"Credo che alla fine dell'anno piangeremo molti club perché non riusciranno ad ottenere l'iscrizione per il prossimo campionato". Lo ha detto il presidente della Lega Pro Mario Macalli, intervistato da Sky Sport 24 in uno speciale dedicato alla crisi del nostro calcio. "Lo scorso anno avevo detto che sarebbero fallite 10 squadre e ho indovinato il numero. Quest'anno la vedo molto male. In una situazione di crisi generale in cui mancano i soldi per portare avanti le aziende, non credo che gli imprenditori investino ancora tanto nel calcio. Il nostro è un mondo che ha un indebitamento notevole, è in difficoltà, i costi superano i ricavi. L'unica cosa che mi dispiace è che questo è un mondo che non vuol prendere atto di questo e nessuno vuole sedersi su un tavolo per discuterne. Il calcio è una azienda che sta fallendo. Nessuno vuole fare l'amministratore unico dei club professionistici italiani - spiega Macalli -; il lavoro federale è quello di dare indirizzi. C'è un grande calcio che deve andare per conto suo, ma gli altri devono fare da sé. Non capisco perché un club di B deve avere risorse dalla serie A che le produce. Sotto la B c'è Lega Pro con 90 squadre, si dice che sono troppe, ma io dico che sotto di noi ci stanno 162 squadre di un mondo che viene chiamato dilettantistico ma che in realtà non lo è". Per Mario Macalli una delle ricette sarebbe la ristrutturazione dei campionati di calcio e di questo si parlerà anche nel prossimo consiglio federale il 18 dicembre. "Io penso che ci debba essere una Lega che governi il grande calcio, quello di serie A che fa spettacolo - spiega - poi sotto vedo due gironi a 18 squadre di serie B e ancora sotto 3 gironi da 18 in Lega Pro". Tante le squadre in difficoltà in questo inizio stagione che rischiano di non poter portare a termine i rispettivi campionati. "Il Messina? Mi chiedo come ha fatto a giocare campionati di A e B con debiti di 45 milioni di euro. Chi doveva controllare cosa ha fatto? Il Pescara ha 11 milioni di indebitamento, ma qualche mese fa a queste società è stato consentito iscriversi, li hanno fatti in pochi mesi questi debiti? Sono cose che mi impressionano. Le posizioni di club come Venezia e Legnano invece sono difficili ma possono trovare soluzioni". Uno dei motivi della crisi secondo Macalli deriva dai costi troppo elevati. "Noi paghiamo troppo. Abbiamo un costo di lavoro elevato e non abbiamo ricavi. Gli stipendi sono molto alti, anche se l'Aic sostiene il contrario. Le società spendono troppo e la cosa più grave, senza critiche agli imprenditori che con i loro soldi fanno cio' che vogliono, è che paghiamo troppo per dei giocatori che non producono nulla. Non abbiamo giovani ed è difficile anche mettere insieme 30 giocatori per le nostre selezioni".
Fonte: Agi
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