Fonte: Ansa
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giovedì 19 febbraio 2009
Tifoso Genoa: terminata prima operazione
E' uscito dalla sala operatoria Antonio Amato, il tifoso rossoblu in gravi condizioni dopo essere stato travolto dal pullman della Fiorentina domenica al termine della partita Genoa-Fiorentina. Secondo quanto spiegato dal legale della famiglia Amato, l'avvocato Pierdomenico Cariello, l'intervento, durato un'ora e mezzo circa, era mirato ad una stabilizzazione temporanea delle fratture alle gambe. Agli arti inferiori sono stati infatti sistemati dei fissatori esterni per tenere ferme le fratture e ridurre la perdita di sangue ed il dolore. Dopo l'operazione l'uomo è stato trasferito di nuovo nel reparto di rianimazione dove viene mantenuto sedato ed in regime di respirazione assistita.
Tifoso Genoa: in sala operatoria per operazione alle gambe
Gabriele Amato è sottoposto al primo intervento chirurgico all'ospedale San Martino
Intanto l'avvocato ha spiegato di essere ancora in fase di valutazione rispetto ad una querela di parte, ma di aver ascoltato alcuni testimoni (ai sensi dell'articolo 391 bis del Codice di procedura penale) che domenica erano vicini al suo assistito. Uno in particolare riferisce che Amato sarebbe stato travolto mentre era all'altezza dell'angolo sinistro anteriore del pullman all'altezza del finestrino dell'autista. Il legale spiega di voler anche verificare il comportamento di due giocatori che si trovavano a bordo dell'autobus viola, che avrebbero fatto dei gestacci all'indirizzo dei contestatori.
Fonte: Ansa
mercoledì 18 febbraio 2009
Comunicato Inter Club Banda Bagaj sull'aggressione al derby

VIGLIACCATA
Domenica sera siamo stati costretti a scendere su un piano, quello della violenza, che non ci appartiene e che da sempre condanniamo.
I fatti:
All’entrata in campo dei giocatori le due curve espongono le loro coreografie, così come noi tutti bagaj siamo impegnati ad esporre i teloni della nostra coreografia.
Da su piove di tutto, anche torce accese che finiscono per colpire i tifosi sottostanti, prevalentemente famiglie.
La sud “SBAGLIA” COMPLETAMENTE LE MISURE DELLO STRISCIONE IN TRANSENNA, che per tutta la sua lunghezza tocca le teste dei tifosi sottostanti. A centinaia lungo tutto il corridoio che divide la parte coperta da quella scoperta del primo anello blu approfittano della situazione per farlo a brandelli. Ci sono immagini di diverse Tv a dimostrare quanto scriviamo e cioè che non siamo stati noi (che occupavamo i posti delle prime due file in basso) a strappare la coreografia milanista.
Quando ci accorgiamo di quello che succede molte file sopra di noi, i pochi ragazzi posizionati nelle file più in alto a tenere la parte superiore dei nostri teli mollano tutto per provare a fermare quelli che approfittando dell’anonimato strappano lo striscione della coreo milanista ma ovviamente non riescono a fare molto.
Considerazione:
Noi consideriamo le coreografie una parte fondamentale del tifo, sappiamo bene quanto sacrificio (economico e non solo) ci sia dietro il lavoro di centinaia di ragazzi delle curve che si impegnano per esporre con orgoglio la propria coreografia. Noi stessi nel nostro piccolo sopportiamo mille sacrifici economici e di impegno per realizzare le nostre piccole coreografie, ed abbiamo troppo rispetto del lavoro e dell’impegno anche altrui per poter anche solo pensare di rovinare il lavoro di altri.
Detto questo quello che è accaduto dopo lo hanno visto tutti. Siamo stati aggrediti nel nostro settore da un nutrito gruppo di milanisti scesi dalla curva sud, approfittando della totale assenza di steward. Per diversi minuti in poco più di una decina di bagaj (ragazzini e padri di famiglia) abbiamo dovuto fronteggiare il gruppo di milanisti.
Intendiamo scusarci con tutti i tifosi dell’Inter e del Milan presenti allo stadio, nonché con tutti quelli anche di altre squadre che assistevano dalle TV per il deprecabile spettacolo di violenza offerto e per il cattivo esempio dato. Purtroppo in quei frangenti, ha prevalso la rabbia verso l’aggressione subita e la voglia di non permettere che qualcuno violasse lo striscione che ci rappresenta e che rappresenta i valori che da anni portiamo avanti, e l’unico modo per farlo era reagire, impedendo che ci venisse sottratto. Purtroppo uno dei nostri, colpito probabilmente con un tirapugni, rischia di perdere un occhio. Alla fine lo striscione è rimasto nelle nostre mani, ma alla luce delle conseguenze ci chiediamo se il prezzo che stiamo pagando non sia forse un po’ troppo alto.
Pur comprendendo lo stato d’animo di molti tifosi, che a causa di quelle scene e di tutto quello che anche lontano da noi è “piovuto dall’alto” hanno manifestato l’intenzione di non andare più allo stadio o di non portarci più i propri figli, invitiamo tutti i tifosi, a non abbandonare gli stadi. I nostri figli e le nostre famiglie per primi hanno dovuto assistere a quanto accaduto, ma questo non deve impedirci di continuare a portare a vanti una filosofia di tifo coreografico e non violento che deve prevalere su tutto il resto.
Ci rivolgiamo agli ultras di tutte le curve.
Sventolare le bandiere non significa essere ultras.
Realizzare piccole coreografie coinvolgendo genitori e figli e gente di tutte le età, non significa essere ultras.
Battersi per i diritti dei tifosi, lottare contro la repressione delle libertà individuali e la libertà di poter colorare lo stadio e sostenere i propri colori liberamente, non significa essere ultras.
Noi crediamo che chiunque vada allo stadio, da chi frequenta le curve, ai soci dei club ai singoli tifosi, dovrebbe impegnarsi, nel limite delle proprie possibilità, per far valere i propri diritti e per sostenere la propria squadra.
Essere ultras è ben altro, e spesso ci meravigliamo che i primi a non conoscere i valori e la mentalità ultras, siano proprio i frequentatori delle curve, che identificano in noi un gruppo ultras e non un Inter Club.
INTER CLUB
BANDA BAGAJ
Questo testo è su http://bachecabagaj.spaces.live.com/
Buon compleanno presidente Preziosi
Per vedere lo spot cliccare qui
Il Viminale "assolve" i tifosi genoani

Il Viminale ha "assolto" definitivamente la tifoseria del Genoa. I sostenitori rossoblù tirano un sospiro di sollievo dopo i timori di eventuali (e ingiustificate) punizioni per l'incidente occorso domenica scorsa a Gabriele Amato, che resta ancora in coma all'ospedale San Martino. Secondo il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive del Viminale esistono «problematiche non ancora risolte definitivamente come la persistente presenza di gruppi isolati e non organizzati di supporter sempre pronti a dare avvio a momenti di tensione e violenza». Quindi secondo il Casms, che ha condiviso l'interpretazione dell'Osservatorio sulle manifestazioni sportive basata sul dossier fornito dalla questura del capoluogo ligure, i fatti accaduti domenica scorsa sono opera di non meglio identificate frange estreme. Il Comitato ha fornito anche la soluzione (ripetuta ormai da mesi e mesi) per far fronte alla violenza dei gruppi di tifoseria non organizzata: «occorre intraprendere una sempre più convinta azione sinergica tra forze di Polizia e società sportive nell'attuazione di positivi progetti condivisi, come la "tessera del tifoso"».
E a proposito della "tessera del tifoso" sarebbe forse opportuno che le istituzioni ascoltassero un'altra parte mai citata nei comunicati del Viminale, ossia i tifosi. L'Associazione Club Genoani nel novembre scorso dichiarò la sua contrarietà alla tessera con una serie di motivazioni. «Schedare una persona è di per se in assoluto molto fastidioso ed antidemocratico - ha spiegato in una nota l'Associazione - e non fa altro che alimentare controproducenti malumori anche e soprattutto in quei soggetti che hanno nelle loro intenzioni l’andare allo stadio solo ed esclusivamente per assistere allo spettacolo calcistico; attenzione poiché iniziative come queste hanno e stanno impoverendo il calcio dei suoi migliori contenuti creati dalla passione del tifoso, portando a dei risultati incontestabili che tradotti in numeri vogliono dire meno persone negli stadi». Invece, l'Associazione ritiene «molto più producenti ed educative (sicuramente meno invasive) iniziative tipo il nostro “Progetto Scuola” che da tempo ci vede impegnati a diffondere nelle scuole genovesi il corretto amore per il calcio ed a portare bambini allo stadio a socializzare con giovanissimi di altre tifoserie». Occorrerebbe forse che gli organismi preposti all'ordine pubblico incontrassero le associazioni dei sostenitori assieme alle società: la via del dialogo è produttiva di sviluppi positivi per tutti.
Marco Liguori
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Napoli-Genoa: al via la vendita biglietti per ospiti
Il Genoa rende noto che una serie di autobus sono stati organizzati da Acg, Amt, Figgi do Zena, Lino Bonilauri, 7 Settembre, Grifoni in Viaggio, Bolzaneto e Imbriaeghi do Zena.
Marco Liguori
Platini: sistema calcio al collasso, Uefa studia tetto spese
''Credo - ha aggiunto platini - sia ragionevole pensare che la Uefa possa decidere in modo indipendente in quali condizioni i club possano partecipare alle competizioni che organizza. Ovviamente non imporremo nessun genere di diktat. In ogni caso, siamo solo agli inizi di questa discussione ma la continueremo sotto forma di dialogo con i club sul futuro del nostro sistema di licenze e su ogni cambiamento fatto consensualmente per cercare di rafforzare il sistema''. Infine, Platini ha rivolto un appello alla Ue: ''Per favore non fermateci, sulla base di una legislazione non appropriata, dal cercare un fair play finanziario. Non fermateci mentre cerchiamo di creare dei meccanismi che favoriscano l'integrità delle nostre competizioni e più trasparenza nella gestione dei nostri affari. Non fermateci se cerchiamo di agire moralmente. Specialmente quando tutte le parti in causa, club, giocatori e federazioni nazionali, sono d'accordo con la mia proposta per una più ampia trasparenza finanziaria e una migliore gestione''.
Fonte: Asca
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il pallone in confusione
Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
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