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sabato 27 dicembre 2008

Beckham, un altro “uomo da sfilata” nel grande atelier Milan

Con l’arrivo del calciatore inglese, in affari al pari di Kakà e Shevchenko con Giorgio Armani, la società rossonera inaugura la nuova strategia della squadra come “carosello” pubblicitario. Se giocherà bene o male, è soltanto un fatto marginale

Benvenuti nel grande atelier di moda Milan, dove troverete tutte le collezioni che desiderate! Con l’arrivo di David Beckham, il calciatore più amato dagli sponsor (tanto per citare lo slogan di una nota pubblicità di qualche anno fa), aumenta la pattuglia degli “uomini da sfilata” rossoneri. Una tendenza, quella del rapporto tra divi del pallone e pubblicità, iniziata qualche anno fa con l’utilizzo di giocatori della Juventus, a cominciare dall’ossessiva presenza televisiva di Del Piero l’”uomo dei passeri”. «E’ lo show business, bellezza!» affermano (giustamente) tanti addetti ai lavori: appendice nata dalla sciagurata legge Veltroni del 1996, voluta fortemente da Milan e Juventus, che inaugurò l’era del calcio a scopo di lucro. Dunque, finché la barca va, lasciala andare. Fino a quando ci saranno società che pagano lauti stipendi ai giocatori e che consentono loro di partecipare come modelli nei “consigli per gli acquisti” (per dirla con Maurizio Costanzo) il ragionamento fila e “tutto va ben, madama la marchesa”. Se tutto ciò potrà reggere all’infinito è opinabile: ma tralasciamo pure questo aspetto. Ce n’è però un altro, che sfugge alla gran parte dei commentatori e del pubblico: lo spettacolo calcistico sta diventando sempre più un aspetto accessorio rispetto a quello pubblicitario. Detto in parole ancora più semplici: gli aspetti tecnici e le stesse partite di pallone stanno perdendo sempre più importanza nei confronti della promozione dei prodotti degli sponsor. Con buona pace dei tifosi, che si vedranno offrire uno spettacolo qualitativamente mediocre: dovranno rassegnarsi al fatto che le loro squadre del cuore vinceranno sempre meno. Nella logica dello “show business” (leggi come “far soldi con gli spettacoli”) l’importante è apparire e partecipare alle competizioni, soprattutto internazionali: vincere coppe e trofei è ormai un fatto secondario. E’ la logica che ha portato Beckham alla società della galassia Fininvest: con il prestito concesso dal Los Angeles Galaxy è stato coperto il periodo di inattività fino a marzo del giocatore inglese, dovuto alla pausa del campionato americano, che è sicuramente sgradito ai suoi sponsor. Egli deve quindi giocare per apparire e rappresentare i marchi delle aziende che lo sovvenzionano: poco importa se le sue prestazioni in campo siano esaltanti oppure mediocri. Meglio ancora se l’operazione non comporta esborso di denaro: infatti, il Milan non spenderà un centesimo.
In base a questa logica degli affari nello sport, occorre che le squadre possano infoltire le loro rose di campioni. Tuttavia, si badi bene, non contano i fattori tecnici e l’effettiva utilità di un calciatore in un reparto di gioco: basta avere nomi di sicuro richiamo, come in una compagnia teatrale. Insomma le compagini calcistiche assomiglieranno sempre più agli Harlem Globetrotters (i “teatranti” campioni americani del basket) che ingloberanno stelle, magari anche sul viale del tramonto, ma che consentiranno di vendere magliette e altri prodotti con i marchi societari (il cosiddetto “merchandising”, anglicismo terribile) e incassare soldi dagli sponsor (la parola è latina). Tutto ciò potrà permetterselo solo chi ha un potere politico-economico alle spalle. In Italia sono tre le società che lo detengono: Milan, Inter e Juventus. Le altre come al solito staranno a guardare, cercando di sopravvivere alla meno peggio: naturalmente fatte salve alcune eccezioni per quelle che riescono a rendere in attivo il conto annuale ricavi/costi.
Proprio il Milan ha inaugurato questa nuova strategia. La società del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è diventata nuovamente un caposcuola, dopo aver fatto lievitare all’inizio degli anni ’90 i prezzi dei trasferimenti dei giocatori e i loro ingaggi. E dopo aver contribuito, assieme alla Juventus di Antonio Giraudo, a trasformare il campionato in un grande circo televisivo, declassando gli stadi, non tenendo conto della loro primaria importanza per lo spettacolo dell'italica pedata, e trascurando i tifosi che vi si recano. Adesso la squadra si sta trasformando in un grande atelier: lo conferma l’arrivo di Beckham, arrivato fresco fresco con il suo castello di sponsor. Curiosamente, il calciatore inglese ha un elemento aziendale in comune con il fuoriclasse brasiliano Kakà e con l’attaccante Andriy Shevchenko: Giorgio Armani. I primi due sono “testimonial” (in italiano si dice “protagonisti”) delle sue campagne promozionali, mentre l’ucraino ha aperto un negozio Armani a Kiev, capitale del suo paese. Insomma, pallone e pubblicità sempre più intrecciati tra loro: ma ormai sembra che la seconda stia prendendo sempre più il sopravvento sul primo. Anzi, si potrebbe pensare che il ritorno di Shevchenko possa essere stato dettato dalle ineluttabili leggi non scritte dall’universo degli affari. Sarebbe molto interessante sapere cosa ne pensano i tifosi della nuova strategia della dirigenza rossonera, che stanno trasformando la loro squadra in un “carosello” pubblicitario. Probabilmente essi preferirebbero l’acquisto una serie di calciatori necessari per migliorare le prestazioni della squadra e renderla maggiormente competitiva. Magari qualche giovane difensore di buon livello: in fin dei conti la Fininvest può tranquillamente permettersi il lusso di ripianare le perdite a fine esercizio.
E a proposito di Shevchenko alla luce del suo impegno come “testimonial” si può affermare che la notizia riportata dal quotidiano napoletano “Roma”, riguardante un suo possibile scambio con il centrocampista del Napoli Blasi per rimpiazzare l’infortunato Gattuso, sia di difficile realizzazione. L’attaccante ucraino, rientrato l’estate scorsa dal Chelsea a Milanello dopo aver rimpolpato nel 2006 le casse rossonere con una plusvalenza di 42 milioni di euro, ha in essere una serie di contratti pubblicitari, tra cui la presenza in una campagna pubblicitaria della linea di abiti in pelle di una nota marca di abbigliamento sportivo americana, che sta letteralmente inondando Milano con una serie di manifesti (soprattutto in metropolitana). E’ difficile quindi che Shevchenko lasci il Milan per andare a Napoli: la pubblicità viene prima di tutto.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita solo dietro citazione della fonte)
Nella foto, tratta da http://www.instablogsimages.com, David Beckham

martedì 16 dicembre 2008

Antenna3: ecco cosa è accaduto a Torino ai tifosi del Milan

Lele, un ultras del Milan ha raccontato il 15 dicembre 2008 su Antenna 3 cos'è successo la sera del giorno prima a Torino.
Le immagini sono tratte da You Tube.

lunedì 15 dicembre 2008

"Invasione di campo" a Mediaset di tifosi milanisti: un arresto

Un nuovo episodio contro lo studio di una trasmissione televisiva si è verificato questa notte a Cologno Monzese. Alle 23.45 un centinaio di tifosi milanisti ha fatto irruzione nei teatri di posa di Mediaset ed è entrato nello studio da cui stava andando in onda il programma "Controcampo", scandendo cori e slogan per protestare contro il prezzo troppo alto dei biglietti allo stadio. La trasmissione è stata interrotta con un blocco pubblicitario e dopo una decina di minuti i tifosi sono sciamati all'esterno, mentre stavano arrivando i carabinieri avvertiti dalla sorveglianza. Una ventina di ultras che non hanno fatto in tempo a salire sulle auto con cui erano arrivati hanno cominciato a lanciare contro i militari accendini, petardi e sassi, uno dei quali ha colpito al mento un carabiniere ferendolo leggermente. Quattro teppisti sono stati bloccati dagli uomini delle Volanti e tra loro è stato identificato chi ha ferito il carabiniere. L'uomo, M.R., 24 anni, di San Fermo della Battaglia (Como), è stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, mentre gli altri tre sono stati denunciati per l'invasione degli studi.
Fonte: Ansa

Sintesi tv di Juventus-Milan 4-2 (da You Tube)

Torino, stadio Olimpico, domenica 14 gennaio 2008 ore 20.30
JUVENTUS-MILAN 4-2
Juventus (4-4-2): Manninger; Grygera, Mellberg, Chiellini, Molinaro; Marchionni, Sissoko (44' st Zanetti), Marchisio, Nedved (30' st De Ceglie); Del Piero, Amauri (44' st Iaquinta). In panchina: Chimenti, Salihamidzic, Giovinco, Ariaudo. Allenatore: Ranieri
Milan (4-3-2-1): Abbiati; Zambrotta, Maldini, Kaladze, Jankulovski; Ambrosini (29' st Antonini), Pirlo, Emerson (1' st Shevchenko); Seedorf, Ronaldinho; Pato (31' st Inzaghi). In panchina: Dida, Favalli, Senderos, Cardacio. Allenatore: Ancelotti
Arbitro: Rizzoli di Bologna
Reti: 16' pt Del Piero (rig), 31' pt Pato, 34' pt Chiellini, 41' pt Amauri, 11' st Ambrosini, 24' st Amauri
Note: Serata piovosa, terreno pesante. Spettatori: 23.000 circa. Al 20' st espulso Zambrotta per doppia ammonizione. Ammoniti: Emerson, Zambrotta, Mellberg, Ambrosini, Sissoko. Angoli: 10-2 per la Juventus. Recuperi: 2' pt e 3' st.

Sintesi di Juventus-Milan 4-2
(immagini Rai tratte da You tube)

giovedì 4 dicembre 2008

Pioggia di soldi dall'Uefa ai club: 43,5 milioni per Euro 2008

Ecco le italiane premiate che hanno fornito giocatori alla Nazionale per la fase finale dello scorso giugno: Juventus, Milan, Inter, Napoli, Lazio, Roma, Fiorentina, Palermo, Sampdoria, Genoa, Udinese, Siena e le retrocesse Livorno e Parma.

La Uefa distribuirà 43,5 milioni di euro tra 180 club che hanno fornito giocatori alle Nazionali per la fase finale di Euro 2008. Secondo i parametri stabiliti dall'accordo tra la Uefa e la European Club Association (ECA). Le società italiane riceveranno complessivamente 4.250.290 euro. Nel dettaglio, la Juventus incasserà 644.195 euro. Seguono Milan (624.590), Roma (537.763), Fiorentina (481.746), Inter (431.331), Udinese (344.505), Livorno (239.473), Siena (201.661), Lazio (201.661), Palermo (121.837), Sampdoria (121.837), Parma (117.636), Napoli (100.831) e Genoa (81.225). In testa alla speciale graduatoria per nazioni c'è la Germania con 6.805.065 euro, seguita da Spagna (5.106.650) e Inghilterra (4.843.370).
I 180 club che riceveranno denaro fanno parte di 24 delle 53 federazioni affiliate alla Uefa. I benefici, oltre a riguardare società di paesi esclusi dalla fase finale del torneo, gioveranno anche alle casse di numerose squadre che militano in divisioni inferiori dei vari campionati nazionali. In Italia è il caso di Livorno e Parma, retrocesse alla fine della scorsa stagione. I club che otterranno più soldi di tutti sono il Werder Brema (1.093.732 euro), l'Olympique Lione (1.039.115) e il Bayern Monaco (1.018109). La quota da attribuire ad ogni società è stata calcolata moltiplicando la "diaria" individuale di ogni calciatore per il numero di giorni in cui ciascun tesserato è stato impegnato a Euro 2008. L'accordo tra la Uefa e la ECA, l'organismo nato sulle ceneri del defunto G-14, ha preso in considerazione un periodo cominciato 14 giorni prima del match d'esordio di una selezione e terminato con la gara che ha sancito l'eliminazione. «E' la dimostrazione di una nuova armonia nel calcio europeo e della volonta di cooperazione tra federazioni e club per il bene dello sport», ha commentato il presidente della Uefa, Michel Platini. I contrasti tra la federazione continentale e le più importanti società sembrano ormai un lontano ricordo. La nuova partnership, ha detto ancora Platini, ha consentito di riconoscere ai club «benefici tangibili in virtù del loro contributo a Euro 2008». L'annuncio di oggi costituisce un «momento storico» secondo Karl-Heinz Rummenigge, presidente del Bayern Monaco e della ECA. Con il denaro assegnato alle squadre, «viene riconosciuto e ricompensato l'importante contributo del calcio di club al successo di una competizione per Nazionali».
Fonte: Adnkronos

lunedì 1 dicembre 2008

Perché Mediaset condanna solo i fischi contro il Milan?

Riceviamo e pubblichiamo
Egr. sig. Liguori,
è davvero scandaloso come il signor Piccinini su Mediaset Premium, durante la telecronaca di Palermo Milan, abbia rimarcato il fatto che la gente di palermo fischiasse Ronaldinho. Erano già stati vergognosi i suoi commenti simili durante Lecce Milan, quando alcuni tifosi del Lecce fischiavarono i giocatori del Milan.
A questo punto mi chiedo, perchè il signor Piccinini sottolinea e condanna certi comportamenti, quando questi si verificano a Palermo, mentre non sottolinea i fischi che si sentono anche in altri stadi? Perchè Piccinini non condanna mai in diretta i cori beceri di molte tifoserie contro Napoli e i napoletani?
Cordiali saluti
Mario
mitico2@email.it

Risposta

Caro Mario,
non è il primo lettore che mi evidenzia il comportamento di Piccinini.
E' evidente che il Milan fa parte della famiglia Fininvest: quindi ha un occhio di riguardo da parte di Mediaset, la tv della galassia berlusconiana. E pensare che Piccinini si è scandalizzato per i fischi: se avesse sentito uno di quei cori, rivolto a Ronaldinho e soci, che spesso partono dalle gradinate degli stadi del Nord Italia contro il Napoli e i napoletani, che cosa avrebbe detto?
A parte tutto, il problema vero è che tutti i telecronisti dovrebbero stigmatizzare i comportamenti beceri delle tifoserie, di qualsiasi squadra esse siano. Purtroppo ciò non accade.
Un cordiale saluto
Marco Liguori

lunedì 24 novembre 2008

Calcio in cifre: Torino ha giocato alla pari col Milan

Se i rossoneri hanno conseguito una maggiore superiorità territoriale, i granata hanno costruito il pareggio finale difendendosi meglio e con un miglior rendimento al tiro: due gol con cinque tiri in porta su 12 totali. Per il Milan, sei tiri tra i pali su 15 complessivi con due gol

«Il Torino ha giocato alla pari con il Milan». La frase pronunciata dal celebre giornalista Filippo Grassia su Radio Rai 1 nel dopopartita dell'Olimpico si intona perfettamente con le statistiche Panini Digital-Lega Calcio. I granata hanno costruito il 2-2 finale grazie a una buona capacità difensiva, pari al 55,2% contro il 45,8% dei rossoneri. Inoltre, sono del Toro ben tre giocatori nei primi quattro nella graduatoria dei pallone recuperati: Natali (21), Pratali (20) e Dzemaili (18). Per il Milan c'è l'immarcescibile Maldini con 19 palle strappate agli avversari: la sua ennesima prestazione più che positiva. La formazione di Ancelotti ha però ottenuto una superiorità territoriale più marcata, tenendo palla nella metà campo dei padroni di casa per oltre 12 minuti e mezzo, e maggior possesso palla (54%).
Gli uomini di De Biasi hanno attaccato con maggior continuità: il relativo indice è stato pari al 54,2 %, contro il 44,8% degli avversari. Questi ultimi hanno dimostrato però un maggiore grado di pericolosità (64,9%) con un mumero maggiore di occasioni da rete.
Riguardo ai tiri, il Torino ha ottenuto un miglior rendimento: cinque tiri nello specchio della porta su 12 totali con due reti. Per il Milan, sei tiri tra i pali di Sereni su 15 complessivi, due gol. "Rosinaldo" ha tentato quattro volte la via del gol come Ronaldinho: entrambi hanno mandato una palla in fondo alla rete. Seguono Dzemaili e Jankulovski con tre tiri.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Le statistiche Panini Digital - Lega Calcio
su Torino-Milan 2-2
(cliccare sull'immagine per ingrandirla)


sabato 22 novembre 2008

Amarcord 1984-85: Torino 2 Milan 0 (da You tube)

Amarcord di un successo schiacciante dei granata guidati da Gigi Radice sui rossoneri del "barone" Nils Liedholm. Nelle immagini Rai, tratte da You tube, si notano, oltre a un giovanissimo Carlo Nesti, anche l'allora braccio destro di Bettino Craxi (tifoso del Toro) Claudio Martelli e un Gianni Rivera preparlamentare.

Domenica 11 novembre 1984
TORINO - MILAN 2-0 (primo tempo 0-0)
Torino: Martina, Danova, Francini, Galbiati, Junior, Ferri, Zaccarelli (all'89' Caso), Pileggi, Schachner, Dossena, Serena. A disposizione: Copparoni, Beruatto, Corradini, Comi. All.: Radice.
Milan: Terraneo, Baresi, Galli F., Battistini, Di Bartolomei, Tassotti, Icardi, Wilkins, Hateley (al 72' Scarnecchia), Evan, Virdis. A disposizione: Nuciari, Russo, Cimmino, Manzo. All.: Liedholm.
Arbitro: Pieri di Genova.
Reti: Schachner 80', Junior 88'

venerdì 21 novembre 2008

L'attraente calcio di StageUp

Anni fa un nostro caporedattore, per motivi inconfessabili (aveva bisogno di due biglietti omaggio da parte della società ospitante, questa la conclusione della rapida indagine) ci costrinse a scrivere che l'Inter-Roma di due giorni dopo avrebbe avuto due miliardi di telespettatori, come da comunicato dell'ufficio stampa. Numeri mai raggiunti nemmeno da una finale Mondiale, una strepitosa e consapevole cazzata che però faceva contenti tutti: le squadre coinvolte, la tivù, lo spettatore medio del calcio italiano che così poteva pensare di assistere a qualcosa di importante. E pazienza per il lettore meno stupido, che si leggesse Proust o l'Economist. Lo schema non cambia davvero mai: per Inter-Juventus abbiamo letto cose che ci vergognamo anche di toccare con il copia & incolla, con la retorica dei cento paesi collegati che fa tanto Festival di Sanremo di una volta (un saluto agli amici di Malta!). Fra le cifre meno banali quelle sul numero dei tifosi delle varie squadre in Italia, spesso oggetto di dispute da bar del genere 'chi ce l'ha più lungo'. Secondo la più recente ricerca di StageUp e Ipsos la Juventus ha nel nostro paese 7,3 milioni di tifosi, mentre l'Inter 4,5. 11,8 in aggregato, secondo i rilevatori mezzo milione (non si sa con quali proporzioni) più dell'anno precedente: quindi Calciopoli avrebbe fatto aumentare la credibilità e la voglia di calcio in Italia? Dopo la Coppa del Mondo un'altra vittoria che Moggi potrebbe legittimamente attribuirsi, quindi. I soliti malpensanti avranno magari visto la solita iniezione di ottimismo per un baraccone ormai solo televisivo e pubblicitario, secondo una logica stringente: faccio rilevazioni di mercato che dimostrano che il mercato è in crescita, quindi gli investitori pubblicitari ci credono, quindi arricchiscono ulteriormente le aziende che magari commissionano alla StageUp della situazione (ce ne sono mille, di cui 999 con sede a Milano) un'altra indagine di mercato per così dire mirata. Fra i clienti di StageUp risultano esserci, non è un grande segreto (a parte che per chi riprende acriticamente ogni notizia d'agenzia), Milan, Bologna, la Figc, la Ferrari, la Lega Basket, varie altre entità e, sorpresa, Inter e Juventus. I cui tifosi nell'ultimo anno sono aumentati di mezzo milione. Saranno extracomunitari regolarizzati, che nel calcio italiano credono ancora: StageUp li ha già inseriti nel suo panel.
Stefano Olivari per Indiscreto

martedì 4 novembre 2008

Esclusivo/L’errore di Tosel favorisce il Milan

"il pallone in confusione" ha rilevato che il giudice sportivo non ha applicato l’articolo 21 del codice di giustizia sportiva, riguardante il comportamento scorretto recidivo dei sostenitori rossoneri che hanno urlato cori razziali contro i napoletani, sia durante la gara col Siena sia in quella contro il Napoli

Permettete una parola? Il giudice sportivo, Gianpaolo Tosel, ha commesso un altro errore dopo quello rilevato due mesi fa in occasione di Roma-Napoli. Stavolta lo sbaglio riguarda la mancata applicazione della recidiva, prevista all’articolo 21 del Codice di giustizia sportiva, al Milan. E in cosa consiste questo comportamento reiterato illecito dal punto di vista sportivo della società rossonera? Esso non è stato rilevato da Tosel nei comunicati 111 e 117 e riguarda i cori razzisti dei suoi sostenitori nei confronti di Napoli e dei napoletani, cantati allo stadio Meazza come una giaculatoria demenziale sia al 44° minuto del primo tempo della partita di mercoledì scorso col Siena, sia al 2° minuto della gara di domenica scorsa contro gli azzurri. Anzi, per meglio dire, nel testo si parla di «un coro costituente espressione di discriminazione territoriale» nei «confronti della tifoseria avversaria». Questo comportamento è previsto e sanzionato al numero 3 dell’articolo 11 del Codice di giustizia sportiva.
Dov’è l’errore del giudice sportivo? Consiste nel fatto che il coro razzista è stato urlato per due volte consecutive in altrettante gare di campionato, a quattro giorni di distanza l’una dall’altra: siamo dunque in presenza di un comportamento illecito ripetuto, ossia recidivo. Anzi, Tosel ha sanzionato il Milan per la partita col Siena con un’ammenda di 5mila euro, riconoscendo le circostanza attenuanti ex articolo 13. E per quello cantato nella partita col Napoli? L’importo della sanzione è stata addirittura dimezzata rispetto alla precedente, sempre col riconoscimento delle stesse attenuanti. Tosel si è dimenticato però di applicare ai milanisti l’articolo 21 comma 1, riguardante appunto la recidiva. Ecco cosa prevede il testo: «Salvo che la materia non sia diversamente regolata, alle società, nonché ai dirigenti, ai tesserati delle società, ai soci e non soci di cui all’art. 1, comma 5 che abbiano subito una sanzione per fatti costituenti violazione dei regolamenti federali e che ricevano altra sanzione per fatti della stessa natura nella medesima stagione sportiva, è applicato un aumento della pena determinato secondo la gravità del fatto e la reiterazione delle infrazioni». Quindi il Milan doveva subire una punizione più grave: invece, è stato premiato rispetto alla partita con il Siena con la diminuzione da 5mila a 2500 euro della sanzione. «Tosel ha sbagliato – ha spiegato a “il pallone in confusione” l’avvocato Fabio Turrà – poiché non ha tenuto conto della recidiva prevista dall’articolo 21. Anzi, in questo caso la recidiva è specifica ed è molto più grave di una fattispecie generica».
Insomma, il Napoli e i napoletani non solo hanno perso la partita contro il Milan (il cui risultato, si badi bene, è comunque indiscutibile e inopinabile) ma sono rimasti vittime dell’ennesima ingiustizia. Ultima osservazione. Cosa vuol dire la frase che attenua le responsabilità del Milan: «avere la Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi»? Cosa ha usato contro i suoi tifosi che urlavano i cori incivili contro il Napoli e i napoletani: ha usato il napalm o i lanciafiamme? O più semplicemente ha fatto arrestare o segnalare alcuni di loro? Basta, come ha scritto Tosel, che la società del gruppo Fininvest abbia rivolto «a mezzo display, reiterati inviti al fine di dissuadere il pubblico da tale deprecabile comportamento»? E se non avesse avuto il tabellone luminoso, sarebbe bastato l’avviso con gli altoparlanti? Sembra un modo molto “pilatesco” di ottenere un’attenuante. In più, il giudice sportivo sottolinea «che non è stata rilevata, come riferito dai collaboratori della Procura Federale, una chiara manifestazione di dissenso da parte di altri sostenitori ex art. 13, n. 1, lett. a) CGS». Insomma, il resto del pubblico presente allo stadio Meazza non ha contestato i cori barbari. Qualcuno ci dia spiegazioni per favore: ne va del credito della giustizia sportiva.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Nella foto, tratta da http://www.calcioblog.it, tifosi del Milan

Spycalcio: gli errori dei guardalinee a San Siro e a Marassi

Il giornalista di Repubblica Fulvio Bianchi spiega nella sua rubrica quotidiana le incredibili "sviste" commesse dagli assistenti degli arbitri Paolo Calcagno e Andrea Chiocchi

Fulvio Bianchi spiega nella sua rubrica Spy Calcio i gravi errori commessi dagli assistenti Andrea Chiocchi in Sampdoria-Torino e Paolo Calcagno in Milan-Napoli. Riguardo a quest'ultimo, Bianchi sottolinea che il designatore «Collina ha spiegato ai suoi chiaramente che si dà rigore tenendo conto di alcuni parametri-chiave: a) la vicinanza di chi calcia e chi colpisce la palla con un braccio o una mano (Pazienza era molto vicino a Kakà); b) la velocità del tiro (nel caso in questione il tiro di Kakà era molto forte); c) il "movimento congruo" come è stato chiamato dai telecronisti (Pazienza si sta girando e il braccio è quasi aderente al corpo). Errore grave quindi di Calcagno». Inoltre Bianchi spiega anche l'altra gravissima svista del gol valido, ma annullato, nella partita di Marassi.
Clicca qui per leggere tutto l'articolo.

lunedì 3 novembre 2008

Beccantini sugli errori arbitrali di Milan-Napoli e Samp-Torino

Il celeberrimo editorialista Roberto Beccantini esamina sul suo giornale La Stampa tutti i disastrosi errori arbitrali della decima giornata di serie A. Un riguardo particolare è riservato a quelli commessi in Milan-Napoli e Sampdoria-Torino. La conclusione è un appello al designatore Collina: la accoglierà?
Cliccare quiper leggere tutto l'articolo.

Immagini della doppia ammonizione a Maggio in Milan-Napoli

Queste sono le immagini della doppia ammonizione e dell'espulsione di Cristian Maggio, tratte da Espn1. Si ringrazia per la segnalazione Sandro di NapoliTube.blogspot.com. Si nota che che l'inizio dell'azione offensiva del Milan è viziata da un fallo netto su Denis non fischiato da Rocchi. Succevssivamente Maggio fa fallo su un giocatore del Milan, che non sembra proprio da ammonizione, considerato anche il metro di giudizio che aveva adottato il direttore di gara fino a quel momento della gara. Inoltre, era il primo fallo di Maggio. Ambrosini è stato ammonito solo dopo il secondo fallo duro. Il Napoli non intende protestare, ma la realtà dei fatti è che la successiva espulsione del centrocampista azzurro molto dubbia ha condizionato tutto l'andamento della partita.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Milan-Napoli 1-0: la sintesi filmata

Tutte le azioni salienti di Milan-Napoli tratte da Sky presenti su You tube

domenica 2 novembre 2008

Milan-Napoli: il mistero del primo "giallo" per Maggio

Ancora oscuri i motivi dell'ammonizione del centrocampista azzurro: la soluzione dell'enigma è scritta nel referto dell'arbitro Rocchi. Le statistiche della gara sono state influenzate dall'espulsione che ha costretto la formazione di Eddy Reja a giocare in 10 uomini. E così i rossoneri hanno ottenuto un indice di pericolosità del 59,3 %, contro il 25,4% del Napoli

Permettete una parola? Alle 23.47 di stasera, dopo aver visto Milan-Napoli, visionato le agenzie di stampa e consultato i siti d'informazione sul Napoli e sul calcio, bisogna ancora capire la motivazione del primo cartellino giallo per Cristian Maggio, poi espulso con una seconda ammonizione per un fallo alle spalle di Jankulovski. Il quale, stando alle riprese di Sky, sembra che sia stato sanzionato dall'arbitro Rocchi per generiche proteste. Già proteste: ma di che tipo? Un critica un po' troppo pepata oppure un "vaffa" al direttore di gara? Ma a proposito di "vaffa" al fischietto, quale sanzione avrebbero dovuto ricevere Bonera, Gattuso, Jankulovski ed altri milanisti che si sono permessi di mandarlo altrove come si è visto chiaramente in televisione dal loro labiale? Le regole valgono per tutti o per nessuno: vero designatore Collina? Da quel poco che si è visto, Maggio non sembrava aver commesso nulla di particolarmente grave. Una soluzione al "giallo del giallo" la concede www.tuttonapoli.net spiegando che è il giocatore è stato sanzionato «per un fallo commesso in precedenza su Kakà». Bisognerà esaminare cosa avrà scritto Rocchi nel suo referto: soprattutto bisognerà vedere in quante giornate di squalifica incorrerà Maggio. Ci attendiamo che il giudice sportivo Tosel usi ancora il pugno di ferro contro il Napoli: considerata la squalifica delle curve chiuse del San Paolo per Roma-Napoli, probabilmente il centrocampista avrà anche fino a 3 giornate. Bene, bravo, bis!
Riguardo alle statistiche Panini Digital-Lega Calcio relative alla gara, esse sono state influenzate dall'espulsione che ha costretto la formazione di Eddy Reja a giocare in 10 uomini. E così il Milan ha ottenuto un indice di pericolosità del 59,3 %, contro il 25,4% del Napoli, una capacità di attaccare la porta avversaria del 51,7%, contro il 35,4% degli azzurri, e un posesso palla del 57% (43% per il "ciuccio"). Sette i tiri in porta dei rossoneri su 21 totali: i partenopei tre su sette. E comunque va ricordato che la pressione rossonera esercitata tra il 20' e il 40' del secondo tempo ha avuto il suo unico frutto nell'autogol di Denis: per il resto tre occasioni da gol, ma il Milan non era riuscito a finalizzare i suoi attacchi. Insomma, molto rumore per nulla.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
Clicca qui per leggere le statistiche Panini Digital-Lega Calcio su Milan-Napoli 1-0

"il pallone in confusione" a Canale 9 prima di Milan-Napoli


Il direttore Marco Liguori sarà ospite nel prepartita di "Tuttiincampo" condotta da Carlo Alvino. Oltre ad interagire sul sito dell'emittente napoletana, sulla pagina della trasmissione, i tifosi possono lasciare le proprie opinioni sulla partitissima di oggi e formulare domande al direttore cliccando il link "commenti" collocato sotto questo post

Il direttore del quotidiano internet "il pallone in confusione" Marco Liguori sarà intervistato stasera dal collega Carlo Alvino dall'emittente napoletana Canale 9, in onda dalle 19-19.30, prima del fischio di inizio di Milan-Napoli previsto per le 20.30. L'intervista andrà in onda durante il consueto prepartita ricco di opinioni della trasmissione "Tuttiincampo" tra le più seguite dal pubblico dei tifosi partenopei: è possibile seguirla interamente su http://www.9online.it/ShoutBox/webtv.php
e si può interagire tramite chat, sms ed email reperibili su http://www.9online.it/programmi/tutti_in_campo.php
I tifosi possono lasciare le proprie opinioni su Milan-Napoli e formulare domande al direttore cliccando il link "commenti" posto sotto questo post.

venerdì 31 ottobre 2008

Reja prova a segare l’”albero di Natale” di Ancelotti

Il tecnico rossonero dovrà scegliere tra il più prudente 4-3-2-1 con il più offensivo 4-3-1-2 con punte Pato e Inzaghi. L’opzione sarà dettata dallo stato di forma della squadra che dovrà affrontare la formazione azzurra che ha la stessa vocazione offensiva di quella milanista: entrambe hanno segnato 14 gol

Quali saranno gli schieramenti possibili per Milan – Napoli di domenica sera? C’è grande curiosità per la partitissima di domenica prossima soprattutto sul come sarà collocata in campo la formazione rossonera. Molti indizi portano a pensare che Carlo Ancelotti sia intenzionato a schierare il suo prediletto “albero di Natale”: ossia lo schema 4-3-2-1 che ricorda molto il simbolo delle feste di fine anno. Uno schema più prudente rispetto al 4-3-1-2 di mercoledì scorso col Siena. Dal canto suo l’allenatore azzurro Eddy Reja proverà a segare “l’albero” del suo collega, disponendo sul tappeto verde di San Siro il suo solito 5-3-2, che si sta rivelando molto fruttoso con la coppia d’attacco argentina Denis e Lavezzi.
I motivi della scelta più cauta del tecnico rossonero potrebbero riguardare lo stato di forma di alcuni dei suoi giocatori e l’essere più cauto contro la formazione partenopea, che ha la stessa vocazione offensiva dei rossoneri con 14 gol realizzati. Sicuramente i difensori in linea della partita giocata contro la squadra toscana saranno cambiati: avendoli visti all’opera alla “Scala del calcio” c’è sicuramente da pensarlo. Il quartetto (da destra) Antonini, Bonera, Favalli e Zambrotta non era per nulla convincente: anzi, l’ex terzino di Juve e Barcellona ha giocato in una posizione a lui non congeniale. Chiamale se vuoi sperimentazioni: ma più volte gli attaccanti senesi Kajer e Frick hanno messo in difficoltà la retroguardia rossonera. Nell’azione del gol, il bianconero Vergassola è entrato come una lama nel burro. Dovrebbero quindi rientrare Maldini al centro e l’ex del Napoli Jankulovski (voluto fortemente da Zeman nel 200/01) sulla fascia sinistra: ritorna sulla destra Zambrotta e mentre dovrebbe esserci Bonera come secondo centrale. Possibili però sorprese: oggi Nesta, Senderos e Kaladze hanno svolto l’allenamento e giocato la partitella a Milanello. E’ possibile che uno di loro, condizioni fisiche permettendo, possa giocare al posto di Bonera. “L’albero ancelottiano” dovrebbe prevedere a centrocampo Gattuso, Ambrosini (oppure Emerson che nella precedente gara ha convinto) e Seedorf. Centrocampisti più avanzati Kakà e Ronaldinho a supporto dell’unica punta: in ballottaggio Inzaghi, in grande forma contro il Siena, e Boriello. Questo schieramento più prudente potrebbe essere dettato dall’esigenza di frenare le sgroppate di Lavezzi. Ma non solo. Il Milan dovrà temere le due altre armi del Napoli presenti sulle fasce, settori poco utilizzati l’anno scorso. La prima a destra è Maggio, molto pericoloso con le sue percussioni e i cross sulla fascia: l’altra è Mannini, altro buon suggeritore di palloni dalla sinistra. Ancelotti dovrà anche tenere a bada Hamsik, le cui accelerazioni improvvise da metà campo nel Napoli – Milan (finito 3-1) dello scorso 11 maggio sono rimaste ancora come un incubo nella memoria dell’allenatore milanista. Probabilmente lo Slovacco potrebbe subire le cure di Gattuso. Rientrerà Blasi, diga del centrocampo azzurra. In porta rientra Iezzo, dopo l’infortunio alla schiena con la Lazio, mentre dovrebbe essere confermato il trio difensivo Santacroce-Cannavaro-Contini.
Il buon Ancelotti potrebbe però ripensarci: in fondo il Napoli lascia abbastanza spesso gli spazi per la manovra agli avversari. E allora potrebbe inserire dal primo minuto a centrocampo Gattuso, Emerson (se non anche Flaminì se riuscisse a recuperare) con Ambrosini a sinistra. Questa linea mediana dovrebbe coprire il reparto avanzato costituito da Kakà a sostegno delle due punte (tanto care al patron Silvio Berlusconi che non ne gradisce una sola) Pato e Inzaghi, che hanno mostrato un’ottima intesa contro il Siena. La scelta tra 4-3-2-1 e il 4-3-1-2 potrebbe essere dettata anche dalla condizione della squadra in vista dell’incontro di giovedì prossimo in Coppa Uefa contro il Braga al Meazza. In questa partita c’è un solo tema ben definito: comunque vada il Napoli «non ha nulla da perdere» come ha sottolineato il direttore generale Pierpaolo Marino. Il Milan è condannato a vincere, secondo l’imperativo del gruppo Fininvest: più veloci, più alti, più forti, i migliori.
Marco Liguori
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giovedì 30 ottobre 2008

Ravezzani: «i miei tanti ricordi su Milan-Napoli»

Il direttore di Telelombardia rivanga per "il pallone in confusione" nel glorioso passato della "partitissima" e sottolinea la sportività dei tifosi napoletani. Non crede però alle due squadre come candidate allo scudetto, a causa della loro imprevedibilità


Milan-Napoli come…. Come? Come tante cose che mi vengono in mente appena accosti i due nomi. L’ultima, per esempio: la figuraccia fatta dal Milan a Napoli alla penultima di campionato. Arrivati baldi e contenti, i Galliani-boys sono rientrati alla base piegati da una montagna di rimpianti e sensi di colpa. La squadra più mediatica e titolata, finita stritolata dall’umile Reja. Uno che fino alla settimana prima aveva fatto beneficenza qua e là per l’Italia (vogliamo parlare di certe sconfitte che sembravano quasi favori a chi stava messo peggio?) ma che davanti al Milan ha preparato la partita perfetta.
A ben pensarci, forse, il Milan dovrebbe ringraziarlo, il Napoli; per quella sconfitta. Gli ha tolto la Champions, sì. Ma forse gli ha dato definitivamente nozione di quanto poco conti scriversi sul petto: club più titolato al mondo, se poi non si sa soffrire fino in fondo il tutti gli stadi d’Italia.
Milan-Napoli come Maradona e Van Basten. Ancora al San Paolo, sì, ma come dimenticare quel 3-1 che diede inizio al sacchismo spinto? E come dimenticare i tanti match a San Siro dove il Davide-Diego combatteva quasi solo contro il Golia-Milan?
Vabbè, è roba vecchia, tra un po’ diventerà anche stantìa. Ma certo, tra ieri e l’altro ieri, gli incroci sono stati tanti e pieni di adrenalina. A volte, di poesia.
Forse sarà per questo che non mi aspetto moltissimo dalla partita di domenica sera. Troppe cose sono successe ultimamente per pretendere che si rinnovi il miracolo. A ben pensarci, però, anche l’ultima sfida a San Siro è stata tutt’altro che banale. Ricordo il gol al debutto di Pato, la stellina che inizia a brillare nella notte milanese. E poi ricordo una delle cose più belle e commoventi che mi siano successe da giornalista. Dopo partita nel solito ristorante-pizzeria, quello che resta aperto fino alle 2 del mattino. Esco, si avvicina un gruppetto di tifosi del Napoli: "Ravezzani, ti guardiamo spesso sul satellite, siete bravi, ma parlate un po’ più del Napoli". Sorrido, cerco di consolarli: "beh, avete perso ma non avete giocato male". Mi risponde uno di loro: "lasci stare, è stata una brutta partita. Ma ne è valsa la pena venire fin qui per vedere il debutto di un fenomeno come Pato". Una risposta di grande sportività.
Per questo sono rimasto doppiamente male quando ho visto gli incidenti della prima di campionato. E sono tornato a chiedermi qual è il vero tifoso del Napoli e quanto questi episodi rappresentino in sé stessi tutta la contraddittorietà di una città bella e terribile, entusiasmante e demoralizzante a un tempo. E mi chiedo quanto serva tenere lontano gente come quella che ho incontrato io dallo stadio. Gente che paga le colpe di altri, di chi non c’entra niente, in nome e per conto di una giustizia sommaria che non serve a nessuno, se non a soffocare quel poco di calcio che c’è rimasto.
Voglio essere sincero, tornando invece alla partita. Non credo al Napoli da scudetto e non credo nemmeno molto al Milan. Troppe cose mancano a Reja. Alcune, ma essenziali, mi sembra manchino ad Ancelotti. Di sicuro esiste un comune denominatore tra le due squadre. Sono rapsodiche, imprevedibili, capaci di grandi imprese, ma anche di banali sconfitte. Però loro, milanisti e napoletani, oggi non ci pensano. Ed è bello che sia così. Milan-Napoli da vertice, da scudetto, oggi è vero. Domani, se non lo sarà più, chi se ne importa? Intanto se la giocano. E che bello, sarebbe, se allo stadio si pensasse solo a questo.
Fabio Ravezzani

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(Foto tratta da http://www.storiaradiotv.it)


mercoledì 29 ottobre 2008

Casms: Napoli-Salernitana gara ad alto rischio

Di conseguenza la trasferta dei tifosi granata per la gara di Tim Cup potrebbe essere vietata. Prevista per la partita di domenica prossima degli azzurri a Milano l'esordio della "tessera del tifoso". Considerato il blocco per i tifosi partenopei di assistere alle gare esterne della propria squadra, sembra un test molto poco attendibile: sarebbe stato meglio provarla in una partita con entrambe le tifoserie

Nella sua nota odierna, il Casms ha confermato la "tolleranza zero" per le tifoserie a rischio. L'organismo del Viminale ha vietato la trasferta dei tifosi della Salernitana a Napoli per la gara di Tim Cup del prossimo 12 novembre. Stop anche agli esodi delle tifoserie ospiti per Bologna-Roma, Bari-Pisa, Foggia - Pescara, Cesena - Novara, Pisa - Ascoli, Pescara - Paganese, Sorrento - Juve Stabia, Virtus Entella - Spezia e Stella Azzurra Roma - Scauri (incontro di basket). Per tutte queste gare, incluse quella di Napoli, i soli residenti delle città delle squadre ospitanti potranno acquistare i biglietti. Al Casms non hanno però forse pensato che a Napoli potrebbero risiedere dei facinorosi tifosi salernitani, in numero nemmeno esiguo vista la vicinanza tra le due città: o forse sono sicuri che tutti siano tranquilli. Inoltre, è stata considerata a rischio Fiorentina - Atalanta: è stata stabilita disposta la vendita di un solo tagliando per spettatore. «Ad altissimo rischio» è stata considerata Battipagliese - Ebolitana: l'incontro si disputerà in assenza di spettatori ed in campo neutro.
Lo stesso organismo ha anche anunciato che domenica prossima in occasione di Milan-Napoli darà il suo esordio la "tessera del tifoso". Nel comunicato si sottolinea che «queste determinazioni (il blocco delle trasferte verso le tifoseria di Pisa e Siracusa) si pongono l'obiettivo di coinvolgere le tifoserie sane in una logica di sicurezza partecipata, che in attesa della tessera del tifoso, in esordio per la gara Milan - Napoli, determini il rifiuto all'interno dei gruppi delle sparute minoranze violente che, con il loro comportamento, pregiudicano la passione sportiva e il desiderio dei tifosi di andare allo stadio». Insomma, la tessera assieme al blocco delle trasferte sono la panacea di tutta la violenza del calcio italiano. Forse sarebbe stato meglio provare l'affidabilità della tessera in una gara in cui c'è anche la tifoseria ospite: a quella del Napoli è stata sanzionata l'inibizione fino al termine della stagione. A meno che al Viminale si pensi che tutti i tifosi del Milan siano tranquilli: a giudicare dai petardi gettati dagli spalti durante il derby con l'Inter, con la presenza in tribuna del ministro dell'Interno Roberto Maroni, forse qualche "diavoletto" ci sarà. Affidiamoci al caso e speriamo che tutto fili liscio: a meno che qualche facinoroso non si presenti a San Siro con un lanciarazzi e un bazooka. E a proposito, con i ferrei controlli di polizia come mai sono passati questi petardi? Sono stati individuati i responsabili? Si attendono risposte.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

domenica 21 settembre 2008

Il Milan straccia la Lazio anche con le statistiche

Molto elevata la pericolosità dei rossoneri, pari a 87,9% contro appena il 42,1% dei biancocelesti. Diavolo ad alto rendimento nelle conclusioni: quattro reti su 15 tiri totali di cui nove in porta

Oltre al 4-1 finale, anche le statistiche Panini Digital-Lega Calcio affermano che stasera il Milan è passato come un rullo compressore sulla malcapitata Lazio. Innanzitutto l'alto rendimento nei tiri in porta: su 15 complessivi (di cui cinque di Kakà, tre di Borriello e tre di Pato), nove sono giunti nello specchio della porta e quattro sono passati alle spalle del portiere biancoceleste Carrizo. La Lazio ha effettuato solo cinque conclusioni in porta su 13 complessive, con un gol. Impressionante il numero di palle giocate dalla formazione di Ancelotti: 630 contro 529.
Devastante l'indice di pericolosità dei rossoneri, ossia la capacità di produzione offensiva (composta da verticalizzazioni, creare occasioni da rete e capacità di giungere a tiro) pari all'87,9% contro appena il 42,1% della squadra di Delio Rossi. La quale si è rivelata poco efficace anche in difesa: la percentuale di protezione della propria area non è andata oltre il 57%, contro il 65,3% dei Milan. Il "diavolo" ha ottenuto anche una discreta supremazia teritoriale in area avversaria con poco più di 12 minuti contro i 10 della Lazio.

Marco Liguori

(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)


Le statistiche di Milan-Lazio
(Fonte Panini Digital-Lega Calcio)











Sintesi di Milan-Lazio

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il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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