La diciannovenne punta rossoblù era stata sottoposta al test antidoping dopo la partita in casa contro il Napoli, in cui era rimasto in panchina
L'Ufficio della Procura Antidoping del Coni ha accertato un caso di positività riguardante l'attaccante Matteo Perelli del Genoa nella gara col Napoli dello scorso 7 ottobre. Lo rende noto lo stesso Comitato Olimpico in un comunicato sul suo sito «Il Laboratorio di Roma ha rilevato - si legge nel testo della nota del Coni - nel primo campione sottoposto ad analisi, la presenza di Metabolita di Tetraidrocannabinolo > 15 ng/ml per Matteo Perelli, tesserato della Federazione Italiana Giuoco Calcio (società Genoa Cricket and Football), al controllo al controllo Coni-Nado in competizione, su richiesta della Figc, del 5 ottobre 2008 a Genova, in occasione della gara Genoa-Napoli, del Campionato di Serie A di calcio».
La dicannovenne punta rossoblù, campione Europeo under 18 con la Nazionale di categoria e considerata un vero talento dagli addetti ai lavori, era rimasta in panchina e non aveva giocato nella parita disputata al "Luigi Ferraris" contro gli azzurri.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
Clicca qui per leggere il secondo articolo: "Genoa, Perelli messo subito fuori rosa"
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la balle dans la confusion - the football in confusion - топка в неловко положение
den ball in verwirrung - la pelota en la confusión - a bola em confusão - der bal in verwarring
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martedì 21 ottobre 2008
Studio Fifa: abuso di farmaci in ultimi due Mondiali calcio
Secondo i medici della federazione internazionale ci sarebbero sospetti su cocktail di medicinali e sulle connesse ragioni terapeutiche. Tuttavia, si legge nel rapporto, «non c'è assolutamente alcuna prova scientifica» che tale uso porti «un qualche tipo di aumento di prestazioni». Invece alcuni esperti hanno evidenziato i rischi a lungo termine per gli atleti
I giocatori impegnati nelle ultime due edizioni dei Mondiali hanno assunto, in media, un numero di farmaci due volte superiore al limite legale. L'allarme arriva da uno studio del settore medico della Fifa, basato sui rapporti redatti da 2.950 medici delle squadre di 32 Paesi che hanno partecipato ai Mondiali del 2002 e del 2006. Alcuni giocatori sono arrivati ad assumere cocktail di dieci diversi farmaci. Tra le sostanze più diffuse ci sono antidolorifici, come ibuprofene e aspirina, rilassanti muscolari, anestetici via endovenosa, anti-allergenici e integratori alimentari. Nello studio, gli esperti non si esprimono con certezza sui possibili vantaggi fisici che i calciatori avrebbero potuto ottenere dall'enorme utilizzo di farmaci, sottolineando tuttavia che il fenomeno è delicato e va osservato a lungo termine. "E' possibile che abbiano potuto ottenere una sorta di aumento delle performance dai diversi farmaci assunti", ha detto il dottor Gerard Varlotta, un medico sportivo dell'Istituto di medicina riabilitativa di New York, non connesso allo studio della Fifa. I medicinali che figurano nei rapporti delle varie Nazionali sono stati tutti assunti 72 ore prima di ogni partita. Complessivamente, nel giro di due edizioni dei Mondiali, sono stati consumate 10.384 sostanze, per il 57 per cento integratori alimentari e per il 43 veri e propri farmaci. Numeri che, scrivono il responsabile del settore medico della Fifa Jiri Dvorak e i suoi colleghi, "sollevano interrogativi sul fatto che i medicinali siano presi solamente per ragioni terapeutiche". Tuttavia, si legge nel rapporto, "non c'è assolutamente alcuna prova scientifica" che un tale uso di farmaci porti "un qualche tipo di aumento di prestazioni". La preoccupazione della Fifa è che "ci siano eccessive prescrizioni di medicinali da parte dei medici delle squadre per uomini adulti che sono sostanzialmente sani".
Se la Fifa si mantiene prudente, altri esperti hanno più dubbi sulla salubrità dei cocktail di farmaci assunti dai calciatori. "Se riduci le infiammazioni, tecnicamente i tuoi muscoli lavoreranno meglio", ha spiegato ancora il dottor Varlotta. L'uso sistematico di antidolorifici, in sostanza, riduce la percezione del dolore e può aiutare i giocatori a migliorare le proprie prestazioni. Ma non solo: ci potrebbero essere ulteriori effetti da più medicinali assunti contemporaneamente. "Se si pratica sport ad alto livello - ha aggiunto il medico di New York - i muscoli sono stressati e lo è anche il sistema osseo e questo porta invariabilmente a delle infiammazioni. Questi farmaci tengono lontano il dolore e ti permettono di giocare meglio". Ad inizio anno, uno studio negli Stati Uniti ha mostrato che dosi quotidiane di ibuprofene o paracetamolo (due principi attivi contenuti nei più diffusi antidolorifici) contribuiscono ad aumentare la massa muscolare. La Fifa, nel suo rapporto, non ha posto l'accento sui legami tra uso di farmaci e risultati sul campo. "Le conclusioni non ci dicono se questi medici hanno o meno un effetto", ha fatto notare il direttore del reparto di medicina dello sporto al Maimonides Medical Center di New York, che ha messo in guardia sui possibili effetti a lungo termine. Lui, come altri colleghi, ha evidenziato come l'abuso di sostanze come paracetamolo possano causare ulcere, disfunzioni renali o interferire con i processi di ricomposizione ossea. Secondo Sasson, "gli atleti che mischiano e abbinano queste sostanze possono assolutamente essere a rischio".
Fonte: Apcom
I giocatori impegnati nelle ultime due edizioni dei Mondiali hanno assunto, in media, un numero di farmaci due volte superiore al limite legale. L'allarme arriva da uno studio del settore medico della Fifa, basato sui rapporti redatti da 2.950 medici delle squadre di 32 Paesi che hanno partecipato ai Mondiali del 2002 e del 2006. Alcuni giocatori sono arrivati ad assumere cocktail di dieci diversi farmaci. Tra le sostanze più diffuse ci sono antidolorifici, come ibuprofene e aspirina, rilassanti muscolari, anestetici via endovenosa, anti-allergenici e integratori alimentari. Nello studio, gli esperti non si esprimono con certezza sui possibili vantaggi fisici che i calciatori avrebbero potuto ottenere dall'enorme utilizzo di farmaci, sottolineando tuttavia che il fenomeno è delicato e va osservato a lungo termine. "E' possibile che abbiano potuto ottenere una sorta di aumento delle performance dai diversi farmaci assunti", ha detto il dottor Gerard Varlotta, un medico sportivo dell'Istituto di medicina riabilitativa di New York, non connesso allo studio della Fifa. I medicinali che figurano nei rapporti delle varie Nazionali sono stati tutti assunti 72 ore prima di ogni partita. Complessivamente, nel giro di due edizioni dei Mondiali, sono stati consumate 10.384 sostanze, per il 57 per cento integratori alimentari e per il 43 veri e propri farmaci. Numeri che, scrivono il responsabile del settore medico della Fifa Jiri Dvorak e i suoi colleghi, "sollevano interrogativi sul fatto che i medicinali siano presi solamente per ragioni terapeutiche". Tuttavia, si legge nel rapporto, "non c'è assolutamente alcuna prova scientifica" che un tale uso di farmaci porti "un qualche tipo di aumento di prestazioni". La preoccupazione della Fifa è che "ci siano eccessive prescrizioni di medicinali da parte dei medici delle squadre per uomini adulti che sono sostanzialmente sani".
Se la Fifa si mantiene prudente, altri esperti hanno più dubbi sulla salubrità dei cocktail di farmaci assunti dai calciatori. "Se riduci le infiammazioni, tecnicamente i tuoi muscoli lavoreranno meglio", ha spiegato ancora il dottor Varlotta. L'uso sistematico di antidolorifici, in sostanza, riduce la percezione del dolore e può aiutare i giocatori a migliorare le proprie prestazioni. Ma non solo: ci potrebbero essere ulteriori effetti da più medicinali assunti contemporaneamente. "Se si pratica sport ad alto livello - ha aggiunto il medico di New York - i muscoli sono stressati e lo è anche il sistema osseo e questo porta invariabilmente a delle infiammazioni. Questi farmaci tengono lontano il dolore e ti permettono di giocare meglio". Ad inizio anno, uno studio negli Stati Uniti ha mostrato che dosi quotidiane di ibuprofene o paracetamolo (due principi attivi contenuti nei più diffusi antidolorifici) contribuiscono ad aumentare la massa muscolare. La Fifa, nel suo rapporto, non ha posto l'accento sui legami tra uso di farmaci e risultati sul campo. "Le conclusioni non ci dicono se questi medici hanno o meno un effetto", ha fatto notare il direttore del reparto di medicina dello sporto al Maimonides Medical Center di New York, che ha messo in guardia sui possibili effetti a lungo termine. Lui, come altri colleghi, ha evidenziato come l'abuso di sostanze come paracetamolo possano causare ulcere, disfunzioni renali o interferire con i processi di ricomposizione ossea. Secondo Sasson, "gli atleti che mischiano e abbinano queste sostanze possono assolutamente essere a rischio".
Fonte: Apcom
domenica 19 ottobre 2008
Statistiche Torino-Cagliari: i granata si mangiano le mani
Il Torino si sta sicuramente mangiando le mani, dopo la sconfitta col Cagliari. Di sicuro, se l'allenatore Gianni De Biasi leggesse le statistiche lo starebbe sicuramente facendo. La superiorità dei granata in campo, almeno stando ad alcuni dati Panini Digital-Lega Calcio, è stata marcata: in modo particolare in attacco con il 40,8% contro il 37,8% degli isolani, prevalenza territoriale di 10 minuti e 17 secondo contro gli appena 7 minuti degli avversari, su un totale di 515 palle giocate (448 quelle dei sardi).
Dove sta l'inghippo? Probabilmente nella percentuale degli attacchi verso la porta avversaria, dove il Cagliari ha avuto la meglio con il 44,4%: a ciò bisogna aggiungere che i tiri in porta dei rossoblù di Allegri sono stati 9 con 5 nello specchio della rete, contro i 12 totali del Toro che ne ha indirizzati solo 7 verso il portiere Marchetti. E alla fine il Cagliari ha concretizzato questa sua migliore propensione offensiva: Torino è stato più pericoloso, ma con poco costrutto. Anzi, si può sottolineare l'ottima resa del goleador isolano Acquafresca: due tiri, un gol. Decisamente meglio delle punte avversarie Amoruso e Bianchi: otto tiri in due, senza esito.
In difesa si è riscontrato un sostanziale equilibrio: Torino 55,6%, Cagliari 56,3%. Il prossimo turno riserva per i granata il derby con la Juve: c'è da giurare che i tifosi vorrebbero un netto calo nella pericolosità della squadra, ma con una sola rete che garantisca il successo sulla Vecchia Signora.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
I NUMERI DI TORINO-CAGLIARI

Dove sta l'inghippo? Probabilmente nella percentuale degli attacchi verso la porta avversaria, dove il Cagliari ha avuto la meglio con il 44,4%: a ciò bisogna aggiungere che i tiri in porta dei rossoblù di Allegri sono stati 9 con 5 nello specchio della rete, contro i 12 totali del Toro che ne ha indirizzati solo 7 verso il portiere Marchetti. E alla fine il Cagliari ha concretizzato questa sua migliore propensione offensiva: Torino è stato più pericoloso, ma con poco costrutto. Anzi, si può sottolineare l'ottima resa del goleador isolano Acquafresca: due tiri, un gol. Decisamente meglio delle punte avversarie Amoruso e Bianchi: otto tiri in due, senza esito.
In difesa si è riscontrato un sostanziale equilibrio: Torino 55,6%, Cagliari 56,3%. Il prossimo turno riserva per i granata il derby con la Juve: c'è da giurare che i tifosi vorrebbero un netto calo nella pericolosità della squadra, ma con una sola rete che garantisca il successo sulla Vecchia Signora.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
I NUMERI DI TORINO-CAGLIARI

Sintesi di Napoli-Juventus 2-1
Il trionfo del Napoli nella notte magica del 18 ottobre 2008.
La cronaca è di Raffaele Auriemma.
La cronaca è di Raffaele Auriemma.
Statistiche Panini-Lega: vittoria netta del Napoli sulla Juve
Decisamente migliore rispetto ai bianconeri il rendimento offensivo degli azzurri (52,1%) mentre più che soddisfacente è stata la propria capacità di difendere la porta (61,8%)
I numeri delle statistiche indicano che il Napoli ha ottenuta una netta vittoria sulla Juventus. I dati della Panini Digital-Lega Calcio riportano il miglior rendimento offensivo della squadra di Eddy Reja su quella di Claudio Ranieri. A fronte di una percentuale di attacco alla porta del 42%, gli azzurri hanno conseguito un indice di pericolosità (composto dalla capacità di mantenere il possesso palla, capacità di verticalizzare, capacità di giungere al tiro, capacità di creare occasioni da rete) del 52,1%: al contrario la Vecchia Signora, se per il primo ha ottenuto un 38,2% tutto sommato abbastanza positivo, si è rivelata decisamente meno pericolosa sotto la porta avversaria a causa del mediocre 40,7%. La supremazia territoriale della squadra di casa è stata piuttosto marcata: il tempo totale di possesso palla nella metà campo avversaria ha superato i 10 minuti contro gli 8 minuti e 40 secondi circa della Juve. Maggior possesso palla (54% contro 46%) e palle giocate (538 contro 489) del Napoli.
L'unico dato in pari riguarda i tiri: quattro nello specchio della porta e 12 in totale. Cinque di essi spettano alla coppia d'attacco Del Piero-Amauri (che ha segnato l'unico gol bianconero): il Napoli ha risposto con quattro di Hamsik (un gol) e due di Lavezzi (un gol). In difesa, la migliore protezione della propria porta è toccata al Napoli con il 61,8%. Tuttavia, tre difensori juventini hanno ottenuto il maggior numero di palle recuperate, superati solo da Santacroce: Chiellini, Molinaro e Grygera. Quasi alla pari il dato dei passaggi riusciti: 59,5% dei partenopei contro 59,3% dei piemontesi. Il migliore degli azzurri è stato Gargano con 46 passaggi: dieci in meno per Grygera, il migliore dei bianconeri.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
IL RIEPILOGO DI NAPOLI-JUVENTUS 2-1
(cliccare sopra per ingrandire)

I numeri delle statistiche indicano che il Napoli ha ottenuta una netta vittoria sulla Juventus. I dati della Panini Digital-Lega Calcio riportano il miglior rendimento offensivo della squadra di Eddy Reja su quella di Claudio Ranieri. A fronte di una percentuale di attacco alla porta del 42%, gli azzurri hanno conseguito un indice di pericolosità (composto dalla capacità di mantenere il possesso palla, capacità di verticalizzare, capacità di giungere al tiro, capacità di creare occasioni da rete) del 52,1%: al contrario la Vecchia Signora, se per il primo ha ottenuto un 38,2% tutto sommato abbastanza positivo, si è rivelata decisamente meno pericolosa sotto la porta avversaria a causa del mediocre 40,7%. La supremazia territoriale della squadra di casa è stata piuttosto marcata: il tempo totale di possesso palla nella metà campo avversaria ha superato i 10 minuti contro gli 8 minuti e 40 secondi circa della Juve. Maggior possesso palla (54% contro 46%) e palle giocate (538 contro 489) del Napoli.
L'unico dato in pari riguarda i tiri: quattro nello specchio della porta e 12 in totale. Cinque di essi spettano alla coppia d'attacco Del Piero-Amauri (che ha segnato l'unico gol bianconero): il Napoli ha risposto con quattro di Hamsik (un gol) e due di Lavezzi (un gol). In difesa, la migliore protezione della propria porta è toccata al Napoli con il 61,8%. Tuttavia, tre difensori juventini hanno ottenuto il maggior numero di palle recuperate, superati solo da Santacroce: Chiellini, Molinaro e Grygera. Quasi alla pari il dato dei passaggi riusciti: 59,5% dei partenopei contro 59,3% dei piemontesi. Il migliore degli azzurri è stato Gargano con 46 passaggi: dieci in meno per Grygera, il migliore dei bianconeri.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
IL RIEPILOGO DI NAPOLI-JUVENTUS 2-1
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venerdì 17 ottobre 2008
I soci-tifosi della Juve: via Cobolli Gigli e Blanc
In un documento con quattro punti, presente sul forum j1897.com si chiedono le dimissioni del cda assieme alla vendita del pacchetto di maggioranza da parte dell’Ifil a «favore di un investitore, straniero od italiano che sia slegato e non suddito dalla lobby politico finanziaria tipicamente italiana»
Alla vigilia della partitissima Napoli-Juventus e dell’assemblea dell’approvazione del bilancio 2008 tira aria di contestazione tra la tifoseria bianconera. Lo si può leggere ad esempio sui post del forum www.j1897.com: in modo particolare su quello dedicato all’assise dei soci del prossimo 28 ottobre, che si preannuncia molto intensa e vibrante come una finale di Champions League. In esso vi sono riportati quattro punti chiave. Si chiedono senza mezzi termini le dimissioni per la fine della stagione in modo particolare del presidente Giovanni Cobolli Gigli e dell’amministratore delegato Jean Claude Blanc: ma ovviamente anche di tutto il consiglio di amministrazione. I tifosi-azionisti li ritengono inadeguati all’incarico.
Il secondo punto riguarda la dimostrazione «attraverso dati (investimenti diretti delle proprietà di Juventus, Inter, e Milan negli ultimi 20 anni) e considerazioni inconfutabili – spiegano i tifosi – che l'attuale maggiore azionista di maggioranza non è in grado di supportare attraverso risorse finanziarie ed organizzative la Juventus F.C: investimenti assolutamente esigui rispetto alla concorrenza nazionale ed internazionale». I sostenitori bianconeri ritengono che l’Ifil agisca solo per «strumentalizzazione per fini speculativi». Da ciò deriverebbe, a loro dire, «il mancato delisting della società dalla Borsa, che rappresenta un grandissimo macigno per la competitività della Juventus, quotazione che è un caso unico tra i più grandi club europei che hanno tutti azionariati o investitori a capo, e non holding come Ifil il cui fine è il lucro». Invece, gli estensori del documento sottolineano che «la Juventus deve avere come priorità il conseguimento di risultati sportivi, e non il lucro a favore della holding che ne controlla la maggioranza e dei suoi azionisti».
Il secondo punto è propedeutico al terzo, dove si chiede all’Ifil la cessione del pacchetto di maggioranza. La finanziaria di casa Agnelli lo dovrebbe compiere a «favore di un investitore, straniero od italiano che sia slegato e non suddito dalla lobby politico finanziaria tipicamente italiana, che possa far fronte agli investimenti che una società come la Juve richiede per essere leader per quanto riguardo l'aspetto sportivo a livello nazionale ed internazionale, e che possa finalmente accelerare ed ammodernare con interventi economicamente più sostanziosi, rispetto a progetti vigenti, come la costruzione del nuovo stadio, bloccato per anni dall'attuale proprietà disinteressata». I tifosi della Vecchia signora si auspicano «una proprietà che a differenza dell'attuale azionista di maggioranza non intrattenga rilevanti rapporti d'affari ed industriali con esponenti di vertice delle principali società avversarie, da anteporre al bene della Juve come è stato fin qui fatto».
L’ultima parte del documento chiede «che vengano davvero intraprese tutte le vie legali» per «tutelare tifosi e persone che hanno lavorato tra mille difficoltà» dagli avvenimenti del maggio 2006, ossia di Calciopoli. Secondo i sostenitori, il processo sportivo «ha sostanzialmente scippato» scudetti e giocatori alla squadra bianconera.
Infine nel post si invita a partecipare in massa all’assemblea e a tenere presente le modalità di partecipazione. Il tifoso "Mago di Ios" spiega che «basta anche una sola azione. Occorre andare alla banca presso cui detieni il conto titoli su cui sono depositate le azioni Juve e chiedere il biglietto per la partecipazione all'assemblea (conviene non ridurti proprio all'ultimo perché la banca ci può mettere qualche giorno a rilasciare il biglietto). Sul biglietto per la partecipazione all'assemblea c'è lo spazio per indicare un eventuale delegato. E' sufficiente indicare le informazioni richieste sul delegato direttamente sul biglietto».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
Alla vigilia della partitissima Napoli-Juventus e dell’assemblea dell’approvazione del bilancio 2008 tira aria di contestazione tra la tifoseria bianconera. Lo si può leggere ad esempio sui post del forum www.j1897.com: in modo particolare su quello dedicato all’assise dei soci del prossimo 28 ottobre, che si preannuncia molto intensa e vibrante come una finale di Champions League. In esso vi sono riportati quattro punti chiave. Si chiedono senza mezzi termini le dimissioni per la fine della stagione in modo particolare del presidente Giovanni Cobolli Gigli e dell’amministratore delegato Jean Claude Blanc: ma ovviamente anche di tutto il consiglio di amministrazione. I tifosi-azionisti li ritengono inadeguati all’incarico.
Il secondo punto riguarda la dimostrazione «attraverso dati (investimenti diretti delle proprietà di Juventus, Inter, e Milan negli ultimi 20 anni) e considerazioni inconfutabili – spiegano i tifosi – che l'attuale maggiore azionista di maggioranza non è in grado di supportare attraverso risorse finanziarie ed organizzative la Juventus F.C: investimenti assolutamente esigui rispetto alla concorrenza nazionale ed internazionale». I sostenitori bianconeri ritengono che l’Ifil agisca solo per «strumentalizzazione per fini speculativi». Da ciò deriverebbe, a loro dire, «il mancato delisting della società dalla Borsa, che rappresenta un grandissimo macigno per la competitività della Juventus, quotazione che è un caso unico tra i più grandi club europei che hanno tutti azionariati o investitori a capo, e non holding come Ifil il cui fine è il lucro». Invece, gli estensori del documento sottolineano che «la Juventus deve avere come priorità il conseguimento di risultati sportivi, e non il lucro a favore della holding che ne controlla la maggioranza e dei suoi azionisti».
Il secondo punto è propedeutico al terzo, dove si chiede all’Ifil la cessione del pacchetto di maggioranza. La finanziaria di casa Agnelli lo dovrebbe compiere a «favore di un investitore, straniero od italiano che sia slegato e non suddito dalla lobby politico finanziaria tipicamente italiana, che possa far fronte agli investimenti che una società come la Juve richiede per essere leader per quanto riguardo l'aspetto sportivo a livello nazionale ed internazionale, e che possa finalmente accelerare ed ammodernare con interventi economicamente più sostanziosi, rispetto a progetti vigenti, come la costruzione del nuovo stadio, bloccato per anni dall'attuale proprietà disinteressata». I tifosi della Vecchia signora si auspicano «una proprietà che a differenza dell'attuale azionista di maggioranza non intrattenga rilevanti rapporti d'affari ed industriali con esponenti di vertice delle principali società avversarie, da anteporre al bene della Juve come è stato fin qui fatto».
L’ultima parte del documento chiede «che vengano davvero intraprese tutte le vie legali» per «tutelare tifosi e persone che hanno lavorato tra mille difficoltà» dagli avvenimenti del maggio 2006, ossia di Calciopoli. Secondo i sostenitori, il processo sportivo «ha sostanzialmente scippato» scudetti e giocatori alla squadra bianconera.
Infine nel post si invita a partecipare in massa all’assemblea e a tenere presente le modalità di partecipazione. Il tifoso "Mago di Ios" spiega che «basta anche una sola azione. Occorre andare alla banca presso cui detieni il conto titoli su cui sono depositate le azioni Juve e chiedere il biglietto per la partecipazione all'assemblea (conviene non ridurti proprio all'ultimo perché la banca ci può mettere qualche giorno a rilasciare il biglietto). Sul biglietto per la partecipazione all'assemblea c'è lo spazio per indicare un eventuale delegato. E' sufficiente indicare le informazioni richieste sul delegato direttamente sul biglietto».
Marco Liguori
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Lo "zumpo" da rigore di Favero e le risate dei napoletani
Cronaca di un Napoli-Juventus del dicembre 1987 con comica finale: il folle fallo di mano del difensore bianconero regala graziosamente un’insperata massima punizione agli azzurri che vincono 2-1
«I che zumpo ch’a fatto Favero! Pareva ca pigliav’ ‘e palomme». Si traduce ad uso dei cultori della lingua di Dante: «Ma che salto in aria ha compiuto Favero! Sembrava che volesse prendere le colombe a volo». L’espressione fu proferita da un tifoso napoletano del settore distinti dello stadio San Paolo il 13 dicembre 1987 e ascoltata da chi scrive: una giornata fredda e incolore, non propriamente partenopea. Quel pomeriggio domenicale (all’epoca si disputavano tutte le partite alle 14.30) si disputava un Napoli-Juventus che ebbe una conclusione del tutto particolare, completamente inaspettata. Diciamolo pure: una comica alla Totò e Peppino o, se preferite altri grandi comici, alla Stanlio e Ollio. Ne fu protagonista, completamente volontario, il difensore bianconero Luciano Favero, giunto da Avellino alla corte di Casa Agnelli per sostituire Claudio Gentile, il terzino campione del mondo del Mundial spagnolo del 1982. Era un giocatore onesto, non brillava certo per qualità tecniche, ma in compenso aveva molta carica agonistica e buona resistenza atletica. Quel giorno, come gli accadde anche in altre occasioni, doveva marcare il più grande talento calcistico dell’epoca, il "divin" Diego Armando Maradona.
La partita si era messa subito bene per il Napoli, prima in classifica e reduce dal confortante pareggio a Milano contro l’Inter, che si portò in vantaggio al 26° minuto con Nando "Rambo" De Napoli dopo una pressione iniziale sulla non irresistibile difesa juventina. Nel secondo tempo gli azzurri calano di tono: il tecnico Ottavio Bianchi sostituisce prima Sola con Bruscolotti e poi Careca con Miano,. La squadra ha un’impostazione più prudente, ma in questo modo si lascia spazio ai bianconeri, che realizzano l’1-1 al 76° con Antonio Cabrini, l’altro difensore reduce dal trionfo della Coppa del Mondo.
Manca ormai una manciata di minuti alla fine dell’incontro, che sembra ormai incanalato su un giusto pareggio. Ma arriva proprio a quattro minuti dalla fine la "magia" di Favero. Il difensore juventino segue nella sua area di rigore Maradona, mentre arriva un cross proveniente dalla sinistra dello schieramento offensivo del Napoli. Il terzino non sembra in difficoltà rispetto al Pibe de oro, che anzi lo tiene sotto stretta marcatura. Nonostante ciò, decide all’improvviso di effettuare un gesto inconsulto: si eleva in aria con uno scatto felino, come se fosse una pantera pronta a ghermire una preda volatile, e con il braccio destro completamente innalzato verso il cielo tocca il pallone con la mano. E’ rigore: per giunta anche sacrosanto. La scena è seguita dagli 80mila del San Paolo, dai cui spalti, nell’incredulità generale per il gentile regalo di Favero, parte una risata fragorosa. Nemmeno sul campetto in mattoni dell’oratorio dei Salesiani al Vomero si era mai vista una cosa simile. Batte il rigore lo stesso Maradona, che segna mandando il portiere bianconero Tacconi a prendere un caffè sul lato opposto a quello dove si insacca il pallone. E’ il 2-1: il Napoli resta saldamente primo in classifica con tre punti di vantaggio sulla Sampdoria, mentre la Juventus è ricacciata a sette lunghezze di distanza dalla vetta. Dispiace che su You tube non siano presenti immagini di quella storica "topica juventinensis". Nelle interviste del dopo partita, il cronista della Rai chiede all’allenatore bianconero Rino Marchesi il perché del gesto inconsulto di Favero: "Non voglio fare alcun commento" rispose con un’espressione facciale a metà strada tra lo sconsolato e l’irato. Chissà se al ritorno a Torino ne avrà dette quattro al povero difensore, che aveva regalato due punti (all’epoca la vittoria dava questo punteggio) insperati agli avversari.
Purtroppo alla fine del campionato Maradona e soci regaleranno al Milan berlusconiano lo scudetto: ma questa è un’altra storia.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
«I che zumpo ch’a fatto Favero! Pareva ca pigliav’ ‘e palomme». Si traduce ad uso dei cultori della lingua di Dante: «Ma che salto in aria ha compiuto Favero! Sembrava che volesse prendere le colombe a volo». L’espressione fu proferita da un tifoso napoletano del settore distinti dello stadio San Paolo il 13 dicembre 1987 e ascoltata da chi scrive: una giornata fredda e incolore, non propriamente partenopea. Quel pomeriggio domenicale (all’epoca si disputavano tutte le partite alle 14.30) si disputava un Napoli-Juventus che ebbe una conclusione del tutto particolare, completamente inaspettata. Diciamolo pure: una comica alla Totò e Peppino o, se preferite altri grandi comici, alla Stanlio e Ollio. Ne fu protagonista, completamente volontario, il difensore bianconero Luciano Favero, giunto da Avellino alla corte di Casa Agnelli per sostituire Claudio Gentile, il terzino campione del mondo del Mundial spagnolo del 1982. Era un giocatore onesto, non brillava certo per qualità tecniche, ma in compenso aveva molta carica agonistica e buona resistenza atletica. Quel giorno, come gli accadde anche in altre occasioni, doveva marcare il più grande talento calcistico dell’epoca, il "divin" Diego Armando Maradona.
La partita si era messa subito bene per il Napoli, prima in classifica e reduce dal confortante pareggio a Milano contro l’Inter, che si portò in vantaggio al 26° minuto con Nando "Rambo" De Napoli dopo una pressione iniziale sulla non irresistibile difesa juventina. Nel secondo tempo gli azzurri calano di tono: il tecnico Ottavio Bianchi sostituisce prima Sola con Bruscolotti e poi Careca con Miano,. La squadra ha un’impostazione più prudente, ma in questo modo si lascia spazio ai bianconeri, che realizzano l’1-1 al 76° con Antonio Cabrini, l’altro difensore reduce dal trionfo della Coppa del Mondo.
Manca ormai una manciata di minuti alla fine dell’incontro, che sembra ormai incanalato su un giusto pareggio. Ma arriva proprio a quattro minuti dalla fine la "magia" di Favero. Il difensore juventino segue nella sua area di rigore Maradona, mentre arriva un cross proveniente dalla sinistra dello schieramento offensivo del Napoli. Il terzino non sembra in difficoltà rispetto al Pibe de oro, che anzi lo tiene sotto stretta marcatura. Nonostante ciò, decide all’improvviso di effettuare un gesto inconsulto: si eleva in aria con uno scatto felino, come se fosse una pantera pronta a ghermire una preda volatile, e con il braccio destro completamente innalzato verso il cielo tocca il pallone con la mano. E’ rigore: per giunta anche sacrosanto. La scena è seguita dagli 80mila del San Paolo, dai cui spalti, nell’incredulità generale per il gentile regalo di Favero, parte una risata fragorosa. Nemmeno sul campetto in mattoni dell’oratorio dei Salesiani al Vomero si era mai vista una cosa simile. Batte il rigore lo stesso Maradona, che segna mandando il portiere bianconero Tacconi a prendere un caffè sul lato opposto a quello dove si insacca il pallone. E’ il 2-1: il Napoli resta saldamente primo in classifica con tre punti di vantaggio sulla Sampdoria, mentre la Juventus è ricacciata a sette lunghezze di distanza dalla vetta. Dispiace che su You tube non siano presenti immagini di quella storica "topica juventinensis". Nelle interviste del dopo partita, il cronista della Rai chiede all’allenatore bianconero Rino Marchesi il perché del gesto inconsulto di Favero: "Non voglio fare alcun commento" rispose con un’espressione facciale a metà strada tra lo sconsolato e l’irato. Chissà se al ritorno a Torino ne avrà dette quattro al povero difensore, che aveva regalato due punti (all’epoca la vittoria dava questo punteggio) insperati agli avversari.
Purtroppo alla fine del campionato Maradona e soci regaleranno al Milan berlusconiano lo scudetto: ma questa è un’altra storia.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
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