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martedì 28 ottobre 2008

Cobolli:«I compensi del presidente e dell'ad inferiori al passato»

Secondo il presidente juventino i compensi «sono il 60% di quelli spettanti ai dirigenti precedenti». Riguardo al "paracadute" per licenziamento senza giusta causa, ha precisato che è un «rimborso»

«I compensi fissi di presidente e amministratore delegato/direttore generale sono il 60% di quelle spettanti ai dirigenti precedenti. Ed anche il totale (fisso e variabile) è inferiore rispetto al passato». La precisazione è giunta dal numero uno bianconero, Giovanni Cobolli Gigli, che ha replicato alle critiche sui compensi percepiti dal consiglio di amministrazione.
Quanto al "paracadute" per il licenziamento immotivato, il presidente ha precisato che «se venisse allontanato prima della scadenza senza giusta causa, ha diritto a 450mila euro di rimborso». Invece, l'amministratore delegato Blanc «si sobbarca la maggior parte del lavoro e ha diritto quindi ad una maggiore indennità» pari a tre milioni.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Blanc: «Grazie alla Champions, pareggio bilancio non è lontano»

Secondo l'amministratore delegato della Juve i 15-17 milioni della competizione Uefa contribuiranno nel 2008/09 a un risultato di gestione migliore. Riguardo a Tiago e Almiron, le operazioni erano state concordate con l'ex vicepresidente Roberto Bettega: ma "Bobby gol" ha scosso la testa in segno di disapprovazione

«In questa stagione potremo anche contare su circa 15-17 milioni da Champions. E allora l'obiettivo del pareggio non è lontano». L'amministratore delegato della Juventus Jean Claude Blanc ha voluto così riportare un po' di ottimismo in assemblea, dopo la raffica di interventi e di critiche sollevate dai piccoli azionisti. Sportivamente, il dirigente francese ha però ammesso: «Ad oggi però i risultati danno più ragione a voi che a noi».
Secondo Blanc i risultati sportivi (risalita in A e terzo posto) «sono in linea con il progetto». Riguardo ai risultati economici ha tenuto a sottolineare che «è vero che c'è una perdita di 20 milioni, ma ad esso contribuisce la svalutazione di Andrade per quasi 7 milioni. E nel 2007-2008 non c'erano i ricavi da Champions».
Blanc ha poi spiegato la sua "ricetta" per la gestione societaria. Innanzitutto occorre «migliorare la parte sportiva». Sarà doveroso «contenere i costi dei calciatori» e «dare spazio ai giovani». Riguardo alle uscite, l'amministratore delegato ha sottolineato che occorrerà «grande attenzione ai costi che non sono parte del core business». Per incrementari i ricavi sarà necessario «lo sviluppo delle politiche di marketing per beneficiare del brand Juve ci dovrebbero portare ad un pareggio. Cosa che non è stata fatta in passato, quando il risultato operativo, senza considerare proventi straordinari da calciomercato o altre operazioni, era decisamente più negativo di adesso».
Blanc ha voluto rispondere anche riguardo alle critiche sulle operazioni Tiago e Almiron. Entrambe «sono state fatte nel 2007 ed erano state condivise da Bettega». I redattori di http://www.ju29ro.com/ sottolineano che l'ex vicepresidente ha scosso la testa: un segno di dissenso alle affermazioni del manager francese. «La scelta dei due giocatori - ha affermato Blanc - è stata condivisa prima con Didier poi con Ranieri», ossia prima con Deschamps, l'allenatore del ritorno in serie A, e poi con l'attuale tecnico. I redattori di Ju29ro ricordano però che «è noto, invece, che Didier in una intervista ha detto chiaro e tondo che non li voleva».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Cobolli: «Non ho mai avuto azioni delle società quotate in cui ero amministratore»

Il presidente bianconero ha così risposto alle critiche degli azionisti: «Il fatto che non abbiamo azioni della Juve non vuole dire che non partecipiamo». E ha smentito qualsiasi mediazione di Montezemolo nella decisione di ricorrre al Tar contro le sentenze della giustizia sportiva per Calciopoli

«Il fatto che non abbiamo azioni della Juve non vuole dire che non partecipiamo alla Juve. Non ho mai avuto azioni delle società quotate in cui ho ricoperto ruoli da amministratore». Così ha risposto il presidente Giovanni Cobolli Gigli alla precisa domanda degli azionisti sul fatto che nessun componente del cda bianconero posseide una sola azione della società che amministra. Insomma, per il presidente è assolutamente normale non detenere azioni della società da lui diretta e quotata a Piazza Affari. Forse il vice-ceo di Unicredit, Sergio Ermotti, che venerdì scorso in piena bufera ribassista del mercato borsistico ha acquistato azioni per 2 milioni di euro della sua banca, ha sbagliato nel dare un segnale rassicurante ai suoi azionisti. Il presidente, stando al racconto riportato da www.ju29ro.com, ha avuto un lapsus freudiano. «Sono convinto di essere arrivato alla Rinascente (testuale, voleva dire la Juve, sottolineano i redattori del sito) per svolgere delle mansioni che sono in grado di svolgere. In particolari, rapporti con istituzioni sportive e la comunicazione».
Rigurado al ruolo svolto da Montezemolo, il numero uno bianconero lo smentisce seccamente: «Ciò che ha detto Blatter non è stato smentito perchè non è vero». Anzi, Montezemolo non ha mai avuto a che fare con la Juventus. E ha puntualizzato che «tutte le decisioni cruciali, come quella sul Tar, sono state prese dal consiglio di amministrazione». Cobolli ha fornito spiegazioni anche sul «progetto» che è un «piano a medio termine, che per ora è rispettato». Anzi, ha puntualizzato che il termine «progetto» è stato «inventato da altri». Inoltre, Cobolli ha rassicurato la platea riguardo alla perdita di quest'anno che «era prevista».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Giulemanidallajuve: «Chi ha incaricato Montezemolo come "mediatore" in calciopoli?»

Il presidente dell'associazione, Giuseppe Belviso, pretende una spiegazione riguardo al «ruolo nella vicenda di un uomo privo di alcuna rappresentanza legale sia in Ifil che nella Juventus». L'azionista-tifoso ha ricordato che una recente sentenza del Tar stabilisce «la responsabilità dell’azionista di maggioranza» della squadra bianconera «nel non aver adeguatamente difeso, attraverso un’opportuna tutela giuridica, gli interessi degli azionisti di minoranza»

«Chi ha incaricato il Sig. Montezemolo di proporsi in veste di “mediatore” nei fatti di calciopoli?». Se lo chiede nel suo intervento nell'assemblea odierna Giuseppe Belviso, presidente dell'associazione Giulemanidallajuve, che pretende una chiara risposta dal cda bianconero: anzi, un'eventuale smentita.
L'azionista-tifoso spiega che «sebbene giustizia sportiva ed ordinaria non abbiano mai trovato alcuna traccia di partita truccata, il collegio di legali (costati oltre 700 mila euro) ed i vertici dell’azionista di maggioranza hanno fin da subito decretato la nostra colpevolezza». A questo punto Belviso ha una perplessità: «Non è chiaro, altresì, il ruolo nella vicenda di un uomo privo di alcuna rappresentanza legale sia in Ifil che nella Juventus come Luca Cordero di Montezemolo. Ed allora, visto che nessuno si è preoccupato di smentire tale circostanza, vi chiedo: ragioni indipendenti dal “mondo Juve” hanno spinto il medesimo ad imporre la mancata difesa dei vecchi amministratori?». Il presidente di Giulemanidallajuve ha auspicato che «Mister “conflitto d’interessi”, uomo dai disastrosi risultati gestionali nella Cinzano e nella Juventus, dovrà essere tenuto in futuro il più lontano possibile dalla squadra».
Belviso ha ricordato la sentenza emessa dal Tar del Lazio nel maggio scorso sul ricorso presentato dalla sua associazione. «Una sentenza che non mancherà di far giurisprudenza poiché afferma - ha spiegato l'azionista - per la prima volta, la natura amministrativa del lodo arbitrale». Il presidente di Giulemanidallajuve afferma che è una «sentenza che rinnova, se mai ce ne fosse bisogno, la responsabilità dell’azionista di maggioranza nel non aver adeguatamente difeso, attraverso un’opportuna tutela giuridica, gli interessi degli azionisti di minoranza». E ha ribadito a Cobolli e Blanc che «il lodo arbitrale, così come i precedenti gradi della giustizia sportiva, sono impugnabili dinnanzi la giustizia amministrativa». Infine, Belviso ha ricordato che un passo della sentenza del tribunale amministrativo: «appare arduo riconoscere in capo alla ricorrente associazione un interesse qualificato a contestare un lodo arbitrale accettato dalla società sportiva che lo ha proposto”. Non serve aggiungere altro».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Gli azionisti Juve: "Come mai il cda non ha neppure un’azione?"

Vittorio Salvadori e Salvatore Cozzolino hanno ripreso quanto scritto da "il pallone in confusione" e chiedono una risposta dettagliata dai vertici bianconeri. Riguardo al mancato ricorso al Tar dopo Calciopoli, è stato richiesto il ruolo svolto in questa vicenda da Luca Cordero di Montezemolo

«Come mai gli amministratori – e, in particolare, quelli operativi – non posseggono neanche una azione della Nuova Juventus 2006 FC? Forse perché neanche loro hanno fiducia nel proprio operato?». Il commercialista Vittorio Salvadori di Wiesenhoff, conosciuto su http://www.ju29ro.com/ come "Il Mago di Ios" si è così rivolto al presidente Giovanni Cobolli Gigli e all’amministratore delegato Jean-Claude Blanc. In pratica, nel suo intervento l’azionista-tifoso bianconero ha raccolto la notizia pubblicata giovedì scorso da "il pallone in confusione" (ripresa da Tuttomercatoweb e Fc Italia.com) riguardante il fatto che, stando ai bilanci 2006/07 e 2007/08, nessun membro del cda possedeva una sola azione della Juve. Soltanto un membro del collegio sindacale, Paolo Piccatti, ne possiede 540. Lo ha ricordato nel suo contributo assembleare Salvatore Cozzolino, conosciuto come "Dominiobianconero" sul web. «Vorrei porre il benvenuto al Dott. Paolo Piccatti – ha spiegato Cozzolino – nuovo componente del Collegio Sindacale. E voglio farlo perchè il Dott. Piccatti è uno di noi. E’ un piccolo azionista, possiede 540 azioni della Juventus. Mi auguro che oltre ad essere piccolo azionista sia anche lui rancoroso come molti di noi. Sottolineare il fatto che il Dott. Piccatti è un piccolo azionista serve però a evidenziare invece che nessuno dei componenti dell’attuale CDA possiede uno straccio di azioni Juventus. Evidentemente non credono al famoso "progetto" che spesso viene tirato in ballo quando si tratta di giustificare qualche battuta d’arresto della squadra». Ci si attende, al termine degli interventi di altri azionisti, la replica al riguardo di Cobolli e Blanc.
I due azionisti hanno espresso un nutrita raffica di domande su svariati argomenti: dall’ormai eterna e pluriannunciata ristrutturazione dello stadio Delle Alpi, alla cessione della Semana per soli 330 milioni di euro (la società di gestione e manutenzione dell’Olimpico e Delle Alpi), sino al calciomercato definito "miope" da Cozzolino. L’agguerrito bancario ha evidenziato che «la distruzione di valore, il depauperamento finanziario dovuto al calciomercato, come dicevo, è devastante. E ne vediamo le dirette conseguenze già in questo bilancio, dove quasi la metà della perdita è da imputare alla svalutazione definitiva di Andrade, un calciatore purtroppo che invece di avere le ginocchia usurate come gli altri, le aveva addirittura marce. E noi lo abbiamo pagato 10 milioni di euro, oltre al suo lauto ingaggio». Cozzolino ha lanciato una serie di domande riguardo al mancato ricorso al Tar dopo il processo sportivo di Calciopoli. «A Dicembre 2007 infatti, Il Presidente Fifa Blatter ha dichiarato che – prosegue l’azionista – il Sig. Luca Cordero di Montezemolo è stato decisivo per il ritiro del ricorso al Tar; considerato che non mi è parso di leggere nessuna smentita da parte vostra gradirei sapere con quale ruolo e a che titolo il personaggio in questione si è occupato di Juventus nell’estate del 2006?». Cozzolino ha una richiesta precisa: «E visto che il ritiro del ricorso al Tar ha causato un ingente danno economico, vi chiedo se non è il caso di citarlo in giudizio, non ricoprendo il signore in questione alcuna carica ufficiale nel nostro sodalizio?».
Infine Salvadori ha chiesto chiarimenti in merito al "paracadute" per Cobolli Gigli e Blanc in caso di licenziamento senza giusta causa. «Comunque sia, potete per cortesia illustrare più in dettaglio – ha concluso il commercialista – il meccanismo dell’indennità forfetaria prevista per l’Amministratore Delegato e Direttore Generale e dovuta in caso di risoluzione del rapporto da parte della società senza giusta causa ed in caso di dimissioni di Monsieur Blanc con giusta causa? Più precisamente, come si articola questo "paracadute" in considerazione dei due diversi ruoli di Monsieur Blanc? In altri termini, i 3 milioni di euro di indennità si rendono dovuti anche nell’ipotesi in cui, successivamente alla scadenza del suo mandato come amministratore, la società decidesse di risolvere anticipatamente il contratto da direttore generale?».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Assemblea Juve: Cobolli annuncia accordo sponsorizzazione col Trentino

La provincia autonoma risulta official partner sul sito della società bianconera. Dopo la Regione Piemonte e il Comune di Torino si allarga così la schiera di enti pubblici che sostengono la squadra posseduta dall'Ifil

Il presidente Cobolli Gigli ha annunciato nel suo intervento introduttivo che, nell'ambito di nuovi accordi commerciali, hanno firmato un accordo di sponsorizzazione con il Trentino. Quest'ultima compare sul sito della Juventus come official partner. Si allarga così la schiera di enti pubblici che sostengono a vario titolo la società bianconera, quotata a Piazza Affari e posseduta al 60% dall'Ifil. Sempre sul sito è indicato che la Regione Piemonte è official supplier (al pari di Atahotels e Costa Crociere), mentre il comune di Torino è commercial partner (al pari della Gazzetta dello Sport, Editori Perlafinanza). Sarebbe interessante sapere cosa comporta, in base agli accordi commerciali, l'utilizzo di risorse pubbliche per un'azienda privata com'è appunto la squadra bianconera.
Sono circa 70 gli azionisti presenti su 150 accreditati per i lavori dell'assise sociale, iniziati puntualmente alle 10.30 presso i saloni dell'Archivio storico della Fiat a Torino. Il presidente ha ricordato l'incidente stradale in cui la scorsa settimana sono morti due tifosi che si stavano recando allo stadio Delle Alpi per assistere alla partita contro il Real Madrid per il girone eliminatorio di Champions League. Cobolli ha dichiarato di voler ospitare il club svizzero di cui facevano parte i tifosi deceduti in una delle prossime partite.
Da segnale che attorno alle 11,20 è arrivato l'ex vicepresidente Roberto Bettega: molto probabilmente possiede ancora un pacchetto di azioni della Vecchia Signora.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

"Il pallone in confusione" seguirà l'assemblea Juventus

"il pallone in confusione", in collaborazione con il sito http://www.ju29ro.com/ seguirà i lavori odierni dell'assemblea della Juventus che approverà il bilancio 2007/2008.

lunedì 27 ottobre 2008

Lecce-Juve del 2004: Moggi dal giudice di pace

Un gruppo di tifosi della squadra salentina si sono rivolti alla Federconsumatori per l'incontro finito nel calderone di Calciopoli per una telefonata tra l'ex dg e l'ex arbitro De Santis. La sentenza è prevista per i prossimi giorni

Altra grana giudiziaria per l'ex direttore generale della Juve, Luciano Moggi e per l'ex arbitro romano Massino De Santis. I due, infatti, sono finiti sotto processo per una specie di class action di un gruppo di tifosi del Lecce che hanno chiesto il risarcimento del biglietto ed il riconoscimento di un danno esistenziale per la presunta combine relativa alla partita Lecce-Juventus del campionato di serie A 2004-05. Quella gara - conclusasi 1-0 per i bianconeri, grazie ad un gol di Del Piero è finita nel calderone dell'inchiesta su Calciopoli per una telefonata fra l'allora direttore generale della Juventus e l'arbitro De Santis. Il sospetto che quella chiamata sarebbe servita ad aggiustare la gara (da rinviare per l'impraticabilità del terreno di gioco piuttosto che essere giocata) ha spinto i tifosi giallorossi a rivolgersi alla Federconsumatori per ottenere il risarcimento del biglietto per aver assistito ad una partita ritenuta truccata ai danni del Lecce e (inevitabilmente) agli stessi sostenitori del Lecce che avevano pagato il biglietto nella convinzione di assistere ad una gara vera. L'ex dg juventino, questa mattina è stato sentito per un quarto d'oro nell'ufficio del giudice di pace di Lecce. Moggi non solo ha negato di aver aggiustato la gara, ma anche di essersi sentito con De Santis. Stesse dichiarazioni aveva reso l'arbitro romano, interrogato l'estate scorsa. A giorni, il giudice di pace leccese, Rochira emetterà la sentenza, non prima però di aver ascoltato il vice presidente del Lecce, avv. Mario Moroni e l'ex tecnico dei salentini, Zednek Zeman.
Fonte: Italpress

Processo Calciopoli/Pm: Giraudo stipulò polizze con Bergamo

Il magistrato della Procura napoletana Narducci: «Non sono operazioni illecite ma hanno rilevanza perché dimostrano un intreccio di rapporti»

Polizze di assicurazione stipulate per conto della Juventus dall'allora amministratore delegato della società bianconera Antonio Giraudo con Paolo Bergamo, designatore arbitrale e all'epoca dei fatti agente generale dell'Ina Assitalia. I documenti emersi da una recente indagine dela Guardia di Finanza sono stati depositati dai pm Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice oggi, nel corso dell'udienza davanti al gup Eduardo De Gregorio relativa al giudizio abbreviato che si sta celebrando nei confronti di Giraudo e di altri dieci imputati di calciopoli. Le polizze furono poi liquidate alla Juventus, secondo quanto riferito in aula dai pm, per un importo di un milione e 800 mila euro e un milione e 32 mila euro. «Non sono - ha sottolineato il pm Narducci - operazioni illecite ma hanno rilevanza perché dimostrano un intreccio di rapporti».Le due polizze furono stipulate nel 2001 e nel 2003 nella città di Livorno presso l'agenzia Ina Assitalia di cui Bergamo era agente generale. Nel 2007 l'attuale amministratore della Juventus, Jean Claude Blanc, ha chiesto la liquidazione anticipata del premio.
Fonte: Ansa

Calcio in cifre: la Juventus domina il derby della Mole

In 90 minuti il Toro, che non ha centrato la porta avversaria neanche una volta, è stato “matato” senza scampo ben oltre la sconfitta per 1-0. Pericolosità netta della Vecchia Signora (43,3%) grazie a un migliore rendimento in attacco (43,3%) e una difesa blindata (64,3%). Sintesi filmata del match tra bianconeri e granata

La Juventus ha dominato il derby della Mole. Stando alle statistiche Panini Digital – Lega Calcio il Torino non ha avuto scampo. Dalla lettura dei numeri sembra evidente che la Vecchia Signora sia stata un avversario quasi inarrivabile per i granata, ben oltre la portata della sconfitta per 1-0. Nel corso dei 90 minuti di gioco la formazione di Claudio Ranieri ha messo a frutto le sue 546 palle giocate con un’elevato grado di pericolosità: 43,3% contro appena 21,8% della squadra allenata da Gianni De Biasi. Ciò significa che i bianconeri sono stati nettamente superiori sui granata in tre tipi diversi di capacità: mantenere il possesso palla, verticalizzazione, giungere al tiro, creare occasioni da rete. Non ammette repliche la superiorità territoriale juventina (ossia il tempo totale di possesso palla di una squadra nella metà campo avversaria), pari a circa nove minuti, contro i poco oltre 6 minuti torinisti.
Indiscutibile la superiorità in attacco della Vecchia Signora: 43,3 % contro il 34,7% degli avversari. Impeccabile il suo comportamento in difesa, con una capacità di proteggere l’area di rigore pari al 65,3 % contro appena 56,7% del Toro.
Sconcertante è stata la capacità dei granata di tirare nella rete avversaria: Manninger ha avuto una serata molto tranquilla, considerato che nessun avversario ha scagliato un solo pallone nello specchio della sua porta su un totale di nove tentativi. Al contrario la Juventus ha impegnato cinque volte Calderoni su dieci tiri. Da evidenziare il massimo rendimento con il minimo sforzo di Amauri: un gol realizzato su due tentativi.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)



Le statistiche di Juventus-Torino 1-0 (cliccare sopra per ingrandire)



Sintesi di Juventus-Torino 1-0

venerdì 24 ottobre 2008

Scommesse: Torino vincente sulla Juventus a 6,00

Secondo l'Agipronews i bianconeri sono decisamente favoriti: la loro vittoria è data a 1,55. Quota alta anche per il pareggio: 3,50

La Juve si è rialzata contro il Real, il Toro è reduce da tre ko consecutivi: il favore dei quotisti per il Derby della Mole è nettamente rivolto ai bianconeri. Juventus bancata a 1,55, la vittoria dei granata arriva fino a 6,00, alta pure la quota sul pareggio che varrebbe 3,50. Probabile anche il segno «1» alla fine dei primi 45 minuti di gioco, proposto a 2,10, mentre la vittoria della squadra di Ranieri con 2 o più gol di scarto è proposta a 2,50. Nelle scommesse sul risultato esatto, gli esiti più probabili sono l'1-0 e il 2-0 in tabella a 6,00 e 6,50 rispettivamente.
Protagonisti della vittoria sul Real Madrid, Amauri e Del Piero sono indicati dai quotisti esteri come più probabili uomini gol del derby contro il Torino: per entrambi una rete si gioca a 2,17, quota che sale a 4,50 nel caso uno dei due fosse il primo marcatore della gara. Nelle fila del Toro Amoruso e Bianchi, a quota 3,50 sono fra i "papabili". Si gioca anche sul minuto della prima marcatura, che nei primi 15 minuti di gioco pagherebbe 2,65, mentre il derby sbloccato nel quarto d'ora finale vale 17,00. 
fonte: Agipronews-Apcom

Juventus-Torino: i precedenti in cifre

Considerati anche i precedenti in casa granata, la Juventus è imbattuta nelle ultime 10 stracittadine ufficiali, dove ha ottenuto 6 vittorie e 4 pareggi. L'ultima affermazione granata risale al 9 aprile 1995, vittoria granata in casa-Juve per 2-1. La Juventus ha sempre segnato almeno una rete in ciascuna delle ultime 12 gare interne ufficiali disputate, per un totale di 25 gol all'attivo. L'ultimo digiuno bianconero casalingo risale 26 febbraio 2008: 0-0 contro il Torino, in serie A. La Juventus è rimasta una delle 3 squadre della serie A 2008/09 che non ha ancora avuto rigori, nè a favore, nè contro. Come i piemontesi anche Siena e Roma. Giorgio Chiellini, se dovesse scendere in campo, festeggerebbe la 100/a presenza ufficiale con la maglia della Juventus. Le attuali 99 presenze sono così suddivise: 52 in serie A, 32 in B, 5 in coppa Italia e 10 nelle coppe europee. Il debutto assoluto in bianconero del difensore risale al 15 ottobre 2005: Juventus-Messina 1-0, in serie A. Alessandro Rosina, se dovesse scendere in campo, festeggerebbe la 100/a presenza in serie A della propria carriera. Le attuali 99 presenze sono state collezionate indossando le maglie di Parma e Torino. Il debutto di Rosina in massima serie risale al 16 febbraio 2003: Parma-Juventus 1-3. Il Torino non segna in assoluto in gare ufficiali dall'1 ottobre scorso quando, in coppa Italia, si impose per 3-2 in casa dopo i supplementari contro il Livorno. L'autore del terzo gol granata fu Barone al 94': da allora sono trascorsi i restanti 16' di quel match, più le intere gare di campionato perdute contro Udinese (0-2 esterno) e Cagliari (0-1 casalingo), per un totale di 196' di digiuno assoluto. 
Fonte: Ansa - a cura di Football Data

Verso l'assemblea della Juventus

Riceviamo da Ju29Ro e pubblichiamo
Nell'assise del prossimo 28 ottobre Gli azionisti-tifosi della Vecchia Signora chiederanno il rendiconto delle scelte gestionali al consiglio di amministrazione

Qualcuno li ha definiti disturbatori. Qualcun altro li ha paragonati a "manifestazioni di folklore".Nessuno è riuscito a raccontare serenamente quello che davvero rappresentano.Professionisti, avvocati, consulenti, descritti ingenerosamente come personaggi di Stefano Benni nel suo "BAR SPORT", intenti a inzuppare la "luisona" nel cappuccino e a sfogliare con le mani unte l’immancabile giornalaccio rosa, lasciando la loro lurida impronta sull’editoriale delirante di Cannavò. Gli interventi dei piccoli azionisti, i cosiddetti azionisti di minoranza, all’Assemblea annuale dei soci della Juventus s.p.a., sono invece semplicemente un momento di grande civiltà. Non sono altro che l’applicazione di un principio sancito dal Codice Civile, per il quale tutti gli azionisti hanno il diritto di esprimere la loro opinione nelle sedi e nei modi previsti dalla legge. Negli anni post Calciopoli, forse per compiacere il proprio editore, spesso legato a doppio filo con gli azionisti di maggioranza, molti giornalisti si sono comportati da servi sciocchi, etichettando come "cabaret" interventi di ottimo spessore tecnico, giuridico e finanziario; interventi che hanno stigmatizzato comportamenti e scelte discutibili da parte del management della società, come si può leggere qui: (1° intervento, 2° intervento).Non dovrebbe essere difficile capire che, tranne in rari casi, una Assemblea dei soci non è una riunione conviviale. Spesso ci sono accese discussioni e nervosismi assortiti che, talvolta, possono trascendere in vere e proprie intemperanze dialettiche. Tutto ciò è comprensibile se si considera che l’Assemblea è il momento in cui si tirano le somme di un anno di lavoro. Si approvano i bilanci e le scelte strategiche di un intero esercizio.E’ il momento in cui gli Amministratori devono spiegare le motivazioni alla base dei loro comportamenti e rendere conto agli azionisti, grandi e piccoli, delle loro scelte.Infine, è il momento della ricerca del consenso per l’approvazione del bilancio che, non dimentichiamolo, rappresenta la misura numerica della qualità del lavoro svolto. Si possono quindi ben immaginare le difficoltà del Presidente Cobolli Gigli e dell’AD Blanc nelle ultime Assemblee a partire dal 2006, chiamati a rispondere a domande su esercizi durante i quali si è assistito ad una sistematica e preoccupante distruzione di "valore".I due, macchiati dal peccato originale dell’estate 2006, pur con l’appoggio dell’azionista di maggioranza IFIL, che fatalmente concorre col suo peso a rendere le decisioni in larga parte "scontate", sono stati spesso in balia delle osservazioni degli agguerriti piccoli azionisti che, come abbiamo detto, hanno da tempo abbandonato l’usanza di girare con il proverbiale anello tra le narici, e hanno costretto gli esponenti del CDA a cercare improbabili "sponde" per sostenere le loro ragioni.
Proverbiale fu, a una recente Assemblea, l’intervento di Boniperti che, dopo aver testualmente definito Blanc e Cobolli Gigli come "persone che fino ad ieri non capivano niente di calcio" si lanciò in una appassionata arringa a difesa di Zaccone e dei suoi "quattro illeciti" fantasma, meritandosi la piccata allusione finale di Cobolli in merito al fatto che, ai tempi del "Marisa", "non esistevano i telefonini", per fortuna. Anche quest’anno la nostra previsione è per una Assemblea intensa. Il momento, per la squadra e per la società, è particolarmente delicato e siamo al crocevia di importanti scelte che condizioneranno non poco il futuro del nostro sodalizio.
E’ probabile che gli azionisti di minoranza, chiederanno di approfondire i dettagli del famoso "progetto", parola spesso abusata dal management e che è diventata una specie di Totem dietro al quale nascondersi e nascondere le incertezze di chi si trova a cercare di colpire il pallone con la racchetta e a decidere se il terreno del nuovo stadio si deve fare in terra rossa o sintetico. Lo JU29RO Team, come sempre, sarà presente con una folta delegazione all’Assemblea e ha raccolto un buon numero di deleghe insieme ai rappresentanti di GiulemanidallaJuve Class Action; avrà quindi l’onore ed onere di relazionare i propri lettori e quelli dei blog interconnessi, circa lo svolgimento dei lavori assembleari. Tale compito verrà assolto attraverso la pubblicazione degli interventi dei propri esponenti e, più in generale, pubblicando approfonditi articoli post Assemblea nei quali si tenterà di interpretare gli scenari futuri e di formulare una previsione per quanto riguarda l’evoluzione della gestione della società.
Dominiobianconero
Il testo originale è su http://www.ju29ro.com/tutto-juve/25-tutto-juve/675-juventus-spa-200708-verso-lassemblea.html

giovedì 23 ottobre 2008

I membri del cda non hanno azioni della Vecchia Signora

Nel bilancio 2008 è evidenziato che i consiglieri di amministrazione bianconeri, compresi il presidente Cobolli Gigli e l’amministratore delegato Blanc che beneficiano di un “paracadute” di 3,45 milioni in caso di ingiusto licenziamento, non posseggono titoli della Juventus. Un segnale poco confortante per il mercato: negli Stati Uniti i manager possiedono sempre cospicui pacchetti delle proprie aziende quotate

I componenti del consiglio di amministrazione non possiedono alcuna azione della Juventus. Questa inaspettata e incredibile notizia è riportata nel paragrafo delle “partecipazioni detenute dagli organi di amministrazione e controllo e dirigenti con responsabilità strategiche” riportato nel progetto di bilancio chiuso al 30 giugno 2008 con un risultato fortemente negativo di 20,8 milioni di euro. Nel testo si legge che «nessun amministratore, sindaco o altro soggetto di cui all’articolo 79 di cui sopra detiene o ha detenuto nel corso dell’esercizio azioni della Juventus e/o azioni della ex società controllata Campi di Vinovo spa». Soltanto un membro del collegio sindacale, Paolo Piccatti, possiede 540 azioni che, al prezzo di riferimento di 0,792 euro registrato ieri, ammontano in totale alla più che esigua cifra di 427,68 euro.
Negli Stati Uniti, patria del capitalismo sempre additata come fulgido e perenne esempio del libero mercato, i manager delle società quotate in borsa possiedono singolarmente sempre un certo cospicuo quantitativo di titoli. Ciò rappresenta un chiaro segnale al mercato di credere nell’azienda da loro amministrata. Invece, gli otto membri del cda della Juventus, presente a Piazza Affari dal dicembre 2001, non sembrano molto convinti nel «progetto»: così l’ha definita di recente la Juve dal presidente Giovanni Cobolli Gigli. O almeno per ora: forse in futuro potrebbero ripensarci e acquistare titoli bianconeri. C’è da dire però che anche nel bilancio chiuso al 30 giugno 2007 nessuno componente dei vertici, neanche i sindaci, possedeva azioni della squadra di Casa Agnelli. Il documento contabile precisa che «la società non ha in essere piani di stock option» per gli amministratori, ossia opzioni che concedono il diritto di acquistare azioni di una società ad un determinato prezzo d'esercizio.
Tutto ciò potrebbe costituire argomento di discussione nella prossima assemblea. I piccoli azionisti (che esprimono da tempo il loro dissenso su www.j1897.com, www.ju29ro.com e www.giulemanidallajuve.com) potrebbero chiedere spiegazioni al riguardo, soprattutto per quanto riguarda le due cariche esecutive, ossia il presidente Cobolli Gigli e dall’amministratore delegato e direttore generale Jean Claude Blanc. Anche perché entrambi percepiscono un “paracadute” complessivo di 3,45 milioni: in caso di licenziamento senza giusta causa il numero uno bianconero percepirà una somma di 450mila euro. Invece per il manager francese la clausola vale anche «in caso di dimissioni» date «con giusta causa» con «il riconoscimento di un’indennità forfettaria pari» a 3 milioni. I tifosi potrebbero chiedere lumi anche alla luce dei cospicui compensi complessivi da loro percepiti: 2,24 milioni per Blanc, 707mila euro per Cobolli. Riguardo agli altri consiglieri, risulta maggiormente retribuito Gian Paolo Montali, ex allenatore della Nazionale di pallavolo, con 27mila euro: 15mila come emolumenti per la carica, 12mila per prestazioni di consulenza. Seguono Riccardo Montanaro con 23mila, Camillo Venesio con 20mila, Marzio Saà con 18mila. Carlo Barel di Sant’Albano e Aldo Mazzia hanno rispettivamente ricevuto 18mila e 10mila euro: nel bilancio è specificato che per entrambi «l’emolumento è versato direttamente alla società Ifil Investments spa».
Riguardo ai vertici delle altre due società quotate sul listino di Milano, si riscontra che alla Lazio vige una situazione abbastanza simile a quella della Vecchia Signora. Nel progetto di bilancio 2007/08 si legge che ad eccezione del presidente Lotito (possessore indirettamente di 41,5 milioni di azioni) nessuno dei consiglieri di gestione e di sorveglianza possiede un solo titolo della squadra biancoceleste: il solo ex consigliere Giovanni Gilardoni ne aveva 20.646 fino al 20/10/2007, data di cessazione dalla sua carica. Invece alla Roma almeno quattro sui dieci membri del consiglio di amministrazione sono detentori di cospicui pacchetti azionari. Nel progetto di bilancio al 30 giugno scorso emerge che il presidente e amministratore delegato Franco Sensi (deceduto nello scorso agosto) possedeva indirettamente tramite società controllate 156.939 titoli e altri 220.515 come «possesso indiretto di piena proprietà per il tramite del coniuge in società controllate». L’amministratore delegato Rosella Sensi aveva 15.025.300 azioni: anch’essa per «possesso indiretto di piena proprietà per il tramite di società controllate». Altre 15.024.552 sono di Silvia Sensi, detenute con la stessa motivazione della sorella. Invece, il consigliere Renato Bernardini ne ha tra le sue mani soltanto 2.320.
Marco Liguori
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E a proposito di acquisti di azioni da parte degli amministratori delle società quotate, inseriamo questo lancio Ansa
UNICREDIT: SERGIO ERMOTTI COMPRA AZIONI PER 2 MLN EURO +RPT+ RIPETIZIONE CON TESTO CORRETTO ALLA TERZA RIGA (ANSA) - MILANO, 23 OTT - Il titolo Unicredit scivola oggi sotto la soglia dei 2 euro e Sergio Ermotti, responsabile dell'area Corporate Investment Banking e Private Banking (rpt. dell'area Corporate Investment Banking e Private Banking) oltre che vice Ceo, compra 1 milione di azioni per un controvalore di 1,975 milioni di euro. E' quanto si legge nelle comunicazioni obbligatorie sull'internal dealing. Già nei giorni scorsi Profumo e altri manager, fra cui lo stesso Ermotti, avevano acquistato azioni sul mercato. (ANSA). DOA 23-OTT-08 17:11 NNN

mercoledì 22 ottobre 2008

Il calcio in borsa? Un affare in perdita per i tifosi-azionisti

Dall’anno di quotazione i titoli Lazio hanno perso quasi il 100% del proprio valore, quelli della Roma l’85% mentre quelli della Juventus “appena” il 73%. Le società soffrono di mancanza di patrimonializzazione: soprattutto dell’assenza di un patrimonio immobiliare

E’ tempo di assemblee di approvazione dei bilanci per le tre società di calcio quotate in borsa. Aprirà le danze il 27 ottobre la Lazio: in mancanza del numero legale si andrà il 26 novembre in seconda convocazione. Seguirà il 28 ottobre l’assise della Juventus, mentre quella della Roma è prevista per il 29 ottobre: è stata prevista l’eventuale seconda convocazione, per il prossimo 11 novembre.
Tirando le somme, il pallone a Piazza Affari è un affare in totale perdita. Ciò lo si può evincere con un semplice ragionamento. Si può ipotizzare che i possessori di titoli delle tre squadre presenti a Piazza Affari, Juventus, Lazio e Roma, siano “cassettisti”, ossia piccoli azionisti fedeli che custodiscono gelosamente i propri titoli. Quindi, ciascuno di loro li detiene dal collocamento sul listino: e qui arrivano le dolenti note. I sostenitori della società di Claudio Lotito hanno subito la perdita maggiore del proprio capitale iniziale per azione (5900 lire, pari a circa 3,05 euro) tra tutte dalla data di avvio delle contrattazioni, ossia dall’8 maggio 1998, sino a oggi (prezzo 0,38 euro): - 99,86%. Nella disastrosa variazione percentuale sono stati inclusi i quattro aumenti di capitale e il raggruppamento azionario succedutisi in dieci anni, a cui i tifosi biancocelesti hanno sicuramente aderito.
Se la sponda laziale del Tevere piange, i sostenitori di quella giallorossa non ridono. La Roma fu quotata a Piazza Affari il 23 maggio del 2000 al prezzo di 5,50 euro. Sino ad oggi, gli azionisti-tifosi si sono visti erodere l’85% del valore iniziale: un titolo vale 0,6325 euro. Sicuramente anche essi, come i loro cugini biancocelesti, hanno aderito all’aumento di capitale del luglio 2004, che prevedeva sette azioni ogni due possedute.
E arriviamo alla Juventus, i cui azionisti hanno perduto “soltanto” il 73% dal valore di 3,7 euro della quotazione avvenuta il 20 dicembre 2001 (prezzo odierno: 0,7920 euro). Essi avranno sicuramente aderito all’aumento di capitale da 104,8 milioni del maggio 2007. I tifosi detentori dei titoli sono completamente insoddisfatti dell’andamento borsistico e della gestione del nuovo cda: sui forum si vuole chiedere le loro dimissioni in assemblea, che si preannuncia al calor bianco. Ma c’è chi ha lautamente guadagnato dall’operazione di collocamento, oltre naturalmente all'Ifil azionista di maggioranza della squadra di corso Galileo Ferraris. Fu un affare per l’ex amministratore delegato Antonio Giraudo, che aveva comprato 1.600.000 azioni nel novembre 2001 al prezzo di 0,21 euro per rivenderle tutte il mese dopo al prezzo di collocamento, con una plusvalenza immediata di circa 5,58 milioni di euro. Il mese successivo ne aveva comprate 4.380.100: ma le aveva acquistate al prezzo del diritto di opzione a lui riservato, sempre a 0,21 euro, spendendo poco meno di 920mila euro. Analoga facilitazione era stata riservata agli altri due membri del consiglio di amministrazione con deleghe operative, l’allora vicepresidente Roberto Bettega e l’ex consigliere e direttore generale Luciano Moggi. Entrambi avevano ottenuto ed esercitato tra il luglio e il dicembre 2002 il diritto di acquistare 347.525 azioni a 0,21 euro ognuna: ciascuno dei due dirigenti aveva speso 72.980,25 euro. Cifra più che sopportabile visto che Bettega aveva percepito nel 2002/03 1,404 milioni lordi, mentre Moggi 2,429 milioni (sempre lordi).
Ma quali sono i motivi della debacle che si sono ritrovati i tifosi in portafoglio? Sicuramente dal fatto che sinora queste società non possiedono altri beni se non i diritti alle prestazioni (comunemente detti “cartellini”) dei propri giocatori. Mancano del tutto gli immobili per dare un valore più cospicuo al proprio patrimonio e una maggiore appetibilità in borsa. A ciò bisogna aggiungere i problemi debitori di Roma e Lazio, in modo particolare quelli tributari. La Juve ha solo in parte realizzato i suoi progetti resi noti nel prospetto di quotazione. Entro i prossimi mesi partiranno i lavori per la trasformazione dello Stadio Delle Alpi con annesso centro commerciale. Bisogna ricordare che l’impianto fu ceduto per 99 anni in diritto di superficie dal Comune di Torino alla società bianconera per 25 milioni. Ripartendo questo valore sui 54mila metri quadrati circa di superficie interessata alla trasformazione edilizia, il prezzo scende alla modica cifra di 4,68 euro. Invece, la Vecchia Signora ha ceduto la Campi di Vinovo, titolare dei terreni tra le città di Vinovo e Nichelino su cui sorgerà il parco commerciale “Mondo Juve” (la cui realizzazione era indicata nel prospeto di quotazione), alla Costruzioni Generali Gilardi tramite l’esercizio di opzione di acquisto da parte di quest’ultima. Madama ha anche venduto alla sua ex controllata il ramo d’azienda avente a oggetto i contratti e le attività dello stesso centro commerciale. L’operazione, stando a quanto dichiarato nel bilancio 2007/2008 dovrebbe avere un effetto finanziario positivo per 23,5 milioni in sei esercizi: ossia circa quattro milioni per ciascuno. Una plusvalenza (ossia una componente straordinaria) che servirà essenzialmente a mitigare le perdite finali: quella al 30 giugno scorso era di 20,8 milioni.
Considerati gli scarsi risultati per i piccoli azionisti delle squadre quotate, vale la pena di ricordare la frase pronunciata alcuni anni fa dal principe dei tributaristi italiani, Victor Uckmar, in passato presidente della Covisoc: «Da tempo ho proposto che sulle azioni delle società di calcio occorrerebbe stampigliare la scritta questi titoli sono sconsigliati alle vedove, ai pensionati e agli orfani».
Marco Liguori
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domenica 19 ottobre 2008

Sintesi di Napoli-Juventus 2-1

Il trionfo del Napoli nella notte magica del 18 ottobre 2008.
La cronaca è di Raffaele Auriemma.

Statistiche Panini-Lega: vittoria netta del Napoli sulla Juve

Decisamente migliore rispetto ai bianconeri il rendimento offensivo degli azzurri (52,1%) mentre più che soddisfacente è stata la propria capacità di difendere la porta (61,8%)

I numeri delle statistiche indicano che il Napoli ha ottenuta una netta vittoria sulla Juventus. I dati della Panini Digital-Lega Calcio riportano il miglior rendimento offensivo della squadra di Eddy Reja su quella di Claudio Ranieri. A fronte di una percentuale di attacco alla porta del 42%, gli azzurri hanno conseguito un indice di pericolosità (composto dalla capacità di mantenere il possesso palla, capacità di verticalizzare, capacità di giungere al tiro, capacità di creare occasioni da rete) del 52,1%: al contrario la Vecchia Signora, se per il primo ha ottenuto un 38,2% tutto sommato abbastanza positivo, si è rivelata decisamente meno pericolosa sotto la porta avversaria a causa del mediocre 40,7%. La supremazia territoriale della squadra di casa è stata piuttosto marcata: il tempo totale di possesso palla nella metà campo avversaria ha superato i 10 minuti contro gli 8 minuti e 40 secondi circa della Juve. Maggior possesso palla (54% contro 46%) e palle giocate (538 contro 489) del Napoli.
L'unico dato in pari riguarda i tiri: quattro nello specchio della porta e 12 in totale. Cinque di essi spettano alla coppia d'attacco Del Piero-Amauri (che ha segnato l'unico gol bianconero): il Napoli ha risposto con quattro di Hamsik (un gol) e due di Lavezzi (un gol). In difesa, la migliore protezione della propria porta è toccata al Napoli con il 61,8%. Tuttavia, tre difensori juventini hanno ottenuto il maggior numero di palle recuperate, superati solo da Santacroce: Chiellini, Molinaro e Grygera. Quasi alla pari il dato dei passaggi riusciti: 59,5% dei partenopei contro 59,3% dei piemontesi. Il migliore degli azzurri è stato Gargano con 46 passaggi: dieci in meno per Grygera, il migliore dei bianconeri.
Marco Liguori
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IL RIEPILOGO DI NAPOLI-JUVENTUS 2-1
(cliccare sopra per ingrandire)






venerdì 17 ottobre 2008

I soci-tifosi della Juve: via Cobolli Gigli e Blanc

In un documento con quattro punti, presente sul forum j1897.com si chiedono le dimissioni del cda assieme alla vendita del pacchetto di maggioranza da parte dell’Ifil a «favore di un investitore, straniero od italiano che sia slegato e non suddito dalla lobby politico finanziaria tipicamente italiana»

Alla vigilia della partitissima Napoli-Juventus e dell’assemblea dell’approvazione del bilancio 2008 tira aria di contestazione tra la tifoseria bianconera. Lo si può leggere ad esempio sui post del forum www.j1897.com: in modo particolare su quello dedicato all’assise dei soci del prossimo 28 ottobre, che si preannuncia molto intensa e vibrante come una finale di Champions League. In esso vi sono riportati quattro punti chiave. Si chiedono senza mezzi termini le dimissioni per la fine della stagione in modo particolare del presidente Giovanni Cobolli Gigli e dell’amministratore delegato Jean Claude Blanc: ma ovviamente anche di tutto il consiglio di amministrazione. I tifosi-azionisti li ritengono inadeguati all’incarico.
Il secondo punto riguarda la dimostrazione «attraverso dati (investimenti diretti delle proprietà di Juventus, Inter, e Milan negli ultimi 20 anni) e considerazioni inconfutabili – spiegano i tifosi – che l'attuale maggiore azionista di maggioranza non è in grado di supportare attraverso risorse finanziarie ed organizzative la Juventus F.C: investimenti assolutamente esigui rispetto alla concorrenza nazionale ed internazionale». I sostenitori bianconeri ritengono che l’Ifil agisca solo per «strumentalizzazione per fini speculativi». Da ciò deriverebbe, a loro dire, «il mancato delisting della società dalla Borsa, che rappresenta un grandissimo macigno per la competitività della Juventus, quotazione che è un caso unico tra i più grandi club europei che hanno tutti azionariati o investitori a capo, e non holding come Ifil il cui fine è il lucro». Invece, gli estensori del documento sottolineano che «la Juventus deve avere come priorità il conseguimento di risultati sportivi, e non il lucro a favore della holding che ne controlla la maggioranza e dei suoi azionisti».
Il secondo punto è propedeutico al terzo, dove si chiede all’Ifil la cessione del pacchetto di maggioranza. La finanziaria di casa Agnelli lo dovrebbe compiere a «favore di un investitore, straniero od italiano che sia slegato e non suddito dalla lobby politico finanziaria tipicamente italiana, che possa far fronte agli investimenti che una società come la Juve richiede per essere leader per quanto riguardo l'aspetto sportivo a livello nazionale ed internazionale, e che possa finalmente accelerare ed ammodernare con interventi economicamente più sostanziosi, rispetto a progetti vigenti, come la costruzione del nuovo stadio, bloccato per anni dall'attuale proprietà disinteressata». I tifosi della Vecchia signora si auspicano «una proprietà che a differenza dell'attuale azionista di maggioranza non intrattenga rilevanti rapporti d'affari ed industriali con esponenti di vertice delle principali società avversarie, da anteporre al bene della Juve come è stato fin qui fatto».
L’ultima parte del documento chiede «che vengano davvero intraprese tutte le vie legali» per «tutelare tifosi e persone che hanno lavorato tra mille difficoltà» dagli avvenimenti del maggio 2006, ossia di Calciopoli. Secondo i sostenitori, il processo sportivo «ha sostanzialmente scippato» scudetti e giocatori alla squadra bianconera.
Infine nel post si invita a partecipare in massa all’assemblea e a tenere presente le modalità di partecipazione. Il tifoso "Mago di Ios" spiega che «basta anche una sola azione. Occorre andare alla banca presso cui detieni il conto titoli su cui sono depositate le azioni Juve e chiedere il biglietto per la partecipazione all'assemblea (conviene non ridurti proprio all'ultimo perché la banca ci può mettere qualche giorno a rilasciare il biglietto). Sul biglietto per la partecipazione all'assemblea c'è lo spazio per indicare un eventuale delegato. E' sufficiente indicare le informazioni richieste sul delegato direttamente sul biglietto».
Marco Liguori
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Lo "zumpo" da rigore di Favero e le risate dei napoletani

Cronaca di un Napoli-Juventus del dicembre 1987 con comica finale: il folle fallo di mano del difensore bianconero regala graziosamente un’insperata massima punizione agli azzurri che vincono 2-1

«I che zumpo ch’a fatto Favero! Pareva ca pigliav’ ‘e palomme». Si traduce ad uso dei cultori della lingua di Dante: «Ma che salto in aria ha compiuto Favero! Sembrava che volesse prendere le colombe a volo». L’espressione fu proferita da un tifoso napoletano del settore distinti dello stadio San Paolo il 13 dicembre 1987 e ascoltata da chi scrive: una giornata fredda e incolore, non propriamente partenopea. Quel pomeriggio domenicale (all’epoca si disputavano tutte le partite alle 14.30) si disputava un Napoli-Juventus che ebbe una conclusione del tutto particolare, completamente inaspettata. Diciamolo pure: una comica alla Totò e Peppino o, se preferite altri grandi comici, alla Stanlio e Ollio. Ne fu protagonista, completamente volontario, il difensore bianconero Luciano Favero, giunto da Avellino alla corte di Casa Agnelli per sostituire Claudio Gentile, il terzino campione del mondo del Mundial spagnolo del 1982. Era un giocatore onesto, non brillava certo per qualità tecniche, ma in compenso aveva molta carica agonistica e buona resistenza atletica. Quel giorno, come gli accadde anche in altre occasioni, doveva marcare il più grande talento calcistico dell’epoca, il "divin" Diego Armando Maradona.
La partita si era messa subito bene per il Napoli, prima in classifica e reduce dal confortante pareggio a Milano contro l’Inter, che si portò in vantaggio al 26° minuto con Nando "Rambo" De Napoli dopo una pressione iniziale sulla non irresistibile difesa juventina. Nel secondo tempo gli azzurri calano di tono: il tecnico Ottavio Bianchi sostituisce prima Sola con Bruscolotti e poi Careca con Miano,. La squadra ha un’impostazione più prudente, ma in questo modo si lascia spazio ai bianconeri, che realizzano l’1-1 al 76° con Antonio Cabrini, l’altro difensore reduce dal trionfo della Coppa del Mondo.
Manca ormai una manciata di minuti alla fine dell’incontro, che sembra ormai incanalato su un giusto pareggio. Ma arriva proprio a quattro minuti dalla fine la "magia" di Favero. Il difensore juventino segue nella sua area di rigore Maradona, mentre arriva un cross proveniente dalla sinistra dello schieramento offensivo del Napoli. Il terzino non sembra in difficoltà rispetto al Pibe de oro, che anzi lo tiene sotto stretta marcatura. Nonostante ciò, decide all’improvviso di effettuare un gesto inconsulto: si eleva in aria con uno scatto felino, come se fosse una pantera pronta a ghermire una preda volatile, e con il braccio destro completamente innalzato verso il cielo tocca il pallone con la mano. E’ rigore: per giunta anche sacrosanto. La scena è seguita dagli 80mila del San Paolo, dai cui spalti, nell’incredulità generale per il gentile regalo di Favero, parte una risata fragorosa. Nemmeno sul campetto in mattoni dell’oratorio dei Salesiani al Vomero si era mai vista una cosa simile. Batte il rigore lo stesso Maradona, che segna mandando il portiere bianconero Tacconi a prendere un caffè sul lato opposto a quello dove si insacca il pallone. E’ il 2-1: il Napoli resta saldamente primo in classifica con tre punti di vantaggio sulla Sampdoria, mentre la Juventus è ricacciata a sette lunghezze di distanza dalla vetta. Dispiace che su You tube non siano presenti immagini di quella storica "topica juventinensis". Nelle interviste del dopo partita, il cronista della Rai chiede all’allenatore bianconero Rino Marchesi il perché del gesto inconsulto di Favero: "Non voglio fare alcun commento" rispose con un’espressione facciale a metà strada tra lo sconsolato e l’irato. Chissà se al ritorno a Torino ne avrà dette quattro al povero difensore, che aveva regalato due punti (all’epoca la vittoria dava questo punteggio) insperati agli avversari.
Purtroppo alla fine del campionato Maradona e soci regaleranno al Milan berlusconiano lo scudetto: ma questa è un’altra storia.
Marco Liguori
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giovedì 16 ottobre 2008

Esclusivo/La Guardia di Finanza bussa al portone della Juventus

"il pallone in confusione" lo ha notato che nel bilancio 2008 della società bianconera. Quest'ultima ha spiegato che il 3 luglio scorso c’è stato l’accesso delle Fiamme gialle alla sede sociale per «eseguire una verifica sostanziale a carattere generale» riguardo alle dichiarazioni dei redditi e dell’Iva. Inoltre, è stato aperto un contenzioso tra la squadra di Casa Agnelli e l’Agenzia delle entrate per i crediti Iva della Champions League 2000/2001 e 2001/2002

La Guardia di Finanza ha visitato la sede della Juventus. Nella relazione sulla gestione dell’ultimo bilancio chiuso al 30 giugno 2008 si narra che il 3 luglio scorso le Fiamme gialle hanno bussato al portone di corso Galileo Ferraris 32 a Torino. Il documento evidenzia che «ha avuto luogo l’accesso» presso la sede sociale «al fine di eseguire una verifica sostanziale a carattere generale, ai sensi e per gli effetti degli art. 32 e 33 del Dpr n.600/73, art. 51 e 52 del Dpr n.633/1972 e dell’art.35 della legge n.4/1929». Le leggi richiamate dalla squadra bianconera riguardano i poteri della Gdf sul controllo delle dichiarazioni dei redditi e su quella dell’Iva: la verifica, stando sempre alla relazione sulla gestione, riguarda «l’arco temporale decorrente dal 1° luglio 2005 alla data dell’accesso per le imposte dirette e dal 1° gennaio 2006 alla data di accesso per l’Iva e le altre imposte indirette». Quindi i militari effettueranno la loro attività per il primo caso sugli ultimi tre anni, mentre nel secondo su due anni e mezzo. Bisognerà attendere l’esito della “visita” per conoscere l’esistenza di eventuali irregolarità fiscali: in quest’ultima ipotesi la società di Casa Agnelli potrà inoltrare ricorso alla Commissione tributaria.
E a proposito di contenziosi, la Juve ne ha uno con l’Agenzie delle entrate di Torino per i crediti Iva sui proventi della Champions League. L’organismo del ministero dell’Economia aveva attestato nel maggio 2004 il rimborso per l’imposta «relativa alle competizioni Uefa – si legge sempre nella relazione sulla gestione – delle stagioni sportive 2000/2001 e 2001/2002 per euro 5,4 milioni complessivi». In seguito a questa attestazione «la società aveva provveduto ad iscrivere il corrispondente credito – spiega il documento del bilancio juventino – con contropartita a proventi straordinari. Nel mese di giugno 2004 venne incassata parte del credito per un importo di euro 1,2 milioni». La Juventus spiega che la parte restante della somma riconosciuta fu ceduta pro soluto ad una società di factoring nel dicembre 2004. In seguito, l’Agenzia delle entrate aveva rimborsato 2,8 milioni dei 5,4 complessivi dovuti, tramite più rate. Ma nello scorso luglio l’organismo fiscale compiva un improvviso dietrofront e «ha comunicato a Juventus e alla società di factoring – prosegue la relazione – il proprio diniego al saldo dell’ultima tranche pari a 1,4 milioni adducendo contestazioni in merito alla richiesta di rimborso presentata da Juventus». I vertici di corso Galileo Ferraris sottolineano che «tale diniego è in contrasto con l’originaria attestazione del credito» e che intendono «proporre ricorso congiuntamente alla società di factoring in sede tributaria». Oltre a ciò, la Juve «si riserva in ogni caso di attivare eventuali azioni di tutela successive in sede civile».
Marco Liguori
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il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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