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martedì 3 novembre 2009

Juventus-Napoli, tifosi napoletani aggrediti: chi paga?

Permettete una parola? Siamo alle solite: la Juventus, come tutte le altre grandi squadre del calcio italiano non si toccano. La riprova? Sabato scorso, al termine della splendida e meritata vittoria del Napoli a Torino, ci sono state alcune aggressioni ai danni di tifosi azzurri. Ne ha dato notizia il sito Pianetanapoli.it: «Vergognosa caccia al tifoso napoletano si è verificata nei settori dello stadio Olimpico di Torino al termine del match tra Juventus e Napoli. In particolare ci sono state segnalate aggressioni ad un padre con il figlio ed a una coppia di fidanzati che hanno avuto la sola sciagura di esultare ai gol azzurri. Altro che pace, gli juventini non hanno tollerato la vittoria del Napoli e subito si sono sfogati con i tifosi azzurri presenti nei loro settori di competenza; prima spazio ai soliti insulti ed improperi razzisti, subito dopo si è passato al linciaggio materiale con gli steward presenti impassibili di fronte a quanto accadeva».
Il lunedì successivo il quotidiano "Il Mattino" riportava una lettera di un tifoso napoletano che vive a Torino in cui denunciava di aver subito un’aggressione da parte di sostenitori bianconeri. Gaetano Senatore racconta che «già durante la partita venivo aggredito verbalmente dalle persone presenti in tribuna con frasi razziste; ormai a conoscenza dopo 10 anni del livello intellettivo dei piemontesi sorvolavo. Alla fine della partita però, sul varco dal settore W1 della tribuna, venivo aggredito da supporter juventini e solo la mia stazza fisica mi permetteva di divincolarmi rimettendoci solo la mia sciarpa AZZURRA». Il tifoso prosegue spiegando che "la polizia interveniva solo tardivamente per permettere ai tifosi napoletani che aspettavano all'interno e che dopo il mio episodio si erano fermati di uscire". Ma non finisce qui: Senatore sottolinea un fatto ancor più grave. «Tuttavia notavo – scrive il tifoso – l'ASSOLUTA ASSENZA di personale di sicurezza della società Juventus F.C. (i cosiddetti steward) tanto ligi all'inizio della partita nel sequestrare gli accendini (i tifosi juventini fumano in tribuna irrispettosi dei vicini e dei divieti) ma che si erano completamente dissolti quando era necessario che svolgessero il loro compito di sorveglianza chiamando le forze dell'ordine che invece sono state richiamate dal sottoscritto». Insomma, era stato lasciato in balia dei suoi aggressori. E pensare che l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive e il Casms avevano disposto la chiusura del settore ospiti, dimenticando però due cose. Primo: i "cattivoni" non sono solo tra i tifosi del Napoli. Secondo: i sostenitori azzurri sono residenti in molte regioni del Nord. Come facciano in questo caso gli organismi del Viminale a vietare l’ingresso a questi ultimi, è un mistero: anzi, com’è già accaduto in altre occasioni, non l’hanno vietato affatto e si sono mescolati i napoletani con i tifosi della squadra di casa (ricordo la gara con l’Inter nell’ottobre 2007). Anzi, rammento a questo proposito anche che lo scorso campionato i tifosi del Genoa erano andati a Roma per seguire la partita contro i giallorossi, nonostante la chiusura del settore ospiti, sedendosi in altre zone dell’Olimpico. Essi si erano inseriti tra i supporter avversari in modo ordinato e disciplinato, senza creare problemi. Al ritorno però alcuni di essi hanno subito un’aggressione in treno da alcuni personaggi armati di coltello: ancora oggi non si conoscono i nomi dei responsabili.
Come ho già scritto più volte, suggerisco una "prova di tifo", in modo che si possa impedire l’accesso allo stadio. Battute a parte, ci si chiede: dov’è la tanto decantata sicurezza? E soprattutto a questo punto ci si attendono misure drastiche da parte del ministero dell’Interno: ma se non ci sono denunce, è improbabile che si possano prendere. Gaetano Senatore ha scritto di riservarsi «nei prossimi giorni di valutare con i miei legali se l'assenza degli steward che ha reso possibile la mia aggressione può comportare una responsabilità della società Juventus F.C. ed una denuncia all'autorità giudiziaria». Sarebbe l’occasione migliore per dimostrare che gli atteggiamenti violenti non sono solo della tifoseria napoletana. Inoltre si potrebbe anche vedere se Osservatorio e Casms infliggano una severa ed esemplare punizione ai tifosi bianconeri. Magari un divieto di trasferta per un determinato periodo.
Dal piano dell’ordine pubblico passiamo a quello della giustizia sportiva. Oggi il giudice sportivo non ha assolutamente fatto menzione degli incresciosi episodi accaduti sabato sera all’Olimpico. Si dirà: la quaterna degli ufficiali di gara, i commissari di campo e i collaboratori della Procura federale devono riportarli nei loro verbali. Possibile mai che nessuno di essi abbia visto o sentito nulla? La settimana scorsa è stato segnalato da alcuni di essi il comportamento esecrabile dei tifosi napoletani che hanno disturbato il portiere del Milan Dida con un laser: è arrivata la diffida per il Napoli che potrebbe subire la squalifica del San Paolo. Stavolta, invece, non è successo nulla: eppure dai racconti di Pianetanapoli e di Gaetano Senatore sembre che si sia verificato un tafferuglio molto concitato, che non è sfociato in rissa solo per miracolo. E che dire dei cori razzisti con cui, secondo quanto affermato da Senatore, la tifoseria juventina «ha accolto i tifosi napoletani e la squadra del Napoli per tutta la durata della partita, anche quando la loro squadra era in vantaggio». Questi cori sono sempre purtroppo ripetuti come litanie demenziali in molti altri stadi di squadre settentrionali. Si domanda all’arbitro Damato e a tutti i responsabili federali presenti a Torino: ma questo comportamento non è severamente punito dal Codice di giustizia sportiva? Oppure esistono i soliti due pesi e due misure tra squadre di diverse aree geografiche della nostra Penisola? Insomma, siamo alle solite: nel nostro campionato esistono figli e figliastri.
Marco Liguori
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lunedì 2 novembre 2009

ESCLUSIVA IL PALLONE IN CONFUSIONE – INCHIESTA: I ricavi degli stadi di proprietà in Europa? Derivano dai biglietti

E' questo il risultato dell'esame dei bilanci di 11 grandi società calcistiche: se è vero che i diritti tv sono bilanciati dalle altre voci, le somme derivanti dalle attività commerciali sono però inferiori a quelle da botteghino. La costruzione dei nuovi impianti andrebbe incontro a una serie di problemi scio-finanziari da non trascurare

Costruire nuovi stadi per aumentare i ricavi sembra essere la nuova parola d’ordine del calcio italiano. Aumentare i ricavi da stadio non sarà un’impresa semplice. Ci sono diversi ordini di problematiche da affrontare. Il Pallone in Confusione in questa sua esclusiva inchiesta ne cita solo tre, limitiandoci a quelle strutturali, finanziarie e socio-culturali, che richiedono l’applicazione di strategie a lungo termine per essere risolte. Le problematiche strutturali che vanno dalla progettazione alla realizzazione dell’impianto, passando attraverso i vari piani regolatori ed opere di urbanizzazione, richiedono certamente più di qualche anno per essere risolti. Si pensi al progetto dello stadio della Juventus, sono passati circa dieci anni dal suo avvio.Le problematiche finanziarie non sono da meno. Da quali fonti di finanziamento attingere i soldi per costruire? Facendo aumenti di capitale ad hoc? Contraendo dei mutui, aumentando l’indebitamento delle società? Rendendo edificabili terreni agricoli e vendendo gli appartamenti che si potranno costruire? E chi paga gli oneri di urbanizzazione di queste nuove zone (se non addirittura nuove piccole città) ubicate molto spesso al di fuori del centro urbano senza strade? I ricavi generati dall’investimento saranno in grado di ripagarlo?Le problematiche socio-culturali, presuppongono che si inneschi nella mentalità del tifoso un nuovo modo di vivere lo stadio, come luogo di ritrovo e di socializzazione e non come luogo di scontro. Stadi nuovi, soprattutto più accoglienti e dotati di diverse attrazioni devono essere in grado di schiodare dalla poltrona il tifoso televisivo abbonato alla pay-TV. Risolte positivamente tali problematiche non è escluso che le presenze negli stadi possano aumentare, generando “nuovi” ricavi, da intendersi sia come di utilizzo a pieno della “capacità produttiva” dello stadio, che di nuove forme di proventi derivanti da attività accessorie (ristoranti, alberghi, negozi).Possiamo semplicemente definire come “ricavi da stadio” quei componenti positivi di reddito derivanti dalle attività che si svolgono nello stadio o nelle sue adiacenze. Per dare una definizione corretta di “ricavo da stadio” si dovrebbe a priori definire “lo stadio” in funzione dell’attività che esso è destinato a svolgere, anche in considerazione di chi è il proprietario. Definendo lo stadio come un bene immobile strumentale destinato ad ospitare eventi sportivi e di altro genere, come ad esempio concerti musicali, dovremmo dedurre che la principale fonte di ricavo che uno stadio può produrre è la vendita dei biglietti per assistere a tali eventi. Per generare ulteriori ricavi tali strutture immobiliari, che insistono su aree molte estese, dovrebbero garantire la presenza di ristoranti, bar, negozi, del museo della squadra che vi gioca e se vi fossero ulteriori aree edificabili a disposizione, dovrebbero essere presenti anche centri commerciali e alberghi, dati per lo più in gestione a terzi (da cui ricavare affitti) o a società appositamente costituite. La presenza di centri commerciali, ristoranti, musei e negozi serve a creare delle presenze e flussi di ricavi anche in giorni senza eventi sportivi. Tuttavia, è innegabile, che il grosso dei proventi deriva dalla vendita dei biglietti. Bisogna garantire quindi stadi moderni, confortevoli e sicuri. Il tentativo di cercare di aumentare la “capacità produttiva” dello stadio deve essere visto in chiave di diversificazione delle fonti di entrata, in modo tale da non dipendere esclusivamente dai diritti TV. Di seguito si espone una rassegna dei fatturati di alcuni club europei. Per le società che redigono il bilancio in sterline si è considerato il cambio a 0,90 sterline per 1 euro.
Borussia Dortmund

Il club tedesco del Borussia Dortmund fa parte di un gruppo controllato da Borussia Dortmund GmbH & Co. KGaA. Il Borussia Dortmund è stato il primo club di calcio tedesco ad essere quotato alla Borsa di Francoforte il 31 ottobre 2000. Il gruppo è proprietario dello stadio denominato: “Signal Iduna Park”. Tale nome è stato adottato dal 1° dicembre 2005, precedentemente si chiamava: “Westfalenstadion”. Lo stadio ha assunto il nome della società “Signal-Iduna” operante nel campo assicurativo-finanziario. Dal 2003 tale stadio è capace di ospitare 81.264 spettatori.Il Fatturato consolidato per l’esercizio 2008/2009 è stato di 114.730 migliaia di euro contro 112.984 migliaia di euro del 2007/2008.Nel dettaglio il fatturato è così suddiviso:- Ricavi da Biglietteria 22,2 milioni di euro (anno precedente: 22,6 milioni di euro);- Ricavi da Sponsorizzazioni 39,1 milioni di euro (anno precedente EUR 39,3 milioni);- diritti tv 22,4 milioni di euro (anno precedente: 26,0 milioni di euro);- i trasferimenti 11,2 milioni di euro (5,3 milioni nel 2007/2008)- Merchandising, ristorazione, licenze 17,5 milioni di euro (17,7 milioni di euro nel 2007/2008);- Altri ricavi 2,1 milioni di euro (1,9 milioni di euro nel 2007/2008)Escludendo i ricavi da trasferimenti il fatturato scenderebbe a 103.478 migliaia di euro, l’incidenza dei ricavi da biglietteria sarebbe del 21,43%, l’incidenza dei ricavi da sponsor sarebbe del 37,89%, l’incidenza dei ricavi da diritti TV sarebbe del 21,67%, l’incidenza dei ricavi da Merchandising, ristorazione, licenze sarebbe del 16,95%, mentre l’incidenza degli altri ricavi sarebbe del 2,06%.In Germania la negoziazione dei diritti TV è centralizzata.
Osasuna

L’Osasuna gioca a Pamplona nello stadio denominato: “Reyno de Navarra” capace di ospitare 19,800 spettatori. Tale stadio fino al 2006 era denominato “El Sadar”.Il cambiamento del nome rappresenta un’operazione di “marketing territoriale”, in quanto frutto di un accordo di sponsorizzazione col Governo della Navarra, in base al quale rinominando lo stadio il club ricevere 1,5 milioni di euro in tre anni, con la finalità di promuovere il turismo in Navarra.Per quanto riguarda l’esercizio 2007/2008 il fatturato caratteristico è stato pari a 25.280.802,50, mentre il valore della produzione netta è stato di 28.881.199,68 euro.La composizione del fatturato caratteristico nell’esercizio 2007/2008 è stata la seguente:-Diritti TV pari a 12.948.965,44 euro contro i 10.782.634,42 euro del 2006/2007; con un’incidenza del 51,22%;-Pubblicità pari a 5.498.509,45 euro contro i 5.169.323,00 euro del 2006/2007; con un’incidenza del 21,75%;-Gare sportive pari a 817.259,00 euro contro i 4.206.417,02 euro del 2006/2007; con un’incidenza del 3,23%;-Abbonati e soci pari a 6.016.068,61 euro contro i 5.859.171,93 euro del 2006/2007; con un’incidenza del 23,80%;In considerazione della piccola capacità dello stadio, possiamo considerare elevato il tasso di fidelizzazione del tifoso, che contribuisce oltre che con la quota sociale annuale anche con l’abbonamento.Tra gli altri componenti positivi nel bilancio al 30 giugno 2008 sono esposti gli “incrementi di immobilizzazioni per lavori interni” ossia il lavoro svolto dalla società per le sue proprietà pari a 2.400.000.00 euro.Tra gli “Altri proventi di gestione” sono esposti:Altri ricavi per euro 1.160.397,18 contro i 2.238.431,43 euro del 2006/2007;contributi per euro 40.000,00 contro i 42.499,77 euro del 2006/2007.
Real Madrid

Il Real Madrid gioca a Madrid nello stadio denominato: “Santiago Bernabeu” capace di ospitare 87.000 spettatori. Per il gruppo che controlla il Real Madrid, il totale dei ricavi per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2008, ammonta a 365,8 milioni mentre al 30 giugno 2007 ammontavano a 350,9 milioni, l’incremento è stato del 4,25%. I ricavi operativi sono composti da: -ricavi da stadio e soci per 115,9 milioni di euro (94,4 nel 2007), con un’incidenza percentuale del 31,7%;-ricavi da amichevoli e competizioni internazionali per 17,2 milioni di euro (17,5 nel 2007), incidono sul totale dei ricavi per il 4,7%; -diritti tv per 118,5 milioni di euro (114,8 nel 2007) con un’incidenza del 32,4%;-Ricavi da attività di marketing per 114,2 milioni di euro (124,2 milioni nel 2007), con un’incidenza del 31,2%.
Barcellona

Il Barcellona gioca nello stadio di proprietà denominato: “Camp Nou”, capace di ospitare 98.772 spettatori.Il fatturato per l’esercizio 2007/2008 raggiunge la cifra di 308,8 milioni di euro con un incremento di 18,7 milioni di euro rispetto ai 290,1 milioni di euro dell’esercizio 2006/2007, ossia registra un aumento del 6,45%.Le fonti che hanno generato il fatturato di 308,8 milioni di euro sono le seguenti:-Proventi da Soci per 17,1 milioni di euro con un’incidenza del 5,54%;-Ricavi da stadio per 87,6 milioni di euro con un’incidenza del 28,38%;-Media-TV per 116,2 milioni di euro con un’incidenza del 37,64%;-Marketing per 85,9 milioni di euro con un’incidenza del 27,83%;-Altri ricavi per 1,9 milioni di euro con un’incidenza del 0,62%.Se consideriamo unitamente i proventi derivanti dalle quote sociali e i proventi derivanti dagli abbonamenti pari a 32,2 milioni di euro, la loro incidenza sul totale del fatturato è pari al 16% circa, che testimonia l’elevato tasso di fidelizzazione dei sostenitori del club. Durante la stagione 2007/2008 il Fútbol Club Barcelona ha raggiunto la cifra record di 163.000 soci.Nei ricavi da stadio sono compresi i proventi derivanti dalla gestione del museo e dei palchi.
West Ham UnitedWest Ham United Plc è la società a capo del gruppo di cui fa parte il club di calcio professionistico del West Ham Untited, militante nella Premier League, attualmente allenato da Gianfranco Zola. Il West Ham United gioca a Londra nello stadio di sua proprietà denominato: “Boleyn Ground”, capace di ospitare 35.595 spettatori.Il Fatturato consolidato per l’esercizio chiuso al 28 maggio 2008 è stato di 81.543 migliaia di sterline (circa 90,6 milioni di euro); 57.302 migliaia di sterline (circa 63,7 milioni di euro) nell’esercizio chiuso al 31 maggio 2007L'analisi del fatturato per classe di attività mostra quanto segue: -Ricavi da gare e da attività connesse al calcio 18.337 migliaia di sterline (circa 20,4 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 28 maggio 2008; 16.967 migliaia di sterline (circa 18,8 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 31 maggio 2007. Nel 2008 l’incidenza percentuale di tali ricavi sul totale del fatturato è stata di circa il 22,5%.-Diritti TV e sponsorizzazioni centralizzate 40.790 migliaia di sterline (circa 45,3 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 28 maggio 2008; 23.911 migliaia di sterline (circa 26,5 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 31 maggio 2007. Nel 2008 l’incidenza percentuale di tali ricavi sul totale del fatturato è stata di circa il 50%.-Attività commerciali 12.504 migliaia di sterline (circa 13,9 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 28 maggio 2008; 8.549 migliaia di sterline (circa 9,5 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 31 maggio 2007. Nel 2008 l’incidenza percentuale di tali ricavi sul totale del fatturato è stata di circa il 15,3%.-Vendite al dettaglio e merchandising 5.357 migliaia di sterline (circa 5,9 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 28 maggio 2008; 3.155 migliaia di sterline (circa 3,5 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 31 maggio 2007. Nel 2008 l’incidenza percentuale di tali ricavi sul totale del fatturato è stata di circa il 6,6%.-Ristorazione e ospitalità 4.555 migliaia di sterline (circa 5 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 28 maggio 2008; 4.720 migliaia di sterline (circa 5,2 milioni di euro) per l’esercizio chiuso al 31 maggio 2007. Nel 2008 l’incidenza percentuale di tali ricavi sul totale del fatturato è stata di circa il 5,6%. La totalità del fatturato è prodotto nel Regno Unito. Nonostante questi ottimi risultati di fatturato West Ham United Plc ha chiuso il bilancio consolidato alla data del 28 maggio 2008 con una perdita di 37.373 migliaia di sterline (circa 41,5 milioni di euro), soprattutto a causa di poste straordinarie. Nell’esercizio precedente chiuso alla data del 31 maggio 2007 la perdita era stata di 19.614 migliaia di sterline (circa 21,8 milioni di euro). Tuttavia, il Patrimonio Netto risultava ancora positivo per 32.557 migliaia di sterline (circa 36,1 milioni di euro).
Manchester United

Il Manchester United fa parte di un gruppo controllato dalla società Red Fooftball Shareholder Limited. Lo stadio in cui gioca è di sua proprietà ed è denominato: “Old Trafford”, capace di ospitare 76.612 spettatori, nella città di Manchester.Il conto economico consolidato al 30 giugno 2008 mostrava un fatturato (esclusa la joint venture) pari a 256.239 migliaia di sterline (284,7 milioni di euro), mentre al 30 giugno 2007 risultava un fatturato (esclusa la joint venture) pari a 210.081 migliaia di sterline (circa 233,4 milioni di euro) con un aumento del 21,97% rispetto all’esercizio precedente .I 256,2 milioni di sterline, provengono da tre fonti di entrate:- Gare 101,5 milioni di sterline (circa 112,7 milioni di euro) per l’esercizio al 30 giugno 2008 (92,5 milioni di sterline nel 2007), con un’incidenza del 39,62% sul totale (44,05% nel 2007)- Media TV per 90,7 milioni di sterline (circa 100,7 milioni di euro) per l’esercizio al 30 giugno 2008, (61,5 milioni di sterline nel 2007) , con un’incidenza del 35,40 % sul totale (29,28% nel 2007)- Attività commerciale per 64 milioni di sterline (circa 71,1 milioni di euro) per l’esercizio al 30 giugno 2008, (56 milioni di sterline nel 2007), con un’incidenza del 24,98% (26,67% nel 2007).
Everton

Il gruppo cui fa capo la squadra di calcio dell'Everton risulta composto da tre società: Everton Football Club Company Limited , capogruppo controllante ; Goodison Park Stadium Limited, controllata al 100%, che si occupa della gestione dello stadio; Everton Investments Limited, controllata al 100%, che si occupa dell'attività finanziaria.L'Everton gioca a Liverpool nello stadio denominato: “Goodison Park”, inaugurato nel 1892, ed ha in progetto di costruire uno nuovo. Il Goodison Park può ospitare 40.157 spettatori.Il fatturato per l'anno 2008 ammontava a 75,7 milioni di sterline (circa 84 milioni di euro, considerando un cambio a 0,90 euro), nel 2007 era di 51,4 milioni di sterline (circa 57 milioni di euro), pertanto si è verificato un incremento del 47,14%, dovuto essenzialmente all'aumento dei diritti radiotelevisivi; infatti, la composizione del fatturato è determinata dalle seguenti voci:- Ricavi da biglietteria per 20.460 migliaia di sterline (circa 22,7 milioni di euro), con un aumento del 19,72% rispetto al 2007;- Ricavi da diritti radiotelevisivi per 46.637 migliaia di sterline (circa 51,8 milioni di euro), con un aumento del 69,82% rispetto al 2007;- Sponsorizzazioni, pubblicità e merchandising per 5.465 migliaia di sterline (circa 6 milioni di euro), con un aumento del 18,80% rispetto al 2007;- Catering per 880 migliaia di sterline (circa 1 milione di euro), con un decremento del 18,67% rispetto al 2007;- Altre attività commerciali per 2.208 migliaia di sterline (circa 2,4 milioni di euro), con un aumento dell'87,44% rispetto al 2007.La maggiore incidenza percentuale sul totale del fatturato è detenuta dai diritti radiotelevisivi per il 61,65%, nel 2007 tale incidenza percentuale era inferiore e precisamente pari al 53,42%. L'incremento dei diritti radiotelevisivi è dovuto al nuovo contratto triennale con inizio dalla stagione 2007/08, al quinto posto conseguito in classifica e all'aumento del numero di partite trasmesse.
Tottenham Hotspurs

Il Tottenham gioca a Londra nello stadio denominato: “White Hart Lane” capace di ospitare 36.236 spettatori. Al 30 giugno 2008 il giro d'affari è stato pari a 114.788 migliaia di sterline (circa 127,5 milioni di euro) con un incremento di circa l'11% rispetto al 30 giugno 2007. La composizione del fatturato, calcolata in migliaia di sterline, è la seguente:-ricavi da Premier League 18.274 (circa 20,3 milioni di euro, incidenza del 15,92% sul totale)-ricavi dalle Coppe 10.341 (circa 11,5 milioni di euro,incidenza del 9.01% sul totale)-ricavi da sponsor 27.778 (circa 30,8 milioni di euro,incidenza del 24,20% sul totale)-ricavi da TV e media 40.329 (circa 44,8 milioni di euro,incidenza del 35,13% sul totale)-ricavi da merchandising 9.723 (circa 10,8 milioni di euro,incidenza del 8,47% sul totale)-altri ricavi 8.343 (circa 9,2 milioni di euro,incidenza del 7,07% sul totale)Rispetto al 2007, sono stati i ricavi relativi ai diritti TV che hanno registrato il maggiore incremento in valore assoluto, infatti, nella presentazione dei risultati finanziari si legge che si è verificato un aumento sostanziale dei ricavi da TV e radiodiffusione del 20% assestandosi a circa 40,3 milioni di sterline (nel 2007 erano 33,7 milioni). Da ricordare che in Inghilterra la vendita dei diritti TV è centralizzata. Se si considerassero tutti i componenti positivi di reddito, come proventi finanziari e straordinari tra cui le plusvalenze derivanti dalla cessione dei “cartellini”, l'incidenza dei proventi da diritti TV sui componenti positivi di reddito scenderebbe al 30,33%.
Arsenal

L’Arsenal disputa le sue gare a Londra nel nuovissimo stadio denominato: “Emirates Stadium” capace di ospitare 64.355 spettatori.Il fatturato del Gruppo escludendo i ricavi della joint-venture Arsenal Broadband Limited e i ricavi derivanti dalla gestione dei contratti dei calciatori, ammonta a 222.498 migliaia di sterline (+11,08% rispetto al 2007) e corrisponde a circa 247,2 milioni di euro. La composizione del fatturato è la seguente:-biglietti da gare 94.580 migliaia di sterline (pari a circa 105 milioni di euro), con un'incidenza percentuale del 42,51% sul totale; -diritti TV 68.360 migliaia di sterline (pari a circa 75,9 milioni di euro), con un'incidenza percentuale del 30,72% sul totale; -merchandisng 13.052 migliaia di sterline (pari a circa 14,5 milioni di euro), con un'incidenza percentuale del 5,87% sul totale; -sponsor 31.259 migliaia di sterline (pari a circa 34,7 milioni di euro), con un'incidenza percentuale del 14,05% sul totale; -ricavi da proprietà immobiliari 15.247 migliaia di sterline (pari a circa 16,9 milioni di euro) , con un'incidenza percentuale del 6,85% sul totale. Per quanto riguarda i ricavi del settore immobiliare, bisogna dire che essi risentono del fatto che nell'esercizio precedente si era verificata un'importante vendita nel complesso residenziale di Drayton Park. L’Arsenal ha abbandonato il suo vecchio stadio “Highbury”, dove sono stati costruiti appartamenti. Nonostante la vendita di appartamenti l’Arsenal si è dovuta indebitare per far fronte alla costruzione del nuovo stadio.
Chelsea

La società Chelsea Limited è la controllante del gruppo nel cui perimetro di consolidamento rientra il club di calcio professionistico denominato Chelsea Football Club Limited. In ultima istanza il controllore di Chelsea Limited risulta essere Roman Abramovich.Il Chelsea gioca a Londra nello stadio “Stamford Bridge”, nel quartiere Fulham, capace di ospitare 42.055 spettatori.Il 13 febbraio 2009 il gruppo con un comunicato pubblicato sul stito Chelseafc.com, ha reso noto i risultati economico-finanziari relativi alla gestione 2007/2008. Al 30 giugno 2008 il fatturato del Gruppo registra un aumento dell’ 11,9%, assestandosi a 213,1 milioni di sterline (circa 237 milioni di euro) a fronte di 190,5 milioni di sterline della stagione 2006 / 07. Il fatturato legato all’attività calcistica sale a 189,8 milioni di sterline (circa 210,9 milioni di euro), con un aumento del 14,8% rispetto alla stagione precedente. Nel fatturato legato all’attività calcistica sono compresi i ricavi derivanti dal settore dei media che ammontano a 77,6 milioni di sterline (circa 86,22 milioni di euro), con un’incidenza del 36,33% e con una crescita del 30,2% rispetto al 2006/2007. Gli altri segmenti di fatturato riguardano: attività alberghiera e servizio catering; merchandising, servizi per il tempo libero, gestione immobiliare, parcheggi e altri eventi. Per quanto riguarda l’attività alberghiera e servizio catering registra ricavi per 8,9 milioni di sterline (circa 9,9 milioni di euro) con un’incidenza del 4,17%; l’attività di merchandising ottiene ricavi per 9,6 milioni di sterline (circa 10,6 milioni di euro) con un’incidenza del 4,49%, mentre le altre attività producono ricavi per 5,3 milioni di sterline (circa 5,9 milioni di euro) con un’incidenza del 2,48%.
Olympique Lyonnais

L’Olympique Lyonnais fa parte di un gruppo e gioca a Lione nello Stade Municipal de Gerland, capace di ospitare 41.044 spettatori. E’ prevista la costruzione di un nuovo stadio.Al 30 giugno 2008 il conto economico consolidato evidenziava "entrate" per un importo complessivo di 211.642 migliaia di euro a fronte di 214.077 migliaia di euro dell'esercizio precedente. Escludendo le "entrate" derivanti dalle cessioni dei contratti dei calciatori, i ricavi operativi ammontano a 155.712 migliaia di euro (140.553 migliaia di euro nel 2007).Ricavi da biglietti per manifestazioni sportive. La vendita dei biglietti per le partite, nel 2007/2008, ha raggiunto la cifra di 21,8 milioni di euro, che rappresenta il livello più alto nella storia del gruppo e il miglior risultato di tutti i club francesi. Tali ricavi rappresentano il 14% dei ricavi operativi con esclusione delle cessioni dei contratti dei calciatori.Diritti TV. I ricavi da diritti televisivi sono costituiti dagli importi percepiti a titolo di ridistribuzione dei diritti audiovisivi a livello nazionale: dalla Ligue Football Professionnel per la Ligue 1 e la coppa di Lega; dalla Féderation Football Française per la Coppa di Francia; dalla Uefa per la Champion's League. I diritti televisivi percepiti dall' OL Groupe sono aumentati e hanno toccato i 75 milioni, di cui 27,5 da competizioni internazionali. Tali ricavi rappresentano il 48,2% dei ricavi operativi con esclusione delle cessioni dei contratti dei calciatori.Sponsor e pubblicità. I ricavi da sponsorizzazioni, pubblicità e partnership provengono dalla vendita di spazi pubblicitari, sponsorizzazioni e servizi di "ospitalità". Più di 500 società sono partner del Gruppo. Nel 2007/2008, i proventi netti da questa attività hanno raggiunto la cifra di 20,4 milioni, con un aumento del 12,9%. Tali ricavi rappresentano il 13,1% dei ricavi operativi con esclusione delle cessioni dei contratti dei calciatori.Ricavi da sfruttamento economico del marchio. I ricavi "da marchio", comprendono tra gli altri, la commercializzazione dei prodotti come magliette e gadgets vari, la produzione e la distribuzione di immagini, le licenze di esercizio, i viaggi, signing fees e altro. Tali ricavi si sono sviluppati positivamente (+ 7,5 M ) a 38,5 milioni, con un aumento del 24,1%. Tali ricavi rappresentano il 24,7% dei ricavi operativi con esclusione delle cessioni dei contratti dei calciatori.La commercializzazione di prodotti sportivi e simili con i colori dell'Olympique Lyonnais ha prodotto 12,7 milioni di euro di ricavi. Nel settembre 2007, OL Group ha firmato per un periodo di 10 anni a partire dalla consegna del nuovo stadio, un contratto con Sportfive riguardante la concessione in esclusiva dei diritti di marketing, diritti di "ospitalità", la pubblicità all'interno dello stadio, i diritti media dello stesso e il nome dello stesso ("naming right"). A fronte di tale impegno contrattuale Sportive verserà a titolo di diritti ("Droit d'entrée" o "signing fee") la cifra di 28 milioni di euro, da ripartire in quattro rate annuali di 7 milioni, a partire da dicembre 2007 fino a dicembre 2010. Da notare che Sportfive è la stessa società che ha siglato l'accordo con la Juventus di Jean-Claude Blanc. Nel mese di giugno del 2008, si è concluso un contratto di ristorazione con Sodexo. Sodexo ha pagato 3,5 milioni di euro. I ricavi prodotti da "OL Images" sono pari a 4,6 milioni nel 2007/2008.Altri ricavi ammontano a 10,34 milioni di euro.

L'ESEMPIO DELLA LIGUE 1

Premesso che nella contabilità del calcio francese, lo scambio di giocatori è considerato rientrante nella gestione ordinaria e partecipa alla determinazione del risultato operativo.Dal conto economico aggregato, esclusi i trasferimenti calciatori, per l’esercizio 2007/2008 dei club della “Ligue 1” di Francia, elaborato dalla Commission de Contrôle des Clubs Professionnels, su un totale di ricavi pari a 988.588.000 di euro, emerge che l’incidenza dei diritti audiovisivi è del 56% (556.737 migliaia di euro). I ricavi da sponsor e pubblicità hanno un’incidenza del 20 % (191.832 migliaia di euro).I ricavi da gare incidono per l’14% (136.971 migliaia di euro). Gli Altri ricavi, comprensivi del Merchandising, hanno un’incidenza dell’ 8% (82.283 migliaia di euro, di cui 15.072 migliaia di euro per Merchandising).Le sovvenzioni e i contributi da enti territoriali hanno un’incidenza del 2 % (20.765 migliaia di euro).L’incidenza dei diritti TV sul totale dei ricavi scende al 50% per quei club che fatturano oltre 55 milioni di euro, mentre sale per gli altri. In particolare per i club che fatturano meno di 30,45 milioni di euro tale incidenza sale al 63,5%.
CONCLUSIONE
Da questa rassegna di dati di fatturato riguardanti alcuni club di calcio esteri, accomunati dal fatto che sono possessori dello stadio in cui giocano, si può desumere che uno stadio che funzioni, o con alto tasso di capacità produttiva riesce ad attenuare la dipendenza di tali club dai diritti televisivi.
Luca Marotta

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mercoledì 14 ottobre 2009

Lo Statuto della FIGC obbliga tesserati e affiliati alla clausola compromissoria

L'avvocato Fabio Turrà chiarisce che tutti coloro che aderiscono alla federazione si obbligano ad accettare le decisioni degli organi di giustizia sportiva: in caso contrario è prevista l’irrogazione di sanzioni. L'intervento è una replica alla risposta dell'avvocato del comitato Piccoli azionisti Lazio, Massimo Rossetti, disponibile qui

Ringrazio il Collega per il suo autorevole intervento e ne approfitto per aggiungere una doverosa replica. Occorre premettere che vi è, da parte degli esperti del diritto generale (ordinario), una diffusa riluttanza ad accettare la "specialità" del Diritto Sportivo; d'altra parte quest'ultimo, lungi dal porsi in antitesi col primo, ne trae legittimità e linfa vitale. E' appena il caso di ricordare che la L.280/2003 nell'art. 1 (La Repubblica riconosce e favorisce l'autonomia dell'ordinamento sportivo nazionale, quale articolazione dell'ordinamento sportivo internazionale facente capo al Comitato Olimpico Internazionale) trova il suo fondamento proprio nella Carta costituzionale (Art. 10: L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute). Nei corsi di aggiornamento professionale riservati agli avvocati, che mi sono pregiato finora di organizzare e coordinare in materia di Diritto Sportivo per l'Unione Italiana Forense, in collaborazione con il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli, si è spesso cercato, tra l’altro, di illustrare le criticità della citata L.280/2003, tra cui non ultimi anche i profili di possibile incostituzionalità. Senza dilungarmi troppo sull'argomento "vincolo di giustizia", basti qui dire che la F.I.G.C. ha adottato (al pari di altre federazioni sportive) il sistema delle clausole compromissorie, ovvero di quelle disposizioni che impongono ai singoli tesserati (atleti) e agli affiliati (società) di risolvere le controversie che li coinvolgono attraverso la giurisdizione sportiva (cosiddetta “domestica”). In realtà, gli Accordi Collettivi tra Federazione, L.N.P. e A.I.C. attuano quanto stabilito nello statuto della F.I.G.C., ovvero l'obbligo per tutti coloro che aderiscono a tale federazione sportiva (atleti tesserati, società affiliate) di rivolgersi agli organi di giustizia sportiva e di accettarne le decisioni nelle materie aventi carattere sportivo, rinunciando ad adire la giurisdizione ordinaria dello stato; in caso contrario è prevista l’irrogazione di sanzioni. Gli stessi contratti tipo che legano i calciatori professionisti alle società prevedono espressamente l’accettazione della clausola compromissoria.

E' arguta l'osservazione che, in linea teorica e di principio, nulla impedirebbe di adire il giudice ordinario (nel caso che ci occupa - Pandev/Lazio - il Giudice del lavoro). Pur volendo ammettere, in astratto, tale possibilità, la conseguenza negativa in tal caso sarebbe, però, l'irrogazione di sanzioni (anche gravi), il che rende di fatto impraticabile tale strada alternativa, almeno per chi ha intenzione di proseguire l'attività in ambito federale. D’altra parte, diversamente opinando e stando ai preziosi argomenti svolti dall’esimio Avv. Massimo Rossetti, non sarebbe dato comprendere perché, come da egli stesso ammesso, “la Lazio, a quanto mi consta, avrebbe deciso di accettare la competenza del Collegio arbitrale svolgendo in quella sede le sue difese”. Un approfondimento a parte meriterebbe, invece, l'applicabilità della L.280/2003 a soggetti esterni all'ordinamento sportivo (abbonati, tifosi, azionisti), nel qual caso, invece, condivido in pieno i dubbi riguardanti il possibile contrasto della predetta legge con l'art.24 della Costituzione.

Avv. Fabio Turrà fabio_turra@libero.it

clicca qui per leggere la replica del Comitato piccoli azionisti Lazio su Pandev e clausola compromissoria

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martedì 13 ottobre 2009

Stipendi cda Juve: aumento per Blanc, lieve taglio per Cobolli

Remunerazione in calo di 2mila euro per il presidente, mentre all’amministratore delegato sono state assegnati 448mila in più. Come l’anno scorso, nessun amministratore bianconero possiede azioni della squadra: solo il membro del collegio sindacale Picatti ne ha 540

Le remunerazioni del consiglio di amministrazione della Juventus sono aumentate del 14,6%. Nella bozza del bilancio della società quotata a Piazza Affari chiuso al 30 giugno scorso, con un utile di 6,6 milioni di euro, vi è infatti indicato che il totale ammonta a 3,53 milioni contro i 3,08 dell’anno precedente: in termini assoluti sono 448 mila euro. Osservando il dettaglio delle somme percepite dagli otto consiglieri, il cui mandato è scaduto con la chiusura dell’esercizio, si hanno però delle sorprese. Il presidente Giovanni Cobolli Gigli si è visto decurtare di 2mila euro il suo ammontare, mentre l’amministratore delegato e direttore generale Jean Claude Blanc ha ottenuto un più che sostanzioso incremento di 448mila euro. Entrambi sono gli unici amministratori esecutivi: il manager francese è l’unico ad avere responsabilità strategiche. Da sottolineare il loro stakanovismo: hanno partecipato a tutte le riunioni del cda e del comitato sportivo. Nel 2007/08 Cobolli Gigli, che non sarà riconfermato nel nuovo cda che sarà eletto dall’assemblea dei soci del 27 ottobre, ha incassato 725mila euro mentre nel 2008/09 la cifra è stata di 723mila euro. La differenza è dovuta alla diminuzione dei benefici non monetari, passati da 14mila a 12mila euro. Secondo il documento contabile, il numero uno bianconero ha conseguito 18mila euro per la carica di amministratore, 450mila per quella di presidente, 225mila per bonus e altri incentivi e 18mila per altri compensi. In quest’ultima voce vi sono comprese le indennità per spese di affitto: un particolare che nell’esercizio precedente non era stato indicato.

Invece, la retribuzione di Blanc (prossimo sostituto di Cobolli alla presidenza) è più articolata ed è pari a 2,67 milioni contro i precedenti 2,24. Per la sola carica di amministratore egli ha conseguito 15mila euro. Invece, per quella di amministratore delegato ne ha ricevuto 539mila (contro i 503mila del 2007/08) più 13mila per i benefici non monetari (21mila). Sempre per l’incarico di ad, Blanc ha avuto anche 1,2 milioni per bonus e altri incentivi (erano 844mila l’anno scorso) «valore maturato dall’additional compensation – si legge nel documento di bilancio – che sarà erogato al termine del piano di sviluppo a medio termine approvato dal consiglio di amministrazione del 14 marzo 2007, al lordo degli effetti dell’attualizzazione finanziaria». La specifica degli emolumenti da direttore generale prevede 12mila euro in benefici non monetari (9mila nel 2007/08), 410 mila in bonus e altri incentivi (392mila) e 507mila per altri compensi (456mila). Per quest’ultima cifra vi è specificato nel bilancio che si tratta di «retribuzione da lavoro dipendente e indennità spese d’affitto». Anche per Blanc nel bilancio chiuso al 30 giugno 2008 non era stata indicata la voce relativa al canone di locazione della propria abitazione. Sia Blanc che Cobolli avevano ancora nell’ultimo esercizio il “paracadute” da 3,45 milioni in totale come indennità in caso di licenziamento senza giusta causa. Al manager d’oltralpe era riconosciuta anche in caso di sue dimissioni con giusta causa.

Anche nell’ultimo esercizio è indicato che nessuno dei consiglieri di amministrazione e dei componenti del collegio sindacale possiede azioni della Juventus. L’unico a detenere 540 titoli, come già in passato è il sindaco Paolo Picatti. A tal proposito, l’anno scorso durante l’assemblea di approvazione del bilancio, Cobolli Gigli rispose alle precise domande degli azionisti del sito Ju29ro.com: «Non ho mai avuto azioni delle società quotate in cui ero amministratore». Eppure negli Stati Uniti i manager delle aziende presenti in borsa possiedono sempre quantitivi di azioni.

Riguardo agli altri amministratori bianconeri, l’unico a ricevere un aumento è stato Riccardo Montanaro: i suoi emolumenti per la carica sono passati da 23mila a 25mila. Retribuzioni invariate per Camillo Venesio (20mila), Carlo Barel di Sant’Albano (18mila) e Aldo Mazzia (10mila): per gli ultimi due le somme sono versate da Exor, controllante della Vecchia Signora. Invece, Gian Paolo Montali, ex allenatore della nazionale di pallavolo, ha subito un drastico taglio da 27mila a 19mila euro. Ciò è avvenuto a causa della riduzione delle prestazioni per consulenze, precipitate da 12mila a 4mila euro.

Marco Liguori

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Con 3,7 milioni la Juve fa la pace con Ranieri e il suo staff

La società bianconera ha chiuso ai primi di settembre il contenzioso con il suo ex allenatore, esonerato il 18 maggio. Risolte anche altre tre situazioni: con il Comune di Venaria, con la Gilardi Costruzioni e l’ex bianconero Andrade

La Juventus e il suo ex allenatore Claudio Ranieri hanno fatto la pace. Nella bozza del bilancio chiuso al 30 giugno scorso è riportato che il 18 maggio il tecnico era stato esonerato assieme ai suoi collaboratori ed era stato sostituito da Ciro Ferrara. «A seguito dell’esonero, l’ex allenatore Ranieri – si legge nel documento della società bianconera – unitamente al proprio staff composto dai signori Damiano, Pellizzaro, Capanna e Benetti, aveva instaurato una controversia di natura giuslavoristica». La vertenza è stata risolta, prosegue il testo, «con una transazione sottoscritta nei primi giorni di settembre, a fronte del pagamento da parte di Juventus di complessivi 3,7 milioni lordi». Nel bilancio non sono stati specificati i termini di pagamento dell’accordo.

Oltre alla questione Ranieri, la Juventus ha “pacificato” altre tre contenziosi tramite ulteriori accordi. Innanzitutto, la Vecchia Signora ha disinnescato il giudizio davanti al Tar Piemonte con il Comune di Venaria, confinante con l’area dell’ormai ex stadio delle Alpi. La vicenda risale a circa due anni fa ed era stata causata dalla vicinanza tra un centro commerciale sito nella cittadina della cintura torinese e quello progettato nel nuovo impianto bianconero. «Il 14 settembre 2009 la società ed il Comune di Venaria – si legge nel bilancio chiuso al 30 giugno 2009 – hanno sottoscritto un protocollo d’intesa volto a regolamentare alcuni aspetti relativi all’attività del futuro centro commerciale, nonché la ripartizione dei costi di pulizia delle aree pubbliche». Con questa intesa il Comune «ha rinunciato definitivamente a qualsiasi diritto o pretesa con riferimento al contenzioso, a suo tempo instaurato con ricorso innanzi al Tar Piemonte, contro il rilascio delle autorizzazioni commerciali da parte del Comune di Torino». Bisognerà però vedere se le due strutture, che si troveranno a breve distanza l’una dall’altra, arrecheranno in futuro problemi alla viabilità della zona presso lo stadio.

Altra situazione risolta è quella della Campi di Vinovo. La Juventus aveva ceduto la partecipazione nella società (proprietaria dei terreni su cui avrebbe dovuto sorgere il centro commerciale “Mondo Juve”) alla Costruzioni Generali Gilardi. Quest’ultima, a causa della volontà di un’azienda terza che avrebbe dovuto sviluppare “Mondo Juve” di non dare esecuzione al contratto, non ha potuto pagare alla Vecchia Signora entro il 31 dicembre 2008 la prima tranche di 12,5 milioni pattuiti per acquisire la Campi di Vinovo. In seguito a ciò, la società bianconera e la Gilardi hanno pattuito di modificare i termini di pagamento della rata scaduta. Finora sono stati regolarmente pagati gli iniziali 4 milioni: i restanti 8,5 saranno onorati entro il 20 dicembre, termine che potrà essere eventualmente prorogato dalle parti, con riconoscimento degli interessi a favore della Juve.

Infine, la società di Casa Agnelli ha chiuso un contenzioso con Andrade. Il suo ex giocatore fu vittima di un grave infortunio, che gli ha chiuso la carriera. La Juve svalutò il valore del diritto pluriennale (o del “cartellino”) e chiese la risoluzione del contratto al Collegio Arbitrale della Lega Calcio. Andrade aveva adito a sua volta lo stesso Collegio «per chiedere la risoluzione del contratto – si legge nel documento di bilancio – per fatto e colpa di Juventus che ha omesso il pagamento degli stipendi durante la pendenza della procedura arbitrale, chiedendo i relativi danni». La questione è stata risolta l’8 aprile scorso, prima della decisione dell’organismo della Lega, tramite un «accordo per risolvere consensualmente, a far data dal 31 marzo 2009 – si legge sempre nel documento – il rapporto di prestazione sportiva in essere e definire amichevolmente i procedimenti pendenti davanti al Collegio Arbitrale». La transazione è costata alla Juve 3 milioni circa.

Marco Liguori

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venerdì 9 ottobre 2009

Caso Pandev: replica del Comitato Piccoli Azionisti

Riceviamo e pubblichiamo la risposta dell'avvocato Massimo Rossetti del Comitato Piccoli Azionisti Lazio all'intervento dell'avvocato Fabio Turrà sul caso Pandev

Ringrazio per avermi trasmesso l’intervento in pari data dell’Avv. Fabio Turrà in merito alla clausola compromissoria di cui agli accordi collettivi tra la FIGC, Lega Calcio e Associazione Italiana Calciatori.
Nell’esprimere apprezzamento per l’intervento sopra citato che rappresenta, senza dubbio, un autorevole e importante contributo al dibattito sul tema, mi corre l’obbligo di alcune precisazioni.
L’art. 3 della Legge n.280/2003 testualmente riportato dall’Avv. Turrà non può essere interpretato, a mio avviso, nel senso di aver reso obbligatorio ex lege l’arbitrato previsto dall’art. 4 della Legge n. 91/1981. Quest’ultima disposizione, infatti, stabilisce che nel contratto di lavoro subordinato tra la Società di calcio e il calciatore può – non deve – essere prevista una clausola compromissoria: né la contrattazione collettiva nazionale di lavoro può inserire automaticamente tale clausola nel contratto individuale.
In altre parole, la clausola compromissoria deve intendersi obbligatoria tra le parti del predetto contratto individuale solo se espressamente e specificamente prevista in quest’ultimo e non, lo ripeto, per il solo fatto che essa sia prevista da una legge ordinaria o dalla contrattazione collettiva applicabili al rapporto di lavoro considerato, non potendosi legittimamente verificare alcun automatico inserimento nel contratto lavorativo individuale né in virtù di una legge ordinaria né in virtù di una norma della contrattazione collettiva di categoria. E’ pacifico, infatti, alla luce della giurisprudenza della Corte Costituzionale e come già, peraltro, evidenziato nella lettera del 28 settembre u.s. al Consiglio di Sorveglianza della Lazio, che, qualora la legge ordinaria o la contrattazione collettiva prevedano l’attivazione della procedura arbitrale, in specie relativamente al lavoro subordinato, ciò deve avvenire senza pregiudizio alcuno della possibilità per le parti del rapporto di lavoro di adire l’autorità giudiziaria, poiché, diversamente, il divieto di rivolgersi al giudice ordinario, configurando un arbitrato obbligatorio, configurerebbe un istituto costituzionalmente illegittimo per contrasto con plurime norme della Costituzione.
Più precisamente, con l’art. 24, primo e secondo comma ("tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento".), con l’art. 25, primo comma ("nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge") e con l’art. 102, primo comma ("la funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari istituiti e regolati dalle norme sull’ordinamento giudiziario").
Per ciò che riguarda, infine, il caso concreto affrontato, vale a dire il caso Pandev, sembra che la questione sia stata già risolta nel senso che la Lazio, a quanto mi consta, avrebbe deciso di accettare la competenza del Collegio arbitrale svolgendo in quella sede le sue difese e, anzi, chiedendo, in via riconvenzionale, il risarcimento di danni a proprio favore. Per dirla alla partenopea, "che la Madonna la accompagni (accompagni la Lazio)!".
Avvocato Massimo Rossetti
paola.tiracorrendo@federmanager.it
Clicca qui per leggere la replica dell'avvocato Fabio Turrà all'intervento dell'avvocato Rossetti

martedì 6 ottobre 2009

Sky anticipa 20 milioni e la Lazio acquista Zarate

Riceviamo e pubblichiamo da Paolo Lenzi, presidente di Lazio Family
Da una attenta lettura del progetto di bilancio della Lazio chiuso al 30 giugno 2009, redatto dal Consiglio di gestione (formato da Claudio Lotito e Marco Moschini), ora all’esame del Consiglio di Sorveglianza (costituito da Corrado Caruso, Presidente, Alberto Incollingo, Vice Presidente, Fabio Bassan, Vincenzo Sanguigni e Massimo Silvano, consiglieri) e della società di revisione (Deloitte & Touche SpA), si apprendono cose interessanti. La prima che portiamo all’attenzione dei nostri lettori riguarda l’acquisto di Zàrate. Il giocatore risulta acquistato il 4 giugno 2009 per euro 20.200.000 e, a differenza di quanto accade per gli altri acquisti, nel documento non viene indicata la società di provenienza, evidentemente perché il cartellino del giocatore è stato acquistato dopo che questi si era svincolato dalla squadra dell’Al Saad.
Nel bilancio è indicato che il giocatore ha 26 anni mentre a noi risulta che Maurito è nato il 18 marzo 1987 e, quindi, di anni ne ha 22. Si evidenzia anche che il giocatore (definito “un nuovo talento”) ha firmato un contratto di 5 anni con scadenza 30 giugno 2014.
Ci si è a lungo domandati con quali modalità era stato effettuato l’acquisto di Zàrate. Mettendo insieme le varie parti del bilancio e correlando le informazioni esposte nelle varie parti del documento si scopre che la Lazio si è approvvigionata di un importo pari al costo di Zàrate facendosi fare una anticipazione dalla società controllata Lazio Marketing & Communication, la quale, a sua volta, ha ottenuto un anticipo sul contratto Sky di 20 milioni di euro, probabilmente attraverso una operazione di factoring. Ecco finalmente svelata la fonte a cui si è rivolta la Lazio per ottenere il “cash” per pagare il cartellino di Maurito.
Paolo Lenzi
Lazio Family
Nella foto, tratta da blogcalciatori.com, Mauro Zarate
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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