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giovedì 11 settembre 2008

Accolto parzialmente ricorso del Napoli: curve chiuse fino al 20 ottobre

I tifosi potranno soltanto vedere Napoli-Reggina. Prosegue il ricorso presentato dall'avvocato Cincotti
Il ricorso del Napoli è stato parzialmente accolto dalla Corte Federale: le curve dello stadio San Paolo saranno chiuse fino al 20 ottobre anzichè fino al 31 come era stato stabilito dal giudice sportivo. Gli spettatori e gli abbonati delle curve potranno quindi vedere soltanto Napoli-Reggina. Dovranno invece saltare la gara più importante della stagione, quella del 19 ottobre contro la Juventus. Il Napoli adesso presenterà sicuramente ricorso alla Camera di conciliazione del Coni.
Resta quindi in piedi il ricorso presentato oggi al Tar dall'avvocato Carlo Cincotti contro la decisione del Giudice sportivo.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Mencucci su decisione Casms: "Si offende la dignità di Firenze"

E adesso l'ira del Viminale si abbatte anche sulla Fiorentina. Il Casms ha limitato l'accesso allo stadio Artemio Franchi esclusivamente agli abbonati viola per la gara Fiorentina-Bologna del 21 settembre. Ma la società viola protesta con forza, anche per la correttezza della sua tifoseria dimostrata in più occasioni. «Troviamo questo provvedimento non condivisibile - ha affermato in una nota l'amministratore delegato Sandro Mencucci - e contraddittorio. Da una parte si vieta ai tifosi ospiti di venire a Firenze e dall'altra si vieta ai nostri tifosi non abbonati di avere l'ingresso. Si teme forse che ci possano essere scontri tra i nostri stessi tifosi? Inoltre la Fiorentina, celebrata la scorsa settimana come società sostenuta da "una tifoseria virtuosa", oggi, senza alcun motivo, viene fortemente penalizzata per fatti avvenuti altrove. Con questo si offende la dignità di tutta una città che invece è stata elogiata in più sedi, anche dalle massime autorità sportive internazionali, come una delle più civili e corrette».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Punite Taranto e Foggia: domenica stadi a porte chiuse

La mannaia della Lega Pro si abbatte sui tifosi del Taranto (militante in Prima divisione girone B). Poco fa è stato reso noto che lo stadio "Erasmo Jacovone" resterà chiuso per la partita di domenica prossima con il Benevento. Gli organismi competenti della Lega Pro hanno stabilito le porte chiuse dopo aver accertato che l'impianto della cittadina pugliese non è stato adeguato alla normativa sulla sicurezza. 
Sempre domenica prossima, il prefetto di Foggia, Antonio Nunziante, ha stabilito che la gara Foggia-Cavese (militanti nello stesso girone del Taranto) sarà disputata, per motivi di ordine pubblico, senza tifosi ospiti sugli spalti dello stadio "Zaccheria".
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Avvocato Cincotti: «Ricorso al Tar Lazio prosegue se c'è anche una sola curva chiusa del San Paolo»

Il legale, abbonato al Napoli nei settori popolari, ha depositato stamattina l’atto giudiziario in cui chiede la sospensione del provvedimento del Giudice sportivo. Solo nel caso in cui la Corte Federale lo eliminasse, lo ritirerà

«Se la Corte di giustizia federale stasera dovesse chiudere una sola curva, io proseguirò nella mia azione davanti al Tribunale amministrativo». A parlare così a “il pallone in confusione” è l’avvocato Carlo Cincotti, che ha presentato stamattina un ricorso al Tar del Lazio contro la decisione del giudice sportivo. Il legale, abbonato da anni al Napoli, lo ha presentato anche per conto di alcuni abbonati della curva B. La decisione del magistrato sportivo Giampaolo Tosel dispone la chiusura fino al 31 ottobre prossimo delle curve del San Paolo: l’avvocato napoletano ha chiesto al Tribunale amministrativo la sospensione d’urgenza di questo provvedimento, in attesa del successivo processo e del suo annullamento.
La tesi di Cincotti è la «sproporzione tra causa ed effetto» della sanzione. «Non capisco che tipo misura di salvaguardia e prevenzione - spiega Cincotti a “il pallone in confusione” – è la chiusura delle curve. Io abbonato mi ritroverò nell’altra curva con un numero doppio di persone addosso: mi sembra anche pericoloso. Che contiguità hanno i tifosi perbene della curva con coloro che devastano i treni? In questo modo si penalizzano tutti indistintamente: ma non i veri responsabili delle violenze». L’avvocato conclude con un paragone: «è come se dopo un omicidio in un condominio si decidesse di sfrattare tutti i condomini».
Tra poco avrà inizio l’udienza dinanzi alla Corte.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

I debiti tributari, l’“assicurazione sulla vita” della Lazio

Grazie alla transazione consentita dalla legge con il fisco, che ha accettato la rateizzazione di 140 milioni in 23 anni, non conviene agli altri creditori presentare eventuali istanze di fallimento: riceverebbero solo le briciole

L’indebitamento della Lazio si è assestato a 126,04 milioni, con somme scadute per 8,69 milioni. Il dato, risalente al 31 luglio è registrato nell’ultima comunicazione Consob del 31 agosto scorso. I tifosi della Lazio però non dovranno preoccuparsi: non tanto perché la cifra è diminuita rispetto ai 129,29 milioni di fine giugno, ma per una semplice constatazione pratica. Il 20 maggio 2005 il presidente Claudio Lotito sottoscrisse l’atto di transazione in 23 anni dei debiti fiscali con l’Agenzia delle entrate «relativo alle imposte Irpef e Iva – si legge nel bilancio al 30 giugno 2007 – dovute a tutto il 31 dicembre 2004 e non versate dalle precedenti gestioni, pari a complessivi Euro 108,78 milioni, ai quali vanno aggiunti gli interessi legali (per un totale complessivo di oltre Euro 140 milioni)». Questo atto, siglato in base alla legge 178/2002 (in seguito abrogata), rappresenta la vera “assicurazione sulla vita” per la Lazio: quest’ultima, stando sempre alla comunicazione del 31 agosto scorso, deve ancora 88,72 milioni, ed ha versato regolarmente tutte le rate finora dovute al fisco secondo l’accordo.
Ma perché l’intesa raggiunta è un’“assicurazione sulla vita”? Considerato che il fisco è il maggior creditore della società biancoceleste ed è per legge il primo privilegiato in assoluto, non c’è alcuna convenienza per tutti gli altri a presentare eventuali istanze di fallimento. Infatti, sarebbe molto difficile per essi recuperare le cifre dovute dalla squadra romana, poiché l’amministrazione tributaria sarebbe la prima a incassare le somme provenienti dall’ipotetico dissesto. In più, l’Agenzia delle entrate ha garantito i suoi importi con la cessione pro-solvendo dei crediti rivenienti dagli incassi da biglietteria, mentre sul centro sportivo di Formello grava un’ipoteca iscritta dal 31 marzo 2004 dal Concessionario del servizio della riscossione della Provincia di Roma. «Tale garanzia – si legge ancora nel bilancio 2006/07 – rimarrà operativa sino alla definitiva esecuzione della transazione con l’Agenzia delle Entrate». Insomma, ai fornitori (che devono ricevere ancora 10,19 milioni), al personale (11,25 milioni) e alle società di calcio (9,38 milioni) non c’è alcun interesse a chiedere il fallimento: gli resterebbero soltanto le briciole.
Oltre a ciò, c’è un altro vantaggio per Lotito, che controlla la società biancoceleste tramite la sua Lazio Events con la quota del 61,312%. Proprio grazie alla transazione non ha dovuto effettuare un’immediata operazione di ricapitalizzazione per ripagare le somme dovute all’amministrazione tributaria. Se quest’ultima avesse subito avviato le procedure coattive di riscossione e intentato l’eventuale successiva azione fallimentare, sarebbe stato costretto a farlo: ma il numero uno laziale è stato abile a trovare la legge che ha consentito di evitare tutto questo. E tutti vissero felici e contenti.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

mercoledì 10 settembre 2008

Roma-Napoli: la testimonianza di un giornalista austriaco

«In futuro crederò ancora meno di prima alle notizie di scontri provenienti dall’Italia» racconta Reinhard Krennhuber in un'intervista a derstandard.at. «Ritardi e maltrattamenti studiati per provocare reazione. Nessun attacco, la polizia invece nei bus ha picchiato a caso»


Reinhard Krennhuber, caporedattore della rivista calcistica "Ballesterer fm", accompagnato dal collega Rosenberg, ha viaggiato insieme agli Ultras Napoletani verso Roma e prende posizione in un'intervista al derStandard.at sui fatti accaduti. L'articolo è comparso per la prima volta su http://www.asromaultras.it/updates.htm e lo ha ripreso anche www.tuttonapoli.net. Una versione differente da quella offerta dai media italiani, con il racconto di scene assurde. Il testo integrale in lingua tedesca è su http://derstandard.at/?url=/?id=1220457342474
Ecco la traduzione italiana

I media raccontano di come atti di violenza all'inizio del campionato di serie A abbiano di nuovo danneggiato l’immagine del calcio italiano. Da fonti di agenzia di stampa si apprende di come 1500 Ultras Napoletani abbiano assaltato un treno alla stazione di Napoli costringendo a scendere 300 passeggeri. Inoltre avrebbero ferito quattro controllori di Trenitalia e danneggiato e saccheggiato le carrozze. All'arrivo a Roma Termini avrebbero acceso bombe carta e usato gas lacrimogeni mentre erano scortati dalle forze dell’ordine ai bus verso lo stadio. Trenitalia parla di danni attorno ai 500.000 Euro.

Reinhard Krennhuber, caporedattore della rivista calcistica "Ballesterer fm", accompagnato dal collega Jakob Rosenberg, ha viaggiato insieme agli Ultras Napoletani in trasferta verso Roma e prende posizione in un' intervista al derStandard.at sui fatti accaduti. "Ballesterer fm" ne parlerà in un articolo che uscirà il 7 ottobre sulla crisi nel calcio italiano, raccontando in particolare i fatti della partita Roma – Napoli.

Lei è stato un testimone oculare dei fatti successi alla stazione di Napoli, ci racconta cosa in realtà è successo?
«Innanzitutto non si può assolutamente parlare di Ultras Napoletani che abbiano minacciato e fatto scendere dal treno 300 passeggeri, poi degli attacchi ai controllori di Trenitalia non ne abbiamo preso atto. Il treno sarebbe dovuto partire alle 09:24. Poco dopo le 11 i dipendenti di Trenitalia sono passati sui treni per consigliare ai passeggeri non tifosi del napoli e senza intenzione di andare a Roma di lasciare il treno e di prenderne un altro, cosa che hanno fatto tutti. Alla fine si parte alle 12:30 in un treno strapieno e sovraffollato. All’arrivo a Roma la partita era già iniziata; siamo entrati all' Olimpico al 52° minuto di gioco, una vergogna pensando che la maggior parte degli ultras aveva pagato sia il biglietto del treno che il biglietto di entrata all'Olimpico per 28 Euro. Abbiamo assistito alla demolizione dei bagni ma non si arriverebbe comunque mai alla cifra che Trenitalia ha comunicato ufficialmente, e poi qualcuno mi dica cosa ci sarebbe da saccheggiare in un treno...il tutto si sottrae alla mia immaginazione, come la notizia che gli ultras avrebbero usato gas lacrimogeni alla stazione Termini».

C'è stato qualche momento in cui avete avuto paura che potesse succedere qualcosa?
«Non abbiamo avute paure create dagli ultras napoletani, non hanno attaccato le forze dell’ordine nè alla stazione nè allo stadio, anche perchè sapevano cosa ci fosse in gioco. L’unico momento di tensione è stato quando dopo la partita sono entrate le forze dell’ordine nei bus per picchiare a caso chiunque si trovasse sulla loro via, il tutto con la scusa che queste persone avrebbero ostacolato la partenza dei bus. La cosa più assurda e che questi bus sono partiti poi dopo un'ora e mezza! Ci hanno trattenuto dentro lo stadio per 4 ore senza la possibilità di acquistare acqua o cibo. La promessa di ricevere acqua non è mai stata mantenuta!»

Il Ministero degli Interni italiano vorrebbe emettere un divieto di trasferta ai tifosi napoletani e vorrebbe far giocare a porte chiuse il Napoli sanzionando anche la società con una multa. Lei pensa che questi provvedimenti servano a qualcosa?
«No, trovo il divieto alle trasferte e le porte chiuse un provvedimento molto esagerato. La maggior parte dei tifosi napoletani non ha commesso nessun reato durante la trasferta. Le accuse che gli incidenti siano stati pianificati e orchestrati dai fans o addirittura dalla camorra mi sembrano totalmente assurde, un'invenzione. Al contrario non riesco a smettere di pensare che il tutto, cioè il ritardo e diversi maltrattamenti, siano stati studiati di proposito come per avere una reazione da parte dei tifosi per provocare una reazione ed emanare poi i provvedimenti che adesso vogliono far passare».

Il capo della polizia Antonio Manganelli parla di risultati positivi ottenuti dallo Stato contro la violenza negli stadi. Afferma che dopo la morte dell'ispettore Raciti a Catania ci sono meno incidenti. Racconta poi di come la sicurezza negli stadi sia stata migliorata e come questo abbia di nuovo attirato le famiglie con i bambini a frequentare di nuovo lo stadio. Sono fatti reali o solo belle parole?
«Gli standard di sicurezza sono stati sicuramente migliorati ma si tratta solamente di qualche cancello e qualche tornello in più all’entrata. Gli stadi italiani sono ancora nelle stesse desolanti condizioni di prima, non è cambiato niente all’interno. A parte questo lo Stato italiano usa solamente la via della repressione, non hanno alcuna intenzione di spendere soldi o lavorare insieme ai tifosi per un programma con essi. Poi trovo la deposizione di Manganelli molto cinica, pensando che nel novembre 2007 veniva ucciso Gabriele Sandri da un colpo di pistola esploso da un agente della polizia. Inoltre non riesco a vedere l'incremento delle visite allo stadio da parte di famiglie. A Roma nel settore ospiti ho notato tra le 3600 persone due che erano sopra i 50 anni e cinque o sei donne, cosa che non mi stupisce affatto visto il trattamento a volte disumano che subiscono i tifosi».

Lei a che conclusioni arriva dopo il weekend passato?
«In futuro crederò ancora meno di prima alle notizie di scontri provenienti dall’Italia. C'è una discrepanza enorme tra quello che abbiamo vissuto quel giorno e cosa hanno riportato i media il giorno seguente. Per tutta la giornata non abbiamo incontrato un collega giornalista. I media non hanno fatto alcuna ricerca sul posto, si fanno dare i servizi già pronti dall'ufficio stampa delle autorità. E in quei servizi la versione dei tifosi non viene presa in considerazione o solo minimamente. Raiuno è l’unica emittente che ha fatto parlare anche tifosi e gente comune, e non solo politici e vari esponenti delle autorità su fatti. E quella gente comune e i tifosi raccontano analoghe storie come la nostra vissuta lo scorso weekend».

(Thomas Hirner, derStandard.at, 5. September 2008)

Maroni sconfessa il Casms: niente tifosi catanesi a Milano

Incredibile dietrofront del ministro dell'Interno Roberto Maroni, che ha deciso che i tifosi del Catania non potranno recarsi sabato a Milano per seguire la partita della loro squadra contro l'Inter. Il numero uno del Viminale lo ha annunciato nel corso della sua audizione alla Commissione Affari costituzionali del Senato: in questo modo ha sconfessato il Comitato di analisi per la sicurezza nelle manifestazioni sportive, che aveva reso possibile la vendita dei biglietti ai sostenitori siciliani. I tagliandi per l'accesso allo stadio San Siro erano stati riservati però solo a chi avesse presentato «un titolo di viaggio valido e riscontrabile al fine di evitare i disagi loro causati in passato da lunghe attese notturne nelle stazioni ferroviarie»
Maroni ha spiegato ai senatori che Inter-Catania, in programma per la seconda giornata della serie A, è uno degli incontri «ad alto rischio» individuati dall'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ed esaminati dal Casms. Ieri il Casms aveva decretato il divieto di trasferta a Napoli per i tifosi della Fiorentina, a Latina per i tifosi del Sora e a Foggia per i sostenitori della Cavese.
L'impressione che si ha da tutto questo "balletto" di competenze sull'ordine pubblico è che non ci sia un organismo centrale da cui partano decisioni nette e definitive. Ma il campionato è ancora lungo e al Viminale tutto può essere corretto.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
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il pallone in confusione

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