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giovedì 16 ottobre 2008

Tv svizzera: le partite del campionato italiano rischiano oscuramento

La Televisione svizzera italiana (Rtsi) rischia l'oscuramento per la trasmissione in chiaro delle partite del campionato di calcio italiano di serie A. Secondo quanto riferisce oggi il quotidiano ''La RegioneTicino'', un ''potente network italiano'' non avrebbe gradito l'iniziativa di Comano di diffondere in chiaro i match, tanto da essere intervenuto e quindi le partite potrebbero essere oscurate già a partire da Roma-Inter in programma domenica prossima. Il responsabile del Dipartimento dello sport della Rtsi, Andreas Wyden, ha spiegato al giornale ticinese che "il contratto firmato è in piena regola e si basa su norme e con venzioni internazionali. Quando si sigla un accordo di diffusione per la Svizzera - fa notare Wyden - non significa che il segnale finisca dentro i confini nazionali. In fatti puo' andare oltre, grazie ad un diritto sancito dalle nor me europee". ''Insomma -si legge sul quotidiano- appena si è saputo che la televisione svizzera iniziava a trasmettere le partite di calcio, qualcuno ha cominciato a non gradire l'iniziativa, e le proteste non sono mancate, proteste che sarebbero arrivate all'indomani della partita Milan-Inter quando, stando al racconto di Andreas Wyden, sarebbero "iniziate le pressioni sulla società che gesti sce i diritti del calcio italiano in Europa e dalla quale li abbiamo comperati".

La preoccupazione è palese, dato che ci potrebbe essere concretamente la possibilità che il segnale per trasmettere le partite venga effettivamente oscurato, "e tutto cio' in barba ad un regolare contratto", aggiunge Wyden alla ''Regione Ticino''. Già da oggi Wyden proverà a risolvere la delicata vertenza e riuscire a trovare entro domenica "una soluzione soddisfacente". Il 1 ottobre scorso, sul ''Corriere del Ticino'', venne pubblicato un servizio in merito alla compravendita, da parte della RTSI, dei diritti per trasmettere le partite del campionato di calcio italiano. Secondo quanto riportato dal ''Corriere del Ticino'', sarebbe stata una società luganese, la Heikon SA, a vendere all'emittente pubblica ticinese i diritti per una cifra inferiore al milione di euro. Danilo Mansi, direttore della SA, aveva rivelato al quotidiano di essersi assicurato i diritti nel giugno scorso e di averli poi concessi a Comano "dopo una trattativa in cui le parti si sono trovate in buona sintonia". "Siamo attivi a livello internazionale - aveva spiegato Mansi- ma avevamo bisogno di un segnale forte per farci conoscere ulteriormente; inoltre volevamo concedere i diritti alla SRG-SSR Idèe Suisse per evitare che il prodotto venisse strumentalizzato e che finisse per essere trasmesso dappartutto tranne che sulle reti pubbliche; sono convinto che la Tsi saprà valorizzarlo".

In particolare, la Rtsi aveva annunciato il 19 settembre scorso di aver acquisito i diritti in chiaro di una partita per ognuno dei restanti 34 turni della Serie A di calcio italiana. Il primo appuntamento era fissato per domenica 28 settembre su TSI2 con il derby della Madonnina tra Milan e Inter e si era continueto la domenica successiva con la partita Cagliari-Milan. "Ci siamo mossi come si fa sempre in questi casi, non è stata una trattativa particolarmente complicata e la cifra, che non divulghiamo anche per rispetto degli accordi con la controparte, è risultata essere una cifra giusta", aveva spiegato Andreas Wyden. Alla domanda se con l'accordo la televisione svizzera-italiana intendesse cercare pubblico nella fascia di confine, il responsabile del Dipartimento dello Sport della Rtsi aveva replicato: "No, più che altro pensiamo alla Svizzera tedesca e francese dove vive una numerosa colonia di italiani e ticinesi che sono appassionati di calcio ed in particolare della Serie A". I diritti acquisiti riguardano le partite casalinghe di 12 squadre: Inter, Milan, Juventus, Roma, Lazio, Bologna, Fiorentina, Torino, Genoa, Cagliari, Catania, Lecce. Nel dettaglio sono stati acquisiti i diritti per 27 posticipi domenicali (inizio trasmissione 20.20, inizio partita alle 20.30), un posticipo di sabato (11 aprile 2009), due turni di mercoledì (29 ottobre e 28 gennaio) e una partita a scelta per ognuno degli ultimi quattro turni. Nel caso in cui il posticipo non venisse giocato in casa da una delle squadre che hanno ceduto i diritti, la TSI potrà scegliere una delle altre partite del turno. Le partite saranno accompagnate da una trasmissione in studio con ospiti, approfondimenti e commenti tecnici.Con questa operazione la TSI è l'unica televisione europea a diffondere in chiaro le partite del campionato italiano. (Adnkronos)

mercoledì 15 ottobre 2008

Crac Messina: ipotesi di falso in bilancio per i fratelli Franza

I Pm hanno notificato a entrambi nuovi avvisi di garanzia dopo l'accusa di concorso in abuso di ufficio per le concessioni degli stadi "San Filippo" e "Celeste" e le aree di pertinenza 

Nuovi avvisi di garanzia sono stati notificati ai fratelli Pietro e Vincenzo Franza, presidente e vice presidente della F.C. Messina calcio. Dopo l'accusa di concorso in abuso di ufficio per le concessioni degli stadi "San Filippo" e "Celeste" e le aree di pertinenza, adesso arriva anche quella di falso in bilancio. La Procura di Messina, coi sostituti procuratori Vito Di Giorgio, Fabrizio Monaco, Francesca Ciranna e Maria Pellegrino, vuol vederci chiaro sulla gestione amministrativa delle società Messina Calcio e Mondomessina, che gestisce il sito internet della società, il servizio di biglietteria ed il merchandising. Società, che per ammissione degli stessi Franza, avrebbero accumulato debiti pari a 28,3 milioni di euro dal 2006. La sezione di Pg della Guardia di Finanza ha sequestrato gli atti ed i bilanci relativi alla gestione delle due società, a partire dal 2006 ad oggi. Nell'inchiesta per le concessioni degli stadi e le aree di pertinenza sono stati anche indagati l'ex direttore generale (ora assessore alle opere pubbliche) del Comune di Messina, Gianfranco Scoglio (centrodestra), il suo successore Emilio Fragale (centrosinistra) e l'ex commissario straordinario del Comune Gaspare Sinatra. In un'altra vicenda giudiziaria che vede coinvolta sempre la Fc Messina dei Franza, l'avvocato Aurora Notarianni, che assiste l'ex medico sociale del Fc Messina Filippo Ricciardi, ha depositato un ricorso contro la decisione del giudice del lavoro Alessandra Santalucia che, nei giorni scorsi, aveva respinto la richiesta di un sequestro preventivo del credito di un milione di euro vantato in Lega Calcio dalla società dei Franza che coprirebbe quello preteso dal dott. Ricciardi, che sostiene di dovere ricevere 536mila euro per retribuzioni mai ottenute. (Asca)

La crisi finanziaria non toccherà la Bundesliga

Lo ha dichiarato il direttore generale Seifert al quotidiano  Frankfurter Allgemeine Zeitung, sottolineando che i club in Germania spendono per gli ingaggi dei calciatori il 40% delle entrate . Il dirigente non ha però spiegato se esistono debiti riguardanti somme dovute ai giocatori, al fisco, agli enti previdenziali e alle banche per prestiti

L'Adnkronos ha ripreso le dichiarazioni rilasciate al quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung da Christian Seifert, direttore generale della Lega Calcio tedesca (Dfl), sullo stato di salute dei conti del calcio tedesco. «Forse la Bundesliga ha meno glamour di altri campionati. Di sicuro è più sana e più affidabile» ha affermato il dirigente. Seifert è sicuro che la crisi finanziaria che ha investito i mercati mondiali non avrà effetti negativi sulla Bundesliga. «Non possiamo escludere che ci troveremo in acque agitate - ha proseguito il direttore generale - ma la nostra barca è in buone condizioni». I club in Germania «spendono per gli ingaggi dei giocatori circa il 40% delle entrate. In altri paesi si arriva al 60-70%». Insomma, sembrerebbe una stoccata alla Lega Calcio nostrana, dove di recente è scattato l'allarme per il pagamento degli stipendi in serie B. Resta però da capire quale sia lo stato debitorio delle società della massima serie tedesca. Se è vero che adesso la spesa degli emolumenti ai calciatori è abbastanza ridotta, si dovrebbe capire se esistono somme dovute dai club non solo agli eroi del campionato, ma anche al fisco, agli enti previdenziali e alle banche per prestiti. E' anche su questi indicatori che si misura la salute del sistema calcistico: ma questo Seifert non lo dice. Ci si attendono dati in merito.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

martedì 14 ottobre 2008

L’ombra del dubbio sulla dichiarazione di incompetenza del Coni

L’avvocato Fabio Turrà spiega a “il pallone in confusione” che secondo l’articolo 30 dello statuto Figc la Camera di Conciliazione avrebbe potuto esprimersi sul ricorso del Napoli contro la sanzione delle curve chiuse

Non vi è cosa più odiosa della negazione della giustizia. La decisione della Camera di Conciliazione e Arbitrato del Coni ha un sapore beffardo: essa si basa su una interpretazione letterale stretta dell’art. 30 comma 3 lett. c) dello Statuto della Figc secondo il quale, letteralmente: “non sono soggette ad arbitrato le controversie decise … in via definitiva dagli Organi della giustizia sportiva federale … che abbiano dato luogo a sanzioni …comportanti: … c) l’obbligo di disputare una o più gare a porte chiuse…”
Sulla base di una sbrigativa interpretazione di tale articolo dello Statuto, la Camera del Coni si è dichiarata incompetente a decidere sulla controversia riguardante la riapertura di alcuni settori (le curve) dello stadio San Paolo, ma a ben vedere la norma in questione pare riferirsi alla chiusura totale dello stadio, che è cosa ben diversa. Diversamente opinando, stante la professata rigidità di applicazione delle regole statutarie da parte federale, avremmo dovuto leggere (magari in un inciso) che la Camera del Coni è incompetente a decidere delle sanzioni comportanti l’obbligo di disputare una o più gare a porte, anche solo parzialmente, chiuse.
Correttamente l’arbitro designato dal Napoli, Angelo Piazza, ha dissentito dall’interpretazione dell’altro componente del collegio designato dalla Figc, Marcello de Luca Tamajo, e del presidente Dario Buzzelli, e tale dissenso è stato annotato nella laconica decisione finale, che si riporta testualmente: «Il Collegio Arbitrale composto dal Presidente, Avv. Dario Buzzelli, e dagli arbitri Prof. Avv. Angelo Piazza e Avv. Marcello de Luca Tamajo, riunito in Roma in data 13 ottobre 2008, ha deliberato a maggioranza dei voti il seguente lodo nel procedimento di Arbitrato promosso dalla S.S. Calcio Napoli Spa contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio: 1) Dichiara la incompetenza del Collegio Arbitrale; 2) Dichiara le parti costituite tenute in egual misura, con vincolo di solidarietà, al pagamento dei diritti degli arbitri, come separatamente liquidati, nonché dei diritti amministrativi della Camera di Conciliazione e Arbitrato per lo Sport; 3) Compensa tra le parti le spese di lite; Così deliberato a maggioranza dei voti, con il dissenso del Prof. Avv. Angelo Piazza. Roma, 14 ottobre 2008».
Mi sia consentita una nota finale: la Figc e il Coni hanno perso, con l’uso di una eccessiva rigidità interpretativa delle norme, una buona occasione per far prevalere il buon senso che dovrebbe sempre animare il loro operato.
Fabio Turrà
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Arbitrato Napoli-Figc: curve del San Paolo restano chiuse

Il collegio arbitrale del Coni si e' dichiarato incompetente in merito al ricorso del Napoli contro la chiusura delle curve dello stadio San Paolo, decisa dopo i disordini della prima giornata di campionato con la Roma. La decisione e' stata presa a maggioranza dal collegio arbitrale presieduto dall'avvocato Dario Buzzelli, con il dissenso dell'avvocato Angelo Piazza. (Adnkronos)
''La scelta operata dai giudici e' stata quella di decidere di non decidere. In questo modo al Napoli e' stata negata sia la giustizia sportiva e, visti i tempi, sabato c'e' la gara con la Juventus, anche quella amministrativa''. E' dura la presa di posizione dell'avvocato Mattia Grassani sulla dichiarazione di ''incompetenza'' della Camera di conciliazione e arbitrato del Coni circa il ricorso del club partenopeo contro la chiusura delle porte decisa dal giudice sportivo dopo gli incidenti alla prima di campionato. ''Ritengo il lodo erroneo, infondato e negatorio dei piu' elementari principi di giustizia - ha aggiunto il legale -. La soluzione adottata dall'organo ha impedito ogni disamina, nel merito, dei fatti di causa. Perche' il Collegio non ha, invece, di chiudere le porte in faccia al Napoli, affrontato e preso posizione circa i concreti argomenti portati all'attenzione della Camera di conciliazione?''. Materiale che, sottolinea Grassani, convergeva ''verso l'estraneita' della societa' Napoli da qualsivoglia responsabilita' negli incidenti di Roma-Napoli. Possibile che il supremo organo di giustizia sportiva non abbia concesso agli azzurri il diritto di difesa che a tutti viene riconosciuto avanti al Coni? Una vicenda cosi' delicata, dopo la pronuncia del Giudice sportivo Tosel, ha avuto un solo grado di giudizio, quello della Corte di giustizia federale in Figc. La scelta operata dai giudici e' stata quella di decidere di non decidere''. ''Sulle anomalie di questa pronuncia - conclude l'avvocato del Napoli -, almeno sotto il profilo procedurale, emblematica risulta che e' stata presa non all'unanimita', ma a maggioranza, evento che, in oltre 250 lodi arbitrali, dal 2002 ad oggi, si e' verificato, a mia memoria, una o due sole altre volte anni e anni fa''. (ANSA)

Tar Lazio: non comprovato il patto tra Lotito e Mezzaroma

Non è stata sufficientemente motivata la «natura parasociale del patto» tra Claudio Lotito e l'imprenditore Roberto Mezzaroma avente ad oggetto l'acquisto di concerto di azioni ordinarie della SS Lazio spa. Lo scrive il Tar del Lazio nelle motivazioni della sentenza con la quale ha annullato la delibera della Consob che il 30 gennaio scorso precisò, tra l'altro, che nella vicenda dell'acquisto delle azioni della società, «non essendo stata promossa l'Opa entro trenta giorni dal superamento della soglia rilevante» era da applicare «il divieto di esercizio del diritto di voto relativo alla partecipazione posseduta da Lotito a decorrere dal 6 luglio 2005 e fino alla data di alienazione della partecipazione eccedente il 30 percento del capitale sociale della SS Lazio, pari a 9.806.603 azioni, corrispondenti a circa il 14,48 percento del capitale sociale». Per il Tar, non risulta «congruamente lumeggiata l'incidenza di una partecipazione pari al 14,61 percento nella vita dell'emittente, specie in considerazione del possesso, in capo all'azionista di riferimento, di una quota azionaria pari circa al doppio di quell'ammontare». (ANSA)

Il mistero irrisolto degli orologi bianconeri

Il collegio sindacale della Juventus ha così risposto nella sua relazione al bilancio 2008 alla seconda denuncia presentata dall’azionista Marco Bava: «le notizie ed i documenti disponibili non consentono di definire l’elenco dei destinatari»

I destinatari dei 57 Rolex d’oro da 2500 euro ciascuno? «Le notizie ed i documenti disponibili non consentono di definire l’elenco dei destinatari». E’ questa la risposta del collegio sindacale della Juventus, inserita nella relazione al bilancio chiuso al 30 giugno 2008, all’azionista Marco Bava, che aveva ripresentato nel corso dell’assemblea del 26 ottobre 2007 una denuncia secondo le disposizioni dell’articolo 2408 del Codice civile. E a questo punto, molto probabilmente i nomi dei beneficiari di questi orologi, su cui si era molto parlato e favoleggiato, non si conosceranno mai.
La vicenda degli orologi era balzata agli onori della cronaca circa un anno fa in un articolo del quotidiano Liberomercato. In esso si evidenziava che Bava aveva presentato un’altra denuncia agli "sceriffi" bianconeri nell’assise sociale del 26 ottobre 2006 in cui è stato approvato il bilancio chiuso al precedente 30 giugno. Questo è l’esercizio che in cui sedevano ancora nel cda bianconero, fino al mese di maggio, l’amministratore delegato Antonio Giraudo e il consigliere di amministrazione con poteri esecutivi, nonché direttore generale, Luciano Moggi. Bava nella sua denuncia aveva chiesto ai tre sindaci juventini di indagare «sulle spese di rappresentanza ed in particolare su quante di queste vanno ricondotte a Moggi e Giraudo, per verificare se queste siano servite per occultare spese ad personam». Il collegio aveva risposto nel dettaglio sulle spese. Tra esse c’era una voce molto particolare del dettaglio, riguardante «143mila euro ad orologi del costo medio unitario di 2.500 euro circa». Già all’epoca i sindaci non avevano dato indicazioni su chi potessero essere i beneficiari dei 57 orologi, non specificando se fossero da polso, da tavolo o da muro. Il collegio sindacale, per questi regali e le restanti spese, aveva affermato che «non è verificabile una significativa destinazione "ad personam" delle stesse».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
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il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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