Grazie alla transazione consentita dalla legge con il fisco, che ha accettato la rateizzazione di 140 milioni in 23 anni, non conviene agli altri creditori presentare eventuali istanze di fallimento: riceverebbero solo le briciole
L’indebitamento della Lazio si è assestato a 126,04 milioni, con somme scadute per 8,69 milioni. Il dato, risalente al 31 luglio è registrato nell’ultima comunicazione Consob del 31 agosto scorso. I tifosi della Lazio però non dovranno preoccuparsi: non tanto perché la cifra è diminuita rispetto ai 129,29 milioni di fine giugno, ma per una semplice constatazione pratica. Il 20 maggio 2005 il presidente Claudio Lotito sottoscrisse l’atto di transazione in 23 anni dei debiti fiscali con l’Agenzia delle entrate «relativo alle imposte Irpef e Iva – si legge nel bilancio al 30 giugno 2007 – dovute a tutto il 31 dicembre 2004 e non versate dalle precedenti gestioni, pari a complessivi Euro 108,78 milioni, ai quali vanno aggiunti gli interessi legali (per un totale complessivo di oltre Euro 140 milioni)». Questo atto, siglato in base alla legge 178/2002 (in seguito abrogata), rappresenta la vera “assicurazione sulla vita” per la Lazio: quest’ultima, stando sempre alla comunicazione del 31 agosto scorso, deve ancora 88,72 milioni, ed ha versato regolarmente tutte le rate finora dovute al fisco secondo l’accordo.
Ma perché l’intesa raggiunta è un’“assicurazione sulla vita”? Considerato che il fisco è il maggior creditore della società biancoceleste ed è per legge il primo privilegiato in assoluto, non c’è alcuna convenienza per tutti gli altri a presentare eventuali istanze di fallimento. Infatti, sarebbe molto difficile per essi recuperare le cifre dovute dalla squadra romana, poiché l’amministrazione tributaria sarebbe la prima a incassare le somme provenienti dall’ipotetico dissesto. In più, l’Agenzia delle entrate ha garantito i suoi importi con la cessione pro-solvendo dei crediti rivenienti dagli incassi da biglietteria, mentre sul centro sportivo di Formello grava un’ipoteca iscritta dal 31 marzo 2004 dal Concessionario del servizio della riscossione della Provincia di Roma. «Tale garanzia – si legge ancora nel bilancio 2006/07 – rimarrà operativa sino alla definitiva esecuzione della transazione con l’Agenzia delle Entrate». Insomma, ai fornitori (che devono ricevere ancora 10,19 milioni), al personale (11,25 milioni) e alle società di calcio (9,38 milioni) non c’è alcun interesse a chiedere il fallimento: gli resterebbero soltanto le briciole.
Oltre a ciò, c’è un altro vantaggio per Lotito, che controlla la società biancoceleste tramite la sua Lazio Events con la quota del 61,312%. Proprio grazie alla transazione non ha dovuto effettuare un’immediata operazione di ricapitalizzazione per ripagare le somme dovute all’amministrazione tributaria. Se quest’ultima avesse subito avviato le procedure coattive di riscossione e intentato l’eventuale successiva azione fallimentare, sarebbe stato costretto a farlo: ma il numero uno laziale è stato abile a trovare la legge che ha consentito di evitare tutto questo. E tutti vissero felici e contenti.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
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giovedì 11 settembre 2008
mercoledì 10 settembre 2008
Roma-Napoli: la testimonianza di un giornalista austriaco
«In futuro crederò ancora meno di prima alle notizie di scontri provenienti dall’Italia» racconta Reinhard Krennhuber in un'intervista a derstandard.at. «Ritardi e maltrattamenti studiati per provocare reazione. Nessun attacco, la polizia invece nei bus ha picchiato a caso»
Reinhard Krennhuber, caporedattore della rivista calcistica "Ballesterer fm", accompagnato dal collega Rosenberg, ha viaggiato insieme agli Ultras Napoletani verso Roma e prende posizione in un'intervista al derStandard.at sui fatti accaduti. L'articolo è comparso per la prima volta su http://www.asromaultras.it/updates.htm e lo ha ripreso anche www.tuttonapoli.net. Una versione differente da quella offerta dai media italiani, con il racconto di scene assurde. Il testo integrale in lingua tedesca è su http://derstandard.at/?url=/?id=1220457342474
Reinhard Krennhuber, caporedattore della rivista calcistica "Ballesterer fm", accompagnato dal collega Jakob Rosenberg, ha viaggiato insieme agli Ultras Napoletani in trasferta verso Roma e prende posizione in un' intervista al derStandard.at sui fatti accaduti. "Ballesterer fm" ne parlerà in un articolo che uscirà il 7 ottobre sulla crisi nel calcio italiano, raccontando in particolare i fatti della partita Roma – Napoli.
Ecco la traduzione italiana
I media raccontano di come atti di violenza all'inizio del campionato di serie A abbiano di nuovo danneggiato l’immagine del calcio italiano. Da fonti di agenzia di stampa si apprende di come 1500 Ultras Napoletani abbiano assaltato un treno alla stazione di Napoli costringendo a scendere 300 passeggeri. Inoltre avrebbero ferito quattro controllori di Trenitalia e danneggiato e saccheggiato le carrozze. All'arrivo a Roma Termini avrebbero acceso bombe carta e usato gas lacrimogeni mentre erano scortati dalle forze dell’ordine ai bus verso lo stadio. Trenitalia parla di danni attorno ai 500.000 Euro.
Reinhard Krennhuber, caporedattore della rivista calcistica "Ballesterer fm", accompagnato dal collega Jakob Rosenberg, ha viaggiato insieme agli Ultras Napoletani in trasferta verso Roma e prende posizione in un' intervista al derStandard.at sui fatti accaduti. "Ballesterer fm" ne parlerà in un articolo che uscirà il 7 ottobre sulla crisi nel calcio italiano, raccontando in particolare i fatti della partita Roma – Napoli.
Lei è stato un testimone oculare dei fatti successi alla stazione di Napoli, ci racconta cosa in realtà è successo?
«Innanzitutto non si può assolutamente parlare di Ultras Napoletani che abbiano minacciato e fatto scendere dal treno 300 passeggeri, poi degli attacchi ai controllori di Trenitalia non ne abbiamo preso atto. Il treno sarebbe dovuto partire alle 09:24. Poco dopo le 11 i dipendenti di Trenitalia sono passati sui treni per consigliare ai passeggeri non tifosi del napoli e senza intenzione di andare a Roma di lasciare il treno e di prenderne un altro, cosa che hanno fatto tutti. Alla fine si parte alle 12:30 in un treno strapieno e sovraffollato. All’arrivo a Roma la partita era già iniziata; siamo entrati all' Olimpico al 52° minuto di gioco, una vergogna pensando che la maggior parte degli ultras aveva pagato sia il biglietto del treno che il biglietto di entrata all'Olimpico per 28 Euro. Abbiamo assistito alla demolizione dei bagni ma non si arriverebbe comunque mai alla cifra che Trenitalia ha comunicato ufficialmente, e poi qualcuno mi dica cosa ci sarebbe da saccheggiare in un treno...il tutto si sottrae alla mia immaginazione, come la notizia che gli ultras avrebbero usato gas lacrimogeni alla stazione Termini».
C'è stato qualche momento in cui avete avuto paura che potesse succedere qualcosa?
«Non abbiamo avute paure create dagli ultras napoletani, non hanno attaccato le forze dell’ordine nè alla stazione nè allo stadio, anche perchè sapevano cosa ci fosse in gioco. L’unico momento di tensione è stato quando dopo la partita sono entrate le forze dell’ordine nei bus per picchiare a caso chiunque si trovasse sulla loro via, il tutto con la scusa che queste persone avrebbero ostacolato la partenza dei bus. La cosa più assurda e che questi bus sono partiti poi dopo un'ora e mezza! Ci hanno trattenuto dentro lo stadio per 4 ore senza la possibilità di acquistare acqua o cibo. La promessa di ricevere acqua non è mai stata mantenuta!»
Il Ministero degli Interni italiano vorrebbe emettere un divieto di trasferta ai tifosi napoletani e vorrebbe far giocare a porte chiuse il Napoli sanzionando anche la società con una multa. Lei pensa che questi provvedimenti servano a qualcosa?
«No, trovo il divieto alle trasferte e le porte chiuse un provvedimento molto esagerato. La maggior parte dei tifosi napoletani non ha commesso nessun reato durante la trasferta. Le accuse che gli incidenti siano stati pianificati e orchestrati dai fans o addirittura dalla camorra mi sembrano totalmente assurde, un'invenzione. Al contrario non riesco a smettere di pensare che il tutto, cioè il ritardo e diversi maltrattamenti, siano stati studiati di proposito come per avere una reazione da parte dei tifosi per provocare una reazione ed emanare poi i provvedimenti che adesso vogliono far passare».
Il capo della polizia Antonio Manganelli parla di risultati positivi ottenuti dallo Stato contro la violenza negli stadi. Afferma che dopo la morte dell'ispettore Raciti a Catania ci sono meno incidenti. Racconta poi di come la sicurezza negli stadi sia stata migliorata e come questo abbia di nuovo attirato le famiglie con i bambini a frequentare di nuovo lo stadio. Sono fatti reali o solo belle parole?
«Gli standard di sicurezza sono stati sicuramente migliorati ma si tratta solamente di qualche cancello e qualche tornello in più all’entrata. Gli stadi italiani sono ancora nelle stesse desolanti condizioni di prima, non è cambiato niente all’interno. A parte questo lo Stato italiano usa solamente la via della repressione, non hanno alcuna intenzione di spendere soldi o lavorare insieme ai tifosi per un programma con essi. Poi trovo la deposizione di Manganelli molto cinica, pensando che nel novembre 2007 veniva ucciso Gabriele Sandri da un colpo di pistola esploso da un agente della polizia. Inoltre non riesco a vedere l'incremento delle visite allo stadio da parte di famiglie. A Roma nel settore ospiti ho notato tra le 3600 persone due che erano sopra i 50 anni e cinque o sei donne, cosa che non mi stupisce affatto visto il trattamento a volte disumano che subiscono i tifosi».
Lei a che conclusioni arriva dopo il weekend passato?
«In futuro crederò ancora meno di prima alle notizie di scontri provenienti dall’Italia. C'è una discrepanza enorme tra quello che abbiamo vissuto quel giorno e cosa hanno riportato i media il giorno seguente. Per tutta la giornata non abbiamo incontrato un collega giornalista. I media non hanno fatto alcuna ricerca sul posto, si fanno dare i servizi già pronti dall'ufficio stampa delle autorità. E in quei servizi la versione dei tifosi non viene presa in considerazione o solo minimamente. Raiuno è l’unica emittente che ha fatto parlare anche tifosi e gente comune, e non solo politici e vari esponenti delle autorità su fatti. E quella gente comune e i tifosi raccontano analoghe storie come la nostra vissuta lo scorso weekend».
(Thomas Hirner, derStandard.at, 5. September 2008)
C'è stato qualche momento in cui avete avuto paura che potesse succedere qualcosa?
«Non abbiamo avute paure create dagli ultras napoletani, non hanno attaccato le forze dell’ordine nè alla stazione nè allo stadio, anche perchè sapevano cosa ci fosse in gioco. L’unico momento di tensione è stato quando dopo la partita sono entrate le forze dell’ordine nei bus per picchiare a caso chiunque si trovasse sulla loro via, il tutto con la scusa che queste persone avrebbero ostacolato la partenza dei bus. La cosa più assurda e che questi bus sono partiti poi dopo un'ora e mezza! Ci hanno trattenuto dentro lo stadio per 4 ore senza la possibilità di acquistare acqua o cibo. La promessa di ricevere acqua non è mai stata mantenuta!»
Il Ministero degli Interni italiano vorrebbe emettere un divieto di trasferta ai tifosi napoletani e vorrebbe far giocare a porte chiuse il Napoli sanzionando anche la società con una multa. Lei pensa che questi provvedimenti servano a qualcosa?
«No, trovo il divieto alle trasferte e le porte chiuse un provvedimento molto esagerato. La maggior parte dei tifosi napoletani non ha commesso nessun reato durante la trasferta. Le accuse che gli incidenti siano stati pianificati e orchestrati dai fans o addirittura dalla camorra mi sembrano totalmente assurde, un'invenzione. Al contrario non riesco a smettere di pensare che il tutto, cioè il ritardo e diversi maltrattamenti, siano stati studiati di proposito come per avere una reazione da parte dei tifosi per provocare una reazione ed emanare poi i provvedimenti che adesso vogliono far passare».
Il capo della polizia Antonio Manganelli parla di risultati positivi ottenuti dallo Stato contro la violenza negli stadi. Afferma che dopo la morte dell'ispettore Raciti a Catania ci sono meno incidenti. Racconta poi di come la sicurezza negli stadi sia stata migliorata e come questo abbia di nuovo attirato le famiglie con i bambini a frequentare di nuovo lo stadio. Sono fatti reali o solo belle parole?
«Gli standard di sicurezza sono stati sicuramente migliorati ma si tratta solamente di qualche cancello e qualche tornello in più all’entrata. Gli stadi italiani sono ancora nelle stesse desolanti condizioni di prima, non è cambiato niente all’interno. A parte questo lo Stato italiano usa solamente la via della repressione, non hanno alcuna intenzione di spendere soldi o lavorare insieme ai tifosi per un programma con essi. Poi trovo la deposizione di Manganelli molto cinica, pensando che nel novembre 2007 veniva ucciso Gabriele Sandri da un colpo di pistola esploso da un agente della polizia. Inoltre non riesco a vedere l'incremento delle visite allo stadio da parte di famiglie. A Roma nel settore ospiti ho notato tra le 3600 persone due che erano sopra i 50 anni e cinque o sei donne, cosa che non mi stupisce affatto visto il trattamento a volte disumano che subiscono i tifosi».
Lei a che conclusioni arriva dopo il weekend passato?
«In futuro crederò ancora meno di prima alle notizie di scontri provenienti dall’Italia. C'è una discrepanza enorme tra quello che abbiamo vissuto quel giorno e cosa hanno riportato i media il giorno seguente. Per tutta la giornata non abbiamo incontrato un collega giornalista. I media non hanno fatto alcuna ricerca sul posto, si fanno dare i servizi già pronti dall'ufficio stampa delle autorità. E in quei servizi la versione dei tifosi non viene presa in considerazione o solo minimamente. Raiuno è l’unica emittente che ha fatto parlare anche tifosi e gente comune, e non solo politici e vari esponenti delle autorità su fatti. E quella gente comune e i tifosi raccontano analoghe storie come la nostra vissuta lo scorso weekend».
(Thomas Hirner, derStandard.at, 5. September 2008)
Maroni sconfessa il Casms: niente tifosi catanesi a Milano
Incredibile dietrofront del ministro dell'Interno Roberto Maroni, che ha deciso che i tifosi del Catania non potranno recarsi sabato a Milano per seguire la partita della loro squadra contro l'Inter. Il numero uno del Viminale lo ha annunciato nel corso della sua audizione alla Commissione Affari costituzionali del Senato: in questo modo ha sconfessato il Comitato di analisi per la sicurezza nelle manifestazioni sportive, che aveva reso possibile la vendita dei biglietti ai sostenitori siciliani. I tagliandi per l'accesso allo stadio San Siro erano stati riservati però solo a chi avesse presentato «un titolo di viaggio valido e riscontrabile al fine di evitare i disagi loro causati in passato da lunghe attese notturne nelle stazioni ferroviarie»
Maroni ha spiegato ai senatori che Inter-Catania, in programma per la seconda giornata della serie A, è uno degli incontri «ad alto rischio» individuati dall'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ed esaminati dal Casms. Ieri il Casms aveva decretato il divieto di trasferta a Napoli per i tifosi della Fiorentina, a Latina per i tifosi del Sora e a Foggia per i sostenitori della Cavese.
L'impressione che si ha da tutto questo "balletto" di competenze sull'ordine pubblico è che non ci sia un organismo centrale da cui partano decisioni nette e definitive. Ma il campionato è ancora lungo e al Viminale tutto può essere corretto.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
Maroni ha spiegato ai senatori che Inter-Catania, in programma per la seconda giornata della serie A, è uno degli incontri «ad alto rischio» individuati dall'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ed esaminati dal Casms. Ieri il Casms aveva decretato il divieto di trasferta a Napoli per i tifosi della Fiorentina, a Latina per i tifosi del Sora e a Foggia per i sostenitori della Cavese.
L'impressione che si ha da tutto questo "balletto" di competenze sull'ordine pubblico è che non ci sia un organismo centrale da cui partano decisioni nette e definitive. Ma il campionato è ancora lungo e al Viminale tutto può essere corretto.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
Le due contraddizioni della sentenza di Tosel sul Napoli
Errata applicazione dell’articolo 14 del Codice di giustizia sportiva, che riguarda soltanto i fatti violenti commessi dai tifosi delle squadre di casa, e delle circostanze attenuanti non previste per esso. La società azzurra ha due valide motivazioni per ottenere una decisione a proprio favore in appello
La sentenza del Napoli è viziata da errori e la giustizia sportiva è da riformare. Lo ha dimostrato innanzitutto stamattina un articolo del Corriere dello Sport, riguardante l’errore commesso dal Giudice sportivo nella sentenza che ha sanzionato il Napoli con le chiusura delle curve dello Stadio San Paolo. E’ stato applicato l’articolo 14 del Codice di Giustizia (intitolato "Responsabilità delle società per fatti violenti dei sostenitori") sportiva che riguarda, secondo il dettato della norma stessa, soltanto le società che giocano in casa. Il Napoli, invece, giocava in trasferta. Il testo stabilisce infatti che "Le società rispondono per i fatti violenti commessi in occasione della gara, sia all’interno del proprio impianto sportivo, sia nelle aree esterne immediatamente adiacenti, quando siano direttamente collegati ad altri comportamenti posti in essere all’interno dell’impianto sportivo, da uno o più dei propri sostenitori se dal fatto derivi un pericolo per l’incolumità pubblica o un danno grave all’incolumità fisica di una o più persone". Ma c’è un ulteriore importante particolare , scoperto da "il pallone in confusione": il vecchio testo all’articolo 11 ("Responsabilità delle società per i fatti violenti") era molto più netto al riguardo. La norma recitava infatti che "le società rispondono per i fatti violenti commessi in occasione della gara da uno o più dei propri sostenitori se dal fatto derivi comunque un pericolo per l'incolumità pubblica od un danno grave all'incolumità fisica di una o più persone e, per fatti commessi all’esterno dell’impianto sportivo, laddove risulti violato il divieto di cui al dell'art. 10, comma 1. La responsabilità è esclusa quando il fatto è commesso per motivi estranei alla gara". E’ evidente dal confronto che il vecchio testo, parlando semplicemente e in generale di "gara", comprendeva sia quelle in casa, quelle fuori casa e le amichevoli. In base alle nuove disposizioni il Napoli, come qualsiasi altra società, ha ragioni da vendere per l’accoglimento del proprio ricorso: con il vecchio testo sarebbe stato tutto molto più difficile. Insomma, sarebbe stato meglio lasciare tutto com’era prima.
A ciò bisogna aggiunge un altro errore del giudice sportivo: anzi, per meglio dire, una contraddizione. Nella sentenza si stabilisce che "la Soc. Napoli è chiamata a rispondere a titolo di responsabilità oggettiva (artt. 4, n. 3 e 14 n. 1 CGS)". Questi tre articoli del Codice di Giustizia sportiva riguardano rispettivamente la "Responsabilità delle società", la "Responsabilità delle persone fisiche", e, appunto, la "Responsabilità delle società per fatti violenti dei sostenitori". Dopo aver trattato dei fatti addebitati e della "specifica recidività", il giudice Tosel parla della "consequenziale sanzione" e della "concreta e apprezzabile attività di collaborazione con le Forze dell’Ordine svolta dalla dirigenza societaria (art. 13 n. 1 lettere b-e CGS)". Quest’ultimo articolo del Codice riguarda le "Esimenti e attenuanti per comportamenti dei propri sostenitori" che riconosce al Napoli di aver "concretamente cooperato con le forze dell’ordine e le altre autorità competenti per l’adozione di misure atte a prevenire i fatti violenti o discriminatori e per identificare i propri sostenitori responsabili delle violazioni" e che "non vi è stata omessa o insufficiente prevenzione e vigilanza da parte della società". Ma questa norma non poteva essere applicata al caso del Napoli, poiché espone testualmente che "la società non risponde per i comportamenti tenuti dai propri sostenitori in violazione degli articoli 11 e 12 se ricorrono congiuntamente tre delle seguenti circostanze"tra cui vi sono le due contemplate nella sentenza. Tuttavia gli articoli 11 e 12 non sono stati assolutamente citati da Tosel nella sentenza, che ha fatto invece richiamo agli articoli 3, 4 e 14 a cui, su espressa statuizione del Codice, non si possono applicare le esimenti e le attenuanti dell’articolo 13.
Quindi, riepilogando, la sentenza è viziata da un due evidenti errori: l’applicazione al Napoli di una norma del Cgs, ossia l’articolo 14, che riguarda i fatti violenti dei propri tifosi commessi nel proprio stadio e delle circostanze attenuanti, previste nell’articolo 13, che non sono previste per l’articolo 14, ma per altre disposizioni. L’avvocato Mattia Grassani, saprà sicuramente far notare tutto ciò e ottenere una sentenza di appello sicuramente favorevole al Napoli.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
La sentenza del Napoli è viziata da errori e la giustizia sportiva è da riformare. Lo ha dimostrato innanzitutto stamattina un articolo del Corriere dello Sport, riguardante l’errore commesso dal Giudice sportivo nella sentenza che ha sanzionato il Napoli con le chiusura delle curve dello Stadio San Paolo. E’ stato applicato l’articolo 14 del Codice di Giustizia (intitolato "Responsabilità delle società per fatti violenti dei sostenitori") sportiva che riguarda, secondo il dettato della norma stessa, soltanto le società che giocano in casa. Il Napoli, invece, giocava in trasferta. Il testo stabilisce infatti che "Le società rispondono per i fatti violenti commessi in occasione della gara, sia all’interno del proprio impianto sportivo, sia nelle aree esterne immediatamente adiacenti, quando siano direttamente collegati ad altri comportamenti posti in essere all’interno dell’impianto sportivo, da uno o più dei propri sostenitori se dal fatto derivi un pericolo per l’incolumità pubblica o un danno grave all’incolumità fisica di una o più persone". Ma c’è un ulteriore importante particolare , scoperto da "il pallone in confusione": il vecchio testo all’articolo 11 ("Responsabilità delle società per i fatti violenti") era molto più netto al riguardo. La norma recitava infatti che "le società rispondono per i fatti violenti commessi in occasione della gara da uno o più dei propri sostenitori se dal fatto derivi comunque un pericolo per l'incolumità pubblica od un danno grave all'incolumità fisica di una o più persone e, per fatti commessi all’esterno dell’impianto sportivo, laddove risulti violato il divieto di cui al dell'art. 10, comma 1. La responsabilità è esclusa quando il fatto è commesso per motivi estranei alla gara". E’ evidente dal confronto che il vecchio testo, parlando semplicemente e in generale di "gara", comprendeva sia quelle in casa, quelle fuori casa e le amichevoli. In base alle nuove disposizioni il Napoli, come qualsiasi altra società, ha ragioni da vendere per l’accoglimento del proprio ricorso: con il vecchio testo sarebbe stato tutto molto più difficile. Insomma, sarebbe stato meglio lasciare tutto com’era prima.
A ciò bisogna aggiunge un altro errore del giudice sportivo: anzi, per meglio dire, una contraddizione. Nella sentenza si stabilisce che "la Soc. Napoli è chiamata a rispondere a titolo di responsabilità oggettiva (artt. 4, n. 3 e 14 n. 1 CGS)". Questi tre articoli del Codice di Giustizia sportiva riguardano rispettivamente la "Responsabilità delle società", la "Responsabilità delle persone fisiche", e, appunto, la "Responsabilità delle società per fatti violenti dei sostenitori". Dopo aver trattato dei fatti addebitati e della "specifica recidività", il giudice Tosel parla della "consequenziale sanzione" e della "concreta e apprezzabile attività di collaborazione con le Forze dell’Ordine svolta dalla dirigenza societaria (art. 13 n. 1 lettere b-e CGS)". Quest’ultimo articolo del Codice riguarda le "Esimenti e attenuanti per comportamenti dei propri sostenitori" che riconosce al Napoli di aver "concretamente cooperato con le forze dell’ordine e le altre autorità competenti per l’adozione di misure atte a prevenire i fatti violenti o discriminatori e per identificare i propri sostenitori responsabili delle violazioni" e che "non vi è stata omessa o insufficiente prevenzione e vigilanza da parte della società". Ma questa norma non poteva essere applicata al caso del Napoli, poiché espone testualmente che "la società non risponde per i comportamenti tenuti dai propri sostenitori in violazione degli articoli 11 e 12 se ricorrono congiuntamente tre delle seguenti circostanze"tra cui vi sono le due contemplate nella sentenza. Tuttavia gli articoli 11 e 12 non sono stati assolutamente citati da Tosel nella sentenza, che ha fatto invece richiamo agli articoli 3, 4 e 14 a cui, su espressa statuizione del Codice, non si possono applicare le esimenti e le attenuanti dell’articolo 13.
Quindi, riepilogando, la sentenza è viziata da un due evidenti errori: l’applicazione al Napoli di una norma del Cgs, ossia l’articolo 14, che riguarda i fatti violenti dei propri tifosi commessi nel proprio stadio e delle circostanze attenuanti, previste nell’articolo 13, che non sono previste per l’articolo 14, ma per altre disposizioni. L’avvocato Mattia Grassani, saprà sicuramente far notare tutto ciò e ottenere una sentenza di appello sicuramente favorevole al Napoli.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
martedì 9 settembre 2008
Tifoso napoletano mette "in vendita" su Ebay il giudice Tosel
I tifosi napoletani scherzano su Giampaolo Tosel. Sul forum del sito http://www.napolimagazine.com/ un sostenitore azzurro, ikky79, ha messo oggi "in vendita" con un annuncio su Ebay, il sito di ecommerce più noto, il giudice sportivo estensore della sentenza che ha chiuso le due curve dello stadio San Paolo. E' possibile vedere l'inserzione sul link
http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?ViewItem&item=230289374939 Prezzo d'asta iniziale: un centesimo.
Nell'annuncio si sottolinea che Tosel «non capisce niente di calcio», «si diverte nel dare sentenze assurde» e che se «lo tenete in casa lui giudicherà i litigi a casa vostra», come ad esempio «tra il gattino e il canarino, decidendo di chiudere la gabbia o isolare la cuccia». Tosel, stando all'inserzione, saprebbe dirimere i «litigi tra moglie e marito», «squalificando una delle due metà del letto, dando l'obbligo di dormire in poltrona» e con «l'obbligo di lavare i piatti per un mese» con «multa per letto non rifatto».
Finora l'annuncio ha superato le 500 visite.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?ViewItem&item=230289374939 Prezzo d'asta iniziale: un centesimo.
Nell'annuncio si sottolinea che Tosel «non capisce niente di calcio», «si diverte nel dare sentenze assurde» e che se «lo tenete in casa lui giudicherà i litigi a casa vostra», come ad esempio «tra il gattino e il canarino, decidendo di chiudere la gabbia o isolare la cuccia». Tosel, stando all'inserzione, saprebbe dirimere i «litigi tra moglie e marito», «squalificando una delle due metà del letto, dando l'obbligo di dormire in poltrona» e con «l'obbligo di lavare i piatti per un mese» con «multa per letto non rifatto».
Finora l'annuncio ha superato le 500 visite.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
Permettete una parola? - Trenitalia e Casms dividono tifosi in figli e figliastri
Perché non è stata organizzata la trasferta degli ultrà del Napoli a Roma, così com'è stato fatto per quelli del Catania a Milano?
Permettete una Parola? Anzi, una condivisione di parola. Abbiamo da poco letto l'editoriale di Tuttonapoli.net "Scusate, ma ci viene da ridere", riguardante la decisione del Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive, in accordo con Trenitalia, di aprire ai tifosi del Catania le porte dello Stadio San Siro per la partita con l'Inter. Condividiamo in pieno ciò che è scritto e ci siamo anche noi "scompisciati", come avrebbe detto il grande Totò. Poco dopo, la ragione si è svegliata dal suo sonno, anzi dall'ilarità più intensa e scoppiettante, e la risata si è trasformata in amara constatazione. E vorremmo aggiungere alcune considerazioni riguardo a queste ultime vicende.
Riepiloghiamo. Poco fa è stato comunicato dalle agenzie, "urbi ed orbi", che il «lavoro congiunto» dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e del Casms ha consentito «di creare le condizioni ottimali per organizzare le trasferte dei tifosi catanesi a Milano», con «la combinazione titolo di viaggio/stadio, resa possibile anche grazie alla disponibilità garantita all'Osservatorio da tutti i componenti ed in particolare da Trenitalia». Scusate, ma l'Osservatorio e il Casms non avrebbero potuto effettuare un «lavoro congiunto» nelle settimane precedenti a Roma-Napoli in modo da «creare condizioni ottimali per la trasferta dei tifosi» napoletani a Roma? Magari anche con la disponibilità di Trenitalia, obbligando l'acquisto dei tagliandi per l'accesso all'Olimpico a quello del biglietto ferroviario? Per i tifosi del Catania è stato previsto tutto ciò. Essi infatti, secondo il "proclama urbi et orbi", potranno acquistare i tagliandi della partita presentando «un titolo di viaggio valido e riscontrabile al fine di evitare i disagi loro causati in passato da lunghe attese notturne nelle stazioni ferroviarie». Si sapeva perfettamente da tempo, che i tifosi del Napoli avrebbero utilizzato il treno: perché non si è provveduto per tempo? Nel Casms siede anche un rappresentante dei servizi segreti: se questi ultimi non sapevano dell'intenzione degli ultrà di recarsi alla stazione di Napoli Centrale e partire alla volta di Roma, allora vuol dire che "l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare" come diceva Gino Bartali.
Ma l'occasione è troppo importante per non girare un altro quesito a tutte le autorità competenti: perché non ripristinare i treni speciali per tutte le trasferte delle tifoserie? Potrebbero partire da stazioni secondarie e non arrecare problemi e fastidi a tutti gli altri passeggeri e al traffico ferroviario. O costa troppo? Proibire le trasferte ai tifosi dovrebbe essere un provvedimento eccezionale, da prendere solo nei casi davvero estremi: invece, si dà l'impressione che non si riesca a mantenere l'ordine pubblico negli impianti. Oltre a ciò, occorre copiare il tanto auspicato e celebrato "modello inglese": nel paese d'Oltremanica, i sostenitori più esagitati sono individuati dai tutori dell'ordine pubblico e gli viene negato tassativamente l'accesso allo stadio. Se adesso si agisce in questo modo, come si potrà garantire la sicurezza quando si costruiranno gli stadi di proprietà delle società?
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
Permettete una Parola? Anzi, una condivisione di parola. Abbiamo da poco letto l'editoriale di Tuttonapoli.net "Scusate, ma ci viene da ridere", riguardante la decisione del Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive, in accordo con Trenitalia, di aprire ai tifosi del Catania le porte dello Stadio San Siro per la partita con l'Inter. Condividiamo in pieno ciò che è scritto e ci siamo anche noi "scompisciati", come avrebbe detto il grande Totò. Poco dopo, la ragione si è svegliata dal suo sonno, anzi dall'ilarità più intensa e scoppiettante, e la risata si è trasformata in amara constatazione. E vorremmo aggiungere alcune considerazioni riguardo a queste ultime vicende.
Riepiloghiamo. Poco fa è stato comunicato dalle agenzie, "urbi ed orbi", che il «lavoro congiunto» dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e del Casms ha consentito «di creare le condizioni ottimali per organizzare le trasferte dei tifosi catanesi a Milano», con «la combinazione titolo di viaggio/stadio, resa possibile anche grazie alla disponibilità garantita all'Osservatorio da tutti i componenti ed in particolare da Trenitalia». Scusate, ma l'Osservatorio e il Casms non avrebbero potuto effettuare un «lavoro congiunto» nelle settimane precedenti a Roma-Napoli in modo da «creare condizioni ottimali per la trasferta dei tifosi» napoletani a Roma? Magari anche con la disponibilità di Trenitalia, obbligando l'acquisto dei tagliandi per l'accesso all'Olimpico a quello del biglietto ferroviario? Per i tifosi del Catania è stato previsto tutto ciò. Essi infatti, secondo il "proclama urbi et orbi", potranno acquistare i tagliandi della partita presentando «un titolo di viaggio valido e riscontrabile al fine di evitare i disagi loro causati in passato da lunghe attese notturne nelle stazioni ferroviarie». Si sapeva perfettamente da tempo, che i tifosi del Napoli avrebbero utilizzato il treno: perché non si è provveduto per tempo? Nel Casms siede anche un rappresentante dei servizi segreti: se questi ultimi non sapevano dell'intenzione degli ultrà di recarsi alla stazione di Napoli Centrale e partire alla volta di Roma, allora vuol dire che "l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare" come diceva Gino Bartali.
Ma l'occasione è troppo importante per non girare un altro quesito a tutte le autorità competenti: perché non ripristinare i treni speciali per tutte le trasferte delle tifoserie? Potrebbero partire da stazioni secondarie e non arrecare problemi e fastidi a tutti gli altri passeggeri e al traffico ferroviario. O costa troppo? Proibire le trasferte ai tifosi dovrebbe essere un provvedimento eccezionale, da prendere solo nei casi davvero estremi: invece, si dà l'impressione che non si riesca a mantenere l'ordine pubblico negli impianti. Oltre a ciò, occorre copiare il tanto auspicato e celebrato "modello inglese": nel paese d'Oltremanica, i sostenitori più esagitati sono individuati dai tutori dell'ordine pubblico e gli viene negato tassativamente l'accesso allo stadio. Se adesso si agisce in questo modo, come si potrà garantire la sicurezza quando si costruiranno gli stadi di proprietà delle società?
Marco Liguori
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Casms conferma divieto trasferta tifosi fiorentini a Napoli
L'organismo del Viminale ha spiegato che «la determinazione è stata assunta esclusivamente per evitare di inasprire ulteriormente una situazione generale, già tesa per le note vicende, che potrebbe determinare condizioni di insicurezza». Via libera, invece, ai tifosi del Catania per la trasferta a Milano con l'Inter
E' stato confermato dal Casms (Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive)il divieto di trasferta per i tifosi toscani per Napoli-Fiorentina di domenica prossima. Stabilito anche il biglietto singolo per i tifosi ospiti in Fiorentina-Bologna del 21 settembre, «con identificazione degli acquirenti». Invece l'organismo presieduto dal Prefetto Cardellicchio ha dato il via libera alla trasferta dei tifosi etnei per Inter-Catania, che si giocherà sabato prossimo.
Il Casms, riunitosi oggi al Viminale, ha sottolineato positivamente «l'atteggiamento "virtuoso" posto in essere dai tifosi fiorentini». L'organismo dell'ordine pubblico negli impianti sportivi ha precisato che «la determinazione è stata assunta esclusivamente per evitare di inasprire ulteriormente una situazione generale, già tesa per le note vicende, che potrebbe determinare "condizioni di insicurezza" per la tifoseria ospite con la quale, peraltro -si fa notare- i supporters partenopei non hanno avuto in passato buoni rapporti».
Riguardo a Inter-Catania, il «lavoro congiunto» dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e del Casms ha consentito «di creare le condizioni ottimali per organizzare le trasferte dei tifosi catanesi a Milano», con «la combinazione titolo di viaggio/stadio, resa possibile anche grazie alla disponibilità garantita all'Osservatorio da tutti i componenti ed in particolare da Trenitalia». I tifosi del Catania potranno così acquistare i tagliandi della partita presentando «un titolo di viaggio valido e riscontrabile al fine di evitare i disagi loro causati in passato da lunghe attese notturne nelle stazioni ferroviarie».
Il Casms ha inoltre disposto la vendita del ''biglietto singolo per gli ospiti'' a Livorno-Pisa del 20 settembre e la ''chiusura della vendita dei tagliandi alle ore 19 del giorno precedente''. Divieto di trasferta, poi per i tifosi della Cavese in occasione di Foggia-Cavese di domenica prossima, divieto di trasferta per i cosentini a Manfredonia-Cosenza del 21 settembre e per i tifosi del Sora in vista di Virtus Latina-Sora di domenica prossima.
Infine, stamattina l'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive (l'organismo incaricato di effettuare i controlli) ha annunciato ''visite conoscitive presso tutti gli impianti di serie A e B , tutti già in regola, al fine di verificare che le opere di messa a norma siano state preservate nel tempo e risultino tuttora efficaci». Questa «l'occasione servirà anche a valutare, in termini di accoglienza degli spettatori, gli impianti, così da creare le condizioni per una crescita degli stadi italiani verso gli elevati standard di alcuni Paesi europei».
Marco Liguori
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E' stato confermato dal Casms (Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive)il divieto di trasferta per i tifosi toscani per Napoli-Fiorentina di domenica prossima. Stabilito anche il biglietto singolo per i tifosi ospiti in Fiorentina-Bologna del 21 settembre, «con identificazione degli acquirenti». Invece l'organismo presieduto dal Prefetto Cardellicchio ha dato il via libera alla trasferta dei tifosi etnei per Inter-Catania, che si giocherà sabato prossimo.
Il Casms, riunitosi oggi al Viminale, ha sottolineato positivamente «l'atteggiamento "virtuoso" posto in essere dai tifosi fiorentini». L'organismo dell'ordine pubblico negli impianti sportivi ha precisato che «la determinazione è stata assunta esclusivamente per evitare di inasprire ulteriormente una situazione generale, già tesa per le note vicende, che potrebbe determinare "condizioni di insicurezza" per la tifoseria ospite con la quale, peraltro -si fa notare- i supporters partenopei non hanno avuto in passato buoni rapporti».
Riguardo a Inter-Catania, il «lavoro congiunto» dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e del Casms ha consentito «di creare le condizioni ottimali per organizzare le trasferte dei tifosi catanesi a Milano», con «la combinazione titolo di viaggio/stadio, resa possibile anche grazie alla disponibilità garantita all'Osservatorio da tutti i componenti ed in particolare da Trenitalia». I tifosi del Catania potranno così acquistare i tagliandi della partita presentando «un titolo di viaggio valido e riscontrabile al fine di evitare i disagi loro causati in passato da lunghe attese notturne nelle stazioni ferroviarie».
Il Casms ha inoltre disposto la vendita del ''biglietto singolo per gli ospiti'' a Livorno-Pisa del 20 settembre e la ''chiusura della vendita dei tagliandi alle ore 19 del giorno precedente''. Divieto di trasferta, poi per i tifosi della Cavese in occasione di Foggia-Cavese di domenica prossima, divieto di trasferta per i cosentini a Manfredonia-Cosenza del 21 settembre e per i tifosi del Sora in vista di Virtus Latina-Sora di domenica prossima.
Infine, stamattina l'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive (l'organismo incaricato di effettuare i controlli) ha annunciato ''visite conoscitive presso tutti gli impianti di serie A e B , tutti già in regola, al fine di verificare che le opere di messa a norma siano state preservate nel tempo e risultino tuttora efficaci». Questa «l'occasione servirà anche a valutare, in termini di accoglienza degli spettatori, gli impianti, così da creare le condizioni per una crescita degli stadi italiani verso gli elevati standard di alcuni Paesi europei».
Marco Liguori
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