http://www.pubblicitaitalia.it/news.asp?id_news=49712
I progetti dei Caso “Dopo le riviste Peruzzo, trattiamo per Newton e pensiamo a un quotidiano”
Dopo l’acquisto delle riviste di Peruzzo Editore, il progetto di riportare in edicola Newton, chiuso da Rcs, e il sogno mai spento di fondare un quotidiano. Giangaetano Caso (padre) e Fabio Caso (figlio) non rinunciano all’editoria nonostante il fallimento un anno fa dell’esperienza di Dieci, sfortunato quotidiano sportivo, e il mancato acquisto dell’Unità. Di Tutto, La mia casa e Top Salute, le tre riviste ex Peruzzo, totalizzano una raccolta annua di circa 3 milioni.
[09/06/2008 - 11.22] Finalmente editori. Ce l’hanno fatti i due Caso, Giangaetano (padre) e Fabio (figlio). Dopo il fallimento del quotidiano sportivo Dieci, fondato esattamente un anno fa e di breve durata, e dopo il mancato acquisto dell’Unità, per cui avevano fatto un’offerta poco prima di quella poi vincente di Renato Soru, i due ora attraverso la loro società Giornali e Associati e la loro concessionaria di pubblicità Ed7, entrambe con sede legale a Roma e sede operativa a Milano in via Washington 70, entrano nell’editoria da una porta di servizio, quella dei periodici.Dal’1 giugno sono infatti proprietari di tre riviste di Peruzzo Editore: il settimanale di gossip Di Tutto e i due mensili La mia casa e Top Salute. Ma questo è solo il primo passo. I Caso hanno infatti in corso una trattativa con Rcs Periodici per l’affitto della licenza di Newton, mensile maschile dedicato alle scienze e alle tecnologie che via Rizzoli ha chiuso a gennaio, ricollocando internamente al gruppo i 16 giornalisti, a partire dal direttore Giorgio Rivieccio, passato a dirigere Il Corriere dell’enigmistica, Domenica Quiz e Quiz Mese, tre periodici che ricadono sotto l’unità Familiari di Rcs Periodici. Resta la testata, di cui Rcs ha acquisito la licenza da un editore giapponese. “Abbiamo chiesto di affittare la licenza – conferma Fabio Caso –, e dopo un’iniziale apertura, c’è stato un raffreddamento. Gli ultimi contatti risalgono alla fine di maggio. Ma non considero l’affare sfumato”. Quanto ai periodici ex Peruzzo, di cui il precedente editore ha deciso di liberarsi per concentrarsi sul business dei collezionabili, la Giornali e Associati li farà realizzare in service, come del resto Peruzzo. Per tutte e tre le riviste la concessionaria continuerà ad essere Media Company (per Di Tutto attraverso una subconcessione di Ed7). “Il valore pubblicitario delle tre riviste – dichiara Caso – è di circa 3 milioni di euro. Ma entro la fine del 2009 la nostra casa editrice e concessionaria punta a un portafoglio di testate da 10 milioni di euro. Non abbandoniamo infatti l’idea di fondare o rilevare un quotidiano. Già a settembre potremmo forse annunciare novità”. (F.C.)
cronache dalla casta del calcio con varie ed eventuali
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la balle dans la confusion - the football in confusion - топка в неловко положение
den ball in verwirrung - la pelota en la confusión - a bola em confusão - der bal in verwarring
την μπάλα στη σύγχυση - мяч в путанице - 혼란에 공 - 混乱のボール - 球在混亂
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martedì 10 giugno 2008
lunedì 9 giugno 2008
Le casse sono piene boom dei ricavi tv
Epolis 9 giugno 2008 pagina 42
Il bilancio. In attivo la semestrale della SSCN. Estinto il debito con Unicredit. E il San Paolo incide sul 44% delle entrate
LE CASSE SONO PIENE
BOOM DEI RICAVI TV
Marco Liguori
Il presidente Aurelio De Laurentiis brucia le tappe per fare grande il Napoli. Dopo aver chiuso nel 2006/07 il primo bilancio in utile (1,42 milioni) con un anno di anticipo, ha ottenuto un attivo di 10,24 milioni nei primi sei mesi della stagione 2007/08 che ha segnato il ritorno in A. Il risultato più che positivo è contenuto nel verbale, depositato in Camera di Commercio, del consiglio di amministrazione che ha approvato la semestrale il 25 marzo scorso: polverizza gli 886mila euro del periodo luglio-dicembre 2006. Esso lascia prevedere una brillante chiusura di esercizio, fondamentale per rafforzare la squadra e affrontare le sfide dell’Intertoto e del prossimo campionato. Il motivo del boom è spiegato nel documento dal presidente: «Il passaggio di categoria ha influenzato notevolmente sia la valorizzazione commerciale del marchio che quello dei diritti di ripresa e trasmissione dei diritti di ripresa e trasmissione degli eventi calcistici». Gli investimenti ammontano a 25,6 milioni, di cui 25,4 per acquisto calciatori.
L’esplosione dei ricavi, pari a 41,3 milioni, incrementatisi del 141% rispetto al primo semestre 06/07, è stata «in grado di sostenere completamente – si legge nel verbale – il coacervo dei costi della produzione» pari a 27,2 milioni (+58%). Gli introiti hanno anche coperto l’indebitamento bancario: sono stati estinti i restanti 7,03 milioni del prestito Unicredit. La società vanta verso le banche «un saldo attivo di euro 1.352 migliaia». Le entrate sono costituite per oltre il 44% da abbonamenti: si segnala anche «il significativo incremento dei ricavi derivanti dalla cessione dei diritti televisivi». Da semplice progetto partito nel 2004 in C1 il Napoli è ritornato ad essere una realtà consolidata della serie A: la società sta sviluppando il merchandising attraverso un negozio on line posto sul sito internet.
(Riproduzione consentita solo esclusivamente dietro la citazione della fonte)
Leggi anche
http://marcoliguori.blogspot.com/2008/06/colpo-grosso-del-napoli-acquistato.html
Il bilancio. In attivo la semestrale della SSCN. Estinto il debito con Unicredit. E il San Paolo incide sul 44% delle entrate
LE CASSE SONO PIENE
BOOM DEI RICAVI TV
Marco Liguori
Il presidente Aurelio De Laurentiis brucia le tappe per fare grande il Napoli. Dopo aver chiuso nel 2006/07 il primo bilancio in utile (1,42 milioni) con un anno di anticipo, ha ottenuto un attivo di 10,24 milioni nei primi sei mesi della stagione 2007/08 che ha segnato il ritorno in A. Il risultato più che positivo è contenuto nel verbale, depositato in Camera di Commercio, del consiglio di amministrazione che ha approvato la semestrale il 25 marzo scorso: polverizza gli 886mila euro del periodo luglio-dicembre 2006. Esso lascia prevedere una brillante chiusura di esercizio, fondamentale per rafforzare la squadra e affrontare le sfide dell’Intertoto e del prossimo campionato. Il motivo del boom è spiegato nel documento dal presidente: «Il passaggio di categoria ha influenzato notevolmente sia la valorizzazione commerciale del marchio che quello dei diritti di ripresa e trasmissione dei diritti di ripresa e trasmissione degli eventi calcistici». Gli investimenti ammontano a 25,6 milioni, di cui 25,4 per acquisto calciatori.
L’esplosione dei ricavi, pari a 41,3 milioni, incrementatisi del 141% rispetto al primo semestre 06/07, è stata «in grado di sostenere completamente – si legge nel verbale – il coacervo dei costi della produzione» pari a 27,2 milioni (+58%). Gli introiti hanno anche coperto l’indebitamento bancario: sono stati estinti i restanti 7,03 milioni del prestito Unicredit. La società vanta verso le banche «un saldo attivo di euro 1.352 migliaia». Le entrate sono costituite per oltre il 44% da abbonamenti: si segnala anche «il significativo incremento dei ricavi derivanti dalla cessione dei diritti televisivi». Da semplice progetto partito nel 2004 in C1 il Napoli è ritornato ad essere una realtà consolidata della serie A: la società sta sviluppando il merchandising attraverso un negozio on line posto sul sito internet.
(Riproduzione consentita solo esclusivamente dietro la citazione della fonte)
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domenica 8 giugno 2008
"Rateizzare in bulgaro" sbarca in Bulgaria
Ringrazio la collega Elena Chahanova, corrispondente della Radio Nazionale Bulgara in Italia, per aver tradotto in bulgaro il mio articolo "Rateizzare in bulgaro" e i colleghi tutti del sito www.sportline.bg per averlo pubblicato.
Per gli amici di Sofia e dintorni, questa è la versione nella loro lingua
Финансист от Италия:
Отсрочено плащане по италиански, а не оставка на президента, беше спасението за ЦСКА
http://www.sportline.bg/news.php?id=9247
E questo è l'originale in italiano
http://marcoliguori.blogspot.com/2008/06/rateizzare-in-bulgaro.html
Per gli amici di Sofia e dintorni, questa è la versione nella loro lingua
Финансист от Италия:
Отсрочено плащане по италиански, а не оставка на президента, беше спасението за ЦСКА
http://www.sportline.bg/news.php?id=9247
E questo è l'originale in italiano
http://marcoliguori.blogspot.com/2008/06/rateizzare-in-bulgaro.html
venerdì 6 giugno 2008
La quarta rateizzazione della Roma
Epolis 6 giugno 2008 pagina 41
Approfondimenti. In analisi il comunicato mensile sullo situazione finanziaria al 30 aprile scorso
I CONTI IN TASCA ALLA ROMA
QUANTI SOLDI CI SONO IN CASSA?
La società ha presentato all'Agenzia delle entrate una «istanza di rateizzazione della cartella di pagamento per Irap»
Marco Liguori
La Roma ha chiesto la quarta rateizzazione dei debiti fiscali. La notizia è evidenziata nel recente comunicato mensile sullo situazione finanziaria al 30 aprile scorso e nella terza trimestrale al 31 marzo. In quest’ultimo documento, la società giallorossa evidenzia che il 5 febbraio «è stata presentata all’Agenzia delle entrate l’istanza di rateizzazione della cartella di pagamento per Irap iscritta a ruolo relativa all’esercizio 2001-2002, per l’importo di 4,9 milioni di euro». L’importo è comprensivo di oneri accessori ed è stato accantonato in esercizi precedenti ed è attualmente sospeso. A causa delle recenti novità legislative in materia di rateizzazione «l’istanza è stata ripresentata lo scorso 28 marzo – si legge ancora nella trimestrale – al Concessionario della riscossione competente territorialmente». Nel documento sullo stato debitorio si evidenzia che l’importo di 4,9 milioni è scaduto ed «è in corso di perfezionamento la procedura» per la dilazione. Le altre rateizzazioni riguardano un debito in 56 mensilità dal settembre 2006 per 1,3 milioni (16 pagate), un altro per 2,8 milioni in 54 rate mensili dal marzo 2007 (pagate 12), e uno da 7,7 milioni dal febbraio 2008 in 46 rate mensili (3 pagate). Al 30 aprile scorso la società giallorossa quotata in Borsa aveva complessivamente debiti tributari per 22,12 milioni (di cui 14,7 entro 12 mesi e 7,4 oltre), contro i 26 milioni del mese precedente e i 15,08 milioni del 30 giugno 2007.
Le passività correnti (comprendenti i debiti verso erario, enti previdenziali, fornitori e personale) a fine aprile della "magica" sono pari a 114,6 milioni e hanno superato le attività per 70,5 milioni. Quest’ultimo dato è in calo rispetto a marzo (95,01 milioni) ed è abbastanza vicino ai 79,88 milioni della chiusura annuale al 30 giugno di un anno fa. Riguardo ai debiti di funzionamento, quelli verso il personale ammontano a 9,7 milioni (10,06 milioni in marzo), di cui 8,9 con i tesserati: non ci sono somme scadute. Gli importi dovuti verso società calcistiche ammontano a oltre 13 milioni, contro i precedenti 9,6 milioni. La Roma ha generato una posizione finanziaria netta, ossia le disponibilità liquide, in attivo per 19,9 milioni in calo dai 29,3 milioni di marzo, ma in crescita di 9,5 milioni nel corso degli ultimi 12 mesi. Ciò è stato determinato, spiega il comunicato sulla situazione finanziaria, «dall’utilizzo delle risorse per il pagamento di emolumenti e premi spettanti al personale tesserato, di imposte e ritenute fiscali, di contributi previdenziali e degli altri debiti di funzionamento di natura corrente, tenuto conto dell’incasso di proventi da sponsorizzazioni e di ricavi da biglietteria per le gare casalinghe del campionato di serie A e dell’Uefa Champions League».
Approfondimenti. In analisi il comunicato mensile sullo situazione finanziaria al 30 aprile scorso
I CONTI IN TASCA ALLA ROMA
QUANTI SOLDI CI SONO IN CASSA?
La società ha presentato all'Agenzia delle entrate una «istanza di rateizzazione della cartella di pagamento per Irap»
Marco Liguori
La Roma ha chiesto la quarta rateizzazione dei debiti fiscali. La notizia è evidenziata nel recente comunicato mensile sullo situazione finanziaria al 30 aprile scorso e nella terza trimestrale al 31 marzo. In quest’ultimo documento, la società giallorossa evidenzia che il 5 febbraio «è stata presentata all’Agenzia delle entrate l’istanza di rateizzazione della cartella di pagamento per Irap iscritta a ruolo relativa all’esercizio 2001-2002, per l’importo di 4,9 milioni di euro». L’importo è comprensivo di oneri accessori ed è stato accantonato in esercizi precedenti ed è attualmente sospeso. A causa delle recenti novità legislative in materia di rateizzazione «l’istanza è stata ripresentata lo scorso 28 marzo – si legge ancora nella trimestrale – al Concessionario della riscossione competente territorialmente». Nel documento sullo stato debitorio si evidenzia che l’importo di 4,9 milioni è scaduto ed «è in corso di perfezionamento la procedura» per la dilazione. Le altre rateizzazioni riguardano un debito in 56 mensilità dal settembre 2006 per 1,3 milioni (16 pagate), un altro per 2,8 milioni in 54 rate mensili dal marzo 2007 (pagate 12), e uno da 7,7 milioni dal febbraio 2008 in 46 rate mensili (3 pagate). Al 30 aprile scorso la società giallorossa quotata in Borsa aveva complessivamente debiti tributari per 22,12 milioni (di cui 14,7 entro 12 mesi e 7,4 oltre), contro i 26 milioni del mese precedente e i 15,08 milioni del 30 giugno 2007.
Le passività correnti (comprendenti i debiti verso erario, enti previdenziali, fornitori e personale) a fine aprile della "magica" sono pari a 114,6 milioni e hanno superato le attività per 70,5 milioni. Quest’ultimo dato è in calo rispetto a marzo (95,01 milioni) ed è abbastanza vicino ai 79,88 milioni della chiusura annuale al 30 giugno di un anno fa. Riguardo ai debiti di funzionamento, quelli verso il personale ammontano a 9,7 milioni (10,06 milioni in marzo), di cui 8,9 con i tesserati: non ci sono somme scadute. Gli importi dovuti verso società calcistiche ammontano a oltre 13 milioni, contro i precedenti 9,6 milioni. La Roma ha generato una posizione finanziaria netta, ossia le disponibilità liquide, in attivo per 19,9 milioni in calo dai 29,3 milioni di marzo, ma in crescita di 9,5 milioni nel corso degli ultimi 12 mesi. Ciò è stato determinato, spiega il comunicato sulla situazione finanziaria, «dall’utilizzo delle risorse per il pagamento di emolumenti e premi spettanti al personale tesserato, di imposte e ritenute fiscali, di contributi previdenziali e degli altri debiti di funzionamento di natura corrente, tenuto conto dell’incasso di proventi da sponsorizzazioni e di ricavi da biglietteria per le gare casalinghe del campionato di serie A e dell’Uefa Champions League».
giovedì 5 giugno 2008
Rateizzare in bulgaro
Il presidente del Cska, Aleksandar Tomov, non avrebbe dovuto dimettersi a causa della grave situazione dei debiti fiscali del club che lo ha portato all'esclusione dalla Champions. Bastava dilazionare "all'italiana"
Cska Sofia e Porto sono state escluse dalla ricchissima Champions League. La decisione per la squadra portoghese è stata emanata dall’Uefa: secondo il sito dell’organizzazione pallonara continentale essa è stata presa «dopo aver studiato il caso legato alla corruzione di arbitri durante il campionato portoghese del 2003/04». Invece il “ne” (no in lingua bulgara) per il Cska è giunto stamane dalla Federcalcio bulgara, che ha accertato alcune irregolarità con il fisco: il pagamento dei tributi è un presupposto fondamentale per ottenere la licenza Uefa necessaria per la partecipazione alle coppe. A ciò si aggiungerebbero anche somme consistenti dovute verso istituti bancari. La decisione è definitiva e inappellabile. Probabilmente non è stato sufficiente l’apporto finanziario di Pramod Mittal, uno dei componenti della omonima famiglia dei magnati indiani dell’acciaio, che l’acquistò nel 2006. Si mettano però il cuore in pace il Milan e le altre società prime escluse dalla Champions nei rispettivi campionati: ogni paese può schierare nella manifestazione il numero di squadre assegnato per regolamento (l’Italia soltanto quattro). Il posto lasciato vacante dal Cska spetta agli eterni rivali del Levski Sofia, giunti secondi in campionato.
Una triste fine per il club della capitale balcanica, che ha vinto nella stagione appena trascorsa il suo 31° campionato e diverse volte protagonista nelle coppe continentali. E’ stato semifinalista in Coppa Campioni nel 1967, quando fu eliminato dalla Grande Inter alla terza partita (non esisteva ancora la regola del gol doppio in trasferta), e nel 1982: nel 1989 giunse in semifinale di Coppa delle Coppe. E suonano come un’atroce beffa le parole pronunciate il 24 maggio scorso dal presidente (oggi dimissionario e inseguito dai tifosi inferociti) Alexandar Tomov. Nella versione inglese del sito del Cska (http://inside.cska.bg/cska/en/info/accents/2008/05/20080524_1524/view) si leggono le dichiarazioni trionfalistiche del numero uno della società polisportiva che fu dell’esercito bulgaro: «Quest’anno il Cska ha il più grande budget della sua intera storia».
Secondo un nostro sommesso parere, il presidente ha però sbagliato nel dare subito le dimissioni. Un gesto troppo frettoloso. Avrebbe dovuto ricordarsi ciò che accadde nel 2005 in Italia, quando la Lazio, grazie a una normativa fin troppo accondiscendente, ebbe la rateizzazione dei debiti fiscali in 23 anni. Se il Testo unico tributario bulgaro non prevede ciò (e pur non conoscendolo, dubitiamo che lo preveda) Tomov avrebbe potuto rivolgersi a esponenti politici del suo paese per emanare una leggina ad hoc, magari usufruibile anche da altri club. Se il Cska è ridotto male con i conti a causa del suo asfissiante stato debitorio, figuriamoci gli altri. In questo modo si capovolgerebbero i luoghi comuni italiani come “plebiscito bulgaro” o “editto bulgaro”: gli amici del paese delle rose potrebbero quindi dire in questo caso “legge italiana”. E ovviamente salvare un pezzo importante della loro storia.
Marco Liguori
Cska Sofia e Porto sono state escluse dalla ricchissima Champions League. La decisione per la squadra portoghese è stata emanata dall’Uefa: secondo il sito dell’organizzazione pallonara continentale essa è stata presa «dopo aver studiato il caso legato alla corruzione di arbitri durante il campionato portoghese del 2003/04». Invece il “ne” (no in lingua bulgara) per il Cska è giunto stamane dalla Federcalcio bulgara, che ha accertato alcune irregolarità con il fisco: il pagamento dei tributi è un presupposto fondamentale per ottenere la licenza Uefa necessaria per la partecipazione alle coppe. A ciò si aggiungerebbero anche somme consistenti dovute verso istituti bancari. La decisione è definitiva e inappellabile. Probabilmente non è stato sufficiente l’apporto finanziario di Pramod Mittal, uno dei componenti della omonima famiglia dei magnati indiani dell’acciaio, che l’acquistò nel 2006. Si mettano però il cuore in pace il Milan e le altre società prime escluse dalla Champions nei rispettivi campionati: ogni paese può schierare nella manifestazione il numero di squadre assegnato per regolamento (l’Italia soltanto quattro). Il posto lasciato vacante dal Cska spetta agli eterni rivali del Levski Sofia, giunti secondi in campionato.
Una triste fine per il club della capitale balcanica, che ha vinto nella stagione appena trascorsa il suo 31° campionato e diverse volte protagonista nelle coppe continentali. E’ stato semifinalista in Coppa Campioni nel 1967, quando fu eliminato dalla Grande Inter alla terza partita (non esisteva ancora la regola del gol doppio in trasferta), e nel 1982: nel 1989 giunse in semifinale di Coppa delle Coppe. E suonano come un’atroce beffa le parole pronunciate il 24 maggio scorso dal presidente (oggi dimissionario e inseguito dai tifosi inferociti) Alexandar Tomov. Nella versione inglese del sito del Cska (http://inside.cska.bg/cska/en/info/accents/2008/05/20080524_1524/view) si leggono le dichiarazioni trionfalistiche del numero uno della società polisportiva che fu dell’esercito bulgaro: «Quest’anno il Cska ha il più grande budget della sua intera storia».
Secondo un nostro sommesso parere, il presidente ha però sbagliato nel dare subito le dimissioni. Un gesto troppo frettoloso. Avrebbe dovuto ricordarsi ciò che accadde nel 2005 in Italia, quando la Lazio, grazie a una normativa fin troppo accondiscendente, ebbe la rateizzazione dei debiti fiscali in 23 anni. Se il Testo unico tributario bulgaro non prevede ciò (e pur non conoscendolo, dubitiamo che lo preveda) Tomov avrebbe potuto rivolgersi a esponenti politici del suo paese per emanare una leggina ad hoc, magari usufruibile anche da altri club. Se il Cska è ridotto male con i conti a causa del suo asfissiante stato debitorio, figuriamoci gli altri. In questo modo si capovolgerebbero i luoghi comuni italiani come “plebiscito bulgaro” o “editto bulgaro”: gli amici del paese delle rose potrebbero quindi dire in questo caso “legge italiana”. E ovviamente salvare un pezzo importante della loro storia.
Marco Liguori
Ultim'ora - Da Sofia giungono voci che per il Cska si starebbero per spalancare le porte della retrocessione in seconda divisione
mercoledì 4 giugno 2008
Moggi propone due nuovi ricorsi al Tar
Luciano Moggi ha proposto due nuovi ricorsi al Tar del Lazio per contestare i nuovi 'passaggi' della vicenda 'Calciopoli'. Questa volta, davanti ai giudici amministrativi, arriva la contestazione delle nuove richieste di provvedimenti disciplinari presentate nell'aprile scorso dal procuratore federale Stefano Palazzi. Si attende adesso l'assegnazione dei ricorsi alla competente sezione giudicante, con la fissazione dell'udienza di discussione. I presunti rapporti con gli arbitri sono al centro delle nuove contestazioni a Moggi. In particolare all'ex Dg della Juventus viene attribuita, dagli organismi sportivi federali, la responsabilita' di avere allestito un sistema di 'comunicazioni riservate' con tesserati dell'Aia, fornendo ad alcuni di essi, direttamente o per interposta persona, schede telefoniche di gestori stranieri. Anche in questo caso, la 'battaglia' di Moggi e' volta non solo a negare ogni addebito che gli viene mosso, ma anche a sostenere che lui non possa essere giudicato dalla giustizia sportiva in quanto non più formalmente tesserato. Il 19 marzo scorso, lo stesso Tar del Lazio ritenne legittimi gli atti che portarono alla sanzione dell'inibizione per 5 anni da tutte le cariche federali e l'ammenda di 50mila euro inflitta nel luglio 2006 a Luciano Moggi. (ANSA).
Risultati sondaggio: Moratti ha fatto bene a divorziare da Mancini?
I tifosi interisti hanno bocciato il presidente: avrebbero voluto ancora Mancini come allenatore.
Moratti ha fatto bene a divorziare da Mancini?
Sì (42%)
No (57%)
Moratti ha fatto bene a divorziare da Mancini?
Sì (42%)
No (57%)
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il pallone in confusione
Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
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Editore e direttore responsabile: Marco Liguori
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Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati
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