Ricerca personalizzata

martedì 6 ottobre 2009

Sky anticipa 20 milioni e la Lazio acquista Zarate

Riceviamo e pubblichiamo da Paolo Lenzi, presidente di Lazio Family
Da una attenta lettura del progetto di bilancio della Lazio chiuso al 30 giugno 2009, redatto dal Consiglio di gestione (formato da Claudio Lotito e Marco Moschini), ora all’esame del Consiglio di Sorveglianza (costituito da Corrado Caruso, Presidente, Alberto Incollingo, Vice Presidente, Fabio Bassan, Vincenzo Sanguigni e Massimo Silvano, consiglieri) e della società di revisione (Deloitte & Touche SpA), si apprendono cose interessanti. La prima che portiamo all’attenzione dei nostri lettori riguarda l’acquisto di Zàrate. Il giocatore risulta acquistato il 4 giugno 2009 per euro 20.200.000 e, a differenza di quanto accade per gli altri acquisti, nel documento non viene indicata la società di provenienza, evidentemente perché il cartellino del giocatore è stato acquistato dopo che questi si era svincolato dalla squadra dell’Al Saad.
Nel bilancio è indicato che il giocatore ha 26 anni mentre a noi risulta che Maurito è nato il 18 marzo 1987 e, quindi, di anni ne ha 22. Si evidenzia anche che il giocatore (definito “un nuovo talento”) ha firmato un contratto di 5 anni con scadenza 30 giugno 2014.
Ci si è a lungo domandati con quali modalità era stato effettuato l’acquisto di Zàrate. Mettendo insieme le varie parti del bilancio e correlando le informazioni esposte nelle varie parti del documento si scopre che la Lazio si è approvvigionata di un importo pari al costo di Zàrate facendosi fare una anticipazione dalla società controllata Lazio Marketing & Communication, la quale, a sua volta, ha ottenuto un anticipo sul contratto Sky di 20 milioni di euro, probabilmente attraverso una operazione di factoring. Ecco finalmente svelata la fonte a cui si è rivolta la Lazio per ottenere il “cash” per pagare il cartellino di Maurito.
Paolo Lenzi
Lazio Family
Nella foto, tratta da blogcalciatori.com, Mauro Zarate

venerdì 2 ottobre 2009

Clausola compromissoria: elemento obbligatorio secondo gli accordi collettivi Figc, Lnp e Aic per le controversie nel calcio professionistico

Sono gli arbitri oppure i giudici ordinari a dover decidere su questioni riguardanti le controversie patrimoniali tra i tesserati e le società? Sull’onda del caso Lazio-Pandev "il pallone in confusione" ha chiesto all’avvocato Fabio Turrà, noto esperto di diritto sportivo, un commento sulla giurisdizione applicabile nelle discipline sportive professionistiche

La questione circa la giurisdizione applicabile in controversie (soprattutto patrimoniali) che investono il mondo dello sport, e del calcio in particolare, è di grande attualità.
Vi sono, infatti, situazioni giuridiche "limite" nelle quali vengono in gioco diritti e/o interessi di soggetti estranei al mondo dello sport, ma a questo connessi. Questo è proprio il caso degli azionisti delle società calcistiche quotate in borsa, che vedono i titoli, nei quali hanno investito i propri risparmi, legati all’andamento non solo dei risultati sportivi conseguiti nei campionati, ma anche all’esito delle vicende giudiziarie che contrappongono le società sportive ai tesserati (vedi caso Lazio–Pandev).
Considerati i numerosi alterni precedenti giudiziari, che talvolta propendevano per un’esclusività di giudizio da parte della Giustizia sportiva e talaltra per la possibilità di accesso alla Giustizia ordinaria, il nostro sistema normativo nazionale – motivato da esigenze contingenti – emanò la Legge 17 Ottobre 2003, n. 280 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 19 agosto 2003, n. 220, recante disposizioni urgenti in materia di giustizia sportiva), proprio per mettere un punto fermo alle controverse e alterne, come detto, interpretazioni giudiziali.
Soffermandoci sul caso particolare posto in risalto dai "Piccoli azionisti della Lazio", va preso in considerazione l’Art.3 (Norme sulla giurisdizione e disciplina transitoria) della predetta Legge n.280 del 2003. Esso testualmente recita:
"Esauriti i gradi della giustizia sportiva e ferma restando la giurisdizione del giudice ordinario sui rapporti patrimoniali tra società, associazioni e atleti, ogni altra controversia avente ad oggetto atti del Comitato olimpico nazionale italiano o delle Federazioni sportive non riservata agli organi di giustizia dell'ordinamento sportivo ai sensi dell'articolo 2, è devoluta alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. In ogni caso è fatto salvo quanto eventualmente stabilito dalle clausole compromissorie previste dagli statuti e dai regolamenti del Comitato olimpico nazionale italiano e delle Federazioni sportive di cui all'articolo 2, comma 2, nonché quelle inserite nei contratti di cui all'articolo 4 della legge 23 marzo 1981, n. 91"
Va precisato, in proposito, che le clausole compromissorie sono quelle che permettono (e in determinati casi obbligano), per esplicito accordo tra le parti, la devoluzione ad arbitri delle possibili controversie derivanti dal contratto, nel quale sono contenute, in deroga alla giurisdizione normalmente applicabile.
Resta, allora, da chiarire quali siano quelle inserite nei contratti di cui all'articolo 4 della richiamata "legge 91": essa enuncia le "Norme in materia di rapporti tra società e sportivi professionisti". L’articolo 4, in particolare, disciplina il rapporto di lavoro subordinato che si può instaurare in tali casi, prevedendo – tra l’altro – che lo stesso si costituisce mediante forma scritta, a pena di nullità, stabilendo, inoltre, che nello stesso contratto può essere prevista una clausola compromissoria con la quale "le controversie concernenti l’attuazione del contratto e insorte fra le società sportive e lo sportivo sono deferite a un collegio arbitrale".
Ne discende che, secondo la norma suddetta, l’inserimento di tale clausola compromissoria sarebbe lasciato come pura "facoltà" alle parti contraenti.
In realtà, nel calcio professionistico, la clausola compromissoria è inserita di diritto nei contratti, e ciò in virtù degli Accordi Collettivi tra F.I.G.C., Lega Nazionale Professionisti e Associazione Italiana Calciatori.
Per tale motivo, mentre per quanto riguarda le altre discipline sportive occorrerà fare riferimento al contratto specifico per verificare, previo esame dello stesso, quale giurisdizione – ordinaria o sportiva – potrà occuparsi del caso, nel mondo del calcio professionistico, le controversie concernenti l’attuazione del contratto e insorte fra le società sportive e lo sportivo dovranno essere deferite al Collegio Arbitrale.
Avvocato Fabio Turrà
fabio_turra@libero.it
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: "il pallone in confusione"

giovedì 1 ottobre 2009

Il Pm: condannate Giraudo e Moggi a 3 anni per falso in bilancio

Tre anni per Luciano Moggi e Antonio Giraudo, due anni per Roberto Bettega: queste le condanne chieste dalla Procura di Torino al processo per i conti della vecchia gestione della Juventus. La causa si sta celebrando con il rito abbreviato ed è lo sbocco dell'inchiesta sulle cosiddette plusvalenze sulla compravendita di giocatori.
I pm Marco Gianoglio e Antonio Pacileo procedono per falso in bilancio, infedeltà patrimoniale, ostacolo all'attività degli organi di controllo e truffa alla Federcalcio: questa ipotesi, in particolare, si riferisce al fatto che, secondo l'accusa, la Juventus ottenne il diritto a iscriversi al campionato di serie A nascondendo le irregolarità contabili. Per molti capi di imputazione i fatti sono ormai prescritti e, fra i difensori, c'è chi afferma che la stessa requisitoria dei pm ridimensiona drasticamente il quadro accusatorio. «Confidiamo nell'alta giustizia», dice uno dei legali degli imputati, Andrea Galasso; «e nel grande equilibrio del giudice», aggiunge il collega Alberto Mittone. Dopo gli interventi delle parti civili (Figc, Coni, Agenzia delle Entrate e un piccolo azionista), che chiedono un risarcimento, il gup Dante Cibinel ha aggiornato il processo al 16 e al 23 ottobre, quando darà la parola ai difensori. Dei tre personaggi chiamati in causa era presente in aula solo Bettega.
Fonte: Ansa

Piccoli Azionisti Lazio: «Pandev da giudicare, ma non davanti al Collegio arbitrale»

Il presidente e il legale del Comitato scrivono al Consiglio di sorveglianza della società biancoceleste, rilevando che un’eventuale vertenza con l’attaccante macedone andrebbe affrontata davanti al magistrato del lavoro e non al Collegio Arbitrale della Lega calcio. Ciò per evitare pesanti conseguenze economiche negative

Il Comitato piccoli azionisti della Lazio, attraverso l’avvocato Massimo Rossetti e il presidente Alfredo Parisi, scrive al Consiglio di sorveglianza della società di Claudio Lotito per avere chiarimenti riguardo la delicata posizione di Goran Pandev. In una raccomandata spedita il 28 settembre scorso, entrambi rilevano che «il calciatore Pandev avrebbe inoltrato o starebbe per inoltrare ricorso al Collegio Arbitrale della Lega calcio onde richiedere e ottenere la risoluzione immediata del contratto di lavoro con la Lazio, senza alcun corrispettivo per la società e, anzi, con richiesta di risarcimento di danni». La rivalsa dell’attaccante macedone potrebbe essere seguita, proseguono i due rappresentanti del Comitato, «a breve anche da altro o altri giocatori sotto contratto con la Lazio per gli stessi o analoghi motivi». Ciò potrebbe comportare che «la SS Lazio e i suoi azionisti possano incorrere in pesanti conseguenze negative» soprattutto sotto l’aspetto economico.
I membri del comitato sottolineano anche che il presidente Lotito ha contestato, attraverso «plurime e reiterate dichiarazioni pubbliche», a Pandev la violazione dell’obbligo di fedeltà imposta dal Codice civile al lavoratore dipendente. «Per la precisione – scrivono Rossetti e Parisi – il sunnominato presidente ha testualmente parlato di "prove documentali e testimoniali"». Entrambi ritengono che «la società debba portare la questione in sede di giustizia ordinaria, dinanzi al competente magistrato del lavoro» effettuando prima il tentativo obbligatorio di conciliazione. La strada del rito del lavoro non è preclusa dalla clausola compromissoria «poiché tale prescrizione vale solo per le vertenze sull’applicazione di regole sportive e non anche, come nel caso di specie, su diritti soggettivi concernenti il rapporto di lavoro subordinato». Parisi e Rossetti mettono in guardia Lotito dalla "cabala" sfavorevole. Infatti, essi aggiungono che i precedenti della Lazio presso il Collegio arbitrale sportivo in vertenze contro suoi ex giocatori non sono favorevoli: «vedasi da ultimo il caso Mutarelli» ricordano. Ciò è spiegabile «con il fatto che l’attenzione e la sensibilità del predetto Collegio – affermano Rossetti e Parisi – sono naturalmente concentrate su aspetti in prevalenza sportivi più che su aspetti strettamente tecnico-giuridici».
I rappresentanti dei Piccoli azionisti concludono la loro lettera al Comitato di sorveglianza formulando la «riserva di ogni diritto e azioni nella deprecata ipotesi in cui la SS Lazio spa e, conseguentemente, i suoi azionisti dovessero subire negative e pesanti conseguenze a seguito di eventuali condanne a risoluzioni di rapporto con calciatori senza diritto a indennizzi per la Società e/o a risarcimenti economici a favore di tali calciatori». Questo nel caso in cui le condanne siano «derivanti da atti e/o fatti addebitati alla gestione societaria che, per legge, deve essere conforme a trasparenza e correttezza e a sani e prudenti comportamenti».
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: "il pallone in confusione"

lunedì 28 settembre 2009

***MARINO E' ENTRATO NELLA SEDE FILMAURO PER INCONTRARE DE LAURENTIIS***

Il direttore generale del Napoli, Pierpaolo Marino, è giunto da pochi minuti nella sede della Filmauro a Roma per incontrare il presidente della squadra partenopea Aurelio De Laurentiis. Ieri il patron del Napoli aveva rilasciato un'intervista televisiva facendo chiaramente capire l'intenzione di interrompere il rapporto con il suo direttore generale, nonostante questi abbia un contratto per le prossime quattro stagioni, oltre a quella attuale.
Fonte: Ansa

Sintesi di Napoli-Siena 2-1 e interviste a De Laurentiis (da You tube)

Sintesi di Napoli-Siena 2-1


Intervista a De Laurentiis dopo la partita: congedato Marino (Da Canale 9)


Intervista a De Laurentiis dopo la partita: congedato Marino (Da Retequattro)

domenica 27 settembre 2009

De Laurentiis, l’arrivederci a Marino e la riconferma di Donadoni: ecco quale sarà il futuro del Napoli

Il presidente del Napoli ha di fatto congedato il dg: probabilmente vorrebbe sostituirlo con un direttore generale e un direttore sportivo

Permettete una parola? Il “sapore d’antico” che caratterizza da tempo il Napoli prosegue ancora. Lo si nota leggendo le dichiarazioni rilasciate dal presidente De Laurentiis a Sky su Donadoni prima di Napoli – Siena. «Molto spesso, anche quando si prendono delle decisioni, si prendono delle decisioni che difficilmente sono obiettive perché sono dettate dalla casualità momentanea. Quindi, voglio dire, la stessa scelta di Donadoni fu fatta sulla casualità momentanea di dover dare un segnale allo spogliatoio». Senza falsa modestia, posso dire che il presidentissimo azzurro si trova d’accordo con la mia opinione che espressi all’indomani dell’esonero di Reja (clicca qui per leggere): l’ex allenatore della Nazionale è l’uomo sbagliato nel posto sbagliato. E ciò anche se ha fatto un dietrofront improvviso a fine gara affermando «lasciatelo stare» rivolto a Donadoni e congedando di fatto Pierpaolo Marino. «Il direttore generale – ha detto il presidente – ha compiti di organizzare le strutture, se vuole avocare a sé quel che in altri club è diviso tra direzione generale e direzione sportiva, è un suo fallimento. Questo non è un processo a Marino: sono cose sotto gli occhi di tutti. Lasciatemi resettare…». E l’addio a Marino è stato formalizzato poco fa dal presidente sul sito del Napoli: «Dopo 5 anni le nostre strade si dividono»: forse l'eventuale incontro di domani dovrebbe essere solo una formalità per l'arrivederci al dirigente azzurro. Dunque le responsabilità della campagna acquisti incompleta del Napoli, nonostante la cifra faraonica di 50 milioni di euro spesi, e delle cessioni dannose di Mannini e Blasi sembrerebbero ricadere, alla luce dei recenti fatti, sull’ormai ex dg. Sono due vuoti che al momento difficilmente potranno essere colmati: sarebbe stato più opportuno una loro sostituzione. La loro assenza si è fatta sentire durante la sciagurata gara contro l’Inter: soprattutto quella di Blasi. Se ci fosse stato il “guerriero” difficilmente la squadra nerazzurra avrebbe preso il sopravvento a centrocampo in modo così smaccato. La linea mediana del Napoli è (e resta) di fatto leggera, con Cigarini, Gargano e Hamsik. In più manca una vera punta d’area: Quagliarella cerca di adattarsi, ma non è il suo ruolo. E’ un equivoco da eliminare al più presto.
Ciò potrebbe significare due cose: innanzitutto De Laurentiis sa già che dovrà dividere le competenze tra il direttore generale e quello sportivo, assommate al momento da Marino. L’altro importante elemento è che il numero uno azzurro conosce già chi potrebbero essere i nomi dei due “papabili” a queste cariche. Se non li avesse già sotto mano, lascerebbe la società senza una, anzi due guide operative: ma sicuramente De Laurentiis, da imprenditore avveduto qual è, avrà già preso le sue decisioni. La domanda che si può porre è la seguente: ma perché ha aspettato soltanto adesso a congedare Marino? Forse la risposta è proprio nel fatto che non aveva i suoi giusti rimpiazzi. Altra domanda: perché non ha esonerato Donadoni, soprattutto dopo la disfatta con l’Inter? De Laurentiis sa benissimo che molto difficilmente un altro allenatore verrebbe a Napoli con l’attuale situazione incandescente. Significherebbe inoltre gettare la squadra in un altro cambio inutile traumatico: meglio quindi rimanere tutto così com’è. Non a caso, il presidente si è pentito dell’esonero del tecnico che lo aveva portato dalla serie C1 alla A: «E ciò venne fatto mettendo da parte una persona che aveva dato moltissimo e che io ritengo un grande amico, un grande professionista e che è stato una mia vera, grande, unica esperienza in questo quinquennio, cioè l'amico Edy Reja». Sicuramente non vorrà pentirsi una seconda volta. Però Donadoni resterà sotto esame fino alla fine del campionato: solo allora, tranne eventuali altri problemi, sarà presa una decisione su di lui.
Oggi il Napoli ha giocato contro il Siena più con la forza dell’orgoglio e dei nervi che con schemi e geometrie. C’è stata comunque una grande e decisa reazione dei giocatori: va dato merito anche a Donadoni di averli “caricati” con motivazioni consistenti, nonostante il clima plumbeo che ormai attanaglia Castelvorturno. L’arbitro Valeri ha negato un rigore per fallo su Maggio: è vero che il difensore senese tocca prima il pallone, ma la sua azione è stata particolarmente violenta. Probabilmente un altro direttore di gara l’avrebbe concesso: siamo ormai alla libera interpretazione del regolamento. Per fortuna, l’ha almeno dato per il fallo di mano di Brandao: meno male, perché i tifosi napoletani cominciano a stufarsi degli errori arbitrali. Datolo oggi è sembrato che abbia iniziato a prendere confidenza con il ruolo di esterno sinistro, a cui si dovrà adattare. Con la vittoria odierna comincia la grande sfida per Donadoni: trasformare diversi buoni solisti in una vera orchestra, magari con qualche intervento mirato ed efficace sul mercato a gennaio. Se ci riuscirà, convincerà De Laurentiis che non è l’uomo sbagliato nel posto sbagliato e potrà continuare a lavorare per riportare in alto il Napoli.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita, anche in modo parziale, soltanto dietro citazione della fonte
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

Si prega di non intasare le caselle di posta elettronica con spam pubblicitario e di altro tipo (come appelli politici). Questo sito tratta solo di calcio, finanza del calcio e di argomenti affini. Ogni abuso sarà punito.

Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati