Ricerca personalizzata

martedì 27 maggio 2008

Se lo Stato scheda il cittadino allo stadio

Tratto da http://www.asromaultras.it/updates.htm

Su questo indirizzo http://www.osservatoriosport.interno.it/primo_piano/2008/maggio/tessera_del_tifoso_programma.pdf
è possibile trovare tutto il progetto schedatura Il problema è che la gente comune, i "romanistoni", non hanno la minima idea di cosa ciò possa significare sotto il profilo della restrizione della libertà individuale. E' una cosa indegna di un paese civile. Si prosegue sul punto: http://www.osservatoriosport.interno.it/primo_piano/2008/maggio/tessera_del_tifoso_programma.pdf il prossimo passo verso la fidelizzazione sarà il rilevamento delle impronte digitali. Che risate, Federico". Ah bè, vedrete che in questo modo le famiglie torneranno allo stadio!!! Allora, siccome ho già vinto la scommessa con il sindacato di Polizia che aveva pronosticato lo sfondamento dei cordoni all'interno dello stadio e conseguenti tafferugli romanisti/interisti, faccio un'altra scommessa, stavolta con l'Osservatorio: scommettiamo che alla fine di tutta questa storia, se - come credo - la "tessera del tifoso" verrà resa obbligatoria (come spera la Polizia), la Roma non supererà in campionato di 2000 unità il numero degli abbonati e così tutte le società di calcio in serie A? Dunque, se vinco la scommessa, tutti i responsabili dell'Osservatorio verranno obbligati a fare 30 trasferte in anonimo trasformandosi in tifosi comuni, se la perdo, vado a gestire l'ordine pubblico in divisa da solo durante Atalanta/Brescia. La notizia ha solleticato tutti: "Caro Lorenzo, ma questa famosa tessera non implica una vera e propria schedatura? E la legge sulla privacy? Non sarebbe stato meglio introdurre la carta d'identità elettronica, che è un documento obbligatorio? Ciao Marco". Certo che è una schedatura. E' la premessa- in questo laboratorio sociale che è il calcio - alla tessera del cittadino: chi è buon cittadino ha diritto all'assistenza sanitaria, chi non lo è no....
Lorenzo Contucci

Il silenzio dell'Inter sulla vicenda Mancini

Tra il presidente dell'Inter Massimo Moratti e l'allenatore Roberto Mancini è ormai divorzio. Manca solo il crisma dell'ufficialità. E, come in tutti i matrimoni che finiscono, la parola spetta agli avvocati. Il sito della società nerazzurra non ha riportato una sola riga dell'incontro tra i due di questo pomeriggio, raccontato invece in tutte le salse dalle agenzie. Inoltre, non è stata ancora pubblicato il comunicato ufficiale dell'addio. Quali potrebbero essere i motivi di tutto ciò? Probabilmente per una questione di forma legale: ciò forse spiega il silenzio cautelativo, forse imposto dagli stessi vertici. Si può fare un'ipotesi: in questi momenti concitati, i legali dell'Inter e quelli di Mancini si starebbero accordando per una soluzione amichevole della questione. Questione che deve avere, come si dice nel freddo linguaggio giuridico, una "species". Come inquadrare la separazione tra il club di via Durini e il suo (ormai ex) allenatore? Bisogna andare cauti con le parole. Usare un termine inappropriato, o meglio così ritenuto da una delle due parti, può esporre ognuna di esse a una vertenza civile di risarcimento del danno oppure una causa penale per diffamazione.
Quale parole usare quindi? Forse "esonero"? Questa potrebbe non essere gradita a Mancini. Tuttavia anche la terminologia "soluzione consensuale" potrebbe dispiacere a Moratti, forse per orgoglio. Insomma, la parola spetta agli avvocati che avranno un difficilissimo nodo gordiano da sciogliere. Essi dovrebbero trovare una formula che soddisfi pienamente le parti, in modo da lasciarsi con il sorriso sulle labbra senza strascichi giudiziari. In forza di ciò il comunicato forse potrebbe arrivare non nella tarda sera di oggi, ma forse domani. Insomma, trovare un modo civile, messo nero su bianco, per dirsi addio.

lunedì 26 maggio 2008

Dramma in casa Sensi

da www.dagospia.com

Avviso ai tifosi: “Si avvisano i tifosi della AS Roma che dentro la famiglia Sensi si sta svolgendo un autentico dramma. La figlia Rosella non vuole vendere la squadra fino a quando il patriarca Franco Sensi (82 anni) sarà in vita, mentre le sorelle si sentono soffocate da 377 milioni di debiti. La Consob vigila”.

Riporto, per completezza di informazione, l'ennesimo comunicato pubblicato stamattina sul sito dell'As Roma

http://bo.asroma.it/UserFiles/827.pdf
Con riferimento alle notizie diffuse con reiterazione dai principali organi di stampa e di informazione in merito agli assetti proprietari A.S. Roma S.p.A., Compagnia Italpetroli S.p.A., nella sua qualità di controllante indiretta, precisa quanto segue.
Nel richiamare quanto già espresso nei propri comunicati stampa del 23 e 24 maggio 2008 e nei precedenti, Compagnia Italpetroli ribadisce, ancora una volta, di non aver ricevuto e/o accettato, direttamente o indirettamente, alcuna manifestazione di interesse o offerta relativa all’acquisizione della propria partecipazione di controllo in A.S. Roma, da parte di Inner Circle
Sports e/o del Sig. George Soros o di fondi direttamente o indirettamente facenti capo o riferimento allo stesso.
Compagnia Italpetroli precisa inoltre di non aver raggiunto alcun accordo, direttamente o indirettamente, o sottoscritto alcun preaccordo, relativamente a tale partecipazione, né di aver in corso alcun processo volto alla dismissione della stessa.
Infine, si precisa non è previsto alcun incontro tra i propri rappresentanti e quelli di Inner Circle Sports finalizzato alla sottoscrizione di un accordo per la cessione del pacchetto azionario di A.S. Roma; pertanto, tali notizie diffuse, così come quelle relative a date, informazioni finanziarie e programmi, devono ritenersi non corrette e prive di ogni fondamento.

La bufala di Mancini unico allenatore vincente dell'era Moratti

Si può cacciare un allenatore che ha portato nella bacheca del presidente 7 trofei su 8? La risposta è che questa è una barzelletta: perchè se non avessero derubato Simoni e Cuper, la serie di Mancini non sarebbe mai iniziata...

da www.paoloziliani.it

Domenica, 25 Maggio 2008
Tra le tante leggende metropolitane che impazzano, di questi tempi, sull'Inter dell'era Moratti-Mancini, la più divertente è quella che racconta l'insensatezza di un presidente (Moratti) che medita di disfarsi di un allenatore (Mancini) capace di portare nella bacheca di via Durini 7 degli 8 trofei vinti dall'Inter dal 18 febbraio 1995, da quando cioè Moratti è proprietario e presidente del club. Detta così, non fa una piega. Nei 13 anni della sua reggenza, Moratti ha vinto 1 Coppa Uefa con Simoni e poi – con Mancini in panchina – 3 scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane. Particolare importante: quando parliamo dei 3 scudetti “manciniani” includiamo anche quello vinto a tavolino dopo lo scandalo di Calciopoli (estate 2006).

Molti, lo sapete, contestano la legittimità di quel tricolore: noi invece siamo dell'avviso opposto. Dopo il letamaio scoperchiato dai giudici, non c'era altra strada che assegnare il titolo 2005-2006 all'Inter. Chi ci legge sa che lo scrivemmo già nel maggio 2006: e cioè un paio di mesi prima dell'allestimento dei processi sportivi.

Domanda: perché all'Inter venne assegnato uno scudetto a tavolino (il primo dei 3 vinti da Mancini)? La risposta è nota: perché venne scoperta , grazie alle intercettazioni della Procura di Napoli, la gang malavitosa messa in piedi da Moggi e Giraudo con la fattiva collaborazione di dirigenti arbitrali (Bergamo, Pairetto, Lanese e comprimari), dirigenti federali (Mazzini & company), arbitri (De Santis in primis) e persino giornalisti, televisivi e non. Per anni, come gli stessi inquirenti hanno più volte detto e scritto, la Cupola di Moggi ha fatto scempio della regolarità dei campionati manovrando arbitri, partite e risultati a tutto vantaggio dei club affiliati alla banda.

Ebbene, seguiteci un momento. Se tutto questo risponde al vero, e se è vero che Moggi e Giraudo hanno guidato la Juve malavitosa per qualcosa come 12 anni, per onestà intellettuale va detto che Simoni può dire di aver vinto il campionato 97-98 (designatore Baldas, arbitri di spicco Ceccarini e Rodomonti) e Cuper di aver vinto il campionato 2001-2002 (designatori Bergamo & Pairetto, arbitro-emblema De Santis) né più né meno di quanto Mancini abbia vinto il campionato 2005-2006. Anzi, a dirla tutta: mentre Mancini nel 2005-2006 era arrivato terzo a 20 punti dalla Juve ladrona, Simoni e Cuper – ai loro tempi - se l'erano giocata assai meglio perdendo il campionato il primo nella scandalosa sfida diretta del 26 aprile '97, il secondo nel drammatico 5 maggio 2002 (tracollo che senza le malefatte di De Santis in Chievo-Inter 2-2, due settimane prima, non ci sarebbe mai stato).

Per capirci: se Mancini fosse stato sulla panchina dell'Inter ai tempi belli di Ceccarini e del rigore-non rigore Iuliano-Ronaldo (Juve-Inter 1-0) e se Simoni fosse stato l'allenatore dell'Inter nella stagione di Calciopoli (scudetto all'Inter a tavolino), oggi tutti direbbero che degli 8 trofei vinti da Moratti, 7 sono merito di Simoni, 1 di Mancini. Allo stesso modo: se Mancini fosse stato sulla panchina dell'Inter ai tempi belli di De Santis e del rigore-non rigore D'Anna-Ronaldo (Chievo-Inter 2-2), e se Cuper fosse stato l'allenatore dell'Inter nella stagione di Calciopoli (scudetto all'Inter a tavolino), oggi tutti direbbero che degli 8 trofei vinti da Moratti, 7 sono merito di Cuper, 1 di Simoni e nessuno di Mancini.

Insomma, se un minimo di serietà serve ancora, oggi, per portare avanti una discussione appena appena plausibile, la storia dei 7 trofei su 8 vinti da Mancini nell'era Moratti andrebbe trattata per quello che è: cioè, una bufala. La verità è che Mancini ha vinto uno scudetto (il primo a tavolino) perché una Procura ha scoperto che da anni l'Inter – e non solo l'Inter – veniva derubata di scudetti meritati da una banda di ladroni facente capo a Moggi e Giraudo, i due mammasantissima della Juventus. A patto di non credere alle favole, alzi la mano chi pensa davvero che lo scudetto vinto dalla Juve nel 97-98, con Rodomonti che sullo 0-0 non vede il gol di Bianconi (palla entrata di mezzo metro) in Empoli-Juventus 0-1 e con Ceccarini che 7 giorni dopo non vede il rigore di Iuliano su Ronaldo in Juve-Inter 1-0: alzi la mano, dicevamo, chi pensa che quello sia stato uno scudetto immacolato (il designatore era nientemeno che il prode Baldas, quello che 8 anni più tardi verrà pescato con le mani nella marmellata mentre tarocca, su ordine di Moggi, la supermoviola al Processo di Biscardi per coprire gli arbitri telecomandati).

Su questo primo scudetto, ricevuto a tavolino e giunto a mo' di risarcimento per i colossali furti patiti prima da Simoni, poi da Cuper e infine dallo stesso Mancini, l'Inter ha costruito una serie di successi che potremmo dire “facilitati”: in particolare, il secondo scudetto vinto con la Juve in serie B e il Milan penalizzato, un titolo – diciamolo - che l'Inter avrebbe conquistato anche con i fratelli De Rege in panchina.

Insomma: almeno 2 dei 3 scudetti vinti da Mancini (i primi) li avrebbe vinti chiunque, anche Hodgson, Zaccheroni e persino Tardelli. Sul terzo si può cominciare a ragionare: e chi crede di aver assistito ad una cavalcata entusiasmante dell'Inter, naturalmente, è libero di pensarlo. Noi pensiamo che un titolo vinto alla Dorando Petri, con i tifosi con le mani nei capelli fino al minuto 65 dell'ultima partita, non sia motivo di vanto per un allenatore che aveva a disposizione un organico da mille e una notte. E pensiamo anche che un allenatore che ha a disposizione campioni come quelli dell'Inter 2004-2005, 2005-2006, 2006-2007 e 2007-2008 non può rimediare, in campo europeo, le figuracce che ricordiamo: vedi tracollo col Milan (con finale isterico e squalifica del campo), vedi tracollo col Villareal, vedi tracollo col Valencia (con maxi-rissa e pioggia di squalifiche), vedi tracollo col Liverpool (Materazzi espulso, Burdisso espulso).

Diciamocelo: ma è davvero così bravo, questo Mancini?
Paolo Ziliani

Un pezzetto di Mancini ha avuto il benservito

da www.francorossi.com

Domenica, 25 Maggio 2008

Cari nemici e amici, dopo aver vinto il campionato l'Inter ha licenziato Mancini per un quinto: basta ricordare l'affermazione di Paolillo (“All'80 per cento resta”) subito dopo la partita di Parma. Il Chelsea dopo trentasei ore dalla finale di Champions League, al 100 per cento ha licenziato Grant, come tutti si aspettavano. La finale di Coppa Italia è stata vinta dalla Roma e adesso in casa interista qualcuno dovrà pur dire se la conferma di Mancini all'80 per cento (sempre per riferirsi alle storiche parole di Paolillo) è salita alla certezza o è scesa allo zero.

Prima o poi qualcuno dovrà pur dire a Mancini se deve passare da via Durini a prendere la liquidazione, oppure preparare la valigia per le vacanze estive senza preoccuparsi del possibile arrivo di Mourinho ex Chelsea o di Moreira, ex dell'Itapipoca.

Una volta dissi che “se non ci fossero le partite il calcio sarebbe lo sport più bello”: dopo l'ultima gara ufficiale della stagione ne sono ancora più convinto.

Il mercato è la fabbrica dei sogni visto che avere Gerrard e Fabregas a fianco di Sissoko farebbe felici i tifosi della Juve, veder giocare Essien e Hleb vicino a Cambiasso e Drogba e Messi insieme a Kakà sarebbe il massimo per quelli di Inter e Milan.

Ma poi uno si sveglia e scopre che il neo allenatore del Chelsea (ma chi sarà mai?...) cerca di convincere Abramovich a non cedere né Lampard e Drogba e ad acquistare Aguero , Maicon e Mascherano e comincia a riflettere, legge che il Real Madrid va deciso su Cristiano Ronaldo (in alternativa c'è Huntelaar) e che il Barcellona punta su Benzema e così via.

Scopre inoltre che in Italia la squadra campione ha riscattato Jimenez e cerca di convincere Locatelli, che il Milan ha preso uno svincolato come Flamini (buono, ma non ancora buonissimo) e sta trattando Zambrotta (che arriverà con tre Europei e due Mondiali sulle spalle), che la Juve dopo lo svincolato Mellberg pagherà Amauri più di quanto incassò per Ibrahimovic e allora si accorge all'improvviso che risvegliarsi è peggiore dell'incubo.

Franco Rossi

giovedì 22 maggio 2008

Ultim'ora - I primi due acquisti del Napoli 2008/09

Il Napoli riscatta Blasi e rinnova la comproprietà di Zalayeta

Tratto dal sito ufficiale della Ssc Napoli
http://www.sscnapoli.it/client/render.aspx?root=707&fwd=1675&content=0

Manuele Blasi e Marcelo Zalayeta restano in azzurro. Il Napoli ha riscattato il centrocampista ed ha rinnovato la comproprietà, con la Juventus, dell'attaccante uruguagio.
"E' la notizia più bella che potessi ricevere - dice entusiasta Blasi - perché finalmente ora posso dire di essere un giocatore del Napoli a tutti gli effetti. Penso di aver disputato un buon campionato ma prometto che l'anno prossimo darò ancora più del cento per cento. Magari con qualche ammonizione in meno...".
C'è anche la felicità di Zalayeta: "Sono contentissimo di poter giocare un altro anno con il Napoli. Ho tanta voglia di fare bene ma ancora con più fame rispetto allo scorso anno. Credo di aver disputato una buona stagione prima dello sfortunato infortunio".

Il mercato del Napoli secondo il quotidiano "Roma"

Roma 22 maggio 2008

Napoli. Stavolta si è scomodato il prestigioso Daily Mail, popolare tabloid del Regno Unito. Dopo il Chelsea un’altra grande del football di sua Maestà attenta alle grazie di Marek Hamsik, il boys più richiesto d’Europa insieme al catalano dell’Arsenal Cesc Fabregas. Marino come Wenger, par di capire: bussate pure, tanto non vi sarà aperto. O almeno così si dice, e si spera. Venticinque milioni vorrebbero investire i Reds sul forte centrocampista slovacco, seguito negli anni bresciani dall’attuale collaboratore di Rafa Benitez, Mauro Pederzoli, ex team manager e diesse del club di Corioni. Chiuse la sua pesperienza italiana nel Cagliari di Cellino prima di sposare una bella spagnola e migrare in Inghilterra con l’amico Benitez. Ora Pederzoli spinge per Hamsik, convinto che la partita con la slovacco non sia ancora chiusa. Il diretto interessato ha intanto rilasciato al quotidiano Pravda: conferma la sua voglia di azzurro. «Non so nulla dell’interesse del Liverpool, a Napoli sto bene e voglio restare: il resto non mi interessa». Bene, bravo, bis, caro Marek. Ma la carne è debole, non mancheranno altre tentazioni ed il Napoli dovrà presidiare bene il fortino, certo del prevedibile assalto. Liverpool, Chelsea, Manchester United e Juventus: quasi il meglio del calcio planetario. Chissà cosa starà mai confabulando Juraj Venglos scaltro ed esperto procuratore del campione slovacco. Da poco firmato, nei prossimi mesi il rinovo potrebbe già essere carta straccia. Pochi, maledettamente pochi gli ottocentomila euro elargiti al centrocampista, nulla o quasi rispetto ai due milioni di euro netti promessi da Liverpool e Juventus. Dura continuare a frenare sui tetti di ingaggi, soprattutto quando in rosa si ha la fortuna di avere tra le mani un fuoriclasse autentico. Per ora il ragazzo sta tenendo fede alla parola data ed è ricco di buoni propositi, ma prima o poi qualche prurito inizierà ad averlo. Il mercato non ha cuore, purtroppo.
DOMIZZI. Caduti gli ultimi dubbi residui, il giocatore lascerà il Napoli: «é difficile che resti in maglia azzurra-conferma a radio Marte il suo agente Caravello-Il futuro? Genoa o Roma con i liguri favoriti rispetto ai capitolini. Il sodalizio del patron Preziosi si è mosso prima degli altri, mostrando un notevole interesse». Caravello consiglia poi due suoi assistiti: «Quagliarella sogna da sempre il Napoli, lo sapete tutti. A centrocampo c’è un giocatore in cerca di rilancio come Pinzi».
BORRIELLO. Ieri avevamo anticipato il ritorno di fiamma per l’attaccante genoano nativo di San Giovani a Teduccio. Il diretto interessato, intervistato dai colleghi de Il Napoli, conferma la notizia: «Il sodalizio partenopeo mi vuole e lo so ma la società deve parlare prima con Genoa e Milan, comproprietari del cartellino. Mi sono offerto due volte a Marino ma non mi hanno voluto. Io sono e resto tifoso azzurro. Vedremo».
MARTINA. Ieri è stato avvistato a Capodichino il procuratore di Acquafresca e Barone, smentito però dal diretto interessato un contatto con Marino: «Sono a Salerno per rivedere un caro amico e godermi le bellezze della costiera amalfitana. Barone si sposa sabato questa l’unica novità. Non credo rientri nei progetti del Napoli, sia per l’età che per lo stipendio. Acquafresca è ad un passo dall’Atalanta».
FLOCCARI. Il club neroazzurro ha quindi pescato il suo sostituto. Nei prossimi giorni si deciderà quindi anche il futuro di Floccari, pedinato da Roma, Torino e Napoli. Dieci milioni la valutazione data dal sodalizio orobico. Il diesse Osti nega l’interesse partenopeo, ma fa parte del gioco. Tutti sanno che i lombardi puntano a Calaiò (notizia mai negata dallo stesso dirigente neroazzurro), possibile chiave di volta nella trattativa Floccari.I giochi sono aperti.
DESSENA. Se Blasi partisse (cosa probabile) il giovane virgulto parmense, convocato nell’olimpica di Casiraghi, potrebbe rimpiazzarlo in maglia azzurra. Ghirardi valuta Dessena 8 milioni di euro, ma il digì azzurro potrebbe limare il prezzo inserendo qualche giocatore che rientra nei piani cadetti degli emiliani. Rullo, Pià, De Zerbi i possibili candidati. Spetterà a Cagni, nuovo trainer, indicare i nomi giusti ai dirigenti parmensi.
VARIE DI MERCATO. Tanti i nomi accostati al club azzurro in prima linea. L’ultima indiscrezione arriva dalla Spagna. Monitorato il ventottenne Nikola Zigic, perticone serbo reduce da una stagione infelice a Valencia dopo le belle annate vissute con il Santander. A volte ritornano. Secondo il sito del collega Marco Liguori Marino starebbe ripensando al bulgaro Dimitar Makriev (Maribor-Ashdo), braccato anche da Standard Liegi e Anderlecht. Bianchi non sarà riscattato dalla Lazio, il Napoli potrebbe farci un pensierino.
Ciro Venerato
Leggi anche http://marcoliguori.blogspot.com/2008/06/calciomercato-luned-arriva-denis-napoli.html
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

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