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venerdì 17 ottobre 2008

Lo "zumpo" da rigore di Favero e le risate dei napoletani

Cronaca di un Napoli-Juventus del dicembre 1987 con comica finale: il folle fallo di mano del difensore bianconero regala graziosamente un’insperata massima punizione agli azzurri che vincono 2-1

«I che zumpo ch’a fatto Favero! Pareva ca pigliav’ ‘e palomme». Si traduce ad uso dei cultori della lingua di Dante: «Ma che salto in aria ha compiuto Favero! Sembrava che volesse prendere le colombe a volo». L’espressione fu proferita da un tifoso napoletano del settore distinti dello stadio San Paolo il 13 dicembre 1987 e ascoltata da chi scrive: una giornata fredda e incolore, non propriamente partenopea. Quel pomeriggio domenicale (all’epoca si disputavano tutte le partite alle 14.30) si disputava un Napoli-Juventus che ebbe una conclusione del tutto particolare, completamente inaspettata. Diciamolo pure: una comica alla Totò e Peppino o, se preferite altri grandi comici, alla Stanlio e Ollio. Ne fu protagonista, completamente volontario, il difensore bianconero Luciano Favero, giunto da Avellino alla corte di Casa Agnelli per sostituire Claudio Gentile, il terzino campione del mondo del Mundial spagnolo del 1982. Era un giocatore onesto, non brillava certo per qualità tecniche, ma in compenso aveva molta carica agonistica e buona resistenza atletica. Quel giorno, come gli accadde anche in altre occasioni, doveva marcare il più grande talento calcistico dell’epoca, il "divin" Diego Armando Maradona.
La partita si era messa subito bene per il Napoli, prima in classifica e reduce dal confortante pareggio a Milano contro l’Inter, che si portò in vantaggio al 26° minuto con Nando "Rambo" De Napoli dopo una pressione iniziale sulla non irresistibile difesa juventina. Nel secondo tempo gli azzurri calano di tono: il tecnico Ottavio Bianchi sostituisce prima Sola con Bruscolotti e poi Careca con Miano,. La squadra ha un’impostazione più prudente, ma in questo modo si lascia spazio ai bianconeri, che realizzano l’1-1 al 76° con Antonio Cabrini, l’altro difensore reduce dal trionfo della Coppa del Mondo.
Manca ormai una manciata di minuti alla fine dell’incontro, che sembra ormai incanalato su un giusto pareggio. Ma arriva proprio a quattro minuti dalla fine la "magia" di Favero. Il difensore juventino segue nella sua area di rigore Maradona, mentre arriva un cross proveniente dalla sinistra dello schieramento offensivo del Napoli. Il terzino non sembra in difficoltà rispetto al Pibe de oro, che anzi lo tiene sotto stretta marcatura. Nonostante ciò, decide all’improvviso di effettuare un gesto inconsulto: si eleva in aria con uno scatto felino, come se fosse una pantera pronta a ghermire una preda volatile, e con il braccio destro completamente innalzato verso il cielo tocca il pallone con la mano. E’ rigore: per giunta anche sacrosanto. La scena è seguita dagli 80mila del San Paolo, dai cui spalti, nell’incredulità generale per il gentile regalo di Favero, parte una risata fragorosa. Nemmeno sul campetto in mattoni dell’oratorio dei Salesiani al Vomero si era mai vista una cosa simile. Batte il rigore lo stesso Maradona, che segna mandando il portiere bianconero Tacconi a prendere un caffè sul lato opposto a quello dove si insacca il pallone. E’ il 2-1: il Napoli resta saldamente primo in classifica con tre punti di vantaggio sulla Sampdoria, mentre la Juventus è ricacciata a sette lunghezze di distanza dalla vetta. Dispiace che su You tube non siano presenti immagini di quella storica "topica juventinensis". Nelle interviste del dopo partita, il cronista della Rai chiede all’allenatore bianconero Rino Marchesi il perché del gesto inconsulto di Favero: "Non voglio fare alcun commento" rispose con un’espressione facciale a metà strada tra lo sconsolato e l’irato. Chissà se al ritorno a Torino ne avrà dette quattro al povero difensore, che aveva regalato due punti (all’epoca la vittoria dava questo punteggio) insperati agli avversari.
Purtroppo alla fine del campionato Maradona e soci regaleranno al Milan berlusconiano lo scudetto: ma questa è un’altra storia.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

giovedì 16 ottobre 2008

Esclusivo/La Guardia di Finanza bussa al portone della Juventus

"il pallone in confusione" lo ha notato che nel bilancio 2008 della società bianconera. Quest'ultima ha spiegato che il 3 luglio scorso c’è stato l’accesso delle Fiamme gialle alla sede sociale per «eseguire una verifica sostanziale a carattere generale» riguardo alle dichiarazioni dei redditi e dell’Iva. Inoltre, è stato aperto un contenzioso tra la squadra di Casa Agnelli e l’Agenzia delle entrate per i crediti Iva della Champions League 2000/2001 e 2001/2002

La Guardia di Finanza ha visitato la sede della Juventus. Nella relazione sulla gestione dell’ultimo bilancio chiuso al 30 giugno 2008 si narra che il 3 luglio scorso le Fiamme gialle hanno bussato al portone di corso Galileo Ferraris 32 a Torino. Il documento evidenzia che «ha avuto luogo l’accesso» presso la sede sociale «al fine di eseguire una verifica sostanziale a carattere generale, ai sensi e per gli effetti degli art. 32 e 33 del Dpr n.600/73, art. 51 e 52 del Dpr n.633/1972 e dell’art.35 della legge n.4/1929». Le leggi richiamate dalla squadra bianconera riguardano i poteri della Gdf sul controllo delle dichiarazioni dei redditi e su quella dell’Iva: la verifica, stando sempre alla relazione sulla gestione, riguarda «l’arco temporale decorrente dal 1° luglio 2005 alla data dell’accesso per le imposte dirette e dal 1° gennaio 2006 alla data di accesso per l’Iva e le altre imposte indirette». Quindi i militari effettueranno la loro attività per il primo caso sugli ultimi tre anni, mentre nel secondo su due anni e mezzo. Bisognerà attendere l’esito della “visita” per conoscere l’esistenza di eventuali irregolarità fiscali: in quest’ultima ipotesi la società di Casa Agnelli potrà inoltrare ricorso alla Commissione tributaria.
E a proposito di contenziosi, la Juve ne ha uno con l’Agenzie delle entrate di Torino per i crediti Iva sui proventi della Champions League. L’organismo del ministero dell’Economia aveva attestato nel maggio 2004 il rimborso per l’imposta «relativa alle competizioni Uefa – si legge sempre nella relazione sulla gestione – delle stagioni sportive 2000/2001 e 2001/2002 per euro 5,4 milioni complessivi». In seguito a questa attestazione «la società aveva provveduto ad iscrivere il corrispondente credito – spiega il documento del bilancio juventino – con contropartita a proventi straordinari. Nel mese di giugno 2004 venne incassata parte del credito per un importo di euro 1,2 milioni». La Juventus spiega che la parte restante della somma riconosciuta fu ceduta pro soluto ad una società di factoring nel dicembre 2004. In seguito, l’Agenzia delle entrate aveva rimborsato 2,8 milioni dei 5,4 complessivi dovuti, tramite più rate. Ma nello scorso luglio l’organismo fiscale compiva un improvviso dietrofront e «ha comunicato a Juventus e alla società di factoring – prosegue la relazione – il proprio diniego al saldo dell’ultima tranche pari a 1,4 milioni adducendo contestazioni in merito alla richiesta di rimborso presentata da Juventus». I vertici di corso Galileo Ferraris sottolineano che «tale diniego è in contrasto con l’originaria attestazione del credito» e che intendono «proporre ricorso congiuntamente alla società di factoring in sede tributaria». Oltre a ciò, la Juve «si riserva in ogni caso di attivare eventuali azioni di tutela successive in sede civile».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Esclusivo/I piccoli azionisti Juve vogliono costituirsi parte civile

"il pallone in confusione" ha sentito Marco Bava che sta raccogliendo le adesioni per i soci che si ritengano parte lesa, in vista dell’udienza davanti al Gup del prossimo 5 novembre per il procedimento riguardante l’ipotesi di falso in bilancio dell’era Giraudo-Moggi

La parte iniziale del procedimento per l’ipotesi di falso in bilancio dell’era Giraudo-Moggi è alle sue battute conclusive. Dopo il deposito degli atti, il 5 novembre prossimo alle 9.30 si terrà l’udienza davanti al giudice dell’udienza preliminare di Torino: la Procura ha indagato sui documenti contabili dal 2003 al 2006. Riguardo invece alle operazioni sulla Campi di Vinovo, ex controllata della Juventus, è stata richiesta l’archiviazione di tutti gli imputati: ciò è sottolineato anche nel bilancio 2008. Per l’occasione, i piccoli azionisti, che si riuniranno in assemblea il 28 ottobre per approvare il rendiconto annuale, si stanno preparando. Uno di essi, Marco Bava, ha spiegato a “il pallone in confusione” che sta «raccogliendo le eventuali costituzioni di parte civile dei soci da presentare nell’udienza davanti al Gup». Bava ha già un avvocato: «Il costo per costituirsi non è elevato, pari a circa un centinaio di euro». Inoltre, incita i soci «a presentarsi in tanti all'assemblea per far sentire la propria voce e il proprio dissenso». Per ulteriori informazioni, si può scrivere al seguente email: marcobava@email.it. Sito internet: http://www.marcobava.eu/
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Tv svizzera: le partite del campionato italiano rischiano oscuramento

La Televisione svizzera italiana (Rtsi) rischia l'oscuramento per la trasmissione in chiaro delle partite del campionato di calcio italiano di serie A. Secondo quanto riferisce oggi il quotidiano ''La RegioneTicino'', un ''potente network italiano'' non avrebbe gradito l'iniziativa di Comano di diffondere in chiaro i match, tanto da essere intervenuto e quindi le partite potrebbero essere oscurate già a partire da Roma-Inter in programma domenica prossima. Il responsabile del Dipartimento dello sport della Rtsi, Andreas Wyden, ha spiegato al giornale ticinese che "il contratto firmato è in piena regola e si basa su norme e con venzioni internazionali. Quando si sigla un accordo di diffusione per la Svizzera - fa notare Wyden - non significa che il segnale finisca dentro i confini nazionali. In fatti puo' andare oltre, grazie ad un diritto sancito dalle nor me europee". ''Insomma -si legge sul quotidiano- appena si è saputo che la televisione svizzera iniziava a trasmettere le partite di calcio, qualcuno ha cominciato a non gradire l'iniziativa, e le proteste non sono mancate, proteste che sarebbero arrivate all'indomani della partita Milan-Inter quando, stando al racconto di Andreas Wyden, sarebbero "iniziate le pressioni sulla società che gesti sce i diritti del calcio italiano in Europa e dalla quale li abbiamo comperati".

La preoccupazione è palese, dato che ci potrebbe essere concretamente la possibilità che il segnale per trasmettere le partite venga effettivamente oscurato, "e tutto cio' in barba ad un regolare contratto", aggiunge Wyden alla ''Regione Ticino''. Già da oggi Wyden proverà a risolvere la delicata vertenza e riuscire a trovare entro domenica "una soluzione soddisfacente". Il 1 ottobre scorso, sul ''Corriere del Ticino'', venne pubblicato un servizio in merito alla compravendita, da parte della RTSI, dei diritti per trasmettere le partite del campionato di calcio italiano. Secondo quanto riportato dal ''Corriere del Ticino'', sarebbe stata una società luganese, la Heikon SA, a vendere all'emittente pubblica ticinese i diritti per una cifra inferiore al milione di euro. Danilo Mansi, direttore della SA, aveva rivelato al quotidiano di essersi assicurato i diritti nel giugno scorso e di averli poi concessi a Comano "dopo una trattativa in cui le parti si sono trovate in buona sintonia". "Siamo attivi a livello internazionale - aveva spiegato Mansi- ma avevamo bisogno di un segnale forte per farci conoscere ulteriormente; inoltre volevamo concedere i diritti alla SRG-SSR Idèe Suisse per evitare che il prodotto venisse strumentalizzato e che finisse per essere trasmesso dappartutto tranne che sulle reti pubbliche; sono convinto che la Tsi saprà valorizzarlo".

In particolare, la Rtsi aveva annunciato il 19 settembre scorso di aver acquisito i diritti in chiaro di una partita per ognuno dei restanti 34 turni della Serie A di calcio italiana. Il primo appuntamento era fissato per domenica 28 settembre su TSI2 con il derby della Madonnina tra Milan e Inter e si era continueto la domenica successiva con la partita Cagliari-Milan. "Ci siamo mossi come si fa sempre in questi casi, non è stata una trattativa particolarmente complicata e la cifra, che non divulghiamo anche per rispetto degli accordi con la controparte, è risultata essere una cifra giusta", aveva spiegato Andreas Wyden. Alla domanda se con l'accordo la televisione svizzera-italiana intendesse cercare pubblico nella fascia di confine, il responsabile del Dipartimento dello Sport della Rtsi aveva replicato: "No, più che altro pensiamo alla Svizzera tedesca e francese dove vive una numerosa colonia di italiani e ticinesi che sono appassionati di calcio ed in particolare della Serie A". I diritti acquisiti riguardano le partite casalinghe di 12 squadre: Inter, Milan, Juventus, Roma, Lazio, Bologna, Fiorentina, Torino, Genoa, Cagliari, Catania, Lecce. Nel dettaglio sono stati acquisiti i diritti per 27 posticipi domenicali (inizio trasmissione 20.20, inizio partita alle 20.30), un posticipo di sabato (11 aprile 2009), due turni di mercoledì (29 ottobre e 28 gennaio) e una partita a scelta per ognuno degli ultimi quattro turni. Nel caso in cui il posticipo non venisse giocato in casa da una delle squadre che hanno ceduto i diritti, la TSI potrà scegliere una delle altre partite del turno. Le partite saranno accompagnate da una trasmissione in studio con ospiti, approfondimenti e commenti tecnici.Con questa operazione la TSI è l'unica televisione europea a diffondere in chiaro le partite del campionato italiano. (Adnkronos)

mercoledì 15 ottobre 2008

Crac Messina: ipotesi di falso in bilancio per i fratelli Franza

I Pm hanno notificato a entrambi nuovi avvisi di garanzia dopo l'accusa di concorso in abuso di ufficio per le concessioni degli stadi "San Filippo" e "Celeste" e le aree di pertinenza 

Nuovi avvisi di garanzia sono stati notificati ai fratelli Pietro e Vincenzo Franza, presidente e vice presidente della F.C. Messina calcio. Dopo l'accusa di concorso in abuso di ufficio per le concessioni degli stadi "San Filippo" e "Celeste" e le aree di pertinenza, adesso arriva anche quella di falso in bilancio. La Procura di Messina, coi sostituti procuratori Vito Di Giorgio, Fabrizio Monaco, Francesca Ciranna e Maria Pellegrino, vuol vederci chiaro sulla gestione amministrativa delle società Messina Calcio e Mondomessina, che gestisce il sito internet della società, il servizio di biglietteria ed il merchandising. Società, che per ammissione degli stessi Franza, avrebbero accumulato debiti pari a 28,3 milioni di euro dal 2006. La sezione di Pg della Guardia di Finanza ha sequestrato gli atti ed i bilanci relativi alla gestione delle due società, a partire dal 2006 ad oggi. Nell'inchiesta per le concessioni degli stadi e le aree di pertinenza sono stati anche indagati l'ex direttore generale (ora assessore alle opere pubbliche) del Comune di Messina, Gianfranco Scoglio (centrodestra), il suo successore Emilio Fragale (centrosinistra) e l'ex commissario straordinario del Comune Gaspare Sinatra. In un'altra vicenda giudiziaria che vede coinvolta sempre la Fc Messina dei Franza, l'avvocato Aurora Notarianni, che assiste l'ex medico sociale del Fc Messina Filippo Ricciardi, ha depositato un ricorso contro la decisione del giudice del lavoro Alessandra Santalucia che, nei giorni scorsi, aveva respinto la richiesta di un sequestro preventivo del credito di un milione di euro vantato in Lega Calcio dalla società dei Franza che coprirebbe quello preteso dal dott. Ricciardi, che sostiene di dovere ricevere 536mila euro per retribuzioni mai ottenute. (Asca)

La crisi finanziaria non toccherà la Bundesliga

Lo ha dichiarato il direttore generale Seifert al quotidiano  Frankfurter Allgemeine Zeitung, sottolineando che i club in Germania spendono per gli ingaggi dei calciatori il 40% delle entrate . Il dirigente non ha però spiegato se esistono debiti riguardanti somme dovute ai giocatori, al fisco, agli enti previdenziali e alle banche per prestiti

L'Adnkronos ha ripreso le dichiarazioni rilasciate al quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung da Christian Seifert, direttore generale della Lega Calcio tedesca (Dfl), sullo stato di salute dei conti del calcio tedesco. «Forse la Bundesliga ha meno glamour di altri campionati. Di sicuro è più sana e più affidabile» ha affermato il dirigente. Seifert è sicuro che la crisi finanziaria che ha investito i mercati mondiali non avrà effetti negativi sulla Bundesliga. «Non possiamo escludere che ci troveremo in acque agitate - ha proseguito il direttore generale - ma la nostra barca è in buone condizioni». I club in Germania «spendono per gli ingaggi dei giocatori circa il 40% delle entrate. In altri paesi si arriva al 60-70%». Insomma, sembrerebbe una stoccata alla Lega Calcio nostrana, dove di recente è scattato l'allarme per il pagamento degli stipendi in serie B. Resta però da capire quale sia lo stato debitorio delle società della massima serie tedesca. Se è vero che adesso la spesa degli emolumenti ai calciatori è abbastanza ridotta, si dovrebbe capire se esistono somme dovute dai club non solo agli eroi del campionato, ma anche al fisco, agli enti previdenziali e alle banche per prestiti. E' anche su questi indicatori che si misura la salute del sistema calcistico: ma questo Seifert non lo dice. Ci si attendono dati in merito.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

martedì 14 ottobre 2008

L’ombra del dubbio sulla dichiarazione di incompetenza del Coni

L’avvocato Fabio Turrà spiega a “il pallone in confusione” che secondo l’articolo 30 dello statuto Figc la Camera di Conciliazione avrebbe potuto esprimersi sul ricorso del Napoli contro la sanzione delle curve chiuse

Non vi è cosa più odiosa della negazione della giustizia. La decisione della Camera di Conciliazione e Arbitrato del Coni ha un sapore beffardo: essa si basa su una interpretazione letterale stretta dell’art. 30 comma 3 lett. c) dello Statuto della Figc secondo il quale, letteralmente: “non sono soggette ad arbitrato le controversie decise … in via definitiva dagli Organi della giustizia sportiva federale … che abbiano dato luogo a sanzioni …comportanti: … c) l’obbligo di disputare una o più gare a porte chiuse…”
Sulla base di una sbrigativa interpretazione di tale articolo dello Statuto, la Camera del Coni si è dichiarata incompetente a decidere sulla controversia riguardante la riapertura di alcuni settori (le curve) dello stadio San Paolo, ma a ben vedere la norma in questione pare riferirsi alla chiusura totale dello stadio, che è cosa ben diversa. Diversamente opinando, stante la professata rigidità di applicazione delle regole statutarie da parte federale, avremmo dovuto leggere (magari in un inciso) che la Camera del Coni è incompetente a decidere delle sanzioni comportanti l’obbligo di disputare una o più gare a porte, anche solo parzialmente, chiuse.
Correttamente l’arbitro designato dal Napoli, Angelo Piazza, ha dissentito dall’interpretazione dell’altro componente del collegio designato dalla Figc, Marcello de Luca Tamajo, e del presidente Dario Buzzelli, e tale dissenso è stato annotato nella laconica decisione finale, che si riporta testualmente: «Il Collegio Arbitrale composto dal Presidente, Avv. Dario Buzzelli, e dagli arbitri Prof. Avv. Angelo Piazza e Avv. Marcello de Luca Tamajo, riunito in Roma in data 13 ottobre 2008, ha deliberato a maggioranza dei voti il seguente lodo nel procedimento di Arbitrato promosso dalla S.S. Calcio Napoli Spa contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio: 1) Dichiara la incompetenza del Collegio Arbitrale; 2) Dichiara le parti costituite tenute in egual misura, con vincolo di solidarietà, al pagamento dei diritti degli arbitri, come separatamente liquidati, nonché dei diritti amministrativi della Camera di Conciliazione e Arbitrato per lo Sport; 3) Compensa tra le parti le spese di lite; Così deliberato a maggioranza dei voti, con il dissenso del Prof. Avv. Angelo Piazza. Roma, 14 ottobre 2008».
Mi sia consentita una nota finale: la Figc e il Coni hanno perso, con l’uso di una eccessiva rigidità interpretativa delle norme, una buona occasione per far prevalere il buon senso che dovrebbe sempre animare il loro operato.
Fabio Turrà
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il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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