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venerdì 19 dicembre 2008

Amarcord 2007/08: sintesi tv Torino-Napoli 2-1 (da You tube)

Le immagini di Sky sono tratte da you tube

Torino, stadio Olimpico, 4 maggio 2008 ore 15

36a giornata campionato 2007/08 - dati tratti da www.archiviotoro.it

TORINO - NAPOLI 2-1 (1-0)
Torino: Sereni, Motta, Di Loreto, Lanna, Pisano, Corini; Diana (al 72' Recoba), Rosina (al 77' Franceschini), Zanetti (al 54' Grella), Di Michele, Stellone. A disposizione: Fontana, Barone, Lazetc, Ventola. All.: De Biasi.
Napoli: Navarro, Santacroce, Contini, Cupi (al 65' Garics), Mannini (all'81' Capparella), Blasi, Gargano, Hamsik, Domizzi, Bogliacino (al 62' Calaiò), Lavezzi. A disposizione: Iezzo, Grava, Montervino, Pazienza. All.: Reja.
Arbitro: De Marco di Chiavari.
Marcatori: Rosina 27' rig. (T), Contini 53' (N), Di Michele 57' (T).
Spettatori: 21.112 di cui 16.401 abbonati per una quota partita di 301.758 euro, più 4.711 paganti per un incasso di 101.890 euro.
Note: Prima della partita commemorato il 59° anniversario della scomparsa del Grande Torino con una sobria lettura dei nomi dei caduti di Superga. Per l'occasione la Curva Primavera ha offerto un'apposita coreografia. Ammoniti Corini, Blasi e Domizzi per gioco scorretto, Sereni e Hamsik per proteste, Stellone e Santacroce per comportamento non regolamentare. Calci d'angolo 7-3 per il Torino, recupero 0' pt, 5' st. Settore ospiti chiuso ai tifosi del Napoli cui era vietata la trasferta; vietata la vendita dei biglietti anche ai tifosi non residenti in Piemonte. Nel settore, presenti ugualmente circa 350 tifosi del Napoli. Il Torino torna al successo dopo 4 sconfitte consecutive (ultimo successo Catania-Torino 1-2), e 4 sconfitte consecutive in casa, tutte per 0-1 (ultimo successo Torino-Atalanta 1-0). Esordio stagionale per Ivan Franceschini dopo l'infortunio che l'ha tenuto fuori squadra sin dal precampionato e per il portiere del Napoli Navarro
Vedi anche Amarcord 1988/89: Torino-Napoli 0-1 (da You tube)

Sintesi tv di Torino-Napoli 2-1


Tutti gli ex di Torino-Napoli: quattro giocatori più Novellino


Oltre a Amoruso, Corini, Abate e Stellone, c'è anche il tecnico Novellino: fu l'indimenticato protagonista della promozione del Ciuccio in serie a nella stagione 2000/01


Corsi e ricorsi storici in Torino-Napoli. Il sito Toronews.net sottolinea un particolare curioso della sfida tra il Toro e il Ciuccio di dopodomani. «Se la legge dell'ex fosse una certezza - sottolinea il sito di informazione granata -il Torino affronterebbe molto più tranquillamente la gara di domenica contro i campani. Sono infatti tutti granata gli ex di Toro-Napoli, a cominciare da Roberto Stellone, che con i partenopei ha esordito in serie A nel 2000». Stellone ha infatti militato con gli azzurri dal 1999 al 2003, prima di essere dato in prestito alla Reggina e poi ceduto al Genoa. 
Prima di passare agli altri giocatori, bisogna ricordare un altro celebre ex: il tecnico Walter Alfredo Novellino, indimenticato protagonista della promozione in serie A del Napoli nella stagione 1999-2000. Proprio un anno fa, Novellino era alla guida dei granata e dette un mezzo dispiacere agli uomini di Reja, pareggiando 1-1 al San Paolo dopo essere stato in vantaggio grazie a un rigore (molto contestato) di Rosina.
Tornando ai calciatori, nella lista di quelli che hanno vestito la maglia azzurra c'è Ignazio Abate. Il Napoli è stato infatti il primo club professionistico del centrocampista granata, che ha militato nel capoluogo campano nel campionato del 2004 in serie C1, in prestito dal Milan. Nicola Amoruso era invece al Napoli nella stagione 2000/01, l'ultima in serie A del vecchio Napoli poi fallito. "Nick faccia d'angelo" (così era soprannominato dai tifosi) era in comproprietà con la Juventus e realizzò dieci reti prima di essere richiamato a Torino: non ha lasciato grandi rimpianti, soprattutto a causa delle tante occasioni da gol mancate. Il cronista ne ricorda una per tutte in Napoli-Udinese 0-1 il 21 gennaio 2001, giorno in cui fu ritirata la maglia numero 10 che fu del "divin" Diego ed esordì l'attaccante brasiliano Edmundo in maglia azzurra: cross al centro e l'attaccante, davanti al portiere avversario, manda la palla alle stelle. 
Invece Eugenio Corini restò nella squadra azzurra più di un anno: il centrocampista militava nella Sampdoria quando fu ceduto al Napoli nel 1993-94, dove collezionò diciassette presenze, per poi essere ceduto al Brescia.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
Nella foto, tratta da Calcioblog, Walter Alfredo Novellino

Studio Mastercard: vittoria Champions vale 110,4 milioni

Il trionfo in Champions League può valere 110,4 milioni di euro. Una sola squadra alzerà la coppa sotto una pioggia di denaro ma anno comunque la chance di “consolarsi” anche gli altri club qualificati che attendono il sorteggio degli ottavi di finale, in programma oggi a Nyon. Secondo una ricerca commissionata da MasterCard, sponsor ufficiale della Champions League, le 16 squadre che parteciperanno alla fase a eliminazione diretta avranno la possibilità di guadagnare circa 38,45 milioni di euro. La cifra arriva fino a 46,14 milioni di euro per le squadre con maggior numero di tifosi, come nel caso del Manchester United e del Barcellona. Secondo l'analisi, in particolare, il team che arriverà alla finale di Roma e solleverà il trofeo potrà mettere insieme fino a 110,4 milioni di euro, considerando nel complesso il budget per la partecipazione, il premio Uefa in denaro, una percentuale sul profitto commerciale del torneo (proporzionata ai diritti televisivi), l'incasso dei biglietti venduti, le entrate commerciali e di marketing, (incluse attività di sponsorship, merchandising, vendita di cibo e bevande) e il conseguente incremento di valore della squadra. Tra i massimi esperti mondiali in business dello sport, il professore Simon Chadwick che ha condotto lo studio per MasterCard, commenta: «In periodi economicamente incerti, il richiamo universale dello sport rimane forte, rendendolo uno dei settori più remunerativi. La competizione continua a rappresentare un'importante fonte di rendimento e attività commerciali per le squadre, soprattutto per quelle che si qualificano alla fase a eliminazione diretta. Questo inevitabilmente contribuisce in modo significativo al fatturato dei concorrenti».
Inoltre, aggiunge Chadwick, «gli introiti provenienti dalla partecipazione alla Champions League sono particolarmente importanti in un momento in cui le squadre si trovano ad operare in condizioni difficili». La Uefa assegna 3 milioni di euro ad ogni squadra che si qualifica alla Champions League, più 2,4 milioni per quelle che partecipano ai gironi. Durante i gironi ogni team può ricevere 600.000 euro a partita o 300.000 a pareggio. Raggiungendo la prima fase ad eliminazione diretta, si incassa una vincita istantanea di 2,2 milioni di euro. A margine, la qualificazione per la fase ad eliminazione diretta assicurerà un premio Uefa in denaro in media di 9,4 milioni di euro . In base al successo commerciale del torneo, la Uefa può aggiungere un premio ai dipendenti dei club compresi nella fase dei gironi, che, secondo il report di MasterCard, ammonta approssimativamente a 9,5 milioni di euro a squadra. Lo studio indica inoltre che la vendita dei biglietti genera un rendimento di circa 8,55 milioni ai team dei gironi, le attività di marketing e commerciali favoriscono entrate per circa 6 milioni di euro, mentre la sola qualificazione alla fase di eliminazione fa incrementare il valore della squadra di circa 5 milioni di euro. La fortuna per l'elite del calcio europeo continua oltre la prima fase ad eliminazione diretta, grazie ad un premio di 2,5 milioni di euro messo in palio dalla Uefa per ogni partecipante ai quarti di finale, uno di 3 milioni per i semifinalisti, uno di 4 milioni per i finalisti e uno di 7 milioni per i vincitori.
Fonte: Adnkronos

mercoledì 17 dicembre 2008

Jersey, paradiso fiscale del pallone

Nell'"isola del tesoro" del Canale della Manica hanno sede tre società facenti capo all'Arsenal. Ecco tutti i potenziali vantaggi per le squadre di calcio che vogliano imitare il club inglese


Visualizzazione ingrandita della mappa
Tra le società rientranti nel perimetro di consolidamento del Gruppo con a capo Arsenal Holdings PLC (controllante tra l'altro di Arsenal Football Club PLC), ne risultano tre che hanno sede nell'Isola di Jersey e precisamente: Arsenal Overseas Limited, Gillespie (Jersey) Limited; Gillespie Holding Company (Jersey) Limited. La società Arsenal Overseas Limited è controllata al 100% e svolge come attività principale operazioni di vendita al dettaglio (Retail Operations). Gillespie (Jersey) Limited e Gillespie Holding Company (Jersey) Limited, entrambe controllate al 100%, sono due "Property Holding" , ossia holding immobiliari utilizzate, in genere, per
investire in beni immobili o in titoli azionari o partecipazioni in altre imprese che investono nel settore immobiliare.
Ma che cos'è l'Isola di Jersey? L'isola di Jersey, il cui nome ufficiale è Bailiwick of Jersey è un'isola posta nel Canale della Manica, pur essendo inglese, non fa parte del Regno Unito, è retta da un governo autonomo che dipende dalla Corona d'Inghilterra. Sfruttando questa autonomia dal Regno Unito, l'isola di Jersey è diventata piazza off-shore a tassazione agevolata.
Per usare una parafrasi è "un'isola che c'è", un'isola della realtà, non certamente un'isola della lealtà e della trasparenza. Possiamo definirla anche "Isola del Tesoro" come ha fatto Fisco Oggi,
Notiziario Fiscale dell'Agenzia delle Entrate, nell'articolo: "Paradisi fiscali a confronto Jersey più seducente di Guernsey" del 21 ottobre 2004, (http://www.fiscooggi.it/reader/?MIval=cw_usr_view_articolo&articolo=11737&giornale=11805), in cui tra l'altro è spiegato che le isole del Canale della Manica custodivano 330 miliardi di euro.
Per quanto riguarda l'Italia, l'articolo 1 del decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze, del 23 gennaio 2002 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 4 febbraio 2002), elenca i paesi della
cosiddetta "black list", ossia gli Stati e i territori aventi un regime fiscale privilegiato, tra essi figura Jersey (isole del canale).
Ma a cosa può servire possedere una società in un paradiso fiscale? In genere le società con sede nei paradisi fiscali costituiscono lo strumento utilizzato per lo spostamento di capitali.
Esse vengono interposte nelle normali transazioni commerciali, rendendo indiretto il rapporto col fornitore, creando un passaggio in più, con un ricarico a titolo di provvigione. Ad esempio un azienda siderurgica che compra acciaio dall'estero, anziché comprarlo direttamente dal fornitore estero abituale, crea la società "X" in un paradiso fiscale e compra l'acciaio attraverso la società "X". A sua volta la società "X" rivende l'acciaio all'azienda siderurgica ad un prezzo maggiorato. La maggiorazione del prezzo rimane alla società "X" nel paradiso fiscale, senza pagare tasse e rimpinguando ivi i relativi conti bancari. La finalità per cui vengono usate queste società è duplice: abbattere l'imponibile nazionale, trasferendolo in uno stato a più bassa tassazione, creare "provvista" all'estero, al fine di alimentare i pagamenti estero su estero, non esclusi i pagamenti in nero. L'applicazione di tale schema nel mondo del calcio, non troverebbe difficoltà alcuna. Si pensi ai cartellini dei calciatori, in specie quelli sudamericani, posseduti dai procuratori e altri soggetti (anche in percentuale); o alla gestione dei diritti di immagine, che potrebbero essere ceduti a tali società.
Luca Marotta
jstargio@gmail.com
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte "il pallone in confusione")
Nell'immagine: la mappa dell'isola di Jersey

martedì 16 dicembre 2008

Scontri Samp-Toro 2006: condannati due tifosi granata

Due anni senza la condizionale. E' la sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Torino nei confronti di due tifosi del Toro e della Sampdoria al processo per gli scontri pre-partita che si erano verificati in occasione dell'incontro fra i granata e i blucerchiati nel novembre 2006. Particolare curioso i due ultras, entrambi con lo stesso cognome, hanno scoperto durante il processo di essere cugini alla lontana. Le accuse nei loro confronti erano di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, rissa e lancio di oggetti. Inizialmente il processo, che vedeva il pm Carlo Pellicano sostenere l'accusa, aveva 14 imputati. La metà delle posizioni è stata archiviata, nei confronti di un altro è stata rimessa la querela, mentre altri sono stati definiti in udienza preliminare. Due di loro erano stati condannati in abbreviato e uno aveva patteggiato.
Fonte: Adnkronos

Antenna3: ecco cosa è accaduto a Torino ai tifosi del Milan

Lele, un ultras del Milan ha raccontato il 15 dicembre 2008 su Antenna 3 cos'è successo la sera del giorno prima a Torino.
Le immagini sono tratte da You Tube.

Bilancio Udinese: dov’è la novità?

Nel documento contabile 2007/08 della società friulana emergono 33,7 milioni di plusvalenze calciatori che hanno consentito di ottenere un utile di 7,9 milioni: è una componente straordinaria comune a tutte le società italiane, che non dispongono degli altri tipi di entrate delle squadre inglesi. Essa ha compensato la gestione costi/ricavi in perdita per 17,7 milioni. La società friulana ha però «all’orizzonte un progetto “nuovo stadio”»

Se l’Udinese ha conseguito un utile di 7,9 milioni di euro nell’esercizio 2007/08 lo deve principalmente ai 33,7 milioni di plusvalenze calciatori: in quello precedente aveva chiuso in rosso per 6,3 milioni. Spulciando il bilancio depositato in Camera di Commercio della società friulana si nota infatti che la gestione ordinaria, ossia il conto costi/ricavi, si è conclusa con una perdita di 17,7 milioni. In essa si nota che nonostante l’aumento del valore della produzione (pari a 44,9 milioni) del 41%, i costi (ammontati a 62,6 milioni) sono lievitati del 22%. I proventi da cessione dei diritti (comunemente chiamati ancora “cartellini”) alle prestazioni dei giocatori, ossia la differenza positiva tra il valore netto di libro e il prezzo di vendita, hanno ovviato al rosso della gestione caratteristica. Essi sono stati correttamente inseriti nella voce “proventi e oneri straordinari”, secondo quanto stabilito dai criteri del Codice Civile: i diritti alle prestazioni dei calciatori sono beni della società e il ricavato per la loro alienazione rientra nelle voci straordinarie. Ma quel che è più importante è il calcolo totale di esse al netto dei 10,2 milioni di minusvalenze da alienazione: l’Udinese spiega nella relazione sulla gestione che esso «in questo esercizio»è «pari a euro 23,622 milioni contro i 10,632 milioni dello scorso esercizio». E chi sono i nomi dei calciatori e delle società a cui sono stati ceduti? Non è dato saperlo: nel documento contabile depositato in Camera di Commercio manca un prospetto di cessioni e acquisti. Vi è solo quello riepilogativo delle cifre delle immobilizzazioni immateriali con quelle dei «diritti pluriennali calciatori». L’agenzia Ansa, presente alla presentazione del bilancio del 27 novembre scorso, riporta che le plusvalenze riguardano soprattutto la «vendita di Iaquinta alla Juventus e di Muntari al Portsmouth».
Insomma, nulla di nuovo sotto il sole del mondo calcistico italiano che, al contrario di quello inglese e francese (come visto per Arsenal, Tottenham e Lione), ha ben poche fonti di ricavo per fronteggiare i costi elevati. Anche l’Udinese, come del resto tante altre società (si pensi al Bologna 2007/08, di recente esaminato, o alla Juventus degli anni della retrocessione in serie B), si è affida a una componente straordinaria del proprio bilancio per rafforzare i propri conti. C’è però una novità “all’inglese” per la società controllata dalla lussemburghese Gesapar: c’è «all’orizzonte un progetto “nuovo stadio” – si legge nella relazione sulla gestione - che crediamo possa essere sviluppato e concretizzato nel breve medio termine».
Oltre alle plusvalenze, c’è anche un’altra componente immancabile (questa volta però ordinaria) nei bilanci delle squadre, ossia i diritti tv: stando alla relazione sulla gestione, essi pesano per il 54% sui ricavi dell’Udinese e hanno raggiunto i 24,3 milioni (+41% sul 2006/07). A questa cifra va aggiunta la percentuale su diritti televisivi da squadre ospitanti pari a 6,3 milioni (+41%). L’Udinese sottolinea anche la «ripresa degli introiti da gare (+56% circa rispetto alla S.S. 06/07» che hanno superato (includendo campionato, Coppa Italia e altre gare) gli 1,6 milioni: nella relazione sulla gestione però si specifica che il forte incremento è dovuto al fatto che nella stagione precedente gli incassi «erano stati compressi e fortemente penalizzati dai drastici provvedimenti in materia di sicurezza previsti dal “decreto Pisanu” che avevano visto» l’Udinese «dover affrontare nella stagione 06/07 dieci partite a porte chiuse». Se sono in netto aumento del 27% le entrate da sponsorizzazioni, pari a 24,3 milioni, non sono evidenziate quelle da merchandising: probabilmente è un settore ancora da costruire. All'estero è invece una voce importante: ad esempio, il 24,7% dei ricavi operativi del Lione (38,5 milioni nel 2007/08) è costituito dallo sfruttamento commerciale del marchio tramite la vendita di magliette e gadgets vari, la produzione e la distribuzione di immagini, le licenze di esercizio, i viaggi, signing fees e altro.
Passando ai costi, il 67% di essi è composto da ammortamenti e svalutazioni, pari a 18,6 milioni (+7%), e da quelli per il personale, ammontati a 23,3 milioni (+15,43%). Il monte stipendi per i 46 tesserati (diminuiti di 4 unità rispetto all’anno precedente) ha raggiunto i 20,6 milioni con un aumento del 18%. Inoltre, la politica dell’individuazione di giovani talenti ha un prezzo elevato: nella nota integrativa si sottolinea l’incremento del 104% dei costi specifici tecnici (8,5 milioni) ossia quelli per le attività di scouting e osservazione dei calciatori. Riguardo agli stipendi dei cinque membri del consiglio di amministrazione, essi hanno ricevuto un ammontare complessivo di 147mila euro.
Riguardo allo stato patrimoniale, esso presenta uno squilibrio debiti-crediti per 23,4 milioni. Ciò è abbondantemente coperto dal patrimonio netto, ossia i mezzi propri, per 41,3 milioni. Lo stato debitorio complessivo è di 74,9 milioni, in calo del 12,75%. Al 30 giugno scorso i debiti col fisco, «tutti esigibili entro l’esercizio successivo» spiega l’Udinese nella nota integrativa, erano pari a 3,5 milioni in aumento dell’85%: gran parte di essi sono «ritenute Irpef su redditi lavoro dipendente» per 1,3 milioni e «debiti per Iva» pari a 1,6 milioni. Le somme dovute alle banche hanno invece toccato i 16 milioni (+1,2%). Infine, nel documento contabile le “zebrette” friulane fanno sapere che «si rimane ancora in attesa degli esiti derivanti dalla verifica fiscale (programma annuale 2007) iniziata l’8 gennaio 2007 dall’Agenzia delle Entrate, Direzione Regionale del Friuli Venezia Giulia».L’accertamento era «relativo al periodo d’imposta 1/07/2003-30/06/2004 ai fini delle imposte dirette – si legge nella nota integrativa – e anno 2004 ai fini degli obblighi del sostituto d’imposta e delle imposte indirette». L’operazione di verifica è stata interrotta il 14 febbraio 2007 « a seguito di perquisizione e sequestro di documenti vari della Guardia di Finanza, Nucleo di Polizia Tributaria di Udine nell’ambito del procedimento penale n.9674/04, sequestro ed indagini ad oggi ancora in corso». Il collegio sindacale informa nella sua relazione che la visita delle Fiamme Gialle è stata svolta su delega della Procura della Repubblica di Udine «in merito ad alcune operazioni di compravendita di giocatori».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
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il pallone in confusione

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