Ricerca personalizzata
Visualizzazione post con etichetta incidenti allo stadio di ordinaria follia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta incidenti allo stadio di ordinaria follia. Mostra tutti i post

martedì 9 settembre 2008

Tumulti dopo morte Gabriele Sandri: Pm chiede 20 rinvii a giudizio

Il magistrato romano Pietro Saviotti ha ipotizzato dieci reati per gli imputati

Pugno di ferro della magistratura per i tumulti seguiti a Roma nel giorno in cui fu ucciso il tifoso laziale Gabriele Sandri, l'11 novembre 2007, in un'area di servizio della A1 presso Arezzo. La procura di Roma ha infatti richiesto stamattina il rinvio a giudizio di venti persone riguardo, in un'area di se all'inchiesta su una struttura criminale formata da soggetti di estrema destra e ultrà. I reati ipotizzati dal Pubblico ministero Pietro Saviotti, a seconda delle posizioni degli imputati, sono ben dieci: associazione per delinquere, lesioni, invasione di terreni o edifici, tentato incendio, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, devastazione e saccheggio, violazione della legge sulle armi, danneggiamento. L'udienza preliminare è stata fissata al prossimo 20 ottobre. 
Tra i numerosi fatti addebitati a vario titolo sono stati inclusi gli assalti alla caserma della Polizia "Maurizio Giglio", di via Guido Reni, a quella dell'ex commissariato Porta del Popolo, della Bulgarella, sede del reparto carabinieri Segredifesa e alla stazione di Ponte Milvio, i danneggiamenti alle porte di accesso e agli arredi interni del Coni. Oltre a questi episodi, sono stati addebitati anche l'irruzione al concerto della Banda Bassotti nel parco di Villa Ada del 29 giugno, quando vennero feriti alcuni spettatori, il tentato incendio di una baracca in un campo nomadi in via Walter Procaccino «per finalità di xenofobia nei confronti dei cittadini romeni», l'occupazione di un immobile dell'Atac in viale Etiopia, l'incursione da persone travisate e armate di spranghe, manganelli telescopici in ferro e bottiglie di vetro, nel locale "Sally Brown", in via degli Etruschi, nel corso della quale vennero prelevati numerosi compact disc, cimeli calcistici e altri oggetti.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

lunedì 8 settembre 2008

«Le curve chiuse? E’ una sentenza ingiusta e inappropriata contro il Napoli»

Il noto esperto di diritto sportivo, l’avvocato Domenico Latino, spiega a “il pallone in confusione” che la decisione del giudice sportivo non risolve il problema della violenza negli stadi

«La sentenza è ingiusta, inappropriata e non aiuta a risolvere il problema della violenza negli stadi. Inoltre, la norma sulla responsabilità oggettiva delle società va radicalmente riformata perché espone le società calcistiche ai ricatti della cosiddetta “tifoseria organizzata”». Così Domenico Latino, noto avvocato milanese esperto di diritto sportivo, esprime le sue critiche a “il pallone in confusione” riguardo alla sentenza del Giudice sportivo Giampaolo Tosel, che ha stabilito la chiusura delle curve dello stadio San Paolo dopo i disordini della partita Roma-Napoli. Latino aggiunge che «è umanamente e moralmente comprensibile lo sfogo del presidente Aurelio De Laurentiis di voler lasciare il mondo del calcio». Il legale preannuncia che oltre al danno della sentenza della giustizia sportiva, il Napoli potrebbe subire anche la beffa dei ricorsi degli abbonati: proprio poco fa è stata diffusa la notizia che, Carlo Cincotti, avvocato partenopeo sottoscrittore di un abbonamento in curva B, ha annunciato ricorso al Tar.

Avvocato cosa accade con questo provvedimento di chiusura delle curve all’impianto di Fuorigrotta?
«Ho letto poco fa la sentenza e se ne deduce che gli ultrà irrispettosi del vivere civile e fomentatori di violenza si potranno tranquillamente annidare nelle altre parti aperte dello stadio San Paolo. Il giudice sportivo ha penalizzato in modo eccessivo la società, senza poter ottenere l’effetto preventivo di cui parla».
Questa sentenza è figlia della responsabilità oggettiva?
«Ormai questa disposizione è completamente anacronistica. Paradossalmente questa norma avrebbe dovuto essere un deterrente: invece, la persistenza di fatti di violenza la fa diventare inutile e nociva. Andrebbe rivista poiché alcune frange di tifosi, che probabilmente non lo sono poiché sono forse delinquenti comuni, con i loro atti violenti potrebbero alzare il tiro per ricattare le società».
Può spiegarsi meglio?
«Questi facinorosi potrebbero dire alle società: visto che sei sotto scacco delle penalizzazioni sportive, o ci date ciò che vogliamo oppure rincariamo le azioni violente. Per questo motivo, la norma è paradossalmente pericolosa perché potrebbe mettere ancora più in difficoltà le società. Queste ultime non possono impedire scontri e tafferugli che iniziano fuori dello stadio, com’è successo nella domenica di Roma – Napoli nelle stazioni di Napoli Centrale e Roma Termini: i club non hanno poteri di intervento nell’ordine pubblico e non è loro compito gestirlo».
Sarebbe più opportuno stabilire lo svolgimento di una gara a porte chiuse?
«Sarebbe più logica, poiché gli stadi sono eventualmente i luoghi dove si possono maggiormente commettere atti di violenza. Di conseguenza, si impedisce a tutto il pubblico complessivamente di entrare allo stadio e ai tifosi scalmanati di creare disordini. Ma se, come nel caso del Napoli, si chiude soltanto una parte dello stadio, si spingono i delinquenti a dirigersi verso i distinti e le curve per agire indisturbati: è un’assurdità».
Si corre anche il rischio che, con la chiusura delle curve, gli abbonati si rivalgano sulla società?
«Certo, lo potranno fare. In questo caso scatta la responsabilità oggettiva piena: il Napoli ha venduto un servizio che, per problemi della società, il tifoso non può usufruirne. Quindi, quest’ultimo può chiedere il rimborso. Anche questo è un altro aspetto paradossale della sentenza del Giudice sportivo: oltre a penalizzare la società, diminuendo la capienza del San Paolo e la possibilità di vendere biglietti, non si dà la possibilità agli abbonati che si comportano correttamente di poter vedere lo spettacolo calcistico».
Dunque, oltre al danno anche la beffa?
«Esatto».
Adesso l’Osservatorio delle manifestazioni sportive potrebbe ancora infierire sul Napoli?
«Dopo il divieto di trasferta dei tifosi napoletani, l’organismo del Viminale, che è competente solo per le questioni di ordine pubblico, potrebbe impedire ai sostenitori ospiti di venire al San Paolo. Potrebbe quindi accadere che il Napoli giocherà in casa solo davanti ai propri tifosi, ma quando gioca fuori di non avere il loro sostegno».
Dopo la sentenza, ha ragione De Laurentiis a mollare tutto?
«E’ molto comprensibile poiché da un lato c’è una frangia di tifosi che vuole fare di tutto per far precipitare Napoli e il Napoli nei problemi. Va detto che la parte di tifoseria corretta che non denuncia quelli facinorosi per metterli in condizione di non nuocere. Inoltre, il sistema dell’ordine pubblico e quello della giustizia sportiva sono totalmente inadeguati: sembra che vogliano gettare le colpe unicamente contro la città e la sua squadra. Ciò è ingiusto: Napoli ha i suoi problemi, ma sotto l’aspetto della violenza presenta gli stessi problemi di Milano, Torino, Firenze e Roma e di altre piazze calcistiche».
Cosa bisognerebbe fare?
«Queste frange di esagitati dovrebbero essere individuati, come accade in Inghilterra, e collocati sin dal sabato sera in un luogo dove siano messi in condizioni di non nuocere fino al lunedì mattina. In modo tale che la domenica non possano andare negli stadi per sfasciare tutto»
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Lo sfogo di De Laurentiis: «Basta, mollo tutto e vado via»

Clamorosa dichiarazione a caldo del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis subito dopo la notizia della chiusura delle curve decisa dal Giudice Sportivo. In diretta dai microfoni dell'emittente napoletana Radio Marte il numero uno azzurro, raggiunto telefonicamente, ha affermato: «Ora basta, a questo punto mollo tutto e vado via». Il Napoli potrebbe comunque ricorrere in appello contro la decisione di Tosel.
Marco Liguori

Le curve del Napoli resteranno chiuse fino al 31 ottobre

Le curve dello stadio San Paolo resteranno chiuse fino al 31 ottobre. La decisione del Giudic sportivo è stata resa nota poco fa in un comunicato della Lega Calcio.
Nello specifico Giampaolo Tosel ha imposto l'obbligo al Napoli di giocare «tutte le gare» con le curve A e B chiuse agli spettatori fino al 31 ottobre prossimo. Alla società azzurra è stata irrogata anche un'ammenda di 10mila euro, come "punizione" per la parte riguardante gli incidenti avvenuti allo stadio Olimpico in occasione di Roma-Napoli. Il giudice ricorda, nella motivazione, che esula dai suoi limiti funzionali «ogni valutazione in merito a fatti altrove verificatisi». La sanzione non riguarda quindi i disordini avvenuti domenica 31 agosto nelle stazioni di Roma Termini e Napoli Cenrale, ma a fatti accaduti allo stadio Olimpico.
Infatti, nelle motivazioni del Giudice sportivo si fa riferimento al «comportamento definito ''intollerabile'' durava ''fino al termine della gara, con conseguenze lesive cosi' sintetizzabili: sette agenti di polizia e tre carabinieri contusi nel corso dell'iniziale "accompagnamento"; due carabinieri e due stewards lievemente feriti dallo scoppio di petardi; alcuni tifosi della Roma ricorsi alle cure del Pronto Soccorso per lesioni cagionate dal lancio di petardi nel settore loro riservato». Il Napoli è stato imputato di questi «atti di violenza» e ne risponde per responsabilità oggettiva. Secondo Tosel la sanzione «deve essere commisurata alla particolare gravità dei fatti addebitati, alla specifica recidività e, per converso, alla concreta e apprezzabile attivita' di collaborazione con le Forze dell'Ordine svolta dalla dirigenza societaria». Il giudice dispone la chiusura «soltanto di quei settori dello stadio partenopeo ove abitualmente si collocano» i sostenitori «protagonisti di intollerabili azioni delinquenziali, che nulla hanno a che vedere nè con la passione sportiva nè con la civile convivenza». Nel comunicato diffuso dalla Lega Calcio si sottolinea che è  ''evidente'' l'''attribuibilita", in via esclusiva, delle violenze commesse a ben noti gruppuscoli di facinorosi, annidati nel mondo del "tifo organizzato"»
La sanzione delle curve chiuse scatta già per la prossima partita Napoli-Fiorentina e poi anche per la quarta (Napoli-Palermo), per la settima (Napoli-Juventus) e per la nona giornata (Napoli-Reggina) di campionato.
Adesso si attende la sanzione del Viminale, che potrebbe anche essere pesante, visto il precedente di quella sportiva.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Napoli: Osservatorio del Viminale attende le decisioni del giudice sportivo

Così si è espresso il presidente Domenico Mazzilli dai microfoni di Radio Anch'io sport. La decisione di Tosel è prevista in giornata

«Aspettiamo la decisione del Giudice sportivo e trarremo le nostre conclusioni». Così si è espresso ai microfoni della trasmissione "Radio Anch'io Sport" di Radio Rai1 Domenico Mazzilli, presidente dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, per prendere provvedimenti di ordine pubblico riguardo allo stadio San Paolo di Napoli. Sulla questione, ha detto l'alto dirigente del Viminale, «non posso anticipare nulla»: si vedrà dopo le decisioni prese in giornata da Giampaolo Tosel, che dovrà stabilire eventuali sanzioni avvenuti fuori dalla stadio Olimpico di Roma, prima e dopo Roma-Napoli.
Ma secondo Mazzilli, l'impianto di Fuorigrotta resta comunque ad alto rischio: «Per la prossima giornata di campionato abbiamo il problema di Napoli-Fiorentina». Anche sulla situazione di domenica prossima, il numero uno dell'Osservatorio non ha voluto sbilanciarsi più di tanto, in attesa delle decisioni della Giustizia sportiva. «Stiamo cercando di acquisire le notizie che possano portare - ha proseguito - alla decisione più giusta per tutti quanti. Abbiamo dimenticato tutti che c'era un'altra partita nella prima giornata di serie A con gli stessi rischi di Roma-Napoli, che era Fiorentina-Juve e tutto è andato bene. Anche ieri in serie B c'era Ancona-Ascoli, altra partita a rischio e anche in questo caso tutto e' andato bene. Il lavoro è ancora lungo ma non è tutto da buttare». 
Mazzilli ha però individuato alcuni aspetti positivi evidenziati nella prima giornata di campionato. «L'obiettivo comune è quello di tirare fuori dal contesto i violenti e per questo serve il contributo della parte buona della tifoseria che è la netta maggioranza. Allo stadio Olimpico non è successo nulla, siamo riusciti a fare molto dentro gli stadi, dobbiamo ancora fare molto per cio' che accade fuori dallo stadio. La violenza spesso si esterna in un'area di servizio che non ha nulla a che vedere con gli impianti». Oltre alla repressione della violenza negli stadi, occorre però anche un'opera di prevenzione con la sensibilizzazione dei tifosi. «E' una partita della civiltà - ha concluso Mazzilli - contro la violenza. Ci faremo promotori di progetti culturali e di spot educativi in tal senso».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

venerdì 5 settembre 2008

«Il Daspo è efficace solo se disposto da un giudice, come in Inghilterra»

L’avvocato Lorenzo Contucci spiega a "il pallone in confusione" come è disposto Oltremanica il divieto di ingresso allo stadio. Il legale critica la proposta del ministro La Russa di portare i tifosi a firmare nelle scuole e nei teatri

«Il Daspo potrebbe essere un’efficace misura di prevenzione se fosse disposto da un giudice su proposta della Polizia, come accade in Inghilterra. Tutti parlano di modello inglese, ma nei fatti non lo si concretizza». Lorenzo Contucci, noto avvocato penalista romano esperto di normativa antiviolenza, stigmatizza in questa intervista a "il pallone in confusione" i provvedimenti che intende assumere il governo sul tifo violento.
Avvocato, come viene invece sanzionato il Daspo in Italia?
«Il questore sancisce automaticamente il divieto di assistere alle manifestazioni sportive e il magistrato fa un controllo sommario soltanto sull’obbligo di firma collegato ad esso, ma non sul provvedimento. Concedendo questo enorme potere alla polizia si hanno delle conseguenze paradossali: ad esempio si può essere "daspati" fino a cinque anni se ci si reca nelle vicinanze del campo di gioco, comportamento considerato come reato, per raccogliere la maglia del proprio campione preferito, com’è accaduto domenica a Torino. Questo potere andrebbe limitato con l’intervento del magistrato, come per gli indagati per i reati di mafia, per migliorare i rapporti tra le tifoserie con Polizia e Carabinieri».
Può spiegare meglio questo concetto?
«In teoria un tifoso è trattato peggio di un accusato di associazione mafiosa. Per questi ultimi, il questore non applica la misura preventiva, ma inoltra la proposta al tribunale che eventualmente la concede dopo la riunione in camera di consiglio. Ciò dovrebbe essere stabilito, come accade in tutti i paesi democratici, anche per i sostenitori delle squadre di calcio».
Tornando all’obbligo di firma, la sua ottemperanza per il tifoso in una città come Roma con due società diventa molto problematico?
«Proprio così. Se la Roma gioca alle 15 e la Lazio alle 20.30 occorre che il tifoso si presenti tre volte quando gioca la prima e altre tre per quando gioca l’altra: insomma, si trascorre mezza giornata nei commissariati o in Questura».
Cosa ne pensa del pacchetto annunciato ieri dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa?
«Il ministro si è dimenticato la professione forense che svolgeva un tempo. Innanzitutto ha affermato che il Daspo lo dà il prefetto: è errato, è di competenza del questore. Inoltre, la totalità dei divieti viene accompagnata dall’obbligo di firma: dire che si vuole introdurre ora la firma è quindi un non senso. L’idea di portare i tifosi a firmare nelle scuole e nei teatri è una solenne sciocchezza, poiché sono sufficienti le stazioni di Polizia. E presso la scuola chi prenderebbe la firma? Forse i presidi? Occorrerebbe sempre la presenza delle forze dell’ordine in loco».
Che idea si è fatto sugli avvenimenti di domenica riguardanti la tifoseria napoletana a Roma?
«Ritengo che questa vicenda si pone a metà tra il trappolone organizzato e la totale disorganizzazione tipicamente italica».
Ma il nuovo Casms, istituito ad agosto, ha funzionato o no?
«Mettiamola così. Nel momento in cui è stato creato il Comitato che, supera anche l’Osservatorio sulle manifestazioni sportiva e che annovera la presenza dei servizi segreti, e non si è affrontato in modo adeguato la trasferta dei tifosi del Napoli vuol dire che gli organismi non hanno funzionato. Oppure potremmo pensare che è stata data un’apertura di credito ai tifosi, in assoluta buona fede, senza predisporre alcun tipo di organizzazione».
Ma c’è davvero la mano della camorra dietro il tifo organizzato?
«Non diciamo sciocchezze. Difendo i tifosi del Napoli da anni e conosco perfettamente la loro realtà. Che interesse avrebbe la camorra a infiltrarsi in una situazione di questo tipo? In realtà lo Stato si è reso perfettamente conto che è stata commessa una grande imprudenza. La trasferta dei sostenitori azzurri per Roma – Napoli, ossia una delle partite più a rischio del campionato, è stata gestita come se fossero state andate in gita le suore orsoline a visitare un monastero».
Cosa si sarebbe dovuto fare?
«Occorreva una maggiore collaborazione tra il Viminale e Trenitalia. Si sarebbe dovuto istituire un treno speciale: sarebbe partito da una stazione secondaria di Napoli e sarebbe arrivato in una altrettanto secondaria della Capitale e non sarebbero accaduti incidenti. A proposito dei danni, ho dei dubbi in proposito».
Li esponga.
«Non ci sono stati poliziotti feriti, le stazioni di Napoli e Roma sono rimaste indenni. Le immagine che hanno proposto in televisione riguardavano il solito vetro rotto: bisogna effettivamente dimostrare se la quantificazione del danno ammonta a 500mila euro».
Quindi niente gruppi "paramilitari"?
«Ma non scherziamo. Credo che in futuro si rischi di emanare la "carta del cittadino" che contemplerà anche l’esclusione dei diritti civili per chi è pregiudicato. Bisogna fare al riguardo un ragionamento "tout cour" che comprenda anche limiti che riguardino anche i deputati e senatori pregiudicati che sono presenti in Parlamento. E non solo per chi si macchia eventualmente di reati commessi allo stadio».
La legislazione repressiva è più un frutto del centrodestra oppure del centrosinistra?
«Sono esattamente la stessa cosa, tranne che per un punto. L’ultimo governo Prodi ha introdotto la diffida senza denuncia, una norma che non esisteva sotto il periodo fascista».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Roma-Napoli: notificato il Daspo a sei tifosi azzurri e giallorossi

La Divisione Anticrimine della Questura di Roma, lunedì scorso (dopo la partita Roma-Napoli) ha emesso il divieto di accedere alle manifestazioni sportive (Daspo) nei confronti dei sei facinorosi. Quattro di essi sono stati arrestati e due denunciati in stato di libertà: l'individuazione è stata effettuata nel corso dei servizi d'ordine predisposti per l'incontro sportivo. 
Per tutti i sei giovani il Questore di Roma, Giuseppe Caruso, ha disposto il divieto di accedere (Daspo) all'interno degli stadi e di tutti gli impianti sportivi del territorio nazionale ove si disputino competizioni calcistiche a qualsiasi livello agonistico estendendo il divieto anche agli spazi limitrofi agli impianti sportivi per un periodo di anni variabile dai tre, per le persone denunciate, ai cinque per quelle arrestate. I provvedimenti sono gia' stati notificati agli interessati. Durante i controlli prepartita gli agenti della Stato della Digos avevano arrestato C.G. di 21 anni, tifoso della Roma, colto nell'atto di disfarsi di un martello, e S.L.A. di 23 anni, tifoso della Roma, per possesso di materiale esplodente, mentre altri due giovani (uno tifoso della Roma e l'altro della Lazio) F.L. di 20 anni e C.G. di 28 anni erano stati denunciati a piede libero per possesso di petardi. Nello stesso contesto, inoltre, gli agenti di polizia avevano arrestato un tifoso della Roma, C.G. di 23 anni, colto nell'atto di rapinare un altro tifoso nei pressi dello stadio Olimpico. A partita iniziata, i poliziotti del Commissariato Prati avevano arrestato per possesso di fuochi proibiti e per resistenza a pubblico ufficiale un tifoso del Napoli, D.D. di 20 anni. A fine partita, infine, alcuni componenti del Reparto mobile della polizia, aveva tratto in arresto un tifoso del Napoli, B.M. di 22 anni, per possesso di un coltello, considerato arma bianca.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Torino-Lecce: denunciati tre tifosi granata e cinque leccesi

Per tutti scatterà il Daspo esteso dagli stadi alle loro zone limitrofe

Altri 8 tifosi sono stati identificati e denunciati dalla Digos di Torino per varie ipotesi di reato contestate riguardo alla partita Torino-Lecce di domenica scorsa, svoltasi nel capoluogo piemontese.  Tra essi vi sono tre sostenitori granata denunciati per aver tentato di invadere il campo di gioco: vi è anche un ragazzo di 17 anni.
Inoltre, la Digos ha individuato e denunciato altri cinque tifosi del Lecce: la loro età è inclusa tra i 21 e i 31 anni. Le forze dell'ordine sono risalite ad essi esaminando accuratamente i filmati girati dalle telecamere: tre erano in possesso di materiale atto ad offendere, mentre gli altri due perchè avevano il volto coperto da sciarpe. Un ultrà in passato era stato sottoposto a ben 4 Daspo. 
Il questore di Torino, Aldo Faraoni, firmerà a breve il Daspo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) per tutti i tifosi denunciati. Il divieto sarà esteso anche per le vie limitrofe agli stadi. Proprio riguardo alla partita Torino-Lecce, erano stati denunciati e sottoposti al Daspo nove tifosi pugliesi: per sei di essi il divieto è per un anno, per gli altri di due anni. Gli ultrà giallorossi guidavano un pulmino che trasportava petardi, chiavi inglesi, bottiglie di vetro vuote e un gancio traino. Tutto il materiale era stato rinvenuto nel corso di una perquisizione dalla polizia, che ha anche sequestrato ai nove alcune dosi di hashish e cocaina.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

giovedì 4 settembre 2008

Permettete una parola? – Scuole e teatri non sono adatti a raccogliere le firme del Daspo

Permettete una parola? Oggi pomeriggio il ministro della Difesa e reggente di An, Ignazio La Russa, ha annunciato alcuni provvedimenti contro la violenza negli stadi nel disegno di legge sulla sicurezza attualmente all'esame del Senato. Lo ha fatto in una conferenza stampa convocata per ribadire «la stima del suo partito verso le forze dell'ordine». Premettiamo che abbiamo il massimo rispetto per gli agenti di Pubblica sicurezza, i Carabinieri e tutti i corpi di polizia giudiziaria: molti di essi rischiano l’incolumità fisica, se non spesso anche la vita, nello svolgimento del proprio dovere per poche migliaia di euro al mese.
I primi sono certamente condivisibili e più che appropriati dopo gli incidenti di domenica scorsa a Roma e a Napoli. Si introduce la tolleranza zero nei confronti dei violenti durante le manifestazioni sportive tramite l’inserimento di nuove norme, tra cui la firma obbligatoria per i tifosi colpiti da Daspo (divieto di assistere a manifestazioni sportive, ossia divieto di acceso allo stadio).
E’ molto importante l’annuncio del ministro della volontà del suo schieramento politico di «reintrodurre il reato di oltraggio a pubblico ufficiale», con l’inasprimento delle pene per il reato di danneggiamento su cui «attualmente c’è l’arresto solo se avviene durante la partita e dentro lo stadio» ha spiegato La Russa. L’intenzione dell’esecutivo è di «estenderlo anche alle vicinanze dello stadio e a tutta la durata del trasporto verso la manifestazione sportiva». Perfetto.
Inoltre An vuole introdurre la firma obbligatoria per i tifosi colpiti da Daspo, il divieto di accedere alle manifestazioni sportive. Anche questo è un concreto passo in avanti. Adesso però viene il bello. Secondo La Russa si potrebbe anche concedere ai prefetti la possibilità di ricorrere a luoghi alternativi alle caserme per la firma dei tifosi colpiti dal provvedimento, come «ad esempio anche scuole e teatri». Ciò vuol dire che alla domenica si dovranno tenere aperte anche i plessi scolastici, già oberati di problemi propri, per ospitare poliziotti e carabinieri che devono registrare che gli ultras non siano allo stadio. Non ha pensato il ministro che, nel caso in cui una scuola fosse adibita a questo compito e non essendo una caserma con sistemi di sorveglianza, potrebbe essere oggetto di un attacco da parte dei tifosi organizzati e armati, come le cronache degli ultimi giorni ci hanno mostrato? Se questi "paramilitari" armati di mazze, bastoni, catene, coltelli, tirapugni e petardi riescono ad assaltare uno stadio o una stazione ferroviaria, figuriamoci se hanno scrupolo nell’assaltare una povera scuola indifesa. Come potrebbero colpire anche i teatri, edifici ancor meno adatti a questo compito. Nei templi della commedia e della tragedia ci saranno forse persone in divisa. E dove saranno alloggiati questi ultime? Forse sui palcoscenici? Meglio lasciare tutto così com’è, con le forme da raccogliere nelle caserme.
Altra considerazione. Per costringere un tifoso con il Daspo, bisogna sottoporlo al fermo di polizia o arrestarlo. Se non è colto in fragranza di reato, è ben difficile acciuffarlo: il famoso biglietto nominativo ha fatto acqua da tutte le parti. I bagarini continuano a vendere i tagliandi fuori gli stadi: chi acquista i biglietti da loro entra comunque. Le cronache sono piene di gente entrata allo stadio con nomi fasulli e illustri come Giovanna D’Arco, Napoleone Bonaparte, Giulio Cesare. Questa importante riforma, introdotta con il Decreto Pisanu, avrebbe potuto funzionare in un solo modo: con l’introduzione obbligatoria della carta d’identità elettronica, da passare ai tornelli dei varchi degli impianti assieme al biglietto nominativo elettronico. In questo modo si è certi (o almeno quasi) dell’identità di chi entra: ovviamente, i dati sensibili introdotti nel sistema elettronico dovrebbero essere obbligatoriamente eliminati dopo qualche settimana dall’evento sportivo, in modo da non creare problemi di privacy.
Inoltre il ministro suggerisce anche di impiegare gli ultras in lavori socialmente utili nelle ore prima della partita, dandogli eventualmente la possibilità di guardare la squadra del cuore in televisione. Insomma, per dirla con il sommo poeta Dante, con un provvedimento "a miracol mostrare" i terribili tifosi organizzati come branchi di lupi si trasformerebbero in docili singoli agnellini. E se guardando la partita, si esagitassero comunque e sfasciassero, ad esempio, un centro sociale per anziani, chi pagherebbe dopo? Occorre prima che queste persone siano sottoposte a misura cautelare, per ribadire il concetto che chi sbaglia paga: principio base della "tolleranza zero" sbandierata dall'attuale governo in nome della plurinominata "sicurezza". Soltanto dopo si può ideare un percorso riabilitativo con il lavoro.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Berlusconi: il Napoli non ha colpe per gli incidenti di domenica scorsa

No alla responsabilità oggettiva della società.  Ribadito il divieto per le trasferte organizzate per i tifosi azzurri. Conclusa la visita degli ispettori del ministero dell'Interno nel capoluogo campano: nessun problema per Prefettura e Questura 

I tifosi del Napoli possono stare tranquilli: almeno per ora. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affermato, nel corso della conferenza stampa a Napoli dopo l'incontro con i sindaci della Campani, non ritiene che la Società sportiva calcio Napoli debba essere punita per la responsabilità oggettiva dopo gli incidenti provocati dai suoi tifosi domenica a Roma e alle intemperanze di domenica alla stazione Centrale del capoluogo campano. «Non credo si debba applicare la responsabilità oggettiva - ha affermato il presidente del Consiglio - nei confronti della società del Napoli perché non ha colpe in quanto accaduto»
Berlusconi ha proseguito sottolineando che "spiace aver dovuto prendere atto che l'immagine di Napoli è stata di nuovo deturpata da una irresponsabile minoranza violenta». Berlusconi ha spiegato che il metodo «sarà lo stesso usato per i rifiuti: riporteremo lo Stato a fare Stato nei confronti di chi confonde il tifo con il teppismo». E ha annunciato «nessuna tolleranza verso chi commette atti delittuosi, che sono più gravi se fatti in branco». Il presidente del Consiglio ha aggiunto di essere «stato sempre in contatto con il ministro Maroni» che sta seguendo «la giusta direzione» e ha confermato il "niet" per le trasferte organizzate: «Intendo confermare il divieto di trasferte organizzate fuori casa dai tifosi del Napoli, ciò non vuol dire che vengono vietate quelle singole». 
Intanto è terminato nel primo pomeriggio la "visita" degli ispettori inviati dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, per verificare se la Prefettura e la Questura avessero attuato tutte le misure per la partenza senza incidenti dei tifosi napoletani domenica scorsa alla volta di Roma. I risultati sarebbero positivi: gli organismi dell'ordine pubblico hanno attuato tutto quello che era in loro poter. Il questore Antonino Puglisi aveva avvisato più volte il Viminale riguardo al fatto che la tifoseria partenopea era decisa a partire in massa alla volta di Roma. Dopo aver verificato che oltre 3 mila biglietti nominali erano stati venduti, Puglisi ha chiesto a Trenitalia se non treni speciali almeno un numero superiore di vagoni. Alla stazione di Napoli la mattina di domenica c'è stata ressa per il controllo biglietti e documenti e il filtraggio dei tifosi. Era inoltre il 31 agosto, giornata di controesodo con la stazione presa d'assalto anche dai vacanzieri di ritorno a casa. La lunga attesa ha irritato i tifosi che in circa 600 hanno rotto il cordone di filtraggio e sono saliti senza controllo sul treno. Trenitalia avrebbe a quel punto voluto vietare la partenza del treno ma, per timore che la situazione diventasse esplosiva, il questore Puglisi ha chiesto alla prefettura di dare l'ok.
Il dubbio comunque resta, poiché secondo la testimonianza di un tifoso raccolta sul forum di www.napolimagazine.org (leggibile su http://marcoliguori.blogspot.com/2008/09/roma-napoli-un-tifoso-racconta-la.html) «un ragazzo viene colpito con una manganellata al capo. Svenuto, o quasi, viene portato via dagli amici e soccorso al centro della stazione».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

mercoledì 3 settembre 2008

Due petizioni per protestare contro assalto mediatico a Napoli e chiusura del San Paolo

Entrambe sono state aperte stasera e già contano rispettivamente 206 e 803 firme

Stasera sono state aperte due petizioni per protestare civilmente contro l'assalto dei media e la chiusura paventata dello stadio San Paolo. La prima (Tifosi Napoli Calcio), promossa dal tifoso del Napoli Gaetano Fermo, è reperibile al link http://www.firmiamo.it/tifosinapolicalcio, mentre l'altra (No alla chiusura del San Paolo) è stata lanciata da Redazione Calcionapoli1926 (http://www.calcionapoli1926.it/) ed è sul link http://www.firmiamo.it/noallachiusuradelsanpaolo. L'appello per evitare la chiusura dell'inpianto di Fuorigrotta è stato stilato e girato dalla redazione del sito 9online.it e dalla redazione de "Tutti in Campo" dell'emittente napoletana Canale 9 (http://www.9online.it) Con la Prima, Fermo intende di mettere «fine a tutti quelli che stanno trattando Napoli, i napoletani e il calcio Napoli come la fogna d'Italia. Non è concepibile che per colpa di teppisti che continuano ad andare lo stadio solo per fare caos e danni i veri tifosi e la gente che vuol seguire la squadra del cuore non possa andare allo stadio. Bisogna avere si il pugno di ferro ma con questi teppisti (a che serve metterli in carcere e poi farli uscire il giorno dopo?). Diciamo basta a tutto questo accanimento mediatico e politico contro Napoli!». Finora ha raccolto 206 firme.
Invece la redazione di Calcionapoli1926 evidenzia il pericolo che «alla luce dei fatti del 31 agosto, si profila concretamente l'ipotesi della chiusura dello Stadio San Paolo, quantomeno per il prossimo impegno casalingo del Napoli (il 14 settembre gli azzurri ospiteranno la Fiorentina)». I redattori del sito ritengono che «questa misura, pur senza non considerare l'oggettiva gravità di quanto accaduto, penalizzi oltremodo gli appassionati "veri" di calcio, quelli che da questo mondo, fra doping, stipendi astronomici, pay tv, pay per view, calciopoli e scandali vari, stanno già decidendo mano a mano di allontanarsi. Un provvedimento del genere rappresenterebbe un colpo ferale per chi ha la sola "colpa" di seguire i propri beniamini allo stadio la domenica». L'appello è forte e chiaro: «No alla chiusura del San Paolo». Sottoscritte finora 803 firme.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

De Laurentiis: «non mi farò intimidire da un gruppo di facinorosi»

«Io ho comprato il Napoli per amore e non mi farò intimidire da un gruppo di facinorosi». Parole dense di affetto e rabbia del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, riportate sul sito ufficiale della società (www.sscnapoli.it). Il numero uno azzurro ha proseguito affermando che «la mia società ha applicato alla lettera le norme sul biglietto nominativo e si è avvalsa dell'operato delle Forze dell'Ordine rispettando tutte le procedure previste dalla legge». Ha poi aggiunto:«Napoli è una città piena di galantuomini che non ha alcuna attinenza con un numero limitato di facinorosi. Non può essere penalizzata un'intera città e tutta la tifoseria sana». «E spiega il perché della sua scelta di aver rilevato la società azzurra dopo il fallimento. «Ho voluto il Napoli per amore. Quando decisi di comprarlo rinunciai a produrre un film ad Hollywood da cento milioni di dollari. Scelsi di essere il presidente azzurro durante una mia vacanza di 10 giorni a Capri». De Laurentiis ha concluso spiegando che «il mio progetto è quello di avviare una attivita' sportiva sana ed entusiasmante che possa conciliare lo sport con lo spettacolo e la passione ed il calore di questa splendida città. E non sarà certo un gruppo di facinorosi a poter allentare l'amore che mi ha completamente pervaso per il Napoli».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Sull'intercity per Roma c'erano 200 pregiudicati

Intanto De Laurentiis sconfortato dagli incidenti si sfoga: «Se lo Stato non dovesse mettere in campo leggi adeguate potrei anche salutare»

Si apprende dall'agenzia Adnkronos che «circa 200 pregiudicati su un migliaio di tifosi erano presenti sul treno degli ultras, l'Intercity 524 plus partito domenica scorsa alle ore 12,29 dalla stazione di Napoli centrale (con tre ore e cinque minuti di ritardo rispetto all'orario previsto)». Secondo l'organo di informazione, «questo inquietante dato è filtrato dagli atti investigativi prodotti fino a questo momento dalla Questura napoletana. Quindi, circa il 20% degli ultras, diretti a Roma per il derby del Sud aveva precedenti penali per droga, per rapina e per reati contro il patrimonio». Una notizia ancor più inquietante, che getta un'ombra ancora più cupa sui sistemi di controllo del tifo calcistico.
Intanto da Castelvolturno giunge un'altra notizia bomba. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha affermato nel corso di una call conference presso il centro sportivo di Castelvolturno che potrebbe lasciare la società. «Non mi faccio intimorire da pochi facinorosi - ha affermato il numero uno azzurro - che nulla hanno a che vedere con il calcio ma se lo Stato non dovesse mettere in campo leggi adeguate potrei anche salutare». De Laurentiis ha proseguito spiegando che «chiudere lo stadio equivale a far morire lo sport e a far vincere la sudditanza alla violenza. Attuando questo programma lo Stato si cala le braghe». Il presidente ha concluso così: «Vorrebbe dire che non ha la capacità di essere produttore di legalità, ma, io sono fermamente convinto che lo Stato sia in grado di produrre legalità. Di fronte ad un inizio di campionato cosi' macchiato basta dire adesso è il momento di agire. Basta essere pragmatici e fare un dispositivo legge che permetta alle persone per bene di andare allo stadio con i propri bambini».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Movimento Neoborbonico: boicottare schedine e scommesse se sarà chiuso il San Paolo

In comunicato si sottolinea anche che il Napoli dovrebbe ritirare la squadra dal campionato, se si concretizzasse l'idea di Maroni di far svolgere senza pubblico alcune gare nell'impianto di Fuorigrotta

Il Movimento Neoborbonico ha invitato in un comunicato i tifosi a boicottare il Totocalcio e le scommesse e il Napoli a ritirare la squadra dal campionato, lasciandola solo in Coppa Uefa. La misura dovrebbe essere attuata, secondo il Movimento, nel caso in cui fosse attuata la misura paventata dal ministro degli Interni, Roberto Maroni, di far disputare alcune gare allo stadio San Paolo a porte chiuse. 
I Neoborbonici affermano che «è quanto meno singolare che, al pari di quanto già capitato negli scorsi anni, vengano adottati provvedimenti esemplari solo contro i tifosi napoletani, attaccati indiscriminatamente dalla stampa locale e nazionale nel consueto silenzio delle autorità locali, evitando di colpire tifoserie altrettanto famose per incidenti anche più gravi». Secondo i vertici del Movimento «sono ancora tutte da accertare le responsabilità di chi non è stato capace di organizzare la trasferta dei napoletani a Roma ed ha, di fatto, originato gli incidenti di domenica con treni insufficienti anche per la stragrande maggioranza dei tifosi in possesso di biglietti ferroviari e per lo stadio,nel quale è stato possibile entrare solo nel secondo tempo».
I Neoborbonici hanno condannato fermamente ''le violenze commesse da alcuni teppisti, da ricercare e da punire severamente». Tuttavia hanno invitato le autorità competenti «a non danneggiare ulteriormente la città di Napoli, i suoi milioni di tifosi e la stessa Società Calcio Napoli, patrimonio prezioso ed esempio positivo non solo nel calcio».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Torino-Lecce: denuncia e daspo per nove tifosi leccesi

I sostenitori giallorossi erano stati sorpresi dalla polizia a bordo di un pulmino contenente petardi, chiavi inglesi, bottiglie di vetro vuote e alcune dosi di hashish e cocaina

Per nove tifosi leccesi, resisi protagonisti di un episodio spiacevole al termine di Torino-Lecce di domenica scorsa nel capoluogo piemontese, è scattata la sanzione. I sostenitori giallorossi, di età tra i 20 e i 24 anni, sono stati denunciati e sottoposti al Daspo, ossia al divieto di accedere alla manifestazioni calcistiche.
Per sei di essi il divieto è per un anno, per gli altri di due anni. Il Daspo è stato firmato dal questore di Torino, Aldo Faraoni. Gli ultras leccesi erano stati bloccati dalle forze dell'ordine su un pulmino che trasportava petardi, chiavi inglesi, bottiglie di vetro vuote e un gancio traino. Tutto il materiale era stato rinvenuto nel corso di una perquisizione dalla polizia, che ha anche sequestrato ai nove alcune dosi di hashish e cocaina. Prima della partita allo stadio Olimpico, i tifosi denunciati avevano lanciato un petardo dal pulmino verso un gruppo di tifosi del Torino, che avevano immediatamente risposto con una sassaiola. Solo l'intervento della polizia aveva evitato conseguenze peggiori. Le azioni dei tifosi leccesi sono state riprese dalle riprese di numerose telecamere poste al di fuori dell'impianto sportivo.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Bloccata la vendita dei biglietti in occasione di Napoli-Fiorentina in attesa delle decisioni del giudice sportivo

Il Casms ha vietato anche la trasferta dei tifosi rossoneri per Genoa-Milan. Stabilite massime misure di sicurezza anche per Italia-Georgia

E' stata bloccata la vendita dei biglietti in occasione di Napoli-Fiorentina, gara che sarà disputata domenica 14 settembre, in attesa delle decisioni del giudice sportivo. Secondo alcune indiscrezioni, sarebbe questa una delle decisioni stabilite dal Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive, riunito in mattinata al Viminale al termine della seduta dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. Il Casms ha stabilito anche la chiusura del settore ospiti per la partita di serie A Genoa-Milan, che si terrà sempre tra due domeniche: i tifosi rossoneri non potranno andare a Genova.
Il Casms ha stabilito massime misure di sicurezza anche per Italia-Georgia, valida per le qualificazione ai mondiali 2010, in programma per mercoledì 10 settembre a Udine. La gara tra Italia e Georgia è stata definita dai membri del Comitato «tranquilla» sotto il profilo sportivo ma c'è comunque «alta attenzione» in conseguenza della situazione internazionale determinatasi dopo la crisi nel Caucaso. Non si capisce cosa vuol dire «alta attenzione»: csa c'entra la guerra tra Georgia e Russia con la partita in Italia? Forse c'è timore di scontri tra georgiani e russi in prossimità dello stadio di Udine.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

ESCLUSIVO: ecco il video della carica della polizia a Roma Termini

Nel filmato amatoriale trovato su You tube si ascolta lo scoppio di un petardo e si vede la successiva reazione degli agenti, che colpiscono con i manganelli gli ultras napoletani mentre fuggono

“Il pallone in confusione” ha trovato su You tube il video amatoriale della carica della polizia contro gli ultras del Napoli alla stazione ferroviaria di Roma Termini, dopo la partita Roma – Napoli di domenica scorsa. Lo si può vedere all’indirizzo http://it.youtube.com/watch?v=-78X0dcBsdk e alla fine di questo articolo. L’operatore riprende la scena stando sul piano rialzato del salone della biglietteria. Nel filmato si nota l’ingresso dei poliziotti in assetto antisommossa che precedono i tifosi azzurri. Poco dopo alcuni di essi, mentre urlavano i soliti cori demenziali ed esecrabili contro Roma e i romani, espongono due striscioni con la scritta “spie”: evidentemente pensavano di essere ripresi da altri membri delle forze dell’ordine. Dopo l’ingresso dei “reduci” dallo stadio Olimpico, l’operatore si sposta verso l’altro lato del piano rialzato che si affaccia verso l’accesso ai binari. All’improvviso si sente un boato di un petardo. Immediatamente scatta la carica della Polizia: si vede chiaramente la fuga dei tifosi che vengono comunque raggiunti dagli agenti. Essi usano ripetutamente i manganelli colpendo indiscriminatamente a destra e a manca. Una voce urla: «Scappate». Ma la furia cieca dei poliziotti continua a percuotere: resta per terra un tifoso, intontito per i colpi ricevuti.
Se è vero che c’è stata la provocazione del petardo, perché c’è stata questa reazione violenta degli agenti? Forse l’esplosione ha colpito e contuso uno di essi? E perché non è stato arrestato nessuno degli ultras che si sono resi eventualmente responsabili del reato di oltraggio a pubblico ufficiale? Forse le autorità competenti dovrebbero fornire risposte in merito. E anche la principale forza di opposizione, il Partito Democratico che già ha presentato un’interrogazione al governo, potrebbe chiederne conto in Parlamento al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, dell’operato delle forze dell’ordine durante la folle giornata di domenica.
Ma restano al fondo interrogativi ancora non risolti da tre giorni. Perché è stata autorizzata la trasferta dei tifosi napoletani, se il sistema non poteva reggerne l’impatto e controllarla? Non sarebbe stato più opportuno usare la «tolleranza zero», come ha più volte detto il ministro Maroni, tramite un’opera di prevenzione con controlli nella tifoseria, in modo da bloccare numerosi personaggi indesiderati? Naturalmente non solo tra i napoletani, ma anche tra gli altri esponenti ultrà di altre squadre: domenica scorsa si sono resi protagonisti di episodi incresciosi alcuni sostenitori di Lecce, Inter e Juventus. Per non parlare della vendita di ferri di cavallo su un banchetto all’esterno dello stadio di Firenze, fortunatamente individuata bloccata dalla Polizia. Esistono formazioni paramilitari nel tifo organizzato, pericolose per l’ordine pubblico? Domande che forse resteranno senza risposta: ma questo governo non aveva proclamato tra i suoi primi obiettivi il recupero della piena sicurezza ai cittadini?
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

martedì 2 settembre 2008

Permettete una parola? - Vietando le trasferte ai napoletani il governo equipara i tifosi pacifici ai violenti

Perché non usare subito il pugno duro, anche se proporzionato, anche contro le tifoserie di Lecce, Inter e Juventus? Alcuni loro esponenti si sono resi responsabili domenica scorsa di fatti ugualmente esecrabili come quelli accaduti in Roma - Napoli

Permettete una parola? Il discorso del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, è stata la cronaca di una decisione annunciata. Era più che scontato che il Viminale vietasse le trasferte ai tifosi napoletani per tutto il campionato. Il clima da caccia alle streghe, instauratosi già da domenica sera dopo la serie di incidenti a Napoli e a Roma, ha avuto il suo effetto: gettare il bambino con l’acqua sporca, ossia unificare i sostenitori pacifici con gli ultras violenti. E come la mettiamo con i tifosi nerazzurri autori sabato scorso della razzia in un autogrill sull’autostrada A7, mentre ritornavano a Milano dopo aver visto Sampdoria – Inter? E come la mettiamo con la vicenda degli ultrà del Lecce denunciati domenica a Torino? I supporter giallorossi viaggiavano su un pulmino che trasportava petardi, chiavi inglesi, bottiglie di vetro vuote e un gancio traino. E come se non bastasse, la polizia ha perquisito il mezzo e ha sequestrato anche alcune dosi di hashish e cocaina. E come vogliamo giudicare quel centinaio di sostenitori bianconeri che domenica sera è sceso nell’intervallo dagli spalti dell’"Artemio Franchi"a Firenze e, aprendo una porta anti-panico, ha cercato di far entrare otto compagni di tifo senza biglietto? Fortunatamente le forze dell'ordine li hanno sorpresi e impedito l'ingresso. Tutti questi "bravi" signori non hanno forse svolto azioni eclatanti, come gli ultras del Napoli alle stazioni di Napoli e Roma (ovviamente tutte assolutamente esecrabili), ma hanno comunque compiuto atti molto gravi. Per il Lecce e l’Inter non vale il diktat di stasera delle trasferte vietate? E ovviamente non è valido anche per quelli della Vecchia Signora? Forse si vuole attendere che i sostenitori di questi due squadre effettuino azioni ben peggiori, prima di provvedere. Quindi si usano due pesi e due misure: a casa i napoletani, gli altri in giro a scorazzare allegramente. E’ vero che il ministro ha annunciato la possibilità, per le partite ritenute a rischio, di disputare gli incontri a porte chiuse. Ma allora perché non punire anche le tifoserie resesi colpevoli di eventi gravi domenica scorsa? Magari con sanzioni proporzionate, ma necessarie per far capire bene a tutti la determinazione dello Stato.
E a proposito del divieto delle trasferte ai sostenitori azzurri, vogliamo raccontare un episodio raccontatoci da alcuni sostenitori nerazzurri. Stadio San Siro, domenica 7 ottobre 2007: si gioca nel posticipo serale Inter – Napoli. I nerazzurri conducono per 2-0: negli ultimi minuti segnano i partenopei. Al gol di Sosa si sente l’urlo di una nutrita componente di tifosi napoletani in tutti i settori dello stadio e non solo in quello riservato agli ospiti: i supporter nerazzurri ci riferirono di aver avuto paura che dopo il gol del Napoli potesse succedere il finimondo, ma per fortuna non c’è stato. Cos’era accaduto? Semplicemente questo: a Milano c’è una storica presenza di una nutrita colonia di napoletani. Si sarebbe dovuto proibire loro l’ingresso allo stadio oppure confinarli nel "recinto" per gli ospiti. Quindi questa eventualità potrebbe ripresentarsi durante questa stagione in occasione degli incontri con Inter e Milan: per questo motivo la misura di vietare le trasferte potrebbe essere rivelarsi completamente inefficace. A meno che non si faccia un paradossale esame dialettale a chi voglia comprare un biglietto a Milano. Lo stesso potrebbe riproporsi anche a Torino nelle due partite con i granata e la Juventus.
Maroni ha anche annunciato che sono stati previsti nella riunione al Viminale di oggi due anni di interdizione dai campi di calcio per quei tifosi individuati come responsabili degli incidenti nel corso della partita Roma-Napoli e incriminazione con l’accusa di associazione a delinquere per quanti si siano resi responsabili delle violenze. Provvedimenti giustissimi; ma non sarebbe stato meglio fermare i facinorosi già a Napoli, spegnendo loro ogni velleità provocatoria? E vogliamo aggiungere che le forze dell’ordine dovrebbero eventualmente indagare su eventuali "mani" che potrebbero aver manipolato i violenti. Andare allo stadio con i bastoni e incappucciati, come dimostrato nei filmati su http://it.youtube.com/watch?v=h4KQ8mOTV-c e http://it.youtube.com/watch?v=xVczsnRuOyg, sembra proprio più un comportamento "paramilitare" da "intifada del pallone". E poi non esiste il biglietto nominativo per identificarli? Ma sicuramente neppure uno degli ultras ne era in possesso.
Infine il ministro invierà una direttiva ai prefetti "che dispone l'individuazione di tutti i tifosi che hanno partecipato al mucchio selvaggio" dei disordini. I funzionari delle forze dell’ordine non perdano tempo: si possono già individuare da oggi tramite i filmati presenti su you tube.
Vedremo ora se il governo ci ripenserà e introdurrà dei correttivi alle decisioni prese.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Roma-Napoli: un tifoso racconta la domenica infernale

La Polizia avrebbe infierito sui tifosi durante la scorsa sciagurata domenica nelle ore precedenti e seguenti l'incontro tra Roma e Napoli? Sul forum http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=60426&postdays=0&postorder=asc&start=0 appartenente al sito www.napolimagazine.com è riportata la testimonianza di un tifoso con il nick “Sivori 87”, che lascia molti dubbi in proposito. Dubbi che si vorrebbe che fossero sciolti dalle autorità competenti e da Trenitalia. Forse alcune risposte potrebbero essere date nelle riunioni di oggi alle ore 18 al Viminale dei rappresentanti dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e del nuovo Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive, presiedute dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Riportiamo alcuni passi significativi di questa testimonianza.
Il tifoso arriva alle 10.05 alla stazione Centrale di Napoli: sceglie di prendere l’ “intercity maledetto” numero 520 delle 9,24 per Torino ancora fermo al binario 22. «Il treno Ic per Torino (ferma a Roma) – racconta il tifoso – parte dall’ultimo binario della stazione, proprio quello a ridosso dell’uscita della Vesuviana, dove il passaggio è assolutamente angusto. “L’ingorgo” è indistricabile, anche i normali passeggeri degli altri convogli fanno fatica a raggiungere i rispettivi treni». Sembra assurda la scelta di convogliare una massa ingente di persone in un luogo così angusto della stazione Centrale, dove sarebbe stato difficile controllare l’ordine per l’accesso al treno: inoltre in quella posizione da molto tempo c’è l’accesso temporaneo per i treni della Circumvesuviana. Era quindi un punto molto problematico. Nonostante ciò, il tifoso però spiega che «la situazione è relativamente tranquilla, nessuna carica, nessun segno di insofferenza». Ma, nonostante la calma, poco dopo arriva la prima inspiegabile sorpresa. «Poi, però, proprio a ridosso del cordone di caschi verdi succede qualcosa – prosegue Sivori 87 - e un ragazzo viene colpito con una manganellata al capo. Svenuto, o quasi, viene portato via dagli amici e soccorso al centro della stazione». Le cronache avevano invece riportato di un semplice malore di questo tifoso.
Le ore passano e il treno non parte. In un comunicato di Trenitalia, riportato dall’Ansa, si sottolinea che «sono stati circa 250 i passeggeri che a causa delle intemperanze dei tifosi del Napoli hanno dovuto deviare il loro rientro: hanno, cioè, dovuto lasciare l’Intercity plus 520 diretto a Torino e viaggiare a bordo di altri treni». Un successivo lancio Ansa delle 13.03 spiega che «Stanchi e provati dall'esperienza di stamane (''una stazione sotto assedio per colpa di una partita di calcio'') ma soprattutto inferociti per essere stati in pratica sfrattati dal loro convoglio: i passeggeri che avrebbero dovuto partire da Napoli con l'intercity delle 9.24, diretti a Torino, commentano con rabbia l'assalto dei tifosi, che li ha convinti ad accogliere la richiesta di Trenitalia, ossia scendere dal convoglio per far posto ai supporter azzurri». Il tifoso riporta un’altra versione dei fatti. «Le cronache riportano di una presunta invasione di tifosi napoletani sul treno – spiega Sivori 87 – con conseguente sgombero dei passeggeri “civili”. Falso. Trenitalia, dopo aver impiegato ore per capire che in quella situazione sarebbe stato folle far salire tutti quei pazzi su un treno “normale” invita i passeggeri a scendere. Niente treno speciale? Bella idea. Finisce secondo pronostico. I tifosi del Napoli salgono a bordo del convoglio, ormai sgomberato». Il supporter azzurro chiosa chiedendosi: «E questo come lo chiamate se non “treno speciale”?». Ma c’è un particolare ancora più grave fornito dal supporter. «Da notare come, a compiere il controllo dei biglietti prima dell’ingresso sul treno, non sia né la polizia né alcun dipendente delle ferrovie. Due “Ultras”, grandi e grossi, organizzano il prefiltraggio facendo salire i loro compagni e dispensando schiaffi e cazzotti agli altri. Mi prendo la mia prima razione di giornata (infondo carezze rispetto al resto), e salgo sul treno». Ci sarebbe quindi stata una situazione paradossale: stando alla testimonianza, sarebbero stati gli stessi ultras facinorosi a mantenere l’ordine pubblico nel corso dell’accesso al treno di tutti i tifosi, con metodi poco civili.
Il treno parte poco dopo le 12,30 in condizioni a dir poco disumane. Il tifoso evidenzia che «siamo su un Ic in trasferta a Roma eppure sembra di essere su un treno degli anni ’30 in direzione Auschwitz…ammassati come bestie, perfino sugli scompartimenti per le valigie, aria condizionata ad intermittenza. Fa un caldo infernale». Prosegue sottolineando che «il treno si ferma non soltanto nelle stazioni ordinarie (Aversa, Formia, Latina) nonostante non ve ne fosse bisogno dato che non doveva scendere o salire nessuno ma anche in parecchie stazioni intermedie». «Che Trenitalia non ci venga a raccontare – protesta Sivori 87 – la storia del freno d’emergenza. Secondo voi, in ritardo di un’ora rispetto alla tabella di marcia e con un caldo intollerabile nei vagoni, eravamo così stupidi da voler fermare il treno? Sarebbe più onesto dire che il ritardo sia stato voluto».
Il treno giunge a Roma Termini verso le 15. Il tifoso racconta che «dal treno scende un fiume di persone, spuntano spranghe, fumogeni, riecheggiano botti fortissimi. Sembra Beirut. Al grido di “Bruciamo la Capitale” e sotto gli occhi increduli di centinaia di “civili” che guardano ai lati della stazione la disordinata invasione degli Unni, raggiungiamo i pullman dell’Atac». Tutto ciò è confermato da un video girato da un passeggero che ha assistito la scena sul piazzale antistante i binari della stazione della Capitale, visibile su http://it.youtube.com/watch?v=h4KQ8mOTV-c  su http://it.youtube.com/watch?v=xVczsnRuOyg e alla fine di questo articolo. Gli autobus messi a disposizione, sottolinea il tifoso, «è evidente che non sono sufficienti. Anche lì siamo assiepati come cani e vi assicuro che lo stadio non è vicino alla stazione. Anzi». All’arrivo all’ingresso ospiti, «non viene logicamente effettuato alcun controllo del biglietto» dice Sivori ‘87. E il prosieguo è un racconto da inferno dantesco: «Sono le 16, i tornelli vengono divelti, la gente si accalca nella stretta zona compresa tra il prefiltraggio e l’ingresso. Anche qui si rischia grosso, la calca è disumana, parecchi ragazzi cadono e rischiano di restare schiacciati dalla folla. Invadiamo gli spalti, siamo ben più dei 3000 annunciati. A fine partita restiamo per circa due ore all’interno dello stadio (nessun segno d’insofferenza, nessun tentativo di forzare i blocchi) poi usciamo e rientriamo nei pullman».
All’uscita, sempre secondo la testimonianza del tifoso, ci sarebbe stato un particolare molto strano. «Non mi è dato sapere come mai – riferisce Sivori ’87 - centinaia di tifosi napoletani, nonostante nessun pullman fosse ancora partito dallo stadio, fossero già alla stazione Termini, dove si consuma, secondo quanto apprendo dai giornali, una battaglia epocale contro la polizia. Su questo però glisso perché non sono informato. Intanto la notizia degli scontri giunge all’esterno dello stadio». Per evitare che un altro cospicuo numero di tifosi giunga a Termini, il supporter partenopeo spiega che «i pullman vengono bloccati fino a nuovo ordine. Passeranno ore prima che ripartono. La situazione è comunque tranquilla, tutti aspettano negli autobus».
Ma è a questo punto, nella calma apparente, che sarebbe scoppiata un’inaudita e inaspettata esplosione di violenza. Il tifoso evidenzia che «i poliziotti, forse per vendicarsi di quanto sta avvenendo alla stazione, combinano l’impossibile. In risposta a qualche gestaccio (un dito medio alzato, niente di più) caricano all’interno di alcuni pullman (su uno di questo ci sono anche io, e ti pareva). E’ un disastro. La scena è agghiacciante. In assetto antisommossa, i poliziotti entrano dalla prima delle tre porte del pullman e cominciano a volare manganellate contro gente inerme. Ovviamente tutti fuggono in fondo al pullman». Ma, prosegue sempre il sostenitore, la violenza prosegue con ulteriore veemenza: «A quel punto altri poliziotti, non contenti, cercano di entrare dall’ultima delle porte (dove si sono assiepati i tifosi) non riuscendo ad entrare perché gli ingressi sono bloccati dalla gente in fuga. Un poliziotto, in modo folle, sfonda il vetro della porta con una manganellata e a quel punto rischiamo di fare davvero la morte delle zoccole, aggrediti sia davanti che da dietro in uno spazio di 10 metri quadrati da queste persone inqualificabili che ci urlano “Adesso vi ammazziamo”, “ Non uscite vivi da Roma” ecc…». E a questo punto, Sivori87 tiene a specificare che «essendo tutti giovani e disarmati, nessuno di noi ha né provocato in maniera palese (se non con qualche gestaccio) né tanto meno reagito all’assalto. Abbiamo alzato le mani ma loro hanno continuato a picchiarci». Egli stesso sarebbe stato «colpito più volte alla schiena» da un agente, il quale avrebbe «cercato di colpirmi col manganello alla testa mentre ero quasi a terra. Non so come sono riuscito a fuggire….Un ragazzo aveva il muso spaccato, altri erano doloranti alla schiena, altri alle braccia». Il tifoso conclude con una chiosa emblematica: «I romanisti? Non pervenuti». Ciò vuol dire che i sostenitori giallorossi non si sarebbero proprio fatti vedere nei paraggi dove passavano i napoletani.
Si chiede ai rappresentanti dell’ordine pubblico: tutto ciò è vero oppure sono state semplici fantasie di un tifoso?
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Altra testimonianza reperibile su http://altocasertano.wordpress.com/2008/09/02/napoli-report-sulla-trasferta-dei-tifosi-napoletani-a-roma-la-verita-che-i-media-non-raccontano/




lunedì 1 settembre 2008

Permettete una parola? - No ai "black block" del tifo calcistico

Riflessioni e consigli sugli incidenti demenziali di ieri a Napoli e Roma, ma anche sugli spiacevoli episodi accaduti sabato scorso a Torino e Genova

Permettete una parola? Sugli incidenti di ieri di Roma-Napoli si è scritto di tutto e di più. C’è chi se la prende con i tifosi napoletani considerandoli il male del calcio, chi con "i mascalzoni" oppure con "i vandali" che sfasciano i treni e riescono a far cacciare i poveri viaggiatori inermi. Insomma, ritornano le solite vecchie solfe (che ricorrono ormai tutti gli anni come una giaculatoria) della violenza degli stadi, delle indagini sociologiche, del calcolo dei costi degli ingenti danni, del perché e del percome. Risentiamo la litania del solito bla-bla che tra pochi giorni sarà completamente dimenticata per poter ritornare a parlare del "campionato più bello del mondo". Ma questo calcio, caratterizzato da questi periodici episodi di violenza, non ci piace e vorremmo che fosse cancellato. Ma si badi bene, non dimenticato nell’ "italico dimenticatoio": bisogna ricordare gli incidenti per evitarli.
Domani si terranno al Viminale le riunioni, annunciate ieri sera dal portavoce del ministro dell’Interno Isabella Votino, dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e il nuovo Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive. In entrambe sarà presente Roberto Maroni, al quale vorremmo sommessamente fornire, da "quivis de populo" quale siamo (è lo spirito de "il pallone in confusione"), una serie di spunti di riflessione. E soprattutto poniamo alcuni quesiti, cui vorremmo che le autorità compenti potessero fornire delle risposte. Magari anche relazionando in Parlamento, che è il cuore pulsante della nostra democrazia.
Ieri il questore di Napoli, Antonino Puglisi (a cui va riconosciuto il massimo impegno nell’organizzazione della trasferta dei tifosi napoletani), ha dichiarato all’Ansa "Era una giornata particolare per Trenitalia che ha dovuto fare i conti con una disponibilità non immediatamente sufficiente, i numeri non ci hanno aiutato, la capienza non sufficiente subito ci ha creato qualche problema di gestione della folla". Ciò potrebbe significare che molto probabilmente non c’è stata una sufficiente comunicazione tra Trenitalia, il ministero dell’Interno e la Questura del capoluogo campano. Martedì 26 agosto il Napoli aveva pubblicato sul suo sito (http://www.sscnapoli.com/) che erano "stati venduti 2.500 biglietti su 3.600 del Settore Ospiti". Dunque si sapeva perfettamente già da alcuni giorni quale sarebbe stato il numero dei tifosi: come anche si sapeva che domenica 31 agosto mezza Italia era in movimento per ritornare dalle vacanze. Se non c’erano posti sufficienti, perché non si è proibito ai tifosi di recarsi su una serie di treni a Roma assieme agli altri passeggeri? E’ perché Trenitalia non vuole organizzare treni speciali? Costano forse troppo rispetto ai normali convogli? I danni sono stati ugualmente provocati dai tifosi che hanno distrutto il treno di andata e danneggiato fortemente quelli di ritorno. Almeno si sarebbe evitato l’enorme disagio e l’umiliazione della "cacciata" agli altri viaggiatori: in primis alla povera mamma che portava suo figlio ammalato grave all’Ospedale Gaslini di Genova.
Non esiste il problema di una "etnia" riguardo alla provenienza del tifo violento. Gli incidenti prima e dopo Roma-Napoli sono stati i più eclatanti: ne sono stati responsabili in gran parte sostenitori della squadra azzurra. Ma bisogna doverosamente ricordarsi i seguenti episodi. Sabato notte c’è stata una razzia di un gruppo di tifosi dell’Inter in un’autogrill al ritorno dalla trasferta a Marassi. Sembrava di essere ritornati al Medioevo, quando le bande dei soldati di signorotti e feudatari lasciavano i loro "bravi" a depredare tutto ciò che trovavano attorno. Ieri sono stati denunciati a Torino nove "tifosi" leccesi che detenevano in un pulmino petardi, chiavi inglesi, bottiglie di vetro vuote e un gancio traino. Davvero un bell’arsenale, "normale" per chi si reca in uno stadio! Che facciamo per queste "brave" persone milanesi e pugliesi? Non vogliamo vietare anche le trasferte per costoro? Oppure esistono due pesi e due misure per le sanzioni?
E a proposito di chiavi inglesi, mazze (anche qui sembra di tornare al Medioevo), petardi e altri strumenti di offesa c’è un’altra osservazione da fare. Se un gruppo di ultrà si reca negli stadi con questo arsenale, magari ben mascherato da cappucci e passamontagna, viene da pensare che non sia un semplice fatto di teppismo gratuito, ma che ci sia una sorta di ipotetica preparazione paramilitare. Quasi come una vera e propria "intifada" da stadio. C’è forse una "mano" occulta che istruisce queste persone a colpire, picchiare e distruggere tutto ciò che incontra e con il tifo calcistico, anche se molto passionale e colorito, non c’entra proprio nulla? E magari questa "mano" vuole costringere lo Stato a emanare una legislazione d’urgenza che limiti le libertà civili, a cominciare da quella di circolazione? Questi personaggi sono forse i nuovi "black block" del calcio nostrano, provocatori professionali sullo stile di quelli del G8 a Genova? Tutto ciò rappresenta solo una pura e semplice ipotesi, che agghiaccia al solo pensiero: si spera che resti solo tale, come un brutto sogno.
Visti gli incidenti di ieri, come potranno le società di calcio trasformare gli stadi in impianti usufruibili per tutti i giorni della settimana? Si mettano attorno a un tavolo i ministeri competenti, la Figc e la Lega per debellare questa piaga vergognosa: si rischiano danni economici incalcolabili per il nostro pallone.
Vogliamo concludere con un elemento positivo della folle giornata di ieri. Ha funzionato bene l’attività di prevenzione delle Forze dell’ordine. E’ stato il caso delle perquisizioni effettuate da sabato scorso nelle zone adiacenti allo stadio Olimpico e a Firenze. Vorremmo che ce ne fossero sempre di più: prevenire è meglio che curare.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile solo dietro citazione della fonte)
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

Si prega di non intasare le caselle di posta elettronica con spam pubblicitario e di altro tipo (come appelli politici). Questo sito tratta solo di calcio, finanza del calcio e di argomenti affini. Ogni abuso sarà punito.

Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati