Con Toni "centroboa" solitario marcato stretto dai difensori della Spagna e Cassano relegato a compiti di centrocampista non si poteva certo andare in finale. E adesso ritornerà Lippi, come Cincinnato a salvare la patria in vista delle qualificazioni per i Mondiali 2010
«Signore e signori, buonanotte». Come faceva la Rai quando terminava i programmi nei lontani anni ‘50-60-70 (con tanto di antenna che risaliva su nel cielo) la Nazionale ha salutato questa notte Euro 2008. L’uscita di scena è avvenuta ai rigori nel quarto di finale contro la Spagna. Il problema non è costituito dalla sconfitta alla lotteria delle massime punizioni, ma nella condotta di gara. Come avevamo già scritto dall’inizio del torneo continentale, il problema dell’Italia di monsieur le Donadon è quello di aver impostato il gioco finalizzato verso una sola punta di ruolo, per giunta non in forma brillante, ossia Toni. Anche nella gara contro le "furie rosse" il povero attaccante del Bayern si è ritrovato per la quarta volta di fila a giocare nel ruolo di "centroboa" solitario contro difensori arcigni e molto attenti a non lasciagli mai un solo metro di spazio per poter operare. Stasera si è compiuto il "capolavoro" del ct bergamasco: Cassano, che avrebbe dovuto giocare in avanti a liberare spazi per Toni e a passargli palloni preziosi, è stato limitato a effettuare compiti di copertura anche a centrocampo. In più, Aquilani, De Rossi e Ambrosini sono stati sacrificati in ruoli di copertura per bloccare le discese dei centrocampisti iberici: ma mai si sono visti in fase di costruzione della manovra. Anche Perrotta, posto dietro il talento (stasera sprecato) di Bari vecchia e Toni, invece di fare il "suggeritore" per gli attaccanti si limitava a compiti di tamponamento degli avversari. Intendiamoci, qualsiasi attaccante che si fosse trovato in questo tipo di gioco avrebbe fatto la fine di Toni.
Con queste premesse, non si poteva non arrivare al pareggio, contornati dai tempi supplementari e dai calci di rigori. Poche le occasioni da gol (come quella del colpo di testa di Di Natale, subentrato a Cassano, e quella del tiro di Camoranesi respinta con il piede dal portiere spagnolo Casillas): anche la Spagna si è adeguata e ha giocato tutta contratta a centrocampo. Si è dunque giocato il calcio della paura, come fu nel quarto di finale dei Mondiali ’98 tra Italia e Francia: come allora, logicamente si è terminato con la serie dal dischetto. La vittoria di martedì scorso contro i transalpini è stato un fuoco fatuo, anche se si è sperato che avesse dato la scossa agli azzurri: i francesi erano completamente bolliti, giunti alla fine del loro ciclo di vittorie. Non a caso la Nazionale ha segnato i suoi unici tre gol su calci piazzati. Quello di Panucci con la Romania su azione di calcio d’angolo; quelli contro la Francia su rigore calciato da Pirlo (procurato da Toni) e su calcio di punizione di De Rossi deviato da Henry. Davvero poco per poter sperare di proseguire verso la finale.
E adesso si parla dell’addio di Donadoni: voci di corridoio riportano del ritorno di Lippi, quasi come Cincinnato a salvare la patria, in vista delle qualificazioni per il Mondiale del 2010 in Sudafrica. Il ct bergamasco paga anche la colpa (niente affatto sua) del suo incarico a termine deciso dalla Figc: forse non visto favorevolmente dal presidente Giancarlo Abete per essere stato nominato dal commissario Guido Rossi. Ad ogni modo, anche questo clima ha inciso negativamente sulla spedizione in Svizzera e Austria: quando si potrà trovare un po’ di pace nel club azzurro?
Marco Liguori
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lunedì 23 giugno 2008
venerdì 20 giugno 2008
Diritti tv, ritorno al futuro
La Lega Calcio continua a ritardare il recepimento della contrattazione collettiva, che andrà in vigore dal 2010. Qualche presidente sta forse pensando alla restaurazione del sistema soggettivo
Ieri si sono riuniti in conclave nella sede di Milano della Lega Calcio i presidenti di serie A e B. E’ stata trovata una soluzione per il regime transitorio 2008-2010 per la mutualità della serie A. Manca ancora il recepimento delle linee guida per il criterio di ripartizione collettiva dei diritti televisivi e l’advisor per la loro vendita. Criteri imposti dal precedente governo Prodi, tramite il decreto legislativo Melandri-Gentiloni, che ha inteso così ripartire in modo più equi i proventi delle risorse tv. La legge entrerà a pieno regime nel 2010.
Si potrebbe ipotizzare quindi che qualcuno all’interno della Lega potrebbe attendere un cambiamento di rotta, magari un ritorno alla vecchia contrattazione soggettiva che privilegiava le grandi squadre, come Inter, Milan e Juve. Che l’aria fosse cambiata lo si è notato già da alcune dichiarazioni di Silvio Berlusconi. In piena campagna elettorale, il numero uno del Pdl dichiarò lunedì 10 marzo su Antenna 3, al programma “Lunedì di rigore” condotto da Fabio Ravezzani che «è chiaro che incombe in Italia la possibilità di vedere ridotte le disponibilità delle grandi squadre e quindi ridotte le loro possibilità di competere con i grandi club europei». Il futuro presidente del Consiglio concluse così: «Immagino che bisognerà intervenire in una direzione diversa da quella che è stata ipotizzata dal governo della sinistra».
In quella stessa settimana, intorno al 14 marzo, Sky presentò il ricorso alla Commissione europea contro la normativa Melandri-Gentiloni. Il vicepresidente vicario del Milan, Adriano Galliani, lo commentò così all’Ansa: «secondo noi è il primo in ordine cronologico e altri ne seguiranno anche davanti ad altri organi giurisdizionali».
Tirando le somme, c’è da pensare l’ipotesi di un probabile ritorno alla contrattazione soggettiva non sia così infondata. Forse la legge Melandri-Gentiloni è stato un rimedio peggiore del male. Si dirà: «ma non era necessario un intervento del governo, visto che le società non trovano un accordo?». Il problema è che le società sono a scopo di lucro e che quindi la Lega, come accade per le consorelle estere (come la tanto celebrata Premier League inglese dove si applica la ripartizione collettiva), avrebbe dovuto stabilire al suo interno il criterio di contrattazione, senza “spinte” dal mondo politico. Per la nostra Costituzione, infatti, l’iniziativa privata è libera. Adesso bisognerà vedere se davvero la legislazione sarà cambiata: bisogna tenere la massima attenzione, poiché è questa la partita fondamentale su cui ruota il calcio nostrano. Infatti il 40-50% dei fatturati delle società è composto dai diritti tv, mentre le altre forme di ricavo (come il merchandising) sono a livelli ancora troppo scarsi. Maggiori entrate significano quindi ossigeno per le campagne acquisti delle squadre. Occorre un criterio che soddisfi tutti: altrimenti ricomincerà la loro moria per fallimento. Fiorentina, Napoli, Torino, Venezia, Ancona, Cosenza ne sono state vittime del precedente sistema: si spera che abbiano insegnato qualcosa.
Marco Liguori
Ieri si sono riuniti in conclave nella sede di Milano della Lega Calcio i presidenti di serie A e B. E’ stata trovata una soluzione per il regime transitorio 2008-2010 per la mutualità della serie A. Manca ancora il recepimento delle linee guida per il criterio di ripartizione collettiva dei diritti televisivi e l’advisor per la loro vendita. Criteri imposti dal precedente governo Prodi, tramite il decreto legislativo Melandri-Gentiloni, che ha inteso così ripartire in modo più equi i proventi delle risorse tv. La legge entrerà a pieno regime nel 2010.
Si potrebbe ipotizzare quindi che qualcuno all’interno della Lega potrebbe attendere un cambiamento di rotta, magari un ritorno alla vecchia contrattazione soggettiva che privilegiava le grandi squadre, come Inter, Milan e Juve. Che l’aria fosse cambiata lo si è notato già da alcune dichiarazioni di Silvio Berlusconi. In piena campagna elettorale, il numero uno del Pdl dichiarò lunedì 10 marzo su Antenna 3, al programma “Lunedì di rigore” condotto da Fabio Ravezzani che «è chiaro che incombe in Italia la possibilità di vedere ridotte le disponibilità delle grandi squadre e quindi ridotte le loro possibilità di competere con i grandi club europei». Il futuro presidente del Consiglio concluse così: «Immagino che bisognerà intervenire in una direzione diversa da quella che è stata ipotizzata dal governo della sinistra».
In quella stessa settimana, intorno al 14 marzo, Sky presentò il ricorso alla Commissione europea contro la normativa Melandri-Gentiloni. Il vicepresidente vicario del Milan, Adriano Galliani, lo commentò così all’Ansa: «secondo noi è il primo in ordine cronologico e altri ne seguiranno anche davanti ad altri organi giurisdizionali».
Tirando le somme, c’è da pensare l’ipotesi di un probabile ritorno alla contrattazione soggettiva non sia così infondata. Forse la legge Melandri-Gentiloni è stato un rimedio peggiore del male. Si dirà: «ma non era necessario un intervento del governo, visto che le società non trovano un accordo?». Il problema è che le società sono a scopo di lucro e che quindi la Lega, come accade per le consorelle estere (come la tanto celebrata Premier League inglese dove si applica la ripartizione collettiva), avrebbe dovuto stabilire al suo interno il criterio di contrattazione, senza “spinte” dal mondo politico. Per la nostra Costituzione, infatti, l’iniziativa privata è libera. Adesso bisognerà vedere se davvero la legislazione sarà cambiata: bisogna tenere la massima attenzione, poiché è questa la partita fondamentale su cui ruota il calcio nostrano. Infatti il 40-50% dei fatturati delle società è composto dai diritti tv, mentre le altre forme di ricavo (come il merchandising) sono a livelli ancora troppo scarsi. Maggiori entrate significano quindi ossigeno per le campagne acquisti delle squadre. Occorre un criterio che soddisfi tutti: altrimenti ricomincerà la loro moria per fallimento. Fiorentina, Napoli, Torino, Venezia, Ancona, Cosenza ne sono state vittime del precedente sistema: si spera che abbiano insegnato qualcosa.
Marco Liguori
Sensi: non c'è bisogno di vendere la Roma per ridurre i debiti Italpetroli
La società giallorossa risponde alle ipotesi di cessione riportate stamattina dal quotidiano "Il Messaggero"
Stamattina "Il Messaggero" aveva riportato che Unicredit rinuncerà al diritto di acquisto del 51 per cento di Italpetroli (di cui possiede il 49%), mentre i Sensi si impegneranno a chiudere il debito vendendo la Roma entro due anni e mezzo. Secondo il quotidiano «il piano sarebbe ormai condiviso tra le parti nei passaggi riguardanti le modalità attraverso le quali i Sensi rimborseranno a Unicredit poco più di 340 milioni di debiti su 380 milioni accumulati nei confronti delle banche». Il contratto di cessione avrebbe dovuto essere siglato oggi, ma secondo "Il Messaggero" avrebbe dovuto slittare alla prossima settimana per mettere a punto alcuni dettagli tecnici. L'intesa prevede la restituzione di «250 milioni di debiti alle banche entro la fine del 2010». Per raggiungere questa cifra «il gruppo che comprende attività petrolifere, immobiliari e tramite Roma 2000 possiede il controllo della As Roma, quotata in Borsa, dovrebbe procedere alla dimissione di alcuni beni». Nell'accordo ci sarebbe dovuta essere anche la società giallorossa, che avrebbe dovuto, secondo il quotidiano del gruppo Caltagirone, essere venduta nell'arco di due anni e mezzo, a dimostrazione che «da parte di Unicredit non c'è alcuna volontà vessatoria nei confronti della società».
Marco Liguori
Calciomercato - Manchester: Cristiano Ronaldo non è in vendita
Doccia fredda sulle ambizioni di Cristiano Ronaldo di trasferirsi al Real Madrid. Sul sito internet del Manchester United è riportato in modo lapidario che «Ronaldo non è in vendita». Probabilmente la società inglese ha voluto eliminare ogni tipo di trattativa, rivelate dallo stesso asso portoghese dopo la sconfitta della sua nazionale con la Germania. Da Basilea Ronaldo aveva riferito che esistono «grandi possibilità» riguardo al fatto che la prossima stagione possa indossare la "camiseta blanca" del Real Madrid. L'ipotesi è stata prontamente smentita dai dirigenti dei Red Devils. «Lo United non prendera' neppure in considerazioni le offerte» prosegue il comunicato sul sito internet della società. Anche se il passaggio di Ronaldo è stato più volte dato per certo, il messaggio degli inglese è molto chiaro: il 23enne fuoriclasse dello United non è in vendita.
Calciomercato - Santana lascia la Fiorentina per il Tottenham
Mario Santana approda in Premier League. Secondo il giornale inglese Sun, la Fiorentina avrebbe accettato l'offerta di cinque milioni di euro presentata dal Tottenham. L'accordo, stando sempre al quotidiano londinese, dovrebbe essere sottoscritto nei prossimi giorni quando saranno risolti anche gli ultimi dettagli del contratto del centrocampista argentino. Santana dovrebbe siglare un contratto di quattro anni con la squadra della capitale britannica, dove giocano stelle di prima grandezza come l'attaccante bulgaro Dimitar Berbatov . Dopo aver contribuito a portale la squadra a conquistare il quarto posto in Serie A, con la qualificazione ai preliminari di Champions League, e la semifinale di Coppa Uefa, Santana non era più compreso nei nuovi piani tattici dell'allenatore Cesare Prandelli. Per questo motivo è stata decisa la cessione al Tottenham, come ha confermato di recente il direttore sportivo della Fiorentina. «Abbiamo ricevuto un'offerta dal Tottenham ha spiegato Pantaleo Corvino - che ci soddisfa. Credo che Santana si unira' agli Spurs nei prossimi giorni dopo aver firmato un contratto di tre o quattro anni».
Marco Liguori
Calciomercato - Cristiano Ronaldo: "Ho grandi possibilità per il Real"
Cristiano Ronaldo ha «grandi possibilità» di finire al Real Madrid. Al termine dell'incontro con la Germanaia, terminato con l'eliminazione del Portogallo, il fuoriclasse lusitano ha scoperto le carte per un suo più che probabile passaggio alle Merengues. «Le possibilità sono grandi, poter firmare per il Real ha dichiarato Ronaldo - sarebbe un sogno, un nuovo traguardo. Ma non dipende da me, ed è per questa ragione che mi è difficile parlare». Il portoghese ha però preferito evitare di scendere nei particolari dell'operazione. Non ha voluto neppure commentare dell'eventuale offerta formale del Real Madrid, che si aggirerebbe tra i 60 e gli 80 milioni di euro): «Può essere - ha risposto il portoghese - ma non lo so. Vedremo nei prossimi giorni se riusciranno a trovare un accordo. Tutti sanno quello che vogliono, ci potrebbero essere presto delle novità». Ronaldo ha aggiunto di aver preso la sua decisione «da un po' di tempo». «Non volevo dire niente perché eravamo impegnati - ha concluso - in una competizione internazionale. E' una decisione importante ed è evidente che non è semplice per me lasciare il Manchester United. Ma semplicemente non volevo farmi sfuggire questa bella opportunità».
Marco Liguori
Calciomercato: Konko dal Genoa al Siviglia per 9 milioni
Abdoulay Konko è stato ceduto dal Genoa al Siviglia. Ne dà notizia il sito della squadra spagnola. L'esterno destro di origine francese di 24 anni, una delle rivelazioni nell'ultima stagione in serie A in maglia rossoblù, ha firmato un contratto quinquennale. La scrittura prevede anche una clausola rescissoria di 60 milioni di euro. Il costo dei diritti alle prestazioni (comunemente ancora chiamato "cartellino) di Konko, invano inseguito da lungo tempo anche da Inter e Udinese, si aggira attorno ai 9 milioni di euro.
Marco Liguori
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