Ecco il filmato amatoriale trovato su You tube da "il pallone in confusione" del pomeriggio del 31 agosto scorso dopo Roma-Napoli. Dopo lo scoppio di un petardo, si nota la successiva reazione degli agenti, che colpiscono ripetutamente con i manganelli gli ultras napoletani mentre fuggono
Dopo l'articolo di Antonio Corbo uscito stamattina sull'edizione napoletana de "La Repubblica", “il pallone in confusione” ripropone il video amatoriale recuperato e pubblicato il 3 settembre scorso su You tube. In esso è ripresa la carica della polizia contro gli ultras del Napoli alla stazione ferroviaria di Roma Termini, dopo la partita Roma – Napoli del 31 agosto scorso. Lo si può vedere all’indirizzo http://it.youtube.com/watch?v=-78X0dcBsdk e alla fine di questo articolo. L’operatore riprende la scena stando sul piano rialzato del salone della biglietteria. Nel filmato si nota l’ingresso dei poliziotti in assetto antisommossa che precedono i tifosi azzurri, che, almeno da quanto si può vedere nelle immagini, non brandeggiano tra le mani spranghe o strumenti atti ad offendere: circostanza evidenziata nell'articolo di Repubblica. C'è qualcuno che sventola bandiere. Si sente una voce fuori campo, con un chiaro accento romanesco che dice : «Eccoli qua, stanno 'a arrivà» riferito ai sostenitori napoletani.
Poco dopo alcuni di essi espongono due striscioni con la scritta “spie”: evidentemente pensavano di essere ripresi da altri membri delle forze dell’ordine. Dopo l’ingresso dei “reduci” dallo stadio Olimpico, l’operatore si sposta verso l’altro lato del piano rialzato che si affaccia verso l’accesso ai binari. La voce fuori campo in accento romanesco dice: «Questa è 'a prima tranche, mò aspettamo la seconda».
All’improvviso si sente il rumore di un petardo. Immediatamente scatta una carica della Polizia: si vede chiaramente la fuga dei tifosi che vengono comunque raggiunti dagli agenti. Essi usano ripetutamente i manganelli colpendo indiscriminatamente a destra e a manca. Si sente l'urlo di una persona non identificabile: «Oh! Oh! Scappate». Ma la furia cieca dei poliziotti continua a percuotere: resta per terra un tifoso, intontito per i colpi ricevuti.
Chi ha lanciato questo petardo? Perché c’è stata questa reazione così violenta degli agenti? Forse l’esplosione ha colpito e contuso uno di essi? E, se è vero che è stato uno dei tifosi, perché non è stato arrestato nessuno di essi che si sono resi eventualmente responsabili del reato di oltraggio a pubblico ufficiale? Gli agenti erano numerosi e l'avrebbero potuto bloccare. Forse le autorità competenti dovrebbero e potrebbero fornire risposte in merito.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
cronache dalla casta del calcio con varie ed eventuali
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la balle dans la confusion - the football in confusion - топка в неловко положение
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sabato 13 settembre 2008
Il giallo dell'Intercity sparito, indagini sui danni a Trenitalia
I buchi neri dell´inchiesta. La squalifica provocata da un chirurgo, 007 per hobby. Lepore smentisce un piano dei clan "Non c´è legame tra la vicenda e i camorristi tifosi"
di Antonio Corbo
Viaggia con 500 mila euro di danni a bordo. Ma dov´è? Introvabile il treno che gli ultras del Napoli avrebbero distrutto. Dal 31 agosto, giorno di Roma-Napoli, i vagoni dell´Intercity Plus "Modigliani" sono inafferrabili. Come la verità di quella domenica. È l´ultimo mistero di una già nebulosa ricostruzione: per ora, pagano il Napoli e i suoi tifosi, penalizzati dalla chiusura delle curve per tre gare interne. Ma la vicenda promette un finale diverso: indaga la Procura di Napoli. L´inchiesta può dimostrare che i disordini furono enfatizzati, magari per coprire errori e responsabilità. Sarà troppo tardi, Napoli-Fiorentina esclude domani i tifosi delle curve, 11 mila abbonati hanno pagato per non vederla.Il dirigente della Digos Antonio Sbordone ha consegnato una informativa al pm Antonello Ardituro. Una relazione accurata, con foto e riscontri. Il magistrato, specialista di camorra e ordine pubblico, ha subito derubricato l´ipotesi di reato: da "devastazioni" al più lieve "danneggiamenti". Rintracciato dalla polizia il ferroviere «aggredito e ferito». Neanche un graffio. La Scientifica, diretta da Fabiola Mangoni, doveva esaminare il treno danneggiato. Impossibile. Solo quattro vagoni sarebbero a Napoli, gli altri in viaggio. Sono più veloci gli inventari che i treni. Il 31 agosto, i tg del pomeriggio riferivano già la stima dei danni: 500 mila euro. Gli Ultras, in un reportage di "Repubblica" nel covo di via Venezia, promettono di risarcire con una colletta l'azienda. Neanche loro hanno più visto il treno. «Girano solo tre foto, sempre le stesse». Possibile che sia tornato a viaggiare un treno devastato per 500 mila euro? Se lo chiede anche la Procura. Il conto di solito va allo Stato. Pagano i contribuenti.«Si indaga ad ampio raggio», osserva il procuratore capo, Giovandomenico Lepore. Sembra sorpreso, però. «Il treno è partito a mezzogiorno, con ampio ritardo. I tifosi aspettavano dalle 7.
Qualcuno avrà perso la pazienza, comprensibile. E i benpensanti, vista la bolgia, sono scesi. Finora però non risulta un disegno criminoso della camorra. Molti camorristi sono tifosi. Difficile però cogliere nell´insofferenza di quella domenica un piano preordinato. Comunque, indaghiamo su tutto». Chiusura prudente, ma svanisce nelle equilibrate parole di Lepore l´ombra dei clan. Roberto Maroni ha invece rimarcato la presenza di 27 affiliati e 800 pregiudicati tra i tremila tifosi. Si sa c´erano tanti tifosi con precedenti penali. Ma nessuno sa che cosa abbiano davvero combinato. A Napoli niente, così sembra. Le spranghe viste in tv a Roma Termini erano asticelle delle bandiere. Di plastica. I primi resoconti dei tg hanno creato un clima di forte suggestione. Si riflette nei rapporti al giudice sportivo Tosel su quanto sarebbe accaduto allo stadio. Gli inviati federali all´Olimpico erano Carmine Rossi, funzionario civile dello Stato, e uno 007 per hobby. Un chirurgo. L´omonimia ha fatto pensare che fosse un ufficiale della Finanza, Francesco Mattana. È invece Claudio Mattana, 53 anni, nato a Vittorio Veneto, parente di Antonio Gava. Lavora al "Gemelli" di Roma, reparto Decimo L. con brillante curriculum: specializzato a Napoli alla scuola di Zannini, 2500 interventi a retto e colon negli ultimi 23 anni. Ma di camorra e ordine pubblico sente parlare solo in tv. Mattana e Rossi hanno ispirato prima Tosel, poi la Corte federale. Descrivono steward e carabinieri "leggermente feriti", petardi esplosi senza chiarire le traiettorie. È qui che il Napoli poteva attenuare la sentenza sportiva. Una "indagine difensiva" di bravi penalisti poteva dimostrare l´eventuale labilità dei rapporti. Ingigantire i dubbi. Il bolognese Mattia Grassani, avvocato dello sport, si è aggrappato ad un presunto «errore nella sentenza». Ma ha tentato di ridimensionare le accuse? Ha puntato sul diritto e non sul merito. Il Napoli paga un'atmosfera, non «gravi atti di violenza». Ma ora è troppo tardi, peccato.
Tratto da La Repubblica, edizione Napoli - 13 settembre 2008
http://napoli.repubblica.it/dettaglio/Il-giallo-dellIntercity-sparito-indagini-sui-danni-a-Trenitalia/1512384
di Antonio Corbo
Viaggia con 500 mila euro di danni a bordo. Ma dov´è? Introvabile il treno che gli ultras del Napoli avrebbero distrutto. Dal 31 agosto, giorno di Roma-Napoli, i vagoni dell´Intercity Plus "Modigliani" sono inafferrabili. Come la verità di quella domenica. È l´ultimo mistero di una già nebulosa ricostruzione: per ora, pagano il Napoli e i suoi tifosi, penalizzati dalla chiusura delle curve per tre gare interne. Ma la vicenda promette un finale diverso: indaga la Procura di Napoli. L´inchiesta può dimostrare che i disordini furono enfatizzati, magari per coprire errori e responsabilità. Sarà troppo tardi, Napoli-Fiorentina esclude domani i tifosi delle curve, 11 mila abbonati hanno pagato per non vederla.Il dirigente della Digos Antonio Sbordone ha consegnato una informativa al pm Antonello Ardituro. Una relazione accurata, con foto e riscontri. Il magistrato, specialista di camorra e ordine pubblico, ha subito derubricato l´ipotesi di reato: da "devastazioni" al più lieve "danneggiamenti". Rintracciato dalla polizia il ferroviere «aggredito e ferito». Neanche un graffio. La Scientifica, diretta da Fabiola Mangoni, doveva esaminare il treno danneggiato. Impossibile. Solo quattro vagoni sarebbero a Napoli, gli altri in viaggio. Sono più veloci gli inventari che i treni. Il 31 agosto, i tg del pomeriggio riferivano già la stima dei danni: 500 mila euro. Gli Ultras, in un reportage di "Repubblica" nel covo di via Venezia, promettono di risarcire con una colletta l'azienda. Neanche loro hanno più visto il treno. «Girano solo tre foto, sempre le stesse». Possibile che sia tornato a viaggiare un treno devastato per 500 mila euro? Se lo chiede anche la Procura. Il conto di solito va allo Stato. Pagano i contribuenti.«Si indaga ad ampio raggio», osserva il procuratore capo, Giovandomenico Lepore. Sembra sorpreso, però. «Il treno è partito a mezzogiorno, con ampio ritardo. I tifosi aspettavano dalle 7.
Qualcuno avrà perso la pazienza, comprensibile. E i benpensanti, vista la bolgia, sono scesi. Finora però non risulta un disegno criminoso della camorra. Molti camorristi sono tifosi. Difficile però cogliere nell´insofferenza di quella domenica un piano preordinato. Comunque, indaghiamo su tutto». Chiusura prudente, ma svanisce nelle equilibrate parole di Lepore l´ombra dei clan. Roberto Maroni ha invece rimarcato la presenza di 27 affiliati e 800 pregiudicati tra i tremila tifosi. Si sa c´erano tanti tifosi con precedenti penali. Ma nessuno sa che cosa abbiano davvero combinato. A Napoli niente, così sembra. Le spranghe viste in tv a Roma Termini erano asticelle delle bandiere. Di plastica. I primi resoconti dei tg hanno creato un clima di forte suggestione. Si riflette nei rapporti al giudice sportivo Tosel su quanto sarebbe accaduto allo stadio. Gli inviati federali all´Olimpico erano Carmine Rossi, funzionario civile dello Stato, e uno 007 per hobby. Un chirurgo. L´omonimia ha fatto pensare che fosse un ufficiale della Finanza, Francesco Mattana. È invece Claudio Mattana, 53 anni, nato a Vittorio Veneto, parente di Antonio Gava. Lavora al "Gemelli" di Roma, reparto Decimo L. con brillante curriculum: specializzato a Napoli alla scuola di Zannini, 2500 interventi a retto e colon negli ultimi 23 anni. Ma di camorra e ordine pubblico sente parlare solo in tv. Mattana e Rossi hanno ispirato prima Tosel, poi la Corte federale. Descrivono steward e carabinieri "leggermente feriti", petardi esplosi senza chiarire le traiettorie. È qui che il Napoli poteva attenuare la sentenza sportiva. Una "indagine difensiva" di bravi penalisti poteva dimostrare l´eventuale labilità dei rapporti. Ingigantire i dubbi. Il bolognese Mattia Grassani, avvocato dello sport, si è aggrappato ad un presunto «errore nella sentenza». Ma ha tentato di ridimensionare le accuse? Ha puntato sul diritto e non sul merito. Il Napoli paga un'atmosfera, non «gravi atti di violenza». Ma ora è troppo tardi, peccato.
Tratto da La Repubblica, edizione Napoli - 13 settembre 2008
http://napoli.repubblica.it/dettaglio/Il-giallo-dellIntercity-sparito-indagini-sui-danni-a-Trenitalia/1512384
venerdì 12 settembre 2008
L’avvocato Cincotti: «Controlli preventivi per evitare l’accesso allo stadio dei violenti»
Il legale napoletano abbonato al Napoli, che ha chiesto al Tar la sospensione della sentenza di Tosel, spiega a “il pallone in confusione” il rimedio per bloccare i tifosi indesiderabili. Se il suo ricorso fosse accolto, le curve del San Paolo potrebbero essere riaperte
«Non è pensabile di demandare la soluzione dei problemi alla parte sana della società. Questa è la tesi di fondo nel mio ricorso presentato giovedì scorso al Tar». Questa è l’opinione dal 46enne avvocato Carlo Cincotti, storico abbonato della curva B del San Paolo, raccolta in questa intervista da “il pallone in confusione”, riguardante il ricorso presentato al Tribunale amministrativo del Lazio contro la Federcalcio per ottenere, si legge nel testo, «l’annullamento previa sospensione della sentenza emessa l’8 settembre 2008 dal giudice sportivo della Figc, Giampaolo Tosel». In essa è stata stabilita la chiusura delle curve dell’impianto di Fuorigrotta, dapprima fino al 31 ottobre e, dopo l’appello in Corte di Giustizia Federale, fino al 20 ottobre. Nel ricorso, presentato assieme a un gruppo di colleghi tifosissimi e abbonati anche loro in curva, il legale evidenzia «il danno grave e irreparabile» derivante per tutti loro dalla sentenza di Tosel, «che li pregiudica nel proprio diritto di vivere quell’emozione già, per così dire, “prenotata” attraverso l’acquisto dell’abbonamento, di assistere a determinate partite della propria squadra del cuore, squadra che seguono da anni con passione, costituendo la passione per la stessa uno dei pochi diversivi al ritmo serrato della loro vita lavorativa». Un’importantissima conseguenza dalla sospensione potrebbe averla anche il Napoli, che vedrebbe sparire la sanzione decisa dalle curve assieme alla riapertura delle curve.
Avvocato come mai ha voluto presentare questo ricorso?
«Mi sembra chiaro che io e i miei colleghi, come la gran parte dei tifosi napoletani perbene, siamo vittime di un provvedimento che ci penalizza fortemente. E’ ingiusto che dobbiamo pagare per i comportamenti di alcuni scalmanati, vietandoci la visione delle partite del Napoli. Che c’entriamo con loro?».
Quindi la giustizia sportiva vi ha accomunati agli esagitati?
«Proprio così. Ma non si può demandare alla parte sana della società di risolvere i problemi dell’ordine pubblico negli stadi».
Ma il biglietto nominativo non avrebbe dovuto selezionare gli accessi negli stadi?
«E’ stato istituito il biglietto nominativo, ma chiunque può lo può acquistare».
Potrebbe sottolineare meglio questo aspetto?
«Mi spiego meglio. La norma impedisce l'ingresso allo stadio esclusivamente a coloro che non hanno un documento di riconoscimento, ma permette a chiunque sia in grado di esibire un documento di acquistare il biglietto a prescindere dalla sua condotta penale».
Quindi i pregiudicati possono entrare: c’è un rimedio?
«All'atto della richiesta del documento e della vendita del titolo nominativo dovrebbe avvenire un controllo per verificare se un soggetto è effettivamente indesiderato. Non si può permettere l'accesso indiscriminato a tutti e poi lamentarsi che succedano episodi esecrabili: la selezione andrebbe fatta in via preventiva».
Ciò è possibile?
«Sì perché lo stadio non è un luogo pubblico accessibile a tutti indiscriminatamente, ma è un impianto sportivo privato di proprietà o gestito da società sportive che hanno lo scopo di lucro. Esse dovrebbero limitare l'accesso a coloro che risultano non graditi, mediante un controllo preventivo all'ingresso all’atto dell’acquisto del biglietto»
Invece adesso ciò non è possibile e ne fanno le spese i tifosi corretti.
«Per ora è così, ma sono proprio stufo di farmi carico dei problemi altrui che la società non intende risolvere. Se non si vuole impedire l'accesso allo stadio ai teppisti con le leggi o regolamenti interni è un affare che non riguarda i soggetti incolpevoli: non devono essere colpiti. E’ il sistema che va cambiato: al riguardo, vorrei fare un altro esempio riguardante un altro settore».
Prego.
«Non bisogna dimenticare che attualmente i napoletani onesti, pur non avendo mai fatto incidenti, pagano la polizza Rc auto più cara perché a Napoli accadono molti sinistri. Il cittadino che non è insolvente paga in modo più salato i mutui perché ci sono molti insoluti. Lo stesso accade allo stadio, dove la persona onesta è accomunata al delinquente».
Insomma, lei vorrebbe fare una “rivoluzione copernicana”?
«No, niente rivoluzioni né stravolgimenti: vorrei solo rispondere del mio operato e delle mie colpe, ma non di quelle altrui. Il cerchio della giustizia non si chiude solo colpendo i colpevoli ma anche tutelando gli innocenti».
Marco Liguori
«Non è pensabile di demandare la soluzione dei problemi alla parte sana della società. Questa è la tesi di fondo nel mio ricorso presentato giovedì scorso al Tar». Questa è l’opinione dal 46enne avvocato Carlo Cincotti, storico abbonato della curva B del San Paolo, raccolta in questa intervista da “il pallone in confusione”, riguardante il ricorso presentato al Tribunale amministrativo del Lazio contro la Federcalcio per ottenere, si legge nel testo, «l’annullamento previa sospensione della sentenza emessa l’8 settembre 2008 dal giudice sportivo della Figc, Giampaolo Tosel». In essa è stata stabilita la chiusura delle curve dell’impianto di Fuorigrotta, dapprima fino al 31 ottobre e, dopo l’appello in Corte di Giustizia Federale, fino al 20 ottobre. Nel ricorso, presentato assieme a un gruppo di colleghi tifosissimi e abbonati anche loro in curva, il legale evidenzia «il danno grave e irreparabile» derivante per tutti loro dalla sentenza di Tosel, «che li pregiudica nel proprio diritto di vivere quell’emozione già, per così dire, “prenotata” attraverso l’acquisto dell’abbonamento, di assistere a determinate partite della propria squadra del cuore, squadra che seguono da anni con passione, costituendo la passione per la stessa uno dei pochi diversivi al ritmo serrato della loro vita lavorativa». Un’importantissima conseguenza dalla sospensione potrebbe averla anche il Napoli, che vedrebbe sparire la sanzione decisa dalle curve assieme alla riapertura delle curve.
Avvocato come mai ha voluto presentare questo ricorso?
«Mi sembra chiaro che io e i miei colleghi, come la gran parte dei tifosi napoletani perbene, siamo vittime di un provvedimento che ci penalizza fortemente. E’ ingiusto che dobbiamo pagare per i comportamenti di alcuni scalmanati, vietandoci la visione delle partite del Napoli. Che c’entriamo con loro?».
Quindi la giustizia sportiva vi ha accomunati agli esagitati?
«Proprio così. Ma non si può demandare alla parte sana della società di risolvere i problemi dell’ordine pubblico negli stadi».
Ma il biglietto nominativo non avrebbe dovuto selezionare gli accessi negli stadi?
«E’ stato istituito il biglietto nominativo, ma chiunque può lo può acquistare».
Potrebbe sottolineare meglio questo aspetto?
«Mi spiego meglio. La norma impedisce l'ingresso allo stadio esclusivamente a coloro che non hanno un documento di riconoscimento, ma permette a chiunque sia in grado di esibire un documento di acquistare il biglietto a prescindere dalla sua condotta penale».
Quindi i pregiudicati possono entrare: c’è un rimedio?
«All'atto della richiesta del documento e della vendita del titolo nominativo dovrebbe avvenire un controllo per verificare se un soggetto è effettivamente indesiderato. Non si può permettere l'accesso indiscriminato a tutti e poi lamentarsi che succedano episodi esecrabili: la selezione andrebbe fatta in via preventiva».
Ciò è possibile?
«Sì perché lo stadio non è un luogo pubblico accessibile a tutti indiscriminatamente, ma è un impianto sportivo privato di proprietà o gestito da società sportive che hanno lo scopo di lucro. Esse dovrebbero limitare l'accesso a coloro che risultano non graditi, mediante un controllo preventivo all'ingresso all’atto dell’acquisto del biglietto»
Invece adesso ciò non è possibile e ne fanno le spese i tifosi corretti.
«Per ora è così, ma sono proprio stufo di farmi carico dei problemi altrui che la società non intende risolvere. Se non si vuole impedire l'accesso allo stadio ai teppisti con le leggi o regolamenti interni è un affare che non riguarda i soggetti incolpevoli: non devono essere colpiti. E’ il sistema che va cambiato: al riguardo, vorrei fare un altro esempio riguardante un altro settore».
Prego.
«Non bisogna dimenticare che attualmente i napoletani onesti, pur non avendo mai fatto incidenti, pagano la polizza Rc auto più cara perché a Napoli accadono molti sinistri. Il cittadino che non è insolvente paga in modo più salato i mutui perché ci sono molti insoluti. Lo stesso accade allo stadio, dove la persona onesta è accomunata al delinquente».
Insomma, lei vorrebbe fare una “rivoluzione copernicana”?
«No, niente rivoluzioni né stravolgimenti: vorrei solo rispondere del mio operato e delle mie colpe, ma non di quelle altrui. Il cerchio della giustizia non si chiude solo colpendo i colpevoli ma anche tutelando gli innocenti».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
Coppa Uefa: nessuna chiusura curve per Napoli-Benfica
Venduti finora 40mila biglietti. La partita sarà anche trasmessa su Sky in pay x view a 10 euro
Il Napoli sul proprio sito http://www.sscnapoli.it/ha comunicato che «per la partita Napoli-Benfica non sussiste, nè potrà essere applicato, alcun provvedimento di chiusura dei settori delle Curve dello stadio San Paolo». Il comunicato puntualizza che «la decisione del Giudice Sportivo FIGC rimane operante, infatti, soltanto in ambito nazionale».
Secondo l'ultima comunicazione della società, finora sono stati già venduti 40.000 biglietti per il match con i portoghesi del 18 settembre prossimo, valido per l'andata del primo turno di Coppa Uefa del 18 settembre. L'incontro sarà diretto dall'arbitro olandese Kuipers. La partita sarà trasmessa su Sky, visibile al prezzo di 10 euro.
I tagliandi potranno essere ancora acquistati presso tutte le ricevitorie autorizzate Lottomatica e i Punti Plus. Inoltre è possibile comprarli presso i botteghini 1, 3 e 5 dello Stadio San Paolo in orario di ufficio (ore 9/13 e 15/19). La campagna "risparmio la fila" terminerà mercoledì 17 settembre alle ore 19.00. «Si ricorda che per motivi di ordine pubblico - spiega il Napoli nella nota - i botteghini chiuderanno il giorno della gara 3 ore prima del fischio d'inizio».
Il comunicato spiega che potranno accedere alla Tribuna riservata ai diversamente abili solo le persone che sul proprio decreto di invalidità hanno contrassegnato i punti 5 e 6 e i non vedenti. Le richieste di accredito, correlate da decreto di invalidità, dovranno pervenire a partire dal mercoledì antecedente la gara e fino ad esaurimento posti al fax: 081.6107311. I richiedenti dovranno, telefonando allo stesso numero, informarsi della venuta accettazione di accredito. I diversamente abili che non necessitano di carrozzina potranno acquistare il biglietto ridotto di qualsiasi settore presso tutte le rivendite autorizzate e punti speciali esibendo il decreto di invalidità al 100%. Marco Liguori
Questa la tabella completa dei prezzi per Napoli-Benfica
SETTORE PREZZO PREVENDITA
Tribuna Posillipo Euro 99 + Euro 1
Tribuna Nisida Euro 40 + Euro 1
Distinti Euro 35 + Euro 1
Curve Euro 24.50 + Euro 0,50
Ridotti (donne, under 16 e diversamente abili):
SETTORE PREZZO PREVENDITA
Tribuna Posillipo Euro 49 + Euro 1
Tribuna Nisida Euro 29 + Euro 1
Distinti Euro 25 + Euro 1
Curve Euro 19.50 + Euro 0,50
A partire dalle ore 19.00 di mercoledì 17 settembre terminerà la campagna "risparmio la fila" ed i prezzi saranno così applicati:
SETTORE PREZZO PREVENDITA
Tribuna Posillipo Euro 119 + Euro 1
Tribuna Nisida Euro 49 + Euro 1
Distinti Euro 39 + Euro 1
Curve Euro 29.50 + Euro 0,50
Ridotti:
Tribuna Posillipo Euro 59+1
Tribuna Nisida 29+1
Il Napoli sul proprio sito http://www.sscnapoli.it/ha comunicato che «per la partita Napoli-Benfica non sussiste, nè potrà essere applicato, alcun provvedimento di chiusura dei settori delle Curve dello stadio San Paolo». Il comunicato puntualizza che «la decisione del Giudice Sportivo FIGC rimane operante, infatti, soltanto in ambito nazionale».
Secondo l'ultima comunicazione della società, finora sono stati già venduti 40.000 biglietti per il match con i portoghesi del 18 settembre prossimo, valido per l'andata del primo turno di Coppa Uefa del 18 settembre. L'incontro sarà diretto dall'arbitro olandese Kuipers. La partita sarà trasmessa su Sky, visibile al prezzo di 10 euro.
I tagliandi potranno essere ancora acquistati presso tutte le ricevitorie autorizzate Lottomatica e i Punti Plus. Inoltre è possibile comprarli presso i botteghini 1, 3 e 5 dello Stadio San Paolo in orario di ufficio (ore 9/13 e 15/19). La campagna "risparmio la fila" terminerà mercoledì 17 settembre alle ore 19.00. «Si ricorda che per motivi di ordine pubblico - spiega il Napoli nella nota - i botteghini chiuderanno il giorno della gara 3 ore prima del fischio d'inizio».
Il comunicato spiega che potranno accedere alla Tribuna riservata ai diversamente abili solo le persone che sul proprio decreto di invalidità hanno contrassegnato i punti 5 e 6 e i non vedenti. Le richieste di accredito, correlate da decreto di invalidità, dovranno pervenire a partire dal mercoledì antecedente la gara e fino ad esaurimento posti al fax: 081.6107311. I richiedenti dovranno, telefonando allo stesso numero, informarsi della venuta accettazione di accredito. I diversamente abili che non necessitano di carrozzina potranno acquistare il biglietto ridotto di qualsiasi settore presso tutte le rivendite autorizzate e punti speciali esibendo il decreto di invalidità al 100%. Marco Liguori
Questa la tabella completa dei prezzi per Napoli-Benfica
SETTORE PREZZO PREVENDITA
Tribuna Posillipo Euro 99 + Euro 1
Tribuna Nisida Euro 40 + Euro 1
Distinti Euro 35 + Euro 1
Curve Euro 24.50 + Euro 0,50
Ridotti (donne, under 16 e diversamente abili):
SETTORE PREZZO PREVENDITA
Tribuna Posillipo Euro 49 + Euro 1
Tribuna Nisida Euro 29 + Euro 1
Distinti Euro 25 + Euro 1
Curve Euro 19.50 + Euro 0,50
A partire dalle ore 19.00 di mercoledì 17 settembre terminerà la campagna "risparmio la fila" ed i prezzi saranno così applicati:
SETTORE PREZZO PREVENDITA
Tribuna Posillipo Euro 119 + Euro 1
Tribuna Nisida Euro 49 + Euro 1
Distinti Euro 39 + Euro 1
Curve Euro 29.50 + Euro 0,50
Ridotti:
Tribuna Posillipo Euro 59+1
Tribuna Nisida 29+1
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Movimento Diritti Civili: Cams va sciolto, penalizza il Sud
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, critica le decisioni del Casms (Comitato Analisi Sicurezza Manifestazioni Sportive) che ha disposto, tra gli altri provvedimenti, il divieto per i tifosi del Catania di recarsi domenica a Milano, la chiusura del settore ospiti per le partite Napoli - Fiorentina, Virtus Latina-Sora e Foggia-Cavese, lo svolgimento degli incontri di domenica 14 settembre Ternana-Pescara, Cosenza-Vigor Lamezia e Catanzaro-Cassino alla presenza dei soli abbonati. Corbelli definisce queste scelte "l'ennesima penalizzazione, in particolare, per le squadre meridionali", parla di "misure assurde, ingiustificate e pericolose per l'ordine pubblico e per le migliaia di tifosi impediti ad entrare nello stadio, dannosa per le societa' che hanno gia' da giorni avviato la prevendita dei biglietti". Il leader di "Diritti Civili" chiede la revoca di "questi provvedimenti punitivi e lo scioglimento di questo stesso Osservatorio assolutamente inutile, anacronistico, inadatto ad affrontare le diverse situazioni regione per regione, provincia per provincia, compito questo che deve essere delegato esclusivamente alla valutazione e determinazione dei Prefetti e dei Questori delle citta' delle squadre che si affrontano nei diversi campionati". Corbelli si sofferma, in particolare, sul divieto ai tifosi non abbonati di poter accedere allo stadio. "Una decisione grave, surreale, inspiegabile, irresponsabile che anziche' prevenire problemi di ordine pubblico potrebbe paradossalmente provocarli. Impedire l'accesso al campo a migliaia di tifosi che hanno, in molti casi, gia' acquistato il biglietto per la partita di domenica, - spiega - e' un abuso che non serve certo a scongiurare episodi di violenza ma solo ad esacerbare gli animi, a creare preoccupazioni contrapposizioni tra le tifoserie che non hanno ragione di esistere. Cosi' come non ha ragione di continuare ad esistere questo Casms, assolutamente inutile, inadatto a valutare la situazione in tutti i campi di Italia. Se non riesce questo Comitato (come dimostrano i recenti, inutili e ingiusti, provvedimenti punitivi per alcune societa') a valutare i veri rischi delle partite dei campionati di Serie A, come e' immaginabile possa conoscere la realta' di tutte le squadre italiane, di tutti gli stadi, di tutte le tifoserie, i diversi contesti sportivi, sociali. Per questo prende poi delle clamorose cantonate". A parere di Corbelli "questo compito deve essere delegato esclusivamente ai Prefetti e ai Questori, i soli in grado, sulla base di una conoscenza diretta, costante, assoluta delle realta' delle loro citta', di decidere le opportune e sensate misure da adottare partita per partita, citta' per citta'". (AGI)
I tifosi del Napoli cercano avvocati per ricorrere contro Maroni e la giustizia sportiva
La protesta nasce dal forum del quotidano web http://www.napolimagazine.com/: l'avvocato Carlo Cincotti dà la sua disponibilità. Non manca l'ironia: c'è chi propone di collocare 28mila manichini domenica sulle curve vuote del San Paolo
I tifosi del Napoli vogliono giustizia e cercano avvocati determinati a sostenere le loro ragioni. Sul forum del giornale telematico http://www.napolimagazine.com/ il popolo azzurro del web ha avviato una campagna denominata "I tifosi di questo forum parte lesa - causa", con cui intendono cercare alcuni legali per avviare un'azione legale contro le sentenze della giustizia sportiva prese contro il Napoli e il provvedimento del blocco delle trasferte imposto dall'Osservatorio sulle manifestazioni sportive e dal Casms. Il tutto nasce dal racconto del giornalista austriaco Reinhard Krennhuber (riportato da vari siti e anche su http://marcoliguori.blogspot.com/2008/09/roma-napoli-la-testimonianza-di-un.html). Lo spiega "GioNapoli": «Credo si debba dare una scossa a tutto l'ambiente avverso, avendo oggi prove e testimonianze anche di gente fuori da ogni sospetto, vedi giornalista austriaco, chiedo a tutti voi di unirvi a noi in questa battaglia civile». Finora sono state raccolte 105 adesioni: chi volesse sottoscrivere l'appello può recarsi su http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=61884 L'avvocato Carlo Cincotti, intervistato da "il pallone in confusione" (http://marcoliguori.blogspot.com/2008/09/lavvocato-cincotti-controlli-preventivi.html), ha dato la sua disponibilità ad esaminare le eventuali azioni da poter intentare. Si può contattare il legale sull'email carlo.cincotti@studiocincotti.it
Ci sono anche sostenitori azzurri che vogliono usare l'ironia contro le sentenze del Giudice sportivo e della Corte di giustizia Popolare. Gustavo Precinoti lancia una provocazione sul post http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=61869: domenica prossima, in occasione della partita Napoli-Fiorentina, si potrebbero collocare sulle gradinate delle due curve chiuse 28mila manichini di colore bianco e blu. A queste iniziative se ne sono aggiunte adesso altre due. La prima riguarderebbe una possibile manifestazione pacifica fuori dalla curva B, come si legge su http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=62079 L'altra riguarda una lettera aperta al Napoli, visibile su http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=62101
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
I tifosi del Napoli vogliono giustizia e cercano avvocati determinati a sostenere le loro ragioni. Sul forum del giornale telematico http://www.napolimagazine.com/ il popolo azzurro del web ha avviato una campagna denominata "I tifosi di questo forum parte lesa - causa", con cui intendono cercare alcuni legali per avviare un'azione legale contro le sentenze della giustizia sportiva prese contro il Napoli e il provvedimento del blocco delle trasferte imposto dall'Osservatorio sulle manifestazioni sportive e dal Casms. Il tutto nasce dal racconto del giornalista austriaco Reinhard Krennhuber (riportato da vari siti e anche su http://marcoliguori.blogspot.com/2008/09/roma-napoli-la-testimonianza-di-un.html). Lo spiega "GioNapoli": «Credo si debba dare una scossa a tutto l'ambiente avverso, avendo oggi prove e testimonianze anche di gente fuori da ogni sospetto, vedi giornalista austriaco, chiedo a tutti voi di unirvi a noi in questa battaglia civile». Finora sono state raccolte 105 adesioni: chi volesse sottoscrivere l'appello può recarsi su http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=61884 L'avvocato Carlo Cincotti, intervistato da "il pallone in confusione" (http://marcoliguori.blogspot.com/2008/09/lavvocato-cincotti-controlli-preventivi.html), ha dato la sua disponibilità ad esaminare le eventuali azioni da poter intentare. Si può contattare il legale sull'email carlo.cincotti@studiocincotti.it
Ci sono anche sostenitori azzurri che vogliono usare l'ironia contro le sentenze del Giudice sportivo e della Corte di giustizia Popolare. Gustavo Precinoti lancia una provocazione sul post http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=61869: domenica prossima, in occasione della partita Napoli-Fiorentina, si potrebbero collocare sulle gradinate delle due curve chiuse 28mila manichini di colore bianco e blu. A queste iniziative se ne sono aggiunte adesso altre due. La prima riguarderebbe una possibile manifestazione pacifica fuori dalla curva B, come si legge su http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=62079 L'altra riguarda una lettera aperta al Napoli, visibile su http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=62101
Marco Liguori
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La sentenza “politica” della Corte di giustizia federale sul Napoli
I magistrati dell’appello hanno ritenuto non applicabile l’articolo 14 del Cgs su cui si basava l’accusa in primo grado, ma ne hanno confermato le attenuanti, confermando lo stesso identico errore di Tosel. Se tutto fosse stato sconfessato, si sarebbe ammessa l’attuale inadeguatezza della giustizia sportiva
E anche la Corte di giustizia federale scivola sulla chiusura delle curve dello stadio San Paolo. Nel comunicato riportato sul sito della Figc, i giudici dell’appello hanno ritenuto «la non applicabilità dell’articolo 14 primo comma» del Codice di giustizia sportiva. Ma hanno commesso anche un errore tecnico: è stata emessa la sentenza che riduce a tre giornate il blocco dei settori popolari dell’impianto di Fuorigrotta, considerando «altresì l’art. 13, comma 1 lett. b) ed e)» dello stesso Codice, ossia quello riguardante le “esimenti ed attenuanti per comportamenti dei propri sostenitori». In pratica, la Cgf ha confermato la stessa grave inesattezza compiuta errore del Giudice sportivo, che abbiamo esposto due giorni fa su http://marcoliguori.blogspot.com/search?updated-max=2008-09-11T13%3A42%3A00%2B02%3A00&max-results=7. Hanno ben ragione l’avvocato Mattia Grassani, il presidente Aurelio De Laurentiis e il direttore generale Marino a esprimere delusione.
Scendendo nel dettaglio, in base all’articolo 13, le esimenti e attenuanti si posso applicare soltanto per gli articoli 11 e 12. Il primo prevede la “responsabilità per fatti discriminatori”, mentre il secondo per la “prevenzione di fatti violenti”. Al Napoli, invece, è stato contestata la “responsabilità delle società per fatti violenti dei sostenitori” che, per un errore macroscopico, è applicabile solo alle squadre di casa. Il vecchio testo del Codice di giustizia sportiva, all’articolo 11 prevedeva invece che fosse applicato per qualsiasi tipo di gara (in casa, fuori casa e amichevole). La stessa Corte federale ne ha sancita la sua «non applicabilità». Insomma, tutto ciò è una vera e propria contraddizione in termini: si sconfessa Giampaolo Tosel per quanto riguarda la norma su cui si basa l’accusa contro il Napoli, ma si confermano le attenuanti da lui stesso applicate, che non sono previste, e si toglie una sola giornata si chiusura delle curve.
Ma c’è da fare un’altra osservazione. L’ormai famoso articolo 13 prevede che «la società non risponde per i comportamenti tenuti dai propri sostenitori in violazione degli articoli 11 e 12 se ricorrono congiuntamente tre delle seguenti circostanze». Ammettiamo pure che questa norma possa essere applicata al caso del Napoli. Considerato il fatto che le attenuanti contemplate sono cinque, se ne fossero state applicate tre, la società azzurra sarebbe stata scagionata dalle accuse e dal principio della responsabilità oggettiva. Ma forse per i giudici sarebbe stato troppo: ecco che è scattato il solo riconoscimento di due sole circostanze. Ma tutto ciò, lo ripetiamo ancora, è un macroscopico errore tecnico.
Ma quale potrebbe essere la spiegazione plausibile di questo “pasticcio” giuridico? Probabilmente è stata emessa una sentenza “politica” per salvare capra e cavoli. Se fossero stati ammessi tutti gli errori, il Napoli sarebbe stato assolto e si sarebbe ammesso che l’attuale contraddittorio sistema della giustizia sportiva è da rifondare. Siamo quindi in un momento di piena incertezza normativa: quello che è accaduto alla squadra di De Laurentiis, poteva succedere a qualsiasi altra compagine delle serie professionistiche o dei dilettanti. Ed è profondamente ingiusto.
E anche la Corte di giustizia federale scivola sulla chiusura delle curve dello stadio San Paolo. Nel comunicato riportato sul sito della Figc, i giudici dell’appello hanno ritenuto «la non applicabilità dell’articolo 14 primo comma» del Codice di giustizia sportiva. Ma hanno commesso anche un errore tecnico: è stata emessa la sentenza che riduce a tre giornate il blocco dei settori popolari dell’impianto di Fuorigrotta, considerando «altresì l’art. 13, comma 1 lett. b) ed e)» dello stesso Codice, ossia quello riguardante le “esimenti ed attenuanti per comportamenti dei propri sostenitori». In pratica, la Cgf ha confermato la stessa grave inesattezza compiuta errore del Giudice sportivo, che abbiamo esposto due giorni fa su http://marcoliguori.blogspot.com/search?updated-max=2008-09-11T13%3A42%3A00%2B02%3A00&max-results=7. Hanno ben ragione l’avvocato Mattia Grassani, il presidente Aurelio De Laurentiis e il direttore generale Marino a esprimere delusione.
Scendendo nel dettaglio, in base all’articolo 13, le esimenti e attenuanti si posso applicare soltanto per gli articoli 11 e 12. Il primo prevede la “responsabilità per fatti discriminatori”, mentre il secondo per la “prevenzione di fatti violenti”. Al Napoli, invece, è stato contestata la “responsabilità delle società per fatti violenti dei sostenitori” che, per un errore macroscopico, è applicabile solo alle squadre di casa. Il vecchio testo del Codice di giustizia sportiva, all’articolo 11 prevedeva invece che fosse applicato per qualsiasi tipo di gara (in casa, fuori casa e amichevole). La stessa Corte federale ne ha sancita la sua «non applicabilità». Insomma, tutto ciò è una vera e propria contraddizione in termini: si sconfessa Giampaolo Tosel per quanto riguarda la norma su cui si basa l’accusa contro il Napoli, ma si confermano le attenuanti da lui stesso applicate, che non sono previste, e si toglie una sola giornata si chiusura delle curve.
Ma c’è da fare un’altra osservazione. L’ormai famoso articolo 13 prevede che «la società non risponde per i comportamenti tenuti dai propri sostenitori in violazione degli articoli 11 e 12 se ricorrono congiuntamente tre delle seguenti circostanze». Ammettiamo pure che questa norma possa essere applicata al caso del Napoli. Considerato il fatto che le attenuanti contemplate sono cinque, se ne fossero state applicate tre, la società azzurra sarebbe stata scagionata dalle accuse e dal principio della responsabilità oggettiva. Ma forse per i giudici sarebbe stato troppo: ecco che è scattato il solo riconoscimento di due sole circostanze. Ma tutto ciò, lo ripetiamo ancora, è un macroscopico errore tecnico.
Ma quale potrebbe essere la spiegazione plausibile di questo “pasticcio” giuridico? Probabilmente è stata emessa una sentenza “politica” per salvare capra e cavoli. Se fossero stati ammessi tutti gli errori, il Napoli sarebbe stato assolto e si sarebbe ammesso che l’attuale contraddittorio sistema della giustizia sportiva è da rifondare. Siamo quindi in un momento di piena incertezza normativa: quello che è accaduto alla squadra di De Laurentiis, poteva succedere a qualsiasi altra compagine delle serie professionistiche o dei dilettanti. Ed è profondamente ingiusto.
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il pallone in confusione
Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
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Editore e direttore responsabile: Marco Liguori
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