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martedì 24 giugno 2008

Tutelare i club più deboli

In un’audizione al Senato, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, Rocco Crimi, ha finalmente riconosciuto l’importanza di un’equa ripartizione dei diritti tv. Intanto la Serie B aspetta di sapere quale cifra sarà stanziata dalla A per la mutualità

Finalmente anche il governo Berlusconi si è accorto del pericolo di un eventuale squilibrio nella ripartizione dei diritti tv nel calcio. Ad accorgersi del problema chiave per la sopravvivenza del nostro campionato è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, Rocco Crimi, durante l'audizione alla settima commissione del Senato sugli “indirizzi del Governo in materia di attività sportive”. L’esponente di Palazzo Chigi ha spiegato che «nella passata legislatura - ha continuato Crimi parlando della legge Gentiloni-Melandri che prevede la ripartizione dei proventi su base mutualistica - è stata approvata una legge per la quale dal 30 giugno 2010 i diritti saranno divisi per il 40 per cento in parti uguali, per il 30 per cento in base alla storia dei club e per il 30 in base ai risultati ottenuti».
Crimi ha ricordato che «i grandi club hanno però fatto ricorso alla Corte europea e quindi bisognerebbe aprire un esame dei diritti soggettivi del calcio e degli altri sport professionistici, valutando l'apertura al libero mercato, sotto la stretta vigilanza delle Authority e fatta salva la tutela dei club più deboli». Da queste dichiarazioni si evince che il governo ha compreso la difficile (per non dire esplosiva) situazione in cui si trova il mondo del pallone nostrano. Le parole di Crimi sembrano essere un passo in avanti rispetto a quelle dichiarate durante lo scorso marzo sull’emittente milanese Antenna 3 dal futuro presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Il numero uno del Pdl affermò che «è chiaro che incombe in Italia la possibilità di vedere ridotte le disponibilità delle grandi squadre e quindi ridotte le loro possibilità di competere con i grandi club europei». Berlusconi concluse così: «Immagino che bisognerà intervenire in una direzione diversa da quella che è stata ipotizzata dal governo della sinistra». Da ciò sembrava trasparire un ritorno all’antico regime della contrattazione collettiva, che favoriva le grandi società (Juve, Inter e Milan in testa) e apriva il via a una stagione di stenti per le piccole.
Il nuovo intendimento del governo in materia di suddivisione dei diritti tv potrebbe costituire anche una notizia positiva per le squadre di serie B, impegnate in una dura lotta per la sopravvivenza. A poche ore dal termine (fissato per domani) per la risoluzione delle comproprietà dei calciatori, i club cadetti non conoscono ancora quanto ammonta la mutualità che la serie A destinerà loro. Senza di essa non si possono stanziare i budget a disposizione per poter acquistare nuovi giocatori e rafforzare le rose. L’allarme è stato lanciato al termine dell’assemblea di categoria conclusasi oggi, dopo la sospensione di giovedì scorso quando si era tenuta l’assemblea generale straordinaria con le società di serie A sui diritti tv. «L'anno scorso la mutualità ha coperto il 50% dei nostri bilanci», ha sottolineato il direttore generale del Grosseto, Renato Cipollini. Il dirigente toscano ha lanciato il segnale di sos, spiegando che «è difficile muoversi senza conoscere i ricavi futuri». Per questo motivo essenziale il vicepresidente di Lega per la B Gianfranco Andreoletti, presidente dell’Albinoleffe, attende la decisiva assemblea di serie A del 1° luglio, che dovrà finalmente definire la cifra da destinare alla categoria cadetta. Dopo soli due giorni, una riunione ristretta di B dovrà valutare se la somma è sufficiente a evitare il crack della categoria.
Intanto, incombe la data fatidica del 30 giugno, in cui scadono i termini per le iscrizioni al campionato. Alcuni presidenti non escludono che alcuni club presentino previsioni di budget che si riveleranno superiori all'effettivo. L’assemblea della seconda serie ha raggiunto un risultato molto importante: sono state infatti approvate all'unanimità le linee guida per la vendita centralizzata dei diritti tv del prossimo campionato. «Abbiamo attribuito alla Lega il diritto a negoziare - ha spiegato Andreoletti - e poi vedremo se ci sono offerte per le partite del sabato o se è meglio tornare a giocare la domenica».
Marco Liguori
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