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lunedì 19 gennaio 2009

Antenna 3: il Milan ha venduto Kakà

Il giornalista Cristiano Ruiu ha affermato poco fa, nel corso della trasmissione "Lunedì di rigore" in onda su Antenna 3, che il Milan ha deciso la cessione di Kakà al Manchester City. Il prezzo pattuito sembra vicino ai 130 milioni, con un ingaggio attorno ai 20 milioni per il fuoriclasse brasiliano. Il direttore Fabio Ravezzani si è assunto tutte le responsabilità. Si attendono adesso notizie da via Turati.
Marco Liguori
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email calcio@lunedirigore.it
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Kakà e l’"amletico" Milan

E’ meglio realizzare una plusvalenza da 103 milioni con la cessione del fuoriclasse brasiliano al Manchester City o aiutare Berlusconi per le elezioni europee? E’ questo il dubbio che potrebbe attanagliare la dirigenza rossonera. Da non sottovalutare il ruolo degli sponsor nella trattativa

Oltre 103 milioni di euro. A tanto ammonterebbe, ai valori di bilancio del 2007, la plusvalenza per il Milan risultante dalla vendita al Manchester City di Ricardo Izecson Dos Santos Leite detto "Kakà", il cui contratto con il club di via Turati avrà termine il 30 giugno 2011. La cifra è stata calcolata tenendo presente due elementi: innanzitutto dell’offerta ufficiosa di 108 milioni riportata stamattina dal "Corriere della Sera". L’altro "ingrediente" è il valore netto di libro riportato nell’ultimo bilancio disponibile della società rossonera (ossia quello chiuso al 31 dicembre 2007) pari a 4,55 milioni. Quindi, si può ipotizzare che il costo del diritto pluriennale alle prestazioni sportive (comunemente ancora chiamato "cartellino") del fuoriclasse brasiliano sia stato quasi completamente ammortizzato nel corso del 2008. Il Milan aveva già compiuto un’operazione analoga nel 2006, quando cedette Shevchenko al Chelsea con una plusvalenza netta di 42 milioni: anche il valore dell’attaccante ucraino era stato quasi completamente azzerato. Il proprietario del Manchester City, lo sceicco di Abu Dhabi Mansour Bin Zayed al Nahyan, non è sconosciuto alla galassia Fininvest. Secondo le comunicazioni al mercato della Consob, il suo fondo Abu Dhabi Investment Authority è presente nel capitale di Mediaset dal dicembre 2007. Inoltre, lo sceicco ha acquistato lo scorso ottobre il 16,3% di Barclays Bank: anche l’istituto di credito inglese è presente nella società televisiva berlusconiana dalla fine del 2007 e ne possiede attualmente il 2,3% del capitale.
In base a ciò si potrebbe pensare che le dichiarazioni di sabato scorso dell’amministratore delegato, Adriano Galliani, siano fondate: «I deficit di bilancio ci sono e vanno ripianati con le proprie gambe o con gli assegni dell'azionista. Io credo che una società virtuosa debba farlo nel primo modo». In realtà, il Milan ha le spalle più che coperte dal gruppo Fininvest. Stando sempre al bilancio 2007 la sua controllante ha contribuito a irrobustire il patrimonio netto con la rinuncia «di parte di un finanziamento fruttifero» trasformato «in versamento in conto capitale» per 10,86 milioni. Inoltre, la Fininvest ha effettuato un altro versamento per 14,14 milioni. Il revisore Deloitte & Touche ha evidenziato che nel gennaio 2008 è stato effettuato un altro versamento di 25 milioni. Anzi, dal rosso di bilancio è arrivato un beneficio di legge per la Fininvest: il Milan ha trasferito alla capogruppo 18,34 milioni «nell’ambito dell’accordo sull’esercizio dell’opzione per il regime fiscale del consolidato nazionale».
Nonostante ciò, si possono fare alcune ipotesi. Anzi, la prima potrebbe essere un’opzione, se non addirittura un dubbio "amletico" rispetto alla cessione di Kakà. Se il Milan ha deciso di venderlo è forse perché Silvio Berlusconi per ora non vuole investire nel suo "biglietto da visita". Il club rientra da alcuni anni in questa strategia: il calcio è espressione e comunicazione della filosofia vincente della Fininvest. Strategia che ha un fondamento soprattutto in politica: la squadra rossonera è un efficace veicolo elettorale. Forse il presidente del Consiglio e proprietario della Fininvest pensa che non possa essere d’aiuto nella ormai prossima tornata elettorale del prossimo giugno, riguardanti il Parlamento europeo. L’opposizione del Pd veltronian-dalemiano non sembra poterlo impensierire: Berlusconi potrebbe ripensare alla sua posizione sul Milan, alla luce del sondaggio pubblicato oggi di Ipr marketing per Repubblica.it secondo cui «per la prima volta dall'insediamento, la fiducia nei confronti dell'esecutivo e del presidente del Consiglio è in discesa». La squadra dovrebbe quindi necessariamente vincere la Coppa Uefa e qualificarsi per la Champions per dare una mano a Berlusconi e al suo schieramento politico. E di conseguenza Kàkà potrebbe restare a Milano per raggiungere questi obiettivi.
Infine, un’ultima ipotesi potrebbe riguardare gli sponsor di Kakà, che ne ha tre principali: Adidas, Armani e Gillette per il Sudamerica. Quest’ultima è anche rappresentata da David Beckham, in prestito al Milan fino a marzo. La casa produttrice dei rasoi potrebbe aver bisogno del fuoriclasse brasiliano per il mercato inglese, magari in coppia con il ritrovato David. Ci sarebbe da sistemare solo sua moglie, Caroline Celico, che è proprietaria in Italia della Party Design che ha organizzato anche eventi per il Milan. Insomma, ancora una volta tutto sarebbe stato deciso anche da motivazioni pubblicitarie. Se così fosse e se la cessione andasse in porto le più che giustificate proteste dei tifosi, che si vedono privare di una "bandiera" e di un giocatore fondamentale per gli schemi del tecnico Ancelotti, saranno inutili e sterili. «Ma dove sono gli eroi» cantava Loredana Bertè nel 1979 e si rispondeva: «Li abbiamo travolti noi».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte: anche per le singole cifre numeriche)

La storia del Genoa attraverso le figurine

Mercoledì 21 gennaio sarà presentato a Genova il quarto volume dei Quaderni della Fondazione del giornalista di fede rossoblù Gessi Adamoli

Mercoledì prossimo 21 gennaio alle ore 18.00 presso la sede della Fondazione Genoa, in salita Dinegro 7 a Genova, sarà presentato il nuovo libro di Gessi Adamoli "Le mie figurine rossoblu", quarto volume della collana "I Quaderni della Fondazione". Oltre all'autore interverranno anche il giornalista genovese Giampiero Timossi, firma de La Gazzetta dello Sport e diversi genoani di ieri e di oggi; darà il benvenuto il reggente della Fondazione Genoa Prof. Andrea D'Angelo.
«Ricordi di trent’anni di giornalismo. Appunti sparsi nella memoria, seguendo il filo delle emozioni e non necessariamente quello cronologico». Le mie figurine rossoblù. Quarant’anni di Genoa vissuti in prima persona, più di cinquecento giocatori del Genoa conosciuti grazie alla professione, ma soprattutto alla fede rossoblù, un incredibile tuffo nel passato.
Gessi Adamoli, giornalista del «Lavoro» prima, di «Repubblica» ora, notoriamente grande cuore Grifone, lo ha scritto con la passione del bambino, «grandissimo collezionista di figurine dei calciatori», ma anche con la curiosità del giornalista in attività. Alcune ore di piacevole leggera lettura, aneddoti e personaggi che nel bene e nel male, dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, hanno fatto la storia della più antica società d’Italia.
Il cuore del libro (edito da De Ferrari insieme alla Fondazione Genoa 1893 e disponibile nelle librerie al prezzo di 16 euro), è costituito da dieci accurati profili che, alternando la voce dell’autore a quella del protagonista di turno, ne evocano le gesta calcistiche ma anche le storie di vita avendo come linea guida la malinconia per un calcio che non c’è più.
Di quando le ripartenze si chiamavano contropiedi, delle lacrime di Ramon Turone dovendo trasferirsi controvoglia al Milan, del Professor Scoglio che insistette fino all’ultimo chiedendo l’arrivo di Signorini; un calcio in cui chiacchierate libere e a cuore aperto tra allenatori, calciatori e giornalisti, senza filtri di uffici e addetti stampa, erano occasione di instaurare rapporti, talvolta anche amicizie, magari davanti ad una tavola imbandita. Si va dal genuino trio di bomber Speggiorin-Cini-Capogna, che nella Serie C ’70-71 portarono alla risalita del Grifone in cadetteria, a Roberto Pruzzo, O’Rey di Crocefieschi col suo magico colpo di testa, dal mitico “Picchia Gorin” e i suoi epici duelli con Alviero Chiorri nei derby degli anni ‘70/’80 a Custer Garbarini, genoano che indossò assai controvoglia la maglia blucerchiata (poi però rientrato nella famiglia rossoblù), dall’eleganza del libero Claudio Onofri al piemontese e juventino Gian Piero Gasperini passando per l’umiltà del riservato campano Vincenzo Torrente e le sue quasi 450 partite in rossoblu.
L’appendice dell’alfabeto rossoblù è personalizzata con i nomi dei personaggi trattati e parte con Aguilera, una delle figure più amate, per chiudere con Zeytulaev, meteora dall’Uzbekistan.
Gioie e dolori di una storia lunghissima ma con ancora molti capitoli da scrivere.
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Calciopoli: domani inizia il processo a Napoli

L'accusa contestata dai Pm Beatrice e Narducci ai 24 imputati è di associazione per delinquere rivolta alla frode sportiva

Domani inzierà dinanzi alla IX sezione penale del Tribunale di Napoli attorno alle 9.30 il "maxiprocesso" che dovrebbe chiarire le vicende Calciopoli. Sono stati rinviati a giudizio Luciano Moggi (nella foto Ap con Antonio Giraudo) e altri 23 imputati. Ecco l'elenco comleto di questi: Marcello Ambrosino, Paolo Bergamo, Paolo Bertini, Enrico Ceniccola, Antonio Dattilo, Massimo De Santis, Andrea Della Valle, Diego Della Valle, Mariano Fabiani, Maria Grazia Fazi, Pasquale Foti, Silvio Gemignani, Claudio Lotito, Gennaro Mazzei, Innocenzo Mazzini, Leonardo Meani, Sandro Mencucci, Pierluigi Pairetto, Claudio Puglisi, Salvatore Racalbuto, Pasquale Rodomonti, Ignazio Scardina e Stefano Titomanlio. I Pubblici ministeri Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci contesteranno ai 24 imputati il reato di associazione a delinquere volto alla frode sportiva. Le accuse saranno valutate dal collegio così composto: presidente Teresa Casoria, consiglieri Maria Pia Gualtieri e Francesca Pandolfi.
Invece è già iniziato da tempo il procedimento svolto con rito abbreviato per altri 11: Duccio Baglioni, Stefano Cassarà, Paolo Dondarini, Giuseppe Foschetti, Marco Gabriele, Antonio Giraudo, Alessandro Griselli, Tullio Lanese, Domenico Messina, Tiziano Pieri e Gianluca Rocchi. Spicca la convocazione di oltre 480 testimoni, effettuata dai legali di Moggi, Paolo Trofino e Paco D'Onofrio, dirigenti federali, societari e arbitri per scardinare le testi dell'accusa. L'elenco è pieno di personaggi eccellenti dell'italica pedata: da Silvio Berlusconi, allora presidente del Milan, a Marcello Lippi, da Franco Carraro, Gianni Petrucci e Giancarlo Abete e Pierluigi Collina. Nella lista anche Massimo Moratti assieme a tutti i presidenti, gli allenatori e i dirigenti della massima serie degli anni compresi tra il 2004 e il 2006 di allora (compresi gli juventini Antonio Giraudo e Franzo Grande Stevens), i procuratori e perfino membri delle forze dell'ordine.
Marco Liguori

Sandulli: calciopoli, fatti incontestabili

«Anche se da Napoli dovessero emergere assoluzioni perchè "il fatto non sussiste", ciò non è comunque possibile dal punto di vista della giustizia sportiva. Questa non può non rilevare la circostanza che alcune intercettazioni e alcuni comportamenti, come quello di dare ad alcuni schede telefoniche straniere, tutti fatti incontestabili, siano contrari all'articolo uno del codice di giustizia sportiva, che ha altre regole rispetto alla giustizia penale». È quanto afferma all'Agenzia Radiofonica Grt il professor Piero Sandulli, che nel 2006 ha presieduto la corte federale della Federcalcio nel processo d'appello a Calciopoli. Domani, a Napoli, si passerà dal processo sportivo a quello penale. Ha fatto discutere la trasmissione di "Porta a Porta"con ospite l'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi: «La trasmissione non l'ho vista, ma mi hanno detto che era accompagnato da tre avvocati. Ha goduto di una situazione di vantaggio che doveva quantomeno essere riequilibrata, la televisione di Stato - dice Sandulli -, forse anche perchè la commissione di vigilanza versa nelle condizioni in cui versa, non si è dimostrata sotto il profilo dell'oggettività, tale».
In chiusura, Sandulli si sofferma anche sul ruolo dei media nel mondo del calcio: «Non bisogna alimentare la cultura del sospetto, perchè il calcio essendo un gioco è fallibile ed io ha paura che talvolta la moviola alimenti questa cultura, perchè - sostiene - una persona dopo aver visto la partita non ha bisogno, di fronte a un errore arbitrale, di dover pensare cosa ci sia dietro, e dietro non c'è nulla, poichè - conclude Sandulli - magari l'arbitro ha giudicato in un modo non corretto un'azione e noi lo capiamo solo dopo averla riguardata con 10 telecamere».
Fonte: Adnkronos

Oggi pomeriggio Banda Bagaj ospite da Don Mazzi su Sat2000tv

Riceviamo da Virgilio Motta del Club Inter Banda Bagaj e pubblichiamo

Per chi fosse interessato, oggi pomeriggio alle 17,10 circa, verra trasmessa l'intervista tv di Don Mazzi a me e max in merito alla mia spiacevole e deplorevole vicenda della diffida dagli stadi. (NDR: si legga San Siro: diffidato per assurdo e Lettera aperta di Banda Bagaj al responsabile Centro Coordinamento Inter Club)
E' possibile vederla su:
-Sat 2000
-sito internet di Sat 2000 http://www.sat2000.it/
-digitale terrestre
-Sky 801
ciao a tutti
Virgilio Motta
Banda Bagaj
Virgilio.Motta@a2a.eu

Sintesi tv di Atalanta-Inter 3-1 (da You Tube)

Bergamo, stadio "Atleti Azzurri d'Italia", domenica 18 gennaio 2009 ore 15
19a giornata Campionato Serie A

Atalanta -Inter 3-1 (primo tempo 3-0)
Atalanta (4-4-1-1): Coppola, Garics, Talamonti, Manfredini, Bellini (40' st Rivalta), Valdes (5' st De Ascenti), Ferreira Pinto, Guarente, Padoin, Doni, Floccari (44' st Vieri). (Consigli, Peluso, Capelli, Defendi). All.: Del Neri
Inter (4-3-1-2): Julio Cesar, Maicon, Cordoba, Burdisso, Maxwell (1' st Figo), Zanetti, Cambiasso, Chivu (29' pt Obinna), Stankovic, Ibrahimovic, Crespo (1' st Adriano). (Toldo, Rivas, Jimenez, Cruz). All.: Mourinho
Arbitro: Rizzoli di Bologna
Reti: nel pt 18' Floccari, 28' e 33' Doni, nel st 47' Ibrahimovic. Angoli: 8-3 per l'Inter. Recupero: 2' e 3'
Ammoniti: Burdisso, Ibrahimovic e Vieri per comportamento non regolamentare, Bellini per gioco falloso. Spettatori: 15.000 circa.

Sintesi tv di Atalanta-Inter (immagini Sky tratte da You tube)
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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