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giovedì 29 maggio 2008

Adriano? Nessuna possibilità

Smentite da fonti vicine alla società nerazzurra

«Adriano al Napoli? Non è assolutamente vero». In ambienti vicini all'Inter si commenta così l'indiscrezione riportata questa mattina dall'edizione napoletana del quotidiano "Leggo". Le fonti vicine alla società nerazzurra smentiscono categoricamente l'ipotesi di un'eventuale apertura di trattativa o anche un semplice "pour parler" con la dirigenza azzurra riguardo all'attaccante brasiliano. Anzi, "radio mercato" riporta di un possibile ritorno di Adriano alla corte di Massimo Moratti: tutto dipenderà dalle intenzioni del nuovo tecnico Josè Mourinho, che dovrà valutare se "l'Imperatore" potrà entrare nei suoi schemi. E' certo che la punta, attualmente in prestito al San Paolo, resta ancora nel cuore del presidente. E ciò è rafforzato anche dal fatto che Adriano si è ampiamente rigenerato nei sei mesi di soggiorno in Brasile: ha segnato ben 17 reti in 28 partite.
Una sua eventuale cessione non sarebbe comunque facile a realizzarsi, anche perché il suo elevato ingaggio (circa 5,5 milioni annuali in scadenza nel 2010) consente a ben pochi club europei di permetterselo. Però in questo modo il club milanese rischierebbe di rafforzare una delle sue rivali per la conquista della prossima Champions League, come il Real Madrid, il Manchster o il Chelsea.
A meno che l'Inter non decida di concedere ancora Adriano in prestito, pagando lo stipendio come ha fatto con Recoba al Torino. Ma "l'Imperatore" potrebbe mai accettare di giocare in una squadra con obiettivi minimi? Sicuramente no: quindi dovrebbe rientrare a Milano.

I tifosi granata e del ciuccio vogliono l'attaccante Dimitar Makriev

I tifosi di Torino e Napoli vogliono l'attaccante bulgaro Dimitar Makriev (che sta per tornare nel giro della nazionale) nelle loro squadre, seguiti da quelli dell'Inter.
Ringrazio i circa 100 lettori che hanno partecipato al sondaggio

A quale club di A potrebbe interessare l'attaccante Dimitar Makriev?

Torino (52%)

Napoli  (17%)

Inter  (11%)

Milan (8%)

Fiorentina  (8%)

Genoa  (5%)

Juventus (2%)

Cagliari (2%)

Udinese (2%)

Sampdoria (2%)

Atalanta (2%)

Reggina (2%)

Catania (2%)

Siena (2%)

Palermo (2%)

Lazio (0%)

Roma (0%)

mercoledì 28 maggio 2008

Parla Urbano Cairo

Liberomercato pagine 1-12

«Serie "A"sul modello inglese con la contrattazione collettiva»

Il presidente del Torino chiede una ripartizione più equa degli introiti dei diritti televisivi per migliorare la qualità del campionato di calcio

Marco Liguori
«Il nostro campionato di serie A è spettacolare, superiore a quello spagnolo per un numero maggiore di club con elevato tasso tecnico e secondo solo all’Inghilterra. Ma occorre passare alla forma di contrattazione collettiva dei diritti televisivi per ridurre il distacco economico tra i grandi e i piccoli club e migliorare lo spettacolo». Il presidente del Torino, Urbano Cairo, spiega a Liberomercato i benefici del nuovo sistema introdotto dal precedente governo Prodi, alla vigilia dell’assemblea straordinaria di stamattina delle squadre di A riguardante la ripartizione delle risorse e l’individuazione dell’advisor per la vendita centralizzata dei diritti tv.
Perché sostiene la negoziazione collettiva?
«Credo che possa essere la migliore forma di contrattazione per il calcio italiano. D’altra parte, essa è stata adottata in Inghilterra, che è molto più avanti rispetto al nostro paese per l’organizzazione dello spettacolo calcistico».
Lei ritiene che questo sistema possa ridurre la forbice tra i grandi e i piccoli club?
«Certamente: potrebbe contribuire ad attenuare il divario economico. Il nostro campionato è molto competitivo e interessante. Però c’è una differenza elevata tra fatturati delle prime e quelli delle altre. Esistono tre squadre, Inter, Milan e Juventus che incassano oltre 200 milioni di euro all’anno: un distacco consistente rispetto ad altre società, come la Roma che ha incassato nel 2005/06 circa 128 milioni, il Napoli, la Lazio e la Fiorentina. La riduzione del gap e un conseguente maggior equilibrio contribuirebbe a rendere il campionato di serie A ancor più divertente e appassionante non solo per l’aggiudicazione dello scudetto, ma anche per gli altri obiettivi: l’assegnazione dei posti per la partecipazione alle coppe europee e la lotta per non retrocedere».
Qual è attualmente il rapporto tra la società che incassa di più per i diritti tv e quella che ha un minore introito?
«Quest’anno con la contrattazione soggettiva è all’incirca di uno a sette. E’ uno squilibrio troppo elevato, se si pensa che in Inghilterra si aggira su uno a tre. Con l’accordo raggiunto in Lega alla fine dello scorso anno sulla contrattazione collettiva, il rapporto tra la prima e l’ultima scende decisamente: si attesta attorno tra uno a tre-uno a quattro».
Alcuni presidenti si sono però lamentati del possibile calo degli introiti che porrebbero le società in una posizione di inferiorità rispetto a quelle estere.
«E’ vero, però le grandi squadre hanno grandi vantaggi non solo sui diritti televisivi, ma anche con gli sponsor. Possiedono inoltre stadi con grandi capienze che possono apportare ulteriori consistenti ricavi».
Nell’assemblea di oggi troverete un accordo sull’advisor?
«Sicuramente troveremo un’intesa, dobbiamo trovare in fretta una soluzione».
Non ha timore che qualche presidente stia "remando contro" la legge e attenda un eventuale nuovo provvedimento del governo Berlusconi che ripristini la contrattazione soggettiva?
«Non lo so, sinceramente non ho idea. Credo che la legge attuale porti benefici al nostro campionato: soprattutto non toglie alle grandi società quote di fatturato significative per poter competere con i club europei. Anzi, le società italiane incasseranno, in valore assoluto, somme superiori rispetto a quelle estere».
Qual è il segreto della superiorità economica dei club esteri?
«Prendiamo per esempio l'Inghilterra: al contrario di quelle italiane, le società percepiscono ricavi dagli stadi di loro proprietà e dal merchandising. Inoltre, riescono a vendere meglio il "prodotto" campionato all’estero. La Lega deve quindi predisporre una sezione marketing, adeguata al rango del nostro campionato che ha espresso la Nazionale trionfatrice ai Mondiali 2006 e nel 2007 il Milan campione del mondo di club».

martedì 27 maggio 2008

Se lo Stato scheda il cittadino allo stadio

Tratto da http://www.asromaultras.it/updates.htm

Su questo indirizzo http://www.osservatoriosport.interno.it/primo_piano/2008/maggio/tessera_del_tifoso_programma.pdf
è possibile trovare tutto il progetto schedatura Il problema è che la gente comune, i "romanistoni", non hanno la minima idea di cosa ciò possa significare sotto il profilo della restrizione della libertà individuale. E' una cosa indegna di un paese civile. Si prosegue sul punto: http://www.osservatoriosport.interno.it/primo_piano/2008/maggio/tessera_del_tifoso_programma.pdf il prossimo passo verso la fidelizzazione sarà il rilevamento delle impronte digitali. Che risate, Federico". Ah bè, vedrete che in questo modo le famiglie torneranno allo stadio!!! Allora, siccome ho già vinto la scommessa con il sindacato di Polizia che aveva pronosticato lo sfondamento dei cordoni all'interno dello stadio e conseguenti tafferugli romanisti/interisti, faccio un'altra scommessa, stavolta con l'Osservatorio: scommettiamo che alla fine di tutta questa storia, se - come credo - la "tessera del tifoso" verrà resa obbligatoria (come spera la Polizia), la Roma non supererà in campionato di 2000 unità il numero degli abbonati e così tutte le società di calcio in serie A? Dunque, se vinco la scommessa, tutti i responsabili dell'Osservatorio verranno obbligati a fare 30 trasferte in anonimo trasformandosi in tifosi comuni, se la perdo, vado a gestire l'ordine pubblico in divisa da solo durante Atalanta/Brescia. La notizia ha solleticato tutti: "Caro Lorenzo, ma questa famosa tessera non implica una vera e propria schedatura? E la legge sulla privacy? Non sarebbe stato meglio introdurre la carta d'identità elettronica, che è un documento obbligatorio? Ciao Marco". Certo che è una schedatura. E' la premessa- in questo laboratorio sociale che è il calcio - alla tessera del cittadino: chi è buon cittadino ha diritto all'assistenza sanitaria, chi non lo è no....
Lorenzo Contucci

Il silenzio dell'Inter sulla vicenda Mancini

Tra il presidente dell'Inter Massimo Moratti e l'allenatore Roberto Mancini è ormai divorzio. Manca solo il crisma dell'ufficialità. E, come in tutti i matrimoni che finiscono, la parola spetta agli avvocati. Il sito della società nerazzurra non ha riportato una sola riga dell'incontro tra i due di questo pomeriggio, raccontato invece in tutte le salse dalle agenzie. Inoltre, non è stata ancora pubblicato il comunicato ufficiale dell'addio. Quali potrebbero essere i motivi di tutto ciò? Probabilmente per una questione di forma legale: ciò forse spiega il silenzio cautelativo, forse imposto dagli stessi vertici. Si può fare un'ipotesi: in questi momenti concitati, i legali dell'Inter e quelli di Mancini si starebbero accordando per una soluzione amichevole della questione. Questione che deve avere, come si dice nel freddo linguaggio giuridico, una "species". Come inquadrare la separazione tra il club di via Durini e il suo (ormai ex) allenatore? Bisogna andare cauti con le parole. Usare un termine inappropriato, o meglio così ritenuto da una delle due parti, può esporre ognuna di esse a una vertenza civile di risarcimento del danno oppure una causa penale per diffamazione.
Quale parole usare quindi? Forse "esonero"? Questa potrebbe non essere gradita a Mancini. Tuttavia anche la terminologia "soluzione consensuale" potrebbe dispiacere a Moratti, forse per orgoglio. Insomma, la parola spetta agli avvocati che avranno un difficilissimo nodo gordiano da sciogliere. Essi dovrebbero trovare una formula che soddisfi pienamente le parti, in modo da lasciarsi con il sorriso sulle labbra senza strascichi giudiziari. In forza di ciò il comunicato forse potrebbe arrivare non nella tarda sera di oggi, ma forse domani. Insomma, trovare un modo civile, messo nero su bianco, per dirsi addio.

lunedì 26 maggio 2008

Dramma in casa Sensi

da www.dagospia.com

Avviso ai tifosi: “Si avvisano i tifosi della AS Roma che dentro la famiglia Sensi si sta svolgendo un autentico dramma. La figlia Rosella non vuole vendere la squadra fino a quando il patriarca Franco Sensi (82 anni) sarà in vita, mentre le sorelle si sentono soffocate da 377 milioni di debiti. La Consob vigila”.

Riporto, per completezza di informazione, l'ennesimo comunicato pubblicato stamattina sul sito dell'As Roma

http://bo.asroma.it/UserFiles/827.pdf
Con riferimento alle notizie diffuse con reiterazione dai principali organi di stampa e di informazione in merito agli assetti proprietari A.S. Roma S.p.A., Compagnia Italpetroli S.p.A., nella sua qualità di controllante indiretta, precisa quanto segue.
Nel richiamare quanto già espresso nei propri comunicati stampa del 23 e 24 maggio 2008 e nei precedenti, Compagnia Italpetroli ribadisce, ancora una volta, di non aver ricevuto e/o accettato, direttamente o indirettamente, alcuna manifestazione di interesse o offerta relativa all’acquisizione della propria partecipazione di controllo in A.S. Roma, da parte di Inner Circle
Sports e/o del Sig. George Soros o di fondi direttamente o indirettamente facenti capo o riferimento allo stesso.
Compagnia Italpetroli precisa inoltre di non aver raggiunto alcun accordo, direttamente o indirettamente, o sottoscritto alcun preaccordo, relativamente a tale partecipazione, né di aver in corso alcun processo volto alla dismissione della stessa.
Infine, si precisa non è previsto alcun incontro tra i propri rappresentanti e quelli di Inner Circle Sports finalizzato alla sottoscrizione di un accordo per la cessione del pacchetto azionario di A.S. Roma; pertanto, tali notizie diffuse, così come quelle relative a date, informazioni finanziarie e programmi, devono ritenersi non corrette e prive di ogni fondamento.

La bufala di Mancini unico allenatore vincente dell'era Moratti

Si può cacciare un allenatore che ha portato nella bacheca del presidente 7 trofei su 8? La risposta è che questa è una barzelletta: perchè se non avessero derubato Simoni e Cuper, la serie di Mancini non sarebbe mai iniziata...

da www.paoloziliani.it

Domenica, 25 Maggio 2008
Tra le tante leggende metropolitane che impazzano, di questi tempi, sull'Inter dell'era Moratti-Mancini, la più divertente è quella che racconta l'insensatezza di un presidente (Moratti) che medita di disfarsi di un allenatore (Mancini) capace di portare nella bacheca di via Durini 7 degli 8 trofei vinti dall'Inter dal 18 febbraio 1995, da quando cioè Moratti è proprietario e presidente del club. Detta così, non fa una piega. Nei 13 anni della sua reggenza, Moratti ha vinto 1 Coppa Uefa con Simoni e poi – con Mancini in panchina – 3 scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane. Particolare importante: quando parliamo dei 3 scudetti “manciniani” includiamo anche quello vinto a tavolino dopo lo scandalo di Calciopoli (estate 2006).

Molti, lo sapete, contestano la legittimità di quel tricolore: noi invece siamo dell'avviso opposto. Dopo il letamaio scoperchiato dai giudici, non c'era altra strada che assegnare il titolo 2005-2006 all'Inter. Chi ci legge sa che lo scrivemmo già nel maggio 2006: e cioè un paio di mesi prima dell'allestimento dei processi sportivi.

Domanda: perché all'Inter venne assegnato uno scudetto a tavolino (il primo dei 3 vinti da Mancini)? La risposta è nota: perché venne scoperta , grazie alle intercettazioni della Procura di Napoli, la gang malavitosa messa in piedi da Moggi e Giraudo con la fattiva collaborazione di dirigenti arbitrali (Bergamo, Pairetto, Lanese e comprimari), dirigenti federali (Mazzini & company), arbitri (De Santis in primis) e persino giornalisti, televisivi e non. Per anni, come gli stessi inquirenti hanno più volte detto e scritto, la Cupola di Moggi ha fatto scempio della regolarità dei campionati manovrando arbitri, partite e risultati a tutto vantaggio dei club affiliati alla banda.

Ebbene, seguiteci un momento. Se tutto questo risponde al vero, e se è vero che Moggi e Giraudo hanno guidato la Juve malavitosa per qualcosa come 12 anni, per onestà intellettuale va detto che Simoni può dire di aver vinto il campionato 97-98 (designatore Baldas, arbitri di spicco Ceccarini e Rodomonti) e Cuper di aver vinto il campionato 2001-2002 (designatori Bergamo & Pairetto, arbitro-emblema De Santis) né più né meno di quanto Mancini abbia vinto il campionato 2005-2006. Anzi, a dirla tutta: mentre Mancini nel 2005-2006 era arrivato terzo a 20 punti dalla Juve ladrona, Simoni e Cuper – ai loro tempi - se l'erano giocata assai meglio perdendo il campionato il primo nella scandalosa sfida diretta del 26 aprile '97, il secondo nel drammatico 5 maggio 2002 (tracollo che senza le malefatte di De Santis in Chievo-Inter 2-2, due settimane prima, non ci sarebbe mai stato).

Per capirci: se Mancini fosse stato sulla panchina dell'Inter ai tempi belli di Ceccarini e del rigore-non rigore Iuliano-Ronaldo (Juve-Inter 1-0) e se Simoni fosse stato l'allenatore dell'Inter nella stagione di Calciopoli (scudetto all'Inter a tavolino), oggi tutti direbbero che degli 8 trofei vinti da Moratti, 7 sono merito di Simoni, 1 di Mancini. Allo stesso modo: se Mancini fosse stato sulla panchina dell'Inter ai tempi belli di De Santis e del rigore-non rigore D'Anna-Ronaldo (Chievo-Inter 2-2), e se Cuper fosse stato l'allenatore dell'Inter nella stagione di Calciopoli (scudetto all'Inter a tavolino), oggi tutti direbbero che degli 8 trofei vinti da Moratti, 7 sono merito di Cuper, 1 di Simoni e nessuno di Mancini.

Insomma, se un minimo di serietà serve ancora, oggi, per portare avanti una discussione appena appena plausibile, la storia dei 7 trofei su 8 vinti da Mancini nell'era Moratti andrebbe trattata per quello che è: cioè, una bufala. La verità è che Mancini ha vinto uno scudetto (il primo a tavolino) perché una Procura ha scoperto che da anni l'Inter – e non solo l'Inter – veniva derubata di scudetti meritati da una banda di ladroni facente capo a Moggi e Giraudo, i due mammasantissima della Juventus. A patto di non credere alle favole, alzi la mano chi pensa davvero che lo scudetto vinto dalla Juve nel 97-98, con Rodomonti che sullo 0-0 non vede il gol di Bianconi (palla entrata di mezzo metro) in Empoli-Juventus 0-1 e con Ceccarini che 7 giorni dopo non vede il rigore di Iuliano su Ronaldo in Juve-Inter 1-0: alzi la mano, dicevamo, chi pensa che quello sia stato uno scudetto immacolato (il designatore era nientemeno che il prode Baldas, quello che 8 anni più tardi verrà pescato con le mani nella marmellata mentre tarocca, su ordine di Moggi, la supermoviola al Processo di Biscardi per coprire gli arbitri telecomandati).

Su questo primo scudetto, ricevuto a tavolino e giunto a mo' di risarcimento per i colossali furti patiti prima da Simoni, poi da Cuper e infine dallo stesso Mancini, l'Inter ha costruito una serie di successi che potremmo dire “facilitati”: in particolare, il secondo scudetto vinto con la Juve in serie B e il Milan penalizzato, un titolo – diciamolo - che l'Inter avrebbe conquistato anche con i fratelli De Rege in panchina.

Insomma: almeno 2 dei 3 scudetti vinti da Mancini (i primi) li avrebbe vinti chiunque, anche Hodgson, Zaccheroni e persino Tardelli. Sul terzo si può cominciare a ragionare: e chi crede di aver assistito ad una cavalcata entusiasmante dell'Inter, naturalmente, è libero di pensarlo. Noi pensiamo che un titolo vinto alla Dorando Petri, con i tifosi con le mani nei capelli fino al minuto 65 dell'ultima partita, non sia motivo di vanto per un allenatore che aveva a disposizione un organico da mille e una notte. E pensiamo anche che un allenatore che ha a disposizione campioni come quelli dell'Inter 2004-2005, 2005-2006, 2006-2007 e 2007-2008 non può rimediare, in campo europeo, le figuracce che ricordiamo: vedi tracollo col Milan (con finale isterico e squalifica del campo), vedi tracollo col Villareal, vedi tracollo col Valencia (con maxi-rissa e pioggia di squalifiche), vedi tracollo col Liverpool (Materazzi espulso, Burdisso espulso).

Diciamocelo: ma è davvero così bravo, questo Mancini?
Paolo Ziliani
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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