Intervista del presidente azzurro a "Napolimagazine.com": «Il Napoli deve ancora crescere e deve fare tanta strada. Dobbiamo ottimizzare i nostri valori. Il vero Napoli non lo avete ancora visto nel bene e nel male»
"Bisogna parlare anche della città di Napoli. Ha ragione Berlusconi, che ha detto la pura verità: Napoli è una città viva e vivace. Tutti quanti la vorrebbero morta ed invece ha un'energia incredibile. Ora si deve creare un network per far esplodere la forza di questa città". Lo ha detto a "Napoli Magazine" il presidente dei partenopei Aurelio De Laurentiis dopo essere intervenuto all'Assemblea degli Industriali di Napoli a Città della Scienza. Poi parla di calcio: "Il Napoli? Quando faccio una scelta, la faccio credendoci. Dedicandomi ad una cosa con tutte le mie forze, e difficile che poi fallisca. Io lavoro con amore e perseveranza. Se si lavora con serietà, e si ama il proprio il lavoro, i risultati prima o poi arrivano. Se non si lavora con convinzione e meglio abbandonare. Non ho parlato di Luciano Moggi, ma di Calciopoli. E evidente che, quando sono arrivato nel calcio quattro anni fa, c'e stato un putiferio. Non conoscevo l'ambiente. Voler dimenticare ciò che e successo quattro anni fa lo trovo ridicolo. E come una donna di strada che si vergogna del proprio mestiere. Da quell'esperienza lì, bisogna ripartire. Nella vita non si devono ripetere gli errori del passato. La mia era stata solo una battuta che voleva riqualificare la valenza dello sport. Non volevo offendere nessuno. Io credo nei valori dello sport ed ho voluto sottolinearlo. Quando noi riusciamo ad unire sport e impresa si fa qualcosa di importante per i giovani. Il segreto di questo Napoli è lavorare a testa bassa. Non a caso abbiamo tenuto a lungo il silenzio stampa". "Ho ammirato Pierpaolo Marino quando ha parlato di formazione operaia - continua De Laurentiis - perche si lavorava senza riflettori puntati addosso. Sport sul campo ed impresa fuori dal campo: così nasce un successo. Napoli già grande? Il Napoli deve ancora crescere e deve fare tanta strada. Dobbiamo ottimizzare i nostri valori. Il vero Napoli non lo avete ancora visto nel bene e nel male. Possono verificarsi degli incidenti, che non devono però far gridare al dramma. E anche vero che non ci vuole eccessiva euforia se ci sono i risultati. Il Napoli bisogna accompagnarlo con grande affetto. I ragazzi ce la stanno mettendo tutta per guadagnarsi l'affetto dei tifosi. La Champions? Non ci penso. In questo momento sono concentrato sul prossimo impegno con la Lazio, sarà una partita tosta. Troveremo una Lazio delusa, che vorrà riscattarsi e dimostrare di essere una grande squadra. Poi incontreremo la Reggina e nel mese di novembre troveremo due grandi protagoniste come Inter e Milan. Per questo dobbiamo essere concentrati".
"Conosco Berlusconi da tantissimo tempo - continua il presidente -: non ci ho pensato proprio di parlargli da esponente di una squadra di calcio ad esponente di un'altra squadra di calcio. Gli ho parlato di cinema. Lui invece mi ha parlato di calcio, quando mi ha salutato. Mi ha detto: bello, bravo ed interessante quel Lavezzi. Questo non significa niente però, perché Berlusconi è un gentiluomo. Non fa mai degli affondi pirateschi". "Un nuovo stadio a Napoli? Non è possibile. Sarebbe come togliere il Vesuvio dalla posizione in cui si trova - continua il presidente del Napoli -. Per me il boato del San Paolo è un segnale per tutta la città. E' un segnale che scomparirebbe se spostassimo altrove lo stadio. Ho controllato ed intorno alla città non ci sono spazi migliori di Fuorigrotta, per questo dovremmo andare a posizionare lo stadio a molti km di distanza dalla città. Questo andrebbe a scontentare i tifosi e, dato che non voglio fare nulla che non sia in sintonia con i napoletani, per il momento lo stadio e il San Paolo. Ora cercheremo di promuovere delle modifiche dell'impianto, per renderlo migliore". E ancora. I complimenti di Lippi a Reja? "Lo ringrazio. Io però mi sono rotto le scatole su questo discorso che fanno alcuni su Reja. Ricordate tutti la sconfitta nella finale play off in C1 contro l'Avellino. Tornai all'Albergo Vesuvio con Pierpaolo Marino molto mortificato di questo insuccesso, perche Marino in quel momento aveva messo in discussione la sua carriera all'Udinese per venire a Napoli e forse pensava che De Laurentiis si sarebbe rotto le scatole ed avrebbe dato un calcio a tutti e se ne sarebbe andato. La prima cosa che dissi, invece, fu: fatemi venire Reja, che non voleva assolutamente riprendere le redini della squadra perche era mortificatissimo per quella sconfitta. A Reja dissi: tu continui, faremo un altro anno di serie C, e da quell'istante siamo ripartiti da quella conferenza stampa al Vesuvio. Ho voluto precisarlo perche ogni tanto si mette in dubbio Reja e si scrive che l'amore c'è soltanto tra De Laurentiis e Marino e non tra De Laurentiis e Reja. Io ho confermato Reja un secondo dopo la sconfitta nella finale play off con l'Avellino, questa è la realtà dei fatti. Il mio rapporto con Reja e di stima ed affetto totale; Reja fa parte ormai, anche lui, della mia famiglia. Punto e basta".
Fonte: Agi/Italpress
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