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venerdì 5 dicembre 2008

Macalli: molte altre società di calcio falliranno

"Credo che alla fine dell'anno piangeremo molti club perché non riusciranno ad ottenere l'iscrizione per il prossimo campionato". Lo ha detto il presidente della Lega Pro Mario Macalli, intervistato da Sky Sport 24 in uno speciale dedicato alla crisi del nostro calcio. "Lo scorso anno avevo detto che sarebbero fallite 10 squadre e ho indovinato il numero. Quest'anno la vedo molto male. In una situazione di crisi generale in cui mancano i soldi per portare avanti le aziende, non credo che gli imprenditori investino ancora tanto nel calcio. Il nostro è un mondo che ha un indebitamento notevole, è in difficoltà, i costi superano i ricavi. L'unica cosa che mi dispiace è che questo è un mondo che non vuol prendere atto di questo e nessuno vuole sedersi su un tavolo per discuterne. Il calcio è una azienda che sta fallendo. Nessuno vuole fare l'amministratore unico dei club professionistici italiani - spiega Macalli -; il lavoro federale è quello di dare indirizzi. C'è un grande calcio che deve andare per conto suo, ma gli altri devono fare da sé. Non capisco perché un club di B deve avere risorse dalla serie A che le produce. Sotto la B c'è Lega Pro con 90 squadre, si dice che sono troppe, ma io dico che sotto di noi ci stanno 162 squadre di un mondo che viene chiamato dilettantistico ma che in realtà non lo è". Per Mario Macalli una delle ricette sarebbe la ristrutturazione dei campionati di calcio e di questo si parlerà anche nel prossimo consiglio federale il 18 dicembre. "Io penso che ci debba essere una Lega che governi il grande calcio, quello di serie A che fa spettacolo - spiega - poi sotto vedo due gironi a 18 squadre di serie B e ancora sotto 3 gironi da 18 in Lega Pro". Tante le squadre in difficoltà in questo inizio stagione che rischiano di non poter portare a termine i rispettivi campionati. "Il Messina? Mi chiedo come ha fatto a giocare campionati di A e B con debiti di 45 milioni di euro. Chi doveva controllare cosa ha fatto? Il Pescara ha 11 milioni di indebitamento, ma qualche mese fa a queste società è stato consentito iscriversi, li hanno fatti in pochi mesi questi debiti? Sono cose che mi impressionano. Le posizioni di club come Venezia e Legnano invece sono difficili ma possono trovare soluzioni". Uno dei motivi della crisi secondo Macalli deriva dai costi troppo elevati. "Noi paghiamo troppo. Abbiamo un costo di lavoro elevato e non abbiamo ricavi. Gli stipendi sono molto alti, anche se l'Aic sostiene il contrario. Le società spendono troppo e la cosa più grave, senza critiche agli imprenditori che con i loro soldi fanno cio' che vogliono, è che paghiamo troppo per dei giocatori che non producono nulla. Non abbiamo giovani ed è difficile anche mettere insieme 30 giocatori per le nostre selezioni".
Fonte: Agi
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Corte federale respinge ricorso Moggi per squalifica Calciopoli

Accolto invece il ricorso del presidente della Reggina, Pasquale Foti, contro l'inibizione ricevuta per aver svolto operazioni di calciomercato fuori sede

La corte di giustizia federale della Figc ha ritenuto inammissibile e quindi respinto l'appello avanzato da Luciano Moggi avverso i cinque anni di inibizione con multa ad 50.000 euro inflitti all'ex-dirigente della Juventus a seguito dei deferimenti del procuratore federale. Moggi aveva presentato l'appello dopo avere rinunciato al tesseramento presso la federcalcio. Nella stessa riunione tenuta oggi, accolti invece i ricorsi del presidente della Reggina Pasquale Foti, contro i 45 giorni di inibizione per avere svolto operazioni di mercato in sede non autorizzata, del direttore sportivo del Chievo, Giovanni Sartori (45 giorni), e del suo collega al Lecce, Guido Angelozzi (un mese). La commissione disciplinare ha quindi respinto la richiesta di deferimento avanzata nei confronti di Bruno Conti ed Aldo Bartolomei, per il loro coinvolgimento, quando erano rispettivamente responsabile del settore giovanile della Roma il primo e della segreteria il secondo, per la vicenda legata al tesseramento del calciatore Gennaro Falzarano, a sua volta invece squalificato per 20 giorni a seguito della richiesta di patteggiamento. Multa di 5.000 euro invece per la Roma.
Fonte: Apcom
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Statuto Figc: Moggi non può più tesserarsi

giovedì 4 dicembre 2008

Bolelli: "Io paragonato a Moggi? Adisco vie legali"

Ieri l'ultimo affondo della Federtennis su Simone Bolelli apparso sul sito della federazione - che ha definito la richieste fatte dall'atleta al suo circolo di non tesserarlo per il 2009 come "un tentativo di sottrarsi alla giustizia sportiva, sul modello di quanto già fatto da Moggi in Calciopoli" - oggi immediata la replica del tennista bolognese e la conferma di adire le vie legali per l'intera vicenda. "L'infelice paragone con "Calciopoli" - afferma in una nota l'avv. Paolo Nicodemo, legale del tennista - e con la strategia difensiva adottata dal Sig. Moggi, pubblicato sul sito federale, è del tutto inappropriato, in quanto Simone Bolelli non può avere alcun interesse a "sottrarsi" ad un'eventuale squalifica, poiché è già stato pesantemente sanzionato dalla delibera del Consiglio Federale, con una "scomunica" senza precedenti adottata all'indomani dell'incontro di Coppa Davis Italia-Lettonia". Bolelli e il suo allenatore Claudio Pistolesi intendono ribadire che "l’unico scopo della loro rinuncia al tesseramento Fit consiste nella volontà di non intrattenere più alcun rapporto con l'attuale dirigenza federale, in conseguenza dei pesantissimi attacchi personali subiti nell'ultimo periodo".
Fonte: Ansa
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Pioggia di soldi dall'Uefa ai club: 43,5 milioni per Euro 2008

Ecco le italiane premiate che hanno fornito giocatori alla Nazionale per la fase finale dello scorso giugno: Juventus, Milan, Inter, Napoli, Lazio, Roma, Fiorentina, Palermo, Sampdoria, Genoa, Udinese, Siena e le retrocesse Livorno e Parma.

La Uefa distribuirà 43,5 milioni di euro tra 180 club che hanno fornito giocatori alle Nazionali per la fase finale di Euro 2008. Secondo i parametri stabiliti dall'accordo tra la Uefa e la European Club Association (ECA). Le società italiane riceveranno complessivamente 4.250.290 euro. Nel dettaglio, la Juventus incasserà 644.195 euro. Seguono Milan (624.590), Roma (537.763), Fiorentina (481.746), Inter (431.331), Udinese (344.505), Livorno (239.473), Siena (201.661), Lazio (201.661), Palermo (121.837), Sampdoria (121.837), Parma (117.636), Napoli (100.831) e Genoa (81.225). In testa alla speciale graduatoria per nazioni c'è la Germania con 6.805.065 euro, seguita da Spagna (5.106.650) e Inghilterra (4.843.370).
I 180 club che riceveranno denaro fanno parte di 24 delle 53 federazioni affiliate alla Uefa. I benefici, oltre a riguardare società di paesi esclusi dalla fase finale del torneo, gioveranno anche alle casse di numerose squadre che militano in divisioni inferiori dei vari campionati nazionali. In Italia è il caso di Livorno e Parma, retrocesse alla fine della scorsa stagione. I club che otterranno più soldi di tutti sono il Werder Brema (1.093.732 euro), l'Olympique Lione (1.039.115) e il Bayern Monaco (1.018109). La quota da attribuire ad ogni società è stata calcolata moltiplicando la "diaria" individuale di ogni calciatore per il numero di giorni in cui ciascun tesserato è stato impegnato a Euro 2008. L'accordo tra la Uefa e la ECA, l'organismo nato sulle ceneri del defunto G-14, ha preso in considerazione un periodo cominciato 14 giorni prima del match d'esordio di una selezione e terminato con la gara che ha sancito l'eliminazione. «E' la dimostrazione di una nuova armonia nel calcio europeo e della volonta di cooperazione tra federazioni e club per il bene dello sport», ha commentato il presidente della Uefa, Michel Platini. I contrasti tra la federazione continentale e le più importanti società sembrano ormai un lontano ricordo. La nuova partnership, ha detto ancora Platini, ha consentito di riconoscere ai club «benefici tangibili in virtù del loro contributo a Euro 2008». L'annuncio di oggi costituisce un «momento storico» secondo Karl-Heinz Rummenigge, presidente del Bayern Monaco e della ECA. Con il denaro assegnato alle squadre, «viene riconosciuto e ricompensato l'importante contributo del calcio di club al successo di una competizione per Nazionali».
Fonte: Adnkronos

Liverpool, l’importante è esagerare

I media italiani hanno evidenziato in modo allarmistico i 425 milioni di debiti dei “reds” dimenticando che la somma non riguarda la squadra, ma soltanto la Holding Kop Football Limited cui appartiene, e che la cifra è servita in gran parte per la sua acquisizione. Quindi, il parco giocatori del club inglese non è in svendita

Il 12 novembre 2008 l'agenzia Ansa ha lanciato la seguente notizia riguardante i debiti del Liverpool: «La crisi finanziaria rischia di travolgere il Liverpool che potrebbe essere costretto a svendere i suoi campioni per appianare i debiti. Si tratta di oltre 425 milioni di euro. Secondo il banchiere Keith Harris, che ha orchestrato l'acquisto dei Reds da parte degli americani George Gillett e Tom Hicks, l'unica via di salvezza è quella di ottenere sei mesi di proroga dalle due banche creditrici, Royal Bank of Scotland e Wachovia, anch'esse però in gravi difficoltà per via del credit crunch».
Il lancio d’agenzia veniva ripreso dal Corriere dello Sport-Stadio sul suo sito web e sorprendentemente è stata messa in prima pagina nell'edizione del 13 novembre 2008, con la seguente titolazione: «Liverpool senza soldi – Via Gerrard e Torres – Il club ha debiti per 425 milioni: metterà sul mercato le stelle, anche Xabi e Mascherano».
La notizia, così com’ è stata rappresentata, era destinata ad accendere le fantasie dei tifosi, che sognano nella propria squadra i vari Mascherano, Fernando Torres, Steven Gerrard, Xabi Alonso ecc., in quanto avrebbe potuto dar luogo alla seguente interpretazione: il Liverpool è senza soldi, ha un indebitamento netto di 425 milioni di euro e le banche devono decidere sul rientro immediato. La conseguenza è che il Liverpool deve "svendere" i suoi campioni. Da notare bene che non si usa la parola "vendere" ma "svendere", quasi come se il Liverpool fosse in fase di liquidazione.
Per riportare in maniera meno allarmistica la notizia sull'indebitamento del Liverpool bastava riportare fedelmente quanto scritto dal Guardian in un articolo che riguardava essenzialmente le preoccupazioni di Keith Harris per la difficoltà a trovare un acquirente per l'Everton. Infatti la cifra di 425 milioni riguarda un prestito e non l'indebitamento netto. Nell'intervista Keith Harris si dimostra «preoccupato» per il Liverpool, che deve rimborsare 350 milioni di sterline nel mese di gennaio a due banche in difficoltà, come Royal Bank of Scotland e Wachovia. Secondo il banchiere il prestito di 350 milioni di sterline, include anche 185 milioni di sterline riguardanti il prestito fatto ai proprietari nordamericani, Tom Hicks e George Gillett, per acquistare il club. Lo stesso Keith Harris afferma che il Liverpool ha il diritto di opzione per l'estensione della durata del prestito per altri sei mesi, pertanto una volta esercitato il diritto di opzione, alla scadenza (luglio 2009) ci si porrà il problema di rifinanziare il prestito o trovare un modo per restituirlo.
La corretta interpretazione della vicenda è la seguente: il Liverpool si trova certamente in una situazione non certo rosea, ma fino a luglio 2009 potrà vendere e non svendere i suoi campioni.
Recentemente anche ShareLiverpoolFC, l'organizzazione di tifosi del Liverpool impegnata per l'acquisizione di una quota di partecipazione azionaria, ha redatto un commento sulla situazione finanziaria del club. Nel documento si afferma che i "reds" hanno realizzato un utile nella stagione 2007/08 e che la situazione finanziaria è andata inaspettatamente bene, anche se le previsioni per il futuro non sono buone, con un invito ai proprietari a ricapitalizzare uscendo il contante di tasca propria.
In tale documento si è cercato di dare una risposta alla domanda: "Perché il debito è così alto?" Per la risposta è importante sapere che Kop Football Limited è lo strumento che è servito ai soci americani per acquistare la proprietà della società Liverpool Football Club. Indebitando Kop Football Limited, grazie a un prestito, si è potuto acquisire il controllo del Liverpool. Di conseguenza il Gruppo Liverpool è composto dalla Holding Kop Football Limited e dalle sue controllate, tra cui Liverpool Football Club.
Su 350,5 milioni di sterline di debito, 245 riguardano la holding Kop Football, mentre 105 milioni Liverpool Football Club. La somma presa in prestito dalla Kop Football è così suddivisa: 180 (pari a 218 milioni di euro) sono stati versati ai precedenti azionisti e 64 milioni sono stati prestati al Liverpool Football Club.
Per quanto riguarda i 105,5 milioni di sterline (circa 128 milioni di euro), 45,5 sono serviti per l'acquisto di nuovi giocatori e per il finanziamento delle spese d'esercizio. I restanti 60 sono stati assegnati per il progetto del nuovo stadio Stanley Park.
Concludendo, si può affermare, che siamo in presenza di un debito che è essenzialmente di Gruppo e non riguardante direttamente la squadra di calcio: inoltre, esso riguarda per la maggior parte il denaro servito per l'acquisizione del club.
Luca Marotta
jstargio@gmail.com
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Nella foto: la prima pagina dell'edizione del 13 novembre scorso del Corriere dello Sport con la notizia sui debiti del Liverpool (cliccare per ingrandire)

mercoledì 3 dicembre 2008

Bologna: due buone notizie dai conti 2007/08

La società ha ridotto la perdita a 560mila euro dai precedenti 7,4 milioni grazie ai proventi della gestione calciatori, in particolare dalle plusvalenze. Il presidente Francesca Menarini ha investito in 60mila azioni: un piccolo segnale confortante per il futuro aziendale
Due buone notizie arrivano dal bilancio 2007/08 del Bologna. Nella stagione della promozione dalla serie B alla A, si è registrata la riduzione del passivo di fine esercizio, passato a 560mila euro dai precedenti 7,4 milioni. Ciò è stato causato dalla gestione del parco calciatori. Infatti, i 10,6 milioni di plusvalenze calciatori (contro i 2,1 milioni del 2006/07) hanno irrobustito il valore della produzione (26,3 milioni, +33,6%): da sottolineare che per il Codice civile sono componenti straordinarie, poiché riguardano la cessione di beni societari, come sono appunto i diritti alle prestazioni dei giocatori, mentre per gli schemi Figc rientrano nel valore dei ricavi. A ciò bisogna aggiungere i 237mila euro per il prestito di calciatori. In questo modo è stato ridotto lo squilibrio con i costi da 6,4 a 3,5 milioni. Inoltre, ha contribuito alla riduzione della perdita finale la gestione finanziaria in attivo per 1,4 milioni, dovuta per la quasi totalità ai proventi netti conseguiti con la chiusura di alcune comproprietà. L’altra buona notizia riguarda i 60mila euro (pari all’1%) investiti direttamente dal presidente Francesca Menarini nel capitale sociale, il cui 99% è in mano all’Aktiva rilevata interamente la scorsa estate dall’azienda della sua famiglia, la Cogei Costruzioni, da Alfredo Cazzola. Un piccolo segnale che testimonia che la numero uno rossoblù crede nella società. Sicuramente più confortante di quanto affermato dalla Juventus, quotata a Piazza Affari, nel bilancio al 30 giugno scorso, in cui si evidenzia che il presidente Giovanni Cobolli Gigli e tutti i consiglieri di amministrazione non posseggono una sola azione della società. Sempre riguardo al capitale sociale, il verbale dell’assemblea dei soci del 27 ottobre scorso riporta che «i soci hanno sottoscritto integralmente l’aumento di capitale da euro 3.000.000, deliberato dall’assemblea dei soci in data 16 luglio 2008, con versamento contestuale del 25% pari a euro 750.000». Questo concreto sostegno dei soci ha portato il patrimonio netto a oltre 3,8 milioni.
Ora bisognerà vedere se gli amministratori riusciranno a portare in attivo (o quantomeno a ridurre ulteriormente il disavanzo) il conto costi/ricavi entro gennaio, mese in cui si svolge la seconda fase del calciomercato, per poter acquistare rinforzi per la rosa. Con la promozione nella massima serie la società ritiene possibile un aumento del valore della produzione poiché, è evidenziato nella relazione sulla gestione, «si stima un consistente aumento dei proventi da cessione dei diritti radiotelevisivi»: l’anno scorso ammontarono ad appena 338mila euro, in discesa dai precedenti 3 milioni poiché «non sono stati negoziati collettivamente – prosegue la relazione sulla gestione – dalla Lega Nazionale Professionisti, come per la precedente stagione». Riguardo ai costi nella relazione si prevede «un incremento cospicuo dei costi del personale, da ricondurre ai compensi previsti per i nuovi giocatori ed al compenso per alcuni giocatori, già presenti nella rosa del Bologna nella passata stagione, il cui contratto prevedeva la corresponsione di un diverso importo nel caso di disputa del campionato di serie A». Il testo sottolinea che «tali variazioni complessivamente dovrebbero comunque consentire una sensibile riduzione della perdita operativa».
Ritornando alle plusvalenze, si segnalano quelle ricavate dalle cessioni dei centrocampisti Meghni (3,5 milioni) e Loviso (500mila euro), dei difensori Albertazzi (2 milioni), Tedeschi (1,4), e Costa (2,7), dell’attaccante Fava Passaro (500mila euro).
Riguardo ai costi, essi hanno raggiunto i 29,8 milioni (+14.18%): il 53,4% è costituito da quelli per il personale passati da 14,5 a 15,6 milioni. Stando sempre alla relazione sulla gestione, l’incremento è «dovuto principalmente all’aumento dei costi del personale sportivo per premi riconosciuti a seguito della promozione in serie A, agli ammortamenti e alla minusvalenza generata dalla cessione del giocatore Danilevicius pari a 1,5 milioni di euro».
Lo stato patrimoniale presenta uno squilibrio tra debiti (17,4 milioni, +26%) e crediti (6,6 milioni, +186%) pari a 10,8 milioni. Nello stato debitorio si segnalano 1,34 milioni dovuti alle banche con un incremento del 9,2% rispetto all’anno precedente.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Nella foto, tratta da http://www.sport.it, la curva Andrea Costa dello stadio Comunale di Bologna Clicca e leggi la seconda parte I contenziosi del Bologna tra fisco e previdenza

I contenziosi del Bologna con fisco e previdenza

La società ha ricevuto una cartella di pagamento di 533mila euro derivante dall’omessa presentazione della fidejussione da parte dell’ex controllante Victoria 2000 per l’Iva di gruppo. Inseriti 166mila euro a fondo rischi per il contenzioso dell’omesso versamento contributi Inail e Inps. In entrambi i casi i felsinei hanno proposto ricorso

Il fisco ha bussato alle porte del Bologna. Nella nota integrativa, alla voce altri rischi e oneri, la società rossoblù fa presente che «è stata destinataria di cartella di pagamento notificata in data 12/12/2007 dal Concessionario della riscossione tributi a seguito di iscrizione a ruolo di euro 533.320,32 (di cui 495.537,30 per Iva anno 2005 ed euro 37.783,02 per interessi), a cui ha opposto ricorso nei termini di legge». Questa pretesa «deriva dall’omessa presentazione della garanzia fidejussoria – prosegue la nota - che il “Fallimento Victoria 2000 srl in liquidazione” avrebbe dovuto produrre al Terzo ufficio di Bologna dell’Agenzia delle entrate in sede di presentazione dei modd. Iva 26P e Pr/2006» riguardanti la procedura di liquidazione dell’Iva di gruppo. Al momento è stato sospesa la riscossione e il contenzioso è ancora pendente «innanzi la Commissione tributaria provinciale di Bologna – spiega la società nella nota – in attesa della fissazione dell’udienza di discussione».
Il Bologna ha inoltre posto alla voce “altri fondi per rischi e oneri futuri» la somma di 166mila euro per una «potenziale passività relativa a un contenzioso per omesso versamento contributi Inail e Inps». La società specifica che «l’accantonamento effettuato è rappresentativo della passività potenziale stimata dal legale incaricato della difesa». Risulta pendente in particolare «un verbale di accertamento Inail, per complessivi euro 532.018 – prosegue la nota integrativa – emesso in data 26 giugno 2006 e relativo al disconoscimento della natura di “prestazione occasionale” del personale addetto al “servizio stadio” con configurazione di rapporti di mini-collaborazione ex D.Lgs 276/2003». Contro di esso è stato presentato ricorso il 3 agosto 2007. Dopo una prima udienza tenutasi lo scorso aprile, ne è stata stabilita un’altra il 28 aprile 2009, in cui saranno sentiti tre testimoni «per l’accertamento dell’esistenza o meno di un formale “coordinamento” – si legge nella nota integrativo - da parte della società, sia pure nella occasionalità di cui al decreto legislativo 276/2003». La società fa sapere che ha incaricato il proprio legale di addivenire a una transazione del contenzioso.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
Clicca e leggi la prima parte Bologna: due buone notizie dai conti 2007/08
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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