Ricerca personalizzata

sabato 16 maggio 2009

Liga spagnola, la corrida dei debiti

Secondo uno studio dell'Università di Barcellona, le cifre dovute dai 20 club della massima serie nel 2007/08 hanno raggiunto i 3,44 miliardi di euro. Una situazione preoccupante, che nei prossimi anni è destinata ad aumentare e selezionerà le poche società che hanno i mezzi per sostenere le passività

Debiti per 3,44 miliardi di euro (+23,9%), conto economico costi-ricavi in perdita per 239 milioni peggiorato dai precedenti 112 milioni, risultato finale salvato dal forte incremento delle componenti straordinarie (+134%). E’ questa la fotografia impietosa del quadro economico/finanziario delle 20 società della Liga spagnola relativo all’esercizio 2007/08, preparato dal professore José Maria Gay de Liébana, titolare della cattedra di Economia finanziaria e contabilità presso l’Università di Barcellona, che ha concesso in esclusiva a "il pallone in confusione" il suo studio. Il quadro resta molto preoccupante, nonostante la fiscalità complessiva (tanto celebrata in Italia dai dirigenti calcistici) sia rimasta a livelli contenuti: l’anno scorso l’imposta sui ricavi societari ha raggiunto 7,38 milioni, contro i 7,5 milioni dell’esercizio precedente. A ciò si aggiunge che sulle 20 società del massimo campionato, appena la metà ha chiuso in utile: risultato ottenuto in quasi tutti i casi alle componenti straordinarie (in genere plusvalenze da cessione calciatori o di immobili). Dove risiede dunque il problema? E’ nella massa debitoria, salita da 2,78 a 3,44 miliardi, e negli alti costi, incrementatisi da 1,38 del 2006/07 a 1,62 miliardi del 2007/08. Per ora, i debiti sono ancora coperti da 3,79 miliardi di attivo patrimoniale: ma non è detto che si possa reggere all’infinito una politica di spese a incremento costante che fa vivere molti club al disopra delle proprie possibilità. Come nel resto d’Europa occorrerebbe un taglio dei costi: ma anche i dirigenti iberici, come i loro omologhi europei non vogliono sentire ragioni al riguardo. Almeno per ora.
Anzi, in Spagna è sempre più evidente la differenza tra i grandi club che possono sostenere il macigno delle passività e quelle che non riescono. Un esempio: nel 2007/08 il più alto fatturato della Liga, quello del Real Madrid (365,85 milioni), è superiore di circa 67 volte a quello del più basso (ossia dell’ultima in classifica) il Levante (5,50 milioni). Con questo tipo di situazione, il campionato iberico è sulla linea degli altri omologhi europei: le squadre con azionisti potenti alle spalle potranno sopravvivere e indebitarsi per acquistare gli assi del pallone, le altre pian piano spariranno. Per dare un quadro ancora più chiaro dei rischi che corre la massima serie spagnola esaminiamo lo stato debitorio. Lo studio del professor Gay evidenzia che nella scorsa stagione la squadra più indebitata era il Real Madrid con i suoi 562,78 milioni: il club dei "Galacticos" è andato in orbita rispetto ai 527 milioni dell’anno precedente (+7%). Seguono i dirimpettai dell’Atletico Madrid con 510,86 milioni (+18,7%). Un preoccupante balzo in avanti del 76% lo ha compiuto il Valencia, terzo in questa classifica poco edificante: la società ha toccato la preoccupante cifra di 502,34 milioni. Al quarto posto si trova il Barcellona con 437,79 milioni di somme dovute (+12,6%).
Analizzando la differenza ricavi-costi si nota che soltanto due società, Real Madrid e Barcellona, presentano un dato positivo: rispettivamente di 14,23 e 16,16 milioni. L’Atletico Madrid presenta il dato peggiore con una perdita di 46,51 milioni: invece al Valencia le uscite hanno superato le entrate di 44,22 milioni. Significativo il dato dell’ultima in classifica dello scorso torneo, il Levante: la società aveva appena 5,50 milioni di ricavi contro 26,25 milioni di costi, per una differenza negativa di 20,75 milioni. Le componenti straordinarie per 22,77 milioni hanno consentito di chiudere in utile per 200mila euro. Insomma, lo scenario è quello comune a tutta l’Europa: finché il pallone va, lo si lasci rotolare.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte

venerdì 15 maggio 2009

Calciopoli: ammessi 50 testi per Pm e Moggi

La nona sezione del tribunale di Napoli si è pronunciata oggi sulle richieste di ammissione delle prove avanzate dai pm Beatrice e Narducci e dai difensori degli imputati del processo di 'Calciopolì. Il tribunale ha, tra l'altro, ammesso l'acquisizione delle intercettazioni telefoniche e dei tabulati relativi alle conversazioni avvenute utilizzando le schede sim estere che l'ex dg della Juventus Luciano Moggi avrebbe fornito ad arbitri e designatori. I giudici hanno stabilito che dovranno essere ascoltati 50 dei testimoni indicati dai pm e 50 dei testi indicati da Moggi (entrambe le parti avevano presentato una lista più nutrita). In ogni caso, se nel corso del dibattimento, si rendesse necessario l' interrogatorio di altri testi, il tribunale si è riservato di valutare le richieste. Il tribunale ha ammesso inoltre oltre una cinquantina di testi indicati dai legali degli altri imputati. Il processo riprenderà il 19 maggio prossimo. L'udienza sarà dedicata in particolare all'esame dei primi due testi: Romeo Paparesta, padre dell'arbitro Gianluca Paparesta e Armando Carbone, coinvolto nel primo scandalo del calcio scommesse degli anni '80.
Fonte: Ansa

lunedì 11 maggio 2009

Calciopoli: Beatrice e Narducci chiedono 5 anni per Giraudo

I pubblici ministeri Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci hanno chiesto 11 condanne nei confronti degli imputati di Calciopoli che vengono processati con rito abbreviato davanti al gup Eduardo De Gregorio. La condanna più pesante, a 5 anni di reclusione, è stata chiesta per l'ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo. «Il pm ha iniziato il processo e nel suo ruolo è logico che lo concluda con una richiesta di condanna. Questa richiesta peraltro è priva di elementi di sostegno e basata soltanto sull'interpretazione congetturale di qualche normalissima telefonata tra persone che seguono il calcio». Lo ha detto l'avvocato Massimo Krogh, legale dell'ex amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo, commentando la richiesta di condanna avanzata dai pm nel processo di calciopoli che si svolge con rito abbreviato. «Il fatto stesso che il pm abbia discusso 12 ore solo per la posizione di Giraudo - ha aggiunto Krogh - è significativo di quanto sia faticoso ed in salita il percorso dell'accusa».
Giraudo è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Due anni di reclusione sono stati chiesti per l'ex presidente dell'Aia, Tullio Lanese. Queste le altre richieste di condanna. Per quanto riguarda gli arbitri, tre anni e 6 mesi per Tiziano Pieri, due per Stefano Cassarà, Paolo Dondarini e Marco Gabriele, un anno e quattro mesi per Domenico Messina e Gianluca Rocchi. Sul fronte assistenti, c'è la richiesta di tre anni per Duccio Baglioni, uno Giuseppe Foschetti e Alessandro Griselli.
Fonte: Ansa

giovedì 7 maggio 2009

Arrestato il presidente della Pro Patria

È stato arrestato da militari della compagnia della Guardia di finanza di Busto Arsizio Giuseppe Zoppo, presidente della società calcistica Pro Patria, che milita in prima divisione, subentrato nella gestione della società dal luglio 2008. L'accusa è di bancarotta fraudolenta. Le indagini delle Fiamme gialle bustesi erano iniziate qualche mese fa, su delega della locale procura della Repubblica, nell'imminenza del fallimento della Pro Patria, in seguito alle proteste dei giocatori della squadra per il mancato pagamento delle loro retribuzioni, nonchè debiti contratti dalla società calcistica, rimasti insoluti. Approfondimenti investigativi, effettuati tramite acquisizioni ed analisi documentali, nonchè accertamenti finanziari ed assunzioni di testimonianze da parte di persone informate sui fatti, hanno consentito di delineare un quadro preciso delle «anomalie gestionali», che avevano condotto la società sportiva allo stato di insolvenza, realizzate nel corso dell'ultimo trimestre del 2008. Da quanto si è appresso, sarebbero state rilevate, in particolare, plurime condotte fraudolente, addebitabili al presidente Zoppo, commesse attraverso sottrazioni di denaro e risorse finanziarie dalle casse sociali, effettuate senza valide giustificazioni, riguardanti, tra l'altro, i proventi derivanti dagli abbonamenti e dagli incassi delle gare casalinghe, nonchè somme pagate dagli sponsor.
Secondo quanto accertato dalla Guardia di finanza, il presidente Zoppo si sarebbe anche appropriato indebitamente di somme incassate dalla società, per conferimenti relativi all'acquisizione di quote del capitale, prelevate senza valide ragioni dal conto corrente dove erano state depositate ovvero di somme percepite direttamente, per lo stesso motivo, e trattenute in parte consistente, versando solo il residuo nelle casse sociali. Inoltre di fondi da vari conti correnti societari, tramite distrazioni ripetute nel tempo per finalità esclusivamente personali, di denaro contante o di assegni circolari tratti direttamente a proprio vantaggio ovvero intestati a società ad egli stesso riconducibili. In questo contesto sarebbe emerso anche che Zoppo era riuscito ad ottenere, da una banca locale, un'apertura di credito in conto corrente per un importo di 450.000 euro, mediante la garanzia di titoli, ottenuta raggirando una persona (sua ex collaboratrice) inconsapevole della finalità della manovra. Su quel conto, si erano accumulati, successivamente, debiti insoluti per un importo pressochè pari al fido ottenuto. Per ritardare la scoperta dello stato di dissesto al quale veniva gradualmente avviata la società calcistica, ed ottenere ancora credito dalle banche, aveva emesso due fatture relative ad operazioni inesistenti, ammontanti, complessivamente, a 840.000 euro, simulando, così, l'esistenza di correlati crediti. L'importo totale delle distrazioni di fondi accertato è pari a 330.000 euro. Sono state accertate, infine, violazioni tributarie, in capo alla società sportiva, connesse ad omessi versamenti di ritenute fiscali per un importo di 177.000 euro, e omessi versamenti di Iva per 165.000 euro.
Fonte: Ansa

Roma e Italpetroli: smentiamo interesse Angelini

L'As Roma e Italpetroli non hanno mai ricevuto alcuna manifestazione di interesse da parte di Francesco Angelini. A precisarlo in una nota congiunta sono l'As Roma e Italpetroli. Italpetroli, «nella sua qualità di controllante indiretta di As Roma e congiuntamente a quest'ultima», si legge nella nota, «precisa di non aver mai ricevuto, nè direttamente, nè indirettamente, alcuna manifestazione di interesse da parte di Francesco Angelini, avente ad oggetto la propria partecipazione in As Roma, nè alcun contatto anche telefonico è intercorso con tale imprenditore».
Fonte: Adnkronos

mercoledì 6 maggio 2009

Piccoli azionisti Lazio: «Vogliamo chiarimenti sul contratto con Al Sadd per Zarate»

L’avvocato del Comitato ha scritto al Consiglio di sorveglianza per avere lumi sull’eventuale acquisto definitivo del giocatore argentino. Ciò anche alla luce di una serie di dichiarazioni discordanti del presidente Lotito

Il Comitato piccoli azionisti della Lazio ha chiesto chiarimenti al Consiglio di sorveglianza della società biancoceleste sulla vicenda Zarate. In una lettera spedita lo scorso 4 maggio l’avvocato Massimo Rossetti, legale del Comitato, ha chiesto lumi all’organismo di controllo societario. Ciò a causa delle «dichiarazioni pubbliche, riportate dagli organi di informazione, rilasciate dall’attuale Presidente e, anche indirettamente, maggiore azionista, Dr.Claudio Lotito, della Società che sul calciatore Mauro Zarate la Lazio vantava e può vantare il diritto unilaterale di convertire il prestito a titolo oneroso del giocatore per la stagione sportiva 2008-2009 in acquisizione definitiva mediante il versamento alla Al Sadd, società titolare del cartellino del calciatore, entro una data concordata e prestabilita, di una somma, anch’essa concordata e prestabilita».
Secondo l’avvocato Rossetti ciò contrasta con altre dichiarazioni rilasciate dallo stesso Lotito. Nella lettera al Consiglio, se ne sottolineano tre aspetti. Nel primo il presidente della Lazio evidenzia «la necessità di dover "rinegoziare" con la società Al Sadd l’acquisto definitivo di Zarate». Inoltre, sempre secondo Rossetti, Lotito ha sottolineato «la necessità di "approfondimenti tecnico-giuridici che devono essere sviluppati"». Infine, il legale afferma che lo stesso Lotito ha spiegato agli organi d’informazione dell’«esigenza di dover ricorrere all’attivazione di una clausola di risoluzione unilaterale anticipata a favore del calciatore contenuta nel contratto tra quest’ultimo e l’Al Sadd, i cui oneri, ben maggiori di quelli previsti in virtù degli asseriti accordi tra la società araba e la Lazio, sarebbero a carico di quest’ultima». E a proposito di questi eventuali oneri che peserebbero sulle casse della società biancoceleste, Rossetti afferma che «non è chiaro, peraltro, se e come tali oneri e quelli concernenti l’ingaggio del calciatore siano compatibili con i limiti di spesa ( i cosiddetti "paletti") a suo tempo autoimpostisi dalla Società per far fronte agli impegni assunti con l’Agenzia delle Entrate».
Di conseguenza, il Comitato richiede urgentemente «un intervento di codesto Consiglio che, nell’esercizio dei poteri-doveri ad esso attribuiti, chiarisca e comunichi tempestivamente e formalmente, a beneficio di tutti gli azionisti e del mercato, la precisa, reale, effettiva esistenza, consistenza e natura dei diritti contrattuali della Lazio sul giocatore Zarate, così come riscontrabili dagli accordi stipulati nel giugno 2008 con la Al Sadd». L’avvocato Rossetti spiega che i diritti contrattuali emergenti dal contratto del giocatore argentino «non sono riscontrabili dai dati di bilancio e, più in generale,dalle comunicazioni ufficiali della Lazio sinora disponibili». Il chiarimento è dovuto, conclude il legale, poiché essendo la Lazio quotata in Borsa, «la diffusione, in specie se da fonte societaria, di informazioni, voci e notizie rilevanti e price sensitive, come quelle nel caso di una società di calcio, relative a diritti su giocatori, non rispondenti al vero o fuorvianti è vietata e sanzionata» dal Testo Unico sulla Finanza.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte

lunedì 4 maggio 2009

Una terapia d'urto in 10 punti per la Juventus

Riceviamo e pubblichiamo da Ju29Ro

Lo Ju29roTeam ritiene che per la Juventus non ci sia molto tempo da perdere. E' necessaria una correzione di rotta. Per salvare il salvabile e per ripartire da quello che ancora è rimasto di spendibile in Corso Galileo Ferraris. Ecco dunque l'importanza di individuare 10 punti fermi da cui partire per la rinascita del club e della sua leggenda.

LA PROPRIETA': John Elkann e la sua corte stiano lontani dalla Juventus. Ripristinare gli accordi che furono stipulati, purtroppo solo verbalmente, nel 1994 tra Umberto e Gianni Agnelli. La Juventus venga supervisionata e gestita dal ramo umbertiano della Famiglia. Si prenda in considerazione l'ingresso di un socio "industriale", che possa portare risorse finanziarie fresche da destinare agli investimenti sulla gestione sportiva allo scopo di ritornare velocemente a primeggiare in Italia e in Europa, con il conseguente miglioramento della percezione del brand verso sponsor e tifosi.

LA SOCIETA': Cambiare gran parte del Consiglio di Amministrazione. Portare il CdA da otto a nove (o a sette) elementi, di cui almeno due esperti di calcio e almeno uno espressione degli azionisti di minoranza. Sostituire Cobolli&Gigli, Secco, Fassone, Gattino. Ultima chance per Blanc, ma solo come Amministratore Delegato. Pensi alle carte e allo stadio e stia al suo posto, cioè dietro la scrivania. Assumere un Direttore Generale ESPERTO, che sia anchesso membro del CdA, e che si occupi di mostrare denti e muscoli all'ambiente esterno e interno all'occorrenza. Una persona non arrogante, ma con le palle. In tutti i sensi.

I BILANCI: Appoggiare Platini e la sua battaglia contro il doping amministrativo. Richiedere a gran voce che le valutazioni di merito per le iscrizioni alle competizioni, nazionali ed internazionali, vengano fatte anche con criteri che pongano sotto la lente eventuali episodi di finanza creativa. Creare un dibattito intorno alla necessità che le squadre di calcio non debbano spendere più di quanto incassano, anche se le perdite fossero sostenute, in ultima analisi, da ricchi babbei. 

LO STAFF TECNICO: Assumere un tecnico vincente che abbandoni il low profile e i camaleonti solidi di Ranieri. Accertarsi che il suo staff sia all'altezza di una squadra come la Juventus. Cacciare Castagnini e ricomporre un network di osservatori che non siano scarti del Piacenza. Se dovesse rimanere, Secco si dia da fare per imparare a fare il Direttore Sportivo. Qualcuno lo avvisi che per parlare con Moggi non c'è solo il telefono.

LA COMUNICAZIONE: Assumere urgentemente un Responsabile della Comunicazione che sappia cosa significa comunicare. Riunire TUTTI i tesserati e IMPORRE il divieto di pronunciare frasi che ricordino la circostanza che "solo due anni fa eravamo in B". Istruire i dirigenti, attuali e futuri, sul fatto che alla Juventus si può ridere solo in vacanza e dopo aver vinto qualcosa. Ridurre al minimo le interviste sia degli atleti che dei dirigenti. Parlare meno e concentrarsi di più. Evitare assolutamente di mostrarsi in atteggiamenti subalterni verso squadre di pari o inferiore rango. Cancellare la parola ESPIAZIONE, sostituirla con ORGOGLIO. Abolire la distribuzione allo stadio della Gazzetta dello Sport prima delle partite casalinghe. Querelare immediatamente i giornalisti o chiunque pronunci falsità o concetti lesivi della reputazione della Juventus e dei suoi tifosi.

IL MERCATO: Evitare le trattative estenuanti, riportate da tutti i giornali. Riservatezza sugli obiettivi. Tenere a distanza i giornalisti sull'argomento. Comprare campioni affermati, oppure giovani di grandissimo potenziale. Stare lontani da atleti convalescenti oppure logori. E, nei limiti del possibile, anche dai parametri zero. In pratica prendere un Direttore Generale che sappia di calcio e lasciarlo lavorare tranquillo. 

I CALCIATORI: Punire pesantemente i giocatori che vìolino il segreto dello spogliatoio, o che si rendano protagonisti di episodi di intolleranza nei confronti del tecnico o dei dirigenti. Chiarire ex-ante che TUTTI possono essere sostituiti e che un gesto di stizza significa farsi 5 giornate in tribuna. Imporre ai giocatori più contegno nell'imminenza delle partite e soprattutto nei rapporti con tesserati di altre squadre. Chi ostenta risate e scherzi dopo una sconfitta va punito: non è lo smile il problema, ma lo diventa se si ride quando c'è da piangere. Evitare tassativamente che i tesserati vadano in trasmissioni televisive di intrattenimento durante tutta la stagione ufficiale. Multe, pesantissime, per chi parla troppo e si allena poco. Forte multa per i tesserati che si fanno espellere per proteste o atti irriguardosi nei confronti dell'arbitro, fino ad arrivare alla risoluzione del contratto nei casi di recidiva plurima.

GLI ARBITRI: Pretendere l'applicazione imparziale dei principi base del regolamento del gioco del Calcio. Non aver paura di alzare la voce per sostenere gli interessi della squadra e indirettamente degli azionisti. In casi estremi, minacciare il ricorso alla magistratura ordinaria.

LA MEMORIA: Ripristinare la memoria storica degli anni dal 1994 al 2006. Riabilitare mediaticamente i signori Moggi, Giraudo e Bettega. Attrezzarsi psicologicamente e amministrativamente a richiedere la restituzione dei due scudetti sottratti con un procedimento anticostituzionale nel 2006. Togliere i due asterischi dalla bacheca del Sito Ufficiale. Rimuovere dalla sala trofei la Coppa Zaccone e fonderla, facendone attaccapanni per il nuovo stadio.

I TIFOSI: I tifosi non abbiano paura di contestare. Non accontentarsi di una JUVINESE. Pretendere la VERA JUVENTUS. Non dimenticare mai quello che è successo nel 2006. Informarsi su quello che è accaduto, su quello che sta accadendo e su quello che accadrà. Pretendere il merchandising con il numero 29. Evitare anche il solo contatto fisico con la Gazzetta dello Sport. Testa alta e risposta pronta. SEMPRE.

Ju29Ro redazione@ju29ro.it

http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

Si prega di non intasare le caselle di posta elettronica con spam pubblicitario e di altro tipo (come appelli politici). Questo sito tratta solo di calcio, finanza del calcio e di argomenti affini. Ogni abuso sarà punito.

Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati