Egregio Sig. Ministro,
Federsupporter, costituita per atto pubblico il 25 gennaio 2010, (Rep.n.89151,Racc.n.26421- Notaio Riccardo de Corato- Reg.in Roma 4/02/2010 n. 3858) è l’Associazione che rappresenta e tutela i diritti e gli interessi diffusi dei sostenitori di società sportive, quali azionisti delle stesse e quali consumatori dello spettacolo prodotto e offerto dalle suddette società e, più in generale, da associazioni sportive.
Lo Statuto dell’Associazione prevede il divieto, nell’ambito associativo, di esercitare attività che, in qualsiasi modo, perseguano finalità di proselitismo o propaganda partitica e prevede il ripudio di qualsiasi forma di discriminazione fondata su religione, sesso, età, razza o appartenenza a particolari comunità nazionali, territoriali o etniche.
L’Associazione si riserva, peraltro, di procedere, quanto prima, a integrare il proprio Statuto, prevedendo espressamente, tra le finalità di esso, la promozione e la divulgazione dei valori e dei principi della cultura sportiva, della non violenza e della pacifica convivenza, come sanciti dalla Carta olimpica.
In questo modo l’Associazione potrà avere tutti i requisiti stabiliti dalla legge (art. 8 legge n. 41/2007) per diventare, da Associazione di fatto, Associazione legalmente riconosciuta e per poter, quindi, accedere, per i propri soci e rappresentati, a contributi, sovvenzioni, facilitazioni da parte di società sportive e per poter stipulare con queste ultime contratti e convenzioni aventi a oggetto progetti di interesse comune per la realizzazione delle finalità di cui sopra.
Ciò premesso, Federsupporter espone e chiede quanto segue.
L’introduzione della tessera del tifoso, per come è stata sinora impostata, prospettata e intesa, ha suscitato e sta suscitando nella stragrande maggioranza dei sostenitori di società e squadre di calcio forti riserve e perplessità.
La tessera, infatti, è stata ed è percepita, al di là delle intenzioni e delle volontà che la ispirano e la sorreggono, come una misura poliziesca di controllo applicata indiscriminatamente ai suddetti sostenitori intesi come tali e, cioè, come una categoria, di per sé e per definizione, socialmente pericolosa e tendenzialmente asociale.
La tessera, in sostanza, anziché rappresentare per i sostenitori un elemento di distinzione in positivo, rappresenta un elemento di distinzione in negativo.
Né il fatto che alla tessera venga acclusa o che essa includa una carta di credito revolving ha migliorato le cose.
Anzi, ciò ha indotto e induce a pensare che, in realtà, la tessera, lungi dall’essere uno strumento di prevenzione di possibili turbative di eventi sportivi, venga o possa essere surrettiziamente trasformata in un enorme business di carattere economico.
D’altronde, le regole fondamentali del marketing insegnano che nessuna offerta di prodotto o di servizio, per quanto ottima, risulta convincente ed efficace ove sia o venga ritenuta come frutto di una imposizione e di un obbligo.
Alla luce di quanto precede, Federsupporter, in una Conferenza Stampa del 21 giugno u.s., si è fatta carico di presentare e illustrare, come soluzione alternativa alla tessera, ma con le medesime finalità, la medesima valenza e i medesimi effetti giuridici, la dichiarazione sostitutiva (autocertificazione), così come prevista e disciplinata dal D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445.
Autocertificazione resa dai richiedenti abbonamenti e/o biglietti per le gare in trasferta nel settore ospiti, attestante di non essere destinatari di provvedimenti, amministrativi e/o giudiziari, interdittivi dell’accesso agli stadi.
E’ da sottolineare che lo strumento dell’autocertificazione è oggetto, proprio in questi giorni, di una proposta legislativa dell’attuale Governo per diffonderne l’utilizzo, al punto di volerne fare un principio di rango costituzionale.
Risulterebbe, pertanto, scarsamente comprensibile e in contraddizione con la stessa politica del Governo che, proprio e solo nell’ambito sportivo, si volesse denegare l’uso del predetto strumento.
L’autocertificazione non presenta, ad avviso della scrivente Associazione, controindicazioni e, invece, presenta numerosi e rilevanti vantaggi.
Questi ultimi possono essere così esemplificativamente enumerati: un notevole snellimento procedurale e procedimentale; una notevole agevolazione del lavoro delle Questure che, invece di dover eseguire affrettati e faticosi controlli ex ante, potrebbero eseguirli ex post; una autoresponsabilizzazione e un’ autogestione da parte dei sostenitori nell’attestare, essi stessi, sotto la propria responsabilità, di non trovarsi in situazioni ostative al loro accesso agli stadi, anziché essere meri soggetti passivi di un controllo esterno; il fatto che l’autocertificazione è e sarà una modalità sempre più familiare ai cittadini nello svolgimento delle loro usuali attività e iniziative; un alleggerimento procedurale e procedimentale per le società sportive e, soprattutto, per queste ultime la possibilità di evitare o di limitare al massimo gli impatti negativi sugli abbonamenti che la tessera potrebbe avere e che probabilmente avrà; la possibilità per le stesse società di presentare le proprie iniziative di marketing, non come una offerta praticamente imposta e obbligata dall’esterno, bensì come una libera, autonoma e incondizionata scelta, altrettanto liberamente, autonomamente e incondizionatamente, da accogliersi da parte dei loro sostenitori e clienti.
D’altronde, risulta che già oggi alcune società calcistiche, in attesa del rilascio o della ratifica a posteriori della tessera del tifoso, richiedano a chi domanda l’abbonamento di fornire un’autocertificazione circa l’insussistenza di motivi ostativi al suddetto rilascio.
Cosa che, evidentemente, renderebbe, in tal caso, la tessera una sovrapposizione o duplicazione certificatoria, avendo, come è noto, l’autocertificazione, fino a prova di eventuale mendacio, lo stesso valore e gli stessi effetti giuridici della certificazione che sostituisce.
Non solo, ma, in specie ove l’autocertificazione ricevesse l’autorevole avallo del Ministero da Lei guidato, eviterebbe il verificarsi di situazioni di ingiustificata e ingiusta disparità di trattamento e di discriminazione nei confronti dei sostenitori, dovute alla circostanza che, almeno così risulta, alcune società di calcio avrebbero adottato o avrebbero intenzione di adottare soluzioni, di fatto, alternative alla tessera del tifoso, diverse dall’autocertificazione, mentre altre società non sono o non sarebbero disposte a farlo.
Inoltre, a ulteriore dimostrazione dello spirito costruttivo e collaborativo che anima la scrivente Associazione, affinchè le esigenze della pubblica sicurezza e della prevenzione di possibili turbative di spettacoli ed eventi sportivi possano coniugarsi e contemperarsi al meglio con l’esigenza del rispetto di libertà fondamentali e della dignità del cittadino, si fornisce, allegato alla presente, un fac simile di autocertificazione elaborato e predisposto da Federsupporter.
Quest’ultima esprime, infine, sin d’ora, gratitudine per l’attenzione che vorrà prestare a quanto Le viene esposto e chiesto e rimane a Sua disposizione per ogni, eventuale incontro che Lei volesse accordare all’Associazione per una più approfondita e articolata illustrazione, non solo dell’iniziativa in questione, ma anche, più in generale, delle altre attività e iniziative future dell’Associazione stessa.
Essa, infatti, intende colmare, magari anche giovandosi della legittimazione che le vorranno dare le Istituzioni, la carenza di legittima, rispettosa della legalità e costruttiva rappresentanza e partecipazione che oggi si registra nell’ambito dei sostenitori di società e squadre sportive.
Solo, infatti, chi si sente rappresentato, partecipe e coprotagonista e non mero soggetto passivo, destinatario di decisioni altrui e a esse sottoposto, non è incline a manifestazioni violente, distruttive e, in genere, inosservanti di regole, di principi e di valori.
In attesa di riscontro e, auspicabilmente, di incontro, nel frattempo, si porgono i più rispettosi e cordiali saluti.
Il Presidente
Dott. Alfredo Parisi
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giovedì 29 luglio 2010
Federsupporter scrive a Maroni: sostituiamo la tessera del tifoso con l'autocertificazione
mercoledì 21 luglio 2010
FEDERSUPPORTER lancia la Confederazione nazionale di tutela dei tifosi
La nascita di una grande Confederazione nazionale che rappresenti e tuteli i diritti e gli interessi dei tifosi: è questa l’idea e la proposta che è scaturita dall’incontro-dibattito tenutosi ieri,19 luglio 2010, dalle ore 20,30 fino alla mezzanotte circa, in Modena, presso la Palazzina Pucci, promosso ed organizzato dall’Azionariato Popolare Modena Sport Club sulla tessera del tifoso, con il Patrocinio del Comune di Modena, Assessorato allo Sport. L’incontro, organizzato e condotto da Andrea Gigliotti, tifoso ed Amministratore di Coop Modena Sport Club, l’azionariato popolare per il Modena F.C., aperto ai soci ed a tutti i tifosi del Modena FC ed agli esponenti di tutte le organizzazioni di tifosi, ha visto, come relatori, il dr. Alfredo Parisi, Presidente, e l’avv. Massimo Rossetti, Responsabile dell’Area giuridica e legale, di Federsupporter.
I due relatori hanno presentato ed illustrato una ampia documentazione, articolata in 50 slide e in circa un centinaio di pagine , relativa alla tessera del tifoso.
Di tale tessera si sono approfonditi ed illustrati tutti gli aspetti, le problematiche, le criticità e le fasi operative : in particolare sul piano giuridico ed in ordine agli effetti sul piano economico.
E’ emerso che la tessera del tifoso, più che essere uno strumento di prevenzione di possibili reati da stadio, appare essenzialmente come un enorme business per le società di calcio e, in genere per le società sportive, per istituti di credito e finanziari, per tutte quelle imprese che ruotano intorno al mondo del calcio e dello sport e che partecipano all’emissione ed alla gestione della tessera con annessa carta di credito revolving.
Secondo stime prudenziali è stato valutato che la tessera e la carta possano muovere un giro d’affari, a favore dei soggetti sopra indicati, di centinaia di milioni di euro l’anno.
A fornire questo gettito finanziario saranno, come sempre e come al solito, i tifosi, considerati evidentemente come un inesauribile “limone da spremere” e, però, poi, da trattare come una categoria tendenzialmente ed indistintamente pericolosa ed asociale.
All’esposizione delle relazioni è seguita l’illustrazione di una proposta e soluzione alternativa alla tessera del tifoso, elaborata da Federsupporter, che consiste nella autocertificazione, così come prevista e disciplinata da una specifica normativa di legge che consente di ottenere i medesimi risultati e che ha la medesima valenza giuridica della tessera.
Su questo specifico aspetto, Gigliotti nel fare riferimento alla modulistica del Modena FC, ha tenuto a sottolineare che già in tale modulistica è prevista l’autocertificazione, aprendo sull’argomento una ampia discussione.
Peraltro, è di questi giorni la notizia che il Governo ha presentato una proposta di legge per fare diventare l’istituto e lo strumento dell’autocertificazione un principio di rango costituzionale.
In altre parole, con una propria, semplice dichiarazione, ciascun tifoso, sotto la propria responsabilità, anche penale, può certificare ,così come certifica la tessera, di non essere soggetto a nessuno dei provvedimenti ( DASPO o sentenza di condanna ) che impediscono l’ingresso alla stadio.
E’ stato, in particolare,sottolineato che , in ogni caso, il rilascio della tessera e, conseguentemente, di abbonamenti e di biglietti in trasferta per il settore ospiti non può essere condizionato e subordinato all’accettazione di carte di credito rilasciate dalle società calcistiche.
Si tratta, infatti, di due cose assolutamente diverse e distinte che non possono essere imposte, l’una indivisibilmente dall’altra, ancorché la carta di credito sia data in omaggio, in quanto nessuno può essere obbligato ad accettare un omaggio non voluto.
Pertanto, anche chi fosse disposto a chiedere ed ottenere la tessera non può essere costretto a chiedere ed ottenere anche la carta di credito.
In esito all’interessante e partecipato dibattito,condotto da Andrea Gigliotti, che è seguito all’ampia illustrazione dei relatori, dibattito che ha visto numerosi interventi con richieste di precisazioni, chiarimenti ed ulteriori informazioni dai partecipanti, i relatori stessi hanno presentato all’uditorio una proposta del tutto innovativa che ha suscitato nei presenti vivo interesse.
Tale proposta consiste nel dare vita, mediante appositi accordi con Federsupporter, ad una grande Confederazione nazionale rappresentativa dei diritti e degli interessi dei tifosi, intesi quali consumatori e principali finanziatori dello spettacolo sportivo, nonché quali azionisti delle società sportive.
La Confederazione opererebbe, oltrechè a livello nazionale, a livello locale mediante punti di riferimento dislocati sul territorio.
In altri termini, si creerebbe una specifica e ben definita entità rappresentativa, dotata di una propria, autonoma soggettività giuridica, alla stregua delle grandi Organizzazioni Sindacali che operano nel mondo del lavoro e delle Associazioni di tutela dei consumatori.
In questo modo si darebbe voce e rappresentanza ad un soggetto unitario retto da principi di trasparenza e di democrazia interna, che condivida e promuova i valori della cultura sportiva e della non violenza, con il quale tutte le Istituzioni, a livello sportivo e politico, dovrebbero confrontarsi, dialogare e decidere, ponendo fine all’anomalia per cui, ad esempio, nella FIGC sono rappresentati, attraverso le rispettive Associazioni, con poteri decisionali, le società sportive, i calciatori, gli arbitri, ma,invece, non sono rappresentati i tifosi.
E’ evidente che questa via e questa soluzione affiancherebbero e rafforzerebbero la diffusione e l’affermazione dell’azionariato popolare ,di cui CoopModena Sport Club, amministrato da Andrea Gigliotti, si è fatto promotore e di cui è attualmente il principale esponente.
Affiancamento e rafforzamento che potrebbe trovare in Federsupporter un sostegno ed un punto di riferimento utile, sia sul piano dell’individuazione e della proposta di valide idee e soluzioni tecnico-giuridiche, sia sul piano organizzativo.
giovedì 15 luglio 2010
Tessera del tifoso: le alternative di Federsupporter per i vecchi abbonati
In un articolo di Maurizio Martucci pubblicato sul quotidiano “Liberal” del 2 luglio u.s. è stata affacciata una diversa alternativa che starebbe per essere o che sarebbe già stata adottata mediante accordi tra le società calcistiche del Genoa e della Sampdoria e gruppi o raggruppamenti organizzati di tifosi delle suddette società e che, forse, starebbe per essere adottata anche da altre società mediante accordi con i rispettivi tifosi.
Tale alternativa consisterebbe, secondo quanto riferisce Martucci, in un diritto di prelazione per l’acquisto di biglietti di ingresso allo stadio riservato a vecchi abbonati relativamente ai settori e posti occupati, a un costo pari a quello dell’abbonamento per la stagione sportiva 2010-2011 diviso per il numero delle partite in casa con l’aggiunta di tre euro a gara.
Si tratterebbe, in sostanza, di un simil-abbonamento o di un abbonamento mascherato che eviterebbe la necessità di munirsi della tessera del tifoso indispensabile per acquisire l’abbonamento vero e proprio.
Ciò premesso, Federsupporter è stata richiesta da alcuni suoi soci e aspiranti tali di esprimere un parere tecnico-giuridico su tale soluzione.
A questo scopo, è necessario tenere presente che l’art. 8 della legge 4 aprile 2007, n. 41, che ha convertito in legge con modificazioni il decreto legge 8 febbraio 2007, n. 8, recante misure urgenti per la prevenzione e la repressione di fenomeni di violenza connessi a competizioni calcistiche, al comma 1, ultimo periodo, fa espresso divieto alle società sportive di corrispondere contributi, sovvenzioni, facilitazioni di qualsiasi genere ad associazioni di tifosi comunque denominate.
L’unica eccezione a tale divieto è prevista al successivo comma 4, laddove è stabilito che le società sportive possono stipulare con associazioni legalmente riconosciute, aventi tra le finalità statutarie la promozione e la divulgazione dei valori e dei principi della cultura sportiva, della non violenza e della pacifica convivenza, come sanciti dalla CARTA OLIMPICA, contratti e convenzioni in forma scritta aventi a oggetto progetti di interesse comune per la realizzazione delle predette finalità, nonché per il sostegno di gemellaggi con associazioni legalmente riconosciute dei sostenitori di altre società sportive aventi i medesimi fini statutari.
Alla luce di tutto quanto precede, sussiste o può sussistere il forte rischio che la soluzione alternativa enunciata nel citato articolo di Martucci possa incorrere nel divieto ex art. 8, comma 1, ultimo periodo, della legge n. 41/2007.
A maggior ragione, ove essa apparisse e, nella sostanza, fosse un modo per aggirare e per eludere l’obbligo della tessera del tifoso per vendere e acquistare l’abbonamento.
Si consideri, a questo riguardo, che nella nozione di “associazioni comunque denominate” può rientrare qualsiasi gruppo o raggruppamento, anche di fatto, di tifosi, pur se non formalmente costituito in associazione e pur se privo di una specifica denominazione.
Si consideri, inoltre, che la soluzione alternativa in esame configura senz’altro una facilitazione di qualsiasi genere di cui parla espressamente l’art. 8, comma 1, della legge n. 41/2007.
Né, poi, potrebbe ricorrere, sia sotto il profilo soggettivo (mancanza del requisito di associazione legalmente riconosciuta) sia sotto il profilo oggettivo (condizioni facilitative di vendita e di acquisto di biglietti non rientrano certamente nel novero di accordi per la promozione e la divulgazione dei valori e dei principi della cultura sportiva), l’eccezione di cui al comma 4 dell’art. 8 della legge n. 41/2007.
La violazione del divieto in questione comporterebbe a carico della società sportiva la sanzione amministrativa, irrogata dal Prefetto della provincia in cui la società ha la sede legale, di un pagamento di una somma da 50.000 a 200.000 euro.
Non va neppure taciuto che, sempre in caso di violazione del divieto, oltre alla suddetta sanzione amministrativa, potrebbe essere inflitta alla società sportiva anche la sanzione, sia pur atipica e impropria, della chiusura dell’impianto, qualora alla violazione stessa fosse attribuito il fine di aggiramento e di elusione dell’obbligo della tessera del tifoso.
Va, altresì, ricordato che il vigente CODICE DI GIUSTIZIA SPORTIVA della F.I.G.C. fa divieto alle società calcistiche di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi, organizzati e non, di propri sostenitori.
Divieto che comporterebbe un’ampia gamma di sanzioni sportive a carico della società e dei suoi dirigenti e in cui potrebbe ricadere la soluzione alternativa in esame, ben potendo essa configurare una “utilità” volta alla costituzione e/o al mantenimento di gruppi, organizzati e non, di sostenitori.
Allo stato, dunque, l’unica alternativa alla tessera del tifoso legittimamente possibile e praticabile, esente da, pur potenziali, rischi, risulta essere quella della dichiarazione sostitutiva (autocertificazione) prospettata, illustrata e proposta da Federsupporter.
(Avv. Massimo Rossetti, Responsabile dell’Area Legale e Giuridica di Federsupporter)
venerdì 9 luglio 2010
De Laurentiis a LunaSport: “Punto su Mazzarri, faremo a breve qualcosa di interessante”
“Inizia la settima stagione targata De Laurentiis con grande fiducia e soprattutto con Mazzarri sin dall’inizio. Veniamo da un campionato in cui abbiamo fatto un grande recupero dopo l’handicap iniziale di 7 gare. Se Mazzarri fosse venuto da giugno 2009 ad allenare il Napoli probabilmente il 2° o il 3° posto non ce l’avrebbe tolto nessuno, con o senza gli errori arbitrali che ci hanno pur danneggiato”. Così parlò Aurelio De Laurentiis, intervistato in esclusiva a Roma da LunaSport e TvLuna, reti del Gruppo Lunaset. Nel corso degli ultimi giorni di riprese di “Amici Miei, come tutto ebbe inizio…” in corso a Cinecittà, il presidente del Napoli ha parlato anche di mercato e di progetti futuri. “Ho il dovere assoluto di dire che non voglio cambiare molto. Quello che sto cercando di fare è di dare una corretta impostazione che duri nel tempo: se io ho fatto bene l’altro anno, non devo sfasciare tutto e tutti. Con tutti i giocatori in esubero che abbiamo noi potremmo fare tre squadre: molti di essi non sono più da Napoli. Nella gestione passata sono stati sbagliati i contratti che ci hanno appesantito il bilancio, per questo ora stiamo cercando di fare pulizia. Noi abbiamo un allenatore che opera bene e che ha la sua filosofia: se l’ho ingaggiato devo sposare anche le sue tecnicalità, le sue modalità e Mazzarri mi ha sempre detto: “Guardi De Laurentiis, non mi dia più di 16-17 giocatori se dobbiamo fare al massimo il campionato italiano, 21-22 nel caso di una competizione europea”. Ora – ha aggiunto il patron degli azzurri a LunaSport - devo cercare di dargli quelle pedine che gli siano realmente utili”. De Laurentiis spiega la sua filosofia di mercato: “A fronte delle entrate ci devono essere delle uscite. Quando alcuni giocatori andranno via saranno senz’altro rimpiazzati. I Mondiali ci hanno insegnato che va avanti il gruppo e non le individualità stile Argentina o Brasile. C’è bisogno di darsi una calmata e comprendere che il mondo del calcio si è modificato e che ci sono dei parametri da rispettare, che non possiamo fare il circo ad uso e consumo dei Platini e dei Blatter”.
mercoledì 7 luglio 2010
Federsupporter pubblica un vademencum sulla tessera del tifoso
martedì 29 giugno 2010
Mondiali: mai dire dimissioni
venerdì 25 giugno 2010
ITALIA FUORI. E CALDEROLI NEL PALLONE
Dopo eliminazioni così amare come quella subita ieri dalla nazionale di calcio italiana, bisognerebbe rimanere calmi e ragionare con la testa fredda. Invece il ministro Calderoli ha già trovato in poche ore diagnosi e terapia: la colpa è dell’eccessivo numero di stranieri che giocano nelle squadre italiane. La possibilità di "importare" extra-comunitari avrebbe ridotto gli incentivi per i nostri grandi club a investire sui giovani, rinunciando a coltivare i vivai. Inoltre gli stranieri rubano il posto ai giovani talenti italiani. Basterà quindi chiudere le frontiere per avere una Nazionale di nuovo vincente.
GIOCATORI NON APPREZZATI ALL’ESTERO
Calderoli è Ministro per la Semplificazione, ma stavolta semplifica troppo. Partiamo dall’ovvio. L’Italia è tuttora campione del mondo in carica (seppur per altre due settimane). Quattro anni fa le frontiere erano aperte e c’erano decine di stranieri che giocavano nelle squadre italiane. Le frontiere erano già aperte quando siamo arrivati terzi a Italia 90 (Maradona era già l’idolo di Napoli) e persino, seppure in modo limitato, quando siamo diventati campioni del mondo nel 1982.Inoltre quello italiano non è certo l’unico campionato pieno di stranieri. Lo sono anche quelli di Spagna, Inghilterra, Germania e Francia. Ma solo la Francia, come noi, è già stata eliminata. Le altre sono tutte qualificate per gli ottavi di finale. La vera anomalia italiana degli ultimi anni è l’incapacità di esportare giocatori. Anni fa Vialli, Zola, Di Matteo, Gattuso, Carboni giocavano in Inghilterra o Spagna, in club come Chelsea o Valencia che lottavano per lo scudetto. Solo quattro anni fa Toni andava al Bayern. Oggi ci sono pochissimi giocatori italiani che giocano fuori dai nostri confini e tutti in squadre di secondo piano. Questo non dipende certo dal fatto che le squadre straniere non possono pagare stipendi competitivi: il Real strapaga Cristiano Ronaldo e Kakà e il Barcellona Ibra. E gli allenatori italiani hanno mercato all’estero: Ancelotti al Chelsea, Capello allenatore dell’Inghilterra, Mancini al City, Spalletti allo Zenit. Vuol dire che pochissimi giocatori italiani sono apprezzati all’estero. Questo è il vero problema. Chiudere le frontiere non aiuta molto se il problema è che i beni prodotti internamente non sono competitivi sui mercati internazionali. Senza contare che chiudere le frontiere, invece, servirebbe solo a far salire il monte salari e spingere ancor più verso il rosso i bilanci delle società italiane e che, grazie ai giocatori extra-comunitari, come brasiliani e argentini, i nostri club sono riusciti spesso a ben figurare in competizioni a livello internazionale, acquisendo esperienza in incontri di alto livello.
CHI FA LA DIFFERENZA IN CAMPO
Esiste certamente un problema vivai, non solo a livello italiano. La possibilità di strappare talenti in giovane età rende meno conveniente investire internamente rispetto a usare il mercato. Nel trade-off tra “make or buy” oggi nel calcio conviene decisamente il buy. Forse le politiche di compensazione per la formazione dei giovani talenti dovrebbero essere riviste. Ma non dimentichiamo neanche che le squadre sudamericane sono esposte allo stesso problema e non sembrano risentirne in alcun modo, almeno a vedere la loro performance ai Mondiali. E neanche, a livello di club, il Barcellona, squadra che da sempre investe molto nel vivaio, sembra averne troppo sofferto.Infine una considerazione più calcistica. Nel calcio basta poco per fare una grande differenza nei risultati sportivi. Se andiamo a vedere la performance della Francia negli ultimi quattro mondiali vediamo che ha fatto sempre benissimo quando aveva Zidane in campo (Francia 1998 e Germania 2006) e malissimo quando non c’era (nel 2002 era infortunato e giocò solo la terza e ultima partita, peraltro in condizioni menomate). L’Inghilterra sembra un’altra squadra rispetto a pochi mesi fa perché Rooney non si è ancora ripreso dall’infortunio alla caviglia. Insomma, il calcio italiano ha problemi seri e strutturali: stadi inadeguati e eccessiva dipendenza dei ricavi dalla televisione, aggravati da una mancanza di leadership a livello di Lega e Federazione. Ma sull’eliminazione di ieri forse hanno pesato di più gli infortuni di Buffon e Pirlo e la testardaggine di Lippi.
il pallone in confusione
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
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