la Lega proseguisse nel non aderire alla legge e alle procedure da essa dettate mi vedrei costretto ad agire in ogni contesto e nelle forme più opportune anche al fine di evitare rischi patrimoniali e personali". Già in precedenza il professor Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, su richiesta della stessa Juventus, aveva aperto un nuovo scenario ed in un parere professionale evidenzia così il suo pensiero “Il provvedimento parte dal principio opposto a quello della nostra Costituzione e dei trattati dell'Unione europea: tutto è soggetto a regolazione pubblica. Lo Stato interviene sulla libertà di concorrenza tra le società di calcio e indebolisce le società più forti economicamente della serie A, a vantaggio dei piccoli club”.Da cosa nasce questo timore? Forse dal fatto che Bogarelli, socio fondatore di Media Partners e ora presidente di Infront Italia, siede nel consiglio di amministrazione di Milan Channel srl, la società che gestisce l'omonimo canale satellitare dedicato alla squadra. Il gruppo Media Partners collaborò al lancio della tv milanista che adesso va in onda su Sky. Andrea Locatelli, il vice di Bogarelli, ha invece cominciato la sua carriera da manager lavorando per otto anni alla Fininvest, proprio nel campo degli eventi sportivi. Forse, dietro la riserva sulla legge da parte di Crimi (tesoriere di Forza Italia e intimo di Berlusconi ) - “Va approfondito l'argomento, valuteremo e vedremo come intervenire a beneficio di tutti gli sport" - potrebbe nascondersi Adriano Galliani (anche Fulvio Bianchi nella sua rubrica Spy calcio evidenziava il sospetto) che, nell’interesse del Milan, vorrebbe mantenere lo status quo.La stessa Ue vuole vederci chiaro: dalla direzione per la concorrenza di Bruxelles è arrivato un questionario per i club italiani. Che sono obbligati a rispondere sul mercato dei diritti tv, se pensano che sia sufficientemente aperto e se Sky debba avere meno vincoli. In molti hanno risposto che non accettano che sia lo Stato italiano ad imporre loro le regole del gioco e come devono dividersi la "torta". "Siamo società private".
LA LEGGE E L'INGANNO - Per arrivare ad una più equa ripartizione dei diritti tv il Parlamento, con la Legge Delega 106/2007 e il Decreto Legislativo 9/2008, ha sostanzialmente fissato tre paletti: 1) una parte prevalente del ricavato doveva essere divisa in parti uguali tra tutte le società; 2) la parte rimanente doveva tener conto dei risultati sportivi e del numero di tifosi, cioè del bacino d'utenza; 3) la quota relativa ai risultati sportivi non poteva essere inferiore a quella del bacino d'utenza, demandando alla Lega di individuare i criteri analitici di calcolo per i punti 2) e 3). Facendo lo slalom tra questi paletti le società di serie A si sono divise in tre "partiti": le grandi a cercare di "limitare i danni", le piccole per le quali si trattava comunque di "grazia ricevuta", le medie, quelle cioè che grazie ai nuovi soldi (soldi veri e non finte plusvalenze) speravano e sperano tuttora, se non di diventare grandi, quantomeno di aggiustare per davvero il bilancio. Il partito più battagliero è stato proprio quello delle medie (con Zamparini capo-popolo) che proponeva il seguente criterio: 45-50% per la quota da suddividere in parti uguali tra tutte, 25-30% in base ai tifosi e 25-30% in base alla classifica dell'ultimo campionato. Ne ha dato conto la stampa (Corriere dello Sport del 25/10/07) aggiungendo che la proposta era formulata congiuntamente da Cagliari, Torino, Parma, Udinese, Genoa, Palermo, Livorno e Sampdoria e specificando che, fatti i dovuti calcoli, si otteneva che Milan e Inter ci avrebbero rimesso circa 20 milioni e la Juve circa 7 .Poteva essere una conclusione alla Robin Hood, nel senso che per dare ai più "poveri" si prendevano i soldi dai più "ricchi" e segnatamente dalle due milanesi che, per quello che scrivono i giornali, hanno due presidenti col portafoglio gonfio e che, per amore del calcio, alla fine dell'anno chiedono "quanto ci devo mettere di mio?" e lo mettono (così, almeno, ce la raccontano); ma è andata diversamente. C'è stato, dopo quella riunione capitanata da Cellino e Zamparini, un Consiglio straordinario di Lega (30 ottobre) poco reclamizzato (c'è traccia solo nelle polemiche di Zamparini) ma che ha comunque approvato dei metodi di calcolo diversi, che sono quelli ripresi dall'art. 26 del decreto legislativo e cioè:1) il 40% sara' suddiviso in parti uguali 2) il 30% sara' assegnato per i risultati sportivi e però il 10% per quelli conseguiti dal 1946-47, il 15% per quelli conseguiti negli ultimi cinque anni e il 5% per quelli dell'ultimo anno 3) il 30% in base al bacino d'utenza ma anche qui con un distinguo: il 25% in base a indagini campionarie che la Lega stabilirà come fare e il 5% in base al numero di abitanti della città dove ha sede la squadra.Si dice spesso "fatta la legge, trovato l'inganno" ma in questo caso bisogna stare attenti che l'inganno potrebbe esserci stato prima della legge, in quel Consiglio straordinario di Lega, in quel cambiare le carte in tavola rispetto alla ipotesi in cui le due milanesi erano le più penalizzate; torneremo sull'argomento più avanti per fornire dati più precisi, per il momento vale la pena sottolinerare col pennarello rosso che nei meriti sportivi gli scudetti vinti negli ultimi cinque anni valgono di più (15%) rispetto a quelli vinti dal 1946-47 (10%). Perchè col pennarello rosso? Perchè, visto che si parla della stagione 2010-11 (quando la legge dovrebbe entrare in vigore), gli ultimi cinque anni cominciano dal campionato 2005-06, cioe' l'anno di calciopoli, quello dello scudetto a tavolino e della juve retrocessa. Se è inganno, è veramente atroce.
INTER E ROMA: IL SILENZIO E' D'ORO - L'approvazione della nuova legge non ha suscitato un gran dibattito. A livello politico è sembrato che la cosa si faceva perchè andava fatta: non per passione, insomma, ma semmai per soldi, nella speranza di trovarne complessivamente di più per una boccata d'ossigeno all'ansimante baraccone del calcio. Anche tra le società calcistiche, come su giornali e trasmissioni tv, non ci sono stati scontri o processi alla Biscardi, semmai schermaglie dialettiche, spesso solo di facciata e, comunque, con il presidente Matarrese sempre pronto a richiamare l'esigenza di restare compatti, di continuare ad essere una "famiglia". Pur in questa atmosfera ovattata, però, finisce per far rumore il prolungato silenzio di Inter e Roma; rileggendo sui forum la documentazione delle discussioni sui diritti tv si rintracciano interventi di Zamparini e di Garrone, di Lotito e di Cellino, si rintraccia persino la protesta (tardiva) di Cobolli Gigli, ci sono le dichiarazioni imbarazzate di Galliani che non si capisce mai se parla come rappresentante del Milan o di Mediaset, ma nessun gionalista è riuscito a "intercettare" sull'argomento nè Moratti nè la Sensi, tantomeno per dichiarazioni sconvenienti oppure non "politicamente corrette".A metterci della malizia viene in mente calciopoli: nelle intercettazioni di calciopoli, infatti, ci son finiti in tanti: non solo Moggi, anche dirigenti di grandi società, ma non quelli dell'Inter e della Roma; mettiamo comunque da parte la malizia e andiamo ai fatti anche perchè i fatti contano più delle parole e qualche volta spiegano anche i silenzi. Due fatti sembrano parlare chiaro: 1) aver considerato la popolazione delle città per calcolare una quota (5%) da dare alle società per il bacino d'utenza 2) aver stabilito che la classifica dei campionati dal 2005-06 al 2009-010 vale per distribuire il 15% dei ricavi complessivi.Quanto agli abitanti delle città dove le squadre hanno la sede il conto è presto fatto: quelli di Torino sono circa 860.000, quelli di Milano 1.250.000 e quelli di Roma 2.550.000; è come se nella gara per prendersi i soldi dei diritti tv alla Juve fosse assegnata a tavolino la sconfitta con l'Inter per 3 a 2 e con la Roma per 3 a 1, alla faccia dei tifosi e di chi tifa Juve in particolare. Quanto ai cinque campionati che saranno presi in considerazione per ripartire circa 110 milioni (il 15% di 750 milioni) due sono da svolgere e quindi diciamo che sono nelle mani di Abete e Matarrese, di Collina e di Palazzi ma degli altri tre la storia è già scritta (salvo sorprese clamorose) e indica per Inter e Roma un "grande avvenire dietro le spalle", visto che, prima a tavolino poi con la Juve in B e infine giocando tutte e tre nello stesso campionato, l'Inter è stata classificata sempre prima e la Roma subito dietro.I fatti allora, senza tema di smentita, dicono che Roma e Inter hanno già messo le mani su una fetta della torta dei diritti tv senza che, almeno pubblicamente, qualcuno abbia fatto alcuna rimostranza; altri milioni, dopo quelli (tanti) che erano arrivati grazie al loro "assordante" silenzio nelle intercettazioni di calciopoli. Niente da dire: un silenzio tutto d'oro.

Tratto da
http://www.ju29ro.com/news/30-news/567-vendita-diritti-tv-di-tutto-di-piu.html

Non desiderare la roba e i giocatori d’altri

I dieci comandamenti nel calcio - 10
Come può un uomo timorato da Dio e sostenuto dal petrolio, che manda soldi agli ospedali di Gino Strada, realizza campi di calcio per i bambini in Africa e in Brasile, aiuta il centro di recupero di San Patrignano, aderisce ad Amnesty International, appoggia il cardinale Martini nel conforto agli extracomunitari, piange per il cuore malato di un calciatore (Kanu), ne elegge a familiare acquisito un altro (Recoba) e definisce “figlio mio” il terzo (Ronaldo), come può quest’uomo che vuole bene a tutti e ha preso l’Inter perché “bisogna aiutare chi soffre e chi soffre più dei tifosi interisti?”, come può, dopo avere osservato nove comandamenti, cadere sul decimo che gli imporrebbe di non desiderare la roba d’altri? Massimo Moratti ha questa frenesia intima e una tentazione perenne, portatore di un peccato irrinunciabile, che lo spinge a prendersi i calciatori d’altri. Porta via calciatori che sono ancora nella culla. Prende Roberto Carlos a 22 anni dalla culla del Palmeiras, Kanu a 20 anni da quella dell’Ajax, Ronaldo a 21 dalla culla del Barcellona, Frey a 18 anni dalla culla del Cannes, Mutu a 20 dalla culla della Dinamo Bucarest, l’irlandese Robbie Keane ventenne dalla culla inglese del Wolverhampton, Farinos a 22 anni dalla culla del Valencia, Kallon a 16 anni dalla culla della Sierra Leone, Adriano a 19 dalla culla del Flamengo. E’ Erode nelle culle calcistiche.Alcuni bambini li prende e li butta. Butta via Roberto Carlos dopo un anno. Frey lo fa svezzare a Verona e a Parma e poi lo butta in Arno. Disconosce Mutu e se lo ritrova alla Fiorentina. Non riesce ad affezionarsi a Robbie Keane e lo rimanda in Inghilterra. Disperde Kallon a Lugano.Non desiderare la roba d’altri. Moratti la desidera molto. Al Manchester strappa Ince da sei anni legato al club inglese. Si appropria di Djorkaeff sottraendolo a una vita tutta francese (14 anni). Pirlo è bresciano e lo porta via al Brescia. Peruzzi otto anni alla Juve e Moratti lo afferra per l’Inter, un anno e lo regala alla Lazio. Trascina via dalla Turchia il musulmano Hakan Sukur per soffiarlo alla Juve e all’esistenza turca del giocatore, otto anni al Galatasaray. Rapisce Toldo alla Fiorentina infrangendo la sua fedeltà viola (otto anni).Moratti non perdona. Non solo desidera la roba d’altri, ma la prende. Fa razzie nei gerontocomi, pur di prendere. Prende Roby Baggio a 31 anni, più un capriccio che altro. Sottrae Blanc, 34 anni, agli ozi di Marsiglia. Arraffa Batistuta a 33 anni, roba fiorentina e poi romana, per fargli giocare appena dodici partite. Si accaparra Ballotta a 36 anni e Cruz a trenta.Vecchi e bambini: li desidera e li prende, a chiunque. Il diavolo tentatore è Berlusconi che per un certo tempo prende tutti senza avere bisogno di desiderare. Prese Rui Costa (80 miliardi) che era roba del Parma dopo l’accordo del club emiliano con la Fiorentina. Prese Zaccheroni che era roba dell’Inter. Prese Ancelotti giocando un altro scherzo al Parma. Moratti vuol mettersi alla pari. Ma dal Milan prende solo Helveg. E al Milan regala Ganz, Taribo West che pure aveva proclamato: “Dio mi ha detto che devo giocare nell’Inter”, Simic che all’Inter resta tre anni e al Milan sei, Pirlo che ancora fa girare la squadra rossonera e nei due anni all’Inter giravano altre cose, Seedorf tre anni nerazzurri e poi consegnato al Milan come una scarpa vecchia del Suriname, Brocchi e Christian Vieri che era costato 90 miliardi, aveva segnato più di cento gol nell’Inter ma ormai aveva 32 anni.Quanta roba della Juve ha desiderato Moratti? Ha desiderato di prenderle Capello e Moggi, ma le ha preso solo Lippi per un campionato e una partita, poi però Ibrahimovic (spiazzando il Milan) e Vieira godendo molto.Ha desiderato dal primo momento Roberto Mancini quando il “Mancio” giocava ancora nella Samp per prenderselo dieci anni dopo portandolo via dalla panchina della casa della Lazio. Sempre guardando in casa d’altri, ha desiderato e si prese il 30 per cento dello Spezia sei anni fa.Non ha più bisogno di desiderare la roba d’altri il presidente che viola il decimo comandamento. Ha preso tutto in dodici anni, compresi ventidue terzini sinistri e dodici allenatori. L’Inter era di Pellegrini. La prese a Pellegrini perché la desiderava molto. Neanche la maga Clara Romano di Potenza Picena, che consultava spesso prima delle partite, lo ha fermato. Mai.Altri hanno desiderato e preso la roba d’altri.Gianluigi Lentini, torinese di Carmagnola, era cresciuto nel Torino, era l’idolo della Curva Maratona, era il Toro col capello lungo, la vita sregolata e il gioco devastante, come era stato solo al tempo di Meroni. Se ne invaghì Berlusconi. Il Cavaliere desiderò fortemente quella roba d’altri, roba Toro. Sfoderò sessanta miliardi in rivoli sparsi e s’infilò in un processo per avere disobbedito al decimo comandamento. Roberto Baggio era per Firenze il David in maglia viola, era Michelangelo che faceva parlare il pallone come non riuscì al grande uomo rinascimentale di far parlare Mosè, era Benvenuto Cellini che cesellava le partite, più bello del campanile di Giotto, più avvincente di una terzina dell’Alighieri. Questo per dirvi che cos’era Baggio nei cinque anni a Firenze. Diceva: “Resterò qui per sempre, lo scriverò sui muri”. Berlusconi lo desiderò moltissimo, ma Agnelli, l’Avvocato, gli disse di toglierselo dai desideri, “perché Baggio è nostro”. Successe che quando l’esecrabile conte Pontello promise di vendere la Fiorentina a Mario Cecchi Gori gli impose una condizione: la società sarebbe stata sua a patto che Baggio andasse alla corte di Agnelli. E così anche l’Avvocato, elegante, signore, illuminato e aristocratico, prese la roba d’altri. Perché Baggio era dei fiorentini e quel 18 maggio 1990 a Firenze scoppiò la rivoluzione quando si seppe che Robygol veniva deportato a Torino dove, un giorno, l’Avvocato l’avrebbe chiamato “coniglio bagnato”. Anche Gabriel Batistuta, l’argentino che stette tre metri e nove anni sopra il cielo di Firenze, e aveva una statua in Curva Fiesole, era più che un granduca. Era l’arcangelo Gabriel del gol, il più amato. Alla Fiorentina s’era legato anche l’anno della serie B, condottiero della riscossa. Non sarebbe mai stato un vecchio per i tifosi viola, neanche a 31 anni quando il presidente romanista Sensi volle, anche lui, desiderare la roba d’altri e lo portò via da Firenze per 70 miliardi.Quanta roba d’altri ha desiderato e preso Luciano Moggi? Quali fantastici intrighi, diaboliche persuasioni e abili stratagemmi in telefonate, opere e dismissioni usò per prendersi Fabio Cannavaro, roba dell’Inter, in cambio del portiere Carini (!) e cuccarsi Ibrahimovic, roba dell’Ajax, giocando di inimitabile astuzia? All’uomo devoto di padre Pio e pellegrino a Lourdes, che governava cento giocatori, tre procuratori, ventuno tra allenatori, direttori sportivi e dirigenti, aveva tredici società amiche e appena diciassette nemici riconosciuti, desiderare la roba d’altri e prendersela era un imprescindibile dovere-potere professionale. Uomo di potere, per lui potere era volere. E di tutti e dieci i comandamenti, più che osservarli, pretendeva che si rispettasse “non nominare il nome mio invano”. Era scoppiata Calciopoli.
Mimmo Carratelli
Tratto dal Guerin Sportivo - 25/8/2008

martedì 26 agosto 2008

Studio economisti Bocconi-Humbolt: altre 12 gare dell’era Calciopoli a rischio combine

Secondo una ricerca basata su modelli matematici dei professori Tito Boeri e Battista Severgnini ci sarebbero alcune partite del campionato 2004/05, non esaminate dai giudici sportivi, che potrebbero aver subito un “aggiustamento” del risultato. Tra esse Inter-Lazio 1-1, Juventus-Lazio 2-1, Milan-Lazio 2-1 e Juventus-Inter 0-1

«In alcuni casi Calciopoli non è stata storia di pura corruzione, ma di pressioni psicologiche sugli arbitri. Ciò è dovuto alla enorme potenza di alcune squadre che hanno incassato enormi somme dai diritti televisivi che le fa disporre di un enorme capitale da utilizzare per questa influenza. Esse sono principalmente Inter, Milan e Juventus: a queste si aggiungono le squadre di fascia media come Roma, Lazio e Fiorentina». E’ questa la spiegazione fornita dal professore Battista Severgnini, ricercatore alla Humboldt Universitat di Berlino, a “Il pallone in confusione” riguardo allo scandalo più scottante degli ultimi anni del campionato di serie A. Spiegazione che è tra le conclusioni dello studio “The italian job: partite truccate, preoccupazioni per la carriera e concentrazione dei media in Serie A” che sarà presentata domani durante la prima giornata del convegno annuale dell'European Economic Association e della Econometric Society che si terrà presso l'Università Bocconi di Milano. L’indagine è stata condotta da Severgnini assieme al professore Tito Boeri, docente ordinario della Bocconi. Lo studio, basato su modelli matematici, oltre a evidenziare il controllo o la partecipazione dei presidenti del mondo del calcio in giornali e televisioni, elenca 12 partite sospette del campionato 2004/05 (quello revocato alla Juventus e assegnato all’Inter) che non sono sotto osservazione della giustizia sportiva. Secondo i due studiosi esse avrebbero il 100% di probabilità di essere state deviate. Tra esse si segnalano i big match Inter-Lazio 1-1 (9a giornata), Juventus-Lazio 2-1 (14a giornata), Milan-Lazio 2-1 (23° giornata) e Juventus-Inter 0-1 (32a giornata). A ciò si aggiunge un ulteriore elenco di 77 partite dello stesso torneo che avrebbero l’ipotesi di consistenti probabilità di aver subito la stessa sorte.
Come avete svolto la vostra indagine?
«Abbiamo raccolto tutti i dati a partire dal 1990. Però ci siamo concentrati soprattutto attorno ai campionati di serie A del 2003/04 e 2004/05, ossia quello dello scandalo di Calciopoli e quello successivo».
Fino anche al campionato scorso?
«No, perché a causa della retrocessione della Juventus mancavano numerose informazioni di tipo matematico da poter inserire nel nostro modello».
Su cosa si basa il modello?
«C’è un primo stadio in cui abbiamo analizzato le cause della corruzione delle partite. I fattori sono diversi. I primi due elementi sono abbastanza prevedibili. Innanzitutto il tempo: un match può essere corrotto più facilmente verso metà o nel giorno di ritorno del campionato. Secondo elemento è la posizione della squadre. Molto più interessante è l’analisi delle carriere arbitrali. In essa abbiamo trovato che le partite maggiormente coinvolte in Calciopoli sono quelle arbitrate da direttori di gara di media classe che sono presenti da alcuni anni e intendono far carriera. Non ci sono gli internazionali o quelli che per la prima volta si affacciavano in serie A. Questo tipo di arbitro può essere maggiormente sottomesso ai poteri delle società di calcio».
Non esisistono nomi di arbitri nello studio?
«Assolutamente no. Abbiamo espresso solo giudizi quantitativi e non qualitativi».
Nello studio c’è un atto di accusa verso il mondo dei media per le possibili influenze sugli arbitri: è proprio così?
«I presidenti delle squadre di calcio molto spesso vanno a braccetto con l’editoria. Basta vedere documenti pubblici, come le intercettazioni, per comprendere che ci sia un innesto di persone che vogliono far modificare il giudizio dei giornalisti. Non vogliamo dire che tutti giornalisti sportivi siano stati coinvolti, però bisogna dire che pochissimi hanno accennato a eventuali episodi di corruzione. Riteniamo che un elemento che abbia molto favorito tutto questo sia la concentrazione del potere mediatico da parte delle società di calcio.
Si riferisce anche alla contrattazione dei diritti televisivi?
«Proprio così. Anche oggi le grandi squadre percepiscono gran parte della torta: ciò contribuisce ad aumentare la loro forza non solo dal punto di vista competitivo con i campionati dominati solo da esse, risultando estremamente noioso per i tifosi delle piccole società. Per riassumere questo intreccio tra potere mediatico e potere sportivo che falsa non solo l’esito del campionato ma anche l’informazione legata agli avvenimenti sportivi».
C’è anche un ruolo del calciomercato in questo sistema?
«Il settore degli agenti sportivi italiano è praticamente un oligopolio, per non parlare di un duopolio. Ciò, unito a tutti gli eventi che ho descritto prima, costituiscono il terreno fertile per l’eventuale manomissione dei risultati delle partite».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, riproducibile solo dietro citazione della fonte)




Le dodici paritite sospette secondo l'indagine

mercoledì 30 luglio 2008

I tre musei del calcio italiano piacciono più a inglesi e giapponesi che a noi

A Milano, Genova e Torino
Musei del calcio di club, luoghi dove pallone e cultura si incontrano. Per ora in Italia esistono solo tre strutture: all’estero (come in Spagna e Inghilterra) sono molto più numerose. Il primo ad essere stato fondato nel 1996 è stato quello di Milano, ubicato nello stadio di San Siro dedicato a Milan e Inter. Vi sono anche “reliquie” storiche, come la maglia di Maradona del 1987-88 del Napoli con lo scudetto e il cerchietto della coppa Italia. L’altro museo è quello dedicato al Torino, sito a Grugliasco vicino al capoluogo, aperto in maggio. L’ultima è la mostra “Football l’età dei pionieri 1898-1908” inaugurata a Genova il 18 giugno: è il primo nucleo del futuro museo del Genoa. Invece, altri grandi squadre contattate da Libero (Fiorentina, Juventus, Lazio, Napoli, Roma e Sampdoria) al momento non hanno progetti per la costruzione di una struttura apposita. Nel 2009 il Bologna preparerà solo la mostra per il centenario.
Il museo di San Siro è costituito da materiale «che proviene al 99% dalla mia collezione privata» spiega il direttore Onorato Arisi, ex commercialista con il pallino del pallone. «Ho siglato un accordo con il Consorzio San Siro 2000 posseduto al 50% da Inter e Milan – prosegue Arisi – per i locali che ospitano il museo, dove c’è solo il 10% di tutti i miei cimeli». In esso c’è la storia delle due squadre milanesi, con una sala di testimonianze dei grandi club europei, come Manchester United e Real Madrid. Il museo tocca circa 100mila visitatori annui: «circa 90 mila sono stranieri, in maggioranza olandesi, inglesi e giapponesi» afferma Arisi. In inverno la struttura ospita al venerdì le scuole della Lombardia e di altre regioni in visita.
Il museo del Torino è stato fondato e gestito dall’Associazione memoria storica granata. «E’ stato progettato e allestito – spiega il presidente Domenico Beccaria – dal direttore Giampaolo Muliari: lo abbiamo realizzato con le nostre forze, senza aiuto del Torino Football club. L’iniziativa deriva dal precedente museo del Grande Torino inaugurato nel 2002 a Superga, dove precipitò l’aereo con la squadra, comprendente il periodo 1939-1949». Il 4 maggio 2007 scadeva il contratto di locazione con i Servi di Maria e la Artis Opera. «In febbraio abbiamo firmato un accordo decennale – prosegue Beccaria – con il Comune di Grugliasco per trasferire il museo a Villa Claretta Assandri: ha cambiato nome in “Museo del Grande Torino e della leggenda granata” con reperti dalla fondazione a oggi».
E da Torino si passa a Genova, dove la Fondazione Genoa (azionista della squadra) ha curato la mostra dei tempi eroici del football. La prima sala è dedicata alle foto del capoluogo ligure a cavallo tra l’800 e il ‘900. Si passa in quella dedicata alla fondazione del Genoa Cricket and Football club, la più antica squadra italiana: si può sfogliare la riproduzione virtuale del primo bilancio del 1893, chiuso con un utile di 92,75 lire. Nelle successive sono collocate le maglie genoane (la prima era a strisce bianche e celesti, poi rossoblù) e quelle di Pro Vercelli, Milan e Juventus. Vi è raccontata anche la storia di Santamaria e Sardi, due calciatori dell’Andrea Doria (l’antenata della Samp), squalificati per aver accettato denaro per il passaggio al Grifone.
Marco Liguori
Tratto dal quotidiano Libero 30 luglio 2008
(Riproduzione riservata, ammessa solo dietro citazione della fonte)

martedì 24 giugno 2008

Acquafresca resta al Cagliari

L'attaccante Robert Acquafresca resta ancora per un anno a Cagliari. La notizia è riportata sul sito della società rossoblù. L'accordo è stato raggiunto stasera a Milano tra il presidente dell'Inter Massimo Moratti e il numero uno del Cagliari Massimo Cellino. I dirigenti delle due società hanno stabilito di evitare di andare alle buste, trovando un'intesa per la proroga di un anno del regime di comproprietà. La società sarda ha anche reso noto di aver raggiunto in giornata un accordo con Davide Marchini che torna alla Triestina.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata)

Nessuna querela, ampio proscioglimento

Non luogo a procedere per la figlia del boss di camorra latitante Antonio Caiazzo e per il coinputato Domenico Cuomo per una vicenda di falsificazione di biglietti a San Siro nel 2001. La sentenza del Tribunale di Milano è stata motivata dalla mancata costituzione di Inter, Figc, Lega Calcio e Tim

Nessuna querela, ampio proscioglimento per non luogo a procedere: gli imputati ringraziano l’Inter, la Lega Calcio, la Figc e la Tim. L’incredibile vicenda è accaduta stamattina all’ottava sezione del Tribunale di Milano. Protagonista Maria Giovanna Caiazzo, figlia del boss di camorra latitante Antonio Caiazzo, che era stata trovata in possesso nell'aprile del 2001, poco prima dell'inizio della partita Inter-Roma, di 70 biglietti contraffatti per la tribuna numerata dello stadio di San Siro. I tagliandi erano molto simili a quelli originali: recavano stampati i sigilli dell’Internazionale Football club, Figc, Lega Calcio e Tim. Nel procedimento risultava coinvolto anche Domenico Cuomo.
Il Pubblico ministero, Maria Stella Cogliandolo, aveva sostenuto in aula una serie di ipotesi di reato: truffa, ricettazione e contraffazione di sigilli. Invece stamani la Caiazzo è stata prosciolta dal tribunale che ha accolto la tesi difensiva dei suoi avvocati Vittorio Trupino e Angelo Natali. I legali hanno sostenuto che i quattro enti indicati come parti offese (ossia Inter, Lega Calcio, Federazione e Tim) non sono soggetti di diritto pubblico ma di diritto privato. Di conseguenza, per poter processare la loro assistita, per le tre ipotesi di reato, era necessaria una querela di parte. Le parti offese avrebbero dovuto costituirsi contro la Caiazzo e il coimputato Cuomo, ma non hanno mai esperito l’azione legale. Per ciascuno di essi il Pm aveva chiesto la condanna a sei mesi di reclusione. Di conseguenza i giudici hanno prosciolto la figlia del boss, che ha un precedente per un’inchiesta su carte clonate.
Al termine dell’udienza, oltre che per l'esito del processo, l'avvocato Trupino si è detto soddisfatto anche perché con la sentenza di non luogo a procedere il giudice ha affermato «un principio giuridico importante». Resta invece inspiegabile la rinuncia a procedere di Inter, Figc, Lega Calcio e Tim che avrebbero potuto creare un importante precedente nella difficile lotta alla falsificazione dei biglietti delle partite e alla loro vendita.
Marco Liguori

giovedì 12 giugno 2008

Processo falsi in bilancio al termine: multe per Milan-Inter

La Commissione disciplinare ha stabilito che le società dovranno pagare ciascuna 90mila euro: Galliani 60mila, Ghelfi 20mila. Anche la Sampdoria è stata sanzionata con 36mila euro per le vicende delle plusvalenze fittizie: il presidente Garrone dovrà pagarne 18mila euro, mentre l'ad Marotta 20mila

Sono stati riconosciuti colpevoli, ma dovranno pagare ammende non troppo salate. La Commissione disciplinare ha messo la parola fine al processo sportivo per i presunti in bilancio di Milan e Inter. Entrambe le società dovranno pagare 90mila euro a testa: invece, il vicepresidente vicario rossonero Adriano Galliani dovrà pagarne 60mila, un cifra superiore ai 20mila euro dell'allora amministratore delegato nerazzurro (e attuale vicepresidente) Rinaldo Ghelfi. I fatti contestati riguardano una serie di condotte illecite dal punto di vista sportivo, tra cui plusvalenze su vendite di calciatori che sarebbero servite ad "imbellettare" i bilanci, effettuate attorno al 2003. Al riguardo, sono stati sanzionati anche tre dirigenti interisti: Mauro Gambaro con un'ammenda di 20mila euro, Gabriele Oriali e Massimo Moretti con 10mila euro ciascuno.
La Commissione presieduta da Sergio Artico ha anche sanzionato la Sampdoria per analoghe vicende. In particolare, la società genovese dovrà pagare 36mila euro per responsabilità diretta. Invece Giuseppe Marotta, si legge nella sentenza, «all’epoca dei fatti Consigliere e Procuratore Speciale dell’Uc Sampdoria, per aver violato i principi di lealtà, probità e correttezza
sanciti dall’art. 1, comma 1, del Codice giustizia sportiva, ponendo in essere la condotta di abnorme e strumentale valutazione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori indicati nella parte motiva del deferimento». Marotta è stato sanzionato anche in qualità di amministratore delegato del Doria «ponendo in essere le condotte consistenti nella mancata svalutazione nei bilanci successivi a quello chiuso il 30 giugno 2003 come meglio precisato nella parte motiva e nelle situazioni patrimoniali al 31 marzo 2004, al 31 marzo 2005 e al 31 marzo 2006, delle poste attive già contabilizzate al 30 giugno 2003, condotte connesse fra di loro e con quelle di cui al punto 1 della parte dispositiva, e tutte finalizzate a far apparire perdite inferiori a quelle realmente esistenti». In totale, il dirigente dovrà pagare 20mila euro. Invece il presidente blucerchiato Riccardo Garrone dovrà pagare 18mila euro. Nella sentenza si spiega che ha posto «in essere la condotta consistente nella contabilizzazione nel bilancio chiuso il 30 giugno 2003 della plusvalenza (fittizia) derivante dalla stipula dei contratti di cessione con corrispettivi di gran lunga superiori a quelli realmente attribuibili nonchè le condotte consistenti nella mancata svalutazione nei bilanci dei successivi esercizi, delle poste attive già contabilizzate al 30 giugno 2003, come meglio precisato nella parte motiva, condotte connesse fra di loro e con quelle di cui al punto 1 della parte dispositiva, e tutte finalizzate a far apparire perdite inferiori a quelle realmente esistenti».
Marco Liguori
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il pallone in confusione

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