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giovedì 25 settembre 2008

De Laurentiis: la responsabilità oggettiva va eliminata

«E' un principio che esiste dal 1933 e che ha fatto il suo tempo» ha dichiarato il presidente del Napoli

Finalmente Aurelio De Laurentiis si pronuncia contro la responsabilità. Stamattina, prima di entrare all'assemblea della Lega Calcio a Milano, ha definito come obsoleto questo principio della giustizia sportiva: esso prescinde dalle reali responsabilità delle società. E' chiaro il riferimento del presidente del Napoli per la sanzione della chiusura delle curve dello stadio San Paolo decisa dopo gli incidenti avvenuti in occasione di Roma-Napoli. «Non ci si può nascondere dietro il dito della responsabilità oggettiva, un principio che esiste dal 1933 e che ha fatto il suo tempo», ha dichiarato De Laurentiis al suo arrivo negli uffici della Lega in via Rosellini. 
De Laurentiis ha spiegato che «a scuola una volta c'era quell'antipatica situazione in cui una persona scriveva i nomi dei buoni e dei cattivi sulla lavagna. Coloro che adesso stanno facendo la stessa cosa nel calcio devono smetterla, essere piu' moderni e lasciare lavorare in pace le societa». «Sono successe delle cose, ma non con i tifosi bensì con persone che non hanno nulla a che fare con il tifo», ha proseguito De Laurentiis riferendosi agli incidenti della stazione Termini.
Il numero uno azzurro non ha lasciato cadere l'ipotesi di agitatori infiltrati con le sciarpe del Napoli: «Io posso andare sul luogo di un delitto e lasciare elementi di identificabilità per fuorviare. Ora basta sediamoci attorno a un tavolo e ognuno si prenda le proprie responsabilità: facciamo in modo che gli incidenti non accadano, e se accadono non gestiamoli con regole vecchie di oltre sessant'anni».

L’avvocato degli abbonati delle curve del San Paolo: non parteciperemo all’arbitrato Coni

Fabio Turrà spiega a “il pallone in confusione” che, per favorire l’accordo tra Napoli e Figc e nell’interesse dei tifosi, non intende sovrapporsi al ricorso principale

L’avvocato degli abbonati delle curve del San Paolo, Fabio Turrà, non si presenterà all’udienza dell’arbitrato del Coni per favorire l’accordo tra il Napoli e la Figc. Il legale, che si è visto oppore il diniego all’ammissione della presentazione dell’istanza per i suoi assistiti in sede di Conciliazione, spiega a “il pallone in confusione” che ha preso questa decisione innanzitutto per un motivo di ordine pratico. «Non presentare una nuova "istanza di ammissione all'intervento di terzi" – afferma Turrà - nel procedimento arbitrale che si terrà in settimana al Coni, malgrado l’art.10 comma 7 del Regolamento di tale organo giudiziario consenta l’intervento di terzi nell’arbitrato, come previsto anche dell’art.5 comma 10 per la procedura di conciliazione».
L’avvocato specifica che «le stesse ragioni, ossia passione e amore per lo sport e per la giustizia, che mi hanno spinto ad impegnarmi affinché venisse annullata o ridotta la sanzione subita dalla S.S.Calcio Napoli in via diretta, ma subita ancora di più dagli incolpevoli tifosi delle curve A e B, mi inducono questa volta a non partecipare all’arbitrato, anche perché la Camera del CONI si è già pronunciata con una decisione poco condivisibile in merito all’art.5 comma 10 del Regolamento». In pratica, il legale, dopo aver ricevuto un primo “no” dai conciliatori, rischierebbe di riceverne un altro anche in sede di arbitrato. L’organismo del Coni molto probabilmente addurrebbe come motivo il fatto che nel concetto di «terzi» di cui parla il regolamento non possono essere inclusi gli abbonati del Napoli. Concetto, a detta dell’avvocato Turrà, molto opinabile.
Il legale prosegue il suo colloquio con “il pallone in confusione” con una iniezione di ottimismo per l’esito del ricorso del Napoli. «Sono sicuro, infatti, che la società Calcio Napoli ha fatto e sta facendo tutto il possibile, anche nell'interesse dei propri sostenitori, per contrastare e/o attenuare la sanzione ingiustamente comminata dagli organi di Giustizia Sportiva. Sono cautamente ottimista per la riapertura “condizionata” delle curve per Napoli-Juventus». Turrà conclude con un’ulteriore motivazione giuridica del suo ritiro davanti all’ultimo grado della giustizia sportiva. «Sono riuscito nel mio intento di far sentire anche il peso, la determinazione e le sacrosante ragioni degli abbonati delle curve – sottolinea il legale – nel giudizio di conciliazione dinanzi alla Camera del Coni. Questo perché se è vero che gli stessi non sono stati ammessi in quell'udienza i giudici hanno letto attentamente ed hanno anche riflettuto sui motivi esposti nell'istanza da me presentata. Ritengo però strategicamente più giusto, in questa fase, evitare inutili sovrapposizioni difensive con il Napoli».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Arbitrato Napoli-Figc per curve chiuse: udienza il 3 ottobre al Coni

In un comunicato stampa, la Camera di conciliazione e arbitrato per lo sport ha reso noto che è stata fissata per venerdì 3 ottobre, alle ore 15, presso gli uffici dello stadio Olimpico a Roma, l'udienza arbitrale relativa per la sanzione delle curve chiuse dello stadio San Paolo imposta dalla giustizia sportiva. Saranno di fronte il Napoli e la Federazione italiana gioco calcio. Il collegio arbitrale sarà composto dal presidente Dario Buzzelli e dagli avvocati Angelo Piazza e Marcello de Luca Tamajo, in qualità di arbitri. 
Come anticipato martedì scorso da "il pallone in confusione" non sarà presente Fabio Turrà, l'avvocato che rappresentava un gruppo di tifosi napoletani. Seguirà a breve la sua intervista.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

mercoledì 24 settembre 2008

Juventus: il ritorno in A costa un rosso di 20,8 milioni

La società bianconera aveva perso nella stagione in B solo 0,9 milioni. I ricavi, pari a 203,7 milioni, sono aumentati del 9,1%, ma sono stati sovrastati dai costi (+18,4%, pari a 174,5 milioni). Forte ascesa per quelli da personale tesserato da 95 a 112,7 milioni. Chiesta alla Lega calcio la rescissione del contratto di Andrade

Il ritorno in serie A costa molto alla Juventus. La società ha comunicato in una nota di aver chiuso l'esercizio 2007/08 con una perdita di 20,8 milioni: nella stagione precedente, disputata in B, aveva concluso con un risultato negativo di 0,9 milioni. L'assemblea degli azionisti è stata convocata per il prossimo 28 ottobre. 
Il conto economico presenta uno squilibrio nel risultato operativo pari a 10,3 milioni contro un saldo precedente positivo di € 6,5 milioni. La società spiega che ciò è «effetto principalmente dei minori proventi netti derivanti dalla cessione dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori e della svalutazione del diritto pluriennale alle prestazioni sportive del calciatore Andrade». E a proposito del calciatore portoghese, la società bianconera ha chiesto l'8 agosto scorso al Collegio arbitrale della Lega la risoluzione del suo contratto a causa di due gravi infortuni. «In considerazione dell’impossibilità di recupero del calciatore -si legge nel comunicato della Juventus - all’attività agonistica, la Società ha proceduto a svalutare integralmente il valore residuo del relativo diritto pluriennale con un effetto economico sull’esercizio 2007/2008 negativo per € 6,8 milioni».
I ricavi, pari a 203,7 milioni, sono aumentati del 9,1%. Si segnala il più che cospicuo introito da diritti televisivi, ammontato a 124,2 milioni per una variazione assoluta di 31,3 milioni sull'anno precedente. Ciò ha compensato il calo dei proventi da gestione calciatori, passati da 41,5 a 17,1 milioni. I costi sono lievitati del 18,4%, assestandosi sui 174,5 milioni. Tra essi spicca la robusta ascesa di quelli del personale tesserato da 95 a 112,7 milioni (+17,7 milioni).  «Gli ammortamenti e le svalutazioni dei diritti calciatori dell’esercizio 2007/2008 -prosegue la nota bianconera - sono complessivamente pari a € 32,3 milioni, in aumento rispetto a € 22,8 milioni al 30 giugno 2007, principalmente per effetto della svalutazione del valore di carico residuo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Almeida Gomes de Andrade (€ 6,8 milioni) nonchè per effetto degli investimenti netti effettuati nel corso della Campagna Trasferimenti 2007/2008, parzialmente compensato dagli effetti del prolungamento dei piani di ammortamento dei diritti pluriennali alle prestazioni sportive di alcuni calciatori a seguito del rinnovo anticipato dei relativi contratti». La consistenza del patrimonio netto al 30 giugno scorso è di 95,4 milioni, in diminuzione rispetto a € 116,3 milioni dell'anno precedente «per effetto del risultato netto dell’esercizio (€ -20,8 milioni) e di altre variazioni minori per € -0,1 milioni» come segnalato dalla Juventus.
Infine, la società ha segnalato tra i fatti avvenuti dopo la chiusura dell'esercizio, che la prima fase della campagna acquisti (1° luglio-1° settembre) ha comportato acquisizioni per 38,7 milioni e cessioni per 6,4 milioni. Il saldo è positivo per 32,2 milioni.  «L’impatto economico nell’esercizio 2008/2009 relativo alle plusvalenze e minusvalenze - conclude il comunicato - da cessione di diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori sarà positivo per € 15,7 milioni. Gli acquisti e le cessioni a titolo temporaneo dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori hanno determinato un effetto economico-finanziario positivo per € 0,7 milioni».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Respinto dal Tar Lazio il ricorso degli avvocati Cincotti e Manzo

Lo ha dichiarato a "il pallone in confusione" lo stesso Cincotti. Le curve dello stadio San Paolo resteranno chiuse sia stasera nella partita contro il Palermo, sia in occasione dell'incontro con la Juve

«Il Tar ha respinto il nostro ricorso d'urgenza». Lo ha dichiarato poco fa telefonicamente a "il pallone in confusione" l'avvocato Carlo Cincotti, che con il suo collega che assieme a Giampiero Manzo ha presentato, per conto di alcuni abbonati, l'istanza di sospensiva con urgenza al Tribunale amministrativo del Lazio contro la chiusura delle curve del San Paolo, stabilita dalla giustizia sportiva. Quindi la sanzione resta confermata sia per la partita contro il Palermo di stasera, sia per quella contro la Juventus del 19 ottobre prossimo. A questo punto occorre sperare nell'udienza dell'arbitrato davanti al Coni, dove saranno presenti il Napoli e la Figc, per ottenere lo "sconto" della riapertura dei settori per la sfida con la Vecchia Signora.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Lettera aperta al ministro dell’Interno Roberto Maroni

Siamo un gruppo di giornalisti che vogliono esternare la loro incredulità per la decisione del Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive di vietare la trasferta ai tifosi partenopei in occasione di Genoa-Napoli di domenica 5 ottobre. Ma c’è di più: è stato deliberato di imporre la vendita di un solo biglietto riservato ai residenti in Liguria. E tutto questo nonostante un gemellaggio di antica data tra le tifoserie azzurra e rossoblù. Ci domandiamo quale episodio cruento sia accaduto in passato tra napoletani e genoani, a causa del quale il Casms ha deciso di punirli così duramente. Noi francamente non lo ricordiamo: invece, abbiamo ancora negli occhi le immagini della splendida festa del 10 giugno 2007, quando le due squadre furono promosse in serie A. Non ci furono disordini, scontri o incidenti. Allora perché è stato deciso questo “blocco”?
Con rispetto parlando, ci sembra che con questo provvedimento ci sia la volontà di colpire duramente la sola tifoseria napoletana, che sembra che funga da capro espiatorio per tutte. Allo stato attuale bisogna ancora capire cosa sia accaduto domenica 31 agosto in occasione di Roma-Napoli. I dubbi sono stati sollevati da numerose inchieste giornalistiche: una per tutte, quella pubblicata dall’edizione napoletana de “La Repubblica” del 13 settembre scorso, intitolata “Il giallo dell'Intercity sparito, indagini sui danni a Trenitalia”. Sabato scorso è stato accoltellato un tifoso della Reggina da un ultrà della Roma: è un episodio grave, ma finora non sono stati presi provvedimenti in merito. Invece, tutti i tifosi del Napoli indiscriminatamente devono subire il pugno duro: anche quelli che si comportano correttamente e civilmente allo stadio, i quali sono la maggioranza. In uno stato di diritto si punisce, con fermezza e decisione, soltanto coloro che si macchiano di comportamenti illeciti. Ma in questo caso anche gli innocenti sono puniti al pari dei rei.
Le chiediamo che riesamini l’opportunità del provvedimento di blocco della trasferta a Genova, che penalizza a senso unico i sostenitori del Napoli. Confidiamo in un suo ripensamento: siamo certi che comprenderà che i tifosi napoletani non sono tutti esagitati, come i sostenitori di tutte le altre squadre italiane.
La salutiamo cordialmente

Marco Liguori (direttore de "il pallone in confusione)

Francesco Molaro (direttore di "Tuttonapoli.net)

Massimo Sergio (direttore di "Napolisoccer.net)


N. B.
Il testo è reperibile anche sul link http://marcoliguori.blogspot.com/2008/09/lettera-aperta-al-ministro-dellinterno.html
La presente lettera è stata inserita sul link http://firmiamo.it/letteraapertaalministrodellinternorobertomaroni per ottenere le firme di adesione dei tifosi napoletani
I colleghi che lo desiderassero, possono aderire a questa lettera aperta firmando sul sito http://firmiamo.it/letteraapertaalministrodellinternorobertomaroni oppure sui siti http://marcoliguori.blogspot.com/, www.tuttonapoli.net, www.napolisoccer.net

Sanzioni tifosi Napoli: politici, se ci siete battete un colpo

Il vicepresidente della Provincia di Verona si lamenta del mancato inserimento nella lista dei "buoni" dei tifosi del Chievo con il direttore dell'Osservatorio, che così tornano in "paradiso". A quando una nota di protesta ufficiale di esponenti napoletani per le inique sanzioni a cui è sottoposta la tifoseria azzurra?

Poco fa l'Ansa ha battuto la notizia che per l'Osservatorio sulle manifestazioni sportive del ministero dell'Interno la tifoseria del Chievo è ritornata tra quelle "buone". Anzi, per meglio precisare il direttore Domenico Mazzilli  ha scritto che «è sana e stimata» in una lettera al vicepresidente della Provincia di Verona Antonio Pastorello. La "retromarcia" del numero uno dell'organismo del Viminale è arrivata dopo che l'esponente politico si era lamentato alcuni giorni fa riguardo alla mancata citazione dei supporters del Chievo nella graduatoria delle "buone tifoserie" nel rapporto sul tifo, dove sono presenti i sostenitori di Lazio e Fiorentina. Ma leggiamo il carteggio tra i due. «Questi tifosi - ha affermato Mazzilli nella missiva - sono citati quale mero esempio di successo: dopo le intemperanze degli anni passati, hanno intrapreso un positivo percorso di dialogo sia con le istituzioni, sia nei confronti dei sostenitori delle squadre avversarie. Tra quelle "buone" è da includere senza dubbio - ribadisce il direttore - la tifoseria del Chievo, insieme alla maggioranza dei tifosi di tutte le altre squadre». Pastorello ha risposto affermando di essere «soddisfatto della celerità con cui il presidente Mazzilli ha risposto è importante constatare che l'esempio positivo della tifoseria del Chievo abbia una evidenza nazionale».
Dunque è bastata una "raccomandazione" di un politico a certificare il "bollino blu" della bontà dei tifosi del Chievo. Forse non sarebbe neppure servita: a memoria d'uomo non si ricordano episodi truci in cui siano stati coinvolti i sostenitori degli "asini volanti". Ma è stato necessario l'intervento del vicepresidente della provincia. In teoria potrebbe accadere anche per i tifosi del Napoli, in modo da ottenere un provvedimento di clemenza, visto che, anche da quanto documentato da inchieste giornalistiche, esistono ancora numerosi punti oscuri su ciò che è accaduto nel corso della giornata di domenica 31 agosto. Le responsabilità dei tifosi sono ancora tutte da dimostrare. Tuttavia, a parte le dichiarazioni del sindaco Rosa Russo Iervolino e del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, non si sono sentite altre voci di politici napoletani in favore della squadra di De Laurentiis e della sua tifoseria: né dal centrodestra, né dal centrosinistra. Anzi, sarebbe stato più opportuno scrivere una lettera ufficiale di rimostranze al direttore dell'Osservatorio, come ha fatto Pastorello. Invece, non è accaduto nulla di tutto questo, purtroppo in una logica di indifferenza bipartisan. Neppure il Club Napoli Montecitorio, nato nel luglio 2007, ha dato segnali di vita. Intanto, il Napoli sta per terminare di scontare la squalifica delle curve del San Paolo chiuse e c'è stato il divieto di andare in trasferta a Genova per la partita con i "gemellati" rossoblù. Anzi, è vietato anche ai napoletani residenti in altre regioni, ad eccezione della Liguria, di recarsi allo stadio "Luigi Ferraris". A tutto ciò si aggiunge il divieto generale delle trasferte enunciato dal ministro Maroni. Politici napoletani, se ci siete, battete un colpo!
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
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il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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