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mercoledì 4 giugno 2008
Cska, fuori dalla Champions per debiti
I quotidiani bulgari riportano oggi in prima pagina la notizia che il Cska di Sofia, diventato poche settimane fa campione di calcio in Bulgaria per la 31/ma volta, rischia di essere escluso dalla prossima edizione della Champions League per irregolarita' col fisco. Nel pieno dei festeggiamenti per il suo 60/mo anniversario, il Cska non ha infatti ricevuto dalla commissione di licenza bulgara della Uefa l'autorizzazione a partecipare ai tornei europei di calcio, a causa di una situazione finanziaria irregolare. Sarebbe risultato che il club bulgaro ha debiti verso lo Stato e le banche da tre anni. In teoria il Cska rischia il fallimento e in tal caso la squadra, oltre a perdere il diritto a partecipare alla Champions League, dovrebbe ripartire dalle divisioni amatoriali del calcio bulgaro. Secondo il proprietario del Levski, Todor Patkov, eterno rivale del Cska, dovrebbe toccare alla sua squadra, seconda in campionato, subentrare al Cska. Secondo l'agenzia Fokus news, il presidente della Federcalcio bulgara, Borislav Mihailov, e' volato oggi a Nyon, Svizzera, per partecipare alla riunione della Commissione degli arbitri della Uefa e cercare di risolvere la penosa situazione in cui e' finita la Cska. L'agenzia Fokus News parla di una possibilita' di subentro da parte del Milan come squadra con il miglior coefficiente tra quelle non qualificate. Ma questa indiscrezione non trova alcun riscontro considerando che non possono partecipare alla Champions piu' di quattro squadre per nazione. (Fonte ANSA).
martedì 3 giugno 2008
SOROS SALUTA E CHIUDE LA PORTA: NESSUN INTERESSE DIRETTO O INDIRETTO PER LA ROMA
APBS (SPR) - 03/06/2008 - 13.12.00
CALCIO/ ROMA, SOROS CHIUDE: NESSUN INTERESSE DIRETTO O INDIRETTO La conferma arriva da un portavoce del magnate americano Roma, 3 giu. (Apcom) - Il magnate americano George Soros esce definitivamente di scena dalla trattativa per l'acquisto della As Roma. Attraverso una dichiarazione rilasciata a MF-Dow Jones da un suo portavoce, Michael Vachon, il finanziere precisa che "non intende partecipare nè direttamente nè attraverso sue controllate ad un finanziamento finalizzato all'acquisizione della squadra di calcio capitolina". In questo modo viene smentito un suo potenziale nuovo interessamento per il club. Negli ultimi mesi, spiegano fonti vicine al miliardario, c'è stato un interessamento da parte del Soros Fund Management, un interessamento che adesso non esiste più perchè non c'è alcun interesse "diretto o indiretto", spiega il portavoce, all'acquisizione della As Roma. CAW 03-GIU-08 13:12 NNNN
CALCIO/ ROMA, SOROS CHIUDE: NESSUN INTERESSE DIRETTO O INDIRETTO La conferma arriva da un portavoce del magnate americano Roma, 3 giu. (Apcom) - Il magnate americano George Soros esce definitivamente di scena dalla trattativa per l'acquisto della As Roma. Attraverso una dichiarazione rilasciata a MF-Dow Jones da un suo portavoce, Michael Vachon, il finanziere precisa che "non intende partecipare nè direttamente nè attraverso sue controllate ad un finanziamento finalizzato all'acquisizione della squadra di calcio capitolina". In questo modo viene smentito un suo potenziale nuovo interessamento per il club. Negli ultimi mesi, spiegano fonti vicine al miliardario, c'è stato un interessamento da parte del Soros Fund Management, un interessamento che adesso non esiste più perchè non c'è alcun interesse "diretto o indiretto", spiega il portavoce, all'acquisizione della As Roma. CAW 03-GIU-08 13:12 NNNN
La Procura della Repubblica di Roma apre un fascicolo su oscillazioni in Borsa
ANSA (SPR) - 03/06/2008 - 11.42.00
AS ROMA: PROCURA APRE FASCICOLO SU OSCILLAZIONI TITOLO +RPT+
ZCZC0083/SXB WEF20137 U SPR S0B QBXB AS ROMA: PROCURA APRE FASCICOLO SU OSCILLAZIONI TITOLO +RPT+ (RIPETIZIONE DA ALTRA RETE) (ANSA) - ROMA, 3 GIU - La procura di Roma ha aperto oggi un fascicolo processuale sulle oscillazioni del titolo dell'As Roma in concomitanza con le voci di una cessione del club al magnate statunitense George Soros. Il fascicolo e' per il momento intestato ''atti relativi a'', ossia senza ipotesi di reato e senza indagati. Gli inquirenti vogliono verificare se dietro le forti variazioni del titolo della Roma in borsa si possano configurare ipotesi di reato come l'aggiotaggio o la manipolazione del mercato. In tale contesto il procuratore della Repubblica Giovanni Ferrara ha gia' chiesto alla Consob, che sulla vicenda sta gia' svolgendo accertamenti, informazioni sulla tipologia delle oscillazioni che hanno riguardato il titolo della societa' giallorossa. Titolo piu' volte sospeso nelle ultime settimane dalle contrattazioni di piazza Affari per eccessi di rialzo e di ribasso. (ANSA). TB-FL 03-GIU-08 11:41 NNN
AS ROMA: PROCURA APRE FASCICOLO SU OSCILLAZIONI TITOLO +RPT+
ZCZC0083/SXB WEF20137 U SPR S0B QBXB AS ROMA: PROCURA APRE FASCICOLO SU OSCILLAZIONI TITOLO +RPT+ (RIPETIZIONE DA ALTRA RETE) (ANSA) - ROMA, 3 GIU - La procura di Roma ha aperto oggi un fascicolo processuale sulle oscillazioni del titolo dell'As Roma in concomitanza con le voci di una cessione del club al magnate statunitense George Soros. Il fascicolo e' per il momento intestato ''atti relativi a'', ossia senza ipotesi di reato e senza indagati. Gli inquirenti vogliono verificare se dietro le forti variazioni del titolo della Roma in borsa si possano configurare ipotesi di reato come l'aggiotaggio o la manipolazione del mercato. In tale contesto il procuratore della Repubblica Giovanni Ferrara ha gia' chiesto alla Consob, che sulla vicenda sta gia' svolgendo accertamenti, informazioni sulla tipologia delle oscillazioni che hanno riguardato il titolo della societa' giallorossa. Titolo piu' volte sospeso nelle ultime settimane dalle contrattazioni di piazza Affari per eccessi di rialzo e di ribasso. (ANSA). TB-FL 03-GIU-08 11:41 NNN
lunedì 2 giugno 2008
Moratti, Mancini e i tifosi interisti perplessi
Ricevo questa lettera da Flavio Zonca, convinto tifoso nerazzurro
Che dire? dove è finito il nostro raziocinio e la pragmaticità di un modo di intendere e valutare accadimenti che si tentava di imporre a quei fattori emozionali così coinvolgenti fino alla commozione tanto cari ma in verità tanto bistrattati e per la verità poco compresi da più interlocutori.
Si deve accettare quanto imposto, ed è proprio il verbo "dovere accettare " che disturba, che si frappone fra una logica e una infamia....perchè si deve? perchè per noi non c'è parola che valga, e dove il buongusto, la serietà, l'onestà intellettuale? dove l'interesse per tutti noi così come per tutti voi? In anni di denunce verbali e non solo, poco avete ricavato, niente per noi si dica sportivi Interisti, lesi ancora una volta, da vili menzogne e da ricatti , da false promesse e da biechi e circensi giochi di potere. Di quel potere che viene esternato e frainteso come bontà, passione.......tutto molto brutto , tutto molto triste. Si manifesti e si evidenzi la coltellata nella schiena ricevuta come d'uso per chi colpisce mai guardando dove il colpo crea danni non solo alla persona, ma a tutto un ideale sul quale si erano finalmente poste serie basi di un inizio: solo all'inizio, come sempre si interrompe la pellicola per quello che avrebbe potuto essere un lungometraggio. Si finirà un giorno per dimenticare, o non si terminerà di ricordare arroganti e blasfemi oltraggi. Forse e come sempre il tempo e il destino decideranno. Qualcuno ride e gioisce, nel trambusto, avversari e non. Non si è vinto niente come sempre, sig. Moratti, lei non vincerà mai quella partita della lealtà e della purezza di spirito e libertà d'animo, e si prepari nonostante la forza dei nervi e del denaro ritenga ancora possa risolvere comunque qualcosa, si prepari a quello cui ha già pensato ma che l'orgoglio cieco e vuoto l'abbiano mal ispirata...non è una novità , se ne faccia una ragione !
Il Sig Mancini ci lascia, non ridotto sul lastrico, certamente a questi livelli, non sono discorsi nemmeno da affrontare, ma lascia perchè costretto nel momento in cui si preparavano
ripartenze comunque ben auguranti. Ci lascia e in noi trova malinconia e apprezzamento per l'essere senza mistificazioni o artefatte carnevalesche esternazioni, sempre stato interista, cosa che pochi possono affermare senza un minimo di vergogna.....non saprei cosa l'attende, forse qualcosa meglio, ma il neroazzurro le donava. Si lasci malesseri e motivi di giusta rivalsa, lontano dal suo modo d'essere e se la imponga come " extrema ratio" ...il resto verrà da solo come in tutte le cose della vita.
Si dice che l'Inter rimane, ma in questi giorni perfino il tricolore sulla maglia si è schiarito un po' offeso, un po' tradito tanto da non essere quasi considerato vero........!.
Non è così ! Se lo ricordi sig. Mancini e grazie per tutto.
Flavio Zonca
Invito, per chi lo desiderasse, a lasciare la sua opinione in merito tra i commenti
Che dire? dove è finito il nostro raziocinio e la pragmaticità di un modo di intendere e valutare accadimenti che si tentava di imporre a quei fattori emozionali così coinvolgenti fino alla commozione tanto cari ma in verità tanto bistrattati e per la verità poco compresi da più interlocutori.
Si deve accettare quanto imposto, ed è proprio il verbo "dovere accettare " che disturba, che si frappone fra una logica e una infamia....perchè si deve? perchè per noi non c'è parola che valga, e dove il buongusto, la serietà, l'onestà intellettuale? dove l'interesse per tutti noi così come per tutti voi? In anni di denunce verbali e non solo, poco avete ricavato, niente per noi si dica sportivi Interisti, lesi ancora una volta, da vili menzogne e da ricatti , da false promesse e da biechi e circensi giochi di potere. Di quel potere che viene esternato e frainteso come bontà, passione.......tutto molto brutto , tutto molto triste. Si manifesti e si evidenzi la coltellata nella schiena ricevuta come d'uso per chi colpisce mai guardando dove il colpo crea danni non solo alla persona, ma a tutto un ideale sul quale si erano finalmente poste serie basi di un inizio: solo all'inizio, come sempre si interrompe la pellicola per quello che avrebbe potuto essere un lungometraggio. Si finirà un giorno per dimenticare, o non si terminerà di ricordare arroganti e blasfemi oltraggi. Forse e come sempre il tempo e il destino decideranno. Qualcuno ride e gioisce, nel trambusto, avversari e non. Non si è vinto niente come sempre, sig. Moratti, lei non vincerà mai quella partita della lealtà e della purezza di spirito e libertà d'animo, e si prepari nonostante la forza dei nervi e del denaro ritenga ancora possa risolvere comunque qualcosa, si prepari a quello cui ha già pensato ma che l'orgoglio cieco e vuoto l'abbiano mal ispirata...non è una novità , se ne faccia una ragione !
Il Sig Mancini ci lascia, non ridotto sul lastrico, certamente a questi livelli, non sono discorsi nemmeno da affrontare, ma lascia perchè costretto nel momento in cui si preparavano
ripartenze comunque ben auguranti. Ci lascia e in noi trova malinconia e apprezzamento per l'essere senza mistificazioni o artefatte carnevalesche esternazioni, sempre stato interista, cosa che pochi possono affermare senza un minimo di vergogna.....non saprei cosa l'attende, forse qualcosa meglio, ma il neroazzurro le donava. Si lasci malesseri e motivi di giusta rivalsa, lontano dal suo modo d'essere e se la imponga come " extrema ratio" ...il resto verrà da solo come in tutte le cose della vita.
Si dice che l'Inter rimane, ma in questi giorni perfino il tricolore sulla maglia si è schiarito un po' offeso, un po' tradito tanto da non essere quasi considerato vero........!.
Non è così ! Se lo ricordi sig. Mancini e grazie per tutto.
Flavio Zonca
giovedì 29 maggio 2008
Adriano? Nessuna possibilità
Smentite da fonti vicine alla società nerazzurra
«Adriano al Napoli? Non è assolutamente vero». In ambienti vicini all'Inter si commenta così l'indiscrezione riportata questa mattina dall'edizione napoletana del quotidiano "Leggo". Le fonti vicine alla società nerazzurra smentiscono categoricamente l'ipotesi di un'eventuale apertura di trattativa o anche un semplice "pour parler" con la dirigenza azzurra riguardo all'attaccante brasiliano. Anzi, "radio mercato" riporta di un possibile ritorno di Adriano alla corte di Massimo Moratti: tutto dipenderà dalle intenzioni del nuovo tecnico Josè Mourinho, che dovrà valutare se "l'Imperatore" potrà entrare nei suoi schemi. E' certo che la punta, attualmente in prestito al San Paolo, resta ancora nel cuore del presidente. E ciò è rafforzato anche dal fatto che Adriano si è ampiamente rigenerato nei sei mesi di soggiorno in Brasile: ha segnato ben 17 reti in 28 partite.
Una sua eventuale cessione non sarebbe comunque facile a realizzarsi, anche perché il suo elevato ingaggio (circa 5,5 milioni annuali in scadenza nel 2010) consente a ben pochi club europei di permetterselo. Però in questo modo il club milanese rischierebbe di rafforzare una delle sue rivali per la conquista della prossima Champions League, come il Real Madrid, il Manchster o il Chelsea.
A meno che l'Inter non decida di concedere ancora Adriano in prestito, pagando lo stipendio come ha fatto con Recoba al Torino. Ma "l'Imperatore" potrebbe mai accettare di giocare in una squadra con obiettivi minimi? Sicuramente no: quindi dovrebbe rientrare a Milano.
«Adriano al Napoli? Non è assolutamente vero». In ambienti vicini all'Inter si commenta così l'indiscrezione riportata questa mattina dall'edizione napoletana del quotidiano "Leggo". Le fonti vicine alla società nerazzurra smentiscono categoricamente l'ipotesi di un'eventuale apertura di trattativa o anche un semplice "pour parler" con la dirigenza azzurra riguardo all'attaccante brasiliano. Anzi, "radio mercato" riporta di un possibile ritorno di Adriano alla corte di Massimo Moratti: tutto dipenderà dalle intenzioni del nuovo tecnico Josè Mourinho, che dovrà valutare se "l'Imperatore" potrà entrare nei suoi schemi. E' certo che la punta, attualmente in prestito al San Paolo, resta ancora nel cuore del presidente. E ciò è rafforzato anche dal fatto che Adriano si è ampiamente rigenerato nei sei mesi di soggiorno in Brasile: ha segnato ben 17 reti in 28 partite.
Una sua eventuale cessione non sarebbe comunque facile a realizzarsi, anche perché il suo elevato ingaggio (circa 5,5 milioni annuali in scadenza nel 2010) consente a ben pochi club europei di permetterselo. Però in questo modo il club milanese rischierebbe di rafforzare una delle sue rivali per la conquista della prossima Champions League, come il Real Madrid, il Manchster o il Chelsea.
A meno che l'Inter non decida di concedere ancora Adriano in prestito, pagando lo stipendio come ha fatto con Recoba al Torino. Ma "l'Imperatore" potrebbe mai accettare di giocare in una squadra con obiettivi minimi? Sicuramente no: quindi dovrebbe rientrare a Milano.
I tifosi granata e del ciuccio vogliono l'attaccante Dimitar Makriev
I tifosi di Torino e Napoli vogliono l'attaccante bulgaro Dimitar Makriev (che sta per tornare nel giro della nazionale) nelle loro squadre, seguiti da quelli dell'Inter.
Ringrazio i circa 100 lettori che hanno partecipato al sondaggio
A quale club di A potrebbe interessare l'attaccante Dimitar Makriev?
Torino (52%)
Napoli (17%)
Inter (11%)
Milan (8%)
Fiorentina (8%)
Genoa (5%)
Juventus (2%)
Cagliari (2%)
Udinese (2%)
Sampdoria (2%)
Atalanta (2%)
Reggina (2%)
Catania (2%)
Siena (2%)
Palermo (2%)
Lazio (0%)
Roma (0%)
Ringrazio i circa 100 lettori che hanno partecipato al sondaggio
A quale club di A potrebbe interessare l'attaccante Dimitar Makriev?
Torino (52%)
Napoli (17%)
Inter (11%)
Milan (8%)
Fiorentina (8%)
Genoa (5%)
Juventus (2%)
Cagliari (2%)
Udinese (2%)
Sampdoria (2%)
Atalanta (2%)
Reggina (2%)
Catania (2%)
Siena (2%)
Palermo (2%)
Lazio (0%)
Roma (0%)
mercoledì 28 maggio 2008
Parla Urbano Cairo
Liberomercato pagine 1-12
«Serie "A"sul modello inglese con la contrattazione collettiva»
Il presidente del Torino chiede una ripartizione più equa degli introiti dei diritti televisivi per migliorare la qualità del campionato di calcio
Marco Liguori
«Il nostro campionato di serie A è spettacolare, superiore a quello spagnolo per un numero maggiore di club con elevato tasso tecnico e secondo solo all’Inghilterra. Ma occorre passare alla forma di contrattazione collettiva dei diritti televisivi per ridurre il distacco economico tra i grandi e i piccoli club e migliorare lo spettacolo». Il presidente del Torino, Urbano Cairo, spiega a Liberomercato i benefici del nuovo sistema introdotto dal precedente governo Prodi, alla vigilia dell’assemblea straordinaria di stamattina delle squadre di A riguardante la ripartizione delle risorse e l’individuazione dell’advisor per la vendita centralizzata dei diritti tv.
Perché sostiene la negoziazione collettiva?
«Credo che possa essere la migliore forma di contrattazione per il calcio italiano. D’altra parte, essa è stata adottata in Inghilterra, che è molto più avanti rispetto al nostro paese per l’organizzazione dello spettacolo calcistico».
Lei ritiene che questo sistema possa ridurre la forbice tra i grandi e i piccoli club?
«Certamente: potrebbe contribuire ad attenuare il divario economico. Il nostro campionato è molto competitivo e interessante. Però c’è una differenza elevata tra fatturati delle prime e quelli delle altre. Esistono tre squadre, Inter, Milan e Juventus che incassano oltre 200 milioni di euro all’anno: un distacco consistente rispetto ad altre società, come la Roma che ha incassato nel 2005/06 circa 128 milioni, il Napoli, la Lazio e la Fiorentina. La riduzione del gap e un conseguente maggior equilibrio contribuirebbe a rendere il campionato di serie A ancor più divertente e appassionante non solo per l’aggiudicazione dello scudetto, ma anche per gli altri obiettivi: l’assegnazione dei posti per la partecipazione alle coppe europee e la lotta per non retrocedere».
Qual è attualmente il rapporto tra la società che incassa di più per i diritti tv e quella che ha un minore introito?
«Quest’anno con la contrattazione soggettiva è all’incirca di uno a sette. E’ uno squilibrio troppo elevato, se si pensa che in Inghilterra si aggira su uno a tre. Con l’accordo raggiunto in Lega alla fine dello scorso anno sulla contrattazione collettiva, il rapporto tra la prima e l’ultima scende decisamente: si attesta attorno tra uno a tre-uno a quattro».
Alcuni presidenti si sono però lamentati del possibile calo degli introiti che porrebbero le società in una posizione di inferiorità rispetto a quelle estere.
«E’ vero, però le grandi squadre hanno grandi vantaggi non solo sui diritti televisivi, ma anche con gli sponsor. Possiedono inoltre stadi con grandi capienze che possono apportare ulteriori consistenti ricavi».
Nell’assemblea di oggi troverete un accordo sull’advisor?
«Sicuramente troveremo un’intesa, dobbiamo trovare in fretta una soluzione».
Non ha timore che qualche presidente stia "remando contro" la legge e attenda un eventuale nuovo provvedimento del governo Berlusconi che ripristini la contrattazione soggettiva?
«Non lo so, sinceramente non ho idea. Credo che la legge attuale porti benefici al nostro campionato: soprattutto non toglie alle grandi società quote di fatturato significative per poter competere con i club europei. Anzi, le società italiane incasseranno, in valore assoluto, somme superiori rispetto a quelle estere».
Qual è il segreto della superiorità economica dei club esteri?
«Prendiamo per esempio l'Inghilterra: al contrario di quelle italiane, le società percepiscono ricavi dagli stadi di loro proprietà e dal merchandising. Inoltre, riescono a vendere meglio il "prodotto" campionato all’estero. La Lega deve quindi predisporre una sezione marketing, adeguata al rango del nostro campionato che ha espresso la Nazionale trionfatrice ai Mondiali 2006 e nel 2007 il Milan campione del mondo di club».
«Serie "A"sul modello inglese con la contrattazione collettiva»
Il presidente del Torino chiede una ripartizione più equa degli introiti dei diritti televisivi per migliorare la qualità del campionato di calcio
Marco Liguori
«Il nostro campionato di serie A è spettacolare, superiore a quello spagnolo per un numero maggiore di club con elevato tasso tecnico e secondo solo all’Inghilterra. Ma occorre passare alla forma di contrattazione collettiva dei diritti televisivi per ridurre il distacco economico tra i grandi e i piccoli club e migliorare lo spettacolo». Il presidente del Torino, Urbano Cairo, spiega a Liberomercato i benefici del nuovo sistema introdotto dal precedente governo Prodi, alla vigilia dell’assemblea straordinaria di stamattina delle squadre di A riguardante la ripartizione delle risorse e l’individuazione dell’advisor per la vendita centralizzata dei diritti tv.
Perché sostiene la negoziazione collettiva?
«Credo che possa essere la migliore forma di contrattazione per il calcio italiano. D’altra parte, essa è stata adottata in Inghilterra, che è molto più avanti rispetto al nostro paese per l’organizzazione dello spettacolo calcistico».
Lei ritiene che questo sistema possa ridurre la forbice tra i grandi e i piccoli club?
«Certamente: potrebbe contribuire ad attenuare il divario economico. Il nostro campionato è molto competitivo e interessante. Però c’è una differenza elevata tra fatturati delle prime e quelli delle altre. Esistono tre squadre, Inter, Milan e Juventus che incassano oltre 200 milioni di euro all’anno: un distacco consistente rispetto ad altre società, come la Roma che ha incassato nel 2005/06 circa 128 milioni, il Napoli, la Lazio e la Fiorentina. La riduzione del gap e un conseguente maggior equilibrio contribuirebbe a rendere il campionato di serie A ancor più divertente e appassionante non solo per l’aggiudicazione dello scudetto, ma anche per gli altri obiettivi: l’assegnazione dei posti per la partecipazione alle coppe europee e la lotta per non retrocedere».
Qual è attualmente il rapporto tra la società che incassa di più per i diritti tv e quella che ha un minore introito?
«Quest’anno con la contrattazione soggettiva è all’incirca di uno a sette. E’ uno squilibrio troppo elevato, se si pensa che in Inghilterra si aggira su uno a tre. Con l’accordo raggiunto in Lega alla fine dello scorso anno sulla contrattazione collettiva, il rapporto tra la prima e l’ultima scende decisamente: si attesta attorno tra uno a tre-uno a quattro».
Alcuni presidenti si sono però lamentati del possibile calo degli introiti che porrebbero le società in una posizione di inferiorità rispetto a quelle estere.
«E’ vero, però le grandi squadre hanno grandi vantaggi non solo sui diritti televisivi, ma anche con gli sponsor. Possiedono inoltre stadi con grandi capienze che possono apportare ulteriori consistenti ricavi».
Nell’assemblea di oggi troverete un accordo sull’advisor?
«Sicuramente troveremo un’intesa, dobbiamo trovare in fretta una soluzione».
Non ha timore che qualche presidente stia "remando contro" la legge e attenda un eventuale nuovo provvedimento del governo Berlusconi che ripristini la contrattazione soggettiva?
«Non lo so, sinceramente non ho idea. Credo che la legge attuale porti benefici al nostro campionato: soprattutto non toglie alle grandi società quote di fatturato significative per poter competere con i club europei. Anzi, le società italiane incasseranno, in valore assoluto, somme superiori rispetto a quelle estere».
Qual è il segreto della superiorità economica dei club esteri?
«Prendiamo per esempio l'Inghilterra: al contrario di quelle italiane, le società percepiscono ricavi dagli stadi di loro proprietà e dal merchandising. Inoltre, riescono a vendere meglio il "prodotto" campionato all’estero. La Lega deve quindi predisporre una sezione marketing, adeguata al rango del nostro campionato che ha espresso la Nazionale trionfatrice ai Mondiali 2006 e nel 2007 il Milan campione del mondo di club».
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Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati
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