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lunedì 21 luglio 2008

Palazzi deferisce i vertici Figc di Piemonte e Valle d'Aosta

Il Procuratore federale accusa di irregolarità Marco Conchatre e Giovanni Inversi riguardo alla tenuta delle scritture contabili

Stefano Palazzi indaga anche all'interno della Figc sui conti di alcune federazioni locali. Il Procuratore ha deferito alla Commissione disciplinare Marco Conchatre, presidente del Comitato provinciale della Figc in Valle d'Aosta, e Giovanni Inversi, presidente del Comitato regionale Figc di Piemonte e Valle d'Aosta. In un comunicato sul sito della Federazione (www.figc.it) si sottolinea che per Choncatre l'accusa è di violazione dei principi di lealtà e correttezza (articolo 1 codice giustizia sportiva), riguardo la tenuta di scritture contabili. Questo perché secondo la Procura federale avrebbe «ricevuto contributi da parte della regione Valle d’Aosta negli anni 2003, 2005, 2006 e 2007 e avendone disposto personalmente, senza iscriverli nella contabilità e nei bilanci consuntivi della struttura alla quale era preposto». Inoltre, il presidente del Comitato regionale Figc di Piemonte e Valle d'Aosta dovrà rispondere anche di «aver fatto omaggi a favore di soggetto tesserato preposto alla sua vigilanza». Nel comunicato non è stato messo il nome del tesserato.
Anche Inversi dovrà rispondere dell'ipotesi di violazione dell'articolo 1 del Codice di giustizia sportiva, «nella sua qualità di presidente del Comitato regionale Figc Piemonte e Valle d’Aosta - si legge nel comunicato - e di temporaneo reggente della delegazione della Valle d’Aosta» sempre «in materia di tenuta delle scritture contabili». Al riguardo, il comunicato specifica quattro episodi oggetto del deferimento. Il primo sottolinea che Inversi avrebbe «sollecitato, ricevuto e, comunque, accettato omaggi, sotto forma di denaro ed altre utilità, da parte di tesserato sottoposto alla sua vigilanza». Inoltre, il dirigente federale avrebbe «omesso gli opportuni controlli sull’operato di struttura federale dipendente da quella alla quale era preposto». Altro evento, riguarda il «non aver correttamente informato i componenti del Comitato regionale al quale era preposto sull’effettivo esito di una verifica amministrativa espletata in Valle d’Aosta». Infine, il comunicato federale riporta che Inversi non avrebbe «tempestivamente disdettato il contratto di servizio del portale Web del Comitato e per averne di fatto personalmente condotto la gestione».
Marco Liguori

venerdì 18 luglio 2008

Iscrizioni campionati: sette le escluse

Oltre alle rinunciatarie Messina, Castelnuovo Garfagnana e Martina, sono state escluse dal Consiglio federale anche Lucchese, Massese, Nuorese e Torres Sassari

Poco fa è terminato il Consiglio federale, presso la sede della Figc a Roma, ed ha ratificato i nomi delle sette squadre escluse dai campionati professionistici tra la serie B e la Lega Pro (l'ex serie C).  Oltre alle tre rinunciatarie Messina, Castelnuovo Garfagnana e Martina, sono state escluse dall'organismo federale anche Lucchese, Massese, Nuorese e Torres Sassari. Per ora sfuma la possibilità di riportare le prime due nei campionati professionistici, come era stato paventato nei giorni scorsi.
Mar.Lig.

Ulltim'ora
Non ammesse anche Martina e Teramo. Il totale delle escluse sale così a nove.

martedì 1 luglio 2008

Diritti tv collettivi e mutualità, il calcio sul Titanic

Dopo la riunione a vuoto di oggi in Lega Calcio, in cui non è stata presa alcuna decisione sull'advisor, si prospetta sempre più l'eliminazione della legge Melandri-Gentiloni


Una giornata intera di assemblee e controassemblee della serie A per non decidere nulla, con lo spettro dei problemi finanziari della B che incombe sempre più e l'attesa per la sostituzione della legge Melandri-Gentiloni sui diritti tv collettivi con un altro testo. E' questo il magro bottino della riunione dei presidenti della massima serie nella sede della Lega Calcio a Milano, terminata verso le 17.30, che non ha preso decisioni né sulla questione della mutualità con i cadetti, né sull'advisor per la vendita dei diritti. «Oggi abbiamo parlato tantissimo della serie B, dello stato di difficoltà della categoria e di un atto di sensibilita» ha spiegato al termine della maxiriunione, Beppe Marotta, amministratore delegato della Sampdoria. «Però con tutto il rispetto per la serie B - ha proseguito il dirigente blucerchiato - non riuscendo a stimare i diritti collettivi non possiamo tramutare questa nostra disponibilità in una cifra concreta». Questo anche perché secondo Marotta «non possiamo fare stime perchè gli highlights non hanno un valore ben definito. La serie B vuole risposte immediate che non possiamo dare prima di un'analisi approfondita che troverà la sua definizione non prima di trenta giorni».
Le parole di Marotta sono molto chiare: non esiste allo stato attuale alcuna decisione sulla mutualità. Ma la serie B, che ha sempre più l'acqua alla gola, richiede a gran voce una somma di almeno 95 milioni. Povera cadetteria, un tempo serbatoio di giovani campioni, destinata a recitare un ruolo sempre più subalterno.
Sulla questione advisor Marotta spiega che «bisogna arrivare a una definizione del ruolo di questo strumento nel rispetto della legge. E' una situazione che affronteranno in Consiglio e porteranno poi in assemblea». Sembra dunque che l'altolà imposto dal presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli, abbia rimesso tutto in discussione anche per l'advisor. Il "niet" del numero uno bianconero era stato evidenziato in una lettera indirizzata al presidente della Lega, Antonio Matarrese, in cui era stato ipotizzato anche il ricorso al tribunale. Questo perché la Juventus è contraria alla nomina di «un advisor per i diritti che di fatto diventa un intermediario». Ciò non rispetterebbe, sempre secondo la Juventus, il dettato della «legge e dalla procedure da essa dettate».
Insomma, tutto ciò evidenzia un solo fatto che sembrerebbe inequivocabile. Dopo il ricorso alla Commissione Europea di Sky dei mesi scorsi, siamo forse alla battaglia finale in vista della possibile eliminazione della legge Melandri-Gentiloni. Eliminazione che potrà essere disposta dal governo e dalla maggioranza attuale. Si rischia un pericoloso ritorno all'antico, ossia a quella contrattazione soggettiva dei diritti tv che ha favorito Milan, Inter e Juve e ha posto le premesse per l'impoverimento e il dissesto di tante gloriose società di calcio come Napoli, Torino, Fiorentina, Venezia, Ancona e Taranto. Forse le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, Rocco Crimi, che aveva finalmente riconosciuto l’importanza di un’equa ripartizione dei diritti tv, potrebbero cadere nel vuoto. Speriamo solo che non sia così: il calcio è un sistema mutualistico, dove ogni squadra ha bisogno delle altre. Non a caso questo sistema è applicato dalle leghe degli sport professionistici nella patria del capitalismo, gli Stati Uniti. E ancor di più lo è in Italia, dove il criterio storico della rivalità del campanile è fondamentale e non può essere sostituito semplicemente e soltanto da quello del libero mercato. Ma forse questo sfugge ai signori del pallone di via Rosellini, che suonano l'orchestra mentre il Titanic del sistema calcio affonda.
Marco Liguori
(riproduzione riservata)

Ultim'ora
L'Ansa riporta che il presidente della Lega calcio, Antonio Matarrese, ha detto che il Consiglio di Lega sottoporrà il nome di Infront al voto dell'assemblea che sceglierà l'advisor per la vendita dei diritti tv centralizzati dal 2010, quando sarà pienamente in vigore la Legge Gentiloni-Melandri. «Il Consiglio - ha annunciato Matarrese - ha deliberato a maggioranza considerevole di sottoporre al voto dell'assemblea la proposta di Infront, che è di gran lunga più interessante, utile e propositiva di quelle di SportFive e Img, che erano rimaste in gara». Infront è la consociata italiana del colosso svizzero Infront Sports & Media, presieduto da Philip Blatter nipote del presidente Fifa Joseph Blatter. Insomma, un conflitto d'interessi familiare. Ad ogni modo, i dubbi sulla scelta dell'advisor e della esecutività della legge Melandri-Gentiloni restano, anche se Cobolli Gigli è stato conciliante in assemblea.
Riguardo alla mutualità Matarrese ha spiegato che «l'assemblea di serie A - ha aggiunto Matarrese - ha rinviato la decisione sulla mutualità per la serie B alla prossima assemblea di categoria. Ci sono due proposte, quella di Galliani che si assesta sugli 80-85 milioni di euro, calcolando gli introiti collettivi; e quella della serie B, di 70-75 milioni, piu' i ricavi dal prodotto televisivo». Nulla di nuovo, dunque, sotto il sole della "Confindustria del pallone".

Giocatori-Club Ue: primo vertice a Parigi sui temi del lavoro

Hanno partecipato all'incontro, svoltosi sotto il patrocinio Uefa, i rappresentanti dei calciatori, delle società di calcio, e membri della Commissione di Bruxelles

E' iniziato ufficialmente oggi il dialogo tra i rappresentanti dei calciatori e i club dell'Unione europea sui temi del lavoro nel mondo del calcio. Sotto l'egida dell'Uefa, stamani si è tenuto a Parigi il primo vertice tra giocatori, rappresentanti dei club, dei campionati e della Commissione Ue per cercare di trovare intese nei numerosi settori in cui è composta la materia del lavoro calcistico. Si è discusso a tutto campo della copertura sanitaria, della sicurezza sul lavoro, dell'assicurazione malattia, sull'educazione dei giovani giocatori, diritti e doveri dei calciatori e sulla spinosa questione dei diritti d'immagine. 
Una nota diffusa al termine dell'incontro ha specificato che sono intervenuti per la Commissione Ue Vladimir Spidla, titolare al lavoro ed agli affari sociali, Jan Figel, suo collega all'educazione, la formazione, la cultura e la gioventù, per i giocatori Philippe Piat, rappresentante della FifPro, la Federazione internazionale delle associazioni dei calciatori professionisti, Sir Dave Richards presidente Premier League inglese e della Epfl, l'Associazione delle leghe europee, e per le squadre Jean-Michel Aulas, proprietario dell'Olympique Lione e rappresentante dell'Eca, l'Associazione europea dei club. Finora sono stati siglati accordi collettivi tra calciatori e club solo in 11 stati membri, tra cui l'Italia, su 27. Spidla ha spiegato che «i calciatori sono tra le categorie piu' mobili in Europa, questo nuovo dialogo sociale contribuirà a risolvere le questioni che non si possono risolvere a livello nazionale». 
Marco Liguori

sabato 28 giugno 2008

Qualche conto nelle tasche di Mister Lippi

All'allenatore toscano non basta la cifra di circa 1,5 milioni netti annui che guadagnerà fino al 2010, puntava al salto di qualità

Marco Liguori
Marcello Romeo Lippi, ritornato da giovedì scorso sulla panchina della Nazionale, non è solo un allenatore di calcio. Al contrario di Donadoni, che non è presente negli elenchi della Camera di Commercio, ha interessenze in quattro società. Al ct toscano non basta la cifra di circa 1,5 milioni netti annui che guadagnerà fino al 2010, che rappresentano un netto miglioramento rispetto alla somma di 1,2 milioni incassata fino ai Mondiali 2006: gli occorreva un salto di qualità, diventando uomo d’affari. Dalle ultime visure societarie si evince che ha una vera passione per il mattone e i lavori edili. Nel 2005 ha costituito nella natia Viareggio la Dast di Lippi Marcello & C. Sas con 50mila euro in conferimenti: ne è socio accomandatario con quota da 13mila euro. Soci accomandanti sono la moglie Simonetta Barabino (13mila euro) e i figli Davide (12mila) e Stefania (12mila). La società può effettuare «l’acquisto, anche a mezzo di locazione finanziaria, la vendita, il riscatto e la permuta di beni immobili»: può anche affittare e subaffittare, costruire e ristrutturare stabili. La Dast è una società in accomandita e non ha quindi l’obbligo di depositare il bilancio: non si possono esaminare i suoi conti.
Più recente è la costituzione della Promoinvest srl, risalente all’aprile 2007, con 25mila euro di capitale sociale su 100mila deliberato. La Dast ne possiede il 40% come anche la Country House Sas di Lucio Elia, mentre il medico della Nazionale nel Mondiale 2006, Enrico Castellacci, possiede il 20%. La Promoinvest, amministrata da Castellacci e Lippi, è attiva nelle opere sia private che pubbliche, in particolare alla «esecuzione di opere stradali, ferroviarie, idriche, fognarie, elettriche e simili» e può operare nell’alberghiero. Niente male: Lippi ha scelto di operare nei settori appalti e turismo, entrambi molto redditizi. Vista la limitata operatività della società, il primo esercizio si è chiuso con una perdita di 1924 euro. In rosso di 1544 euro anche la Health and Sport International Center srl, costituita nel settembre 2007, operativa nella realizzazione di beauty center e centri fisioterapici. E’ posseduta al 50% da Lippi e Elia. Invece, nella Capraia Diving Service sas, che commercializza articoli sportivi, Lippi è socio accomandante con una quota di 607,60 euro.
Epolis 28 giugno 2008 - pagina 7
(Riproduzione riservata)

giovedì 26 giugno 2008

Lippi è già il nuovo ct della Nazionale

La Federcalcio non ha perso tempo. Marcello Lippi è già tornato alla guida della Nazionale. La notizia è stata annunciata poco fa con un comunicato sul suo sito internet www.figc.it, a poche ore dalla nota ufficiale che ha sancito la conclusione del rapporto con l'ex-tecnico Roberto Donadoni. Lippi sarà presentato a Roma martedì prossimo primo luglio in una conferenza stampa a Roma. Il "nuovo" ct aveva lasciato la panchina azzurra dopo la vittoria del Mondiale del 2006 in Germania.
Marco Liguori

UFFICIALE - FIGC: ESAURITO CONTRATTO DONADONI

Finita la telenovela, si attende l'arrivo di Marcello Lippi tra domani e lunedì

In uno scarno comunicato la Figc ha spiegato che ''il presidente Abete ha ricevuto oggi nella sede della Figc, il commissario tecnico della Nazionale, Roberto Donadoni. Nel corso dell'incontro, come annunciato, è stato fatto un bilancio dell'attività svolta negli ultimi due anni e nell'andamento dei campionati europei». 
La nota ufficiale della Federcalcio prosegue così: «Nel confermare a Donadoni sincera stima personale e apprezzamento per la serietà ed il qualificato impegno professionale che hanno contraddistinto il suo lavoro alla guida della nazionale, il presidente Abete ha altresì comunicato al tecnico la decisione della Figc di ritenere esaurito il rapporto contrattuale alla naturale scadenza».
La telenovela sul contratto del tecnico bergamasco è finita, adesso si attende la proclamazione di Marcello Lippi alla guida della Nazionale. Presumibilmente tra domani e lunedì.
Marco Liguori

++ CALCIO: FIGC UFFICIALIZZA, ESAURITO CONTRATTO DONADONI ++

ANSA (SPR) - 26/06/2008 - 15.38.00
++ CALCIO: FIGC UFFICIALIZZA, ESAURITO CONTRATTO DONADONI ++
ZCZC0345/SXB WRS40150 B SPR S0B S91 QBXB ++ CALCIO: FIGC UFFICIALIZZA, ESAURITO CONTRATTO DONADONI ++ (ANSA) - ROMA, 26 GIU - Roberto Donadoni non e' piu' il ct della nazionale. Lo ha comunciato la federcalcio, al termine di un lungo incontro tra Abete e il tecnico che ha guidato la nazionale del 2008. ''La federcalcio - precisa il comunicato - ritiene esaurito il rapporto contrattuale alla naturale scadenza''. (ANSA). GRN 26-GIU-08 15:37 NNN

Donadoni in Figc: fine della telenovela?

La telenovela del rapporto tra Roberto Donadoni e la Figc e è probabilmente giunta alla fine. Il ct della Nazionale è arrivato pochi minuti fa nella sede della Federcalcio a Roma per incontrare il presidente Giancarlo Abete. Ovviamente il punto centrale del vertice sarà la rescissione del contratto che prevedeva altri due anni, ma con la clausola particolare che permetteva di far decadere l'accordo stesso, da far valere da una delle due parti sottoscrittrici, entro 10 giorni dall'uscita dell'Italia dall'Europeo.
Donadoni, giunto a piedi assieme al segretario delle nazionali Mauro Vladovich, si è limitato a proferire un semplice e laconico «parlo dopo». L'allenatore è già a Roma dalla tarda mattinata. Si attendono gli sviluppi dell'incontro. Probabilmente nei prossimi giorni ci sarà l'annuncio di Marcello Lippi.
Marco Liguori
(riproduzione riservata)

mercoledì 25 giugno 2008

Tropenscovino: «Donadoni ha diritto a una buonuscita»

Secondo l'avvocato del ct «il ritorno di Lippi è quasi inevitabile». E aggiunge sul tecnico bergamasco: «E' un grande allenatore e avrà sicuramente un futuro in una squadra di club. Lì dimostrerà tutto il suo valore».

I titoli di coda della film riguardante la storia tra Donadoni e la Figc sono ormai stati resi noti. Dopo l'addio sentenziato stamattina dal presidente federale Abete, oggi pomeriggio è toccato all'avvocato del ct, Roberto Tropescovino, rilasciare alcune dichiarazioni all'emittente televisiva La 7 riguardo alla chiusura del rapporto contrattuale. «Credo che Donadoni abbia diritto - ha spiegato il legale -  anche a una buonuscita. Del resto ha lavorato e come tutti quelli che hanno lavorato ha diritto a essere compensato». 
Tropescovino ha dato ormai per scontato che l'accordo sarà estinto allo scadere dei dieci giorni dopo l'eliminazione dell'Italia da Euro 2008. «Credo che Abete abbia già le idee chiare - ha sottolineato ai microfoni de La 7 - e quindi che un ritorno di Lippi sia quasi inevitabile. La scadenza è il 3 luglio, ci sono ancora giorni per riflettere, anche se penso che questa decisione sara' presa forse in settimana». Riguardo al futuro di Donadoni, l'avvocato non crede che esistano problemi : «Lui è un grande allenatore e avrà sicuramente un futuro in una squadra di club. Lì dimostrerà tutto il suo valore».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata)

La telenovela di Baden

Abete ha chiarito stamane che con Donadoni nel ritiro austriaco «si è tornati alla formulazione iniziale del contratto che prevedeva un rinnovo automatico del rapporto in caso di raggiungimento di semifinale o finale». Ma allora perché il ct ha accettato, visto che il 20 maggio aveva rifiutato questa condizione?

Colpo di scena nella telenovela per il contratto di Donadoni con la Figc. Poco fa il presidente federale Giancarlo Abete ha dichiarato che «nel contratto firmato a Baden con Donadoni si è tornati alla formula iniziale che non prevedeva nessuna clausola di rescissione esercitabile dalle parti – che prevedeva una penale di 900mila euro lordi – e invece si è tornati alla formulazione iniziale del contratto che prevedeva un rinnovo automatico del rapporto in caso di raggiungimento di semifinale o finale». Abete ha confermato la «stima sotto l'aspetto umano e professionale» per l’allenatore bergamasco.
C’è qualcosa che però non torna in questa vicenda. Il 20 maggio scorso il commissario tecnico aveva dichiarato che «accettare le proposte che mi hanno fatto era contrario alla mia dignità», riferendosi proprio alla clausola del raggiungimento dell’obiettivo minimo della semifinale. Come mai questo dietrofront improvviso di Donadoni? E perchè ha accettato? Forse per una soluzione bonaria della questione, che rischiava di trascinarsi per le lunghe in vista degli ormai imminenti Europei. Ma è soltanto un’ipotesi, visto che non ci sono altri elementi per ora al riguardo.
L’unico aspetto chiaro riguarda lo scioglimento del contratto. Stamattina il presidente federale ha spiegato che «non dovrò procedere ad alcun esonero qualora ritenessi di non confermare il tecnico, col quale peraltro dovrò parlare in questi giorni. La formula prevede infatti una semplice estinzione del rapporto». Dunque nessun esonero, ma solo estinzione naturale dell’intesa.
Adesso si attende l’eventuale replica di Donadoni. La telenovela (forse) continua.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata)

martedì 24 giugno 2008

Nessuna penale per Donadoni

La Figc risparmierà 550mila euro. Tuttavia dovrà pagare lo stipendio maturato al ct attuale e al suo staff: oltre a 1,5-2 milioni per il nuovo allenatore, Marcello Lippi

La Figc tira un sospiro di sollievo. L'eventuale mancata conferma del prolungamento dei contratto con Roberto Donadoni, dopo l'eliminazione da Euro 2008, non comporterà il risarcimento di sei mensilità. L'indiscrezione è circolata in queste ore: sin da lunedì scorso si era parlato di una penale che la Federcalcio avrebbe dovuto pagare, pari a 550mila euro. Dunque il presidente Giancarlo Abete dovrà pagare soltanto 1,5-2 milioni per l'ingaggio di Marcello Lippi, oltre allo stipendio dovuto a Donadoni e al suo staff, che sarà sostutuito da quello del nuovo commissario tecnico.
Nella proposta di rinnovo preparata dalla Federazione, era stata prevista anche la penale, in caso di esonero, oltre ai dieci giorni di tempo per rescindere il contratto successivi al termine degli Europei. Lo scorso 20 maggio Donadoni aveva detto: «Ringrazio il presidente Abete ma non ce n'è bisogno». Infatti, nel testo definitivo dell'intesa questa clausola è stata cancellata.
Analogamente non è stata prevista alcuna penale per il ct, il cui incontro con Abete non è stato ancora fissato. Tuttavia, secondo voci di corridoio dovrebbe avvenire entro la fine di questa settimana.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata)

BBC: "Donadoni non è più il ct dell'Italia"

Ma la Figc smentisce categoricamente

(Apcom) - Secondo la Bbc Roberto Donadoni non è più il commissario tecnico della nazionale italiana. Il network pubblico britannico ha riferito l'indiscrezione raccolta, parlando di "separazione", attraverso il proprio sito internet. Dalla Figc fanno sapere che «non è assolutamente stata ufficializzata una simile notizia».
La Bbc riferisce di avere appreso la notizia «dalla federcalcio italiana». Donadoni, che ieri aveva respinto categoricamente l'ipotesi di sue dimissioni dall'incarico di Ct, in caso di conferma lascerebbe la panchina azzurra dopo due anni. L'ex allenatore del Livorno ha firmato un rinnovo biennale prima dell'avventura ad Euro 2008, terminata domenica con la sconfitta nel quarto di finale con la Spagna (4-2 a Vienna dopo i calci di rigore, 0-0 dopo i tempi supplementari). Donadoni ha ereditato la panchina azzurra da Marcello Lippi, vincitore nel 2006 del quarto titolo iridato nella storia del calcio azzurro (vittoria in finale sulla Francia ai calci di rigore). La Figc, secondo le indiscrezioni circolate dal termine della partita con la Spagna, in caso sarebbe intenzionata a riportare Lippi sulla panchina della nazionale.

Nessuna querela, ampio proscioglimento

Non luogo a procedere per la figlia del boss di camorra latitante Antonio Caiazzo e per il coinputato Domenico Cuomo per una vicenda di falsificazione di biglietti a San Siro nel 2001. La sentenza del Tribunale di Milano è stata motivata dalla mancata costituzione di Inter, Figc, Lega Calcio e Tim

Nessuna querela, ampio proscioglimento per non luogo a procedere: gli imputati ringraziano l’Inter, la Lega Calcio, la Figc e la Tim. L’incredibile vicenda è accaduta stamattina all’ottava sezione del Tribunale di Milano. Protagonista Maria Giovanna Caiazzo, figlia del boss di camorra latitante Antonio Caiazzo, che era stata trovata in possesso nell'aprile del 2001, poco prima dell'inizio della partita Inter-Roma, di 70 biglietti contraffatti per la tribuna numerata dello stadio di San Siro. I tagliandi erano molto simili a quelli originali: recavano stampati i sigilli dell’Internazionale Football club, Figc, Lega Calcio e Tim. Nel procedimento risultava coinvolto anche Domenico Cuomo.
Il Pubblico ministero, Maria Stella Cogliandolo, aveva sostenuto in aula una serie di ipotesi di reato: truffa, ricettazione e contraffazione di sigilli. Invece stamani la Caiazzo è stata prosciolta dal tribunale che ha accolto la tesi difensiva dei suoi avvocati Vittorio Trupino e Angelo Natali. I legali hanno sostenuto che i quattro enti indicati come parti offese (ossia Inter, Lega Calcio, Federazione e Tim) non sono soggetti di diritto pubblico ma di diritto privato. Di conseguenza, per poter processare la loro assistita, per le tre ipotesi di reato, era necessaria una querela di parte. Le parti offese avrebbero dovuto costituirsi contro la Caiazzo e il coimputato Cuomo, ma non hanno mai esperito l’azione legale. Per ciascuno di essi il Pm aveva chiesto la condanna a sei mesi di reclusione. Di conseguenza i giudici hanno prosciolto la figlia del boss, che ha un precedente per un’inchiesta su carte clonate.
Al termine dell’udienza, oltre che per l'esito del processo, l'avvocato Trupino si è detto soddisfatto anche perché con la sentenza di non luogo a procedere il giudice ha affermato «un principio giuridico importante». Resta invece inspiegabile la rinuncia a procedere di Inter, Figc, Lega Calcio e Tim che avrebbero potuto creare un importante precedente nella difficile lotta alla falsificazione dei biglietti delle partite e alla loro vendita.
Marco Liguori

lunedì 23 giugno 2008

Un addio da oltre 2 milioni di euro

A tanto ammonterebbe la cifra per la Figc, nel caso in cui fosse dato il benservito a Donadoni e arrivasse Lippi

«Della clausola non ci sarà bisogno, se il rendimento della squadra non dovesse essere all'altezza, sarei io il primo a togliere il disturbo». A parlare così è Roberto Donadoni: era il 20 maggio scorso ed era passata una sola settimana dalla sottoscrizione del suo nuovo contratto con la Figc. Parole completamente diverse da quelle pronunciate in conferenza stampa questa mattina: «Dare le dimissioni? Non mi passa per l'anticamera del cervello. Non è un rigore sbagliato a far cambiare il mio parere su un Europeo, sarei uno stupido». Il problema è però che non sono i due tiri dal dischetto di De Rossi e Di Natale che pongono sub judice Donadoni. C’è stata una serie di errori, a cominciare dalla rinuncia al gioco offensivo, con la posizione sola e sconsolata di Toni, alla posizione da mediano arretrato di Aquilani con la Spagna, allo spregiudicato e inconcludente 4-3-3 contro l’Olanda, con Materazzi e Barzagli come pesci fuor d’acqua. E in più, il fatto che la squadra ha saputo soltanto segnare su calci piazzati. Ma di tutto questo sarà solo la Figc a dare il suo insindacabile giudizio.
Già, ma adesso cosa farà la Federazione? Per cercare di capire meglio la complessa situazione, bisogna esaminare le linee guida dell’accordo di metà maggio. In esso vi è contenuto il prolungamento di due anni fino ai mondiali del Sudafrica con una clausola reciproca di rescissione (con annessa penale), che può essere esercitata da entrambe le parti entro i dieci giorni successivi alla termine di Euro 2008. Domenica prossima ci sarà la finale del torneo. Quindi, il destino del ct azzurro si compirà presumibilmente entro la prima decade di luglio. Donadoni aveva rifiutato la clausola del raggiungimento necessario e sufficiente della semifinale all’Europeo, che legava il suo prolungamento per altri due anni. Abete, da quanto si legge oggi sul sito della Figc, sta ponderare molto bene la sua decisione di un eventuale esonero. «Con Donadoni avrò un incontro già nei prossimi giorni – ha detto il numero uno della Figc dopo la sconfitta con la Spagna – per una riflessione complessiva su questi Europei e ragioneremo con grande attenzione cercando di programmare il futuro». Secondo Abete «il comportamento della squadra in questo Europeo è stato positivo». Il suo atteggiamento molto prudente è dettato da un semplice e giusto calcolo. Il nuovo accordo prevede che l'ingaggio di Donadoni era innalzato ai livelli del suo predecessore Marcello Lippi, campione del mondo nel 2006, circa 1,2 milioni di euro netti a stagione: la penale per l’eventuale esonero da parte federale, si aggirerebbe probabilmente attorno al 30% dello stipendio. Pari a circa 360mila euro: stamattina si parlava di una cifra probabilmente ancora più alta, pari a 500mila euro. E’ vero che Abete il 20 maggio scorso aveva precisato che «il rinnovo biennale avrà una clausola reciproca di rescissione libera che si basa su un'assunzione di responsabilità. C’è una stretta di mano che rappresenta la forte volontà di continuare a lavorare insieme». Però il presidente dovrà fare due conti e pensare che se conviene pagare la penale a Donadoni e prendere nuovamente “Cincinnato” Lippi. Il quale accetterà probabilmente soltanto per una cifra compresa tra 1,5-2 milioni. Insomma, nella migliore delle ipotesi l’addio a Donadoni costerà nella migliore delle ipotesi (facendo un calcolo spannometrico) 2 milioni: a ciò però la Figc dovrà elargire le cifre da elargire allo staff tecnico che accompagna l’attuale ct. I ritorni di fiamma nel mondo del pallone costano, anche per la Nazionale.
Marco Liguori

mercoledì 23 aprile 2008

Match Comuni-Federcalcio sull'Ici

Liberomercato 23 aprile 2008 (pag. 1-11)

Esenzione sì, esenzione no
Ici non pagata: contenziosi Federcalcio-Comuni

Marco Liguori
L’Ici è la vera "croce e delizia" dei contribuenti italiani. Ne sa qualcosa anche la Figc o meglio la sua controllata al 100% Federcalcio srl che ha 10 contenziosi per questo tributo. La notizia è nel bilancio al 30 giugno 2007 della società che, secondo le recenti visure della Camera di Commercio, ha come oggetto sociale "l’acquisto e la gestione di immobili destinati o da destinare alla pratica del gioco del calcio". Essa può anche prestare attività per "l’assunzione e la gestione di attività volte allo sfruttamento commerciale e di iniziative promo-pubblicitarie ed editoriali comunque connesse con il giuoco del calcio". Le visure riportano che il cda è in carica fino al 30 giugno prossimo. Tra i nomi di spicco si segnala il numero uno della Figc, Giancarlo Abete, che ne è il presidente: è consigliere l’ex vicepresidente federale, Innocenzo Mazzini, squalificato nel processo sportivo 2006 per cinque anni con proposta di radiazione e indagato dalla magistratura ordinaria.
Le controversie sull’Ici di Federcalcio srl con i Comuni di Roma, Ancona, Cagliari, Foggia e Bologna sono richiamate nella relazione della società di revisione Fiscontrol. Nella Capitale "sono stati riuniti e accolti i ricorsi concernenti – evidenzia il revisore – i quattro avvisi di accertamento relativi agli immobili di via Po e via Allegri relativi agli anni 1999-2002". La Figc, contattata da Liberomercato, ha spiegato che "è stato accolto il nostro ricorso dalla Commissione tributaria provinciale che ha riconosciuto il diritto all’esenzione Ici, affermando che appare indubbio che il patrimonio immobiliare di Federcalcio srl sia destinato in via esclusiva alla realizzazione degli scopi statutari e istituzionali della Figc". Il Comune di Roma è ricorso alla Commissione Tributaria Regionale. "Nello scorso novembre – prosegue la Figc – essa ha dato invece ragione al Comune, ritenendo Federcalcio srl una società di natura commerciale giuridicamente distinta dalla Figc: stiamo preparando il ricorso in Cassazione". Nella nota integrativa, Federcalcio srl ha evidenziato l’accantonamento di "euro 398.635" per questo contenzioso: la Figc ha spiegato che è "pari al valore dell’accertamento comprensivo di sanzioni e interessi".
Nel bilancio si legge anche che sono stati accantonati "euro 139.912" per l’"accantonamento prudenziale effettuato in relazione agli accertamenti già notificati dal Comune di Ancona in materia di Ici relativi all’immobile di proprietà ubicati in Ancona". Fiscontrol ha sottolineato che vi sono 5 pendenze nel capoluogo marchigiano. Per il contenzioso 1998-2001 "è stato presentato ricorso alla Corte di Cassazione avverso la sentenza della Commissione Tributaria Regionale che aveva accolto l’appello proposto dal Comune". Per quello 2002 è stata confermata in appello la "sentenza di primo grado favorevole alla società" e "pende ricorso in Cassazione del Comune di Ancona". Inoltre "sono pendenti innanzi alla Commissione Tributaria Regionale su appello della società" i procedimenti del 2003, 2004 e 2005: pende "innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale il ricorso" per il 2006. L’ultima controversia con il Comune di Ancona concerne "la riscossione in via provvisoria dell’Ici relativa ad alcuni dei predetti contenziosi": in primo grado ha vinto Federcalcio. Invece a Cagliari pende "l’appello di parte per l’anno 2000" in Commissione Tributaria Regionale contro la sentenza di primo grado sfavorevole alla società e il ricorso per il 2001. Invece, a Foggia sono stati impugnati gli accertamenti del 2001 e 2002, mentre a Bologna Federcalcio si è opposta per quelli del 2002, 2003 e 2004.

giovedì 21 febbraio 2008

Nasce un nuovo caso Gea World?

Liberomercato 1 novembre 2007

Contropiede alla Svizzera

Il figlio del presidente Fifa Blatter
Sta per mettere le mani sulla serie A


Marco Liguori

Il colosso svizzero Infront Sports & Media, presieduto dal figlio del presidente Fifa Joseph Blatter, sta per mettere le mani sulla serie A. Stando alla Gazzetta dello Sport, la società starebbe trattando un accordo con la Lega Calcio per produrre lo spettacolo del massimo campionato di calcio. Ma sull’operazione gravano alcuni elementi poco chiari. Liberomercato ha contattato martedì scorso la Infront Sports & Media per ottenere maggiori dettagli riguardo ai suoi azionisti, al suo management e ai principali dati economici, senza ottenere alcuna risposta. La celebre riservatezza svizzera ha lasciato sul sito www.infrontsports.com solo alcune sommarie informazioni sui sei membri del consiglio di amministrazione. Presidente e ceo del gruppo è Philip Blatter, rampollo del numero uno del calcio mondiale: è stato eletto alla vicepresidenza nel dicembre 2005 ed è diventato ceo nella seconda metà del 2006. Tra il giugno e il luglio dello stesso anno si svolsero i mondiali di calcio in Germania: Infront ne ha curato la produzione televisiva, rivendendo i diritti di trasmissione a un vasto numero di televisioni (tra cui 165 pay tv) e radio. La società è presente, oltre in Svizzera, anche in Austria, Cina, Norvegia, Finlandia, Singapore e Svezia: ha come clienti principali la Bundesliga (lega calcio tedesca) e le federazioni internazionali di sci e hockey. Il gruppo ha ottenuto anche la gestione dei diritti per il mondiale 2010 in Sud Africa: su esso grava però l’ombra del conflitto d’interessi in riferimento alla famiglia Blatter.
Nell’ottobre 2006 la svizzera Infront ha acquisito dall’olandese Media Partners International l’italiana Media Partners. Quest’ultima è stata ridenominata in Infront Italy, controllata a sua volta da Infront Italy Holding, e ha una consociata in Lussemburgo. Ne sono amministratori gli stessi di Media Partners: il presidente Marco Bogarelli e i consiglieri Giuseppe Ciocchetti e Andrea Locatelli. L’ultimo bilancio disponibile chiuso al 31 agosto 2006 riporta un utile di poco più di 13mila euro. La società vantava debiti verso fornitori per 33,38 milioni (in gran parte diritti incassati in anticipo) e crediti verso clienti per 31,83 milioni: di questi, 21,46 milioni sono con Telecom Italia, con cui Media Partners ha "sottoscritto un contratto avente come oggetto – si legge nella nota integrativa al bilancio 2005/06 - la vendita dei diritti di trasmissione di partite del campionato di calcio di serie A su determinate piattaforme distributive". Infront Italy ha venduto il 24 ottobre scorso a Rcs Digital (controllata da Rcs quotidiani, editore di Gasport e Corriere della Sera) i diritti audiovideo on line della serie A e della premiere League fino al 2010.


Liberomercato 3 novembre 2007
Errata Corrige
Philip Blatter è il nipote del presidente Fifa
In riferimento all’articolo pubblicato a pagina 6 di Liberomercato nell’edizione di giovedì 1° novembre, da titolo "Il figlio del presidente Fifa Blatter sta per mettere le mani sulla serie A", dobbiamo precisare che Philip Blatter, presidente Infront Sports, in realtà non è il figlio del presidente della Fifa, Joseph. Si tratta invece del nipote. Comunque la sostanza del pesante conflitto d’interessi familiare tra la Infront e la Fifa non cambia.

domenica 17 febbraio 2008

Quanto conta l'Italia nella Fifa?

http://www.settimanasportiva.it/index/it/news.show/articolo.html?sku=1068

Tahiti meglio del bar sport

di Marco Liguori

31.10.2007

Ha ragione il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. La commedia degli errori arbitrali “va bene solo ai media”, che in questo modo avranno di cosa parlare da qui all’eternità dopo i due rigori inesistenti concessi dall’arbitro Bergonzi nella sfida della squadra azzurra contro la Juventus di sabato scorso. Invece, ha ben poco da recriminare il numero uno bianconeri, Giovanni Cobolli Gigli: la sua squadra ha subito due torti a sfavore, dopo quelli graziosamente ricevuti dall’arbitro Rizzoli nella partita di Firenze. Ma quelli non hanno dato luogo a polemiche, se non da parte di pochi addetti ai lavori. E poi ci sono state anche le ire di Adriano Galliani sui presunti torti arbitrali subiti dal Milan: insomma, chi più ne ha, più ne metta. Gli ultimi spiacevoli episodi accaduti nel nostro campionato danno luogo ad alcune riflessioni. La soluzione all’annoso problema degli errori arbitrali, che ormai sembra l’unico ad attanagliare quel “migliore dei mondi possibili” (per dirla con il filosofo Gottfried Leibnitz) che è diventato il mondo del pallone dopo calciopoli, la può fornire un’unica entità: la Federazione italiana giuoco calcio. La Figc (si fa per dire, visto che i mutamenti del regolamento calcistico dipendono dall'International Board, quindi in definitiva dalla Fifa) deve mutuare da un’altra federazione, ossia quella del rugby, “l’uovo di colombo”: l’introduzione della moviola per le azioni contestate. Proprio durante i recenti Mondiali di rugby, svoltisi in Francia, abbiamo assistito a scene che nel calcio non potrebbero accadere: ad esempio, in occasione della finale per il terzo posto Francia-Argentina c’è stata una meta che l’arbitro non avrebbe potuto aggiudicare poiché era scaturita da una furibonda mischia nelle vicinanze della linea di meta di una delle due squadre. Si provi a immaginare cosa sarebbe successo se non ci fosse stato l’ausilio della tecnologia in campo: probabilmente il giudice di gare sarebbe stato “crocefisso in sala mensa”, per dirla alla Fantozzi. Invece, grazie ai potenti mezzi televisivi ed elettronici il rugby ha evitato di diventare un ambiente rissoso e polemico come il calcio. Il presidente della Fifa Joseph Blatter è uno strenuo oppositore della moviola in campo. Lo ha detto e ribadito più volte, che “il calcio deve conservare il suo volto umano: è un gioco, lasciamolo
com’è”
(http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/sport/calcio/blatele/intebla/intebla.html ). Nel suo eccesso di romanticismo d’altri tempi Blatter però dimentica (o finge di dimenticare) che viviamo nell’era del calcio a scopo di lucro e delle quotazioni dei club in Borsa che in Italia è stata inaugurata dalla pasticciata legge Veltroni del 1996. E in questa era ai direttori di gara non è concesso sbagliare: un rigore inventato o non concesso oppure un gol convalidato in fuorigioco dubbio possono arrecare un considerevole danno patrimoniale alle società, come ad esempio una mancata qualificazione alla Champions League oppure una immeritata retrocessione che costano considerevoli somme che fanno versare “eurolacrime” ai dirigenti pallonari. Con tutta probabilità i presidenti italiani, con De Laurentiis in testa, vorrebbero la moviola in campo: il problema è convincere Blatter, poiché è la Fifa che dovrebbe essere stabilire la “rivoluzione copernicana” per tutte le federazioni. Ma come si può fare, visto che stando al sito della federazione internazionale ( http://www.fifa.com/aboutfifa/federation/bodies/standingcommittees.html ) l’Italia non è rappresentata nelle sue principali istituzioni in cui sollevare la questione? Il nostro paese non è presente nell’esecutivo, ossia nel governo della Fifa dove siedono un vicepresidente di Tahiti e un membro a testa di Qatar, Thailandia, Cipro, Trinidad e Tobago, Guatemala e Costa d’Avorio. Nazioni che, con rispetto parlando, non sono paragonabili per importanza sportiva e politica all’Italia. Ma il Belpaese non è rappresentato neppure nella commissione arbitri, in cui sono presenti i membri degli Emirati Arabi, Barbados, El Salvador, Isole Salomone, Canada, Tahiti (di nuovo!), Senegal, Mali e Bahrain che, sempre con parlando con il massimo rispetto, sono al di sotto del nostro paese. Ma perché l’Italia manca proprio in questi organismi chiave? La domanda deve essere posta ai dirigenti della nostra federazione, la stessa che ha il potere-dovere di evidenziare a Blatter l’importanza della moviola in campo: ma che per ora resta solo un progetto. Forse è meglio continuare con le lamentele e le chiacchiere da bar sport, per tutti.
Marco Liguori
(in esclusiva per La Settimana Sportiva)
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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