La Nazionale non è riuscita a battere la Romania, a causa di un gioco ancora poco ordinato, di una difesa distratta e di Toni impossibilitato a segnare perché troppo solo in avanti. Adesso bisogna battere assolutamente la Francia, definita "noiosa" dai giornali sportivi d’Oltralpe
«L’alunno ha studiato, ma non si è applicato». Quante volte abbiamo sentito gli insegnanti parlare così riguardo ad alcuni studenti poco inclini all’apprendimento delle materie scolastiche. Così ha fatto oggi l’Italia, colpita da "eroico furore" nel primo tempo e per alcuni ma brevi tratti della ripresa, costringendo in alcuni momenti la Romania alle corde, ma con poco costrutto. Per fortuna il commissario tecnico, Roberto Donadoni, ha ascoltato i suggerimenti invocati dalla piazza: a
furor di popolo si volevano De Rossi e
Perrotta invece degli stanchi
Gattuso e
Ambrosini. Assieme ai due romanisti il
ct triste, che stando alle indiscrezioni del
Corsera di oggi sentirebbe sempre più il fiato di
Lippi sul collo, ha messo dentro Grosso che ha disputato un’ottima gara sulla fascia sinistra. Bene a tratti Del Piero, anche se ci sarebbe aspettato di più da lui: ci si attendeva magari che avesse guidato da novello Achille (ma a proposito, nel suo caso non sarebbe più calzante il paragone con
Cincinnato, richiamato da Roma nei momenti difficili?) la Nazionale alla vittoria. Il portiere rumeno
Lobont-
Clorodont è riuscito a salvare in almeno tre occasione lo smalto ai propri colori con interventi strabilianti. Ma contro avversari ostici e coriacei occorreva fare di
più: e soprattutto concretizzare. Forse risiede proprio in quest’ultimo verbo la chiave del mancato successo azzurro e della probabile eliminazione al primo turno dagli Europei. Probabilmente la mancanza di concretezza è un campanello d’allarme che la generazione di calciatori che si laureò due anni fa campione del mondo è al suo capolinea. E forse i ricambi non ci sono, almeno nel brevissimo termine. Di chi sono le colpe? Sicuramente del sistema calcistico nostrano che pretende di creare stelle di prima grandezza, valutate spesso milioni di euro, ma che tali non sono. Non a caso ciò si era manifestato nelle Coppe europee nella passata stagione, con le squadre italiane ben lontane dalle finali. In caso di vittoria nell'ultima partita con la Francia, l'unico risultato che potrebbe consentire alla Nazionale di approdare ai quarti (sempre che la Romania non batta l'Olanda), forse Donadoni assurgerebbe al ruolo di eroe: ci saranno anche in tanti che diranno «l’avevamo detto che bisognava dargli fiducia». Ma purtroppo nel calcio non vige il fortunato slogan degli anni ’60 del formaggio
Belpaese. Ma spieghiamo per punti la gara odierna e presentiamo la sfida all’ultimo sangue con i transalpini.
Difesa – Ancora una volta si è confermato il reparto più traballante.
Zambrotta ha letteralmente regalato la palla del vantaggio rumeno a
Mutu, il quale (neanche in modo silenzioso) si è involato verso
Buffon. Il nostro difensore di fascia destra non poteva non averlo notato: era troppo vicino all’attaccante della squadra di
Piturca.
Zambrotta è ormai il lontano ricordo del giocatore ammirato nell’Europeo 2000 e nel Mondiale in Germania: dalla sua fascia partivano spesso i cross avversari.
Chiellini assieme a
Panucci (realizzatore della marcatura azzurra)
dov’erano mentre
Mutu volava?
Centrocampo – l’innesto dei succitati Grosso, De Rossi e
Perrotta (quest’ultimo per la
veità in ombra) ha dato nuove energie al reparto. Ma manca il direttore di orchestra
Pirlo, che non è al massimo della condizione. Risultato: la linea mediana ancora non fa filtro sufficiente contro l’avversario, soprattutto sulle fasce laterali dove non riesce a bloccare l’avversario al cross. E’ accaduto contro l’Olanda e si è ripetuto con la Romania.
Attacco –il centrocampo non costruisce palle giocabili per l’unico attaccante, il povero Toni, lasciato tutto solo contro i difensori centrali avversari, prima olandesi e poi rumeni. La punta del
Bayern di Monaco, capocannoniere della
Bundesliga con 24 reti e autore di 39 gol in tutta la stagione, deve fare il "
centroboa" e costretto a cercarsi i palloni: un ruolo che non gli è assolutamente congeniale e gli impedisce di segnare. Non sarebbe stato meglio che Del Piero (e poi Cassano) gli avessero creato spazi, attirando i difensori avversari, e fornito passaggi decenti? La regola prima fondamentale del calcio è toccare la palla, ma la seconda è buttarla in rete: se non lo si fa, non si vince e si va a casa. Logica lapalissiana, ma inoppugnabile.
Francia – la stampa francese ha definito "noiosa" la nazionale di
Domenech. Si può dire di più: inconcludente e (a tratti) abulica. Si può dire che dopo le due gare con Romania e Olanda è persino peggiore dell’Italia, che almeno qualche piccolo segnale di risveglio oggi l’ha dato. Se poi giocasse
Anelka al posto di
Henry per gli azzurri sarebbe un gioco da ragazzi passare il turno: la Francia giocherebbe completamente spuntata. A parte questa ipotesi poco realistica, dobbiamo costringere i "galletti" ad attaccare e scoprirsi per colpire in contropiede: la loro difesa è lenta e macchinosa e si aprirebbero varchi per Toni e Del Piero (e perché non Cassano al suo posto?).
Regolamenti e arbitraggi – Dopo il sorteggio folle che ha portato ad affrontarsi non solo le due finaliste di Germania 2006, ma anche quattro formazioni provenienti dagli stessi gironi di qualificazione (l’Italia e la Francia nel gruppo B, l’Olanda e la Romania nel girone G), c’è anche la possibilità che due di esse si incontrino ancora in semifinale. Un regolamento a dir poco demenziale, che eliminerà subito due delle protagoniste degli Europei, mentre altre due si incontreranno per l’ennesima volta. Ma ai "parrucconi" dell’
Uefa tutto ciò non interessa: gli sfuggono persino i chiarissimi errori arbitrali. Il rigore concesso oggi alla Romania contro l’Italia non esisteva: lo avrebbe notato anche un direttore di gara alle prime armi nei tornei scolastici. A ciò si aggiunge il penalty non concesso alla Francia per un fallo di mano di un olandese in area: il braccio di quest’ultimo era ben distanziato dal corpo e perciò, a termini di regolamento, perseguibile con la massima punizione. Dimenticavo: il gol di Toni era regolare. Per l’ennesima volta bisogna invocare la moviola in campo: nell’era del calcio a scopo di lucro l’aiuto della tecnologia è indispensabile. Ma su questo Platini e
Blatter non ci vogliono proprio sentire.
Marco Liguori(riproduzione autorizzata solo dietro citazione della fonte)