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martedì 24 giugno 2008

CAZZOLA "VOGLIAMO MANTENERE CLUB IN SERIE A"

(Agi) "Abbiamo sottoscritto un accordo vendita che sarà perfezionato nei primi giorni di luglio. Stiamo lavorando nella predisposizione della prossima stagione, in serie A e come abbiamo avuto occasione di dire e' pensiero nostro dare tecnica, centimetri e chili alla squadra. Ci confronteremo con una formazione che sia numericamente e tecnicamente all'altezza della situazione. Il Bologna ha faticato per tornare in serie A ma il risultato conseguito lo vogliamo mantenere nel tempo". Lo ha detto Alfredo Cazzola, presidente del Bologna, ospite nella videochat de "La Gazzetta dello Sport". "C'e' tutta la mia disponibilità al passaggio delicato, un momento storico della societa', importante. La mia disponibilità è totale. Sto per passar la proprietà ad altri, la mia presenza e' garantita per la prossima stagione. Sono confermati anche i più stretti collaboratori, compreso l'allenatore. Scetticismo sugli americani? E' sempre presente ogni volta che avviene un passaggio di società, in un club sportivo è anche così. Per la prima volta un gruppo americano si impegna in questa impresa e sicuramente un'impresa che comporta problematiche che conosciamo. Giusto sottolineare chi si e' impegnato contrattualmente per mettere a disposizione finanze. Dovremo solo attendere nel tempo i risultati ma vale per qualunque societa' sportiva". "Prima del mio arrivo e nei 25 anni precedenti dal Bologna non sono arrivate sempre e solo buone notizie - precisa Cazzola - due volte libri in tribunale e la terza l'abbiamo salvata noi. Un impegno quindi rischioso, se arrivano capitali importanti mi sembra una buona notizia. Se son rose fioriranno. Le aspettative sono quella di disputare un buon campionato, un esempio eccellente, come Genoa e Napoli, neopromosse, oltre alla Juve fuori categoria, che appena arrivate hanno subito presentato ottimo assetto di squadra, con risultati importanti, collocandosi nella parte sinistra della classifica, quella più qualificata. Vogliamo confrontarci con tutto questo. La campagna abbonamenti partira' da lunedi' prossimo mentre per lo stadio c'e' un progetto presentato due anni fa, articolato e puntuale per le nostre opinioni. Trasformare l'impianto in un enterteinment company, che possa abbracciare più attività connesse al calcio. Necessita' quindi uno stadio nuovo e adeguato. Da li' si diramano le possibilità per ulteriori redditi che possano garantire ampliamenti delle forze economiche. Io candidato sindaco? Per la verità ho fatto sempre l'imprenditore, ho dichiarato recentemente che non penso di potermi occuparmi di altro. I miei impegni stanno allentandosi, quindi mai dire mai...".
Cazzola e il calcio italiano. "Per i club credo che ci siano purtroppo ancora oggi vincoli molto difficili da superare. Ad esempio nei fatti credo che sia giusto sottolineare che le amministrazioni comunali di tutte le citta' ritengono lo stadio un bene proprio, un bene della comunita' che debba essere gestito o governato dall'amministrazione pubblica. Ha senso se si avessero possibilita' economiche per farlo. Ci sono realta' importanti o comunque in divenire di club che hanno gia' la possibilita' di sviluppare questo progetto. Da una parte andare in una certa direzione, dall'altra non posso cogliere la disponibilita'. Bisogna trovare una quadra". "Tra un anno non avremo piu' quote, venderemo il 20% come da accordi scritti - precisa Cazzola sul futuro della suo incarico al Bologna - cessero' anche di essere azionista e presidente. Budget? Le stime che immaginiamo sono legate da ricavi che possiamo raccogliere da diritti tv, abbonamenti, biglietterie, sponsor e attraverso investimenti necessari. Penso che il Bologna potra' contare su un budget oscillante tra i 40 ed i 50 milioni di euro. La Champions? Da tanti anni non figura in Europa, dal '64. Bisogna prendere ad esempio quello che sta facendo la Fiorentina. Il Bologna potra' nei tempi e nelle modalita' intraprendere lo stesso percorso. Sul mercato aspettiamo le comproprieta' e con la stagione del mercato inizieremo. Vogliamo rafforzarci in ogni ruolo. Il dirigente Salvatori sta lavorano, ci sono molte trattative. Ora e' azzardato fare cognomi. Siamo interessati al mercato ispanico, anche sudamerica. La Russia? Non lo escludiamo, per quello che abbiamo visto ad Euro 2008, ci sono giocatori straordinari, un mercato che valuteremo. Vogliamo dare stabilita' al club, quando arrivai avevo un parco giocatori limitato, il pensiero che un club di quasi 100 anni non sia stato in grado di avere un patrimonio apprezzabile mi ha colpito, benche' struttura, disponibilita', stadio e centro sportivo sono da squadra di medio-alta classifica. Abbiamo investito e speso 25 milioni in tre anni, non sono cifre da poco. La strada piu' giusta era di imbarcare nuovi soci, finanziariamente piu' solidi, sta avvenendo e credo che sia la seconda parte della missione che mi sono dato". "Motor Show, Virtus e Bologna, la mia prossima sfida? Avendo venduto l'azienda principale forse sono arrivato a regalarmi un anno sabbatico su cui mi concentrero' per capire cosa voglio fare. Sono all'alba dei 60 anni - chiude Cazzola - nella vita ci sono anche momenti in cui pensare uno spazio di vita normale. Ho due figli e credo che mi divertiro' ad affiancarli se vorranno proseguire la mia professione".

giovedì 12 giugno 2008

Arrivano gli americani a Bologna

Cazzola e Menarini vendono il 100% della società rossoblù al fondo Tag Partners

Dopo numerose voci e altrettante smentite, il Bologna neopromosso in A è stato venduto da Cazzola e Menarini. La società americana Tag Partners Llc (la prima del paese d'oltreoceano a mettere piede nel nostro campionato) ha comprato l'intero capitale sociale della società petroniana dalla Aktiva Spa. Le quote saranno vendute in due rate. La prima, riguardante l'80%, passerà di mano in luglio, mentre il rimanente 20% al termine della prossima stagione calcistica. Alfredo Cazzola rimarra' presidente del Bologna. Il valore delle quote e' di 18 milioni. Attualmente Aktiva è posseduta al 67% dal presidente Cazzola e al 33% dell'imprenditore edile Renzo Menarini.
Aktiva Spa, probabilmente dovrebbe essere messa in liquidazione nell'estate del 2009, dovrebbe comunque avere la facolta' di nominare un membro del consiglio d'amministrazione. Tag Partners Llc, rappresentata da Paul Galvin, ha annunciato di effettuare investimenti consistenti nella stagione 2008-2009. Nelle casse rossoblù dovrebbero affluire 20 milioni in nuove risorse finanziarie. La vendita del Bologna presuppone l'abbandono del diritto di opzione all'acquisto dei terreni del Comune di Medicina, cdove avrebbe dovito sorgere il progetto che comprendeva anche il nuovo stadio e il nuovo centro sportivo del Bologna. Il progetto Romilia quindi scomparirà definitivamente.
La società ha comunicato in una nota che il valore di 18 milioni è inferiore di sette milioni all'esborso finanziario sostenuto fino ad oggi dagli azionisti per la capitalizzazione della società.
Marco Liguori

Aggiornamento: la lettera di Cazzola ai tifosi bolognesi (da http://www.bolognafc.it/pagen.asp?c=3967&m=11&l=1)
Cari tifosi,come è stato reso noto dal comunicato odierno, il glorioso Bologna FC 1909 diventerà la prima società italiana a capitale americano. Questa scelta è stata da noi molto ponderata all’indomani di uno sforzo finanziario, finalizzato alla promozione in Serie A, che è costato agli attuali soci ben 25 milioni di euro, e avendo ben in evidenza che le esigenze di rendere forte il club non possono prescindere da consistenti apporti di capitale.All’inizio della nostra gestione avevamo immaginato un percorso che consentisse al Bologna FC 1909 di realizzare delle infrastrutture e delle attività che potessero determinare un ampliamento delle risorse, percorso che, come tutti sanno, è stato bloccato dall’amministrazione provinciale e questa condizione ci ha lasciato senza una strategia convincente. La nostra attenzione è stata allora attratta da proposte provenienti dall’estero che, sull’esempio di quanto è accaduto in altri paesi europei, avrebbero potuto dare garanzie di maggiore solidità alla società rossoblù.I contatti e gli approfondimenti con i signori della Tag Partners, sviluppatisi in questi ultimi sei mesi, ci hanno convinto che, attraverso il loro impegno finanziario, potessero mettere a disposizione le risorse necessarie e questa convinzione ci deriva dall’entità degli investimenti che ammonteranno a circa 50 milioni di euro per la stagione 2008-09: per le sacre leggi dell’economia, è la garanzia più solida che si potesse ottenere in favore del Bologna FC 1909.I rappresentati del gruppo americano saranno operativi a Bologna dal 1° luglio e hanno chiesto a me e a tutti i miei collaboratori di assicurare la nostra presenza e professionalità in continuità con il buon lavoro svolto fino a oggi. I fatti sono fatti e non occorreranno molti giorni o molte settimane per vedere se quanto sto affermando si concretizzerà attraverso la costruzione di una squadra capace di navigare sui difficili mari della Serie A. Quindi chiedo a tutti voi di continuare a seguire con entusiasmo e ottimismo la nostra e vostra società, senza dare peso a una rilevante quantità di inesattezze al limite della querela che già in queste prime ore stanno circolando. Da parte mia tengo a sottolineare con soddisfazione che la prima parte della missione che mi ero dato tre anni fa ha raggiunto il suo obiettivo: la serie A. Adesso c’è una seconda parte più breve che è quella di consegnare il Bologna in mani più solide per dare al club un grande futuro.
Alfredo Cazzola

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mercoledì 20 febbraio 2008

speranze petroniane, disperazione sullo stretto

La Padania - luglio 2006

Calciopoli, uno scandalo infinito

La Reggina nei guai, il Bologna spera

Avviso di garanzia al presidente Lillo Foti, accusato di aver richiesto arbitri “compiacenti” in 6 gare

Marco Liguori

Dalla Procura della Repubblica di Napoli è partita ieri un’altra raffica di avvisi di garanzia, riguardante le indagini sul campionato di calcio 2004/2005 controllato dalla cosidetta “cupola Moggi”. Otto le persone destinatarie dei provvedimenti giudiziari.
Si tratta del presidente della Reggina, Lillo Foti, dell’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo e dell’arbitro Massimo De Santis: questo ultimi erano già stati colpiti da avvisi di garanzia nello scorso maggio. L’informazione di garanzia è stata recapitata anche agli arbitri Andrea De Marco e Tiziano Pieri, agli assistenti arbitrali Stefano Papi, Giorgio Nicolai e Sandro Rossomando. Nei provvedimenti giudiziari, i pubblici ministeri napoletani, Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci, hanno ipotizzato il reato di concorso in frode sportiva. L’accusa riguarda sei partite, nelle quali, stando alla ricostruzione dei magistrati, vi sarebero stati una serie di tentativi di “truccare” il risultato, attraverso la designazione delle terne arbitrali. Gli incontri di serie A al vaglio degli inquirenti sono: Reggina-Brescia, Reggina-Cagliari, Reggina-Palermo, Udinese-Reggina, Sampdoria-Reggina e Palermo-Reggina. Negli avvisi di garanzia i Pm hanno evidenziato che la Reggina è una delle società «orbitanti nel circuito di potere moggiano». Il fascicolo della Procura napoletana sarò esaminato nei prossimi giorni anche dal Capo dell’ufficio indagini della Federcalcio, Francesco Saverio Borrelli, per l’apertura di un secondo fronte del procedimento giudiziario sportivo, dopo quello che ha coinvolto Juventus, Milan, Lazio e Fiorentina.
Oltre alle accuse relative alle intercettazioni di oggi, la società calabrese è protagonista anche della vicenda relativa all’iscrizione al campionato 2005/2006.
Il Bologna ha proposto ricorso davanti alla Corte federale, dopo averlo proposto in primo grado davanti alla Corte di appello federale, per ottenere il rientro in serie A dopo la retrocessione in B del 2004/05. Secondo la documentazione raccolta dalla società felsinea, la Reggina aveva debiti per 14,7 milioni di euro: con questo “fardello” era impossibile l’iscrizione al campionato di serie A.
«Come mai il Torino e la Salernitana che avevano indebitamenti tributari inferiori - ha spiegato [...] il legale del Bologna, Mattia Grassani - non sono state ammesse ai rispettivi campionati e invece la Reggina sì? E’ un mistero che la giustizia sportiva dovrà risolvere».
Nella documentazione presentata dal Bologna dinanzi ai giudici sportivi, c’è anche una lettera raccomandata dell’Agenzia delle Entrate del 25 maggio 2005, indirizzata alla Reggina, in cui si evidenzia che la richiesta di condono presentata dalla società calabrese non fosse adeguatamente supportata da adeguate garanzie.
«L’esibizione di 3 polizze fidejussorie - si legge nel documento - a garanzia del carico tributario già iscritto a ruolo, rilasciate dalla San Remo spa, si comunica che le garanzie prodotte risultano rilasciate da soggetto che non ha i requisiti previsti dall’articolo 19 del Dpr 602/73, non risultando la San Remo spa né una compagnia di assicurazioni né istituto bancario».
Tornando alla vicenda degli avvisi di garanzia, il presidente della Reggina non ha voluto rilasciare alcun commento in merito.
«In relazione agli ultimi avvenimenti che mi vedono coinvolto - ha dichiarato Foti - tengo a ribadire la mia serenità in quanto estraneo ad ogni tipo di accusa». Foti ha precisato che «i miei comportamenti, specie quelli oggetto di indagine, sono stati sempre corretti e trasparenti nel più assoluto rispetto dei ruoli istituzionali. Tutelerò in ogni sede gli interessi e l’immagine della mia società a difesa dei tifosi amaranto». Nel provvedimento destinato al numero uno del club dello stretto, i Pm napoletani hanno evidenziato «il rapporto di subalternità tra Foti e Moggi». In una telefonata l’ex direttore generale della Juventus rimprovera al presidente reggino, con toni molto accesi, di aver partecipato a una riunione di presidenti contrari alla rielezione di Adriano Galliani alla presidenza della Lega Calcio. «Ma che cazzo vai a quella riunione, Lillo, puttana…» ha affermato Moggi per stigmatizzare il comportamento di Foti, che poi cercò di tranquillizzare il dg juventino, riferendogli anche quello che dissero nella riunione i presidenti “ribelli”.
Foti spiega in una successiva telefonata a Moggi di aver illustrato allo stesso Galliani il resoconto dell’incontro. Tra gli atti riportati nel provvedimento contro Foti c’è anche una telefonata che il presidente calabrese fa all’ex designatore Bergamo prima della partita Parma-Reggina del 10 novembre 2004. «Foti si raccomanda - osservano i magistrati - per il sorteggio: “ti raccomando è troppo importante…» ha affermato supplicante il presidente.
Insomma, onda dopo onda, la marea dello scandalo cresce a vista d’occhio. Resta solo da chiedersi a chi toccherà la prossima volta...

domenica 17 febbraio 2008

la piramide Schematre

http://qn.quotidiano.net/conti_del_pallone_2007/2007/05/18/12635-schematre_piramide_sorpresa.shtml

BOLOGNA

Schematre, piramide con sorpresa

L’azionariato di Schematre, concessionaria di pubblicità per il Fc Bologna, ricorda quello di una piramide. Come quello di 28 Investimenti, si conclude con una fiduciaria, la Sofir. Per meglio spiegare iniziamo dal suo vertice, attraverso le ultime visure ed elenchi soci disponibili in Camera di Commercio. Schematre è una srl con 100mila euro di capitale sociale interamente controllata da Ies Group, entrambe con sede a Zola Predosa nello stesso stabile di via Garibaldi 15: ne è presidente Andrea Lanzoni, vicepresidente e amministratore delegato Lorenzo Lelli, mentre è consigliere Tiziano Pini. Tra i suoi oggetti sociali principali, oltre alla ricerca e raccolta pubblicitaria, c’è anche «la progettazione e realizzazione in proprio e per conto terzi di strutture architettoniche, tecnologiche ed impianti in genere per manifestazioni pubbliche e private in genere». Da qui si passa alla controllante Ies Group, che ha sei azionisti. Vi ritroviamo gli amministratori di Schematre: Lanzoni (15%), Pini (3,5%) e Lelli (7,5%). A questi si aggiungono Marco Poggioli (3%), Francesco Cervellati (3%) e la controllante Secaba srl (68%), che ha acquisito (secondo l’annotazione nel libro soci del 2 marzo 2006) una serie di quote da tutti gli azionisti presenti nel capitale, assieme a quelle di due ex soci. Presidente è Marco Carboni, mentre vicepresidente e amministratore delegato è Andrea Lanzoni. L’oggetto sociale è affine a quello della controllata: consulenza nella comunicazione pubblicitaria e commerciale, servizi per l’ideazione, progettazione di spettacoli e manifestazioni varie.
Da Zola Predosa ci si sposta in via Francesco Roncati a Bologna, presso l’anello di viali che ne delimita il centro storico, dove si trova la sede della Secaba, srl con capitale da 100mila euro. L’oggetto sociale cambia rispetto alle controllate: visure alla mano, l’azienda tratta la "compravendita, costruzione, ristrutturazione, gestione e locazione di beni immobili di qualsiasi tipo". Vi si trova ancora Marco Carboni, in veste di amministratore unico. Gli azionisti sono la Europonteggi Energia srl (50%), la Europonteggi Bologna spa (45%) e la Buy Image (5%).
Sotto la guida delle visure camerali, percorrendo a nord l’anello stradale nel tratto tra Viale Carlo Pepoli e Viale Antonio Silvani, ci si imbatte in una traversa, via Calori. Qui al numero 10 si trova la sede della Europonteggi Energia, spa con 5 milioni di euro di capitale. Si nota che Carboni ha collezionato il terzo incarico societario di seguito: amministratore unico. Anche stavolta gli azionisti sono tre: Europonteggi Europa srl (50%), Margo’s Business Company srl (49%), Geimpra srl (1%). Oggetto sociale principale: progettazione, noleggio e montaggi di impianti fissi e mobili.
Sempre allo stesso indirizzo è presente la sua controllante Europonteggi Europa, srl con appena 30mila euro di capitale, impegnata "nella compravendita, costruzione e ristrutturazione, gestione e locazione di beni immobili di qualsiasi tipo". Vi è presente, sempre come amministratore unico, il solito Carboni. Ma si ha una sorpresa: egli possiede soltanto il 2% del capitale, mentre il restante 98% è in mano alla Sofir – Società fiduciaria e di Revisione srl. Stando alle visure camerali, quest’ultima è una "ditta operante con l’estero dall’11/6/1997" ubicata in pieno centro di Bologna: ne è presidente Giuseppe Chieffo, che ne è anche l’azionista principale con poco oltre il 51% del capitale. La Sofir non è un nome nuovo alle cronache. Secondo il Corriere della Sera del 16 dicembre 2006, la fiduciaria è l’azionista unico della Teti finanziaria srl. Stando ai verbali dell’inchiesta giudiziaria, consultati dal Corsera, sulle presunte irregolarità sulla gestione della Banca Popolare di Lodi (ora Popolare Italiana) quest’ultima è una società immobiliare, verso cui, secondo la testimonianza resa ai Pubblici ministeri milanesi dall’ispettore della Banca d’Italia, Roberto Angeletti, sarebbero affluiti alcuni assegni circolari da parte degli ex manager di Unipol Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti. Come per la Teti, anche nel caso di Europonteggi Europa il segreto del suo socio misterioso è custodito nelle stanze ovattate della Sofir. Ma allora chi è l’azionista cardine che controlla con una piramide la Schematre? Quando si incontrano le fiduciarie, il cui compito è riconosciuto per legge, la risposta è unica: non è dato saperlo.
di Marco Liguori
http://qn.quotidiano.net/conti_del_pallone_2007/2007/05/18/12633-mistero_della_investimenti_della_invest.shtml

BOLOGNA

Il mistero della 28 Investimenti e della 31 Invest

"Di 28 ce n’è uno, tutti gli altri ne han 31". Il verso della simpatica filastrocca sui mesi dell’anno introduce alla catena di misteri di due società, la 28 Investimenti srl e la 31 Invest sa, ricostruito attraverso le ultime visure disponibili presso la Camera di Commercio. La prima ha sede a Bologna dal 1997, anno in cui stata trasferita da Genova: ne è amministratore unico Mario Bandiera, che è anche consigliere di amministrazione del Bologna Fc 1909. Tra i suoi principali oggetti sociali, stando alla visura camerale, c’è l’assunzione e la gestione di partecipazioni societarie in società italiane ed estere".
Secondo il libro soci depositato in Camcom della società calcistica, il 10 novembre 2006 la 28 Investimenti ha acquistato 2,5 milioni di azioni (pari a un eguale controvalore in euro) dalla Les Copains holding, una srl posseduta al 68,55% da Bandiera e di cui ne è anche il presidente. L’operazione è avvenuta sette giorni prima dell’assemblea di approvazione del bilancio del Bologna, che ha disposto anche l’abbattimento e la ricostituzione del suo capitale sociale. In quella occasione la 28 Investimenti ha sottoscritto il 25% del capitale del club rossoblù. E qui spunta il primo mistero. La 28 Investimenti è controllata da due fiduciarie, che ne schermano altrettanti (o più) proprietari: dalla Sirefid al 98,97% e dalla Fiduciaria Vonwiller per il residuo 1,035%. Non è dato sapere chi ci sia dietro di esse: il loro compito, perfettamente lecito per la legge italiana, è di occultare gli azionisti. E qui c’è gustosa coincidenza: 28 Investimenti e Les Copains Holding hanno sede nello stesso palazzo di via Cerodolo 3 a Bologna.
Visure alla mano, si può soltanto sapere che la Sirefid è interamente controllata dal gruppo bancario IntesaSanpaolo, mentre la Fiduciaria Vonwiller (con sede nel centro di Milano) è controllata al 5% dalla Solfinvest e per il 95% da Vonwiller srl. Particolare curioso: l’81% di quest’ultima è a sua volta detenuto dalla controllata Fiduciaria Vonwiller. Insomma, il proprietario della stessa fiduciaria è completamente blindato dietro di essa. Il mistero della proprietà della 28 Investimenti fa a pugni con l’articolo 16 bis delle norme organizzative della Figc. Esso prevede che "non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinano in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale". Il controllo si ha quando un soggetto, o i suoi parenti o affini entro il quarto grado "sono riconducibili, anche indirettamente, la maggioranza dei voti di organi decisionali ovvero un’influenza dominante in ragione di partecipazioni particolarmente qualificate o di particolari vincoli contrattuali". Chi viola questa norma è sottoposto alle pene dell’articolo 13 del codice di giustizia sportiva, che vanno dall’ammonizione, alla penalizzazione, alla retrocessione all’ultimo posto in classifica sino all’esclusione dal campionato. L’articolo delle Noif non ha contemplato anche le fiduciarie il cui utilizzo, perfettamente lecito per la legge ordinaria, sembrerebbe un “uovo di colombo” per aggirare il divieto di detenere più partecipazioni in diverse società di calcio. Non sarebbe stato meglio introdurre nelle recenti riforme di norme e statuti federali, se non un divieto, almeno l’obbligo di dichiarare i reali possessori di quote detenute sotto intestazioni fiduciarie, così come è previsto per le società quotate in Borsa?
E da Bologna i misteri proseguono in Lussemburgo. Secondo il Memorial - Journal officiel del Granducato, la 28 Investimenti possiede il 100% della 31 Invest sa, costituita nel novembre 2002. Altra particolare coincidenza: Mario Bandiera ne è amministratore, insieme a Federico Franzina e Carlo Santoiemma. E dal Lussemburgo si torna a Bologna: la 31 Invest è infatti proprietaria del 26,2% della Les Copains holding, ossia dell’azienda controllata da Bandiera, che ha tra gli oggetti sociali la "conduzione, locazione e la gestione, diretta e indiretta, di beni immobili di ogni genere e specie". Quest’ultima ha il 25% della Aktiva, ossia della società che dovrà costruire il nuovo stadio da 25-30mila posti del Bologna, con annesso centro commerciale, parchi tematici e campo da golf da 60 ettari, a Medicina nella provincia felsinea. Il progetto “Romilia” sorgerà su un’area di 300 ettari: gli investimenti previsti ammontano a 500 milioni. Stando agli ultimi elenchi soci depositati in Camera di Commercio, Aktiva è controllata al 50% da Motor City in liquidazione, che è a sua volta posseduta al 100% dalla Finalca di Alfredo Cazzola (presidente e azionista del Bologna), e al 25% dalla Cogei Costruzioni controllata e presieduta da Renzo Menarini (consigliere e azionista del Bologna), che ha come oggetto "costruzione di edifici civili, industriali, commerciali e monumentali".
Riepilogando, una società italiana, 28 Investimenti, con azionisti schermati da due fiduciarie, è il secondo azionista del Bologna e possiede una società lussemburghese, 31 Invest. Questa a sua volta è il secondo azionista di una società italiana, la Les Copains holding, che affitta gli immobili, che è il secondo azionista di Aktivia che realizzerà “Romilia”. Insomma, l’identità del primo anello della catena non si conosce. Si dirà che c’è una mancanza di trasparenza: ma per la normativa attuale è tutto perfettamente a posto.
di Marco Liguori

Retrocedere che dramma!

http://qn.quotidiano.net/conti_del_pallone_2007/2007/06/25/12600-retrocessione.shtml

BOLOGNA

La retrocessione fu il vero macigno sui conti

La caduta in serie B ha pesato molto sui conti rossoblù chiusi al 30 giugno dello scorso anno. E’ l’effetto della stagione 2004/2005 che si concluse con la sconfitta nel doppio incontro di spareggio con il Parma. Ciò ha comportato conseguenze molto pesanti sul conto economico
La retrocessione dalla serie A alla B ha pesato molto sui conti del Bologna chiusi al 30 giugno dello scorso anno. E’ l’effetto della stagione 2004/2005 che si concluse con la sconfitta nel doppio incontro di spareggio con il Parma (andata 0-1 per i bolognesi e ritorno 2-0 per i ducali), con il gol dell’attaccante nerocrociato Alberto Gilardino all’ultimo minuto del match di ritorno che condannò i rossoblù alla serie inferiore: ciò ha comportato conseguenze molto pesanti sul conto economico. Si può dire che il “caso Bologna” potrebbe essere preso come esempio calzante delle enormi difficoltà a cui va incontro una società retrocessa dalla massima serie. Stando alla relazione sulla gestione, nel 2005/2006 la società felsinea (in cui ha raggiunto l’ottavo posto in serie B) ha subìto il crollo verticale dei ricavi pari al 62% (13,62 milioni contro i precedenti 35,68 milioni). In particolare, la retrocessione dell’anno precedente ha avuto un effetto devastante sugli incassi allo stadio: la differenza in negativo rispetto al 2004/05 è stata di 4,24 milioni. La quasi totalità di questa cifra riguarda le gare di campionato.
Né è servito al presidente Alfredo Cazzola una ferrea politica di tagli dei costi, diminuiti drasticamente del 46%: lo squilibrio costi/ricavi è stato pari a 8,96 milioni e si è incrementato del 48% rispetto all’anno precedente. L’esercizio si è concluso con un passivo pari a 9,32 milioni, inferiore del 25,1% a quello del 2004/05. Nonostante ciò, stando alla relazione del collegio sindacale, “l’entità della perdita registrata nell’esercizio, cui si somma la residua perdita riportata nell’esercizio precedente, supera il terzo del capitale sociale”: di conseguenza si sono resi necessari i provvedimenti imposti dal Codice civile, ossia abbattimento e ricostituzione del capitale. Secondo quanto affermato dal verbale dell’assemblea straordinaria del 17 novembre 2006 e iniziata alle ore 17, senza alcuna ombra di superstizione da parte dei consiglieri, l’operazione è stata sottoscritta dagli azionisti Finalca, controllata da Cazzola, per il 50%, e per il 25% da 28 Investimenti (si veda il box successivo) e dalla Promozioni Commerciali Italia poi fusa nella Cogei Costruzioni di Renzo Menarini, consigliere del Bologna. La società ha beneficiato tra versamenti “a titolo di capitale” e incasso di crediti dai soci per 14,9 milioni: un segno tangibile della volontà degli azionisti di sostenerla concretamente. A proposito del consiglio di amministrazione, i suoi membri hanno ricevuto un ammontare totale di 20mila euro.

Addio sponsor
La retrocessione nella serie cadetta ha comportato la fuga di tre sponsor e la risoluzione del contratto con Sky. Riguardo alla pay-tv, l’accordo sarebbe scaduto il 30 giugno prossimo: i corrispettivi sarebbero stati di 13 milioni per il 2005/06 e di 13,65 milioni per il 2006/07. L’intesa con lo sponsor Amica Chips sarebbe scaduta anch’essa alla stessa data: la sua risoluzione ha comportato per il Bologna un mancato incasso di 1,1 milioni nel 2005/06 e 1,2 milioni nel 2006/07. La società rossoblù ha dovuto rinunciare anche al milione di euro proveniente da Tim per la cessione dei diritti Umts: il contratto sarebbe scaduto il 30 giugno 2006. E’ sparito anche il corrispettivo di 150mila euro proveniente sempre dalla società di telefonia cellulare del gruppo Telecom: quest’ultima ha risolto il contratto prima della scadenza, posta a metà dell’anno scorso. Il conto economico riporta di un vistoso calo delle entrate totali da sponsorizzazioni per 1,24 milioni (-55,5%). Sul sito del Bologna, alla voce sponsor, si nota tra gli sponsor istrituzionali la Promotor Intenational (Cazzola), Cogei Costruzioni (Menarini), e due capisaldi dell’economia emiliana: Aemil Banca e Manutencoop. Tra i media partner spicca Stadio, edizione “nordista” del Corriere dello Sport, che è anche sponsor media della Roma e sponsor istituzionale della Lazio. La relazione sulla gestione riporta però di altri contratti, che “prevedono invece corrispettivi differenziati a seconda della categoria del campionato di partecipazione”. Si segnalano tra essi, ma la società non ha indicato cifre, il contratto di cessione dei diritti televisivi del digitale terrestre per il territorio italiano con Media Partners Italia, quello di cessione delle immagini delle partite per l’estero stipulato con Media Partners & Silva Limited. Complessivamente, nel 2005/06 i diritti tv sono crollati verticalmente per circa 22 milioni, passando da 23,12 a 1,16 milioni.

Conflitto d’interessi
Il Bologna ha invece indicato i minimi garantiti per la concessione della raccolta pubblicitaria a Schematre, che scadrà il 30 settembre 2009: in caso di partecipazione in serie A essi variano da 1,6 a 2 milioni, contro i 500mila per la serie B. Sempre riguardo alla concessionaria, la società petroniana ha sottoscritto il 24 luglio 2006 “una transazione risolutiva del rapporto contrattuale” che “prevedeva, tra l’altro, la concessione da parte di Bologna F.C. 1909 spa a Schematre srl della licenza di utilizzo del marchio “Bologna Football club”” insieme a una serie di attività di carattere pubblicitario, di sponsorizzazione e promozionale per lo sfruttamento dello stesso marchio. Inoltre, l’intesa contemplava il compimento di prestazioni d’opera allo stadio Dall’Ara. “In data 15 settembre 2006, la società ha sottoscritto – si legge nella relazione sulla gestione – con Promotor International spa un contratto di concessione dei diritti di gestione pubblicitaria e promozionale per la stagione sportiva 2006/2007”. Questo accordo è un vero e proprio conflitto d’interessi per Cazzola, in quanto riveste gli incarichi contemporanei di presidente e azionista di riferimento del Bologna, tramite la Finalca, assieme a quelli di amministratore delegato e principale azionista, sempre tramite la Finalca, della Promotor International. In quest’ultima c’è anche una presenza bancaria: si tratta di Interbanca, banca d’affari del gruppo Antonveneta Abn Amro, secondo azionista con il 20%. Uno dei suoi consiglieri di amministrazione esecutivi è Massimo Moratti, azionista di riferimento e presidente dell’Inter.

Acquisti e costi
Non ha avuto effetto sul risultato finale l’unica plusvalenza di 1,7 milioni incassata dalla cessione alla Fiorentina del difensore Alessandro Gamberini. Invece, Federico Giunti, ceduto gratis al Chievo, ha prodotto una minusvalenza di 50mila euro. Correttamente, il Bologna li ha inseriti tra i proventi e gli oneri straordinari secondo quanto previsto dal Codice Civile. Complessivamente, il saldo nel bilancio 2005/06 della campagna acquisti è risultato positivo per 1,15 milioni: gli unici due acquisti, Marazzina dal Siena e Mingazzini dall’Atalanta sono costati rispettivamente 200 e 300 milioni. Sono proprio le voci riguardanti i calciatori quelle che hanno comportato i maggiori tagli dei costi, passati da 41,72 a 22,59 milioni. La società felsinea non ha differenziato quelli dei tesserati dal restante personale: i salari e stipendi sono calati del 36,3%, mentre gli oneri sociali del 9%. Gli ammortamenti immateriali, che riguardano per la maggior parte i diritti alle prestazioni dei giocatori, sono stati decurtati del 63,24%. La retrocessione in B ha avuto almeno l’effetto positivo di far precipitare del 90,67% la somma sui biglietti venduti e sugli abbonamenti spettante alle squadre ospiti.

Debiti e crediti in calo
Anche il Bologna, come molti altri club di A e B, soffre di un gravoso squilibrio tra i debiti (12,40 milioni, –32,5%) e i crediti (3,03 milioni, -47,66%) pari a 9,36 milioni. La buona notizia è che questo dato è in calo del 21,96% rispetto al 2004/05. La voce crediti è essenzialmente composta da 1,9 milioni per “crediti commerciali” e da 700mila euro verso società calcistiche. Tra i debiti si segnalano quelli “vari esigibili entro 12 mesi” pari a 5,73 milioni, in aumento di oltre 200mila euro. Secondo la nota integrativa sono composti da somme dovute al “personale sportivo per 2.800.543 euro, valore comprensivo del debito maturato per la quota di retribuzioni variabili riconosciute ai tesserati”. Il Bologna risulta anche debitore per 1,9 milioni per accordi transattivi sottoscritti con ex dipendenti “il cui pagamento ha scadenza oltre il 30/6/2006”. Un’altra porzione riguarda il “debito relativo al prestito obbligazionario scaduto e non rimborsato al 31/3/2006 nei confronti degli ex obbligazionisti dott. Galletti per 260.489 e Seci spa per 260.489 euro”. Un posto di rilievo lo occupano i debiti complessivi verso le banche, pari a 1,52 milioni, in drastico calo del 64%. Di questi, 1,2 milioni sono dovuti ai mutui contratti con il Credito Sportivo. Anche la società rossoblù, al pari di altre finora esaminate, possiede debiti verso il fisco per 1,15 milioni (+63% rispetto all’esercizio precedente), tutti esigibili entro 12 mesi. Nel documento è specificato che “la voce accoglie principalmente le ritenute operate su stipendi e compensi corrisposti a giugno 2006 e versate a luglio 2006”. La società ha costituito un fondo imposte per 141mila euro per alcuni peccati veniali di natura tributaria. Un importo di 135mila euro è stato accantonato per un “avviso di accertamento per omessa dichiarazione-imposta sulla pubblicità per l’anno 2006”. I restanti 6mila euro riguardano “il modello Unico 2004 sc”: l’Agenzia delle entrate ha contestato il ritardato versamento degli acconti di imposta.
di Marco Liguori

sabato 9 febbraio 2008

I problemi previdenziali della società rossoblù

Liberomercato 9 febbraio 2008 pagina 5

Contenzioso aperto

Gli steward collaboratori
costano cari al Bologna

Marco Liguori


Il Bologna ha un contenzioso con Inail e Inps per complessivi 587mila euro. La vicenda, riportata nel bilancio della squadra militante in serie B chiuso al 30 giugno 2007 con una perdita di 7,42 milioni, riguarda due verbali di accertamento, emessi dai due enti previdenziali rispettivamente nel giugno 2006 e nel maggio 2005. In quello dell’Inail si legge che "risulta pendente un verbale, per complessivi euro 532.018" relativo "al disconoscimento della natura di "prestazione occasionale" del personale addetto al "servizio stadio" con configurazione di rapporto di mini-collaborazione ex D.Lgs. 276/2003". Contro questa contestazione è stato presentato un ricorso giudiziario il 3 agosto scorso. La società presieduta da Alfredo Cazzola non ha proceduto ad alcun accantonamento per questo contenzioso sulla natura giuridica del rapporto di lavoro degli steward poiché "la prima udienza è stata fissata al 2 aprile 2008 e non è possibile al momento prevedere l’esito finale della causa". La stessa contestazione è stata mossa anche dall’Inps che ha stilato un verbale di accertamento "per complessivi euro 54.942,45". Anche contro di esso è stato proposto ricorso.
Nella nota integrativa è evidenziato anche un fondo "relativo ad un avviso di accertamento per omesso versamento dell’imposta sulla pubblicità per l’anno 2006, di cui già in parte accantonato nel precedente esercizio". Il saldo alla fine dello scorso giugno, pari a 151mila euro, "si riferisce alle sanzioni irrogate a fronte dell’omesso versamento in questione". Il ricorso del Bologna è stato respinto dalla sentenza di primo grado, condannandola al versamento integrale dell’imposta dovuta e delle sanzioni: il club felsineo la impugnerà.
Il rosso di esercizio ha causato un patrimonio netto negativo per 927mila euro. Stando al verbale dell’assemblea del 26 ottobre scorso, i soci (99% Aktiva, subentrata dal 29 giugno ad altri azionisti, a sua volta controllata dalla Finalca di Cazzola) vi hanno ovviato a fine luglio con un primo versamento di 1,3 milioni. Nello stesso giorno è stato deliberato l’abbattimento della perdita di 7,42 milioni e la ricostituzione del capitale sociale fino a 3 milioni: furono versate solo 750mila euro, mentre i rimanenti 2,25 milioni saranno versati "nelle casse sociali a richiesta dell’organo amministrativo". Secondo l’ultima visura della Camera di Commercio, la ricapitalizzazione è ferma all’importo allora erogato.
Riguardo al conto economico, i costi (26 milioni +14%) hanno superato i ricavi (19,6 milioni +29%) per 6,4 milioni. In questi si evidenzia 2,1 milioni da plusvalenze calciatori, contro 1,7 milioni del 2005/06. Il costo del personale (14,4 milioni) è aumentato del 3%: i compensi dei calciatori (10,5 milioni) si sono incrementati di 1,6 milioni. Quelli totali del consiglio di amministrazione sono di 80mila euro, in netto aumento sui 20mila della stagione precedente.
Tornando allo stato patrimoniale, si nota lo squilibrio tra debiti (13,8 milioni, +9,8% sul 2005/06) e crediti (2,3 milioni, -26,4%) per 11,5 milioni: la disponibilità liquida è consistente, pari a 3,6 milioni.
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il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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